Post on 08-Mar-2016
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PARROCCHIA S.IGNAZIO DI ANTIOCHIA
Negli ovali, l’immagine dei due Santi in occasione delle visite pontificali alla nostra Parrocchia : S. Giovanni XXIII il 7 aprile 1963, ultima visita
alle parrocchie romane, e S.Giovanni Paolo II il 16 marzo 1980.
Via Squillace, 3 - 00178 ROMA
Festa della Comunità 2014
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Gruppi, servizi, attività della Parrocchia
Qui trovate l’elenco dei gruppi, dei servizi e delle attività della Parrocchia. Rinnoviamo a tutti l’invito a contattare l’Ufficio Parrocchiale ‐ o diretta‐mente i responsabili dei vari gruppi ‐ se siete interessati a partecipare alle attività proposte oppure a collaborare a livello di volontariato.
Vi aspettiamo! 1. Catechesi sacramentale 2. Gruppo “Sposi novelli” 3. Comunità giovanili 4. Comunità eucaristiche 5. Gruppo catechesi per adulti 6. Lectio divina 7. Ordine Francescano Secolare 8. Gruppo San Pio da Pietrelcina 9. Coro parrocchiale 10. Gruppo ministranti 11. Gruppo ministri straordinari dell’Eucaristia 12. Gruppo Caritas 13. Gruppo volontariato pulizie Chiesa 14. Gruppo volontariato pulizie Sala Polivalente 15. Gruppo volontariato addobbo chiesa 16. Gruppo del presepe 17. Alcolisti anonimi 18. Statuario Band 19. Scuole di ballo 20. Circolo socio‐ricreativo‐culturale “Sant’Ignazio”: corsi di informa‐
tica, ballo e Tai‐chi‐chuan 21. Confraternita S. Maria Regina dello Statuario e S.Ignazio di Antiochia 22. http://bibliostatuario.wordpress.com
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Sommario
Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia
Gruppi, servizi, attività della Parrocchia 2
Festa della Comunità 2014: Lettera del Parroco 4
27 aprile 2014: una canonizzazione speciale 5
S. Giovanni Paolo II e la Divina Misericordia 6
L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium 8
Don Alex: un breve bilancio 10
Grazie, Don Richard! 12
Intervista a Don Cristian 14
Premi della Lotteria 17
I nostri Sponsor 18
Programma 26
I nostri Sponsor 28
Dalla cucina di Orietta 38
Beato Ludovico da Casoria: bicentenario della nascita 40
Album di famiglia ...parrocchiale! 43
Penne d’argento tra memorie, storia e fantasia 48
Sessant’anni di “madonnelle” allo Statuario 51
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anche quest’anno ci ritroveremo insieme per vivere la settimana della festa parrocchiale dal 31 maggio all’8 giugno, che inizierà con la messa all’aperto e la processione per le vie del Quartiere con la statua della Vergine Santissima. È bello vivere la festa
insieme nella gioia e nella fraternità, come momento conclusivo di un anno in cui come comunità parrocchiale abbiamo cercato di crescere nell’ascolto e nel dialogo fraterno. La festa è un’occasione di incontro e di amicizia per tutte le famiglie che abitano nel quartiere, di dialogo e di un sano svago. In questa settimana tuttavia non dobbiamo dimenticarci di vivere come cristiani che cercano di se‐guire il Signore con momenti di preghiera, di incontro con Dio e di riflessione, che possono aiutarci nel nostro cammino di fede. La S. Messa e la processione del 31 maggio, preceduta quest’anno da un triduo di preparazione, possono essere per tutti noi un’occasione di preghiera e di incontro con il Signore e con la Vergine Santissima. È lei che vogliamo pregare come madre dolcissima che ci porta a Gesù. In Maria scopriamo la tenerezza di una madre che non abban‐dona i suoi figli, che ci sostiene nelle prove e nelle difficoltà della vita, che per molti di voi sono tante e spesso dolorose e soprattutto che ci insegna la fede, la speranza e la carità. Chiediamo al Signore la sua protezione e la sua interces‐sione, assieme a quella del nostro patrono S. Ignazio di Antiochia che con la sua testimonianza di fede ci insegna ad amare il Signore e dare la vita per lui. Un ringraziamento caloroso va anche quest’anno ai volontari della fe‐sta e alle diverse realtà della Parrocchia, che con il loro impegno e il loro sacrifi‐cio rendono possibile la festa, ai sacerdoti collaboratori don Simon e don Cri‐stian per la loro presenza e il loro aiuto, al Coro parrocchiale, alla Confraternita, alla “Statuario Band”, alle signore volontarie che si occupano dell’addobbo del‐la Chiesa, ai giovani della parrocchia, agli sponsor che ci sostengono e a tutti voi, parrocchiani e parrocchiane, dello Statuario che partecipate con il vostro contributo alla riuscita della festa parrocchiale. Inoltre un ricordo grato va a Don Richard per l’aiuto generoso alla comunità parrocchiale e un augurio since‐ro a Don Alex, presente tra noi come vicario parrocchiale dal 2007 al 2013, in attesa di partire per l’Africa come fidei donum. Che il Signore per intercessione di S. Ignazio di Antiochia e di Maria Regina dello Statuario, benedica la nostra parrocchia e quanti le sono legati! Con affetto,
Festa della Comunità 2014
Cari Parrocchiani e Amici dello Statuario, Cari Parrocchiani e Amici dello Statuario, Cari Parrocchiani e Amici dello Statuario,
il vostro Parroco don Gilberto
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Il 27 aprile scorso, domenica in albis e della Divina Misericordia, ha segnato un evento eccezionale: due papi ‐ Papa Francesco e il Papa Emerito Bene‐detto XVI ‐ hanno concelebrato la santità di due altri due papi Giovanni XXIII , il “papa buono” , e Giovanni Paolo II , il “papa grande”. Anche per questo si è trattato di un evento particolare che ha attirato pellegrini e visitatori da ogni dove. Giovanni XXIII (25.11.1881‐3.06.1963) può essere considerato, per nascita e formazione, il pa‐pa dell’ottocento che ha saputo però proiettare la Chiesa dalla tradizione all’innovazione del Concilio Vaticano II, da lui avviato. Giovanni Paolo II (18.05.1920‐2.04.2005) è il papa della fine dei tota‐
litarismi, della post‐modernità e delle sfide di fine ‘900 e del terzo millennio che riguardano anche la Chiesa. Tra loro, non va dimenticata, una straordinaria figura cerniera: Paolo VI (e, seppure per un brevissimo pontificato, Giovanni Paolo I). I due pontefici appena canonizzati si sono dimostrati nel corso della loro esistenza uomini valenti, coraggiosi, capaci di testimoniare efficacemente l’essenziale del Vangelo ‐ amore, misericordia e semplicità ‐ e intervenire per “ripristinare e aggiornare la chiesa secondo la fisionomia originaria”. Secondo Papa Francesco, S. Giovanni XXIII può es‐sere considerato il papa della “docilità allo Spirito Santo”, S. Giovanni Paolo II il “papa della famiglia”. Il nostro quartiere serba il ricordo vivo e profondo delle visite pontificali dei due papi ora Santi. Per saperne di più visita‐te: http://2papisanti.org.
Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia
27 aprile 2014: una canonizzazione speciale
(Le immagini dei due Papi sull’altare della nostra Chiesa parrocchiale)
S. Giovanni Paolo II e la Divina Misericordia
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Festa della Comunità 2014
Notevole è l’eredità spirituale lasciata da Papa Giovanni Paolo II. Laura Guada‐lupi, giornalista dell’agenzia di informazione internazionale “Zenit”, si sofferma su quella che ha caratterizzato in particolar modo l’ultima fase della vita del Papa polacco: la Divina Misericordia. Era il 16 ottobre 1978 quando Karol Józef Wojtyła venne eletto papa. Di origine polacca, Giovanni Paolo II è stato il primo pontefice non italiano dopo 455 anni. Il suo pontificato è durato poco più di ventisei anni, un lasso di tempo segnato da profondi mutamenti sociali e geopolitici a cui il papa venuto da lontano ha sempre guardato con interesse. Non c’è stato un solo giorno, però, in cui è ri‐masto a guardare. Ha partecipato attivamente alle gioie e alla sofferenze dell’umanità, vicino a tutti sia con la preghiera sia all’insegna dell’ecumenismo e del dialogo, grazie ai numerosi viaggi intrapresi per portare la luce di Dio fino ai confini della terra. Gli anni sotto la guida di Giovanni Paolo II sono come un poliedro dalle molte sfaccettature, tante quante sono le tematiche da lui affrontate con una
lungimiranza che rende le sue parole anco‐ra attuali. Del bagaglio spirituale lasciatoci in eredità, scegliamo ciò che ha segnato la sua ultima tappa terrena e gli ha aperto le porte della vita celeste: la Divina Miseri‐cordia. Karol Wojtyła è scomparso il 2 aprile 2005, ovvero alla vigilia della Domenica in Albis, l’Ottava di Pasqua che egli stesso ha volu‐to fosse dedicata alla Festa della Divina Misericordia. Era il 30 aprile 2000, anno del grande Giubileo del secondo millennio, quando Giovanni Paolo II istituì questa fe‐sta in occasione della canonizzazione di Suor Faustina Kowalska, la mistica polacca Apostola della Divina Misericordia, già be‐atificata il 18 aprile del 1993 in Piazza San Pietro, a Roma.
(Fonte immagine: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/index_it.htm)
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“La canonizzazione di Suor Faustina – diceva nel 2000 Papa Wojtyła ‐ ha un'elo‐quenza particolare: mediante questo atto intendo oggi trasmettere questo messaggio al nuovo millennio. Lo trasmetto a tutti gli uomini perché imparino a conoscere sempre meglio il vero volto di Dio e il vero volto dei fratelli”. Amore di Dio e amore dei fratelli sono “indissociabili”. La misericordia, infatti, mentre “ricostruisce il rapporto di ciascuno con Dio, suscita anche tra gli uomini nuovi rapporti di fraterna solidarietà”. Già nel 1980 Giovanni Paolo II scriveva nella lettera enciclica “Dives in misericordia” che Gesù Cristo ha insegnato che "l'uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma che è pure chiamato a «usar misericor‐dia» verso gli altri: ‘Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia’ (Mt 5, 7)’’ (Dives in misericordia, 14). Cristo non soltanto ne parla e la spiega con similitudini e parabole, esemplare quella del figliol prodigo, ma “egli stesso la incarna e la personifica. Egli stesso è, in un certo senso, la misericordia”, per‐tanto “per chi la vede in lui – e in lui la trova – Dio diventa particolarmente ‘visibile’ quale Padre ‘ricco di misericordia’” (Dives in misericordia, 2). Ancora durante la canonizzazione della santa polacca Giovanni Paolo II ricordò che sorgente di misericordia per l’umanità sono le piaghe della Passione, in particolare la ferita del Cuore di Gesù, da cui Santa Faustina vide uscire due fasci di luce che illuminano il mondo. Sono il Sangue e l’Acqua evocati nel Vangelo di Giovanni, quando racconta del soldato che sul Calvario colpì con la lancia il costato di Cristo e vide uscirne "sangue ed acqua" (Gv19, 34). Il san‐gue evoca il sacrificio della croce e il dono eucaristico, mentre l'acqua, nella simbologia giovannea, sta per il battesimo e il dono del‐lo Spirito Santo. L’intera esistenza del papa polacco fu spesa per testimoniare e trasmet‐tere concretamente quell’amore misericor‐dioso che è il più grande dei comandamenti, e sembra quasi un ennesimo regalo del cielo il fatto che sia stato proclamato santo lo scorso 27 aprile. Ancora una volta, una Do‐menica della Divina Misericordia.
Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia
L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium
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Il 24 novembre 2013, a chiusura dell’«Anno della Fede», Papa Francesco ci ha re‐galato la bellissima esortazione apostolica Evangelii Gaudium (La gioia del Van‐gelo), indirizzata a tutti i cattolici, sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale. Il nostro Parroco Don Gilberto ci presenta i contenuti dell’esortazione.
”La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incon‐trano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal pecca‐
to, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata
da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni.” Con queste parole Papa Francesco apre l’esortazione apostolica soffermandosi sulla gioia del Vangelo, fonte della nuova evangelizzazione, per poi proseguire in cinque capitoli. Vediamone brevemente il contenuto. Il primo tratta della trasformazione missionaria della Chiesa e il papa esorta tutti noi cattolici a “uscire” dalle nostre comodità per “andare” verso gli altri, verso chi non conosce ancora il Vangelo, verso i poveri, i lontani. Nel secondo capitolo invece papa Francesco riflette sulla “crisi
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dell’impegno comunitario” nella missione e, oltre a riflettere su alcune sfide del mondo attuale (l’economia che esclude i poveri, la violenza, la secolarizza‐zione), individua alcune possibili tentazioni degli operatori pastorali come “l’accidia egoistica”, “il pessimismo sterile”, “la mondanità spirituale”, “la guerra tra noi” , che rischiano di frenare lo slancio per una nuova evangelizzazione. Il cuore dell’esortazione apostolica è comunque il terzo capitolo, in cui il papa riflette sull’annuncio del Vangelo, che dev’essere l’oggetto di tutto il popolo di Dio, ma parla anche della pietà popolare, dell’omelia del sacerdote durante la Messa che deve essere ben preparata e della catechesi kerigmatica (cioè, dell’annuncio della “buona novella”) e mistagogica (cioè, di iniziazione ai santi misteri). L’Evangelii Gaudium prosegue poi con il capitolo quarto sulla dimen‐sione sociale dell’evangelizzazione. Non si può secondo papa Francesco an‐nunciare il Vangelo senza preoccuparsi dei poveri, accogliendoli e rendendoli partecipi della missione della Chiesa, e senza il dialogo con le altre confessioni cristiane e con le altre religioni. L’ultimo capitolo, che conclude l’enciclica, “Evangelizzatori con Spiri‐to”, contiene un invito a lasciarsi guidare dall’azione dello Spirito Santo, che dà ai cristiani la forza per annunciare la novità del Vangelo, a vivere un incontro personale con Gesù che ci salva e ad affidarsi a Maria “Stella della nuova evan‐gelizzazione” e madre della Chiesa. Ringraziamo papa Francesco per aver donato alla Chiesa questa esorta‐zione apostolica che vuole aiutare tutti noi a riscoprire l’importanza e l’urgenza della missione ed essere missionari più efficaci con la gioia che Gesù ci dona. È un testo che vuole infondere in tutti noi cristiani più entusiasmo nel vivere la fede e nel testimoniarla con la nostra vita, senza dimenticare la realtà e le difficoltà del mondo d’oggi.
Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia
È in corso l’«Anno Giustiniano» dedicato al primo centenario del sacerdozio del Beato don Giustino Maria Russolillo, Servo di Dio per le vocazioni, e della fondazione del Vocazionario. Celebrazioni sono previste sia alla Casa San Giuseppe allo Statuario, sia nella casa di Pianura (NA), sede nella quale il 20 settembre 2014 si svolgerà la chiusura solenne. Per saperne di più visitare il sito di “Fraternità Vocazionista” (http://www.fraternitavocazionista.it/anno_giustiniano.htm).
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Lo Statuario si dimostra un bel crocevia anche dei percorsi dello spirito e del mini‐stero sacerdotale di presbiteri “venuti da lontano”. Il 2013‐2014 è stato infatti un anno piuttosto movimentato in parrocchia tra partenze avvenute di recente (Don Richard), quelle imminenti (Don Alex) e nuovi arrivi (don Cristian). I primi sono stati chiamati nuovamente a servire nella loro terra di origine: Don Richard è già a Gozo(Malta), Don Alex tornerà in Africa prossimamente. Ci lasciano entrambi un’eredità spirituale importante e un legame che le distanze non attenueranno. Don Alex Chileshe è nato in Zambia nel 1952, è stato ordinato sacerdote nel 1995 a San Pietro da S. Giovanni Paolo II. Dopo essere stato in Africa, parroco in Zambia, ha prestato il suo ministero pastorale in Roma, dal 2007 fino al 2013, sia come presbitero di una Comunità neocatecumenale a Tor Sapienza, sia come vicario parrocchiale a S.Ignazio di Antiochia, dove si è occupato in particolare
delle cresime e della catechesi per adulti, dimostrando, come testimoniano coloro che l’hanno seguita sistematica‐mente, una profonda cono‐scenza dei testi sacri. Caro Don Alex, ti chiediamo un breve bilancio del tuo servizio pastorale presso la nostra Par-rocchia. “Ringrazio il Signore per que‐sto tempo che sono stato con voi e anche per l'amicizia radi‐cata nel Signore Gesù, morto per i nostri peccati e risorto per la nostra salvezza. Nel corso degli anni ho potuto riscontrare in parroc‐
Don Alex: “C’è ancora molto da fare…”
Festa della Comunità 2014
Don Alex durante la festa di saluto (22.09.2013) tra Don Cristian, Don Gilberto, Don Richard e Don Simon (e, in primo piano, le mitiche torte di Ivana!)
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Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia
chia un piccolo aumento nel numero dei fedeli alla Messa, specialmente nei giorni festivi. Sono contento della partecipazione alla Lectio Divina e alla Cate‐chesi per adulti. A proposito degli incontri di catechesi che ho personalmente curato, devo dire che abbiamo trattato tanti argomenti ‐ per esempio, il Credo, la dottrina di S.Ignazio di Antiochia, il Padre Nostro ‐ che hanno sicuramente aiutato i fedeli a sapere di più sulla Chiesa e sulla sua dottrina. Ma c'è anche da notare che durante gli incontri di catechesi, i presenti erano liberi di fare do‐mande su temi di fede che non conoscevano e parlare di altri temi da approfon‐dire. In ogni caso, è evidente che c'è ancora molto da fare per aiutare gli adulti e anche i genitori, che sono i veri catechisti dei loro figli, ad approfondire la loro fede. Ho visto anche che molti fedeli sono interessati ai ritiri fatti nei tempi forti come l’Avvento e la Quaresima, in preparazione al Natale del Signore e alla Pasqua di Resurrezione.
Poi una bella esperienza che ho incontrato in parrocchia è stata la tra‐dizionale festa parrocchiale come punto di incontro, amicizia e fraternità, per stare insieme e condividere tutto quello che è umano, ma anche l’essere una cosa sola nella fede.
Vi auguro la benedizione di Dio nostro Padre in Cristo Gesù!”
Porteremo Don Alex nel cuore con riconoscenza per l’impegno pastorale, gli insegnamenti, la cordialità riservata, la sapienza che, con grande discrezione, ha abbondantemente dispensato in questi anni a chi ha saputo conoscerlo più da vicino (sforzandosi di superare alcune diffi‐coltà linguistiche che, talvolta, non hanno facilitato la comunica‐zione). Don Alex, ci mancherà, ma sappiamo che sarà un grande dono per le comunità che andrà a servire. (22.09.2013)
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Il 1° novembre del 2013 la parrocchia di Sant’Ignazio ha festeggia‐
to e salutato calorosamente Don Richard, un giovane sacerdote che, come molti hanno notato, ha donato molto a questa Parrocchia e al suo Quartiere. Abbiamo affidato alle parole di Don Simon un breve profilo di Don Richard e il nostro pensiero riconoscente. Don Richard Nazzareno Farrugia, classe 1984, sacerdote della diocesi di Gozo (Malta) dal 2009, ha trascorso due anni in questa parrocchia come seminarista (2004‐2006) e poi altri quattro come sacerdote collaboratore (2009‐2013). Nel frattempo si è impegnato seriamente negli studi, ottenendo prima la laurea e poi il dottorato in Teologia Morale, con una tesi di ricerca in Bioetica presso l’Accademia Alfonsiana dell’Università Lateranense. Don Richard non si è fermato ai doveri di base, ai quali è normalmente obbligato un prete studente che risiede in una parrocchia. Nonostante i suoi impegni di studio e nonostante non abbia avuto dal Vicariato di Roma l’incarico di essere un sacerdote “a tempo pieno” in parrocchia, in questi quattro anni Don Richard è riuscito ad aiutare tutti i gruppi presenti in essa. I parrocchiani lo hanno visto fondare e portare avanti la Seconda Comu‐nità Eucaristica e la Confraternita della Parrocchia, lavorare molto con i giovani e gli adolescenti post‐cresima. Ha seguito i catechisti, i fidanzati, i cresimandi adulti e la catecumena Annie Rose. Don Richard è stato molto attivo anche nei vari ambiti che formano la vita comunitaria parrocchiale: la Messa domenicale delle ore 10 che con lui si è ripresa splendidamente, i ritiri e i campi estivi, la preparazione delle cele‐brazioni liturgiche importanti, l’aiuto al coro parrocchiale, l’amministrazione dei sacramenti e la direzione spirituale a diverse persone. Ha avuto attenzione al presbiterio, alla programmazione dell’anno pastorale, alla “Biblioteca Statuario”, alle suore
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Grazie, Don Richard!
“Noi sacerdoti dobbiamo
servire la gente non
la gente servire noi!”
(Don Richard)
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Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia
presenti nel quartiere, ai vari grup‐pi di volontariato e alle persone che per varie ragioni si sono allon‐tanate. È stato sempre molto ap‐prezzato per le sue omelie ben preparate, per la sua presenza gioiosa e per l’attenzione persona‐le che ha regalato a ciascuna per‐sona. Non a caso, era solito ripe‐tere: “Noi sacerdoti dobbiamo ser‐vire la gente, non la gente servire noi!” . Don Richard ha anche donato al Quartiere il meraviglioso “Anno Igna‐ziano”, attuato nel 2011‐2012 grazie alla collaborazione delle diverse realtà par‐rocchiali. Fu infatti lui a presentare l’idea di offrire alla parrocchia un anno di riflessione e di celebrazione in onore del 60° della parrocchia e il 19° centenario dal martirio del nostro Santo. Si è trattato di un anno pieno di celebrazioni, mo‐menti forti, eventi e visite di personaggi importanti: un anno che la parrocchia non dimenticherà facilmente (di cui, tra l’altro, rimane memoria nel libro cele‐brativo pubblicato dalla Parrocchia e disponibile presso l’Ufficio Parrocchiale). Don Richard attualmente sta aiutando il vescovo di Gozo come segreta‐rio personale, cerimoniere diocesano, prefetto degli studi nel Seminario mag‐giore e docente presso la facoltà di teologia del Seminario, affiliata all’Università Angelicum di Roma. La Parrocchia ringrazia Don Richard per tutto quello che ha fatto per lei con molto sacrificio, con qualche sofferenza, ma ‐ sempre ‐ con molto amore. Ringraziando lui, la Par‐rocchia ringrazia anche l’amore dei sacerdoti gozi‐tani che per molti anni ha formato la Parrocchia di Sant’Ignazio in una comu‐nità forte, bella e, soprat‐tutto, cristiana. Continuia‐mo a ripagare il suo servi‐zio verso di noi pregando per lui!
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A proposito di nuovi arrivi, anche a Sant’Ignazio di Antiochia abbiamo il nostro prete ...“venuto quasi dalla fine del mondo”. Parliamo di Don Cristian Luzón Pau‐car, 26 anni, originario dell’Ecuador. È qui da noi soltanto dallo scorso settembre, ma ha già instaurato un intenso rapporto con la comunità e si occupa attivamente dei gruppi “Cresima” e “Giovani”; inoltre studia teologia dogmatica all’Università Gregoriana.
Caro Don Cristian, qual è stata la tua reazione quando hai saputo che saresti stato trasferito a Roma?
La storia del mio trasferimento a Roma inizia quando stavo terminando il semi‐nario. Non appena sono stato ordinato, si era parlato di trasferirmi a Roma, ma avendo ricevuto l’ordinazione a 24 anni, mentre di prassi bisogna aver compiuto 25 anni per diventare sacerdoti, si è deciso di rimandare ogni decisione di un anno. Così, fino al compimento di 25 anni, sono stato inviato in una Parrocchia della mia diocesi di Quito, in Ecuador, a svolgere il ruolo di vicario. Compiuti i 25 anni, mi hanno comunicato che sarei dovuto venire a Roma. Sinceramente non ne sono stato felice, perché ormai avevo iniziato un’esperienza in Parrocchia e
avrei voluto portarla avanti almeno un altro paio d’anni. Quando il vescovo, Mons. Fausto Ga‐briel Trávez Trávez, mi ha convocato per comunicarmelo, a parte che non me l’aspettavo, la mia prima reazione è stata dirgli: “Ma io non parlo italiano!”. E lui mi ha risposto: “Non c’è problema,
Intervista a Don Cristian
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comincia a impararlo”. A quel punto, malgrado la mia idea fosse quella di rifiu‐tare il trasferimento, ho accettato perché sento che non posso disubbidire al vescovo.
Quali sono le differenze maggiori che hai riscontrato tra la realtà di Sant’Ignazio d’Antiochia e quella della Parrocchia di Quito in cui facevi il vi-cario?
Anzitutto la lingua! Ma non solo. La gente da noi, in Ecuador, frequenta la chie‐sa ma non è così coinvolta nelle attività come avviene qui. Questo coinvolgi‐mento fa sì che ci sia una maggiore confidenza tra i preti e la comunità parroc‐chiale. Da noi al prete non viene mai dato del “tu”, non viene neanche chiamato per nome, bensì si usa solo l’appellativo “padre”.
Mi sembra che vi siano differenze anche nel modo di svolgere la liturgia, è vero?
Sì, è vero. Faccio un esempio: anche da noi in chiesa c’è sempre un organo, ma è solo per decorazione. Da noi si usa la chitarra per accompagnare la Messa. C’è un’atmosfera più gioiosa, più allegra. In una parola: più latino‐americana! È come se tutta l’assemblea sia più partecipe, perché la liturgia è la festa della comunità. Per esempio, c’è un’usanza che ne dà bene il senso: nell’omelia capita spesso che il cele‐brante faccia delle domande a cui l’assemblea risponde.
Qual è il tuo rapporto con i par-rocchiani di Sant’Ignazio d’Antiochia?
Trovo che la gente ha sempre un at‐teggiamento d’amicizia verso di me. Mi colpisce la bontà dei parrocchiani. Ognuno di loro s’impegna per “fare comunità”, per migliorarla; ho visto
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che c’è nostalgia degli anni in cui la chiesa era sempre piena. Questo impegno è una cosa che mi piace. È inoltre una sfida e uno sti‐molo per noi preti, affinché riusciamo a indicare il cam‐mino.
Facendo l’università, ti capita anche di gira-re per Roma. Quali aspetti di questa città colpiscono maggiormente un giovane sacerdote venu-to dall’Ecuador?
C’è una cultura totalmente diversa. Il primo mese, non essendomi ancora abitu‐
ato, ero più intollerante verso alcuni aspetti di questa realtà. Per esempio, il fat‐
to che c’è in giro un gran numero di fumatori. Però ci sono molte caratteristiche
positive. Percepisco un diffuso interesse verso il prossimo, un certo livello
d’educazione quando si usano i mezzi pubblici. Soprattutto, mi piace la tranquil‐
lità. Giorni fa mi è capitato di dover rientrare in Parrocchia molto tardi, era quasi
mezzanotte e stavo
aspettando
l’autobus alla ferma‐
ta di Colli Albani.
Ebbene, non ho avu‐
to paura. A Quito,
invece, già alle 22.00
c’è il coprifuoco!
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Parrocchia Sant’Ignazio di Antiochia
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6° Buono offerto dal parrucchiere “Rehburg Salon”6° Buono offerto dal parrucchiere “Rehburg Salon”6° Buono offerto dal parrucchiere “Rehburg Salon” 7° Regalo offerto da 7° Regalo offerto da 7° Regalo offerto da 8° Buono spesa offerto da “Macelleria Broccatelli”8° Buono spesa offerto da “Macelleria Broccatelli”8° Buono spesa offerto da “Macelleria Broccatelli” 9° Servizio da caffè per 2 “Laura Biagiotti”9° Servizio da caffè per 2 “Laura Biagiotti”9° Servizio da caffè per 2 “Laura Biagiotti” 10° Macchina fotografica10° Macchina fotografica10° Macchina fotografica
NB: i premi non si possono cambiare e vanno ritirati entro 30 gg dalla data dell’estrazione in programma l’8.06.2014, alle ore 23.
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Dal 28 al 30 maggio triduo in onore della Madre di Dio:
18.25 Santo Rosario meditato
19.00 S. Messa solenne con omelia su Maria SS.
Sabato 31 maggio 17:00 Inaugurazione della Festa Apertura stand gastronomico, mercatino e pesca di beneficenza
18:00 S. Messa all’aperto (c/o Bar Brandi) presieduta da S.E. Giuseppe Mani, Vescovo Emerito di Cagliari e, a seguire, processione mariana
20:30 Musica dal vivo
Domenica 1° giugno 8:00 - 10:00 - 11.30 S. Messe
17:00 Apertura stand gastronomico, mercatino e pesca di beneficenza
18:00 S. Messa
18:30 Musical “7 spose per 7 fratelli” con gli allievi della (e c/o) Casa San Giuseppe
20:30 Spettacolo di magia di “Mister Sandro” e, a seguire, musica dal vivo
Lunedì 2 giugno 16:00 - 19:00 Torneo di calcetto e animazione per bambini
17:00 Apertura stand gastronomico, mercatino e pesca di beneficenza
17:00 Presentazione del libro “I verdi anni della mia vita” di Luigi Tranelli
18:00 S. Messa
20:30 Concerto del Gruppo Giovani
Martedì 3 giugno 16:00 - 19:00 Torneo di calcetto e animazione per bambini
17:00 Apertura stand gastronomico, mercatino e pesca di beneficenza
18:00 Spettacolo della Compagnia teatrale della Comunità di Capodarco
18:00 S. Messa
20:30 Musica dal vivo
Mercoledì 4 giugno 16:00 - 19:00 Torneo di calcetto e animazione per bambini
17:00 Apertura stand gastronomico, mercatino e pesca di beneficenza
17:00 Incontro su “Tra artigianato e arte: presepi, francobolli & Co.” 18:00 S. Messa
19:00 Spettacolo teatrale “Il Marchese del Grillo” degli ex‐allievi della Casa San Giuseppe
21:00 Serata musicale con Brando
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Giovedì 5 giugno Semifinale del torneo di calcetto 16:00
Apertura stand gastronomico, mercatino e pesca di beneficenza 17:00 S. Messa 18:00
Musical “Alla ricerca della felicità” della Scuola S. Elisabetta 18:30 Musica dal vivo 20:30
Venerdì 6 giugno
Adorazione eucaristica 8:00 - 12:30 Apertura stand gastronomico, mercatino e pesca di beneficenza 17:00
S. Messa 18:00 Saggi delle Scuole di ballo della Parrocchia 20:30
e, a seguire, musica dal vivo
Sabato 7 giugno Caccia al tesoro per le famiglie 09:00
Torneo di burraco 17:00 Premiazione del Concorso per le scuole 17:00
Apertura stand gastronomico, mercatino e pesca di beneficenza 17:00 S. Messa 18:00
Spettacolo musicale “La Voglia Matta” 20:30
Domenica 8 giugno
S. Messe 8:00 - 10:00 - 11:30 Finale del torneo di calcetto 16:30
Apertura stand gastronomico, mercatino e pesca di beneficenza 17:00 S. Messa 18:00
Concerto della Statuario Band 19.00 Musica dal vivo 20:30
Estrazione dei premi della lotteria 23:00 Gran finale 24:00
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Dalla cucina di Orietta
Fatevi tentare dai nostri stand ga‐stronomici che vi aspettano nume‐rosi, ma una volta a casa potete sperimentare qualche ricetta veloce della nostra Orietta!
Rondelle di pere al for-maggio spal-mabile
Ingred ien ‐ti per 4 per‐sone: 2 pere abate; 100 gr di for‐m a g g i o
morbido; sale e pepe q.b.; pinoli.
Procedimento:
Affettate sulle rondelle di pere, ciuffetti di for‐maggio e guarni‐te con pinoli.
Insalata di riso con zucchine, piselli e speck
Ingredienti (per 4 persone): 300 gr di riso; 100 gr di speck; 150 gr di piselli; 300 gr di zucchine; aglio; olio, prezzemolo e basilico.
Procedimento
Lessate il riso al dente in acqua salata; lessate anche i piselli. In una padella versate l’olio e l’aglio, aggiungete poi le zucchine tagliate a tocchetti, salate e pepate. Conti‐nuate la cottura per 5’. Scolate il riso e i piselli, metteteli in una in‐salatiera, unite le zucchine, lo speck tagliato a listarelle. Condite poi, con olio, prezzemolo e base.
Sogliole man-dorlate
Ingredien‐
ti (per4 per‐
sone):
500 gr di fi‐letti di soglio‐la; farina; 5
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cucchiai di pane grattugiato; 2 cuc‐chiai di filetti di mandorle; 1 uovo; sale e pepe q.b.; olio per friggere.
Procedimento
Asciugate bene i filetti di sogliola. Mescolate il pane e i filetti di man‐dorle. Aggiustate di sale e pepe nell’uovo sbattuto, e, infine, passa‐te i filetti nel composto di pane e mandorle, pigiandoli bene. Frigge‐te i filetti di pesce così preparati in una padella con olio ben caldo.
Contorno di indivia belga
Ingredien‐ti (per 4 per‐sone): 2 ceppi di in‐divia belga;
ravanelli; pistacchi; sale e olio EVO q.b.
Procedimento
Sfogliate, lavate bene e tagliate a listarelle l’indivia belga. Lavate e tagliate a fettine
i ravanelli. Frullate i pistacchi (tenendone alcuni interi da parte per guarnire). Mettete tutto in una insalatiera, condite il tutto mesco‐lando bene; infine, guarnire con alcuni pistacchi interi.
Gelato di ricotta
Ingredienti (per 4 persone): 500 gr di ricotta freschissima di pecora; 4 uova; 100 gr zucchero a velo; 1 bicchierino di brandy; ciliegine candite o sciroppate. Procedimento
Montate i rossi delle uova con lo zucchero. Quando saranno spu‐mosi, aggiungete la ricotta e il brandy. Foderate uno stampo con la pellicola; versatevi il composto, copritelo ancora con la pellicola e mettete in frigo per 4‐5 ore. Pote‐te servire il gelato in una coppetta oppure su un biscotto (o “waffel”) su un piattino, e decorarlo con
qualche ciliegina o, se preferite, con scaglie di cioccolato fondente.
Buon appetito!
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Beato Ludovico da Casoria: bicentenario della nascita
Duecento anni fa, l’11 marzo del 1814, nasceva a Casoria (Napoli) il figlio di uno sconosciuto vinaio e di una modesta madre di famiglia, al quale fu imposto il nome di Arcangelo. Egli, appena diciottenne, entrò nell’ordine religioso dei Frati Minori cambiando il nome in Ludovico da Casoria. Che c’entra la nostra Parrocchia con il bicentenario del figlio di un analfabeta napoletano, mescitore di vini e di una comune popolana, anche se divenne frate francescano? C’entra, eccome! Frate Ludovico fu, in un primo tempo, un comune religioso, come tanti altri, neppure bravo parlatore anche se cultore di scienze. Ma poi, si lasciò investire dalla Grazia, diede una sterzata alla sua vita e decise di calcare le orme del suo Serafico Padre scegliendo la via della fraternità con i poveri e del servizio di amore incondizionato agli ultimi: ai bambini defraudati nei loro diritti fondamentali, ai cosiddetti “accattoncelli”, ai vecchi pescatori soli e senza risorse, agli scrofolosi, a ogni uomo‐fratello umiliato dalla disgrazia sociale. Addirittura fu anticipatore di lustri nella Chiesa e nella società quando, per le vie di Napoli s’imbatté nello spettacolo vergognoso di bambini e
adolescenti africani comprati come schiavi da spudorati e improvvisati “padroni” senza scrupolo. Ormai il fuoco della carità di Cristo, testimoniata da San Francesco, ardeva nel cuore di Ludovico; era diventato un “vulcano della Carità”. L’eruzione dell’Amore fu incontrollata, trattò e pagò il riscatto e prese su di sé il disagio di quelle giovani vite per restituire loro dignità e rispetto. Nacque il suo collegio dei “moretti”, non come umiliante e discriminante “centro di accoglienza di extracomunitari, di clandestini, di soggetti pericolosi per l’equilibrio sociale”, ma come fucina di formazione e di qualificazione di
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africani che avrebbero dovuto mettere in atto la sua intuizione: “L’Africa convertirà l’Africa”. A ben riflettere quanti nostri contemporanei perbenisti dovrebbero vergognarsi al sol pensiero dell’esistenza di un frate francescano dell’800 che capì quello che essi oggi non capiscono o non vogliono capire! Ma già, in quel tempo, non tutti capirono Frate Ludovico da Casoria. Come accade spesso ai veri santi, Frate Ludovico fu contrastato, fu combattuto, fu denunciato, subì perfino la violenza della carcerazione per delle infamie calunnie. È difficile capire e accettare l’Amore gratuito per chi vive nell’egoismo, nell’egocentrismo, nella ricerca dell’affare o anche semplicemente del comodo. Già San Francesco, piangendo, gridava: “L’Amore non è amato”. Frate Ludovico soffrì l’incomprensione e la solitudine ma non si arrese. Lo abbandonarono anche i suoi, quelli più legati a lui, prima e dopo la morte. Ma non tutti. Le Suore Francescane Elisabettine Bigie, nate dal cuore e dall’ardore dell’animo vulcanico di Frate Ludovico, sono rimaste le figlie e le eredi fedeli del suo carisma. Esse sono parte viva della nostra comunità parrocchiale. Come
nelle varie parti del mondo, dalle Americhe all’Asia, all’Africa, anche qui a Roma, con la loro Casa Generalizia e la Comunità multiculturale, testimoniano il messaggio francescano nella fedeltà al loro fondatore che, speriamo, presto il Papa Francesco proclamerà santo e lo additerà alla Chiesa e al mondo come modello di vita evangelica incarnata nel tessuto delle relazioni umane. Ecco perché c’entra la nostra Parrocchia con la celebrazione del bicentenario della nascita del figlio del vinaio di Casoria. Frate Ludovico sarà proclamato Santo dalla Chiesa Cattolica, ma Egli è già il Santo che protegge la nostra comunità parrocchiale. Per questo tutta la Comunità fa festa con le
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Statua del Beato nel giardino della Casa Generalizia allo Statuario
Il Beato tra i “moretti”
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Suore Francescane Elisabettine Bigie. Una festa che non potrà e non dovrà limitarsi alla partecipazione ad una cerimonia, ad una liturgia celebrata nel Tempio. Dovrà tradursi nella liturgia della vita celebrata nel mondo, a partire dal rinvigorimento della Fede. La Fede non è una semplice adesione intellettuale a una verità enunciata, ma è la responsabile accettazione del Messaggio di Gesù, della Persona di Cristo nella nostra quotidianità. In questo tempo nelle Parrocchie, in tutta la Chiesa, si parla dell’urgenza della nuova evangelizzazione. Si parla ma … poi? Siamo tutti parolai. In questo nostro contesto esistenziale l’attualità di P. Ludovico da Casoria è impressionante. Egli non fu un “parolaio”, ma un “operaio” della fede e condusse l’opera di evangelizzazione nelle relazioni umane con i re e con i poveri alla stessa maniera, testimoniando la Carità, la Giustizia. La Pace. Quello di cui la società contemporanea è terribilmente carente. Allora? Comunitariamente assumiamo un impegno dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini senza infingimenti. Come Comunità parrocchiale, ispirandoci al Santo Frate Ludovico da Casoria, rinvigoriamo la Fede e, a cominciare dalla famiglia, dalla parrocchia, dai luoghi di lavoro, carichiamo i nostri rapporti interpersonali, il nostro operare nella Chiesa e nella società, con la forza della Carità, della Giustizia e della Pace, in sintonia con l’attiva e feconda missione delle Suore
Francescane Elisabettine Bigie presenti nella nostra Parrocchia, senza rifugiarci in argomentazioni evasive e sterili. Questa sì che sarà una celebrazione seria e degna del bicentenario di un cristiano e francescano … “D.O.C.”!
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Album di famiglia ...parrocchiale
20 giugno 2013: cena solidale all’aperto e mostra organizzate dalla Confraternita S.Ignazio di Antiochia e S. Maria Regina dello Statuario.
Incontro sul diabete con il Dott. Pagano
Mons. Marciante saluta i fedeli a fine messa (17.10.2013)
Don Simon tra i ministranti
Festa di S. Elisabetta
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Benvenuto, Babbo Natale!
Laura,Ivana,Mich
ela,Mimma,Evelina:
le “signore della co
lazione”!
Presepio di G. Tozzi allestito in Chiesa Concerto per Natale della “Statuario Band”
Concerto natalizio della Corale S. Ignazio di Antiochia
Aspettando la ...Befana per la tombolata e la premiazione del concorso dei presepi
Battesimo di Annie Rose
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Esercizi spirituali 2014
A Carnevale ogni … libro vale!
Buon Compleanno x2!
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Un momento imperdibile: la colazione comunitaria!
Vetrina ignaziana
Una pausa nella serata danzante
Altare addobbato per le “Quarantore”
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In occasione dell’annuale festività di San Benedetto, patrono d’Europa,il 21 marzo 2014 la Parrocchia, con la collaborazione dell’Associazione culturale “Vivi il tempo libero”, ha orga‐nizzato una visita particolarmente suggestiva (e ben riuscita!) a Norcia .
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Sfilata in costume dei gonfaloni delle frazioni in Piazza San Benedetto.
Don Gilberto e altri presbiteri si apprestano a concelebrare nella Basilica di San Benedetto.
Il “notaro” proclama l’apertura della festa di San Benedetto.
Don Gilberto con alcuni parrocchiani (da sx: Maria Pia, Orietta e Dante).
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Spesso, soprattutto quando cominciano a comparire alcuni fili d’argento tra i capelli, ci si sofferma a tirare un bilancio della propria vita, a ripercorrere i vari momenti‐ lieti o tristi ‐ che l’hanno segnata. Può capitare che non piaccia condi‐viderli con i propri cari, oppure che questi ultimi siano troppo presi dalla routine quotidiana per prestarvi un’adeguata attenzione, oppure non si pensa affatto a mettere nero su bianco ricordi che invece potrebbero interessare agli altri. Eppure, come dice Duccio Demetrio, esperto di autobiografia, arriva un momento in cui “si sente il bisogno di raccontarsi in modo diverso dal solito” e si comincia (o riprende) a scrivere. Allora trovare il coraggio di parlare di sé, dei propri cari, degli alti e bassi della vita significa prendersi cura di sé (con indiscu‐tibili effetti benefici), collegare i vari tasselli e le diverse dimensioni di una intera esistenza e costruire (o ricostruire) l’immagine che si ha di sé, della propria iden‐tità per affidarla agli altri. È ammirevole, quindi, l’impegno nella scrittura che alcune ...“penne d’argento” dello Statuario hanno fatto in questi ultimi mesi (e pubblicato con Futura Grafica). Indipendentemente dall’intrinseca qualità letteraria o artistica del risultato finale, sicuramente bisogna essere grati a chi condivide con noi la propria creatività, come Maria Consiglia, oppure a chi, come Luigi e Franca, ci
affida le proprie testimonianze, i propri ricordi e insegnamenti, che corrono lungo il filo della me‐moria e storia personali ma anche della Storia. Varrebbe la pena dedicare occasioni più frequenti nella nostra comunità alle memorie che ci vengo‐no tramandate e farne tesoro. Per esempio, Luigi Tranelli, carabiniere in pensio‐ne, nel suo “I verdi anni della mia vita”, ripercorre la prima fase della sua esistenza, fino al momento in cui entrò nell’Arma. “Anni verdi” (35, per la pre‐cisione, dal 1931 al 1946) non soltanto perché gio‐vanili, ma anche per la dimensione agricolo‐pastorale degli ambienti descritti, che rimandano a una realtà che era ancora scandita dal lavoro nei campi al ritmo della natura e delle stagioni. Il libro
Penne d’argento tra memorie, storia e fantasia
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si articola in due parti, ognuna con 5 capitoli: nella prima, “Educazione ed istruzione”, “Igiene e sani‐tà”, “Commercio, artigianato, agricoltura”, “Altri servizi di pubblico interesse”, “Rapporti interper‐sonali, famigliari e comunitari”), la seconda (“Avvisaglie di guerra”, “I bovini”, “Gli equini”, “Gli ovini”, “L’incantesimo della natura”). Tutti i capi‐toli offrono uno spaccato di vita e una testimo‐nianza viva, non soltanto della dimensione perso‐nale o familiare, ma anche sociale e un punto di vista sulle trasformazioni e sugli accadimenti de‐gli anni presi in considerazione. Vengono riportati ricordi intimi, fatti drammatici, aneddoti simpati‐co (come l’agnellino Leone). Completano il volu‐
me alcune immagini, come foto di famiglia, documenti di archivio, come una carta annonaria, un atto di compravendita del 1907 ecc. Maria Franca Fiornovelli Vasselli, docente di lingue in pensione e “biblio‐volontaria” presso la “Biblioteca Statuario”, rappresenta, con un bel ritmo nar‐rativo, i punti e gli aspetti salienti dell’avventurosa vita che ha portato il marito Gianni (e poi lei con lui), a viaggiare in lungo e largo, ad affrontare varie situa‐zioni problematiche. Le vicende personali e familiari ‐ l’infanzia istriana e la fret‐tolosa fuga dall’Istria (e dal rischio delle foibe), la ripresa postbellica, il lavoro come geofisico, prima in Puglia, poi in tutta Italia, la passione per i minerali e per mille lavori (intaglio, pittura ecc.), con cui impe‐gnare il tempo libero, la costituzione della famiglia, la nascita e la crescita dei quattro figli, l’arrivo dei nipoti ‐ si intrecciano, fino al 2003, con quelle di un’Italia che cambia. La profondità dei sentimenti e legami familiari e lo spessore delle qualità personali del compagno di una intera vita sono rese efficace‐mente e non scivolano mai nel banale o nel retorico in quella che, a pieno titolo, può chiamarsi “Storia di una vita e di un uomo non comuni”. Maria Consiglia Iacovelli, che molti conoscono quale clarinettista della “Statuario Band”, affida sia
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alle parole, sia al linguaggio delle immagini (quelle dei numerosi quadri che ha dipinto), poesie e pensieri che le scaturiscono dalla quotidianità. La tenerezza dei ricordi e l’apprezzamento della bellezza delle cose semplici e importanti ‐ gli affetti (compreso quello per i cani), l’amata casa paterna, il bel paese natio (Genazzano), la convivialità, l’arte e, in particolare, la musica ‐ sono i temi che ricorrono nel suo lavoro, come risulta dal piccolo “assaggio” riportato qui di seguito.
Omaggio alla Banda
La banda è un’architettura, dove tutte le arti cooperano, la musica, la poesia, la danza, la pittura. I musicisti, diretti dal loro maestro, hanno il compito
d’intensificare l’effetto sce-nografico e l’armonia, con i colori, la grandiosità, la fantasia e la grazia delle note. La banda si esibisce in concerto, offrendo musica che sembra parlare, dialoga-re, giocare, con suggestiva bellezza. Questa musica com-muove in ogni tempo, e ha sempre un profondo conte-nuto umano, che si eleva come un incenso sonoro, dif-fondendo bellezza, cultura, allegria e divertimento.
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Sessant’anni di “madonnelle” allo Statuario
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Allo Statuario si trovano molte “madonnelle”, le edicole che testimoniano la devozione a Maria: la prima, dedicata alla Madonna del Divino Amore, risale all’ottobre del ‘53. Ma è il 1954 che ha visto il fiorire di tali edicole: il centenario del Dogma della Immacolata Concezione fu infatti dedicato, per volere di Papa Pio XII, a Maria. Inoltre in quel tempo l’immagine della Madonnina di Siracusa lacrimò e il parroco di Statuario, Don Giovanni, si recò a vedere la madonnina; al ritorno commissionò la realizzazione dell’immagine della Regina dello Statuario e quella del Cuore di Maria, oltre a un simulacro . Varie difficoltà si frapposero alla realizzazione, ma ne guadagnò il risultato, “un vero gioiello di bellezza e arte”. Come leggiamo nel capitolo Devozione a Maria: le edicole mariane (p. 17‐36) del libro dell’Anno Ignaziano, pubblicato a ottobre 2013, ”Con vera passione l’autore ha voluto riprodurre l’immagine della Madonna di Siracusa, ma in modo che quel volto rendesse tutta l’espressione della tristezza accorata di un Cuore di Madre che piange il figlio traviato”. Nel frattempo, nel maggio 1954, la Pontificia Opera di Assistenza (P.O.A.) offrì una statua della Madonna Pellegrina affinché facesse il giro delle case degli abitanti al Viale Appio Claudio. Alla fine del “pellegrinaggio”, la statua fu collocata in una nicchia al lotto 18 dove, il 16 luglio 1954, giorno della
Madonna del Carmine, dopo il Rosario, il Rev.mo Padre Ricci, Segretario della Pontificia Opera di Assistenza, procedeva allo svelamento e alla benedizione della nuova edicola mariana. Finalmente fu pronta anche la Madonnina di Siracusa e la sera del 30 ottobre 1954, alla vigilia delle grandi feste romane per la proclamazione della regalità di Maria, Mons. Carlo Maccari, Segretario del vicariato, inaugurò e benedisse la nuova edicola, che costituisce, assieme alle altre della zona un piccolo museo a cielo aperto.
Presbiterio Parrocchiale Don Gilberto Serpi
Don Simon M. Cachia Don Cristian E. Luzón Paucar
[Sopra: immagine tratta da: LIDIA FERRARI CAMPO, Le chiese di Roma, Roma, Comune di Roma, 2000, p. 159]
Parrocchia S. Ignazio di Antiochia allo Statuario Via Squillace, 3
00178 ROMA
Tel./Fax: 06 718 7093
E-mail: parr.signa.roma@gmail.com http://signaziodiantiochia.wordpress.com/
Ufficio Parrocchiale Mercoledì e Venerdì : 9.30 - 12.00 dal Lunedì al Venerdì : 16.30 - 19.00
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