COME CERI ACCESI La vita consacrata secondo Benedetto XVI e gli Atti del XXVI CG.

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COME CERI ACCESI La vita consacrata

secondo

Benedetto XVI e gli Atti del XXVI CG

Ardere di questa fiamma, perché ovunque brilli un frammento del fulgore irradiato da Gesù, splendore di verità.

Come ceri accesi, irradiate sempre e in ogni luogo l’amore di Cristo

Vi invito in primo luogo ad alimentare una fede in grado di Illuminare

la vostra vocazione.

Vi esorto per questo, come in un pellegrinaggio interiore,

a far memoria, del “primo amore” con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il vostro cuore, per rinverdire il primo sì.

Per aiutarci a tendere all’obiettivo SALVATE DA GESÙ REDENTORE ”per la

salute del mondo”, il Documento sollecita a mettere in atto un processo di

conversione teologale.

Esso consiste nel tornare sempre a ciò che è accaduto alla nostra vita,

cioè nel “ricordare”

(cf Dt 15,15; Scr

III,229) che Dio in Gesù Redentore si è fatto vicino…

ci ha fatto conoscere la Carità

“eccessiva” nei nostri

confronti: ci ha

salvate (Atti del XXVI CG, Presentazione)

Per alimentare quella fiamma, occorre stare con Lui, nel silenzio dell’Adorazione.

Anche noi guardando e ascoltando Lui

impariamo la misura alta e universale della carità. (Atti

12)

Chiamate per grazia a essere sue discepole, stiamo con Gesù in ascolto obbediente del Maestro. (Atti 12 )

In secondo luogo vi invito a una fede che sappia riconoscere la sapienza della debolezza.

Mandate da Gesù Redentore, viviamo in una incondizionata appartenenza a Lui, in obbedienza al suo Spirito, che opera anche nella nostra debolezza.

(Atti 17)

Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente non dubitate che la kenosi di Cristo è già vittoria pasquale.

Abbandonate alla provvidenza del Padre, accettiamo la precarietà della vita,

accogliamo gli imprevisti e gli insuccessi come dimensione di croce. (Atti 15)

Proprio nel limite e nella debolezza umana siamo chiamate a vivere la conformazione a Cristo.

Nella società dell’efficienza e del successo, la vostra vita segnata dalla “minorità”e dalla debolezza dei piccoli, dall’empatia con coloro che non hanno voce, diventa un evangelico segno di contraddizione.

Infine, vi invito a rinnovare la fede che vi fa essere pellegrini verso il futuro.

Per sua natura la Vita Consacrata è pellegrinaggio dello spirito, alla ricerca di un Volto che talora si manifesta e talora si vela..

Questo sia l’anelito costante del vostro cuore,

il criterio fondamentale che orienta il vostro cammino, sia nei piccoli passi quotidiani che nelle decisioni più importanti.

Rispondere totalmente alla chiamata di Cristo, lasciarsi affascinare da Lui, seguendolo come e dove vuole, ci rende suoi testimoni.

Seguaci del Redentore, partecipiamo per

grazia alla sua compassione per l’uomo e nel

servizio di carità viviamo gli atteggiamenti

del Samaritano,

che “vede”, “si fa vicino”,

“si china con umiltà e semplicità,

“versa ciò che è e ciò che ha, e “coinvolge”

(Atti 17 )

Nell’ultimo incontro con

i consacrati,

prima che il

“volo bianco”

Nell’ultimo incontro con i Consacrati, prima che il “volo bianco”

lo nasconda negli anfratti del

Costato di Cristo, Benedetto

XVI consegna loro l’oro della

sua eredità: la vostra vita

racconti la filocalia, l’amore per la bellezza di Dio, riflesso della

sua bontà;

la vostra missione abbia il sapore della parresia evangelica

e sia come la prua della nave rompighiaccio che si inoltra, delicata ma decisa, negli ambienti ostili per

annunciare il vero, con franchezza;

siate con le vostre comunità, come mille soli allo zenit, per diramare il nome di Cristo su tutti i meridiani e paralleli.

Bg 20 novembre 2013

Amen!

C r i s t o

C r i s t o

C r i s t o