Addio ad Alberto Rizzotti: ha fondato L’Informatore Agrario e Vita in Campagna

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Ci ha lasciato il fondatore di Edizioni L’Informatore Agrario, un esempio autentico e mirabile di passione e di impegno per un’agricoltura sempre più innovativa e al passo con i tempi.

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 ■ Dopo una vita vissuta intensa-mente fi no quasi alla fi ne, la se-

ra del 22 agosto mio padre Alberto Riz-zotti ha raggiunto la sua amata Dina e la cara fi glia Rossana, andandosene sere-namente a 102 anni, sopraffatto da una grande vecchiaia.

Ci ha lasciato il fondatore di Edizioni L’Informatore Agrario, un esempio au-tentico e mirabile di passione e di impe-gno per un’agricoltura sempre più inno-vativa e al passo con i tempi.

Nato nel 1912 a San Pietro in Cariano (Verona), si diplomò all’Istituto di Eno-logia di Conegliano Veneto (Treviso), conseguendo poi la laurea in Scienze agrarie all’Università di Bologna e suc-cessivamente la qualifi ca di agronomo.

NASCE L’INFORMATORE AGRARIO

Nel 1945, a pochi mesi dalla fi ne del-la guerra, a 33 anni aprì uno studio pro-fessionale di consulenza in agricoltura e, per migliorare l’assistenza ai suoi clien-ti, pensò di pubblicare un foglio di no-tizie mensile che chiamò L’Informatore Agrario. Le notizie erano di ordine tec-nico-pratico ed erano scritte da tecnici della provincia di Verona ai quali stava a cuore risollevare l’agricoltura del pro-prio territorio dopo i disastri della guerra.

È iniziata così l’avventura di una vi-ta, e quello che doveva essere un sempli-ce completamento alle entrate dell’attività dello studio professionale divenne in-vece la passione e lo sco-po di un’intera esistenza.

L’impresa fu tutt’al-tro che semplice. Il mondo dell’informazione agrico-la non era sguarnito. Al ter-mine della guerra erano na-ti giornali a livello provincia-le a opera delle più importan-ti organizzazioni sindacali ed erano anche presenti a livello

nazionale due settimanali editi da colos-si dell’agricoltura italiana: il Giornale di Agricoltura pubblicato dalla Federazio-ne italiana dei Consorzi agrari e Mondo Agricolo edito dalla Confederazione ita-liana degli agricoltori, giornali di gran-dissime forze e risorse. A questi si stava-no aggiungendo anche molti altri perio-dici più o meno validi.

Da non dimenticare infi ne le pubbli-cazioni dei professori universitari e del mondo della ricerca, dirette però soprat-tutto al mondo accademico, che non par-lavano un linguaggio semplice e quindi

non erano adatte ai tanti agricol-tori desiderosi di notizie utili a migliorare il loro lavoro.

In questo scenario mio padre seppe cogliere le necessità non ancora soddisfatte del settore agricolo e le assecondò tanto che il notiziario mensi-le già nel novem-bre del 1946 di-venne quindici-nale e poi setti-

manale nel 1952, per garantire maggio-re tempestività e coprire un ventaglio più ampio di informazioni.

L’intuizione vincente fu a quei tem-pi quella di dare importanza e rilevanza all’aspetto pratico-divulgativo delle no-tizie e delle informazioni tecniche.

Naturalmente non fu tutto facile, né veloce. Ci vollero anni e anni di lavoro determinato, caparbio e intelligente per guadagnare ad uno ad uno sempre più abbonati e conquistare la stima e la fi du-cia del mondo imprenditoriale e accade-mico, posizionando L’Informatore Agra-rio al primo posto per diffusione nell’e-ditoria agricola indipendente nazionale.

L’agricoltura italiana nel frattempo cambiava. Già dagli anni ’60 era ini-ziato il grande esodo, i giovani andava-no a lavorare nell’industria e il mondo rurale stava via via passando dai milio-ni di aziende agricole del 1945 alle so-le 200.000 sopra i venti ettari censite nell’ultima indagine Istat del 2010.

VITA IN CAMPAGNA, UN’ALTRA IDEA VINCENTE

Consapevole di questa rivoluzione in atto ecco una sua seconda importante in-tuizione: focalizzare l’attenzione su un altro settore trascurato, quello dei picco-lissimi proprietari che lavorano la terra part-time e di coloro che vogliono ritor-nare alla campagna, riallacciandosi alle proprie origini e riscoprendole; persone che nulla sanno di agricoltura perché ta-li conoscenze ormai appartengono a una generazione passata; persone che hanno ancora sete di sapere come i loro prede-

cessori del 1945.Nel 1983 fonda quin-

di Vita in Campagna, che spiega e insegna l’agri-coltura con metodo, pa-zienza e accuratezza, av-valendosi anche in questo caso dei migliori specialisti italiani. Giornalisti e redat-

Addio ad Alberto Rizzotti: ha fondatoL’Informatore Agrario e Vita in Campagna

Una vita dedicata alla divulgazione in agricoltura

La prima copia de L’Informatore Agrario del 1° ottobre 1945 (qui sopra a sinistra)

e quella di Vita in Campagna del gennaio 1983 (a destra)6 VITA IN CAMPAGNA 10/2014

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Alberto Rizzotti all’età di 95 anni in occasione della celebrazione dei 25 anni di Vita in Campagna

© 2014 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l.

tori con attenzione quasi maniacale fan-no opera di divulgazione, semplifi cazio-ne e completamento.

Mio padre ha seguito fino alla fine quasi tutti gli articoli di Vita in Campa-gna, non lesinando suggerimenti e criti-che. Ha partecipato da vicino anche al-le vicende dell’ultima testata nata in se-no alla Casa editrice nel 2004, il mensi-le di meccanica agraria MAD-Macchine Agricole Domani.

Adesso, di fronte a un’altra rivoluzio-ne, l’era digitale, non ha potuto interve-nire perché troppo lontana dai suoi ini-zi, in cui negli uffi ci c’era a stento il te-lefono, si stampavano i giornali con le macchine al piombo, si portavano le co-pie da spedire in stazione con il carro trainato dal cavallo. Non era più in gra-do di seguire una rivoluzione così com-plessa, anche se il suo spirito indomito lo manteneva curioso e avrebbe preteso un coinvolgimento anche in questa fase.

Nella sua lunga vita non si dedicò solo all’attività editoriale perché affi ancò gli scritti sulla carta stampata ad un’azienda agricola pilota chiamata «Azienda agri-cola dimostrativa de L’Informatore Agra-rio» dove, oltre a una superfi cie dedicata a vigneto, realizzò su 40 ettari un alleva-mento di manze turnato con il sistema di recinzione elettrica, che a quei tempi era assolutamente innovativo (siamo negli anni ’60). Questo gli valse diversi premi a livello nazionale per le opere eseguite di riordino fondiario (sistemazioni idrauli-

che, riordinamento produttivo, ecc.).Per i suoi meriti nel 1966 fu nomina-

to membro effettivo dell’Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona.

Se ne è andato a 102 anni, dopo una vita intensa ma allo stesso tempo mol-to riservata.

Alberto Rizzotti sicuramente ha con-tribuito in modo decisivo al progresso e allo sviluppo dell’agricoltura italiana, lasciando a noi un’eredità che personal-mente, assieme ai miei due fi gli Umber-to e Alberto e ai validissimi collaborato-ri interni ed esterni, ci siamo impegnati a portare avanti e a sviluppare non traden-do le aspettative sue e dei tanti appassio-nati operatori del mondo agricolo che ci stanno seguendo in Italia e non solo.

L’AMORE PER «LE SUE CREATURE»

La sua esistenza è stata una simbio-si con quelle che chiamava «le sue due creature», L’Informatore Agrario prima e Vita in Campagna poi, e per questo la storia della sua vita coincide quasi total-mente con le due testate.

Lo ricorderemo tutti come un grande divulgatore, precursore dei tempi, come i veri imprenditori sanno fare. Intesteremo a suo nome la biblioteca interna alla se-de dell’azienda Edizioni L’Informatore Agrario, che raccoglie più di 13.000 vo-lumi specialistici di agricoltura di cui lui cominciò la raccolta nel lontano 1945.

A te caro Papà, a te caro Nonno, a te caro Fondatore di questa azienda, a te impareggiabile Maestro, il nostro più riconoscente applauso.

Elena Rizzotti, i nipoti Umberto e Alberto Caroleo, dirigenti e personale dell’Azienda tutta

Carodott. Alberto,

l’ultima volta che ci siamo visti era aprile. Prima di congedarmi da te, ci siamo abbracciati. Un saluto affettuo-so, che è rimasto impresso dentro di me come il segno di un’unione di in-tenti – Vita in Campagna era ed è la nostra vita – ma soprattutto di profon-da amicizia e stima cresciute in 34 an-ni di lavoro assieme.

Mi hai insegnato il mestiere di gior-nalista e il grande rispetto per i lettori.

Mi hai dato tante opportunità per crescere come uomo e professional-mente: anche quella di prendere il tuo posto alla direzione, che ricordo come un macigno sulle spalle perché la tua fi gura era, e sarà, irraggiungibile per me. Tu però mi hai sempre sostenuto, incoraggiato e aiutato. Non mi hai mai lasciato solo.

Hai insegnato a me e a tutta la Re-dazione l’arte della divulgazione che, come dicevi, «rende possibile anche ai profani l’apprendimento di conoscenze che rimarrebbero altrimenti ad essi sconosciute. E come la musica e la pit-tura interpretano e trasferiscono pro-fonde emozioni e sensazioni che eleva-no lo spirito verso il cielo a coloro che la sentono (la musica) e la vedono (la pit-tura), così noi sul terreno sappiamo in-terpretare e trasferire scienza e tecnica a favore di coloro che ci leggono».

Ricordo anche quando nel 1998 scrivesti agli abbonati queste parole: «In una società orientata al consumi-smo e martellata dall’esasperazione dei fatti e delle notizie, Vita in Campa-gna cerca di percorrere una strada in-termedia perseguendo le grandi inno-vazioni... ma interpretandole e appli-candole nel nostro campo in modo più contenuto e sereno, nello spirito dell’a-gricoltura, dell’arte di lavorare la terra».

Questo era il tuo stile e sarà anche il nostro stile!

Riposa in pace dott. Alberto, e se è vero che una persona non muore fi n-ché rimane nel pensiero di qualcuno, allora tu sei ancora presente in Reda-zione e lavori ancora con noi.

Giorgio Vincenzi

VITA IN CAMPAGNA 10/2014 7

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Alberto Rizzotti, a 101 anni, e il nipote Umberto Caroleo osservano la copia online de L’Informatore Agrario

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