2013 03 07 Teoria del Comfort - University of Cagliari · 2016-01-22 · Teoria del comfort:...

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UNIVERSITA’  DEGLI  STUDI  DI  CAGLIARI                            FACOLTÁ  DI  INGEGNERIA  E  ARCHITETTURA  

                 Laurea  Magistrale  in  Archite>ura  

    L. I. di PROGETTAZIONE TECNICA E STRUTTURALE

Modulo Impianti a.a. 2012-2013 Teoria del comfort Docente: Ing. ROBERTO RICCIU

Teoria del comfort: ambienti termicamente moderati

Qualche definizione….

Comfort termico globale è riferito al corpo nella sua interezza

Comfort termico locale è riferito a

determinate zone del corpo

Nelle situazioni reali, solo se sono verificate contemporaneamente le due condizioni, si considerano accettabili

Ing.  ROBERTO  RICCIU  -­‐    Lezioni  del  L.  I.  di  PROGETTAZIONE  TECNICA  E  STRUTTURALE    

modulo  IMPIANTI  a.  a.  2012-­‐2013  

Teoria del comfort: ambienti termicamente moderati

Qualche definizione….

Ambienti termici:

Moderati: uffici, residenze, etc.

Severi: ambienti industriali ostili (ferriere,

celle frigorifere, etc.)

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Teoria del comfort: discomfort globale

Discomfort globale:

La condizione necessaria perché ci sia il comfort termico globale è che l’energia

interna del corpo umano non aumenti né diminuisca, ovvero che nell’equazione di bilancio il termine di accumulo sia nullo;

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Teoria del comfort: discomfort globale

l’equazione di bilancio: f (abbigliamento, attività, ta, va, Ф, tr, tsk, Esw) = 0

lega tra loro otto variabili: due relative al soggetto (abbigliamento e attività), quattro ambientali (temperatura, velocità e umidità dell’aria e temperatura media radiante) e due fisiologiche (temperatura della pelle e potenza termica dispersa dalla sudorazione o percentuale di pelle bagnata dal sudore)

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(Eq. 1)

Teoria del comfort: discomfort globale

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Teoria del comfort:discomfort globale

Negli ambienti moderati è fondamentale valutare lo scostamento delle condizioni reali da quelle di comfort termico globale; tale valutazione si effettua attraverso gli indici di discomfort globale (PMV e PPD), funzione di sei variabili non fisiologiche, che assumono lo stesso valore per tutte le combinazioni di queste ultime, dando luogo ad uguali sensazioni termiche.

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Teoria del comfort: indici PMV e PPD

Ing.  ROBERTO  RICCIU  -­‐  Lezioni  del  corso  di  LABORATORIO  INTEGRATO  DI  PROGETTAZIONE  TECNICA  E  STRUTTURALE  (MOD.  IMPIANTI  TECNICI)    A.A.  2012-­‐13  

Indici: PMV (predicted Mean Vote, in italiano Voto Medio Previsto) PPD (predicted Percentage of Dissatisfied)

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

INDICI PMV E PPD Indici ricavati nel 1970 da Fanger attraverso sperimentazioni condotte in camera climatica su circa 1300 soggetti (studenti universitari, vestiti tutt i al lo stesso modo, opportunamente selezionati e preparati, che svolgevano tutti la stessa attività) chiamati ad esprimere un giudizio sulle condizioni termoigrometriche sulla base di una scala a sette valori.

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Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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voto

sensazione +3

molto caldo +2

caldo +1

leggermente caldo 0

nè caldo nè freddo -1

leggermente freddo -2

freddo -3

molto freddo

Scala ASHRAE 55.2004 a 7 valori

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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Secondo Fanger il fatto che sia soddisfatta l’equazione di bilancio termico dell’energia del corpo non è sufficiente perché ci sia comfort globale; ma perché si verifichino le condizioni di benessere, devono essere soddisfatte le due equazioni: !!" = 0,42!!

! −!!!

− 58,15 !

Con: Esw= potenza termica dispersa con l’evaporazione del sudore dovuto al meccanismo di termoregolazione comportamentale

(Eq. 2)

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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Con: tsk = temperatura della pelle. Ab=area della superficie del corpo umano nudo  

QuesP  due  valori  reali,  in  condizioni  di  comfort  termico  sono  funzione  dell’aTvità  realmente  svolta  dal  sogge>o.  

Eq. 3

Teoria del comfort: da UNI EN ISO 7730:2006

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In  definiPva,  le  possibili  condizioni  di  benessere  termico  globale  sono  le  combinazioni  delle  sei  variabili  indipendenP*  che  soddisfano  contemporaneamente  le  equazioni  del  bilancio  energePco  (1),  equazione  della  potenza  termica  dispersa  (2)  e  la  relazione  che  lega  la  temperatura  della  pelle  con  metabolismo  e  potenza  meccanica  (3).

*metabolismo energetico (M), proprietà termofisiche dell’abbigliamento (ICL),

temperatura dell’aria (Ta ), velocità dell’aria (Var), grado igrometrico dell’aria (pa),

temperatura media radiante(Tr )

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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L’indice PMV si basa sul fatto che la sensazione di caldo o di freddo provata da un individuo è proporzionale al carico termico, L, definito come la differenza tra l’energia termica che, si genera all’interno del corpo umano e non si trasforma in energia meccanica (M - W), e l’energia termica che l’individuo disperderebbe se fosse in situazione di benessere:

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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L = (M – W) – (Ed* + Esw* + Eres + Cres + C* + R*) Dove: Ed*=potenza termica dispersa per diffusione di vapore attraverso la pelle; Esw*= potenza termica dispersa per sudorazione; Eres=potenza termica dispersa nella respirazione come “calore latente”; Cres= potenza termica dispersa nella respirazione come “calore sensibile”; C*=potenza termica dispersa per convenzione; R*=potenza termica dispersa per irraggiamento;

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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Esw dipende da (M – W), Ed, C e R che dipendono da tsk e quindi da (M – W); gli asterischi evidenziano che si tratta di valori non reali ma quelli che si avrebbero nelle condizioni fittizie. - La relazione tra l’indice PMV, ovvero la sensazione di caldo o di freddo di un individuo medio espressa come voto sulla scala a sette valori e il carico termico, è la seguente:

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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PMV = [0,303 exp(-0,036M/Ab)+0,028]L/Ab Dove: M=metabolismo espresso in W; Ab=area della superficie del corpo umano nudo L=carico termico

(Eq. 4)

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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Le sperimentazioni effettuate da Fanger hanno portato a scrivere le relazioni 1),2),3). Attualmente vengono ancora utilizzate come criterio di progetto e verifica degli ambienti confinati. In fase di progetto o di verifica si sostituiscono i valori di progetto o misurati all’interno delle equazioni tale per cui dall’equazione 4) risulta che il -3<PMV<+3.

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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Il PMV rappresenta il voto di un individuo medio, ovvero la media dei voti espressi da un gran numero di persone poste nelle stesse condizioni. Sperimentalmente si è visto che c’è un po’ di dispersione intorno al valore medio. Fanger ha quindi definito un altro indice, il PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied) che rappresenta la percentuale prevista di insoddisfatti, dove gli insoddisfatti sono rappresentati da coloro che votano ±2 o ±3, utilizzando i dati raccolti sui 1300 soggetti dei quali si è detto precedentemente.

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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Fanger ha poi correlato il PMV al PPD attraverso la seguente equazione: PPD = 100 – 95exp(-0,03353 PMV4-0,2179 PMV2)

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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Quanto più è vario l’insieme di soggetti sottoposti alla sperimentazione (il campione) negli ambienti moderati, come ad esempio: l’età, le condizioni psicofisiche, l’abbigliamento degli individui, più aumenta la percentuale di insoddisfatti come quella che si ottiene con il diagramma (UNI 7730:2006).

Teoria del comfort: indici PMV e PPD

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I valori di soglia ai quali si attivano i recettori variano da soggetto a soggetto; ne deriva che le risposte soggettive non sono uniformi ed è quindi impensabile realizzare condizioni che siano di comfort per tutti.

Diagramma UNI 15251:07

e 7730:06

relazione tra PMV e PPD

Teoria del comfort: valutazione degli indici PMV e PPD

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Teoria del comfort: dati in ingresso degli indici PMV e PPD

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VALUTAZIONE DEGLI INDICI PMV E PPD I dati in ingresso per il calcolo del PMV sono: •  il metabolismo; •  la resistenza termica dell’abbigliamento; •  la temperatura operativa; •  la velocità relativa dell’aria;

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Il grado igrometrico non viene preso in considerazione in quanto negli ambienti moderati l’umidità influisce molto poco sul valore della sensazione termica, cosa che non accade negli ambienti severi o quelli in cui il livello di attività è molto elevato e quindi la sudorazione è molto importante.

Teoria del comfort: dati in ingresso degli indici PMV e PPD

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I limiti di umidità da rispettare negli ambienti chiusi sono 0,30 e 0,70. Per Ф < 0,30, si seccano le mucose con diminuzione delle difese da germi e batteri; per Ф > 0,70, aumentano i rischi di allergia e le probabilità che si formi condensa sui punti freddi con conseguente sviluppo di muffe.

Teoria del comfort: dati in ingresso degli indici PMV e PPD

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Il campo d’applicazione dell’indice PMV si determina con valori di R, C, Esw, Ed, tsk e tcl che non sono quelli effettivi, a meno che non si sia in condizioni di benessere (PMV = 0); l’indice è valido per valori definiti dalle norme che stanno tra i seguenti intervalli:

Teoria del comfort: dati in ingresso degli indici PMV e PPD

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ta: 10 – 30 °C  

M: 0,8 – 4,0 met

Tr: 10 – 40 °C

Icl: 0 – 2,0 clo  

Va: 0 – 1,0 m/s

PMV: -2,0 – 2,0

Teoria del comfort: dati in ingresso degli indici PMV e PPD

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L’indice PMV è definito per il regime permanente ma può essere adoperato con successo anche per lievi variazioni di uno o più parametri, purché siano considerate le medie temporali relative all’ultima ora.

Teoria del comfort: dati in ingresso degli indici PMV e PPD

Teoria del comfort: il discomfort locale

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Il discomfort locale Perché un ambiente sia accettabile da un punto di vista termico deve essere nullo anche il discomfort dovuto a disuniformità delle variabili ambientali; non si deve verificare il discomfort localizzato. Le cause del discomfort localizzato sono: - elevata differenza verticale della temperatura dell’aria; - pavimento troppo caldo o troppo freddo; - correnti d’aria; - elevata asimmetria media radiale; -  temperatura piana radiante;

Teoria del comfort: il discomfort locale

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Fattori di Discomfort: Asimmetria temperatura media radiante

Teoria del comfort: il discomfort locale

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L’elevata differenza di temperatura dell’aria, con temperatura del soffitto maggiore rispetto a quella a pavimento, comporta ai soggetti esposti, un discomfort che può consistere in caldo alla testa e freddo ai piedi. La condizione opposta non crea discomfort agli occupanti.

Teoria del comfort: il discomfort locale

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La temperatura del pavimento, tp, può creare discomfort locale ai piedi; dall’altra è fondamentale per il valore della temperatura media radiante.

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Le correnti d’aria (o raffreddamento indesiderato) specie quelle dovute al movimento dell’aria localizzato anche in piccole parti del corpo, sono causa di discomfort specie in ambienti provvisti di impianti di climatizzazione con ventilazione forzata. Il discomfort dipende sia dalla velocità dell’aria che dalla temperatura e dall’intensità della turbolenza. Con l’aumentare della temperatura dell’aria, si possono aumentare, anche se di poco la velocità di diffusione dell’aria.

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La temperatura piana radiante è definita come la temperatura di un ambiente ideale isotermo nel quale il flusso radiante incidente su una faccia di un elementino piano è eguale a quello che si verifica nell’ambiente reale. La asimmetria di temperatura piana radiante può essere dovuta alla presenza di finestre o altre superfici verticali fredde o a soffitti caldi.

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Il discomfort dovuto all’asimmetria piana radiante non è molto frequente negli ambienti moderati. Può essere determinato dalla presenza di vetrate, da un impianto di riscaldamento a soffitto o da un impianto di raffrescamento a pavimento; i casi sono dunque quattro: parete calda, parete fredda, soffitto caldo, soffitto freddo.

Teoria del comfort: il discomfort locale

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Fattori di Discomfort: differenza temperatura testa-caviglie

Teoria del comfort: bibliografia

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-  Manuale degli impianti di climatizzazione, L. Stefanutti, EAN: 9788848118842, ED. Tecniche Nuove: 2008;

-  Manuale di progettazione Edilizia, Ed. Hoepli, volume 2, ISBN: 9788820321321 -  UNI EN ISO 7730:2006; Ergonomia degli ambienti termici - Determinazione analitica e

interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale

-  UNI EN ISO 7726:2002;Ergonomia degli ambienti termici - Strumenti per la misurazione delle grandezze fisiche

-  UNI EN 15251:2008; Criteri per la progettazione dell ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell aria interna, all ambiente termico, all illuminazione e all acustica

-  ANSI/Ashrae 55-2010; Thermal Environmental Conditions for Human Occupancy (ANSI approved)