1 Storia economica prof. Salvatore La Francesca Lezioni 2006-07 Il processo di sviluppo economico...

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Storia economicaprof. Salvatore La Francesca

Lezioni 2006-07

Il processo di sviluppo economico dalla Rivoluzione Industriale

ai nostri giorni

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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE( Seconda metà del 1700 – Prima metà dell’800)

Le premesse: • Avanzamento della scienza• Rivoluzione demografica• Rivoluzione agraria• Illuminismo e nuova cultura politica• Nascita dello stato nazionale e mutamenti

istituzionali

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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Le cause dirette :

•  Avanzamento tecnologico

• Utilizzo di nuove forme di energia e di nuovi strumenti produttivi (carbone e acciaio; macchine a vapore)

• Allargamento del mercato

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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Effetti 

• Formazione di una base industriale

• Mutamenti sociali ( nascita del proletariato e della borghesia )

• Ulteriore mutamento delle istituzioni

• Ulteriore estensione del commercio internazionale ( laissez faire )

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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Nascita e diffusione del processo di industrializzazione e con esso del “capitalismo”, un sistema nel quale

il capitale assume un ruolo predominante e un nuovo soggetto “l’impresa” coordina i

fattori produttivi e sta alla base dei processi produttivi.

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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

• Nazione leader: l’ Inghilterra

• Vi si aggiungeranno nel corso del secolo XIX la Francia, la Germania, gli Stati Uniti, l’Italia

• e via via gli altri Paesi secondo un modello simile e non identico

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La seconda rivoluzione industriale(dalla seconda metà del 1800 alla I guerra mondiale)

L’evoluzione scientifica diviene determinante e consente lo sviluppo di nuove tecnologie :

• L’energia elettrica• Il motore a scoppio• Nuovi prodotti chimici • Utilizzo del petrolio• Introduzione del telefono

Si apre una nuova fase dello sviluppo economico

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Lo sviluppo economico tra fine Ottocento e Novecento

• Le nuove tecnologie determinano un intenso accrescimento della produttività. Dalla fabbrica rudimentale si passa alla grande impresa in grado di organizzarsi e di aggredire mercati internazionali.

• Il capitalismo assume un ruolo sempre più forte ed egemone su scala mondiale.

• Si affacciano nella società i sindacati e i partiti socialisti.• Man mano all’Inghilterra si affiancano altre nazioni. Gli

Stati Uniti e poi anche il Giappone e la Russia.• Mentre si allargano gli scambi, i sistemi monetari

nazionali si avvalgono della carta moneta e nasce un sistema monetario internazionale: “ il gold standard”.

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IL COLONIALISMO

• La ricerca di materia prime, di nuovi mercati e di egemonia politica ed economica su scala mondiale determina nuovi assetti geopolitica e trasformazioni a catena nell’economia e nelle società.

• Le nazioni leader tendono ad imporre il proprio modello di cultura e di società.

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Fattori e settori strategici

• Il sistema capitalistico si fonda sui processi di sviluppo industriale sospinto dall’innovazione tecnologica e supportato da trasformazioni del mondo sociale e produttivo interagenti.

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1. L’AGRICOLTURA

• Si accresce la produzione agricola e con la meccanizzazione e la concimazione aumenta la resa dei terreni.

• Larga parte della mano d’opera si sposta verso altri settori e emigra verso altri Paesi.

• L’agricoltura aumenta in assoluto la produzione, ma si riduce la sua importanza nel complesso dell’economia e la sua partecipazione al prodotto interno lordo delle rispettive nazioni.

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2. L’INDUSTRIA

• Intensa la crescita dell’industria e con questa dell’impresa e dell’imprenditore che organizza i fattori produttivi ed anticipa o addirittura determina il mercato.

• L’applicazione di nuove tecniche produttive consente la diminuzione dei costi unitari dei prodotti e l’aumento della produttività del lavoro.

• Le nuove tecnologie e l’allargarsi delle funzioni industriali e commerciali richiede la formazione di quadri intermedi e l’evoluzione dello stesso proletariato. Con i quadri d’impresa si forma una nuova borghesia.

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L’apporto di capitale

Il processo di industrializzazione ha bisogno di essere sostenuto dall’apporto di capitale (beni prodotti e destinati a nuova produzione e disponibilità finanziarie). Ne sono fonti :

L’accumulazione primitiva di beni e denaro nascenti da produzioni agricole o da attività commerciali

Capitali propri o di soci nell’impresa Capitali resi disponibili da redditi conseguiti nello

stesso tempo da altri attività economiche Eventuali apporti di capitale straniero Autofinanziamento della stessa impresa, ossia

reinvestimento dei profitti conseguiti

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La banca e il mercato finanziario

Nel caso di imprese sotto forma di società per azioni, l’emissione di azioni sottoscritte da altri soggetti che assumono la veste di soci e condividono il rischio d’impresa

Sottoscrizione successiva di azioni o di obbligazioni compiute sul mercato finanziario da persone o banche

Prestiti consentiti dalle banche che si avvalgono delle disponibilità acquisite con i depositi dei risparmiatori

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Tipologie di finanziamento

Esistono due tipologie di finanziamento dell’impresa industriale così schematicamente riassumibili:

Sistema market oriented. Il finanziamento dell’impresa viene effettuato prevalentemente con la sottoscrizione di azioni e obbligazioni da parte di banche e di investitori.

Sistema bank oriented. Il finanziamento dell’impresa viene effettuato prevalentemente mediante prestiti consentiti dalle banche che si avvalgono dei risparmi del pubblico.

Il primo sistema è quello anglosassone. Il secondo quello dell’Europa continentale (tedesco e italiano in particolare).

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LO STATO

Lo Stato ha alcune funzioni essenziali :

Assicurare il funzionamento della società e delle sue istituzioni (le prestazioni della toga e della spada)

Dettare le regole per il funzionamento dell’economia, lasciando più o meno spazi alla iniziativa privata e ai mercati

Intervenire nella società con prestazioni nei vari campi della salute, della istruzione, delle infrastrutture.

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Funzioni dello Stato

• Accanto a queste funzioni tradizionali, lo Stato può assumere un ruolo di incentivazione e di sostegno delle attività delle imprese ed intervenire con azioni di politica economica in vista di obiettivi di carattere economico e sociale.

• Queste ultime attività devono essere totalizzanti secondo l’ormai abbandonato sistema comunista, molto contenute in politiche ispirate ad un modello liberista (modello anglosassone), più o meno ampie in modelli di ispirazione dirigista (i diversi modelli dell’Europa continentale sono stati di fatto ispirati a schemi eclettici di liberismo e dirigismo).

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La crescita dell’economia mondiale

• L’egemonia dell’Europa: politica, culturale e economica• L’Europa nel corso del XIX secolo controlla i due terzi

dell’import e dell’export mondiale• Il commercio estero pro capite aumenta di 25 volte

dall’’800 al 1913; dal 1840 al 1872 del 6% all’anno, e ciò grazie anche alla rivoluzione dei trasporti

• La Gran Bretagna adotta il libero scambio; intorno al 1860 i trattati internazionali legano commercialmente tutta l’Europa e incidono indirettamente sul commercio mondiale

• Dal 1973 si ha un ventennio di depressione e di ricorso a dazi doganali poi attenuati nel primo decennio del Novecento durante la fase di ripresa dell’economia internazionale.

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L’espansione degli investimenti internazionali

• Il liberismo e lo sviluppo del commercio con l’estero si verificano insieme all’adozione da parte dei grandi Paesi del sistema del gold standard, cioè del sistema a cambio aureo in cui la sterlina è moneta dominante sia per la predominanza del modello economico inglese sia perché assicura stabilità nel rapporto della moneta con l’oro.

• E’ la fase dell’espansione degli investimenti internazionali, specie inglesi e francesi, che offrono profitti rilevanti agli investitori, ma valgono anche a trasformare alcune economie verso le quali gli investimenti si dirigono.

• Si verificano in quegli anni vasti movimenti migratori, soprattutto verso le Americhe.

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Le diverse realtà produttive e sociali

• Il Colonialismo: cause politiche ed economiche. Effetti di stravolgimento di culture e rapporti sociali

• Diversi gli effetti sui diversi continenti e sulle diverse realtà produttive e sociali

• Il caso dell’India• L’Asia e l’Africa • Il rapido sviluppo del Giappone• Il lungo letargo cinese

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IL BOOM DEMOGRAFICO

• Le cause: evoluzione della medicina; riduzione della mortalità infantile; migliore alimentazione; controllo delle epidemie.

• La diversa distribuzione geografica e temporale.• Prima aumenta la popolazione in Europa e negli

Stati Uniti, poi nel resto del mondo.• La fame in Africa.• Le risorse sono inadeguate all’aumento della

popolazione o sono piuttosto mal distribuite ?• Le grandi emigrazioni

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LE RISORSE E L’AMBIENTE

• La risorse alimentari. Crescenti nei Paesi sviluppati; decrescenti in Africa.

• Le risorse energeticheIl petrolio. L’energia nucleare.Le energie alternative.

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SCIENZA, TECNOLOGIA, SVILUPPO INDUSTRIALE

• La straordinaria crescita delle conoscenze scientifiche procede a cascata sulle tecnologie e sugli usi industriali di queste ultime. I mutamenti sono sempre più intensi ed accelerati.

• Lo sviluppo industriale si fonda sulle tecnologie e sull’uso di materie prime tradizionali(petrolio) e nuove(uranio), nonché sulle trasformazioni della materia stessa.

• Crescita esponenziale della chimica.• Sviluppi della meccanica di precisione e aumento delle

macchine utensili• L’industria da semplice produttrice di beni di consumo

diviene produttrice di beni d’investimento.• Produzione di massa (automobile)• Servizi di massa (telefono )

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L’ISTRUZIONE

• Assume un ruolo strategico il capitale umano e quindi la formazione culturale e tecnica.

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LE RELAZIONI INTERNAZIONALI

• Sono determinanti le situazioni geopolitiche per il ruolo egemone dell’Occidente.

• La distribuzione del commercio mondiale avviene in funzione della distribuzione del lavoro internazionale.

• Dalle Nazioni dominate arrivano le materie prime, da quelle dominanti i prodotti manifatturieri.

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L’IMPRESA

• Le strutture e l’organizzazione d’impresa mutano in relazione all’allargamento dei mercati. Si affermano le grandi imprese e avvengono grandi concentrazioni industriali e commerciali. Nascono le società multinazionali.

• Nascono le organizzazioni sindacali e i partiti.

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L’EVOLUZIONE ISTITUZIONALE

• Lo Stato assume funzioni sempre più importanti.

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LA GRANDE GUERRA

• Conseguenze economiche della guerra• Aumento della capacità produttiva nell’industria pesante• Mutamento nei rapporti commerciali, produttivi e finanziari tra le • varie aree del mondo.• Inflazione • Conseguenze economiche della pace• Profondi mutamenti sociali e nuovi assetti geopolitici• Rivoluzione russa• Istituzione della lega delle nazioni• Neo protezionismo americano e blocco dell’emigrazione negli USA• Errore di imporre riparazioni alla Germania causa dell’iperinflazione

tedesca• Nuovi equilibri commerciali e valutari ( il gold exchange standard )

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LO SVILUPPO DEGLI ANNI ‘201

• Gli anni ’20 presentano un panorama complesso e sono segnati per l’Occidente da una fase di stagnazione per l’Inghilterra, di ripresa per la Germania dopo il 1923 , per la Francia e per l’Italia.

• Per gli Usa si tratta di un ciclo di intensa crescita, pur segnata da aspetti contraddittori.

• L’Inghilterra che aveva finanziato il mondo, con considerevoli rientri di capitale finanziario, deve registrare perdite di capitale e viene sopravanzata come nazione creditrice dagli Stati Uniti che, disponendo di ingenti risorse, da area beneficiaria di investimenti stranieri come era nell’Ottocento, diviene creditrice nel mondo ed in Europa e Germania in particolare.

• Gli USA che avevano determinato la fondazione della Società delle Nazioni non vi aderiscono successivamente; introducono tariffe protettive e limitative dell’emigrazione. Il Piano Davies introduce moderazioni nel meccanismo delle riparazioni tedesche.

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LO SVILUPPO DEGLI ANNI ’202

• Il modello di sviluppo americano degli anni ’20 si afferma e si va diffondendo nel mondo. Sviluppo dell’automobile, dei metodi di organizzazione del lavoro, di crescita della grande impresa, della produzione di massa, della vendita a rate. Sviluppo anche nell’edilizia e nell’agricoltura. Fortissima tuttavia la sperequazione nella distribuzione del redditi. E ciò sarà una delle cause della successiva crisi del 1929.

• La “grande crisi” aveva origine nell’eccesso di produzione rispetto ad una domanda interna ed internazionale non più in grado di acquistare automobili e beni di consumo durevole.

• Dal punto di vista finanziario lo sviluppo degli anni ’20 aveva determinato la lievitazione delle quotazioni di borsa sospinte dalla speculazione facilitata da bassi di interesse. La quotazione delle azioni aveva avuto una crescita assolutamente superiore al valore effettivo delle aziende che dovevano intanto fronteggiare i minori profitti, discendenti dalla diminuzione della produzione imposta dall’impossibilità della domanda di spingersi a livelli superiori.

• Nell’ottobre del 1929 le quotazioni delle azioni discesero bruscamente determinando il panico in borsa.

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LA GRANDE DEPRESSIONE

• Dalla caduta delle prospettive di reddito, dalla caduta del valore delle azioni e dal successivo impoverimento dei risparmiatori derivarono l’arresto degli investimenti, numerosi fallimenti e gravissima disoccupazione che a sua volta abbassava i livelli di consumo e quindi, a catena, l’ulteriore crisi agricola e industriale.

• La crisi si propaga in Europa sia nella finanza che nella produzione e nell’occupazione: è tanto più grave in Germania perché i capitali americani si ritirano negli USA.

• Ne consegue una crisi degli scambi e del sistema monetario internazionale.

• L’Inghilterra esce dal Gold standard e tutte le nazioni per difendere la propria occupazione fissano barriere protettive nei confronti delle merci straniere.

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IL NEW DEAL

• Il nuovo Presidente USA, F.D. Roosevelt, adotta una politica economica d’intervento mirata a sostenere redditi e consumi, insieme alla creazione di infrastrutture.

• La politica del nuovo Presidente e degli economisti che lo collaboravano presenta aspetti molto vicini alle teorie di J.M. Keynes che sosteneva politiche di “deficit spending” statali atte a sostenere domanda e investimenti.

• L’efficacia delle politiche del New Deal è stata molto discussa. In ogni caso valse a fare crescere le aspettative di ripresa come di fatto avvenne.

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LA CRISI IN EUROPA

• Gli effetti furono devastanti quasi come negli USA.

• Particolarmente gravi in Germania anche per effetto del ritiro dei capitali statunitensi e ciò facilitò l’ascesa di Hitler. In Germania vi fu poi la ripresa anche all’insegna di una politica di riarmo.

• Le politiche economiche inglesi e francesi furono tradizionali ed aumentarono la disoccupazione. Soltanto dopo il 1935 con l’ascesa delle sinistre la situazione registrò miglioramenti.

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IL SECONDO DOPOGUERRA

• La Guerra. Ricerca scientifica e tecnologie di distruzione. L’energia atomica.

• Il primo dopoguerra tra collaborazione e conflitto. L’ONU. La decolonizzazione.

• La ricostruzione delle economie dell’Occidente.• Gli accordi di Bretton Woods. Il sistema dei

cambi fissi. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.

• La ripresa degli scambi internazionali . Il GATT.

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I SUCCESSI DELLE ECONOMIE OCCIDENTALI E L’AVANZATA DELLE

ECONOMIE “EMERGENTI”

• I successi delle economie occidentali. Il primato degli USA.

• La terza rivoluzione industriale : energia atomica, informatica e telematica.

• Le aree commerciali MEC, EFTA, COMECON.• La pianificazione in Russia. Le economie

dell’Oriente. I successi del Giappone. L’avanzata della Cina.

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DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE AI NOSTRI GIORNI

• Il processo di integrazione europea ( dalla Ceca alla Cee)

• Le crisi petrolifere degli anni ’70 . La stagflazione.• Lo sviluppo delle economie occidentali tra XX e

XXI Secolo. Il processo d’integrazione europea.• Dallo Sme all’Euro.• La new economy• Dal Gatt al Wto verso la globalizzazione.

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L’ ECONOMIA ITALIANA

• L’UNIFICAZIONE NAZIONALE• GLI ANNI ’80 E GLI ANNI ’90 TRA SVILUPPO, CRISI E RIPRESA• L’ETA’GIOLITTIANA E LA FORMAZIONE DELLA BASE

INDUSTRIALE• LA GRANDE GUERRA• DOPOGUERRA E FASCISMO• GLI ANNI TRENTA• LA RICOSTRUZIONE

LO SVILUPPO DEGLI ANNI ’50• LA CRESCITA CONTENUTA DEGLI ANNI SESSANTA• LA CRISI DEGLI ANNI SETTANTA

LA DIFFICILE RIPRESA DEGLI ANNI OTTANTA• PROBLEMI DI STABILITA’ FINANZIARIA E MODIFICAZIONI

SISTEMICHE

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L’UNIFICAZIONE NAZIONALE

– Dagli stati preunitari all’unificazione. Dagli stati disomogenei ad un'unica nazione.

– Il dualismo economico (nell’agricoltura, nell’industria , nella banca, nella società ).

– L’unificazione normativa e i problemi della finanza pubblica, dell’agricoltura, della fiscalità, dello sviluppo industriale.

– Il liberismo. Dalle tariffe doganali liberiste al protezionismo).

– Le questioni monetarie : convertibilità della moneta e corso forzoso.

– Banca e borsa nei primi decenni unitari.

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GLI ANNI ’80 E GLI ANNI ’90 TRA SVILUPPO, CRISI E RIPRESA.

– Il temporaneo ripristino della convertibilità della lira in oro.– La nascita del protezionismo ( le tariffe del 1876 e del 1878).– La legislazione per la bonifica agraria ( la legge Baccarini del

1883).– La crescita industriale. L’industria tessile. I problemi della

siderurgia. La meccanica. – Il ruolo dello Stato. Infrastrutture. Promozione industriale.– La Banca d’Italia e la nuova banca mista ( Banca commerciale

italiana, Credito Italiano, Banco di Roma, Banca italiana di sconto).

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L’ETA’GIOLITTIANA E LA FORMAZIONE DELLA BASE INDUSTRIALE

– Il ruolo della banca mista nella formazione della grande industria.

– Il rapporto tra banca e industria: prestiti e partecipazioni.

– Il progresso dei vari settori : siderurgico, elettrico, meccanico, tessile.

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LA GRANDE GUERRA

– La crescita dell’industria bellica– Il debito pubblico e l’inflazione

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DOPOGUERRA E FASCISMO

– Il problema della riconversione industriale. Crisi della grande industria e della banca.

– Le grandi questioni sociali L’avvento del fascismo.– Le politiche economiche di De Stefani e di Volpi.– Il cambio della lira e “ Quota ‘90”. I diversi effetti

sull’industria.– La costituzione del Crediop e dell’Icipu.– La riforma bancaria del 1926 e l’unificazione del servizio di

emissione dei biglietti di banca.– Il rientro nel sistema monetario internazionale : il gold exchange

standard. – Normative di garanzia di correttezza dell’attività bancaria anche

a tutela del risparmiatore.

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GLI ANNI TRENTA

– L’impatto della crisi del 1929 in Italia.– La crisi industriale e delle grandi banche. Crisi di

liquidità delle banche di fronte alla crisi temporanea delle aziende e coinvolgimento della Banca d’Italia quale prestatore di ultima istanza.

– La costituzione dell’IMI, quale istituto di credito a lungo termine contro emissione di obbligazioni da collocare sul mercato.

– La bonifica integrale e la battaglia del grano.– L’ordinamento corporativo.– L’autarchia.

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La costituzione dell’IRI– La struttura dell’IRI.– L’assunzione da parte dell’IRI dei pacchetti azionari delle tre

grandi banche e di grandi imprese.• L’IRI, utilizzando i fondi ricevuti dallo Stato, si accolla debiti delle

imprese verso le banche e quelli delle banche verso la Banca d’Italia. Accollandosi i debiti e divenendo quindi l’Iri stesso creditore di banche e imprese, trasforma i crediti così acquisiti in capitale azionario.

• L’IRI, ente pubblico, acquisisce la proprietà delle azioni di Comit, Credit e Banco Roma, nonché di gran parte delle più grandi imprese siderurgiche, meccaniche, cantieristiche e di navigazione. Resteranno private le grandi imprese elettriche, chimiche e la Fiat.

• Le imprese irizzate dovranno competere comunque sul mercato come imprese private.

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La legge bancaria del 1936

• La legge bancaria del 1936 e i suoi principi fondamentali : specializzazione del credito, separatezza della banca dall’industria, vigilanza sul sistema bancario ad opera della Banca d’Italia che diviene a tutti gli effetti banca centrale.

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LA RICOSTRUZIONE

• I problemi del dopoguerra. La collocazione internazionale dell’Italia e la ricostruzione.

• Il Piano Marshall.• La linea di stabilizzazione monetaria di Einaudi:

la difesa del cambio, le misure contro la speculazione finanziaria, la riserva obbligatoria.

• La riapertura del Paese al commercio internazionale.

• La CECA, primo passo verso l’unificazione europea.

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LO SVILUPPO DEGLI ANNI ’50

– Una prima fase di sviluppo ( 1951 – 1957 )– Ripresa dell’agricoltura e dell’industria. L’industria privata,

l’IRI e la costituzione dell’ENI.– La Cassa per il Mezzogiorno e il dualismo dell’economia

italiana– La fase dello sviluppo accelerato ( Il miracolo economico –

1958 – 1963 )– L’intensa crescita industriale. Lo sviluppo della meccanica,

della siderurgia, dell’industria elettrica.– Il ruolo del sistema finanziario. Il sistema bancocentrico.– L’emigrazione dal Sud al Nord.– I consumi degli italiani. Televisione e autostrade.– Il Trattato di Roma costitutivo della CEE

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LA CRESCITA CONTENUTA DEGLI ANNI SESSANTA

– I governi di centrosinistra– La nazionalizzazione dell’energia elettrica– I tentativi di programmazione economica– Le nuove realtà industriali

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LA CRISI DEGLI ANNI SETTANTA

– La crisi petrolifera internazionale e gli effetti sull’economia italiana.

– La stagflazione e la crisi industriale.– Problemi del lavoro e della società.– Il ruolo del sistema bancario.

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LA DIFFICILE RIPRESA DEGLI ANNI OTTANTA

• Problemi della ristrutturazione industriale

• Il putting out e i distretti industriali.

• L’espansione della spesa publica

• Il sistema monetario europeo (Lo Sme )

• Verso l’Unione Europea (L’atto unico europeo).

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PROBLEMI DI STABILITA’ FINANZIARIA E MODIFICAZIONI SISTEMICHE

• Il trattato di Mastricht. Dallo Sme verso l’Euro.• Problemi di bilancio e privatizzazione

dell’industria pubblica.• Le profonde modificazioni nel sistema bancario:

dall’assetto pubblico al privato (legge 1990). Dalla banca specializzata alla banca universale (legge 1993 )

• L’impresa italiana di fronte all’evoluzione tecnologica ed alla globalizzazione.