Post on 09-Feb-2020
Approccio al paziente con accesso vascolare difficile
« La Grande Bellezza in medicina Interna»
Infermiere Luca Dilorenzo
23/03/2018
Il sottoscritto DILORENZO LUCAai sensi dell’art. 3.3 sul Conflitto di Interessi,
pag. 17 del Reg. Applicativo dell’Accordo
Stato-Regione del 5 novembre 2009,
dichiara
che negli ultimi due anni NON ha avuto
rapporti diretti di finanziamento con soggetti
portatori di interessi commerciali in campo
sanitario
« Per carità, tanto bravo quell’infermiere, ma per prendermi una vena ha fatto tre buchi»
Cit.: «Un paziente qualsiasi»
L'inserimento di un accesso venoso, è una procedura invasiva che può
potenzialmente portare a gravi complicanze (immediate o tardive),
meccaniche, trombotiche, e soprattutto infettive, tra le quali flebiti locali e
infezioni batteriemiche
Cit. Dottoressa L. Tesei
Congresso Animo 2017
All’arrivo del paziente in reparto e durante l’accertamento infermieristico:
Controllare il VAD (dispositivo di accesso vascolare) posizionato in PS o da altro Reparto
Comprendere affondo la patologia d’ingresso del paziente
Conosciamo la permanenza media di tale patologia all’interno del reparto? O la degenza media del reparto?
Ha necessità di altri accessi venosi?
Il paziente ha bisogno o no di un accesso venoso
centrale?
Quali tipi di accessivenosi periferici
abbiamo a disposizione?
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Ogni VAD è definito da quattro caratteristiche:
1. Posizione della punta
2. Tecnica di inserzione
3. Vena incannulata
4. Sito di emergenza
Sulla base di queste caratteristiche, è possibile prevedere la futura ‘performance’ del VAD e il rischio di complicanze
Le complicanze alla inserzione dipendono da 2 e 3
Le complicanze infettive, le tromboflebiti e le dislocazioni dipendono principalmente da 4
Le trombosi venose centrale dipendono da 1, 2 e 3
Cannula periferica corta (< 6 cm)
Il dispositivo per accesso venoso in assoluto più diffuso
20 milioni/anno in Italia
300 milioni/anno in USA
Ma anche quello con la più alta incidenza di complicanze e insuccessi
Su 315 agocannule, 211 rimozioni (59%)per complicanze (Vallecoccia2015)
Una nuova generazione di accessi venosi periferici: le cannule periferiche lunghe (5 ai 15 cm)
Poliuretano, polietilene
5-15 cm
Posizionamento Seldinger ‘cannula over guidewire’
Puntura anche di vene profonde (mediante ecoguida)
Possibilità di power injectability
Possono rimanere in sede fino a 30 giorni
Ne esistono molti tipi: The Wand, Flexicath, Power-Glide, etc.:
La nostra esperienzaCi siamo trovati ad operare con VAD LeaderCath.
Tutti gli impianti sono avvenuti sotto guida ecografica.
TAV: presenza di un team di accesi venosi formato da 8-9 infermieri.
Perché l’ecografo:- Vedere ciò che non si vede;- Vedere meglio ciò che si fa; - Non esiste più ‘il paziente senza vene’: diminuizione dei cvc evitabili;
- Diminuzione del numero di punture;- Aumento della soddisfazione dei pazienti;
« Nel paese dei ciechi, l'uomo con un occhio solo è re»
Cit.: Erasmo da Rotterdam
Cenni di ecografia, da dove iniziare?
La prima mossa è quella della sonda : la risposta giusta è la sonda lineare ( 7,5-13 MHz) alta risoluzione e bassa penetrazione.
La seconda è la scelta del braccio: se possibile quello dominante, che non presenti ematomi o edemi.
La terza è la scelta della vena: basilica, brachiale o cefalica. Tra tutte la Vena Basilica è quella su cui puntare.
Quali vene?
Vena basilica
Rettilinea con minima presenza di valvole;
Abbastanza superficiale;
Generalmente calibro adeguato (4-10 mm);
Ben identificabile ecograficamente;
Lontana da stutture nobili;
Confluenza obliqua in ascellare;
Quali vene?
Vena cefalicaSuperficiale ma piccola;
Decorso tortuoso e presenza di valvole;
Impianto in ascellare a 90°;
Utile in persone obese o con arti edematosi;
Quali vene?
Vena brachiale Adiacente all’arteria brachiale
Adiacente al nervo brachiale;
Calibro spesso inferiore alla basilica;
Segno di Mickey Mouse
Basilica e
vasi brachiali
Vasi
ascellari
Vasi ascellari
Basilica e vasi brachiali
Basilica e vasi brachiali
Cefalica
VASI Braccio sinistro
VENE DELL’ARTO
SUPERIORE: LE TECNICHE
VENE DELL’ARTO
SUPERIORE: LE TECNICHE
VENE DELL’ARTO
SUPERIORE: LE TECNICHE
: Tecnica
«OUT OF PLANE»
«IN PLANE»
VENE DELL’ARTO
SUPERIORE: LE TECNICHE
Approccio Trasversale «OUT OF PLANE»
• Porre il vaso visualizzato al centro del monitor (al centro della sonda);
• Pungere la cute in corrispondenza del centro della sonda;
• Procedere dirigendo l’ago attraverso i tessuti in direzione perpendicolare al piano degli US con angolazione adeguata alla profondità del vaso (di norma 45°);
VANTAGGI
E’ piu facile mantenere l’immagine dell’ago e del vaso
SVANTAGGI
Difficile stabilire se ciò che si vede sia la punta o
piuttosto un’altra sezione dell’ago
Ma stiamo facendo bene?Lo studio è stato condotto nel mese di Marzo 2017 presso
la SOD di Medicina D’Urgenza dell’Azienda OU Ospedali Riuniti, Ancona.
Popolazione: pazienti con accesso venoso difficile
Criteri di Esclusione: • Terapia farmacologica
non compatibile con accesso periferico
Criteri di Inclusione:• Vene superficiali non visibili
e/o non palpabili• Ripetuti tentativi falliti di
incannulamento venoso con ago cannula Tesi di Laurea infermiere Manuel
Raponi anno 2015-2016
Analisi dei dati
CATETERI DURATA MOTIVO RIMOZIONE
1 1 giorno Paziente deceduto
2 2 giorni Paziente trasferito
3 2 giorni Sfilamento accidentale
4 3 giorni Paziente dimesso
5 3 giorni Paziente trasferito
6 3 giorni Paziente dimesso
7 3 giorni Paziente trasferito
8 4 giorni Infiltrazione
9 4 giorni Paziente dimesso
10 4 giorni Paziente trasferito
11 4 giorni Paziente dimesso
12 5 giorni Paziente dimesso
13 5 giorni Paziente dimesso
14 6 giorni Paziente trasferito
15 7 giorni Infiltrazione
16 7 giorni Paziente trasferito
17 7 giorni Paziente dimesso
18 8 giorni Sfilamento accidentale
19 9 giorni Paziente trasferito
20 10 giorni Paziente dimesso
21 11 giorni Paziente dimesso
22 11 giorni Sfilamento accidentale
23 11 giorni Paziente trasferito
24 12 giorni Paziente trasferito
25 13 giorni Paziente dimesso
26 13 giorni Paziente trasferito
27 15 giorni Flebite
28 16 giorni Paziente trasferito
29 23 giorni Paziente deceduto
• 25 pazienti• 29 Mini-Midline
Durata media 7,66 giorni
Analisi dei dati
% Motivi rimozione
Dimissione 34,48% Trasferimento 37,93%
Infiltrazione 6,9% Sfilamento 10,34%
Flebite 3,45% Decesso 6,9%
Discussione
• Egan G. et al, 2013• Lori A. Stolz et al, 2015
Inserimento ecoguidato maggior % successo
Azienda OU Ospedali Riuniti di Ancona Successo della manovra 96,67 %
Elia F. et al, 2011
• Basilica 97%• Durata media 7,66 giorni
• Basilica 79%• Durata media 6,19 giorni
Scoppettuolo et al, 2013
• Durata 7-8 giorni 73%• Complicanze 0%• Costo-efficacia Mini-Midline ottimo
• Durata > 7-8 giorni 41,4%• Complicanze 20,69%• Costo efficacia Mini-Midline ottimo
Cosa portare a casa
Non esistono più paziente senza vene
L’ecografo è uno strumento alla portata dell’infermiere
Ogni reparto dovrebbe dotarsi di un mini TAV
La questione tempo è fondamentale
Grazie per
l’attenzione