31/12/2013anastasio carmelo 1 Sintesi delle diapositive. Dal messaggio del Presidente Napolitano...

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11/04/23anastasio carmelo 1

Sintesi delle diapositive.

•Dal messaggio del Presidente Napolitano alla legge istitutiva del “Giorno del Ricordo” (1 - 7)•Cartine geografiche – Luoghi di riferimento – (Venezia Giulia e Dalmazia) (8 - 14)•Foibe – significato – con cartine – (15-25)•Cause remote con cartine – (26-53)•Raoul Pupo (docente di storia contemporanea – •Trieste -) (Considerazioni) (54-56)•“Treno della Vergogna” o “treno dei fascisti” (57-67)•“Ricordo” – Un ammonimento conclusivo con cartine – (68-87)

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Cause Remote•Massacro delle foibe dal 1815 al 1947.

•Prima del 1815 Etnie diverse – di lingua romanza e slava – convivevano.

•Epoca napoleonica : si affermano le “Moderne Nazionalità” ( Italiana, Slovena, Serba e Croata ). Le etnie lottano per riunire le proprie terre alle rispettive “Madrepatrie” –

Scoppiano i conflitti nazionali.

Gli Italiani sono considerati degli Invasori.

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•Prima Guerra Mondiale – secondo il Trattato di Londra all’Italia alla fine della guerra sarebbe toccata: l’Istria, Trieste, Dalmazia settentrionale, alcune Isole dell’Adriatico.

Alla fine, invece, ebbe solo l’Istria e Trieste.

•FASCISMO = Assimilazione = Italianizzazione. Incrementò i sentimenti di inimicizia nei confronti dell’Italia.

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•Aprile 1941 – L’Italia invade la Jugoslavia.

•Settembre 1943 – L’armistizio di Badoglio manda allo sbando il nostro esercito – Trieste viene occupata dai Tedeschi. Si formano i Movimenti di Liberazione popolare dei Partigiani, che già il Maresciallo Tito (pseudonimo di Josip BROZ) aveva incominciato a costituire nel ’41 in seguito all’invasione dei fascisti.

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Si costituiscono i TRIBUNALI POPOLARI

che emisero centinaia di condanne a morte.

LE VITTIME FURONO GETTATE NELLE FOIBE

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Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell'Istria, controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte

ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull'altipiano del Carso,

le "foibe". .

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A sessant'anni di distanza con queste pagine vogliamo far conoscere questa tragedia italiana a chi non ne ha mai

sentito parlare, a chi sui libri di scuola non ha trovato il capitolo "foibe", a chi non ha mai avuto

risposte alla domanda "cosa sono le foibe?".

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Vogliamo ricordare, a chi già conosce la storia

delle foibe, ai figli e ai nipoti di chi dalle terre d'Istria e di Dalmazia è dovuto fuggire, cacciato dalla furia slavo-

comunista.

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Roma, 10 febbraio 2007)

IL Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

in occasione della celebrazione del

"Giorno del ricordo“: « ... va ricordato l'imperdonabile orrore contro

l'umanità costituito dalle foibe (...) e va ricordata (...) la "congiura del silenzio",

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"la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell'oblio".

Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell'aver negato, o teso a ignorare, la verità per

pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell'averla rimossa per calcoli

diplomatici e convenienze internazionali. »

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GIORNO DEL RICORDO(legge 30 marzo 2004 n. 92)

Nel provvedimento d'istituzione, vengono assegnate, in sèguito a domanda, un titolo

onorifico senza assegni, costituito da un'apposita insegna metallica con relativo diploma, al coniuge superstite, ai figli, ai

nipoti e, in loro mancanza, ai congiunti sino il sesto grado degli infoibati,

dall'8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 in Istria, Dalmazia e nelle province

dell'attuale confine orientale.

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Mappa delle principali foibe

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Sacrario della Foiba di Basovizza

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Il monumento collocato all'ingresso della "foiba" di Basovizza

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La frazione di Basovizza appartiene al comune di Trieste, in provincia di Trieste, nella regione

Friuli-Venezia Giulia.

Basovizza dista 6,51 chilometri dal medesimo comune di Trieste,

cui essa appartiene.

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F O I B ECon il termine "foibe" si intendono le uccisioni di migliaia di cittadini italianicompiute per motivi etnico-politici alla

fine (e durante) la seconda guerra mondiale[1]

in Venezia Giulia e Dalmazia, dall'

Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia

.[2

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Nelle foibe sono stati gettati molti dei cadaveri

delle persone eliminate dai partigiani jugoslavi.

Le vittime civili e militari sono state fucilate e gettate in foiba. In alcuni casi, come è stato possibile

documentare, furono precipitate nell'abisso non

colpite o solo ferite.

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La Venezia Giulia, anche detta Carsia Giulia, è una regione geografica

compresa tra le Alpi Giulie e il Mare Adriatico, dal Golfo di Trieste, alla Punta

Promontore (estremità meridionale dell'Istria), al Golfo di Fiume e alle Isole

del Quarnaro. I suoi confini non sono storicamente ben definiti. I suoi abitanti sono detti giuliani.

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Isole del QuarnaroPunat

Krk

La città di Punat è ubicata

nella parte sud dell'isola di Krk.

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Attualmente la Dalmazia è divisa tra Croazia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina.

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Il nome deriva dagli inghiottitoi di natura carsica, dove furono rinvenuti

i cadaveri di centinaia di vittime:localmente sono chiamati "foibe".

Per estensione i termini "foibe" e il neologismo "infoibare" sono in

seguito diventati sinonimi degli eccidi, che furono in realtà perpetrati con

diverse modalità.[4]

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I baratri venivano usati per l'occultamento di cadaveri con tre scopi:

•eliminare gli oppositori politici e i cittadini italiani che si opponevano

(o avrebbero potuto opporsi) alle politiche del Partito Comunista Jugoslavo di Tito;

•dominare e terrorizzare la popolazione italiana delle zone contese;

-in qualche caso vendicarsi di nemici personali, magari per ottenere un immediato

beneficio patrimoniale.

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Perché non ci si dimentichi mai degli errori commessi, perché si cerchi almeno di evitare di ricadere negli stessi, questa pagina la dedico agli

infoibati, e al triste esodo della popolazione che sono stati costretti a fuggire dalle proprie case nel periodo

in cui l'occupazione jugoslava,

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comandata da Tito, stava cercando di annettersi una grossa parte delle regioni

giuliane, riuscendo in parte a farlo, ma al prezzo di

tanto dolore e sofferenza.

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Cause remote (contesto storico)

Il massacro delle foibe va inserito nel periodo storico fra il

Congresso di Vienna 1815 e la Seconda guerra mondiale,

noto come l'"epoca dei nazionalismi".

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Prima del XIX secolo in Istria e Dalmazia, erano convissute popolazioni di lingua

romanza e slava, che non avevano

fra di loro tensioni dovute ad ancor inesistenti concetti di nazionalità.

(le etnie erano notevolmente mischiate)

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Con l'imporsi del concetto di stato nazionale, a seguito dell'epoca napoleonica,

istriani e dalmaticominciarono a identificarsi nelle moderne

nazionalità: nel presente caso italiana, slovena, serba e

croata. Ciascuna delle fazioni (ETNIE) cominciò

a lottare per riunire le proprie terre alle rispettive "madrepatrie".

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Nell'ambito dei succitati conflitti nazionali, nacque fra

i croati l'idea che Istria, Fiume e Dalmazia

fossero parte integrante del loro territorio

nazionale fin dall‘alto medioevo.

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Gli italiani venivano considerati

una realtà estranea, frutto di "invasioni straniere"

che avevano italianizzato parte delle popolazione

croata originaria.

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L'Italia accettò di entrare nella Grande Guerra a fianco della

Triplice Intesa in base ai termini del Trattato di Londra, che

garantiva all'Italia il possesso dell'intera Istria, di Trieste e della Dalmazia

settentrionale - incluse le isole.

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La città di Fiume, a maggioranza italiana,

sarebbe dovuta rimanere all’ Austria-Ungheria per garantirle

un adeguato accesso al mare.

Al termine delle guerra, con i trattati di Saint Germain e di Rapallo,

l'Italia ottenne solo parte di ciò che le era stato promesso:

le fu infatti negata la Dalmazia (dove ottenne solo la città

di Zara e alcune isole).

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Rimase aperta la questione di Fiume:

originariamente destinata ad essere il porto dell'ormai

defunto Impero Austro Ungarico

fu rivendicata dall'Italia, che riuscì infine ad annetterla

nel 1924.

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La situazione degli slavi si deteriorò con l'avvento al potere del fascismo, nel 1922.

Fu infatti varata in tutta Italia una politica di assimilazione delle

minoranze etniche e nazionali, che prevedeva l'italianizzazione di nomi e toponimi, la chiusura delle scuole slovene e croate e il divieto dell'uso

della lingua straniera in pubblico.

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« Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...]

I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani »

Benito Mussolini, (discorso tenuto a Pola

il 24 settembre 1920)

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Simili politiche di assimilazione forzata erano all'epoca assai comuni,

ed erano applicate, fra gli altri, anche da paesi democratici

(come Francia[11][12] e Regno Unito). Da notare che furono adottate dalla

stessa Jugoslavia, dove si verificarono anche episodi di

repressione violenta.

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L'azione del governo fascista annullò l'autonomia

culturale e linguistica di cui le popolazioni slave

avevano ampiamente goduto durante la dominazione asburgica

e incrementò i sentimenti di inimicizia nei confronti dell'Italia.

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Nell'aprile del 1941 l'Italia partecipò all'

attacco dell'Asse contro la Iugoslavia

. L'Italia si annesse una grande parte della Slovenia

(dove fu costituita la provincia di Lubiana), la Dalmazia

Settentrionale e le Bocche di Cattaro ( Dalmazia

montenegrina).

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La spartizione della Iugoslavia.

Nell'aprile del 1941 l'Italia partecipò all'

attacco dell'Asse contro la Iugoslavia. L'Italia si annesse una

grande parte della Slovenia (dove fu

costituita la provincia di Lubiana), la

Dalmazia settentrionale e le Bocche di Cattaro.

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Le Bocche di Càttaro sono una serie di insenature della

costa dalmata del Montenegro, costituite da ampi valloni fra loro

collegati che si inseriscono profondamente nell'entroterra.

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Le fortificazioni di Cattaro, circondate dal mare

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L'annessione unilaterale da parte dell'Italia di

territori già jugoslavi provocò inoltre un ulteriore

inasprimento delle relazioni fra slavi e

italiani.

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Nel 1941 il Maresciallo Tito (Pseudonimo di Josip Broz) creò una forza di resistenza

partigiana interamente iugoslava che si batté

contro gli occupanti nazisti e i loro alleati fascisti della

Croazia.

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L'8 settembre 1943 con l'armistizio tra Italia e Alleati, si verifica il collasso del Regio Esercito.

Il 9 settembre le truppe tedesche entrarono a Trieste. In questo periodo

(13 settembre 1943) si proclamò il "distacco" dell'Istria

dall'Italia e l'annessione alla Jugoslavia.

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Il 29 settembre 1943 venne istituito il Comitato

esecutivo provvisorio di liberazione dell'Istria.

Parallelamente al consolidamento del controllo germanico sul capoluogo

giuliano, su Pola e su Fiume, i partigiani

occuparono buona parte della penisola istriana,

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Improvvisati tribunali popolari, che rispondevano ai partigiani

jugoslavi dei Comitati popolari di liberazione

emisero centinaia di condanne a morte.

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Le vittime furono rappresentanti del regime fascista e dello

Stato italiano, oppositori politici, ma anche semplici

personaggi in vista della comunità

italiana e potenziali nemici del futuro Stato comunista

jugoslavo che s'intendeva creare.[17]

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A Rovigno (Istria) il Comitato rivoluzionario

compilò una lista contenente i nomi dei fascisti, ma anche di persone

estranee al partito ma rappresentanti lo stato italiano, i quali vennero

arrestati e condotti a Pisino Capoluogo dell’ISTRIA, ombelico

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In tale località furono condannati e Giustiziati, assieme ad altri fascisti,

italiani e croati. La maggioranza dei condannati

fu scaraventata nelle foibe o nelle miniere di bauxite,

alcuni mentre erano ancora in vita

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I baratri venivano usati per l'occultamento di cadaveri con tre scopi:

•eliminare gli oppositori politici e i cittadini italiani che si opponevano

(o avrebbero potuto opporsi) alle politiche del Partito Comunista Jugoslavo di Tito; •dominare e terrorizzare la popolazione

italiana delle zone contese; -vendicarsi in qualche caso di nemici personali,

magari per ottenere un immediato beneficio patrimoniale.

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«Quella combattuta sui campi di battaglia della Jugoslavia non è

stata soltanto una guerra di liberazione, ma anche una terribile

guerra civile, in cui – dalle prime stragi ustaša-

(movimento nazionalista croato tra le due guerre) -

ne è l’elemento dal 1941 in poi – determinazione e orrore hanno

sostituito la pietà.

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Per i prigionieri slavi quindi non c’è scampo: quelli caduti nelle mani

dei partigiani vengono fucilati, ma anche quelli che sono riusciti a

consegnarsi agli alleati, non hanno trovato la salvezza.»

Raoul Pupo "Le stragi del secondo dopoguerra nei territori amministrati dall'esercito partigiano jugoslavo

".

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Raoul Pupo

Insegna Storia contemporanea all'Università di Trieste. È stato uno dei principali

promotori, alla fine degli anni Ottanta, degli studi sulla tragedia delle Foibe e dell'Esodo.

Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo “Esodi. Trasferimenti forzati di

popolazione nel Novecento europeo” (2000) e “Foibe” (2003).

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Treno della vergogna ( 16/02/1947 )

Da POLA ad ANCONA (convoglio marittimo)

TRENO per Bologna – Parma – La Spezia -

Con treno della vergogna, locuzione popolare, o treno dei fascisti,

così definito da una parte di ferrovieri, s'intende un treno che trasportò

ad Ancona chi proveniva dal quarto convoglio marittimo di Pola, carico di esuli italiani,

che, al termine della seconda guerra mondiale,

abbandonarono le loro proprietà in Istria, Quarnaro e Dalmazia.

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La domenica del 16 febbraio 1947 da Pola partirono per mare diversi convogli di esuli italiani con i loro

ultimi beni e, solitamente, un tricolore. I convogli erano diretti

ad Ancona dove gli esuli vennero accolti dall'esercito perché li proteggesse

da connazionali, militanti di sinistra, che non mostrarono

gesto alcuno di solidarietà [1] .

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Ad accogliere benevolmente gli esuli ci furono tre uomini,

dei quali due con la fisarmonica, che cominciarono a cantare

vecchie canzoni istriane: questi erano esuli precedentemente sbarcati e che avevano combattuto

nella resistenza italiana.

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La sera successiva partirono in un treno merci tra la paglia

per giungere a Bologna dove la Pontificia Opera di Assistenza

e la Croce Rossa Italiana avevano preparato

dei pasti caldi, soprattutto per bambini e anziani.

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Il treno giunse appena a mezzogiorno

del giorno seguente, quindi martedì 18 febbraio 1947, dove dai microfoni di certi

ferrovieri sindacalisti veniva detto:“Se i profughi si fermano, lo

sciopero bloccherà la stazione”.

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Il treno venne preso a sassate da dei giovani che

sventolavano la bandiera con falce e martello,

altri lanciarono pomodori e altro sui loro connazionali,

mentre terzi buttarono sulle rotaie addirittura il latte

destinato ai bambini in grave stato di disidratazione.

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Per non avere il blocco del piu' importante snodo ferroviario

d'Italia il treno venne fatto ripartire per Parma dove POA e CRI poterono tranquillamente

distribuire il cibo trasportato da Bologna con automezzi

dell'esercito.

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La destinazione finale del treno fu La Spezia,

dove i profughi furono temporaneamente

sistemati in una caserma.

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Lo storico e scrittore Guido Rumici in uno dei suoi saggi scrive:

“Si trattò di un episodio nel quale la solidarietà nazionale

venne meno per l'ignoranza dei veri motivi che avevano

causato l'esodo di un intero popolo.

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Partirono tutte le classi sociali: dagli operai ai contadini,

dai commercianti agli artigiani, dagli impiegati ai dirigenti.

Un'intera popolazione lasciò le proprie case e

i propri paesi, indipendentemente

dal ceto e dalla colorazione politica dei singoli.

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Per questo dico che è del tutto sbagliata e fuori luogo

l'accusa indiscriminata fatta agli esuli di essere fuggiti

dall'Istria e da Fiume, perché troppo coinvolti con il fascismo.

Pola era, comunque, una città operaia, la cui popolazione,

compattamente italiana, vide la presenza di tremila partigiani

impegnati contro i tedeschi. La maggioranza di loro prese parte

all'esodo.

10 febbraio: Giorno del Ricordo

Ricordo le migliaia e migliaia di uomini, donne, anziani e bambini, lasciati morire nel buio di una foiba, seppelliti vivi tra i morti. Perché si risparmiassero le pallottole.

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Ricordo maestri, preti, soldati, operai, studenti

seviziati e uccisi dalle milizie comuniste

jugoslave nelle scuole, in strada, in chiesa, in casa

propria.

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Cadaveri disseminati senza pietà lungo tutto il confine nord-

orientale d'Italia. Ricordo giovani donne torturate con tenaglie roventi, rinchiuse in gabbie di ferro, stuprate ed esposte al ludibrio degli uomini di Tito.

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Ricordo quei carnefici ancora impuniti, prosciolti

dall'accusa di sterminio per aver operato in territorio

"extranazionale" o mai neanche processati

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Ricordo la disperazione dei 350 mila esuli italiani di Fiume, dell'Istria, della Dalmazia. Costretti ad

abbandonare le loro case, le loro terre, i loro ricordi

radicati nei secoli. 11/04/23anastasio carmelo 77

Ricordo migliaia di persone scomparse nel nulla che l'Italia, l'Europa ed il mondo hanno fatto finta di

dimenticare.

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Ricordo il silenzio degli storici di partito e

l'omissione complice della scuola pubblica

italiana, perché le giovani generazioni non

sapessero, perché non ricordassero.

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Il 10 febbraio di ogni anno, nel "Giorno del ricordo in memoria

delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano - dalmata e

delle vicende del confine orientale" io indosso il fiocco tricolore per tributare il mio riconoscimento a questi Figli

d'Italia troppo a lungo dimenticati. Io ricordo. E tu?

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10 FEBBRAIO –

LA GIORNATA DEL RICORDO

Foibe: per non dimenticare gli orrori delle guerre.

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Noi siamo piccoli uomini, sempre pronti a gettarci nella

mischia, crediamo di avere ragione e forse siamo solo sbagliati, ma siamo anche

sempre in cerca di risposte, questo significa che non siamo

contenti di noi stessi e che vogliamo migliorare.

11/04/23anastasio carmelo 88

Io faccio parte di questa umanità e vorrei lasciare

qualcosa di buono dietro di me, ma so che non è facile,

ci provo e quando non posso essere protagonista

della storia, partecipo a quella degli altri.

11/04/23anastasio carmelo 89

Questo è il momento della riflessione, ne sono già trascorsi

tanti, ma tanti sono gli errori umani e chissà quanti ancora ne

dovremo passare di questi momenti.

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La memoria di oggi è dedicata al dramma delle Foibe e della popolazione

dell'Istria che hanno dovuto lasciare le loro case e

ricominciare daccapo la loro esistenza.

11/04/23anastasio carmelo 91

Non per odiare, ma per ricordare e per

promettere a noi stessi che cercheremo di non lasciarci più trascinare

dentro i buchi neri della storia umana.

Lisistrata

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