ASCOLTO E ACCOGLIENZA Le fondamenta dell … · ACCOGLIERE: etimologia Dal latino Particella A +...

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ASCOLTO E ACCOGLIENZA

Le fondamenta dell’incontro con l’Altro

ACCOGLIERE: etimologia

Dal latino

Particella A + CUM + LEGERECOLLIGERE

legare insieme con uno strumento radunare, mettere insieme, restringere in minor spazio, erbe, fiori o

frutti, le messi, i denari, le persone. Successivamente, si fa strada anche il significato simbolico di capire, afferrare il senso.

Particella ALa particella a-di accogliere, implica la vicinanza, il movimento verso di sé, in unarelazione non tanto fisica quanto affettiva.

Significa ricevere qualcuno con dimostrazione di affetto, accettarlo, approvarlo.

Accogliere significa anche accorciare le distanze, mettere a proprio agio e darepari dignità a chi ti sta davanti, significa porsi in atteggiamento empatico.

Significa entrare in una relazione fraterna.

…. in una parola: ascoltarlo!usare quello che fra i cinque sensi, ci

mette in relazione profonda con l’altro ancora più della vista,

che più facilmente ci distrae o ci predispone al pregiudizio.

Si può essere ospitali, ma non veramente accoglienti

e si può essere accoglienti anche se non si dispone di un alloggio “ospitale”.

L’accoglienza non va confusa con l’ospitalità, che è piuttosto la messa adisposizione per benevolenza di vitto e alloggio allo straniero o alpellegrino. È perfino abbastanza facile, provocare reazioni negativeanche se l’ospitalità è stata impeccabile, ma l’accoglienza nel sensosopra descritto è carente.Chi si sente accolto collabora più facilmente, chi si sente solo ospitato, inqualche modo tollerato, cercherà di sfruttare la situazione a suovantaggio.

Ascoltare Il dizionario definisce così la parola ascoltare:

“Trattenersi volontariamente e attentamente a udire, prestare la propria attenzione o

partecipazione a qualcuno o qualcosa in quanto informazione o motivo di riflessione”.

In latino, ascoltare si rende con “sentire con l’orecchio” ed esprime attenzione

ASCOLTARE: etimologia

Dal greco

soffermiamoci sull’etimologia della parola ebraica orecchio“ózen” che è composta da “alef - zàyin - nun”Ogni lettera allude ad un concetto:

alef allude alla divinità zàyin è formato dalla stessa radice della parola zan = nutre nun deriva da néfesh che significa anima

L’orecchio è quindi il veicolo mediante il quale il Signore nutre l’anima.

E’ FACILE ASCOLTARE

L’ALTRO?

LIBERARE LA MENTE DA OGNI

PREGIUDIZIO?

GUARDARECON I SUOI OCCHI

?SENTIRE

CON IL SUO CUORE

EMPATIA: etimologia

Dal greco

IN – DENTRO, PATHOS – SOFFRIRE/SENTIRE

che vuol dire provare le stesse sensazioni/emozioni dell’altro.

Si è in empatia con un’altra persona nel momento in cui ci si cala nei suoi stessi panni e si percepisce allo stesso modo la realtà.

E’ importante entrare in empatia per

comprendere megliola realtà degli altri

e per operare delle scelte che non siano condizionate unicamente dal

proprio punto di vista, spesso limitato.

ECCO COSA SI PROVA

TECNICHE DELL’ASCOLTO

ATTIVO

L’ascolto attivo è un’abilità comunicativa che si basa

sull’empatia e sull’accettazione, sulla creazione di

un rapporto positivo e di un clima non giudicante.

� Predisporsi all’attenzionee all’ascolto attivo

� Chiarire cosa la persona sa già e al momento è in grado di recepire

� Facilitare l’esplicitazione di dubbi lasciando la possibilità di porre domande e ottenere ulteriori chiarimenti

� Valutare le emozioni e le implicazioni di ciò che viene detto

� Rispettare i tempi della persona

� Verificare quanto e cosa la persona ha compreso

� Riassumere oncludendo il colloquio

Personalizzare l’informazione

Ascoltare Osservare

Cosa si ascolta

� Ascolto dei contenuti, di ciò che l’altro dice con le parole(verbale) e di ciò che non dice con il silenzio,ascolto/osservazione delle tonalità, di come lo dice(paraverbale), ascolto/osservazione degli sguardi, dellagestualità (non verbale) di come l’altro si presenta e simuove.

� Ascolto del contesto in cui la persona vive, familiare,sociale, lavorativo, scolastico, dei vissuti, degli schemi diriferimento culturali, dei valori, “della sua narrazione”.

� Ascolto da parte dell’operatore di se stesso, ascolto dellesue emozioni, ascolto del proprio contesto di riferimento,ascolto di quanto si attribuisce all’altro di ciò cheappartiene a se stessi (processo di consapevolezza)

Il rispecchiamento empatico è la tecnica base dell’ascolto attivo

� Riformulazione

� Delucidazione

� abilità nel porre le domande

� uso dei messaggi in prima persona “Io penso che” … ”Secondo me”

La riformulazione

o tecnica comunicativa che consiste nel ridire ciò che l’altro haappena detto utilizzando le stesse parole o in maniera piùconcisa con altri termini, non aggiungendo nulla di proprio alcontenuto, evitando in tal modo l’interpretazione.

o Attraverso la riformulazione l’operatore può ottenere l’accordoda parte della persona e la persona ha la conferma di esserestata ascoltata.

o Si può approfittare del momento in cui la persona è alla fine diun periodo per intervenire e riprendere ciò che è stato appenacomunicato

Mi sta dicendo che…….”, “Lei vuol dire che…….”, “In altre parole……..”, “A suo avviso perciò……..”,

“Così, secondo lei…….”

La riformulazione

� La persona se si riconoscenella riformulazione è sicuradi essere stata ascoltata ecompresa e così è portataa esprimersi ulteriormente ea collaborare.

� E’ anche facilitata arimanere concentrata sulproblema e su come lovive.

La delucidazione

� agevola l’auto-comprensione sottolineando anche le emozioni che accompagnano il contenuto.

� Si coglie dal non verbale oltre che dal verbale.

“Mi sembra di cogliere dal suo sguardo uno stato di preoccupazione”

“Dalle sue parole ho l’impressione di cogliere delle perplessità circa……..!

La capacità di saper porre domande

� Le domande aperte sono da preferire nella fase iniziale del colloquio, lasciano ampia possibilità di risposta, tendono ad ampliare e approfondire la relazione, stimolano l’esposizione di opinioni e pensieri

(come, cosa vorrebbe, potrebbe, può approfondire, cosa ne pensa).

� Le domande chiuse sono circoscritte, costringono ad una sola risposta specifica, spesso forzano una risposta, restringono e rendono più mirata la comunicazione, richiedono solo fatti oggettivi e a volte possono sembrare limitative e ostacolanti

(quando?, dove?, chi?)� Le domande che iniziano con il “perché” possono essere

percepite dalla persona come colpevolizzanti o accusatorie, pertanto andrebbero evitate.

L’uso dei messaggi in prima persona

� facilita la distinzione tra ciò che riguardal’operatore e ciò che riguarda lapersona, permettendo di evitaresituazioni conflittuali favorendo un climanon giudicante e un processodecisionale autonomo.

“Io penso che”…..”Secondo me”

Le sette regole dell’arte di ascoltare

1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusionisono la parte più effimera della ricerca.

2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedereil tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.

3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, deviassumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cosee gli eventi dalla sua prospettiva.

4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali, se saicomprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, masu come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.

5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnalipiù importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienzacome al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti,perché incongruenti con le proprie certezze.

6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero edella comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni peresercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativadei conflitti.

7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare unametodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare,l’umorismo viene da sé.

I GIOVANI DEL CIRCOLATORIO

IL PRATO, LE GOCCE DI RUGIADA

E IL SOLE