“ArtisticaMENTE: segno, colore e forma nella Scuola dell...

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segno, colore e forma nella segno, colore e forma nella Scuola dellScuola dell’’InfanziaInfanzia””

Corso di formazione per Insegnanti della Scuola Corso di formazione per Insegnanti della Scuola delldell’’Infanzia del Comune di FirenzeInfanzia del Comune di Firenze

a cura di Lucia BONCRISTIANIa cura di Lucia BONCRISTIANI

Calendario “ArtisticaMENTE”I° Incontro: “LA FORZA DEL MONOCROMO”

Sviluppo della percezione visiva, la “Visione creatrice” di A. Stern . Riferimenti pittorici: Rauschenberg, Klein e Fontana.

II° Incontro: “L’ARMONIA DELLE CAMPITURE”Teoria del colore di W. Kandinsky : sensazioni, emozioni e movimento del colore. Riferimenti pittorici: Rothko, Frankenthaler, Hofmann e Olitski.

III° Incontro: “FIORI E COLORI NEL GIARDINO DI UN PITTORE”Teoria del colore di J. Itten: accordi cromatici, forma e colore. Riferimenti pittorici : Monet e Matisse

IV° Incontro: “LA NATURA E GLI ELEMENTI: il cielo, la pioggia e la grande onda”Leggere e utilizzare opere d’arte nel lavoro didattico. Riferimenti pittorici: Hokusai e Hiroshige

V° Incontro: MOMENTO FINALE per condividere esperienze, riflessioni ed idee.

“… ho tenuto diversi incontri e conferenze a livello universitario,

in scuole medie, in scuole elementari e adesso, finalmente,

sono arrivato alla scuola materna. È lì che bisogna operare,

altrimenti i bambini sono giàcondizionati a un pensiero

distorto, a un pensiero chiuso; sono soffocati nelle loro

possibilità creative e fantastiche. Quindi, se si vuole cambiare la società, è proprio lì che si deve

operare per sperare in un mondo migliore fra qualche generazione.”

B. Munari, da una intervista rilasciata a Marucci , 1986

I° Incontro«La forza del monocromo»

Sviluppo della percezione visiva, la “Visione creatrice” di A. Stern . Riferimenti pittorici: Rauschenberg, Klein e Fontana.

John Dewey (1859 – 1952)Filosofo, pedagogista, scrittore e professore universitario

Per Dewey l’arte è il mezzo più indicato per utilizzare, in maniera costruttiva, l’energia creativa racchiusa nel bambino.

Maria Montessori (1870-1952)Pedagogista, filosofa, medico, scienziata ed educatrice;

prima donna a laurearsi in medicina in Italia

Per M. Montessori l’esperienza manipolativo-sensoriale, tipica della produzione artistica, assume un ruolo centrale nello sviluppo infantile e la mano diventa una “protesi” della mente.

In quest’ottica l’attività artistica diviene una forma di “ragionamento”.

Bruno Munari (1907 -1998)Artista e precursore nella comunicazione visiva, nel design e nella didattica;

fautore di un approccio interdisciplinare, che unisce creatività, tecnica e psicologia.

Gli obiettivi del suo metodo sono finalizzati a coltivare la spontaneità e la curiosità.

Il laboratorio diventa il luogo preservato al “fare per capire”.

Secondo Munari per fare arte, oltre ad essere creativi, èimportante imparare la tecnica, perché non è possibile comunicare senza conoscenze tecniche.

Loris Malaguzzi (1920- 1994)pedagogista italiano

Malaguzzi introduce nella scuola l’idea di ateliers e laboratori come luoghi di scambio fra la materialità del “fare”e i processi cognitivi della mente.

Valorizza il processo realizzativo, anziché il prodotto finale, per generare una spirale di evoluzione ed arricchimento individuale.

Nelle Indicazioni per il Curricolo si legge “l’arte educa al sentire estetico e al piacere del bello … essa educa alla conoscenza di se stessi, degli altri, della realtà … ” da ciò deriva che l’ esperienza creativa, quale aspetto fondamentale nella Scuola dell’Infanzia, necessita di una riflessione continua.

L’esperienza creativa è strettamente legata allo sviluppo della percezione

Percepire visivamente è pensare visivamente

Alcune riflessioni sullo sviluppo della percezione …

I bambini vedono più di quello che disegnano

Le immagini riprodotte dai bambini non mirano alla replica fedele del modello.

Il cavallo, raffigurato in forma astratta, è reso da un grande ovale e da una linea orizzontale. Una linea di base funge da piedistallo su cui poggia la figura.Il disegno evidenzia lo sforzo di scoprire gli elementi strutturali, di trovare soluzioni adeguate nel "medium" di linee tracciate su unfoglio di carta.

Il “Cavaliere” , disegno di una bambina di 3 anni.

Vygotskij, osservando che i bambini disegnano quello che dell’oggetto gli pare più sostanziale, scrive …

«… il piccolo artista è molto più simbolista che verista… mentre il bambino disegna, pensa all’oggetto che sta raffigurando come se ne stesse facendo una narrazione.»

Il cerchio è la prima figura organizzata ad

emergere dagli scarabocchi

Quando il bambino è ancora nello stadio del cerchio, questo non rappresenta la rotondità, ma la più generica qualità di “cosità”, cioè la compattezza di un oggetto solido, che si distingue dallo sfondo anonimo.

La linea retta è la più semplice, anche se per produrla bisogna attivare un complesso

sistema muscolare.

Le linee rette nei primi disegni infantili hanno la funzione di rappresentare tutte le forme allungate.

Le opere infantili non vanno considerate come qualcosa da superare al più presto in

direzione di una forma più “matura”

I primi disegni possiedono una loro bellezza. Sono la forma delle prime idee e la loro semplicità èadeguata al livello di organizzazione in cui opera

la mente del bambino.

Secondo R. Arnheim, quando la forma visuale è libera di crescere indisturbata passa regolarmente di stadio in stadio, ognuno dei quali

ha una propria giustificazione, una propria bellezza. Questi primi stadi pongono le basi di ogni esito maturo e vanno

percorsi senza fretta

Se l’intervento dell’insegnante è calibrato sul

processo evolutivo dell’alunno …

… l’attività pittorica diventa uno strumento utile alla identificazione e alla comprensione delle cose, quindi alla conoscenza di sé stessi e alla realtà che ci circonda.

Utilizzeremo più “riferimenti pittorici” per individuare proposte che favoriscano la spontaneità

del tratto e l’esplorazione della forma.

Inizieremo con l’arte moderna perché il processo di ricerca e sperimentazione che caratterizza l’arte di questo periodo la rende molto vicina alla sensibilità infantile.

Kandinsky, Church in Murnau, 1910.

Il colore steso con pennelli larghi e la tecnica del Dripping favoriscono la

spontaneità del gesto

l’artista al lavoro nel suo studioJ. Pollock (1912-1956)

E’ interessante l’effetto che si ottiene unendo più tecniche.

W. De Kooing (1904- 1997) E. Vedova (1919– 2006)

L’obiettivo è proporre ai bambini un’esperienza creativa che consenta un rapporto giocoso con la

manipolazione e la stesura del colore

M. Rothko (1903-1970) J.Olitski (1922- 2007)

A seconda del supporto e dei materiali usati la resa coloristica può risultare molto diversa

E. Bay, Profilo di Generale, 1969

R. Rauschenberg mescolava nelle tele pittura, foto di riviste, carta e riproduzioni di capolavori unendo così avanguardia e kitsch.

M. Rotella con la tecnica del décollage incollava sulla tela pezzi di manifesti

strappati per strada.

L. V. Masini, esperta di arte contemporanea, afferma “… i bambini sono straordinari, capiscono tutto se li abitui a guardare, perché questo mondo appartiene loro e loro gli appartengono e l’arte del nostro tempo è la sua rappresentazione… …”

Il monocromo ha trovato una larga applicazione nell'arte di ogni tempo.

Il monocromo è una tecnica pittorica basata sull'uso di un solo colore, con l’aggiunta di bianco e nero, per ottenere effetti di rilievo e chiaroscuro.

F. Léger (1881-1955), La grande parade sur fond jaune.

F. Leger (1881-1955), La Grande Parade sur fond rouge

C. Monet (1840-1926), Nymphéas bleus

Riferimenti Pittorici: R. Rauschenberg

Y. Klein

F. Fontana

All’inizio degli anni Cinquanta molti artisti, in Europa e negli Stati Uniti, sviluppano un’astrazione radicale che sfocerànell’azzeramento della pittura attraverso il monocromo e il

vuoto.

Robert Rauschenberg (1925-2008) fotografo e pittore statunitense, vicino alla pop art e all’espressionismo

astratto.

R. Rauschenberg, monocromi bianchi - White Paintings

R. Rauschenberg, monocromi bianchi White Paintings

Yves Klein ( 1928 – 1962) artista francese, precursore della Body Art, vicino al Nouveau Réalisme.

Y.Klein, Monocromo Blu

Klein alle prese con Antropometrie: alcune modelle, secondo le direttive dell’artista, si "intingevano" nel colore per poi stendersi sulla tela lasciando così un'impronta che Klein definiva "traccia di vita".

Y.Klein, Rilievo Spugna 6

Y.Klein, Le Rose du Bleu

Y. Klein, Momogold sans titre (MG 26)

Lucio Fontana (1899 – 1968)

pittore, ceramista e scultore italiano, fondatore del Movimento Spazialista.

Alla fine degli anni '50 Fontana crea i "Quanta”, termine che deriva dalla fisica quantistica. Ogni esemplare di questo ciclo è costituito da un numero diverso di elementi, con profiligeometrici differenti e disposti liberamente nello spazio. Ciascun componente è caratterizzato da un taglio eseguito sulla tela.

Arno Sternnasce a Kassel nel 1924, dopo un’esperienza come educatore in un istituto per orfani di guerra, nel 1949 apre a Parigi

un suo atelier di pittura per bambini: il Coslieu. Nel 1986 fonda l’Istituto di Ricerca sulla Semiologia

dell’Espressione.

Nel Closlieu i partecipanti, dai 3 ai 99 anni, possono dilettarsi nel gioco del dipingere.

Il Closlieu è un luogo dove tutti possono sperimentare in libertà, non ci sono giudizi estetici o interpretazioni. Il foglio viene fissato sul muro e il gioco comincia con pennelli e colori.

Secondo Stern la pittura può diventare uno strumento per superare pregiudizi ed inibizioni. L’attività pittorica esperita nel Closileau viene definita “Educazione Creatrice”.

Nei suoi Atelier non nascono opere fatte per essere viste da altri, o per diventare supporto di un messaggio, ma semplicemente tracce, da cui emerge solo il piacere di chi le produce.

Le tracce del Closileau non sono arte, ma «formulazione», un gioco che necessita di un luogo libero da influenze o pressioni. Uno spazio dove ci sono altre persone, non rivali, ma compagni di gioco. In ogni Closileau c'è un praticien, non è un insegnante, ma un servitore, che non fa commenti e non giudica, ma rispetta l'individuo e la sua traccia.

Nel Closileau ci sono sempre gli stessi materiali, i medesimi strumenti e fogli bianchi alle pareti pronti ad

accogliere tracce di esistenze.

"Le popolazioni che avevo visitato, non avevano mai tracciato nulla, nemmeno sulla sabbia o su cortecce. Tuttavia, senz'esitare, ognuno fra loro mostrò, fin dal primo istante, uno zelo ed un'abilità nel giocare con lo strumento che avevo portato, come se quel gioco avesse da sempre fatto parte dei loro atti quotidiani. Tracciavano instancabilmente, cominciando il mattino presto e non interrompendo il gioco che per l'ora dei pasti e per andare a dormire. Benché mai sperimentata prima, la formulazione era loro naturale... Tutto il loro corpo era concentrato in quest'atto, un atto non rivolto all'elaborazione d'un oggetto, ma che obbedisce soltanto ad una necessità…” A. Stern

«…Le fotografie … non mostrano queste tracce che hanno riempito migliaia di fogli, piccoli e grandi, in ognuno dei miei soggiorni.Esse vogliono attirare invece l'attenzione sugli atteggiamenti, sui gesti , sull'impegno e la concentrazione di queste persone che non hanno mai disimparato la serietà di un atto, fosse anche il più piccolo.Certo, è uno spettacolo strano: bambini africani nudi, indios vestiti di stracci, nomadi avvolti nei loro turbanti, tutti con i pennelli del Closilieu che le loro mani sanno subito tenere ed intingere alla perfezione.E' uno spettacolo strano vederli giocare con questo strumento che essi adottano senza alcuna reticenza…” Arno Stern