- 1. 4. Aristotele. A cura di Stefano Ulliana
2. Panoramica
3. 4.2. Politica. 4. 4.3. Poetica. 5. 4.4. Aristotele nella
storia del pensiero. 6. 4.1. Etica.
7. Felicit e ragione. Le virt etiche, le virt dianoetiche.
Felicit e sapienza. La dottrina dell'amicizia. 8.
- Felicit e ragione.L'azione naturale od umana sempre rivolta ad
un fine e ad uno scopo. Il fine e lo scopo dell'azione umana
costituisce il termine di riferimento positivo, buono e
desiderabile, per la ragione e l'appetito umani.
9. I fini possono essere per altro o per se stessi: i primi sono
strumentali (come per es. la ricchezza e la buona salute), i
secondi hanno valore di per se stessi. Mentre i primi costituiscono
la condizione per il raggiungimento di piaceri a loro volta
condizionati, i secondi permettono l'acquisizione di una felicit
che vale di per se stessa. Cos i primi devono essere ordinati ai
secondi, mentre questi non possono non essere coordinati secondo un
termine positivo assoluto, che costituisce il bene e la felicit
somma per il genere umano. 10.
- Visto che il fine realizza - ovvero porta la potenza all'atto -
la natura, il termine della felicit e del sommo bene umani porta a
realizzazione la natura dell'uomo, animale sociale e razionale.
Solo nella vita in comune ed associata nellapolisl'uomo realizza
infatti se stesso.
11. Se dunque l'uomo si distingue fra tutti quanti gli altri
esseri naturali per il predominio dell'attivit intellettuale
rispetto alla pura e semplice vegetazione ed alla sensibilit allora
l'essere umano stesso porter a buon fine e realizzer la propria
specifica natura. quanto attuer le proprie potenze intellettuali.
Allora e solo allora, sar specificamente e singolarmente felice.
Allora, e solo allora, l'uomo attuer la propria virt o perfezione.
A ci sar poi congiunto il piacere relativo. 12.
- La virt l'effetto della libera scelta dell'uomo. Pu essere pi o
meno facilmente acquisita grazie ai beni secondari e strumentali i
beni esteriori della bellezza, della potenza politica o della
ricchezza ma non vincolata da essi. Se i fini sono precostituiti,
perch oggettivamente predeterminati, i mezzi necessari ad ottenerli
ed acquisirli sono frutto della libera scelta dell'uomo, che rende
in tal modo virtuoso il proprio comportamento e la propria vita.
Sta, dunque, nella libera facolt dell'uomo di dare a se stesso una
regola per l'azione nell'essere principio a se stesso la potenza
fondamentale, che capace di portare l'azione e la vita dell'uomo al
raggiungimento e all'acquisizione della virt.
13.
- Se, dunque, la capacit fondamentale che guida l'uomo la
ragione, lo svolgimento, l'applicazione e la vita dell'intelletto,
allora la ragione stessa nel suo esercizio determiner
l'accostamento dell'uomo ai fini oggettivamente prestabiliti,
causando l'apparire dellevirt dianoetiche , ovverosia delle virt
appunto legate all'esercizio delle capacit penetrative e discorsive
dell'intelletto stesso ( di noia ). Queste virt costituiranno il
campo d'azione e di possibilit per levirt etiche , che invece
lavoreranno sugli istinti e sugli appetiti dell'uomo, sulla sua
parte emotiva e sensibile, per portarlo verso la moralit e
l'eticit. Se le prime determinano le seconde, queste ultime
condizionano l'accesso e l'acquisizione delle prime.
14.
- Le virt etiche.Ogni virt etica la disposizione a scegliere per
educazione ed abitudine - il giusto mezzo rispetto al difetto ed
all'eccesso capace di realizzare e portare a compimento la natura
attiva e razionale dell'uomo, nella propria vita individuale e
collettiva.
15. Nella pagina seguente viene disposto uno schema generale e
specifico delle virt etiche e delle loro conseguenze pratiche:
edificazione nella giustizia del diritto e modificazioni dello
stesso basate sull'equit. 16. 17.
- Le virt dianoetiche.Esse riguardano la superiore vita della
ragione e dell'intelletto.
18. Anche per le virt dianoetiche viene presentato nella pagina
seguente uno schema generale e specifico, capace di individuare,
determinare e porre in relazione dialettica le singole virt, dall'
arteallasaggezza , alla triade costituita daintelligenza
,scienzaesapienza . 19. La vita dell'intelletto culmina
nell'oggetto divino, sommo bene e somma felicit per la vita
teoretica dell'intelletto. Il sapiente libero ed autonomo: felice,
sereno ed in pace, vive la vita dell'intelletto, ascendendo ad una
vita pi che umana, divina. 20. 21.
- L'amicizia.L'amicizia ( phil a ) per Aristotele una forma di
potenza od atto, che si esplica nella relazione con gli altri.virt
o vicina alla virt. Come una forza di attrazione, essa pu essere
motivata dal piacere che si prova nei confronti di un altro
soprattutto fra i giovani dall'utilit soprattutto fra gli anziani o
dal bene reciproco nel caso specifico quella che si esercita fra
gli uomini virtuosi. Se le prime due forme di amicizia sono
strumentali essendo motivate dal vantaggio reciproco ottenuto - e
non per se stesse, l'ultima accosta degli uomini che intendono e
vogliono il bene dell'altro, reciprocamente. Mentre le prime due
forme di amicizia sono variabili e momentanee, l'ultima stabile e
continua, perch fondata sul bene comune. Rara, l'amicizia per virt
si stabilisce grazie ad un'intimit di rapporti continua e praticata
nel tempo, dove la tensione verso il piacere per l'altro si
intreccia con la sostanziale uguaglianza di rapporti e di
condizioni. In questo modo l'amicizia riesce a realizzare una vita
comune e beata ( koinon a ).
22. 4.2. Politica.
- Per Aristotele l'uomo animale politico per eccellenza: la vita
nella comunit dellap lisassicura infatti, per prima, la
soddisfazione dei bisogni materiali dei singoli individui e dei
gruppi sociali. Quindi con l'educazione e le leggi garantisce il
raggiungimento della virt. Il bisogno e la necessit etica e
politica di relazioni reciprocamente improntate al bene dei
soggetti e della collettivit svolge e realizza dunque il fine e lo
scopo di una vita individuale e collettiva felice, libera e
prospera. Al di sotto di questa comunit di soggetti liberi sta la
citt degli schiavi e delle donne, dei giovani e degli
stranieri.
23.
- Aristotele pertanto cerca di elaborare una legge fondamentale o
Costituzione, che possa essere condivisa nei suoi aspetti
principali dalla comunit dei cittadini liberi di qualunque citt
greca. Per fare questo lo Stagirita analizza e critica le
caratteristiche negative e positive delle costituzioni attualmente
vigenti nelle diverse citt greche, prendendo in considerazione e
distinguendo fra le forme positive di governo il governo monarchico
(governo e potere di uno solo), quello aristocratico (governo e
potere dei migliori) e quello politico (governo e potere della
moltitudine) nelle diverse collettivit presenti nel territorio
greco. A queste forme positive Aristotele affianca le corrispettive
degenerazioni patologiche, negative: la tirannide, l'oligarchia e
la demagogia.
24.
- Queste forme degenerative si realizzano quando al benessere
individuale e collettivo si sostituisce rispettivamente l'interesse
di un singolo uomo, di una parte della cittadinanza (quella pi
ricca), o di una sua maggioranza (la parte pi povera).
25. La soluzione migliore indicata da Aristotele quella
rappresentata dal governo politico ( polit a ): una sorta di
costituzione mista fra il potere democratico e quello
aristocratico, dove la base sociale di riferimento costituita dalla
classe dei medi possidenti, direttamente interessati e partecipi
alla difesa armata della citt. 26.
- La variabilit delle costituzioni reali e storiche dovrebbe
comunque dipendere in ultima analisi dall'instaurazione della
finalit generale del buon governo: del governo che assicura il
perseguimento ed il raggiungimento del benessere materiale e
spirituale dei propri cittadini. Uno Stato inoltre potr essere ben
governato solo se il numero dei suoi cittadini non n in eccesso, n
in difetto, rispetto ai propri bisogni ed alle proprie necessit. La
condizione morfologica del territorio poi influenzer la possibilit
di una vita comunitaria sufficiente al benessere collettivo. Infine
il carattere e i comportamenti dei cittadini la loro moralit
pubblica non potr non incidere sulla qualit della vita sociale
all'interno dello Stato stesso, con effetti positivi sulle
relazioni con gli altri Stati. La forza, il coraggio e
l'intelligenza dei Greci assicurer loro il controllo ed il dominio
sugli altri
27.
- popoli e Stati circostanti. La struttura sociale ed
amministrativa interna allo Stato dovr poi assicurare una buona
divisione sociale ed economica della popolazione: qui le parti
sociali dei lavoratori, dei guerrieri e dei governanti dovranno
reciprocamente riconoscersi nelle proprie funzioni e mutuamente
rispettarsi, garantendo quell'ordine sociale e politico, che
consentir una vita prospera, libera, sicura e felice all'intera
collettivit dei cittadini. Garantendo la propriet privata e
l'intangibilit del nucleo familiare, la guida politica proposta da
Aristotele meglio si incarna grazie alla pluralit che assicura,
eliminando ogni forma di riduzione totalitaria. Il consiglio comune
che sar capace di realizzare tale guida sar rappresentato e
costituito da tutti quegli uomini saggi e d'esperienza, che la
parte migliore della societ sapr esprimere: gli elementi pi
anziani, intellettualmente e moralmente pi preparati ed
adeguati.
28. 4.3. Poetica.
- All'interno del proprio progetto educativo, Aristotele procede
ad una rivalutazione dell'arte, contro la svalutazione che Platone
aveva invece fatto nella sua teoria delle idee, basata sull'idea di
giustizia ( Repubblica ). Per Aristotele la produzione artistica si
realizza per imitazione della natura e degli uomini, utilizzando
mezzi e modi diversi: colori e figure nella pittura, suoni nella
musica, la voce nella poesia (epopea, tragedia; commedia). L'opera
d'arte viene goduta con distacco, quando utilizza il modo
narrativo, mentre viene invece partecipata emotivamente e
direttamente, quando utilizza un modo drammatico di
rappresentazione e raffigurazione.
29.
- In particolar modo la tragedia, con la sua unit d'azione, con
la sua continuit nel tempo e nello spazio, la propria
verosimiglianza di accadimenti e con la propria necessit di
conseguenze, pu rappresentare un esempio di somiglianza
all'universalit di ci che scientifico, reale e necessario. Ci che
possibile per tutti o per la maggior parte delle persone per lo pi
-diviene l'oggetto ed il tema della tragedia.
30. Possibile e temuto, oppure sperato, l'oggetto rappresentato
dalla tragedia permette il fluire delle passioni umane, liberando
per una certa durata temporale l'animo dell'uomo dalla loro carica
violenta ed eventualmente distruttrice.In questo modo la tragedia
assume una finalit liberatrice, catartica (catarsi). 31. 4.4.
Aristotele nella storia.
- Ripreso dagli Stoici e poi da un neoplatonico come Plotino, che
cercava di ricomporre le strutture di pensiero dello Stagirita con
le aperture ideali di Platone, la riflessione di Aristotele
percorre tutta la storia della filosofia, sino ai nostri giorni.
Dopo un periodo quello alto-medievale nel quale Platone dominava il
pensiero dei Padri della Chiesa, grazie alla ripresa ed alla
mediazione del pensiero arabo i trattati aristotelici ripresero
dopo il 1200 a diffondersi nelle scuole dell'Occidente cristiano,
incontrando prima la contrapposizione della Chiesa e poi grazie al
lavoro contro l'interpretazione averroista del suo pensiero
effettuata da Tommaso d'Aquino il suo favore e la propria
giustificazione.
32.
- Una giustificazione che ha trasformato la filosofia
aristotelico-tomista nell'architrave del pensiero teologico,
politico e naturale della Scolastica medievale, prima delle forme
critiche di derivazione platonica, che si sono poi sviluppate
durante l'Umanesimo ed il Rinascimento. Ripresa dal naturalismo
rinascimentale italiano, l'influenza aristotelica ha attraversato
la modernit, sia sul versante cattolico, che su quello protestante.
La scienza moderna, con Bruno e Galilei, ha nello stesso tempo
criticato l'impostazione aristotelizzante della ricerca delle
essenze e si avvicinata a modalit di ricerca ricche di
schematizzazioni quantitative e sperimentali. La caduta del mondo
unico aristotelico e l'adozione del copernicanesimo hanno poi dato
il colpo di grazia alla fisica ed alla cosmologia aristoteliche,
permettendo per ancora che i suoi testi metafisici, etici e
politici influenzassero l'ambiente filosofico della modernit
stessa.
33.
- In questo senso i testi aristotelici hanno influenzato
l'elaborazione della speculazione idealistica tedesca, tra la fine
del XVIII secolo e l'inizio del XIX (si pensi, per es. ad Hegel).
Alla fine dello stesso secolo ed all'inizio del successivo la
speculazione aristotelica ritornata con forza in ambiente
cattolico, con la polemica contro la modernit ed i suoi eccessi, i
suoi furori e le sue conseguenze rivoluzionarie. Il pensiero
etico-politico di Aristotele stato poi ripreso e riattualizzato,
intorno alla met del secolo XX, dalle correnti di pensiero moderate
e conservatrici borghesi, soprattutto di origine anglosassone e
statunitense, attente alla critica delle concezioni politiche
totalizzanti (attribuite all'influenza della riflessione
platonica).