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Indicatori ( di processo, di risultato)
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del pro-
gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici
3) Identificativo della linea o del-
le linee di intervento generale (
indicate nel quadro d’insieme)
2.1 - Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale e domestico
4) Numero identificativo del pro-
getto o del programma all’interno
del piano operativo regionale
2.1
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
6) Beneficiari ( target
dell’intervento)
La comunità, i Decisori politici, i Decisori in materia di sicu-
rezza pubblica e i Decisori sanitari
7)Obiettivi di salute ( e/o obietti-
vi di processo) perseguiti** Sperimentazione di un sistema di sorveglianza basato su dati integrati, in grado di migliorare la conoscenza dell’incidentistica per orientare la programmazione e con-sentire la valutazione dell’efficacia degli interventi sanitari, infrastrutturali e sul contesto ambientale.
Indicatori Fonte di
verifica
Valore al
31/12/2012
Valore al
31/12/2013
Valore al
31/12/2013
Osservato Atteso Osservato
Sviluppo di una reportistica relativa agli inci-
denti stradali
Rapporto Presente Presente
Sviluppo di una reportistica relativa agli inci-
denti domestici
Rapporto Non Presente Presente
Sperimentazione di un modello di analisi di dati
relativi agli incidenti stradali provenienti da dif-
ferenti flussi (sanitari, Istat)
Gruppo
tecnico
regionale
Non presente Presente
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento even-
tualmente supportato
da elementi oggettivi
Il razionale
In Calabria gli incidenti stradali e domestici rappresentano, come nel resto
del Paese, un problema di rilevante interesse per la Sanità Pubblica: nel
Piano Regionale per la Prevenzione è stato pertanto avviato uno specifico
progetto finalizzato alla realizzazione di un sistema di sorveglianza
degli incidenti stradali e domestici quale base conoscitiva per orientare le
successive azioni di prevenzione.
In Italia la rilevazione dell'incidentalità stradale è demandata ai seguenti
enti: ACI, Ministero dell'Interno, Polizia Stradale, Carabinieri, Polizie
Municipali, Province che hanno sottoscritto una convenzione con
l’ISTAT mirata alla raccolta, al controllo, alla registrazione su supporto
informatico e al successivo invio dei dati allo stesso Istituto. La rilevazio-
ne avviene tramite la compilazione del modello IstatCtt/Inc, che raccoglie
informazioni necessarie a identificare localizzazione e dinamica
dell’incidente, mancano tuttavia dati sul tipo e sull’entità delle lesioni
traumatiche necessitanti di trattamento sanitario.
Il progetto intende raggiungere lo scopo prepostosi attraverso
un’evoluzione del sistema di raccolta dati CTT-INC di ISTAT con le se-
guenti caratteristiche:
utilizzo di nuove metodologie e mezzi messi a disposizione dalle
moderne tecnologie (informatizzazione del processo);
integrazione del sistema di rilevazione ISTAT, mantenendone co-
munque la piena compatibilità (miglioramento qualitativo del dato
ISTAT);
estendendo le conoscenze anche alle abitudini comportamentali connesse
alla guida rilevate con il sistema di sorveglianza PASSI.
A tal fine sarebbe opportuno utilizzare il sistema in atto presso
l’Amministrazione Provinciale di Crotone ed individuare l’ASP di
Crotone quale capofila, che per rendere operativo il progetto provvederà
alla sottoscrizione di apposita convenzione con la Provincia di Crotone.
Inoltre, sarà potenziato e migliorato il processo di informatizzazione dei
PP.SS. ospedalieri e si possono integrare i flussi della sorveglianza PASSI
a regime su tutto il territorio regionale.
Il progetto iniziale viene riformulato estendendo la sorveglianza, per il
2013, anche alle quattro ASP di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Va-
lentia che dispongono dei suddetti flussi sanitari e che proseguiranno la
collaborazione già avviata con il Centro di Monitoraggio della Sicurezza
Stradale della Provincia di Crotone (convenzionato con l’ISTAT), finaliz-
zata alla sperimentazione di un modello di analisi che permetta la stesura
di un report analitico e, successivamente,la georeferenziazione degli inci-
denti stradali.Tali dati potranno essere utilizzati sia per ottimizzare la ri-
sposta sanitaria nella fase acuta dell’intervento (118, Pronto Soccorso), sia
per gestire il sistema dei trasporti, la manutenzione stradale, la regolazio-
ne della circolazione e il controllo del territorio.
Per quanto riguarda gli incidenti domestici, non esiste un analogo
modello per la rilevazione degli stessi necessitanti di prestazioni sanitari:
la sorveglianza farà, pertanto, riferimento ai soli dati di Pronto Soccorso,
118, registri di mortalità, ricovero (S.D.O) e a quelli rilevati dalla
sorveglianza PASSI e PASSI d’Argento o dalle indagini ISTAT, per la
redazione di un report dedicato.
Scopi generali che si
propone
Creare e sperimentare una struttura di monitoraggio regionale
dell’incidentalità stradale denominata “Centro Regionale sugli Incidenti
Stradali nella Regione Calabria(CRISC)” in grado di fornire i dati relativi
all’incidentalità, in rispetto delle tempistiche adottate per la rilevazione
statistica ISTAT sugli incidenti stradali e divenire strumento per il gover-
no del fenomeno dell’incidentalità stradale.
Fasi e attività Ottimizzazione della collaborazione per la costituzione del centro
regionale per la sorveglianza degli incidenti stradali e domestici in seguito
alla stipula della convezione tra Azienda sanitaria capofila e la Provincia
di Crotone
Attivazione e nomina responsabili e componenti dei gruppi aziendali.
Acquisizione flussi informativi settore sanitario.
Acquisizione flussi informativi settore extrasanitario.
Analisi completezza e qualità dei dati.
Elaborazione dei dati.
Stesura rapporti (entro 12 mesi dalla fine dell’anno di riferimento).
Comunicazione dei dati ai portatori di interesse.
Attori e portatori di
interesse coinvolti
Regione (sanità, infrastrutture, trasporti) – Aziende Sanitarie Provinciali
(ASP) (Pronto Soccorsi, 118, flussi informativi amministrativi e sanitari) -
Istat – ACI – Prefetture – Province – Comuni - Polizia stradale - Carabi-
nieri - Polizia urbana– Polizia provinciale – Pubblica Istruzione – Moto-
rizzazione – ANAS – Organizzazioni e Associazioni di cittadini.
Tempi di attuazione Dal 01/01/2103 al 31/12/2013
Risultati attesi Costituzione del Centro Regionale sugli incidenti stradali ( CRIS) –
Produzione di due rapporti sull’incidentalità stradale e domestica nelle
ASP di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia.
1) REGIONE
CALABRIA
2) Titolo del progetto o del
programma Giovani e sicurezza stradale – Interventi preventivi
nell’Azienda Sanitaria di Cosenza
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento genera-
le (indicate nel quadro
d’insieme)
2.1 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano operativo
regionale
2.1.2
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
6) Beneficiari ( target
dell’intervento)
Target finale: giovani 13– 24 anni, residenti nella provincia di
Cosenza
7) Obiettivi di salute ( e/o obiet-
tivi di processo) perseguiti**
Obiettivo di salute Riduzione della mortalità e disabilità
conseguenti ad incidenti stradali, connessi alla guida sotto
l’effetto di alcol e/o sostanze, nei giovani.
Obiettivo specifico n. 1 Mantenimento di collaborazioni con en-
ti e associazioni di categoria e volontariato coinvolti e interessati
al tema della prevenzione degli incidenti stradali, al fine di dif-
fondere la cultura di guida sicura e favorire un uso consapevole e
responsabile di bevande alcoliche.
Obiettivo specifico n. 2 aumentare nei giovani conoscenze e
competenze per una guida responsabile e favorire un uso consa-
pevole e responsabile di bevande alcoliche
(attraverso la realizzazione di interventi informativi – educativi.)
Indicatori Fonte di
verifica
Valore al 31/12/2013 Valore al 31/12/2013
Atteso Osservato
Numero di moltiplicatori già formati coin-
volti in iniaziative di prevenzione nei con-
testi educativi
Report degli inter-
venti
Almeno 10 moltiplicatori
nell’ASP di Cosenza
Numero di interventi attuati nei contesti
educativi/formativi
Documenti formali
di collaborazione
con gli Enti/ Istitu-
zioni .
Almeno n° 10 interventi
attuati nei contesti educa-
tivi/formativi dell'ASP di
Cosenza
Numero di giovani raggiunti
Enti/Istituzioni
con cui si atti-
vano gli
interventi
Almeno N° 300 giovani
raggiunti per l’ambito
provinciale
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento
eventualmente
supportato da
elementi ogget-
tivi
Gli incidenti stradali in Italia sono la principale causa di morte e di disabilità nella
popolazione al di sotto dei 40anni ed il 25% dei decessi per tale causa interessa i
giovani con meno di 23 anni. Da dati Istat risulta che in Italia nel 2011 gli inci-
denti stradali rilevati sono stati 205.638 che hanno causato 3.860 morti e 292.019
feriti. In Italia, tra il 2001 e il 2011, gli incidenti stradali con lesioni a persone so-
no passati da 263.100 a 205.638,con un calo del 21,8%; i morti sono passati da
7.096 a 3.860 (-45,6%) e i feriti da 373.286 a 292.019(-21,8%). Nello stesso pe-
riodo si è registrata anche una costante riduzione dell’indice di mortalità (numero
di morti ogni 100 incidenti), passato da 2,70 nel 2001 a 1,88 nel 2011. La varia-
zione percentuale annua del numero dei morti evidenzia, a partire dal 2002, una
riduzione della mortalità sempre più consistente nel tempo. (RAPPORTO ACI-ISTAT
2011 ).Tra il 2010 e il 2011 la diminuzione del numero dei morti è stata del 5,6%
.Rispetto al 2001, nel 2010 l’Italia ha registrato una diminuzione del numero di
morti del 45,6% negli incidenti stradali, risultato importante anche se non si è
raggiunta la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010 raccomandata dal
Libro Bianco dell’Unione Europea. Nel RAPPORTO ACI-ISTAT 2011 sugli incidenti
stradali (pubblicato Il 31 ottobre 2012 ) si evidenzia che, rispetto al 2010, l’anno
scorso si è riscontrato un calo nel numero di incidenti stradali (-2,7%), di feriti (-
3,5%) e di morti (-5,6%) e i giovani 20-24enni sono le principali vittime di inci-
denti stradali.
In Calabria, nel 2011, si sono verificati n° 2.989 incidenti, che hanno causato
n°104 morti e n°5.116 feriti. Anche in Calabria,come nelle altre Regioni italiane,
il numero di morti per incidenti stradali in termini mortalità, è costantemente di-
minuito dal 2001 al 2011. Questi risultati sono stati raggiunti grazie alla sinergia
delle diverse azioni di prevenzione degli incidenti stradali promosse da da En-
ti,Istituzioni, Associazioni, Forze dell’Ordine e dalle Campagne di Comunicazio-
ne.
Al fine di rafforzare e migliorare i risultati fin ora raggiunti, è necessario prose-
guire nelle attività di prevenzione dimostratisi efficaci.
Le cause principali degli incidenti stradali, riferite ai fattori umani, restano
attribuibili al consumo di alcol, alla distrazione alla guida e al mancato rispetto
delle regole del Codice della Strada .
La Regione Calabria ha aderito, nei precedenti Piani Regionali di Prevenzione, ai
Progetti Nazionali di prevenzione degli incidenti stradali “ Scegliere la Strada del-
la Sicurezza (2006-2011)” e “Insieme x la sicurezza: Moltliplichiamo le azioni
preventive” promossi dal Ministero della Salute e dal CCM .
L’efficacia riscontrata, nell’esperienze pregresse, delle strategie comunicative
previste dai Progetti CCM, orienta la scelta di proseguire le azioni preventive nei
contesti educativi/formativi, utilizzando la metodologia informativa interattiva ed
il materiale didattico proposto dai Programmi Nazionali (video, slides, spot pub-
blicitari e campagne pubblicitarie, video musicali, giochi multimediali) al fine ,
non solo, di veicolare informazioni, ma stimolare e rafforzare le abilità individuali
(life skills). L’adolescenza è il periodo della vita in cui si struttura la personalità e
si acquisiscono atteggiamenti e comportamenti, per cui è utile proporre iniziative
di promozione di corretti stili di vita in questa fascia di età anche per contrastare
l’influenza dei pari e le pressioni della pubblicità.
Saranno proposti interventi focalizzati sulle conseguenze del mancato rispetto
delle norme relative alla sicurezza stradale ( distrazione, uso del cellulare, rischi
correlati alla guida sotto effetto di bevande alcoliche, ecc).
In Calabria gli adolescenti che vivono nelle zone più periferiche e disagiate han-
no minori opportunità di essere raggiunti da programmi/iniziative di promozione
della sicurezza stradale e per contrastare questa diseguaglianza è opportuno privi-
legiare questi contesti educativi/formativi .
Scopi generali
che si propone
Obiettivo generale. Riduzione nei giovani, della mortalità e disabilità per inci-
denti stradali conseguenti a guida sotto l’effetto di alcol e/o sostanze, distrazione,
mancato rispetto delle norme.
Fasi in cui si
articola
Il progetto prevede attività informative/educative rivolte ai giovani e caratterizza-
te dall’utilizzo del materiale didattico proposto dal Programma Nazionale Pre-
venzione Incidenti Stradali(video, slides, spot pubblicitari e campagne pubblicita-
rie, video musicali, giochi multimediali) per creare situazioni stimolo con mo-
menti di confronto fra i giovani e condotte nei contesti educativi/formativi, dagli
Operatori Sanitari e/o dai “Moltiplicatori “già formati nei precedenti Progetti Na-
zionali “Scegliere la Strada della Sicurezza” e“Insieme per la sicurezza”
La metodologia educativa prevista mira a stimolare la capacità decisionale (capa-
cità di prendere decisioni in modo consapevole e costruttivo, considerando le di-
verse opportunità e le possibili conseguenze che ogni scelta implica) e
l’autoefficacia regolatoria (capacità di resistere alle influenze dei pari,
soprattutto quando questi invitano a cimentarsi in comportamenti che possono
mettere a rischio la propria salute.
Le fasi del progetto pertanto sono le seguenti:
fase 1: Individuazione degli operatori sanitari e dei “moltiplicatori dell’azione
preventiva”( già formati negli anni precedenti) e inoltre dei “contesti educati-
vi/formativi” (autoscuole, scuole) in cui attivare gli interventi, individuandoli tra
le sedi periferiche meno raggiunte da programmi/iniziative di sicurezza stradale
rivolta ai giovani.
fase 2: Pianificazione delle attività di prevenzione degli incidenti stradali nei
“contesti educativi/formativi”individuati.
fase 3: Attivazione degli interventi di prevenzione degli incidenti stradali nei
“contesti educativi/formativi” a cura degli operatori sanitari e dei “moltiplicatori
dell’azione preventiva” individuati localmente.
fase 4: Valutazione degli interventi.
Attività di cui
si compone
Selezione della/e strategia/e di intervento scelte: Valorizzare le competenze ac-
quisite dagli Operatori Sanitari e dai “moltiplicatori dell’azione preventiva” già
formati e coinvolti nei precedenti Programmi, per attivare interventi nei contesti
educativi applicando la strategia comunicativa interattiva e i materiali didattici
stimolo dei precedenti Progetti Nazionali (in considerazione dell’efficacia rilevata
e dell’esperienza maturata).
Attori e porta-
tori di interesse
coinvolti
Operatori sanitari della Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza i “Moltiplica-
tori dell’azione preventiva”( Associazioni di volontariato, Docenti della Scuola,
Insegnanti/istruttori di Autoscuole, Forze dell’Ordine,Volontari del soccorso)
Scuole e Autoscuole.
Tempi di attua-
zione (crono-
programma)
Anno 2013
Indicatori ( di
processo, di ri-
sultato)**
Numero di moltiplicatori già formati coinvolti in iniziative di prevenzione nei
contesti educativi
Numero di interventi attuati nei contesti educativi/formativi
Numero di giovani raggiunti
Risultati attesi Aumento delle competenze di “guida responsabile” nei giovani 13 – 24 anni
(modifiche attitudinali e comportamentali).
Indicatori (di processo e di risultato)
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato da
elementi oggettivi
L’agricoltura, dal punto di vista infortunistico, è da sempre uno dei settori ad alto
rischio insieme al settore delle costruzioni. Negli ultimi anni si è riscontrata una
costante diminuzione del numero di infortuni che nel 2011 sono stati 47054 (dato
nazionale) con una flessione di circa il 18% rispetto al 2007. Aumentano, tuttavia,
gli infortuni mortali del 5% circa nel quinquennio che va dal 2007 al 2011 atte-
standosi nel 2011 su 109 casi (104 nel 2007), di cui oltre il 90% in occasione di la-
voro ossia nell’esercizio effettivo dell’attività lavorativa. Molteplici sono i fattori
che contribuiscono al fenomeno infortunistico in agricoltura: la frammentarietà
della realtà produttiva, la tipologia di azienda spesso a conduzione familiare, l’età
elevata, il basso grado di formazione e addestramento, l’utilizzo di manodopera
straniera migrante spesso non formata se non addirittura improvvisata, il lavoro
sommerso, la presenza di persone che si dedicano all’attività agricola in maniera
saltuaria (hobby farmer).
Dall’analisi dei dati, in Calabria, risultano denunciati, nel 2011, 1118 infortuni con
una flessione rispetto al 2010 del 2,2%. La provincia con il più alto numero risulta
Cosenza con 565 infortuni seguita da Catanzaro con 235. Rimane costante invece
il numero di infortuni mortali pari a 4 sia nel 2010 che nel 2011. Nel 2012 risulta-
no avvenuti complessivamente 916 infortuni
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del
programma Prevenzione infortuni in agricoltura attraverso azioni di controllo in attua-
zione del Piano Regionale Agricoltura
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento
generale ( indicate nel
quadro d’insieme)
2.2 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavorativo e delle
patologie lavoro correlate
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano opera-
tivo regionale
2.2.1
5) Breve descrizione
dell’intervento program-
mato *
Vedi sotto
6) Beneficiari ( target
dell’intervento)
Popolazione occupata in agricoltura
7) Obiettivi di salute ( e/o
obiettivi di processo) per-
seguiti**
Riduzione degli infortuni in agricoltura attraverso un’efficace azione di controllo
in almeno 250 aziende e 300 macchine agricole.
Indicatori Fonte di verifi-
ca
Valore
dell’indicatore al
31 dicembre 2012
Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013
Atteso Osservato
1) N. ro aziende
agricole con-
trollate sul ter-
ritorio regiona-
le
Report annuale
276 Ulteriori 250
2) N.ro macchine
agricole con-
trollate
Report annuale
638 Ulteriori 300
Un’efficace azione di informazione, assistenza e formazione insieme al migliora-
mento dell’attività di prevenzione e vigilanza, in prosecuzione di quanto già attuato
dai Servizi PISAL nel biennio 2011/2012, può consentire il raggiungimento degli
obiettivi di salute del progetto.
Scopi generali che si propone Lo scopo generale dell’intervento è la prevenzione degli infortuni attraverso
l’intensificazione dei controlli sulle aziende agricole e sulle macchine agricole uti-
lizzate con azioni di prevenzione e vigilanza ed interventi di formazio-
ne/informazione ed assistenza alle aziende al fine di accrescere la cultura della si-
curezza.
Fasi in cui si articola - Valutazione delle aziende da ispezionare secondo criteri ben definiti.
- Aggiornamento operatori SPISAL
- Campagna di sensibilizzazione ai gruppi di interesse.
- Monitoraggio attività di vigilanza eseguita.
- Monitoraggio prescrizioni impartite.
- Valutazione dei dati di reporting.
Attività di cui si compone - Realizzazione piani di intervento.
- Percorsi di aggiornamento mirati agli operatori addetti al controllo.
- Seminari e diffusione di materiale informativo per le aziende.
- Attività di vigilanza mirata alle macchine agricole.
- Controllo di 250 aziende agricole e 300 macchine agricole.
- Analisi, valutazione dei dati e presentazione risultati.
Attori e portatori di interesse
coinvolti Lavoratori del comparto agricolo; Datori di lavoro; Rappresentanti dei lavora-
tori per la sicurezza, associazioni di categoria, Dipartimento Regionale Tutela
della Salute e Politiche Sanitarie, DPL, INPS, INAIL, AA.SS.PP.
Criticità Livello di sensibilità e consapevolezza dei rischi inadeguati.
Gran numero di imprese a conduzione familiare e/o con elevata prevalenza di
lavoratori stranieri e/o rilevante presenza di lavoratori in nero.
Consolidate abitudini lavorative e/o comportamenti errati.
Attrezzature di lavoro tecnologicamente obsolete.
Caratteristiche oleografiche dei terreni coltivati.
Mancanza di un’anagrafe informatizzata delle aziende agricole.
- Insufficienza di risorse umane.
Indicatori ( di processo, di ri-
sultato)**
1 N. ro di aziende agricole controllate.
2 N.ro di macchine agricole controllate.
Tempi di attuazione Annualità 2013
Risultati attesi Consolidamento delle azioni di vigilanza nelle aziende agricole del territorio cala-
brese mirate prevalentemente alla sicurezza delle macchine agricole, quale stru-
mento di riduzione del numero di infortuni nell’anno 2013
Indicatori (di processo e di risultato)
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del
programma Prevenzione degli infortuni in edilizia attraverso azioni di controllo in attua-
zione del Piano Regionale Edilizia
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento
generale ( indicate nel
quadro d’insieme)
2.2 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavorativo e delle
patologie lavoro correlate
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano opera-
tivo regionale
2.2.2
5) Breve descrizione
dell’intervento program-
mato *
Vedi sotto
6) Beneficiari ( target
dell’intervento)
Lavoratori comparto Edilizia
7) Obiettivi di salute ( e/o
obiettivi di processo) per-
seguiti**
Il presente progetto porta avanti gli obiettivi e gli impegni che sono stati perseguiti
dagli SPISAL negli anni 2011/2012 nel mantenere i trend di riduzione degli infor-
tuni mortali e con esiti invalidanti registrati negli ultimi anni nel settore
dell’edilizia.
Il Piano Nazionale di Prevenzione prevedeva come obiettivo il mantenimento dei
trend di riduzione degli infortuni mortali e con esiti invalidanti nell’ottica della ri-
duzione del 15% nel triennio, declinati nel Piano Regionale 2011-2012 come ri-
duzione del 5% su base annua .
Considerato che la prosecuzione del Piano Regionale di Prevenzione interesserà il
2013, si ritiene opportuno confermare la percentuale di riduzione nel 5%: non es-
sendo tuttavia tale dato disponibile a fine anno, per i tempi di elaborazione delle
statistiche INAIL, non sarà adottato come indicatore di risultato.
Come stabilito dalle linee di intervento del Coordinamento interregionale,
nell’ambito del Piano nazionale Edilizia, per l’attività di vigilanza, ad ogni regione
è stata assegnata una quota di cantieri da controllare ogni anno al fine di raggiun-
gere l’obiettivo di 50.000 cantieri/anno su tutto il territorio nazionale.
Per la Regione Calabria tale quota è pari a 1370 cantieri/anno di cui il 20% da
ispezionare in collaborazione con le DPL, l’INAIL e l’INPS, quota che, per la rile-
vanza delle ricadute sull’obiettivo di salute prefissato, si assume come indicatore
di risultato per l’anno 2013 .
Il progetto, inoltre, si prefigge di utilizzare e perfezionare le procedure, utilizzate
negli anni 2011/2012, per il monitoraggio ed il controllo dei cantieri al fine di uni-
formare le azioni di vigilanza secondo il modello del PNE, inoltre, migliorare le
capacità e le competenze degli operatori SPISAL attraverso momenti formativi,
costruire un archivio di buone pratiche, collaborare all’attività interregionale sulla
sicurezza in edilizia e promuovere la cultura della sicurezza coinvolgendo i lavora-
tori e le altre figure interessate, nonché le associazioni di categoria, gli organismi
paritetici, gli enti e le istituzioni.
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato da
elementi oggettivi
Il settore delle costruzioni rimane una delle priorità di rischio nazionale con circa
63331 denunce di infortuni nel 2011 a fronte di 74485 nel 2010 con un calo del
10,9%. Anche gli eventi mortali, passando da 218 nel 2010 a 186 nel 2011, segna-
no un calo del 14,7%. Dai dati INAIL risulta che in Calabria, nell’anno 2011, il
numero degli infortuni denunciati in questo comparto è pari a 1279 a fronte di
1528 denunciati nel 2010 mentre il numero di eventi mortali è pari a 5. Il bilancio
si presenta quindi decisamente migliore, ma i dati rimangono comunque inaccetta-
bili se consideriamo, da un lato, il forte impegno profuso dalle varie amministra-
zioni per arginare il fenomeno infortunistico e dall’altro il fortissimo calo occupa-
zionale che ha caratterizzato questo settore negli ultimi anni. Il contesto sul quale
consolidare gli interventi progettuali è infatti rappresentato da una realtà lavorati-
va, quella del cantiere edile, che è molto complessa, trattandosi di luogo tempora-
neo e mobile e, per forza di cose, molto precario, in cui spesso vengono disattese le
norme in materia di sicurezza, per cui è elevato il numero degli stessi che si trova-
no in condizioni al di sotto del minimo etico di sicurezza. E’ inoltre un contesto la-
vorativo in cui è abbastanza abituale l’utilizzo di lavoratori in “nero”, di minori, di
immigrati, di popolazione anziana, di manodopera non ben addestrata e non forma-
ta sui rischi legati all’attività lavorativa. I problemi più presenti sono rappresentati
da un inadeguato livello di sensibilità e di consapevolezza del rischio con conse-
guente assunzione di abitudini e comportamenti errati da parte dei lavoratori che in
ogni caso si trovano a lavorare con opere provvisionali non a norma, con attrezza-
ture obsolete e spesso prive dei dispositivi di sicurezza, in assenza di dispositivi
individuali di protezione ecc. Un dato allarmante diffuso dal Ministero del lavoro è
che il 59% delle aziende ispezionate opera in situazioni di irregolarità.
Le attività progettuali messe in atto nel biennio 2011-2012 hanno consentito , pur
permanendo le carenze di personale negli organici , di migliorare l’organizzazione
e quindi l’efficacia delle azioni di vigilanza, nonché di avviare su tutto il territorio
regionale l’attività di vigilanza congiunta con gli altri soggetti titolari di funzioni di
controllo (DPL, INAIL, INPS), conseguendo risultati positivi misurabili e in linea
con le attese, che evidenziano la necessità di proseguire e consolidare le azioni
avviate, anche nell’anno 2013 .
Scopi generali che si propone Prevenzione degli infortuni mortali e con esiti invalidanti nel settore dell’edilizia
attraverso la realizzazione di azioni di coordinamento con altri enti, campagne di
sensibilizzazione e di informazione al fine di aumentare la cultura della prevenzio-
ne, monitoraggio del territorio e sopralluoghi nei cantieri.
Indicatori Fonte di verifi-
ca
Valore
dell’indicatore al
31 dicembre 2012
Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013
Atteso Osservato
3) N. ro cantieri
sottoposti a
controllo
Report annuale
1240 ulteriori 1200
4) Percentuale di
adempimenti
rispetto alle
violazioni con-
testate nei ver-
bali elevati in
sede di sopral-
luogo
Verbali e Co-
municazioni
notizia di reato
alla Procura
della Repubbli-
ca
90% (+ 10% rispet-
to al valore atteso) >80%
Fasi in cui si articola - Revisione programmi di intervento
- Aggiornamento operatori SPISAL
- Campagna informative
- Controllo sui cantieri
- Verifica prescrizioni
- Valutazione dei dati di reporting e condivisione con G.I.
Attività di cui si compone - Redazione dei Piani di controllo in base alla quota cantieri da ispezionare in-
dicati nella programmazione nazionale e regionale, in collaborazione con
DPL, INAIL, INPS.
- Percorsi di aggiornamento mirati agli operatori addetti al controllo
- Seminari e diffusione di materiale informativo per le imprese
- Attività di monitoraggio e controllo sul territorio
- Analisi dei dati e presentazione risultati ai G.I.
Attori e portatori di interesse
coinvolti Lavoratori del comparto edile; Datori di lavoro; Rappresentanti dei lavoratori
per la sicurezza, associazioni di categoria, DPL, INPS, INAIL, AA.SS.PP.
Criticità In passato la programmazione centrale è stata carente, così come i percorsi
formativi spesso privi di un coordinamento adeguato.
- Insufficienza di risorse umane.
Indicatori ( di processo, di ri-
sultato)**
3 N. ro di cantieri sottoposti a controllo.
4 Percentuale di adempimenti rispetto alle violazioni contestate nei verbali
elevati in sede di sopralluogo.
Tempi di attuazione Annualità 2013
Risultati attesi Consolidamento delle azioni di vigilanza nei cantieri del territorio ed implementa-
zione delle % di adeguamento alle norme, quale strumento del mantenimento del
trend di riduzione del numero di infortuni nell’anno 2013.
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del pro-
gramma
Programma di interventi rivolto ai genitori dei bambini tra 0
e 4 anni ed agli insegnanti delle scuole dell’infanzia calabresi
3) Identificativo della linea o delle li-
nee di intervento generale ( indicate
nel quadro d’insieme)
Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico
4) Numero identificativo del progetto
o del programma all’interno del piano
operativo regionale
2.3.2
5) Breve descrizio-
ne dell’intervento
programmato *
Il progetto è la prosecuzione dello stesso già avviato nell’anno 2011/2012 che
ha coinvolto: 5 Istituti scolastici; 8 Plessi; 31 Classi; 708 Alunni; 62 Insegnan-
ti; 5 Dirigenti Scolastici; 206 Genitori.
Sono stati realizzati:
L’opuscolo informativo “ La famiglia casa pericoli” Prevenzione degli inci-
denti domestici per gli insegnanti
L’opuscolo informativo “ La famiglia casa pericoli” Prevenzione degli inci-
denti domestici per i genitori
Il Cd esplicativo del progetto
Si ritiene, pertanto, opportuno proseguire questa attività di prevenzione degli
incidenti domestici sul territorio, mediante la prosecuzione del progetto in real-
tà scolastiche diverse da quelle precedentemente coinvolte e precisamente in
ulteriori tre scuole dell’ASP di Catanzaro.
6) Beneficiari (target dell’intervento) Insegnanti, Genitori, Alunni.
7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di
processo) perseguiti**
Gli obiettivi perseguiti a breve termini sono di tipo compor-
tamentale per gli alunni: acquisizione della consapevolezza
delle potenzialità di pericolo in casa e a scuola; attuazione di
comportamenti corretti atti a prevenire gli incidenti; per in-
segnanti e genitori anche conoscenze teoriche ed abilità pra-
tiche da attuare sul bambino incidentato.
A lungo termine gli obiettivi di salute si ripercuoteranno in
una riduzione del numero degli infortuni, in età pediatrica,
in ambito domestico ed in una riduzione del numero di le-
sioni da incidente domestico con l’applicazione delle mano-
vre salva-vita
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato da
elementi oggettivi
Gli incidenti rappresentano la prima causa di morte e di invalidità tra
i bambini e gli adolescenti. In Italia si stima che ogni anno il 10% dei
bambini subisca un incidente per il quale si ricorre al pronto soccor-
so. In Calabria il 2,9 degli accessi al pronto soccorso è dovuto ad in-
cidenti domestici. La maggior parte di essi è prevenibile e prevedibi-
le con azioni mirate alla modifica dei comportamenti scorretti, attra-
verso l’educazione di genitori, insegnanti ed alunni. Un adeguato e
tempestivo soccorso, inoltre, atto a sostenere le funzioni vitali nei
primi 15 minuti dal trauma è in grado di salvare una vita umana, o
nella peggiore delle ipotesi di limitare i danni da invalidità.
Scopi generali che si propone Realizzare un percorso formativo rivolto a genitori ed insegnanti per
debellare cattive abitudini ed indurre comportamenti corretti.
Far acquisire abilità sulle manovre di primo soccorso in situazioni di
emergenza, nel bambino incidentato.
Fasi in cui si articola 1)Individuazione delle scuole target
2)Richiesta delle adesioni
3)Formalizzazione del gruppo di lavoro con operatori socio sanitari e
scolastici per le modalità di esecuzione del programma.
4)Pianificazione della strategia comunicativa relativa alle modifiche
ed agli accorgimenti per la rimozione dei pericoli in casa
5)Studio ed ideazione delle relazioni teoriche e pratiche
6) Coinvolgimento di Ordini Professionali, USR
7) Organizzazione del corso di formazione per genitori ed insegnanti
Attività di cui si compone 1)Individuazione equipe di esperti e rete di referenti aziendali e non
aziendali
2) Ideazione, confronto e produzione del materiale da utilizzare
3)Diffusione del materiale prodotto
4)Contatti con tutto il personale interessato per la divulgazione e la
promozione dell’attività di formazione e di prevenzione degli inci-
denti domestici
5)Attività formativa teorica (es .traumi e cadute ustioni, tagli, avve-
lenamenti, folgorazioni, trauma dentali) rivolta alla popolazione tar-
get
6) Attività formativa pratica rivolta alla popolazione target:
Manovra di disostruzione delle vie aeree Massaggio cardiaco
Indicatori Fonte di
verifica
Valore al 31/12/2013 Valore al
31/12/2013
Atteso Osservato
Numero di moltiplicatori già formati coin-
volti in iniaziative di prevenzione nei con-
testi educativi
Report degli inter-
venti
Almeno 10 moltiplicatori
nell’ASP di Cosenza
Numero di interventi attuati nei contesti
educativi/formativi
Documenti formali
di collaborazione
con gli Enti/ Istitu-
zioni .
Almeno n° 10 interventi
attuati nei contesti educa-
tivi/formativi dell'ASP di
Cosenza
Numero di giovani raggiunti
Enti/Istituzioni
con cui si atti-
vano gli
interventi
Almeno N° 300 giovani
raggiunti per l’ambito
provinciale
Respirazione bocca a bocca
Incontro educativo con gli alunni
10)Stesura di un report finale
Attori e portatori di interesse
coinvolti
Insegnanti, Genitori, Alunni, PLS, Pediatri di comunità, Esecutori di
PBLS, MMG, Assistenti sociali, Infermieri professionali, Psicologi,
Farmacisti.
Criticità Ritardi causati dalla difficoltà di collaborazione con l’USP.
Assenza di dati epidemiologi di riferimento nella nostra azienda sani-
taria. Strutture scolastiche inidonee . Limitata adesioni dei genitori al
programma. Scarsa percezione del pericolo da parte dei genitori.
Tempi di attuazione (crono-
programma)
Anno 2013
Indicatori (di processo, di ri-
sultato)**
N.ro di insegnanti formati e N.ro di genitori formati
N.ro di scuole fruitrici coinvolte nel progetto e
N.ro di alunni fruitori del progetto
N.ro opuscoli distribuiti, N.ro di corsi di formazione e
N.ro di convegni provinciali
Risultati attesi Almeno:
ulteriori 35 insegnanti e 206 genitori formati
ulteriori 5 scuole e 300 alunni coinvolti
ulteriori 200 opuscoli distribuiti, 3 corsi di Formazione e 1 convegno
provinciale
1) REGIONE
CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma
Nuovo “Piano nazionale per l’eliminazione
del morbillo e della rosolia congenita 2010-
2012” : consolidamento delle coperture
vaccinali, sorveglianza epidemiologica e
conferma di laboratorio dei casi nella Re-
gione Calabria.
3) Identificativo della linea o delle linee di interven-
to generale (indicate nel quadro d’insieme)
2.4 Prevenzione delle malattie suscettibili
di vaccinazione.
4) Numero identificativo del progetto o del pro-
gramma all’interno del piano operativo regionale
2.4.1
5) Breve descrizione dell’intervento programmato*
6) Beneficiari (target dell’intervento)
Nuovi nati, bambini e adolescenti, donne in
età fertile suscettibili.
7) Obiettivi di salute perseguiti Aumentare e consolidare le coperture vac-
cinali in età evolutiva per il morbillo e la
rosolia, aumentare la percentuale delle
donne in età fertile immuni alla rosolia, po-
tenziare e consolidare la diagnostica nei
confronti del morbillo della parotite e della
rosolia”.
Indicatori
(di risultato)
Fonte di veri-
fiva
Valore al
31/12/2012
Valore al 31/12/2013
Atteso Osservato
Percentuale bambini età 24
mesi vaccinati con 1 dose di
vaccino MPR
Calcolo an-
nuale coper-
ture vacci-
nali a 24
mesi
88,76% 90% di vaccinati
con 1 dose di vacci-
no MPR calcolati
all’età di 24 mesi
Percentuale bambini età 5-6
anni vaccinati con 2 dose di
vaccino MPR
Calcolo an-
nuale coper-
ture vacci-
nali
78,24% 81% di vaccinati
con 2 dose di vacci-
no MPR calcolati
all’età di 5-6 anni
Predisporre un Protocollo
Operativo regionale per la
vaccinazione delle donne su-
scettibili nel post partum, nel
post-IVG o aborto sponta-
neo.
Protollo
Regionale
Definizione del pro-
tocollo
Breve descrizione dell’intervento programmato
Razionale
dell’intervento
Le Coperture vaccinali MPR nei nuovi nati a 24 mesi nel 2012 ha raggiunto
l'88,76%, nei bambini 5-6 anni con due dosi il 78,24% .
Al fine di poter raggiungere gli obiettivi sopraindicati sono state realizzate,
sia attività di informazione rivolte alla popolazione sia corsi di formazione
rivolti al personale sanitario. I corsi di formazione hanno coinvolto oltre
agli operatori dei centri vaccinali anche gli operatori sanitari dei punti na-
scita e dei consultori familiari, ciò al fine di poter implementare l’offerta
vaccinale alle donne suscettibili nel post-partum e post I.V.G. ed aumentare
la consapevolezza nelle donne in gravidanza dei benefici legati alla vacci-
nazione dei propri figli. Nonostante gli obiettivi raggiunti occorre migliora-
re la copertura vaccinale affinchè si possa raggiungere quanto previsto dal
Piano di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita.e per come ri-
portato nel Piano Operativo 2013-2015 dove sono previste le azioni per
raggiungere una copertura al 90% entro il 31.12.2014 e al 95% entro il
31.12.2015.
Scopi generali che
si propone
Aumentare e consolidare le coperture vaccinali in età evolutiva per il mor-
billo e la rosolia, aumentare la percentuale delle donne in età fertile immuni
alla rosolia, potenziare e consolidare la diagnostica nei confronti del mor-
billo della parotite e della rosolia”.
Fasi e attività
Offerta attiva della Vaccinazione MPR a tutti i nuovi nati e solleci-
to degli inadempienti;
Offerta attiva della vaccinazione MPR a tutte le donne in età fertile
negative al rubeo test o con stato immunitario incerto in ogni occa-
sione opportuna (idoneità al lavoro,iscrizione università, screening
per pap-test, visite preassuntive o periodiche per idoneità mansio-
ne specifica ,certificazioni medico-legali,viaggi );
Offerta attiva della vaccinazione MPR o MPRV in ogni altra sedu-
ta vaccinale utile del calendario vaccinale vigente (richiamo dTp
,vaccinazione HPV etc );
Offerta attiva della vaccinazione alle madri negative in occasione
delle vaccinazioni programmate dei figli ;
Divulgare informativa specifica agli operatori sanitari (MMG, PLS,
ginecologi, ostetrici, neonatologi, medici competenti) sui rischi del-
la rosolia in gravidanza, sui benefici e rischi della vaccinazione
MPR o MPRV, sulla sicurezza della vaccinazione nel postpartum, e
IVG ,sull'importanza di utilizzare tutte le occasioni opportune per
informare le donne in età fertile, verificarne la situazione immunita-
ria e indirizzare le suscettibili ai servizi vaccinali.
Predisporre un Protocollo Operativo Regionale tra Laboratori e Di-
partimento di Prevenzione per l'individuazione delle donne in età
fertile suscettibili per rosolia che preveda un flusso diretto dai labo-
ratori analisi ai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica per la comunica-
zione dei dati delle donne in età fertile risultate negative al rubeo
test (IgG), eseguito per qualunque motivo, in modo da invitarle atti-
vamente a sottoporsi a vaccinazione.
Predisporre un Protocollo Operativo regionale (Attivare i Protocolli
aziendali) per la vaccinazione delle donne suscettibili nel post par-
tum, nel post-interruzione volontaria di gravidanza o aborto, da dif-
fondere a tutti i punti nascita del territorio condividendo le seguenti
possibili strategie: a) Vaccinazione somministrata in corso di rico-
vero prima della dimissione. b) Vaccinazione somministrata presso
il servizio vaccinale con chiamata ad hoc. c) Vaccinazione sommi-
nistrata presso il servizio vaccinale in occasione della somministra-
zione della prima dose di vaccini al neonato.
Attori e portatori di
interesse coinvolti
Le famiglie;
o le donne suscettibili in età fertile;
o MMG e PLS;
o Ostetriche;
o Ginecologi;
o Medici dei Centri Vaccinali e Operatori Sanitari dei Consultori;
o Dipartimenti Prevenzione ASP;Aziende Ospedaliere;
o Altri stakeolders (Altri Operatori Sanitari , mediatori culturali ,Personale
Pubblica Istruzione, ecc.)
Criticità
Condizione necessaria e imprescindibile per il raggiungimento degli obiet-
tivi di salute esplicitati sono l’adeguamento agli standard di qualità degli
centri vaccinali territoriali esistenti ,presenza di personale sanitario e am-
ministrativo esclusivamente dedicato alle attività vaccinali e adesione ai
protocolli stabiliti da parte di tutti gli operatori sanitari coinvolti.
Tempi di attuazio-
ne
Anno 2013
Risultati attesi
Miglioramento delle coperture vaccinali.
Definizione protocollo operativo.
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del
programma
Monitoraggio delle coperture vaccinali e uniformazio-
ne/informatizzazione delle anagrafi vaccinali.
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento gene-
rale (indicate nel quadro
d’insieme)
2.4 Prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione.
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano operativo
regionale
2.4.2
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato
6) Beneficiari (target
dell’intervento)
Coorte dei nuovi nati sottoposti alle vaccinazioni dell’infanzia,
bambini fino a 6 anni, bambini e adolescenti dai 6 ai 15 anni, ado-
lescenti e adulti dai 15 anni in poi, anziani.
7) Obiettivi di salute persegui-
ti
Definire strategie vaccinali per la popolazione calabrese.
Monitorare e migliorare le coperture vaccinali. Integrare i sistemi
informativi esistenti con raccolta dei dati che confluiscono su un
connettore regionale unico.
Indicatori
(di risultato)
Fonte di veri-
fiva
Valore al
31/12/2012
Valore al 31/12/2013
Atteso Osservato
Numero Centri vaccinali in-
formatizzati
Schede regione
50%
Numero Centri Vaccinali
Informatizzati 55%
Coorti di nascita informatiz-
zate
Schede ASP
10% della prima
Coorte
Coorti di nascita informa-
tizzate 20% di una coorte
Breve descrizione dell’intervento programmato
Razionale dell’intervento
Nel biennio 2010-2012, l’informatizzazione dell’ anagrafe vacci-
nale è stata avviata nel 50% dei centri vaccinali ed è stato infor-
matizzato il 10% della prima coorte dei nuovi nati sottoposti a
vaccinazione inoltre sono state attivate le procedure per il riuso
del software della Regione Puglia che sarà l’unico utilizzato in
tutte le Aziende Sanitarie, con delibera di Giunta Regionale n. 273
del 15.6.2012.
Nel frattempo in continuazione del raggiungimento degli obiettivi
del Piano di Rientro è stato predisposto il Piano Operativo Trien-
nale 2013/1015 che prevede l’informatizzazione dei Centri Vacci-
nali con l’attivazione dell’anagrafe vaccinale informatizzata entro
il 31/12/2014.
Scopi generali che si propo-
ne
Implementare l’Informatizzazione dei centri vaccinali.
Fasi e attività
Acquisizione ed Installazione software, in riuso della Regione Pu-
glia, inserimento nuovi nati e soggetti sotto i quindici anni com-
piuti
Formazione operatori sanitari su utilizzo anagrafe informatizzata
Realizzazione campagne informazione a tutti i soggetti vaccinabili
Attori e portatori di interes-
se coinvolti
Coorte dei nuovi nati sottoposti alle vaccinazioni dell’infanzia.
Bambini fino a 6 anni. Bambini e adolescenti dai 6 ai 15 anni.
Adolescenti e adulti >=15 anni. Anziani
Tempi di attuazione
Anno 2013
Risultati attesi
Informatizzazione di almeno il 55% dei centri vaccinali.
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma
Miglioramento della qualità vaccinale
3) Identificativo della linea o delle linee
di intervento generale (indicate nel qua-
dro d’insieme)
2.4
4) Numero identificativo del progetto o
del programma all’interno del piano ope-
rativo regionale 2.4.3
5) Breve descrizione dell’intervento pro-
grammato*
6) Beneficiari (target dell’intervento)
Popolazione generale, in particolare bambini ed adole-
scenti.
7) Obiettivi di salute perseguiti
Rendere omogenea l'offerta vaccinale sul territorio re-
gionale. Aumentare le coperture vaccinali generali e la
proporzione di vaccini effettuati al momento più op-
portuno.
Indicatori
Fonte di verifica Valore al
31/12/2012 Valore al 31/12/2013
Atteso Osservato
Adeguamento dei centri
vaccinali agli standard
descritti nelle linee guida
regionali.
Schede azien-
dali
50%
55%
Adeguamento dei centri
vaccinali alle linee guida
di qualità dell’offerta vac-
cinale
Atti aziendali
50%
55%
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
Nel biennio 2010-2012 sono state avviate azioni volte a censire i cen-
tri vaccinali al fine di poterli adeguare a quanto stabilito dalle linee
guida regionali. Sono stati realizzati corsi di formazione rivolti al per-
sonale dei centri vaccinali. Le azioni svolte hanno permesso di ade-
guare il 50% dei centri vaccinali presenti sul territorio. Nell’anno
2013 si proseguirà con le attività di adeguamento dei centri vaccinali
di un ulteriore 5%, tra quelli censiti.
Scopi generali che si
propone
Implementazione del numero dei Centri Vaccinali adeguati agli
standard e alle Linee Guida Regionali.
Fasi e attività
Riunioni del gruppo di lavoro regionale
Individuazione dei centri da adeguare
Sopralluoghi ed analisi documentale
Indicazioni per il miglioramento
Valutazione dell’adeguamento dei centri vaccinali agli standard de-
scritti nelle linee guida regionali.
Valutazione dell’adeguamento dei centri vaccinali alle linee guida di
qualità dell’offerta vaccinale.
Attori e portatori di in-
teresse coinvolti
Popolazione generale, in particolare bambini ed adolescenti.
Operatori dei Centri Vaccinali
Regione
ASP
Tempi di attuazione
Anno 2013
Risultati attesi
Adeguamento di almeno il 55% dei centri vaccinali agli standard de-
scritti nelle linee guida regionali.
Adeguamento di almeno il 55% dei centri vaccinali alle linee guida di
qualità dell’offerta vaccinale .
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma La Peer Education. Prevenzione delle infezio-
ni sessualmente trasmissibili.
3) Identificativo della linea o delle linee di in-
tervento generale ( indicate nel quadro
d’insieme)
2.6 La prevenzione delle malattie infettive per le
quali non vi è disponibilità di vaccinazione.
4) Numero identificativo del progetto o del pro-
gramma all’interno del piano operativo regiona-
le
2.6.1
5) Breve descrizione dell’intervento program-
mato *
Promuovere la partecipazione attiva dei giovani,
per mezzo della peer education nelle azioni di
prevenzione sui temi dell’educazione sessuale e
delle M.S.T. e HIV
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Giovani 15-16 anni, studenti delle II e III classi
destinatarie dei messaggi tra pari
Indicatori
Fonte di verifica
Valore al 31 /12/ 2013
Atteso
Osservato
Numero di scuole
coinvolte
Dati AASSPP Ulteriori 20
Numero di nuovi
gruppi peer attivati
Dati AASSPP Ulteriori 20
Numero di studenti
coinvolte
Dati AASSPP Ulteriori 2000
Numero di interventi Dati AASSPP Ulteriori 40
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato da
elementi oggettivi
Molti percepiscono l’AIDS e le MST come problemi soltanto di “catego-
rie a rischio”, invece appartengono a tutta la popolazione e per questo
non bisogna mai abbassare la guardia. Negli ultimi anni, nonostante le
campagne di prevenzione, si contano ogni anno nuovi casi di infezione
da HIV e IST particolarmente nella fascia di età 14/24 anni.
La peer education (educazione tra pari) rappresenta oggi uno dei più si-
gnificativi modelli di lavoro con e per gli adolescenti. Consiste nel for-
mare un gruppo di studenti (peer educator) che si fa promotore di benes-
sere all’interno della scuola realizzando varie attività rivolte ai pari.
Questa metodologia ha riscosso grande interesse nel contesto
dell’educazione alla salute soprattutto in settori come la prevenzione
dell’ HIV e la sessualità, ed è stata già attuata nella Regione Calabria in
numerosi Istituti Superiori, con risultati di buon coinvolgimento e parte-
cipazione attiva dei giovani..
Ci si prefigge di realizzare la formazione di nuovi peer e di attuare azioni
di rinforzo destinate ai Peer già formati, affinché questi propongano
nuovi interventi di sensibilizzazione tra pari nelle classi dei loro Istituti
non ancora raggiunte dai messaggi di prevenzione, nonché attività di
consolidamento degli stessi messaggi nelle classi in cui hanno già svolto
gli interventi nel precedente anno scolastico.
7)Obiettivi di salute e/o di processo perseguiti
Aumento conoscenze e abilità dei giovani
sul tema dei comportamenti sessuali a ri-
schio
Partecipazione attiva dei giovani nelle
azioni di prevenzione delle M.S.T.
Mantenimento della risorsa dei Peer e po-
tenziamento delle competenze acquisite
Diffusione ad un target di studenti più
ampio delle conoscenze ed acquisizione
di corretti comportamenti di prevenzione
nella sfera della sessualità
Scopi generali che si propo-
ne
Raggiungere elevati livelli delle precauzioni universali nei contesti di ri-
ferimento dei giovani
Fasi in cui si articola Formazione continua dei Peer Educators
Iniziative tra pari
Attività di cui si compone Costituzione di nuovi gruppi peer
Individuazione insegnanti referenti
Individuazione Peer Educators
Formazione Peer Educators
Individuazione scuole e classi
Interventi tra pari
Attori e portatori di interesse
coinvolti Peer Educator
Operatori Sanitari (conduttore/formatore dei gruppi: Psicologo,
Medico, Sociologo. Esperti: Ginecologo, Infettivologo)
Insegnanti Referenti alla Salute
Tempi di attuazione (crono-
programma)
Anno 2013
Indicatori ( di processo, di
risultato)** Numero di scuole partecipanti
Numero di nuovi gruppi peer attivati
Numero di studenti coinvolti
Numero di interventi effettuati
Risultati attesi Almeno 20 nuove scuole coinvolte
Almeno 20 nuovi gruppi peer
Almeno ulteriori 2000 studenti coinvolti
Almeno ulteriori 40 interventi
1) REGIONE Calabria
2) Titolo del progetto o del programma 2.6.2 Ridurre i casi di infezione tubercolare nella
popolazione immigrata del territorio della Regione
Calabria
3) Identificativo della linea o delle linee
di intervento generale ( indicate nel qua-
dro d’insieme)
2.6. Prevenzione delle malattie infettive non suscetti-
bili di vaccinazione
4) Numero identificativo del progetto o
del programma all’interno del piano ope-
rativo regionale
5) Breve descrizione dell’intervento
programmato *
La popolazione immigrata ha un rischio relativo di
sviluppare una TBC 10-15 volte superiore rispetto al-
la popolazione italiana.
Migliorare l’accesso degli immigrati alle strutture
sanitarie.
Formazione e sensibilizzazione degli operatori sanita-
ri alla problematica tubercolare. Informazione degli
immigrati attraverso il coinvolgimento di mediatori
culturali. Interventi per identificare tempestivamente i
casi di Tbc e garantire un trattamento efficace presso
strutture dedicate (Dispensari Funzionali, Centro di
Medicina delle Migrazioni). Applicazione della DOT
. Ricerca attiva dei contatti.ed eventuale chemioprofi-
lassi.
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Cittadini stranieri regolari e non presenti nel territo-
rio dell’ASP di Catanzaro
7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di
processo) perseguiti**
Limitare il verificarsi di focolai autoctoni di patologie
da importazione.
Controllo e sorveglianza della tubercolosi nelle popo-
lazioni immigrate.
Indicatori Fonte di verifica Valore
dell’indicatore
al 31 dicembre
2012
Valore dell’indicatore al 31
dicembre 2013
Atteso Osservato
Riduzione dei casi TB
negli immigrati/casi totali Dati notifiche
Ministero salu-
te 50% 40 %
Percentuale di immigrati sotto-
posti a screening/ degli immigrati
afferenti al Centro di Medicina
delle Migrazioni nel corso
dell’anno 2013
Dati dei Regi-
stri presso le
Strutture dedi-
cate
30% 70%
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento even-
tualmente
supportato da elementi oggettivi
L’aumento del flusso di immigrati nella regione Calabria e il
concomitante aumento del numero di casi di tubercolosi os-
servati in persone immigrate rispetto alla popolazione autoc-
tona in cui l’incidenza di TB è rimasta stabile giustifica inter-
venti mirati per ridurre il rischio di TB in questa fascia di po-
polazione
Scopi generali che si propone Interventi per favorire l’integrazione degli immigrati, la cor-
retta informazione sui rischi della malattia, facilitare l’accesso
alle strutture sanitarie dedicate alla cura della TB
Fasi in cui si articola Informazione agli immigrati;
Formazione degli operatori;
Avvio screening immigrati;
Attività di cui si compone Formazione degli operatori;
Campagne di informazione per i migranti;
Implementare attività di screening
Migliorare l’offerta alla vaccinazione antitubercolare;
Diagnosi precoce;
Trattamento tempestivo ed efficace;
Attori e portatori di interesse
coinvolti
Operatori del Dispensario antitubercolare;
Operatori del Centro di Medicina delle Migrazioni;
Operatori dell’area di emergenza;
Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta;
Mediatori Culturali;
Associazioni di volontariato;
Tempi di attuazione (cronopro-
gramma)
Anno 2013
Indicatori ( di processo, di risul-
tato)**
Percentuale casi TB immigrati/casi totali
Percentuale di immigrati sottoposti a screening/ degli immi-
grati afferenti al Centro di Medicina delle Migrazioni nel cor-
so dell’anno 2013
Risultati attesi Riduzione dei casi di malattia tubercolare negli immigrati;
Incremento della porzione di immigrati sottoposti a screening
sul totale degli immigrati afferenti al centro di Medicina delle
Migrazioni.
** almeno due indicatori
REGIONE CALABRIA
1) Titolo del progetto o del programma Sistema di sorveglianza della qualità degli scari-chi e dei corpi recettori in relazione agli usi degli stessi e della protezione della salute pubblica
2) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale (indicate nel quadro d’insieme)
2.7 Prevenzione delle Patologie da esposizione, pro-fessionale e non, ad agenti chimici, fisici e biologici
3) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale
2.7.1
4) Breve descrizione dell’intervento pro-grammato *
Vedi sotto
5) Beneficiari (target dell’intervento) 1. Popolazione Generale 2. Enti di Ispezione e di Vigilanza ASP e Arpacal 3. Insediamenti produttivi, associazioni di imprese, comuni
6) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di pro-cesso) perseguiti**
Contenimento, entro i limiti previsti, degli inquinanti da emissioni e scarichi degli insediamenti produttivi e civili per la prevenzione delle patologie da esposi-zione ad agenti chimici, fisici e biologici
Indicatori (di processo e di risultato)
Indicatori Fonte di verifica Valore
dell’indicatore al
31.12.2012
Valore
dell’indicatore al 31.12.2013
Atteso Osservato
Riduzione
degli scarichi
non control-
lati su / totale
scarichi rile-
vati e non
controllati.
Censimento regio-
nale scarichi, Pro-
vincie, Arpacal,
Dipartimento delle
Politiche ambienta-
li.
Verbali ispezioni
ASP
Verba-
li/prelievi/analisi
ASP
Scarichi abusivi
=26%; scarichi non
conformi = 42%
5 %
Formazione
personale di
vigilanza/ tot
operatori del
Sistema di
Sorveglianza
qualità scarichi e corpi
recettori
ASP Cosenza e
Crotone
100% totale operatori
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento eventualmente supporta-to da elementi oggettivi
Il progetto nel periodo 2010/2012 è stato realizzato in via sperimen-tale nella Azienda Sanitaria di Crotone. Nel 2013 si intende proseguire nell’ASP di Crotone la sperimentazione di un Sistema di Sorveglianza sulla qualità dei corpi recettori e degli scarichi mirato alla riduzione di almeno il 5% degli scarichi non controllati sul totale degli scarichi ri-levati e non controllati, estendendo tale attività alla ASP limitrofa di Cosenza, realizzando best practices da implementare in futuro sull’intero territorio regionale.
Scopi generali che si pro-pone
Contenimento entro i limiti previsti degli inquinanti da emissioni e scarichi degli insediamenti produttivi e civili per la prevenzione delle patologie da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici
Fasi e attività di cui si compone
1. Formazione operatori delle AASSPP di Cosenza e Crotone, Ar-pacal, Asp, Province su Sistema di Sorveglianza
2. Predisposizione e attuazione programma di attività di sorve-glianza e protocollo di coordinamento per le attività dei vari Enti, Asp/Arpacal (attività laboratorio, criteri di azione e com-piti)
3. Workshop e campagne di informazione rivolti ai diversi Gruppi di Interesse per aumentare la sensibilità al problema dell’inquinamento dei corpi idrici e per aumentare il senso di responsabilità
Attori e portatori di inte-resse coinvolti
Enti: Regione, AA.SS.PP, Arpacal, Province, Comuni, Associazioni di Imprese, Associazioni Ambientaliste
Tempi di attuazione (cronoprogramma)
Anno 2013
Indicatori (di processo, di risultato)
1 - Riduzione degli scarichi non controllati sul totale degli scarichi ri-levati e non controllati. 2 - Formazione personale di vigilanza Asp, Arpacal, Provincia regione/ tot previsto / tot n° operatori del Sistema di Sorveglianza qualità sca-richi e corpi recettori
Risultati attesi - Riduzione degli scarichi non controllati sul totale scarichi rile-vati e non controllati. monitorati. nell’ottica del 5% nell’anno -2013
- Formazione del 100% degli operatori ASP
1) REGIONE Calabria
2) Titolo del progetto o del
programma
Rete Regionale di Vigilanza sul Regolamento REACH e CLP
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento gene-
rale ( indicate nel quadro
d’insieme)
2. Prevenzione Universale – 2.7 Prevenzione delle Patologie da esposi-
zione, professionale e non, ad agenti chimici, fisici e biologici
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano operativo
regionale
2.7.2
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
Il 1 giugno 2007 è entrato in vigore il Regolamento REACH (Regola-
mento CE n.1907/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 di-
cembre 2006)
Il sistema REACH si basa su quattro elementi fondamentali: Registrazio-
ne;Valutazione;Autorizzazione; Restrizioni.
Il nuovo regolamento comunitario sul controllo delle sostanze chimiche
prevede un forte coinvolgimento dell’industria europea e pertanto anche
di quella italiana, sia quella produttrice che quella utilizzatrice. Le impre-
se hanno la responsabilità di raccogliere informazioni adeguate sulle so-
stanze di loro pertinenza e di utilizzare dette informazioni per una corretta
valutazione e gestione del rischio lungo l’intera catena di approvvigiona-
mento. L’intero sistema è applicabile sia alle sostanze prodotte in Europa,
sia alle sostanze prodotte in Paesi terzi e importate in Europa come tali o
sotto forma di preparati o articoli. Analogamente il Regolamento
1272/2008 (CLP) del 16 dicembre 2008 , introduce in Europa il nuovo si-
stema di classificazione etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle
miscele pericolose ed abroga le direttive 67/548 (classificazione ed eti-
chettatura delle sostanze pericolose) e 1999/45 (classificazione ed etichet-
tatura dei preparati).
La credibilità dell’intero sistema normativo dipende in buona parte da un
efficace sistema di controllo e vigilanza, che spetta alle Regioni. La Re-
gione Calabria ha recepito con DGR 26/2010 e DDG n. 10118/2010
l’Accordo Stato-Regioni Rep. n. 181/CSR del 29 ottobre 2009, identifi-
cando le strutture competenti a livello regionale e territoriale deputate alla
vigilanza in materia; con il presente progetto si intende rendere maggior-
mente operative tali strutture ed organizzazione. Si intende realizzare
quanto sopra anche attraverso l’Incremento del numero di figure profes-
sionali con specifica formazione universitaria sul REACH-CLP, di sup-
porto alle ACL in materia.
Inoltre si vuole realizzare un’azione informativa mirate alle imprese sog-gette all’applicazione dei Regolamenti Comunitari L’intervento pro-grammato ha infatti come principale beneficiario la popolazione genera-le, che in via indiretta, attraverso le azioni di vigilanza e controllo condot-te dalle strutture individuate e previste nel Sistema di Vigilanza e Con-trollo REACH e CLP su imprese che producono e/o importano sostanze chimiche o che si configurano come “utilizzatori a valle”, si prefigge il raggiungimento dell’obiettivo generale di salute.
6) Beneficiari ( target
dell’intervento)
Popolazione Generale residente nella Regione Calabria, AASSPP, Autori-
tà Regionale, Imprese
Indicatori Fonte di
verifica
Valore dell’indicatore al
31 dicembre 2012
Valore dell’indicatore al 31 di-
cembre 2013
Atteso Osservato
1. Numero di con-
trolli da effettuarsi
in ambito REACH
e CLP
2.realizzazione di
Piani di controllo
in linea con gli in-
dirizzi nazionali e
comunitari
atti regionali e del-
le AASSPP
atti regionali
4
1
Breve descrizione dell’intervento programmato*
7) Obiettivi di salute ( e/o
obiettivi di processo) persegui-
ti**
Obiettivo generale di salute: Riduzione di incidenza delle patologie da
Esposizione ad agenti chimici .
Aumentare il livello di protezione della salute umana dal rischio di espo-
sizione a sostanze chimiche attraverso:
1. l’adozione di Piani di controllo regionali in linea con le linee na-
zionali ed europee e la relativa esecuzione di tali controlli;
2. la formazione anche specifica universitaria (Master REACH/CLP)
di personale addetto alla vigilanza in servizio presso le AA.SS.PP.,
con successiva implementazione della Rete Regionale di vigilanza
e controllo su Industrie e Utilizzatori, in merito alla corretta appli-
cazione degli adempimenti previsti nei Regolamenti “REACH” e
“CLP”.
3. l’attivazione di attività informative per le imprese, ai fini della più
ampia divulgazione delle conoscenze e degli adempimenti connes-
si all’entrata in vigore delle nuove normative del settore.
Ciò consentirà una efficace azione preventiva per il raggiungimento
dell’obiettivo di salute.
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato da
elementi oggettivi
L’esposizione della popolazione ad agenti chimici, rappresenta uno dei
principali problemi di sanità pubblica attuale. I dati statistici di morbosità e
mortalità per patologie correlate ad esposizione, professionale e non, ad
agenti chimici depongono per un incremento dell’incidenza di patologie ad
esso correlate, in primis le patologie oncologiche e, pertanto, l’attivazione
del Sistema di vigilanza e controllo REACH e CLP rappresenta un valido
strumento per la prevenzione ed il contenimento del rischio di esposizione
ad agenti chimici per la popolazione generale.
Scopi generali che si propone Ridurre l’esposizione della popolazione ad agenti chimici mediante imple-
mentazione della Rete regionale di vigilanza e controllo REACH e CLP
Fasi in cui si articola La linea progettuale prevede una fase pianificazione dei controlli secondo
le indicazioni nazionali e comunitarie e l’esecuzione di quanto programma-
to; inoltre attraverso specifica formazione universitaria (Master
REACH/CLP) del personale delle AA.SS.PP. (almeno un operatore in pos-
sesso di specifica formazione di base, per ciascuna ASP) propedeutica alla
realizzazione di ulteriori programmi regionali annuali, linee guida operati-
ve e check list e, si realizzaerà la piena operatività delle strutture dell’A.C.
Regionale individuate.
In questo senso il Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Politiche
Sanitarie, collaborerà con gli Atenei regionali, al fine di promuovere
l’attivazione di un master universitario specifico su REACH e CLP.
In questo ambito la partecipazione di operatori delle AASSPP di cui sopra,
sarà realizzata all’interno della linea progettuale.
Contemporaneamente le imprese e i vari attori interessati, avranno
l’opportunità di migliorare le proprie conoscenze con l’eventuale parteci-
pazione al master.
L’ulteriore linea di azione prevede la fase divulgativa ed informativa da
realizzarsi nei confronti delle imprese.
Attività di cui si compone 1. Promozione dell’Autorità regionale competente per l’organizzazione di un Master Universitario regionale
2. Avvio alla formazione universitaria del personale AA.SS.PP. (che abbia già una formazione di base in materia di REACH e CLP) addetto alla vigi-lanza e controllo in ambito REACH e CLP
3. Implementazione della Rete di vigilanza e controllo REACH e CLP a livel-lo territoriale (ambiti ASP) con approvazione di un Piano dei controlli 2013
4. Esecuzione dei controlli programmati 5. Realizzazione di campagne di informazione/seminari sul rischio chimico
e sugli adempimenti previsti dai regolamenti REACH e CLP rivolti ai di-versi gruppi di interesse (imprese).
Attori e portatori di interesse
coinvolti
Dipartimento Regionale Tutela della Salute, AA.SS.PP., Imprese e Associa-
zioni
Criticità Il dato fornito dall’Autorità Nazionale REACH per la Regione Calabria (ri-
sultano effettuate 45 pre-registrazioni) non dà una dimensione reale del con-
testo regionale sul quale si vuole incidere, anche in relazione alla necessità
di individuare i target di utilizzatori a valle e le eventuali imprese che igno-
rano o omettono di adempiere agli obblighi normativi.
Le Strutture dell’Autorità Regionale Competente, la formazione di base,
l’attivazione di sportelli informativi, sono state già realizzati con atti forma-
li; tuttavia la loro piena operatività è strettamente correlata da un lato alla
formazione universitaria specifica di operatori addetti al controllo, dall’altra
alla concreta possibilità di interfacciarsi con le imprese o loro associazioni
rappresentative, ai fini di una partecipazione condivisa alle scelte istituzio-
nali.
Inoltre, allo stato attuale, mancano sufficienti percorsi formativi sulle tema-
tiche REACH e CLP da destinarsi agli operatori dei Servizi AA.SS.PP. ad-
detti al controllo, e, conseguentemente, anche la relativa programmazione è
da realizzare.
Tempi di attuazione 2013
Indicatori (di processo, di ri-
sultato)**
1. Numero di programmi di attività approvati
2. Numero di controlli effettuati
Risultati attesi 1. Almeno un programma di attività REACH – CLP approvato per l’anno
2013
2. Almeno 4 controlli effettuati sul territorio regionale in linea con gli in-
dirizzi nazionali e comunitari
Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di
processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute.
Indicatori Fonte di
verifica
Valore
dell’indicato
re al 31 di-
cembre 2012
Valore dell’indicatore al
31 dicembre 2013
Atteso Osservato
procedure operative emanate e modulistica
per la gestione delle non conformità rilevate
a seguito dei controlli esterni
Atti regio-
nali
1
Report delle non conformità ai parametri in-
dicatori come definiti dal D.lgs. 31/01 presso
ogni AASSPP in linea con le procedure
Atti delle
AASSPP;
Atti regiona-
li
5
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto “Controlli esterni ai fini della verifica della qualità dell’acqua
destinata al consumo umano: valutazione delle non conformità
ai parametri indicatori del D. Lgs. 31/01”
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento gene-
rale ( indicate nel quadro
d’insieme)
2.8 - prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi
compresa l’acqua destinata a consumo umano -
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano operativo
regionale
2.8.1
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
6) Beneficiari (target
dell’intervento)
Popolazione generale residente nella Regione Calabria; Servizi
ASP addetti ai controlli esterni, utenze sensibili (scuole, ospe-
dali, OSA ecc), operatori degli Enti Gestori addetti al controllo
interno.
7) Obiettivi di salute (e/o obiet-
tivi di processo) perseguiti**
Contenimento e monitoraggio delle malattie legate alla conta-
minazione chimica, fisica e microbiologica delle acque destina-
te al consumo umano
Obiettivi di processo:
1. Approvazione indicazioni operative per le non confor-
mità
2. Report delle non conformità ai parametri indicatori per
come definiti nel D. Lgs. 31/01
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato
da elementi oggettivi
Il D. Lgs. 31/2001 e s.m.i. ha innovato il sistema dei controlli in
materia di acque destinate al consumo umano, operando una netta
distinzione tra gli adempimenti dovuti dal gestore (controlli inter-
ni) e l’attività di verifica e vigilanza in capo alle Aziende Sanitarie
Provinciali (controlli esterni).
Il ruolo dell’Ente gestore è divenuto, pertanto, fondamentale nelle
attività di tutela e garanzia di salubrità delle acque destinate al
consumo umano, mentre alle Autorità Sanitarie, spetta il compito
di verificare se le procedure adottate siano adeguate e in grado di
monitorare adeguatamente il sistema.
Nella Regione Calabria la suddetta normativa non ha avuto appli-
cazione omogenea su tutto il territorio e persistono situazioni di
criticità che hanno ingenerato incertezze e confusioni su ruoli e
competenze dei diversi attori. Anche se per i controlli esterni di
competenza ASP esiste una adeguata programmazione che è parte
integrante del Piano dei Controlli Ufficiali (DGR 752/2010, Ac-
cordo Stato Regioni rep. 1941 del
29 aprile 2004 e Conferenza Unificata n.742cu del 20 maggio
2004), le recenti numerose problematiche emerse su tutto il territo-
rio regionale, impongono un miglioramento delle competenze tec-
niche necessarie ed un sistema di gestione delle non conformità
rilevate a seguito dei controlli esterni, che fin’ora ha evidenziato
notevoli difficoltà applicative.
Il presente progetto intende superare tale criticità partendo da una
definizione di tutti gli adempimenti procedurali conseguenti ai
controlli esterni, nonché dalla analisi, presso ciascuna Azienda Sa-
nitaria Provinciale, delle non conformità ai parametri indicatori
per come definiti nel D. LGS. 31/01, che fornirà una base di con-
fronto con i gestori per migliorare la qualità delle acque destinate
al consumo umano.
Scopi generali che si pro-
pone
Assicurare la qualità, salubrità e potabilità delle acque destinate a
consumo umano attraverso la applicazione di procedure condivise
per i controlli ESTERNI (linee guida ).
Fasi in cui si articola 1) Riunioni preliminari e workshop operativi;
2) definizione procedure operative
3) esecuzione dei controlli esterni sulle acque destinate al con-
sumo umano
4) Valutazione dei report delle non conformità in ciascuna ASP
Attività di cui si compone 1) Studio preliminare delle problematiche emerse sulle acque
destinate al consumo umano, loro censimento e categorizza-
zione presso ogni Servizio ASP;
2) Approvazione delle procedure di controllo e rendicontazione
3) Elaborazione dei report
Attori e portatori di interes-
se coinvolti
Popolazione generale residente nella Regione Calabria, AASSPP,
Comuni e/o consorzi di comuni, Enti Gestori, utenze sensibili
(Ospedali, Scuole, Caserme, Industrie alimentari ecc ), Laboratori
dedicati/accreditati.
Criticità - Disomogeneità nella gestione delle non conformità conseguenti
ai controlli esterni;
- Assenza di procedure condivise.
- Personale addetto spesso non adeguatamente addestrato in mate-
ria.
- Intempestive comunicazioni delle non conformità e degli inter-
venti sulle reti
- Cittadini non sufficientemente informati sui controlli delle acque
destinate a consumo umano;
Tempi di attuazione 1) 2013
Indicatori (di processo, di
risultato)**
Indicatori di processo:
1) Procedure relative alle non conformità
2) Redazione di Report delle non conformità ai parametri indica-
tori come definiti dal D.lgs. 31/01 presso ogni AASSPP in li-
nea con le procedure
Risultati attesi Almeno un documento adottato a livello regionale con in-
dirizzi e procedure;
Report delle non conformità ai parametri indicatori presso
ciascuna ASP;
Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi spe-
cifici (di processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo
generale di salute (Miglioramento della qualità delle acque potabili
e prevenzione/contenimento delle malattie ad esse correlate).
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del programma SICUREZZA.ALIMENTARE,AUDIT E AUTOCONTROLLO :
PROGETTO 1 “Implementazione Audit su OSA “
PROGETTO 2 “Miglioramento dei Piani di controllo e campio-
namento alimenti”
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento gene-
rale ( indicate nel quadro
d’insieme)
2. PREVENZIONE UNIVERSALE
2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi com-
presa l’acqua destinata al consumo umano
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano operativo
regionale
2.8.2 Programma Sicurezza.alimentare, audit e autocontrollo
2.8.2 (1) progetto 1
2.8.2(2) progetto 2
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
Quello degli alimenti non sicuri, è stato un problema per la salute
umana fin dagli albori della storiografia e molti dei problemi di
sicurezza alimentare oggi conosciuti non costituiscono una novità.
Sebbene i governi di tutto il mondo stiano facendo del loro meglio
per aumentare la sicurezza dei cibi, l’incidenza di malattie tra-
smesse dagli alimenti resta un significativo problema di salute
pubblica sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.
È stato stimato che ogni anno 1.8 milioni di persone muoiano in
seguito a malattie gastrointestinali e la maggior parte di tali episo-
di possa essere attribuita all’assunzione di cibo o acqua contami-
nati.
Un’adeguata preparazione degli alimenti è in grado di prevenire la
maggior parte delle malattie trasmesse dagli stessi.
Più di 200 malattie conosciute sono trasmesse dagli alimenti.
(FONTE OMS)
La Prevenzione ed il contenimento delle MTA rappresenta dun-
que l’obiettivo di salute che il progetto si pone, attraverso la rea-
lizzazione delle due linee progettuali che consentiranno di:
1) analizzare e valutare attraverso l’utilizzo sistematico degli
Audit sugli OSA, l’organizzazione ed i processi collegati
alla sicurezza degli alimenti, identificando le aree di po-
tenziale miglioramento e le eventuali anomalie ed azioni
che devono essere implementate per correggerle, al fine di
aumentare il livello di sicurezza delle lavorazio-
ni/produzioni alimentari;
2) migliorare la qualità degli interventi del controllo ufficiale,
inclusi i campionamenti di matrici alimentari, attraverso la
costituzione di una anagrafe aggiornata e fruibile degli
stabilimenti, a livello delle AASSPP e Regionale, che con-
senta una programmazione integrata e mirata, in grado di
determinare l’innalzamento della qualità e dell’igiene delle
lavorazioni/produzioni alimentari; Contestualmente, favo-
rire la conoscenza dei cittadini, ad ogni livello, sulla com-
posizione dei prodotti alimentari e sulla corretta lettura
delle etichette.
Indicatori Fonte di
verifica
Valore
dell’indicatore
al 31 dicembre
2012
Valore dell’indicatore al 31 di-
cembre 2013
Atteso Osservato
Numero di addetti al controllo
ufficiale formati secondo quanto
previsto dallo standard AC
dati atti del
Dipartimento
Tutela Salute
30 90
Procedure e check list operative dati atti del
Dipartimento
Tutela Salute
1 1
audit effettuati su Imprese ali-
mentari
atti delle
Aziende Sa-
nitarie Pro-
vinciali
60 90
Attività di verifica dell’efficacia dati atti del
Dipartimento
Tutela Salute
nd 3
Breve descrizione dell’intervento programmato*
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma SICUREZZA ALIMENTARE, AUDIT E AUTOCON-
TROLLO – PROGETTO 1 “ Implementazione Audit su
OSA “
3) Identificativo della linea o delle linee
di intervento generale ( indicate nel qua-
dro d’insieme)
2.8. Prevenzione delle malattie determinate da alimenti,
ivi compresa l’acqua destinata al consumo umano
4) Numero identificativo del progetto o
del programma all’interno del piano ope-
rativo regionale
2.8.2.(1)
5) Breve descrizione dell’intervento
programmato *
Vedi sotto
6) Beneficiari (target dell’intervento) POPOLAZIONE GENERALE RESIDENTE NELLA
REGIONE CALABRIA
7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di
processo) perseguiti**
Controllo e contenimento delle malattie trasmesse da
alimenti attraverso:
- l’utilizzo dello strumento audit, con l’utilizzo di
auditor qualificati all’interno dei servizi
SIAN/SVET;
- la realizzazione di Audit su OSA finalizzati al ri-
spetto degli adempimenti normativi e alla modi-
fica dei comportamenti capaci di migliorare la
qualità delle produzioni/lavorazioni
- la verifica dell’efficacia dei controlli
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato da
elementi oggettivi
L’implementazione dello strumento Audit nel controllo ufficiale degli ali-
menti e bevande costituisce obiettivo prioritario nella realizzazione delle at-
tività di prevenzione finalizzate ad ottenere risultati efficaci in termini di
contenimento delle MTA, attraverso l’innalzamento della qualità delle pro-
duzioni alimentari e la consapevolezza degli OSA circa le corrette prassi
operative da adottare. Il Regolamento 882/04 contempla tale adempimento
quale elemento di trasparenza nei confronti degli OSA e, di riflesso, sulla
salute dei consumatori.
Con l’approvazione dello Standard dell’Autorità Competente (Accordo Sta-
to – Regioni 46/csr del 07/02/2013) sono stati definiti, tra l’altro, i requisiti
formativi necessari all’esecuzione degli Audit su OSA da parte del persona-
le dell’Autorità Competente
Scopi generali che si propone Prevenire e contenere le MTA mediante l’attivazione e l’implementazione
sistematica dello strumento Audit sugli OSA, capace di migliorare i proces-
si di sicurezza alimentare, nell’ambito delle lavorazioni/produzioni, verifi-
candone l’efficacia.
Fasi in cui si articola La linea progettuale prevede una fase di realizzazione formazione del per-
sonale secondo lo Standard dell’A.C. (Accordo Stato – Regioni 46/csr del
07/02/2013), di programmi regionali annuali, linee guida e check list opera-
tive e individuazione di gruppi di audit. Si prevede così di proseguire
l’implementazione multidisciplinare di tale strumento di controllo sugli
OSA sul territorio regionale nel 2013, ampliando il numero degli OSA ad
oggi auditati.
Nell’ambito della verifica dell’efficacia dei controlli è prevista la verifica di
audit condotti da team multidisciplinari, quale attività di supervisione ed
addestramento.
Attività di cui si compone 1. Coinvolgimento e sensibilizzazione degli OSA attraverso le Associa-
zioni di Categoria
2. Formazione del personale in linea con i criteri fissati dallo Standard AC
3. Creazione di gruppi di audit multidisciplinari presso le AA.SS.PP.
4. Redazione ed approvazione di Piani di Audit, check list e linee guida
operative
5. Realizzazione di Audit su OSA quale attività supplementare alle attività
istituzionali
6. Attività di verifica dell’efficacia, quale supervisione e addestramento
degli auditor
7. Analisi dei dati di reporting circa la verifica e la garanzia di risponden-
za ai criteri operativi delle good practices
Attori e portatori di interesse
coinvolti
Dipartimento Regionale Tutela della Salute, Servizi IAN e VET delle
AA.SS.PP., Associazioni di Categoria degli OSA e Operatori degli Stabili-
menti alimentari
Criticità La situazione di partenza, che ne rappresenta la principale criticità, vede
ancora i Servizi delle AA.SS.PP orientati su modalità tradizionali di con-
trollo non rispondenti, spesso, a criteri di evidenza scientifica.
La programmazione centrale non si è ancora sufficientemente estesa a tali
tipologie di verifiche ed è risultata problematica l’integrazione e
l’armonizzazione tra i Servizi del Controllo Ufficiale.
E’ cogente la necessità di rispondere ai requisiti del Reg. 882/04 e ai conte-
nuti dell’Accordo Stato Regioni del 07/02/2013
Tempi di attuazione (crono-
programma)
2013
Indicatori ( di processo, di
risultato)**
1. Formazione degli operatori in linea con le indicazioni dello Standard
dell’AC
2. Redazione ed approvazione di Piani di Audit, check list e linee guida
operative in linea con gli indirizzi regionali
3. Numero programmato di Audit su OSA regionali (n° di audit pro-
grammati ed eseguiti su Stabilimenti registrati/riconosciuti nella Regio-
ne) quale attività supplementare alle attività istituzionali
4. Numero di verifiche dell’efficacia sul campo, quale supervisione e ad-
destramento degli auditor
Risultati attesi 1. Almeno ulteriori 60 operatori del CU formati secondo le linee guida
dello Standard dell’AC
2. Redazione ed approvazione di Piani di Audit, check list e linee guida
operative in linea con le indicazioni regionali ( 1)
3. Realizzazione di un ulteriore numero di audit su OSA pari a 30, en-
tro fine 2013
4. realizzazione di almeno 3 verifiche dell’efficacia quale supervisione e
addestramento degli auditor
Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di
processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute.
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del programma SICUREZZA.ALIMENTARE,AUDIT E AUTOCONTROLLO :
PROGETTO 1 “Implementazione Audit su OSA “
PROGETTO 2 “Miglioramento dei Piani di controllo e campio-
namento alimenti”
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento gene-
rale ( indicate nel quadro
d’insieme)
2. PREVENZIONE UNIVERSALE
2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi com-
presa l’acqua destinata al consumo umano
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano operativo
regionale
2.8.2 (2) Programma Sicurezza.alimentare, audit e autocontrollo
progetto 2
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
Quello degli alimenti non sicuri, è stato un problema per la salute
umana fin dagli albori della storiografia e molti dei problemi di
sicurezza alimentare oggi conosciuti non costituiscono una novità.
Sebbene i governi di tutto il mondo stiano facendo del loro meglio
per aumentare la sicurezza dei cibi, l’incidenza di malattie tra-
smesse dagli alimenti resta un significativo problema di salute
pubblica sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.
È stato stimato che ogni anno 1.8 milioni di persone muoiano in
seguito a malattie gastrointestinali e la maggior parte di tali episo-
di possa essere attribuita all’assunzione di cibo o acqua contami-
nati.
Un’adeguata preparazione degli alimenti è in grado di prevenire la
maggior parte delle malattie trasmesse dagli stessi.
Più di 200 malattie conosciute sono trasmesse dagli alimenti.
(FONTE OMS)
La Prevenzione ed il contenimento delle MTA rappresenta dun-
que l’obiettivo di salute che il progetto si pone, attraverso la rea-
lizzazione delle due linee progettuali che consentiranno di:
3) analizzare e valutare attraverso l’utilizzo sistematico degli
Audit sugli OSA, l’organizzazione ed i processi collegati
alla sicurezza degli alimenti, identificando le aree di po-
tenziale miglioramento e le eventuali anomalie ed azioni
che devono essere implementate per correggerle, al fine di
aumentare il livello di sicurezza delle lavorazio-
ni/produzioni alimentari;
4) migliorare la qualità degli interventi del controllo ufficiale,
inclusi i campionamenti di matrici alimentari, attraverso la
costituzione di una anagrafe aggiornata e fruibile degli
stabilimenti, a livello delle AASSPP e Regionale, che con-
senta una programmazione integrata e mirata, in grado di
determinare l’innalzamento della qualità e dell’igiene delle
lavorazioni/produzioni alimentari; Contestualmente, favo-
rire la conoscenza dei cittadini, ad ogni livello, sulla com-
posizione dei prodotti alimentari e sulla corretta lettura
delle etichette.
Indicatori Fonte di
verifica
Valore
dell’indicatore
Valore dell’indicatore
al 31 dicembre 2013
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del pro-
gramma
SICUREZZA ALIMENTARE, AUDIT E AUTOCONTROLLO
– PROGETTO 2 “Miglioramento dei Piani di controllo e
campionamento alimenti“
3) Identificativo della linea o delle
linee di intervento generale ( indi-
cate nel quadro d’insieme)
2.8. Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi
compresa l’acqua destinata al consumo umano
4) Numero identificativo del pro-
getto o del programma all’interno
del piano operativo regionale
2.8.2.(2)
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
Vedi sotto
6) Beneficiari ( target
dell’intervento)
Popolazione generale residente nella Regione Calabria
7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi
di processo) perseguiti**
CONTROLLO E CONTENIMENTO DELLE MALATTIE
TRASMESSE DA ALIMENTI attraverso:
la classificazione e valutazione del rischio degli stabilimenti
alimentari presso ciascuna ASP e con:
- la formazione del personale addetto al controllo ufficiale ope-
rante nei Servizi SIAN/SVET sulle normative cogenti e le cor-
rette tecniche e metodologie di campionamento e trasporto di
matrici alimentari;
- la realizzazione di piani regionali di controllo ufficiale, con de-
finizione di procedure operative, check list e modulistica uni-
forme;
- la realizzazione di ispezioni e campionamenti presso le indu-
strie alimentari finalizzati alla verifica di piani di autocontrollo
efficaci e condivisi con gli addetti, capaci di incidere in maniera
sostanziale sulle criticità relative all’igiene delle lavorazio-
ni/produzioni e, conseguentemente, sulla qualità e salvaguardia
della sicurezza dei prodotti destinati al consumatore finale.
- la realizzazione di una guida per i consumatori, ad ogni livello,
in grado di favorire la conoscenza e la interpretazione delle eti-
chette ai consumatori, quale strumento di informazione e di edu-
cazione per una sicurezza alimentare partendo dalla trasparenza
delle etichette medesime,considerato che si tratta dell'unico
strumento che il consumatore possiede per potere scegliere con
oculatezza.
al 31 dicembre
2010
Atteso Osservato
Numero di addetti al controllo ufficiale
formati sulle normative cogenti standard
AC
dati atti del
Dipartimento
Tutela Salute
30
Programmazione di Piani di campionamen-
to e procedure in tutte le AASSPP in linea
con le indicazioni regionali
dati atti delle
AASSPP
5
Attività da espletarsi a cura del livello regionale
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento even-
tualmente supportato da
elementi oggettivi
La rivisitazione del sistema di controllo ufficiale per come previsto dai Regola-
menti CE del cosiddetto “pacchetto igiene” e dalle Linee Guida approvate in
Conferenza “Stato – Regioni”, impone che gli Organi di Controllo esercitino la
propria azione ponendo al centro dell’attenzione le modalità con le quali gli ope-
ratori del settore alimentare organizzano e gestiscono la loro attività. Inoltre la
programmazione dei controlli, tenendo conto di quanto previsto dal DPR
14/07/1995, deve necessariamente essere legata alla categorizzazione e valuta-
zione del rischio degli stabilimenti alimentari.
L’art. 31 del Reg. CE 882/04 dispone che l’A.C. debba elaborare e tenere aggior-
nato l’elenco degli OSA registrati ne territorio di competenza.
Il Regolamento (CE) 882/2004 relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la
conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla
salute e sul benessere degli animali prevede anche (articolo 6) che il personale
che esegue i controlli ufficiali:
- riceva, per il proprio ambito di competenza, una formazione adeguata che
gli consenta di espletare i propri compiti con competenza e svolgere i
controlli ufficiali in modo coerente.
- si mantenga aggiornato nella sua sfera di competenze e riceva, se del ca-
so, un’ulteriore formazione su base regolare; c) abbia la capacità di prati-
care la cooperazione multidisciplinare.
Scopi generali che si
propone
Prevenire e contenere le MTA mediante l’attuazione di piani di controllo basati
sulla valutazione del rischio, capace di migliorare i processi di sicurezza alimen-
tare, nell’ambito delle lavorazioni/produzioni e vendita
Fasi in cui si articola La formazione di almeno 30 operatori, su tematiche peculiari del campionamento
(Reg. 2073/05 e s.m.i., additivi, materiali a contatto, micotossine) che sono risul-
tate più problematiche nelle evidenze degli audit sperimentali effettuati.
Contemporaneamente, sulla base delle indicazioni nazionali relative al nomencla-
tore degli stabilimenti, presso ciascuna ASP e presso il Dipartimento Regionale
Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, si procederà all’implementazione di un
software di gestione delle anagrafe degli stabilimenti e degli OSA registrati, coe-
rente con la master list approvata in coordinamento interregionale ed in grado di
interfacciarsi con i sistemi nazionali vigenti.
Ciò dovrà consentire presso ogni ASP una programmazione annuale coordinata,
che trova la sua finalità nella volontà di rendere operativi e sistematici piani di
controllo omogenei su tutto il territorio regionale, che garantiscano un’azione ef-
ficace di controllo e, conseguentemente, la prevenzione delle malattie trasmesse
da alimenti e la tutela della salute pubblica, anche in relazione agli adempimenti
che derivano dalla Legislazione Comunitaria e Nazionale.
Contestualmente realizzare, pubblicare e diffondere una guida per i consumatori
come strumento di informazione e di educazione per la sicurezza alimenta-
re, partendo dalla lettura delle etichette medesime, considerato che si tratta dell'u-
nico strumento che il consumatore possiede per potere scegliere con oculatezza.
Attività di cui si com-
pone
1. implementazione di un software di gestione delle anagrafe degli stabilimenti
e degli OSA registrati coerente con la master list approvata a livello interre-
gionale.
2. completamento degli Elenchi degli OSA
3. Classificazione e valutazione degli Stabilimenti in base al rischio presso tutte
le AA.SS.PP.
4. Formazione specifica, diretta al personale di vigilanza sulla normativa cogen-
te e la campionatura degli alimenti
5. Adozione di Piani e procedure di campionamento presso ciascuna ASP, in li-
nea con gli indirizzi regionali
6. Coinvolgimento e sensibilizzazione degli OSA attraverso le Associazioni di
Categoria
7. Pubblicazione e diffusione di una guida per i consumatori sulla corretta lettu-
ra delle etichette alimentari;
8. Realizzazione dei campioni di alimenti programmati con priorità agli Stabi-
limenti classificati ad alto rischio
9. Valutazione dei dati di report circa gli esiti dei controlli e delle analisi
Attori e portatori di in-
teresse coinvolti
Dipartimento Regionale Tutela della Salute, Servizi IAN e VET delle AA.SS.PP.,
Associazioni di Categoria degli OSA e Operatore degli Stabilimenti alimentari;
CRA (ex INCA); cittadini consumatori.
Criticità Il sistema del controllo ufficiale regionale, anche per pregresse carenze organiz-
zative e formative specifiche, non ha consentito ad oggi, una applicazione esten-
siva delle modalità di supervisione dei piani di autocontrollo, soprattutto delle
Imprese a rischio elevato, per le quali il coinvolgimento dei Servizi di vigilanza
costituisce una delle modalità di verifica del sistema di qualità delle produzioni.
L’incompletezza degli elenchi degli OSA e delle anagrafe degli Stabilimenti,
presso i Servizi territoriali, determina l’impossibilità di programmare efficace-
mente gli interventi, classificando gli OSA in base al rischio.
Inoltre, vanno altresì aggiornate e riqualificate, anche alla luce delle sempre nuo-
ve problematiche legate agli alimenti e alla conseguente richieste di controlli ana-
litici, le conoscenze e le competenze degli operatori addetti al controllo ufficiale
in ordine alle tecniche e modalità di campionamento delle diverse matrici alimen-
tari, nonché delle norme di buona prassi operativa e di conferimento dei campioni
da destinarsi alle analisi.
Analogamente devono essere ampliate le conoscenze dei consumatori sull’attenta
lettura delle etichette alimentari.
Tempi di attuazione
(cronoprogramma)
2013
Indicatori (di processo,
di risultato)**
1.Formazione specifica del personale addetto al controllo ufficiale sei Servizi
IAN/VET (n° di operatori formati sul totale degli Operatori dei Servizi IAN/VET
delle AA.SS.PP.)
2.implementazione nelle AASSPP di un programma di campionamento alimenti
presso gli OSA in linea con gli indirizzi regionali
Risultati attesi 1. Formazione su tematiche peculiari del campionamento (Reg. 2073/05 e
s.m.i., additivi, materiali a contatto, micotossine) di almeno ulteriori 30 ope-
ratori del Controllo Ufficiale nell’anno 2013
2. implementazione sistematica delle procedure e dei piani di campionamento
in ciascuna Azienda Sanitaria Provinciale
Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di pro-
cesso) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute.
Indicatori Fonte di
verifica
Valore
dell’indicatore
al 31 dicembre
2012
Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013
Atteso Osservato
Numero di responsa-
bili e di operatori
formati in relazione
all’Accordo del
07/02/2013
regionale
30
Recepimento Accordo
46/csr 2013
regionale
1
Numero di audit di
settore e di sistema ef-
fettuati a livello re-
gionale sui servizi
ispettivi
regionale
3
Attività da espletarsi a cura del livello regionale
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato da
elementi oggettivi
Assicurare il raggiungimento degli obiettivi di salute assegnati attraver-
so la verifica e garanzia di rispondenza ai criteri operativo-gestionali
previsti dalla programmazione regionale da attuarsi a cura dei Servizi
(SIAN e SVET) deputati al controllo ufficiale del settore alimentare, per
il continuo miglioramento degli interventi in questo ambito.
Prima fase di adeguamento al documento n. 46/csr del 07/02/2013
1) REGIONE Calabria
2) Titolo del progetto o del programma “Valutazione della Qualità e Appropriatezza dei Servizi
di Sicurezza alimentare”
3) Identificativo della linea o delle linee
di intervento generale ( indicate nel qua-
dro d’insieme)
2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi
compresa l’acqua destinata al consumo umano
4) Numero identificativo del progetto o
del programma all’interno del piano
operativo regionale
2.8.3
5) Breve descrizione dell’intervento
programmato
(*)
6) Beneficiari (target dell’intervento) Popolazione generale residente nella Regione Calabria
7) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di
processo) perseguiti**
Miglioramento del livello della Sicurezza alimentare, attra-
verso la prima applicazione di modelli di Audit di Settore e
di Sistema sui Servizi di controllo Ufficiale, finalizzati alla
verifica del raggiungimento degli obiettivi della programma-
zione regionale
Scopi generali che si propo-
ne
Attraverso la formazione di responsabili ed operatori dei Servizi Territo-
riali di Sicurezza Alimentare il progetto si propone di avviare un percor-
so di adeguamento al documento n. 46/csr del 07/02/2013 (Linee Guida
per il funzionamento ed il miglioramento delle attività di Controllo Uffi-
ciale in materia di sicurezza degli alimenti e di sanità pubblica veterina-
ria) sia per quanto riguarda il livello organizzativo che per quel che con-
cerne il livello operativo.
Contestualmente, con gli auditor già formati, si darà avvio alla prima
sperimentazione degli Audit di Settore e si proseguirà nella fase di veri-
fica dei Piani di Azione approvati a seguito della fase sperimentale degli
audit di Sistema, sarà possibile verificare la qualità e l’appropriatezza del
sistema dei controlli messi in atto nei confronti degli Operatori del Setto-
re Alimentare dai Servizi SIAN e SVET delle AA.SS.PP., individuando-
ne eventuali carenze e definendone misure correttive, capaci di incidere
sostanzialmente sull’organizzazione e la metodologia del sistema genera-
le dei controlli e, conseguentemente, tendere ad un efficace livello di
sicurezza alimentare nella Regione Calabria, capace di prevenire e/o
contenere le malattie determinate da alimenti.
Fasi in cui si articola La linea progettuale prevede una fase di formazione di responsabili e
operatori dei Servizi territoriali di Sicurezza Alimentare, sugli specifici
contenuti dello Standard dell’Autorità Competente (Accordo 46/csr
2013), propedeutica alla realizzazione di programmi regionali annuali,
linee guida e procedure organizzative ed operative.
Contestualmente si prevede di implementare lo strumento di Audit di
Settore quale verifica sui Servizi territoriali deputati al controllo ufficiale
delle AA.SS.PP. realizzando anche una verifica dei Piani di Azione ap-
provati a seguito della fase sperimentale degli audit di Sistema.
Attività di cui si compone 1. Realizzazione di Corsi di formazione e addestramento specifici
per responsabili ed operatori dei Servizi Territoriali di Sicurezza
Alimentare;
2. Approvazione di programmi linee guida regionali e procedure
organizzative ed operative e loro condivisione;
3. Formalizzazione degli auditor accreditati e degli Uffici di Audit
regionali
4. Recepimento Accordo 46/csr
5. Stesura ed approvazione dei programmi di audit regionali;
6. Esecuzione degli audit di Settore sui Servizi
7. Verifica dei Piani di azione conseguenti gli Audit sperimentali di
sistema
8. Analisi dei risultati e prescrizioni per eventuali azioni corretti-
ve/migliorative
Attori e portatori di interesse
coinvolti
Servizi regionali SIAN e SVET del Dipartimento Tutela della Salute
SIAN territoriali, Servizi Veterinari territoriali aree A, B e C
Criticità Le principali criticità sono rappresentate dal fatto che i Servizi territoria-
li, fino al recente passato, hanno lavorato spesso in forma disarticolata e
non omogenea sul territorio, anche a causa di una incostante program-
mazione del livello centrale e della carenza di procedure operative for-
malizzate, anche in relazione alla verifica dell’efficacia dei controlli.
Inoltre il personale appare spesso demotivato o con scarsa attitudine a
cambiamenti ed innovazioni, il tutto favorito dalla carente programma-
zione formativa e di aggiornamento specifiche
Tempi di attuazione
Entro il 31/12/2013 è prevista la formazione di un primo gruppo regiona-
le di operatori, l’approvazione della programmazione regionale di audit e
la prima applicazione dell’audit di Settore sui Servizi delle AA.SS.PP.
nonché di verifica dei Piani di azione conseguenti gli Audit sperimentali
di sistema
Indicatori (di processo, di ri-
sultato)**
1. Numero di operatori formati sul documento Standard dell’A.C.
2. Numero di provvedimenti attuativi dell’Accordo Stato Regioni
del 07/02/2013
3. Numero di audit di SETTORE effettuati a livello regionale sui
servizi ispettivi delle AA.SS.PP.
Risultati attesi 1. Formazione di 30 responsabili ed operatori al 31/12/2013
2. Formalizzazione di almeno 1 provvedimento attuativo
dell’Accordo Stato Regioni del 07/02/2013
3. Realizzazione di almeno 3 audit di Settore/Sistema sui Servizi
che si occupano di sicurezza alimentare
Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di
processo), mirano a perseguire il miglioramento della qualità e appro-
priatezza dei Servizi Ispettivi delle AA.SS.PP. che, in via indiretta, potrà
tendere al raggiungimento di un efficace livello di sicurezza alimentare
nella Regione Calabria, capace di prevenire e/o contenere le malattie de-
terminate da alimenti
Indicatori ( di processo, di risultato)
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento even-
tualmente supportato
da elementi oggettivi
L’adozione di stili di vita non corretti rappresenta oggi una vera e propria emer-
genza sanitaria che comporta l’aumento di rischio di malattie cardiovascolari,
tumori e diabete, le principali cause di mortalità e morbilità nella popolazione
adulta.
Nel 2006 il Ministero della Salute ha affidato al Centro Nazionale di Epidemio-
logia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore
di Sanità il compito di sperimentare un sistema di sorveglianza della popolazione
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma Sistema di sorveglianza PASSI nella Re-
gione Calabria: consolidamento e sviluppo
3) Identificativo della linea o delle linee di interven-
to generale ( indicate nel quadro d’insieme)
2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini,
comportamenti, stili di vita non salutari e
patologie correlate (alimentazione scorretta,
sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo,
abuso di sostanze)
4) Numero identificativo del progetto o del pro-
gramma all’interno del piano operativo regionale
2.9.1.
5) Breve descrizione dell’intervento programmato *
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Popolazione adulta
Decisori Regionali, Direttori di ASL, di Dipar-
timento e di Distretto, Operatori di strutture sa-
nitarie, MMG, Sindaci, Esponenti delle Comu-
nità locali
7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-
seguiti**
Dare continuità nel 2013, su tutto il territorio
regionale, alla sorveglianza PASSI, ottimizzan-
done fasi e attività.
Indicatori Fonte di
verifica
Valore al
31/12/2012
Valore al
31/12/2013
Osservato Atteso
Report sintetico annuale regionale relativo all’ultimo
anno disponibile (compatibilmente con la pubblicazione
del dataset e dei PGM regionali sul sito PASSIDATI)
Pubblicazione Presente 1
N° eventi formativi per l’aggiornamento, la valutazione
e il monitoraggio del sistema.
Certificazione
del gruppo di-
coordinamento
regionale
4 ≥ 4
Report sintetico annuale aziendale relativo all’ultimo
anno disponibile (compatibilmente con la pubblicazione
del dataset e dei PGM regionali sul sito PASSIDATI)
Pubblicazione Presente 3
adulta dedicato a questi temi: PASSI, acronimo di Progressi delle Aziende Sani-
tarie per la Salute in Italia.
PASSI è concepito per fornire informazioni di dettaglio a livello regionale e
aziendale, sì da occasionare confronti tra le Regioni e le ASL partecipanti e for-
nire elementi utili all’orientamento delle attività locali di programmazione e va-
lutazione.
La Calabria ha formalizzato con delibera di Giunta regionale l’adesione alla sor-
veglianza e nel 2012 sono state effettuate, in tutte e cinque le ASP calabresi,
1.490 interviste relative a un campione rappresentativo di una popolazione di
circa 1.334.253 residenti di 18-69 anni. Dall’esame dei dati del sistema di moni-
toraggio si avverte la necessità di ottimizzare alcune fasi e attività della sorve-
glianza, realizzata nel 2012 in tutte le cinque ASP calabresi con campionamento
aziendale.
Scopi generali che si
propone
L’obiettivo generale della sorveglianza di popolazione è monitorare alcuni aspet-
ti della salute di tutta la popolazione calabrese di età compresa fra i 18 e i 69 an-
ni, relativamente ai principali fattori di rischio comportamentali, e valutare la
diffusione delle misure preventive attivate.
Fasi e attività Le principali azioni previste dal protocollo nazionale:
- Aggiornamento del gruppo tecnico regionale, coordinatori e intervistatori
aziendali.
- Formazione e aggiornamento di coordinatori e intervistatori aziendali.
- Campionamento
- Attivazione procedure per i contatti iniziali (lettere per le persone da intervi-
stare, per i MMG, per i Sindaci, Ordine dei Medici, Dirigenti ASP, Me-
dia,…)
- Somministrazione questionario telefonico secondo procedure
- Raccolta, verifica, validazione, inserimento e invio dati, creazione dataset
- Analisi dati
- Edizione schede tematiche e report
- Comunicazione risultati
- Monitoraggio (dati di processo)
Attori e portatori di
interesse coinvolti
Popolazione, Decisori Regionali, Direttori di ASL, di Dipartimento e di Distret-
to, Operatori di strutture sanitarie, MMG, Sindaci, Esponenti delle Comunità lo-
cali, Operatori della Sorveglianza
Criticità Anagrafe assistiti non sufficientemente completa
Turnover operatori
Parziale carenza negli operatori di abilità informatiche.
Parziale carenza di strumenti informatici.
Tempi di attuazione Dal 01/01/2103 al 31/12/2013
Risultati attesi Proseguire la sorveglianza PASSI nel corso del 2013 su tutto il territorio regio-
nale, ottimizzandone fasi e attività,; l’implementazione del database regionale e
delle singole ASP consentirà di produrre informazioni di maggior dettaglio in
grado di meglio orientare azioni, progetti e programmi di promozione della salu-
te (v. Guadagnare Salute).
1) REGIONE Calabria
2) Titolo del progetto o del pro-
gramma Sistema di sorveglianza “HBSC (Health Behaviour in School-aged
Children)” nella Regione Calabria: strategie di comunicazione
3) Identificativo della linea o delle
linee di intervento generale ( indica-
te nel quadro d’insieme)
2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita
non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà,
abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze)
4) Numero identificativo del proget-to o del programma all’interno del
piano operativo regionale
2.9.2
5) Breve descrizione dell’intervento programmato *
Nei paesi industrializzati le malattie cronico-degenerative rappresentano la prima cau-
sa di morbosità e mortalità della popolazione. Queste malattie sono dovute, in larga
parte, ad alcuni fattori di rischio modificabili, conoscerne la distribuzione nello spazio
e sapere come si modificano nel tempo ci permette di orientare la realizzazione di ini-
ziative utili ed efficaci per il miglioramento delle condizioni di vita e di salute degli
adolescenti. Adottare uno stile di vita salutare (una sana alimentazione, praticare atti-
vità fisica, mantenere il peso nella norma, non fumare, non eccedere nel bere alcolici)
non solo migliora lo stato di salute in età evolutiva ma riduce significativamente il ri-
schio di sviluppare malattie cronico degenerative in età adulta e permette di rimanere a
lungo in buona salute. Al fine di intraprendere interventi che impegnino il sistema sco-
lastico nella promozione di comportamenti salutari il Ministero della Salute ha pro-
mosso il progetto il progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-
17 anni” di cui HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) costituisce parte
integrante. Nel 2009 è stata realizzata, per la prima volta con la partecipazione di tutte
le Regioni, la rilevazione dati HBSC.
La survey, coordinata dall’ISS – CNESPS in collaborazione con le Università di Tori-
no (principal investigator), Siena e Padova, prevede, ogni 4 anni, la raccolta di infor-
mazioni mediante un questionario autocompilato in un campione rappresentativo re-
gionale di studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di età 11, 13 e 15
anni. Le aree indagate attraverso la somministrazione del questionario sono:
- i comportamenti correlati alla salute;
- la salute ed il benessere individuale;
- il contesto sociale;
- il contesto ambientale di sviluppo delle competenze relazionali.
Per quanto riguarda i comportamenti correlati alla salute, che rappresentano la par-
te fondamentale del questionario, le aree esplorate sono state:
a) l’alimentazione (consumo di frutta, verdura, dolci e bibite con zucchero, ecc.);
b) l’igiene orale giornaliera;
c) l’attività fisica e la sedentarietà;
d) i comportamenti a rischio (l’abitudine al fumo, eventuale abuso di alcolici e uso di
cannabis);
e) i comportamenti sessuali;
f) i fenomeni di violenza e gli infortuni (eventuali atti di “bullismo”, agiti o subiti,
nell’ambito del gruppo dei pari, e frequenza di infortuni).
Le domande sui comportamenti sessuali e sull’uso della cannabis sono state rivolte
solo ai quindicenni.
L’indagine ha previsto anche la somministrazione di un questionario al Dirigente di
ciascuna scuola coinvolta, allo scopo di rilevare informazioni circa il contesto scola-
stico sia in termini organizzativi (contesto fisico/strutturale dell’istituto), che di inter-
venti di promozione della salute.
Per l’anno 2013 vengono programmate le attività relative al completamento della
survey 2009-2010, cioè ultimazione della restituzione dati e valutazione della sor-
veglianza. Viene inoltre definita l’implemntazione delle attività di comunicazione
che favoriscono l’attivazione di processi di consapevolezza e di empowermnt nella
popolazione target e la realizzazione di prodotti di comunicazione che forniscono
informazioni coerenti tra loro.
Inoltre viene realizzato il materiale di comunicazione rivolto ai genitori degli
alunni coinvolti nella rilevazione.
Si definisce altresì la messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della
nuova raccolta dati da realizzare nel 2014.
Indicatori Fonte di
verifica
Valore
dell’indicatore al
31 dicembre 2012
Valore
dell’indicatore al 31
dicembre 2013
Atteso Osservato
% di scuole coinvolte nel-
la comunicazione (n.
scuole campionate/ tot
scuole)
Dati ASP 50%
% di genitori interessati
dalla comunicazione (n
genitori coinvolti/n. tot.
genitori degli alunni og-
getto della rilevazione
Dati ASP 50%
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi *
Vedi sopra
Scopi generali che si propone L’obiettivo di questa sorveglianza, sostenibile nel tempo ed efficace nel
guidare gli interventi di sanità pubblica, è quello di monitorare alcuni
aspetti relativi agli stili di vita degli adolescenti calabresi in età 11-17
anni, orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il miglio-
ramento delle loro condizioni di vita e di salute e valutare la diffusione e
l’efficacia delle misure preventive attivate, utilizzando anche adeguate
strategie di comunicazione.
Fasi in cui si articola Preparazione dei materiali di comunicazione
Comunicazione dei risultati ai target secondari (genitori, insegnanti, PLS
e MMG e operatori sanitari, comunità locale)
Messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della nuova raccolta
dati da realizzare nel 2014.
Attività di cui si compone Comunicazione risultati
Monitoraggio (dati di processo)
6) Beneficiari (target dell’intervento) Target primario: ragazzi e ragazze in età scolare (11, 13 e 15 anni). Questa fa-
scia di età rappresenta l’inizio dell’adolescenza, una fase di forti cambiamenti
sia a livello fisico che emozionale, ma anche il periodo della vita in cui vengo-
no prese importanti decisioni riguardanti la salute e la carriera futura (scolasti-
ca e lavorativa).
Target secondari: genitori, insegnanti, PLS e MMG e operatori sanitari, comu-
nità locale
7) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di
processo) perseguiti**
Miglioramento delle condizioni di vita e di salute degli adolescenti, attraverso
la messa a regime su tutto il territorio regionale della sorveglianza dei princi-
pali fattori di rischio comportamentali e dello stato delle misure preventive per
gli adolescenti calabresi (11 – 17 anni)
Valutazione Sorveglianza ed eventuale riprogrammazione.
Attori e portatori di interesse coinvolti ragazzi e ragazze in età scolare (11, 13 e 15 anni), genitori, insegnanti,
PLS e MMG e operatori sanitari, comunità locale
Tempi di attuazione 2013
Indicatori (di processo, di risultato)** - % di scuole coinvolte nella comunicazione (n. scuole campiona-
te/ tot scuole)
- % di genitori interessati dalla comunicazione (n genitori coin-
volti/n. tot. genitori degli alunni oggetto della rilevazione
Risultati attesi Almeno il 50% di scuole coinvolte e almeno il 50% di genitori raggiunti
dalla comunicazione
1) REGIONE Calabria
2) Titolo del progetto o del pro-
gramma Sistema di sorveglianza “Okkio alla Salute”: strategie di comunica-
zione
3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale ( indica-
te nel quadro d’insieme)
2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vi-
ta non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarie-
tà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze)
4) Numero identificativo del proget-
to o del programma all’interno del piano operativo regionale
2.9.3
5) Breve descrizione dell’intervento
programmato *
Nei paesi industrializzati le malattie cronico-degenerative rappresentano la
prima causa di morbosità e mortalità della popolazione. Queste malattie sono
dovute, in larga parte, ad alcuni fattori di rischio modificabili; conoscerne la
distribuzione nello spazio e sapere come si modificano nel tempo ci permette
di orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il miglioramento
delle condizioni di vita e di salute dei bambini delle scuole primarie. Adottare
uno stile di vita salutare (una sana alimentazione, praticare attività fisica, man-
tenere il peso nella norma) non solo migliora lo stato di salute in età evolutiva
ma riduce significativamente il rischio di sviluppare malattie cronico degene-
rative in età adulta e permette di rimanere a lungo in buona salute. Per com-
prendere la dimensione di questo importante fenomeno in Italia, nel 2007, il
Ministero della Salute/CCM ha promosso e finanziato il progetto “Sistema di
indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni”, coordinato dall’Istituto
Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni, il Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca l’INRAN. Nell’ambito del pro-
getto è stato sviluppato il sistema di sorveglianza sullo stato ponderale e i
comportamenti a rischio nei bambini delle scuole primarie “OKkio alla SA-
LUTE”, collegato al programma europeo “Guadagnare salute” e ai Piani di
Prevenzione nazionali e regionali, con lo scopo di fornire elementi utili
all’orientamento delle attività locali di programmazione e valutazione.
OKkio alla SALUTE prevede una periodicità di raccolta dati biennale e per-
mette di descrivere la variabilità geografica e l’evoluzione nel tempo della sta-
to ponderale, degli stili alimentari, dell’abitudine all’esercizio fisico dei bam-
bini e delle attività scolastiche favorenti la sana nutrizione e l’attività fisica.
L’iniziativa fa parte del progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Regione Europea “Childhood Obesity Surveillance Initiative”. La realizzazione del progetto, affidata alle Regioni e alle Asl, in colla-
borazione con la scuola, prevede:
- registrazione delle misure antropometriche dei bambini;
- raccolta di informazioni sulle abitudini alimentari, sull’attività
fisica e la sedentarietà dagli alunni delle scuole primarie, effet-
tuata tramite un questionario riempito dai bambini in classe;
- raccolta di informazioni sulle abitudini alimentari, sull’attività
fisica e la sedentarietà dei bambini, effettuata tramite un que-
stionario rivolto ai genitori;
- raccolta di informazioni sull’ambiente scolastico, sulle attività
formative riguardanti l’attività fisica e la nutrizione svolte dalla
scuola, attraverso un questionario compilato dal Dirigente sco-
lastico
La Calabria ha aderito alla sorveglianza, affidandone la realizzazione a
livello locale ai Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione dei Dipartimenti di
Prevenzione, ed ha partecipato alle tre raccolte dati effettuate nel 2008,
nel 2010 e nel 2012. Tali indagini hanno permesso di ottenere informa-
zioni in tempi brevi e a costi limitati, grazie al lavoro e all’efficiente re-
te di collaborazione realizzata fra gli operatori del mondo della scuola e
della salute. I risultati del 2012 confermano i dati delle precedenti rac-
Indicatori Fonte di
verifica
Valore
dell’indicatore al
31 dicembre 2012
Valore
dell’indicatore al 31
dicembre 2013
Atteso Osservato
Numero di eventi regiona-
li per la divulgazione dei
risultati
Dati regionali
1
PLS della Regione che
hanno ricevuto materiale
informativo sulla rileva-
zione 2012
Dati regionali 80%
colte, con elevata prevalenza di eccesso ponderale, di cattive abitudini
alimentari e stili di vita sedentari. Per valutare l’andamento del fenome-
no è importante assicurare la continuazione negli anni del sistema di
sorveglianza attraverso la cooperazione avviata tra salute e scuola. Per l’anno 2013 viene definita l’implementazione delle attività di comuni-
cazione che favorisce. l’attivazione di processi di consapevolezza e di
empowerment nella popolazione target e la realizzazione di prodotti di
comunicazione che forniscono informazioni coerenti tra loro.
Inoltre viene realizzato il materiale di comunicazione rivolto ai genitori
degli alunni coinvolti nella rilevazione.
Si definisce altresì la messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività
della nuova raccolta dati da realizzare nel 2014.
6) Beneficiari (target dell’intervento) Target primario: Bambini di età di 8 anni, per ragioni di carattere biologico, in
quanto la situazione nutrizionale è ancora poco influenzata dalla pubertà, e per
questioni di sviluppo cognitivo, in quanto i bambini sono già in grado di ri-
spondere con precisione e validità ad alcune semplici domande.
Target secondari: genitori, insegnanti, operatori di strutture sanitarie, PLS e
MMG, Comunità locale
7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi
di processo) perseguiti**
Miglioramento su tutto il territorio regionale della sorveglianza dei principali
fattori di rischio comportamentali della popolazione calabrese in età evolutiva
per la riduzione dell’incidenza delle malattie cronico degenerative attraverso
l’incremento dell’attività fisica e l’acquisizione di corrette abitudini alimentari.
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento eventualmente
supportato da elementi oggettivi *
Vedi sopra
Scopi generali che si propone L’obiettivo di questa sorveglianza, sostenibile nel tempo ed efficace nel
guidare gli interventi di sanità pubblica, è quello di monitorare alcuni
aspetti relativi agli stili di vita dei bambini calabresi in età 6-10 anni,
orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il migliora-
mento delle loro condizioni di vita e di salute e valutare la diffusione e
l’efficacia delle misure preventive attivate, comprese le strategie di co-
municazione.
Fasi in cui si articola Preparazione dei materiali di comunicazione
Comunicazione dei risultati ai target secondari (genitori, insegnanti, PLS
e MMG e operatori sanitari, comunità locale)
Messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della nuova raccolta
dati da realizzare nel 2014.
Attività di cui si compone Edizione del Rapporto
Comunicazione risultati
Monitoraggio (dati di processo)
Valutazione della Sorveglianza ed eventuale riprogrammazione.
Attori e portatori di interesse coinvolti Target primario: Bambini di età di 8 anni, per ragioni di carattere biolo-
gico, in quanto la situazione nutrizionale è ancora poco influenzata dalla
pubertà, e per questioni di sviluppo cognitivo, in quanto i bambini sono
già in grado di rispondere con precisione e validità ad alcune semplici
domande.
Target secondari: genitori, insegnanti, operatori di strutture sanitarie,
PLS e MMG, Comunità locale
Tempi di attuazione 2013
Indicatori (di processo, di risultato)** - Numero di eventi regionali per la divulgazione dei risultati
- PLS della Regione che hanno ricevuto materiale informati-
vo sulla rilevazione 2012
Risultati attesi Almeno un evento regionale di divulgazione
100% dei PLS raggiunti dalla comunicazione
INDICATORI FONTE
DI VERIFICA
VALORE
DELL’INDICATORE
AL 31 DICEMBRE 2012
VALORE
DELL’INDICATORE
AL 31 DICEMBRE 2013
OSSERVATO ATTESO OSSERVATO
Numero Scuole aderenti Relazioni, accordi
formalizzati
9 ulteriori 12
Numero insegnanti Schede, verbali 193 ulteriori 60
Numero Ragazzi peer reclu-
tati
Schede, elaborati ecc 425
ulteriori 100
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento eventualmente
supportato da elementi oggettivi
Nell’ottica delle azioni svolte nel periodo 2010-2012
il presente progetto intende reclutare nuovi Istituti e
creare all’interno degli Istituti già coinvolti un mi-
glioramento degli ambienti scolastici per aumentare il
senso di appartenenza e di benessere nella scuola.
.1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma Benessere relazionale degli adolescenti:
Peer to Peer
3) Identificativo della linea o delle linee di intervento
generale ( indicate nel quadro d’insieme)
2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini,
comportamenti, stili di vita non salutari e pa-
tologie correlate (alimentazione scorretta,
sedentarietà, abuso di alcol, fumo)
4) Numero identificativo del progetto o del program-
ma all’interno del piano operativo regionale
2.9.4
5) Breve descrizio-
ne dell’intervento
programmato *
Promuovere le life skill nei ragazzi e aumentare l’empowerment negli adole-
scenti che diventano sempre più promotori di azioni che mirino al migliora-
mento del proprio e altrui benessere all’interno del setting scolastico e nel con-
tempo costituire una seconda generazione di peer educator all’interno degli
Istituti Scolastici coinvolti ad opera dei Peer della prima generazione. I Peer
Educator completeranno le attività programmate all’interno dei loro Istituti e
costituiranno così un nuovo gruppo di peer tra i ragazzi delle terze classi. Sarà
presentato il Progetto anche a due nuovi Istituti. Si prevede inoltre una giornata
di formazione advanced rivolta agli operatori dell’equipe aziendale capofila ed
una rivolta agli operatori delle equipe delle altre aziende nelle quali il progetto
è in itinere.
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Adolescenti 14-20 anni
7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di
processo) perseguiti**
Acquisizione di competenze sulle metodologie didattiche
ludico-creative, sui laboratori, sugli strumenti di lavoro al
fine di aumentare nei ragazzi l’empowerment stimolando le
loro abilità di vita
Scopi generali che si propone Promuovere il benessere scolastico ed il senso di ap-
partenenza alla scuola migliorando anche la relazione
tra studenti, docenti e dirigenti.
Fasi in cui si articola - Convegno per la comunicazione delle attività
svolte e quelle programmate
- Reclutamento di altri Istituti
- Costituzione della II generazione Peer Educa-
tor all’interno degli Istituti già coinvolti e co-
stituzione dei gruppi peer dei nuovi Istituti
- Attività dei peer di sensibilizzazione sui temi
scelti dagli stessi e relativi al benessere rela-
zionale
Attori e portatori di interesse coinvolti Peer educator, studenti delle terze classi, dirigenti
scolastici, docenti referenti, operatori ASP delle equi-
pe operative
Tempi di attuazione (cronoprogramma) Anno 2013
Indicatori (di processo, di risultato)** Adesione delle Scuole, nuovi Peer Educator, nuovi
docenti referenti
Risultati attesi Implementazione del Progetto in nuovi Istituti Scola-
stici, individuazione di nuovi docenti referenti, costi-
tuzione di nuovi gruppi di Peer Educator
Indicatori di processo e di risultato
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato
da elementi oggettivi
La situazione nutrizionale di una popolazione è
un determinante importante delle sue condizioni di salute. In
particolare l’eccesso di peso, favorendo l’insorgenza o
l’aggravamento di patologie preesistenti, riduce la durata della
vita e ne peggiora la qualità.
In Italia, come nella gran parte dei Paesi a medio e alto reddito,
l’eccesso ponderale è uno dei principali fattori che sostengono
l’aumento delle malattie croniche non trasmissibili. Per questo,
si compiono molti sforzi per monitorare l’andamento
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma Guadagnare salute negli adolescenti:
attività fisica e alimentazione
3) Identificativo della linea o delle linee di interven-
to generale ( indicate nel quadro d’insieme)
Prevenzione e sorveglianza di abitudini,
comportamenti, stili di vita non salutari e
patologie correlate
4) Numero identificativo del progetto o del pro-
gramma all’interno del piano operativo regionale
2.9.5
5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Vedi sotto
6) Beneficiari (target dell’intervento) Popolazione scolastica 14-16 anni scuole
secondarie della Calabria
7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-
seguiti**
Promuovere stili di vita sani di alimenta-
zione ed attività fisica negli adolescenti
Indicatori Fonte di verifi-
ca
Valore al 31/12/2012 Valore al 31/12/2013
Atteso Osservato Atteso Osservato
Scuole aderenti Atti aziendali e
griglie di valu-
tazione
6 Ulteriori
6
programmi ef-
fettuati
Atti aziendali e
griglie di valu-
tazione
2 Ulteriori
3
dell’eccesso ponderale nei bambini, negli adulti e nella terza
età.
I dati di sorveglianza nazionali e regionali evidenziano seden-
tarietà e sovrappeso/obesità nella popolazione, per cui è indi-
cato promuovere una campagna di promozione di corretti stili
di vita e di sensibilizzazione nonché di informazione sui ser-
vizi sanitari territoriali che si occupano di alimentazione e atti-
vità fisica.
Sovrappeso e obesità, legati a scorretti stili di vita, possono fa-
vorire l’insorgenza di patologie cronico-degenerative. Pertanto
è necessario focalizzare l’interesse sulla promozione della sa-
lute fin dall’ infanzia, prima che si instauri una patologia, an-
che per ridurre le disuguaglianze in salute ed i costi sanitari
nonché sociali.
I risultati 2012 della terza raccolta dati del sistema di sorve-
glianza nazionale Okkio alla salute confermano livelli di ec-
cesso ponderale in età infantile, ( 22% sovrappeso e 10,6%
obesità)pur rilevando segnali di miglioramento anche nella
Regione Calabria . Dati di soprappeso e ridotta attività fisica
nella popolazione scolastica, rilevati da indagini nazionali e
locali (HBSC). I dati HBSC in Calabria evidenziano livelli di
soprappeso/obesità in entrambi i generi, soprattutto nei maschi.
Si segnalano l’assenza di un’appropriata prima colazione e uno
scarso consumo di frutta e verdura. Circa il 42% dei quindi-
cenni (Italia 40%) ed il 20% delle quindicenni (Italia 24%)
consuma alcool almeno una volta alla settimana.
Scopi generali che si propone Coinvolgere gli studenti 14-16 anni con programmi congiunti
di educazione e promozione di corretti stili di vita
Fasi in cui si articola
I fase: selezione di scuole aderenti al progetto
II fase: formazione operatori di scuola e sanità
III fase: attuazione di interventi
IV fase: verifica e diffusione risultati
Attività di cui si compone I fase: Invio della proposta del progetto alle scuole, raccolta
delle adesioni, selezione tra le scuole interessate in base a cri-
teri di rappresentatività territoriale
II fase: Istituzione gruppo di lavoro intersettoriale per la pro-
gettazione e l’organizzazione della formazione congiunta di
operatori di scuola e sanità, attuazione formazione
III fase: Programmazione interventi congiunti di educazione
alla salute rivolti a studenti, docenti e genitori referenti, indi-
viduazione ed elaborazione di strumenti, attuazione degli in-
terventi programmati da parte dei docenti e/o dei sanitari,
IV fase: Rilevazione degli indicatori di risultato, diffusione
dei dati di attività svolta
Attori e portatori di interesse
coinvolti
Operatori dei servizi ASP coinvolti; Docenti e genitori refe-
renti; Studenti
Tempi di attuazione Anno 2013
Indicatori ( di processo, di ri-
sultato)**
Numero di Scuole aderenti
Numero di programmi effettuati
Risultati attesi Ulteriore coinvolgimento di scuole e ulteriori programmi effet-
tuati
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma
“Promozione dell’allattamento materno,
come diritto di salute per ogni bambino”
3) Identificativo della linea o delle linee di interven-
to generale (indicate nel quadro d’insieme)
2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini,
comportamenti e stili di vita non salutari.
4) Numero identificativo del progetto o del pro-
gramma all’interno del piano operativo regionale.
2.9.6.
5) Breve descrizione dell’intervento programmato
6) Beneficiari (target dell’intervento)
Donne gravide
7) Obiettivi di salute perseguiti
Prevenzione dell’obesità infantile, attraver-
so la promozione, protezione e sostegno
dell’allattamento al seno nelle strutture
ospedaliere e territoriali.
Indicatori ( di processo, di risultato)
Indicatori
(di risultato)
Fonte di verifiva Valore al
31/12/2012 Valore al 31/12/2013
Atteso Osservato
Corsi di formazione
OMS/UNICEF 20 ore rivolto
al personale sanitario coinvolto
nel percorso nascita e dei centri
vaccinali.
Delibere uf-
ficio forma-
zione
Due corsi di 40 ore
ciascuno
OMS/UNICEF
Realizzati
nell’ASP di Croto-
ne e Vibo
Realizzazione di al-
meno 2 corsi di 20
ore modello
OMS/UNICEF
Corsi di peer-counsellors 20
ore rivolto alle mamme.
Relazione
Due corsi realizza-
ti nell’ASP di Co-
senza
Realizzazione di al-
meno 2 corsi di 20
ore rivolto alle
mamme.
Breve descrizione dell’intervento programmato
Razionale dell’intervento
Raggiunto l’obiettivo che il progetto si prefiggeva, nel biennio 2011-
2012, che era quello di incrementare il tasso di allattamento al seno
esclusivo alla dimissione e completo a sei mesi di vita, del 10%; per
l’anno 2013 s’intende completare il piano di formazione rivolto agli
operatori sanitari coinvolti nel percorso nascita e dei centri vaccinali,
mediante corsi di 20 ore secondo il modello OMS/UNICEF.
Inoltre, considerata l’importanza che rivestono i
gruppi delle donne per la consulenza alla pari, la cui efficacia è com-
pravata da evidenze scientifiche, oltre all’esperienza positiva e signi-
ficativa maturata nell’ASP di Cosenza, ulteriore obiettivo per il 2013
è quello di realizzare almeno altri due corsi di formazione di 20 ore,
rivolte a donne che hanno partorito ed allattato i propri figli, che in-
tendono sostenere le mamme che si trovano in difficoltà nella gestio-
ne dell’allattamento al seno. Il programma d'azione per l'allattamento
al seno è un progetto che mira ad aiutare le donne ad avere un atteg-
giamento positivo nei confronti di questa metodologia ed ad aumenta-
re il numero di quelle che scelgono di alimentare in questo modo i lo-
ro figli.
L'esigenza è quella di ricostruire, sul territorio regionale, una "cultura
dell'allattamento materno", creando figure orientate positivamente in
tal senso e sensibilizzate al sostegno di altre donne, come era un tem-
po garantito dalle figure appartenenti all'ambito parentale e familiare
allargato.
Scopi generali che si
propone
Migliorare e rafforzare le conoscenze sulla promozione, protezione e
sostegno dell’allattamento al seno, negli operatori sanitari coinvolti
nel percorso nascita e dei centri vaccinali. Creazione di peer counsel-
lor.
Attori e portatori di in-
teresse coinvolti
1) PLS
2) Ostetriche
3) Infermieri
4) Operatori dei Centri Vaccinali
5) Ginecologi
6) Pediatri
7) Neonatologi
8) Donne che hanno partorito
Criticità
Scarsa collaborazione da parte di alcuni uffici formazione, delle ASP.
Difficoltà nel reperire mamme che allattano disponibili a diventare
peer-counsellor.
Tempi di attuazione 12 mesi
Risultati attesi
Realizzazione di almeno 2 corsi di formazione rivolti agli operatori
sanitari e di almeno due corsi rivolti alle mamme per consulenti alla
pari.
INDICATORI Fonte di Verifica
Valore dell'indicatore al 31/12/2013
Atteso Osservato
n. scuole coinvolte Atti ASP Ulteriori 5
N° eventi formativi per docenti Atti ASP Ulteriori 5
% adolescenti delle scuole
coinvolte Atti ASP 25%
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma “Unplugged” Programma per la prevenzione
dell’uso di tabacco, alcool e droghe nelle scuole ca-
labresi
3) Identificativo della linea o delle linee
di intervento generale ( indicate nel qua-
dro d’insieme)
2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, compor-
tamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate
(alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol,
tabagismo, abuso di sostanze)
4) Numero identificativo del progetto o
del programma all’interno del piano
operativo regionale
2.9.7
5) Breve descrizione dell’intervento
programmato *
Migliorare negli adolescenti le conoscenze sui rischi
dell’uso e dell’abuso di tabacco, alcool e sostanze
psicoattive per sviluppare un atteggiamento non favo-
revole verso queste sostanze, ridurre l’iniziazione
all’uso delle stesse favorendo stili e comportamenti di
vita corretti sostenuti dalla metodologia dei moltipli-
catori delle azioni preventive: i docenti specificata-
mente formati che realizzano il programma unplug-
ged nei gruppi classe.
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Popolazione target: adolescenti delle province cala-
bresi
Target intermedio: docenti delle scuole primarie e se-
condarie - Moltiplicatori delle azioni della prevenzio-
ne
7) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di
processo) perseguiti**
Diminuire negli adolescenti i comportamenti a rischio
per l’uso e l’abuso di sostanze: alcool, tabacco e so-
stanze illecite, estendendo e consolidando, nel territo-
rio regionale la metodologia di intervento “Unplug-
ged”
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento
eventualmente sup-
portato da elementi
oggettivi
L’uso di sostanze stupefacenti, il consumo di tabacco e l’abuso di alcool sono
stati e continuano ad essere un serio problema di sanità pubblica.
Le conseguenze di queste sostanze sullo stato di salute possono presentarsi a
breve e a lungo termine: dalla mortalità per incidenti alla mortalità per patologie
tumorali.
Il Report HBSC Italia indica che:
- la frequenza di fumatori che dichiara di fumare ogni giorno cresce in misura
evidente nel passaggio tra i 13 ed i 15 anni, attestandosi, per i più grandi, intorno
al 16%.
- il consumo di alcool e l’abuso è più rilevante nei maschi e dimostra un anda-
mento crescente con l’età. Il consumo di alcool tra gli adolescenti è un fenomeno
da non sottovalutare in quanto è in questa età che si stabiliscono quei modelli di
consumo che, verosimilmente, verranno mantenuti nell’età adulta. Più precisa-
mente, sembra esistere un legame tra l’iniziazione in giovane età e l’abuso in età
adulta (De Wit, 2000; Poikolainen, 2001). Comunque bisogna considerare che
per molti giovani il consumo di alcool costituisce una fase del percorso di cresci-
ta dell’adolescente, ed in questo caso la frequenza del consumo è solo un indica-
tore di scorrette abitudini alimentari.
- L’uso di droghe quali la cannabis o la sperimentazione di altre sostanze stupe-
facenti sono tra i comportamenti a rischio più frequenti in età adolescenziale.
L’uso di sostanze illecite sembra mostrare un incremento soprattutto per quanto
riguarda l’età di inizio.
- La percentuale di consumatori di sostanze psicoattive, indipendentemente dal
sesso, varia tra l’1 e il 5% nei ragazzi tra i 15 ed i 16 anni.
Scopi generali che
si propone
Contrastare l’uso di sostanze utilizzando il modello unplugged dell’influenza
sociale: educazione normativa e life skills
Fasi in cui si artico-
la
- Coinvolgere i Servizi / UO di promozione/educazione sanitaria e servizi
delle tossicodipendenze
- Realizzare percorsi di formazione continua dei formatori locali
- Sostenere le equipe dei formatori locali
- Coinvolgere le scuole
- Realizzare i corsi di formazione per i docenti disponibili a realizzare
l’intervento
- Sensibilizzare gli adolescenti
Attività di cui si
compone
Mantenimento delle equipe territoriali
Sostenere la formazione continua dei formatori locali
Individuare nuove scuole da coinvolgere nel progetto
Attivare nuovi corsi di formazione per i docenti delle scuole partecipanti
Attori e portatori di
interesse coinvolti
Referenti dei Dipartimenti e dei servizi delle AASSPP, Uffici scolastici provin-
ciali e Dirigenti scolastici, docenti, adolescenti
Tempi di attuazione 2013
Indicatori ( di pro-
cesso, di risulta-
to)**
Numero di nuovi corsi di formazione per i docenti realizzati dall’equipe locali
Numero di nuove scuole coinvolte
% di adolescenti coinvolti
Risultati attesi Almeno ulteriori 5 scuole coinvolte nel progetto e n. 5 eventi formativi per do-
centi
Coinvolgimento almeno del 25% di adolescenti delle scuole coinvolte
Indicatori ( di processo, di risultato)
Breve descrizione dell’intervento programmato*
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o
del programma
Diffusione delle buone pratiche identificate dal progetto “Guadagna-
re salute negli adolescenti” – Luoghi di prevenzione
3) Identificativo della li-
nea o delle linee di inter-
vento generale ( indicate
nel quadro d’insieme)
2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini,comportamenti e stili di
vita non salutari e patologie correlate
( alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, fumo)
4) Numero identificativo
del progetto o del pro-
gramma all’interno del
piano operativo regionale
2.9.8
5) Breve descrizione
dell’intervento program-
mato *
Vedi sotto
6) Beneficiari ( target
dell’intervento)
popolazione studentesca classi medie inferiori ( età 11-15 anni ) e
superiori ( fino a 18 anni)
7)Obiettivi di salute ( e/o
obiettivi di processo) per-
seguiti**
Istituire e implementare un LUOGO DI PREVENZIONE dedito al-
la popolazione della scuola dell’obbligo primaria e secondaria , per
la realizzazione di azioni finalizzate a sensibilizzare le Istituzioni
Scolastiche alla promozione della salute degli studenti soprattutto in
merito all’uso di alcol, tabacco e comportamenti a rischio
Indicatori Fonte di verifica
Valore al
31/12/20
12
Valore al 31/12/2013
Atteso Osservato
Numero Istituti
Scolastici del di-
stretto di Soverato
ASP CZ
registri laboratorio
luoghi di prevenzione
ASP CZ 70% 80% 80%
Numero Studenti
coinvolti
registri laboratorio
luoghi di prevenzione
ASP CZ
400 600 930
Razionale
dell’intervento even-
tualmente supportato
da elementi oggettivi
Il consumo dell’alcol fra gli adolescenti è un fenomeno che non puo’
essere sottovalutato e rappresenta un comportamento a rischio sempre
più diffuso tra i giovani. La scuola, soprattutto nelle classi medie infe-
riori puo’ esse un utilissimo supporto per l’attuazione di azioni di pre-
venzione ed educazione alla salute all’uopo finalizzati. Il modello di
LUOGHI DI PREVENZIONE prevede una modalità lavorativa origina-
le ed efficace; gli educatori non si recano nelle scuole ma sono le scuole
ovvero le classi degli studenti , previo appuntamento, a spostarsi in
LUOGHI DI PREVENZIONE, per effettuare, in orario antimeridiano, i
laboratori tecnico-ludico-ricreativi, finalizzati ad una maggiore cono-
scenza dei comportamenti a rischio alcol correlati e/o correlati ad altri
stili di vita scorretti ( tabagismo, alimentazione e sedentarietà).
L’esperienza – pilota già avviata ed in itinere nel distretto di Soverato,
dal SerT di Soverato , per conto dell’ASP-CZ ha dato risultati positivi,
evidenziati dall’alto grado di coinvolgimento degli Istituti Scolastici (
circa l’80%) e degli studenti ( oltre 400 ); anche gli indicatori hanno
evidenziato un importante incremento del gradi di percezione del rischio
alcol correlato e di interesse all’iniziativa, peraltro molto coinvolgente
con il minimo dispendio di tempo ed energie ( una mattinata per ogni
classe studentesca); il lavoro è proseguito durante l’anno scolastico con
il coinvolgimento anche dei docenti e la produzione , alla fine del corso
scolastico, di lavori inerenti l’argomento esposti in mostra ( cartelloni,
filmati, ecc.).
La prosecuzione del progetto in oggetto è essenziale durante l’anno
2013 affinchè non si interrompi bruscamente , vanificando quanto finora
attuato, potendosi invece raggiungere definitivamente gli obiettivi pre-
fissati.
Scopi generali che si
propone
Realizzare un sito all’uopo identificato e definitivo, denominato LUO-
GHI DI PREVENZIONE, dove programmare ed attuare gli interventi
di prevenzione ed educazione alla salute, all’uopo pianificati e finalizza-
ti soprattutto alla sensibilizzazione dei giovani studenti al cambiamento
degli stili di vita comportamentali a rischio , soprattutto legati al consu-
mo di alcol, ma anche di tabacco e sostanze psicoattive nonchè ai disor-
dini alimentari e alla sedentarietà; in tale sito dovrebbero essere convo-
gliate tutte le risorse umane e progettuali riguardanti le finalità sudde-
scritte da rivolgere alla popolazione giovanile per tramite degli Istituti
Scolastici.
Fasi e attività Il Centro sperimentale denominato LUOGHI DI PREVENZIONE , già
attivo nel distretto di Soverato – ASP CZ, si basa su modalità di appren-
dimento cognitivo emotivo ed interpersonale , soprattutto rivolto si gio-
vani, relativamente ai comportamenti a rischio soprattutto alcol correla-
ti.
Esso è situato attualmente in alcuni locali dell’Istituto Scolastico “U.
Foscolo” di Soverato all’uopo adattati e ben utili allo scopo .
Andranno ulteriormente ristrutturati, arredati ed attrezzati per
l’effettuazione di laboratori : dell’immaginario, educativi e tecnico-
ludici.
La fase attuale prevede l’attività suddetta estesa a tutti gli Istituti Scola-
stici del comprensorio nell’anno scolastico 2012/13 e fino al Dicembre
2013, con il coinvolgimento di docenti referenti e operatori formati.
L’attività viene espletata nel corso della settimana, nelle ore antimeri-
diane dei giorni feriali; gli studenti vengono coinvolti , previa sensibi-
lizzazione dei dirigenti scolastici, tramite appuntamento per classe; ven-
gono anche coinvolti i comuni di riferimento soprattutto per la fornitura
dell’autobus di trasporto degli studenti dalla loro sede a LUOGHI DI
PREVENZIONE e viceversa. I moduli dei laboratori durano in genere
circa 5 ore. Il restante lavoro viene continuato in classe con i docenti e
finalizzato alla produzione di lavori sul tema nonché alla verifica dei
cambiamenti comportamentali richiesti e della percezione culturale dei
rischi correlati ai comportamenti definiti a rischio.
Attori e portatori di
interesse coinvolti
Operatori ASP ( U.O. SerT , Educazione alla Salute , ecc.) ; Docenti
Istituti Scolastici Scuole Medie iNf. E Sup. ; Dirigenti Istituti Scolastici;
Studenti e Familiari Studenti ; Sindaci e Assessori coinvolti dei Comuni
interessati.
Criticità I giovani non avvertono concretamente i rischi connessi ad alcuni com-
portamenti specie alcol-correlati; anche le famiglie sembrano sottovalu-
tare il problema soprattutto per la cultura antropologica alcologica esi-
stente che accetta se non sostiene il bere. Perfino la Scuola non da la
dovuta rilevanza ai comportamenti a rischio che possono caratterizzare
gli stili di vita dei giovani.
Nella fattispecie è necessario poter utilizzare a pieno i fondi finalizzati
per ultimare la ristrutturazione dei locali all’uopo destinati, arredare e
dotare degli strumenti tecnici LUOGHI DI PREVENZIONE , assicurare
la necessaria continuità all’esperienza già positivamente avviata indivi-
duando le procedure necessarie per renderla definitivamente ed autono-
mamente fattibile nell’ambito delle attività scolastiche e sanitarie, con-
giuntamente.
Tempi di attuazione Anno 2013
Risultati attesi Istituzione ed implementazione di un LUOGO DI PREVENZIONE de-
dito alla popolazione della scuola dell’obbligo primaria e secondaria in
merito all’uso di alcol, tabacco e comportamenti a rischio.
3.1.2. Piano di Comunicazione degli screening oncologici
1) REGIONE Calabria
2) Titolo del progetto o del programma Piano di informazione/comunicazione degli screening oncologici
3) Identificativo della linea o delle linee di interven-
to generale ( indicate nel quadro d’insieme)
3.1 Tumori e screening
4) Numero identificativo del progetto o del pro-
gramma all’interno del piano operativo regionale
3.1.1.
5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Vedi sotto
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Donne e uomini in fascia d’età
7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-
seguiti**
Ridurre la mortalità per cancro della mammella, dell’utero e del colon retto at-traverso il miglioramento delle azioni di prevenzione.
Allegato 1: Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato da
elementi oggettivi
Obiettivo strategico di sanità pubblica è la formazione di una
cultura della prevenzione, attualmente unica vera arma in grado
di ridurre drasticamente la mortalità per cancro.
Diffondere la cultura della prevenzione significa modificare le
abitudini ed i comportamenti della popolazione e ottenere un at-
teggiamento attivo nei confronti della lotta contro il cancro.
La popolazione calabrese, per quanto consapevole
dell’importanza di fare prevenzione, non partecipa nella misura
sperata ai programmi di screening per il cancro del seno, della
cervice uterina e del colon retto. Infatti, sebbene si è registrato
negli ultimi anni un progressivo e graduale miglioramento
dell’accesso alla diagnosi precoce basato prevalentemente
sull’iniziativa personale, la paura, il poco tempo da dedicare a
se stessi, la mancanza di consigli e le difficoltà legate
all’organizzazione del servizio pubblico, sono alcuni dei tanti
motivi per cui la prevenzione è ancora oggi scarsa.
Questo è emerso anche dall’indagine conoscitiva effettuata nel
corso del progetto regionale “Costituzione della rete epidemio-
logica regionale”.
La comunicazione è uno strumento efficace per promuovere una
cultura della prevenzione, in quanto aumenta l’autonomia deci-
sionale individuale per raggiungere una più ampia e consapevo-
le partecipazione delle persone agli interventi di promozione
della salute.
Nei programmi di screening la comunicazione occupa un posto
significativamente rilevante e indica l’insieme dei flussi infor-
mativi e delle relazioni che legano i diversi soggetti coinvolti
(operatori sanitari-cittadini utenti).
Il“sistema screening” rappresenta un tipico esempio di inversio-
ne nel rapporto utente-struttura, proprio perché è la struttura sa-
nitaria a rivolgersi a tutti quei cittadini che, rispondendo a parti-
colari caratteristiche (età, sesso, ecc…), ne diventano la “popo-
lazione bersaglio”.
Pertanto, è necessario promuovere una scelta consapevole e ma-
tura da parte dei cittadini rispetto ai programmi di screening, in-
crementare la partecipazione e la motivazione degli operatori e
coinvolgere le associazioni della società civile.
Scopi generali che si propo-
ne
Sensibilizzare la popolazione ad una maggiore adesione consa-
pevole ai programmi di prevenzione contro i tumori del collo
dell’utero, della mammella e del colon retto.
Fasi in cui si articola informare la popolazione sulla prevenzione ed in parti-
colare sull’opportunità dei programmi di screening;
favorire e facilitare la partecipazione della popolazione
target ai programmi di screening;
raggiungere tutte le fasce della popolazione, in particola-
re quelle più deboli, garantendo accesso informato e
consapevole agli screening;
Attività di cui si compone Il progetto prevede le seguenti attività:
1. elaborare in ciascuna Azienda Sanitaria un piano di in-
formazione/comunicazione che preveda una vera e pro-
pria campagna di comunicazione sociale e di educazione
sanitaria, articolata in incontri organizzati che coprano
un ampio spazio temporale in modo che rimanga sempre
alta l’attenzione e l’interesse verso lo screening;
2. realizzare incontri operativi nei Comuni, con le istitu-
zioni e con le associazioni della società civile, al fine di
diffondere messaggi univoci su tutto il territorio regio-
nale e amplificando il più possibile il significato di que-
sta particolare azione di prevenzione e sanità pubblica.
Attori e portatori di interesse
coinvolti Donne e uomini in fascia d’età
Operatori sanitari
Indicatori Fonte di
verifica
Valore dell’indicatore al
31 dicembre 2013
Atteso osservato
Programma aziendale di in-
formazione/comunicazione
degli screening oncologici
Dati
aziendali
Programmazione
eventi di infor-
mazione/ comu-
nicazione in
ogni azienda
Incontri con la popolazione 5 (almeno uno in
ogni ASP)
Nelle Aziende Sanitarie è stata pianificata una campagna di informazione/comunicazione, che si è
tradotta in una serie di incontri con la popolazione interessata, presso i Comuni, le scuole, e con il
coinvolgimento del volontariato.
1) REGIONE Calabria
2) Titolo del progetto o del programma Campagna di informazione sullo scree-
ning spontaneo del carcinoma della pro-
stata
3) Identificativo della linea o delle linee di interven-
to generale ( indicate nel quadro d’insieme)
3.1 Tumori e screening
4) Numero identificativo del progetto o del pro-
gramma all’interno del piano operativo regionale
3.1.2
5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Vedi sotto
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Uomini dai 50 anni in su
7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-
seguiti**
Migliorare la qualità di vita delle persone
attraverso un’informazione corretta.
Allegato 1: Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato da
elementi oggettivi
E’fondamentale che la decisione di effettuare o meno un test di
screening con PSA sia fondata su una esaustiva ed adeguata in-
formazione ai soggetti eventualmente interessati a sottoporsi a
dosaggio del PSA, sui potenziali benefici e rischi associati a tale
intervento diagnostico. La corretta informazione è fondamentale
assai prima della diagnosi.
Nel caso di soggetti asintomatici che si rivolgono spontaneamen-
te al medico di famiglia o allo specialista richiedendo
l’esecuzione di un test di screening, è dovere del medico illustra-
re chiaramente lo stato attuale delle conoscenze, in particolare le
attuali limitate evidenze di efficacia dello screening e le numero-
se evidenze circa le possibili conseguenze negative che possono
derivarne. Lo stesso processo di screening può comportare effetti
psicologici importanti ed un maggior ricorso sanitario tra gli uo-
mini che eseguono una biopsia, anche se essi ricevono una dia-
gnosi negativa per carcinoma.
A tal proposito, il PRP 2010-2012 ha approvato un progetto che
ha portato alla elaborazione delle “Linee guida per lo screening
spontaneo del carcinoma della prostata”, con l’obiettivo di rego-
lamentare e orientare l’uso spontaneo del test, al fine di ricondur-
re in un percorso monitorato lo screening spontaneo e di ridurre
l’inappropriatezza delle procedure diagnostiche e l’over treat-
ment.
Pertanto, è necessario predisporre una campagna di informazione
sullo screening spontaneo del carcinoma della prostata basata
sulla diffusione delle linee guida regionali e rivolta a tutti gli
operatori sanitari coinvolti, per facilitare una scelta consapevole
della popolazione interessata nel ricorso al test.
Scopi generali che si propo-
ne
Migliorare l'appropriatezza del percorso di screening spontaneo
per l'individuazione del carcinoma della prostata, attraverso una
campagna di diffusione delle linee guida regionali, al fine di
fornire una corretta informazione agli operatori sanitari coinvol-
ti.
Fasi in cui si articola
Costituzione di un gruppo di lavoro a livello aziendale
Elaborazione di una strategia di informazione
Attività di cui si compone
Il progetto prevede le seguenti attività:
1.costituire un gruppo di lavoro a livello aziendale tra gli opera-
tori sanitari coinvolti;
2.diffondere e condividere le linee guida regionali;
3.informare correttamente la popolazione interessata circa le in-
certezze, i rischi ed i potenziali benefici che si associano con la
decisione di sottoporsi a questo screening.
Attori e portatori di interesse
coinvolti Uomini dai 50 anni di età in su
Personale sanitario
Indicatori Fonte di
verifica
Valore dell’indicatore al 31
dicembre 2013
Atteso osservato
Costituzione
gruppo di la-
voro aziendale
Dati azien-
dali
Costituzione
gruppo di la-
voro in ogni
azienda
Produzione di
materiale in-
formativo
Produzione
di materiale
informativo
Nelle Aziende Sanitarie sono stati costituiti gruppi di lavoro tra gli operatori sanitari coinvolti che
hanno condiviso le linee guida regionali, sulla base delle quali hanno prodotto materiale informati-
vo.
Indicatori di processo e di risultato
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale dell’intervento
eventualmente supportato
da elementi oggettivi
Le persone anziane, in particolare con disabilità, tendono molto
spesso a contenere la loro attività fisica sia per motivi di tipo bio
funzionale sia per ragioni di tipo contestuale (ICF). Questo tipo di
comportamento produce nel tempo conseguenze negative che con-
sistono in complicanze di vario genere, che si aggravano nella ri-
duzione ulteriore dei livelli di autonomia e di partecipazione
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del programma La prescrizione dell’attività motoria: Strategie e
azioni di educazione motoria ed attività fisica per la
popolazione anziana e disabili in particolare in con-
seguenza di stroke o di M. di Parkinson.
3) Identificativo della linea o delle li-
nee di intervento generale ( indicate
nel quadro d’insieme)
3.2 Ridurre incidenza e mortalità per malattie ischemiche del
cuore e cerebrovascolari
4) Numero identificativo del progetto
o del programma all’interno del piano
operativo regionale
3.2.2
5) Breve descrizione dell’intervento
programmato *
Realizzare, sul territorio delle aree coinvolte, iniziative
concrete di tipo AFA (Attività Fisica Adattata) e di altro
tipo, alle quali indirizzare differenti tipologie di soggetti
anziani, anche disabili, per la attuazione di una reale
implementazione dell’attività fisica, attraverso un lavo-
ro in equipe multidisciplinare, finalizzata ai soggetti di-
sabili, in particolare in conseguenza di stroke o di M. di
Parkinson.
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Popolazione anziana e disabili conseguenti a stroke o
di M. di Parkinson
7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di
processo) perseguiti**
Riduzione delle cadute e del rischio di cadere e delle
conseguenze traumatiche delle cadute stesse, migliora-
mento della qualità della vita e della Partecipazione
(ICF).
Indicatori
Fonte di
verifica
Valore
dell’indicatore al
31 dicembre 2012
Valore dell’indicatore al 31 dicem-
bre 2013
Osservato Atteso Osservato
Riduzione del numero globale
delle cadute/anno nella popola-
zione partecipante
Cartellino
Individuale
-15%
Ulteriore
-15%
Riduzione del rischio di cadere
per ciascuno dei partecipanti
Test clinici e
strumentali - 10% Ulteriore
- 10%
Numero strutture aderenti Lettere di ade-
sione 2 Ulteriori 3
(ICF) sociale ed alla vita. Questi studi evidenziano che interventi
realizzati attraverso l’incremento dell’attività fisica di tipo genera-
le producono risultati realmente terapeutici e di prevenzione delle
complicanze fisiche, funzionali e sulla partecipazione sunnomina-
te. Esperienze applicative di questi concetti sono state realizzate
anche in Italia (Benvenuti F. et alii: Attività fisica adattata Ital J.
Rehab. Med. 2009; 23:45-6) in più sedi con interessanti risultati
ed appaiono riproponibili ed ulteriormente migliorabili con risulta-
ti positivi sulla salute dei cittadini disabili e riduzione dei costi per
il Sistema Sanitario.
Scopi generali che si pro-
pone
Il progetto è indirizzato a modificare i fattori di contesto personali,
culturali e sociali che ostacolano il regolare svolgimento di
un’attività fisica nei soggetti disabili, in particolare in conseguenza
di stroke o di M. di Parkinson, migliorandone la qualità della vita e
riducendo la restrizione della partecipazione, riducendo altresì gli
interventi sanitari ambulatoriali, il ricorso alla degenza ospedalie-
ra, l’utilizzo di farmaci con un risparmi globale per la spesa sanita-
ria.
Fasi in cui si articola Fase 1: Reclutamento popolazione anziana e formazione profes-
sionisti
Fase: 2: Esecuzione dei programmi terapeutici di Attività Fisica
Adattata (AFA) in palestra ed educazione dei pazienti
Fase 3: Autotrattamento domiciliare
Fase 4:Valutazione dei risultati
Fase 5: Periodicizzazione delle attività di palestra e domiciliare
Attività di cui si compone a)identificazione della popolazione di riferimento per il progetto
b)reclutamento e formazione dei professionisti e organizzazione
del circuito
b)valutazione di parametri prevalentemente funzionali
c)realizzazione di Attività Fisica Adattata (AFA: protocollo di
esercizi mirato per coloro che hanno algie della colonna, del gi-
nocchio e dell’anca, o hanno subito un ictus, ora stabilizzato, o so-
no parkinsoniane.) per i soggetti anziani selezionati per un periodo
di almeno 4 mesi presso palestre con addestramento per
l’autogestione domiciliare
d)fase di automantenimento con esercizi domiciliari
e) rivalutazione a 10 mesi
e) riprogrammazione attività periodica annuale
Attori e portatori di interes-
se coinvolti
Medici di Medicina Generale; Specialisti di Medicina Fisica e
Riabilitativa ed in Geriatria; Fisioterapisti; Laureati in S.M.; Strut-
ture riabilitative, palestre.
Criticità Disponibilità di collaborazione dei professionisti
Disponibilità locali idonei all’esercizio
Tempi di attuazione (cro-
noprogramma)
Anno 2013
Indicatori (di processo, di
risultato)**
Valutazione ripetuta nel tempo: ICF – Check List, indici di
qualità della vita, parametri clinici, nella popolazione par-
tecipante.
Riduzione del numero delle cadute e del rischio di cadere
e degli accessi ai servizi ambulatoriali di Riabilitazione per
complicanze, rispetto ad una popolazione di controllo.
Riduzione del numero di ricorsi al SS per eventi traumatici
da caduta, rispetto ad una popolazione di controllo
Numero di strutture e professionisti partecipanti.
Risultati attesi Miglioramento dello stato di salute dei cittadini disabili
presi in carico
Riduzione di complicanze quali: deformità secondarie, ca-
dute accidentali con complicanze di rilievo, dolore.
Riduzione della spesa in farmaci ed interventi sanitari sulle
complicanze
Modificazione dell’abitudine alla vita sedentaria dei disabi-
li e del loro ambiente familiare
Aumento della relazione con il contesto sociale ed ambien-
tale
INDICATORI FONTE
DI VERIFICA
VALORE DELL’INDICATORE
AL 31 DICEMBRE 2013
ATTESO OSSERVATO
N.ro di insegnanti formati
NN
Dati AASSPP n. 20 ulteriori insegnanti formati
N.ro di scuole coinvolte e n. classi Dati AASSPP n.5 ulteriori scuole coinvolte e n. 5 ulte-
riori classi
N.ro alunni e famiglie coinvolti Dati AASSPP n. 100 ulteriori alunni e n.100 famiglie
coinvolte
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del
programma
Prevenzione della carie in età pediatrica
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento gene-
rale (indicate nel quadro
d’insieme)
Patologie orali
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano operativo
regionale
3.6.1
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
Il progetto è la prosecuzione di quello avviato nell’anno
2011/2012 che aveva coinvolto: 33 Istituti scolastici, 50 Plessi, 99
Classi, 1711 Alunni, 97 Insegnanti,33 Dirigenti Scolastici.
Sono stati formati 35 operatori socio sanitari e 35 insegnanti.
Sono stati realizzati:
Il libro didattico “Percorso Educativo Promozione della Salute Ora-
le”
Il Cd del Corso di Formazione
La cartellonistica a scopo didattico
Con il presente progetto si ritiene, pertanto, opportuno proseguire
questa attività di prevenzione della patologia orale sul territorio, me-
diante il coinvolgimento di ulteriori realtà scolastiche diverse da
quelle precedentemente coinvolte e conseguentemente, la formazio-
ne di nuovi insegnati e la sensibilizzazione di alunni e famiglie
6) Beneficiari (target
dell’intervento)
Insegnanti, Genitori, Alunni, PLS, MMG, Odontoiatri, Igienisti den-
tali
7) Obiettivi di salute ( e/o
obiettivi di processo) perse-
guiti**
Gli obiettivi perseguiti a breve termini sono di tipo comportamenta-
le: incremento delle pratiche di igiene orale e dei controlli periodici
dal dentista ed acquisizione di più corrette abitudini alimentari. A
lungo termine gli obiettivi di salute si ripercuoteranno in un decre-
mento della prevalenza e dell’incidenza della patologia cariosa, in
età pediatrica.
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento even-
tualmente supportato da
elementi oggettivi
La carie secondo i dati dell’OMS è la patologia più diffusa nel mondo ed è
uno dei maggiori problemi di spesa sanitaria. Anche in Calabria i dati di pre-
valenza sono in aumento anche per via del notevole numero di bambini im-
migrati. Questa patologia è, però, prevenibile con adeguati comportamenti di
tipo alimentare e di igiene orale, oltre che con controlli periodici dal dentista.
L’opportunità di intervenire in tenera età con percorsi educazionali che modi-
fichino i comportamenti scorretti, in un lavoro di equipe con le varie profes-
sionalità e di rete con le istituzioni, rende possibile il decremento della preva-
lenza di tale patologia.
Scopi generali che si
propone
Ideare un percorso formativo rivolto agli addetti ai lavori che venga successi-
vamente traslato agli alunni sotto forma di input educazionali tali da far at-
tuare comportamenti corretti e finalizzati alla prevenzione della carie.
Ampliare il programma educativo nelle classi non coinvolte con il precedente
progetto
Fasi in cui si articola Mantenimento del gruppo di lavoro con operatori sanitari;
Preparazione dei materiali
Identificazione e selezione delle ulteriori scuole da coinvolgere
Interventi formativi
Interventi divulgativi
Diffusione opuscoli e report
Attività di cui si compo-
ne Ideazione, confronto e produzione del materiale da utilizzare
Presa di contatto con gli istituti da coinvolgere
Pianificazione degli interventi
Contatti con tutto il personale interessato per la divulgazione e la
promozione dell’attività di formazione sulla prevenzione della carie
Organizzazione dei corsi di formazione per gli insegnanti
Attività educativa rivolta alla popolazione target
Presentazione in workshop del report finale
Attori e portatori di inte-
resse coinvolti
Insegnanti, Genitori, Alunni, PLS, MMG, Odontoiatri, Igienisti dentali, Psi-
cologi, Operatori socio-sanitari.
Tempi di attuazione
(cronoprogramma)
Anno 2013
Indicatori (di processo,
di risultato)**
N.ro di ulteriori scuole fruitrici del progetto
N.ro di ulteriori alunni e genitori coinvolti nel progetto
N.ro di ulteriori insegnanti formati
Risultati attesi Almeno ulteriori …scuole
Almeno ulteriori …alunni e genitori coinvolti
Almeno ulteriori….insegnanti formati
Indicatori (di processo, di risultato)
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento even-
tualmente supportato
da elementi oggettivi.
L’ictus cerebri rappresenta ancora oggi la più frequente causa neurolo-
gica di disabilità severa. È assolutamente riconosciuto in tutta la lettera-
tura internazionale che di fondamentale importanza, ai fini del conteni-
mento della disabilità secondaria e della restrizione della Partecipazione
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del
programma La presa in carico delle persone con ictus cerebrale: ulte-
riore implementazione dei percorsi di cura integrati e degli
strumenti di gestione della continuità riabilitativa.
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento genera-
le ( indicate nel quadro
d’insieme)
Malattie Neurologiche
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano operativo
regionale
3.8.1
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
Facilitazione della continuità nei vari punti critici del percorso
riabilitativo e valutazione periodica, stadio per stadio, dei pa-
zienti con Stroke recente, attraverso specifica schedatura, vali-
data per fotografare la situazione del percorso riabilitativo dei
pazienti emiplegici o emiparetici e la loro condizione di out-
come a sei mesi.
6) Beneficiari (target
dell’intervento)
Pazienti emiplegici/emiparetici da ictus cerebri recente.
7) Obiettivi di salute (e/o obiet-
tivi di processo) perseguiti**
Ampliamento di una rete riabilitativa post-Stroke, che renda
effettiva la continuità del percorso riabilitativo e migliori la
sua efficacia complessiva.
Consolidazione della disciplina di flusso al suo interno con ve-
rifica dei risultati ottenuti.
Indicatori Fonte di
verifica
Valore al 31/12/2013
Atteso Osservato
n. pazienti in carico "in continuità riabilitativa" Dati
aziendali 120
tempo di attesa tra eventi ictale e ricovero riabilitativo Dati
aziendali 4,5 gg
Modifica dei tempi di degenza in fase post-acuta Dati
aziendali 55gg
Incremento del turnover Dati
aziendali
4%
ad essa conseguente, risulta l‘intervento riabilitativo (SPREAD 2007).
Questo deve avere le caratteristiche di precocità, adeguatezza e conti-
nuità in tutte e tre le fasi di evoluzione della sua storia riabilitativa: acu-
ta, postacuta ospedaliera (intensiva o estensiva), territoriale, come rico-
nosciuto e previsto anche nel “Documento di indirizzo per la defini-
zione del percorso assistenziale ai pazienti con ictus cerebrale”della
Conferenza Stato-Regioni del 2005.
Il processo di riabilitazione per fluire con la massima continuità ed effi-
cacia abbisogna di realizzarsi all’interno di una rete territoriale in cui sia
possibile da un lato avere criteri valutativi omogenei per la condizione
presa in carico e dall’altra si sia concordi su quali siano condivisi i crite-
ri di scelta del setting riabilitativo più adeguato fase per fase e delle
condizioni di passaggio da un setting al successivo del percorso proget-
tato. Questi sono spesso i punti di crisi del funzionamento della rete.
Questo progetto prevede l’utilizzo prevede ai fini della prima esigenza,
citata al capo precedente, l’utilizzo delle tre schede valutative proposte
dal Protocollo di minima dell’ictus cerebri SIMFER - SIRN [France-
schini M, Paolucci S. Basic assessment of stroke. Protocollo di minima
per l'ictus cerebrale (PMIC). Eur J Phys Rehabil Med. 2008
Mar;44(1):100-1] (modificate per l’utilizzo nel Progetto CCM “La pre-
sa in carico delle persone con ictus cerebrale : implementazione dei per-
corsi di cura integrati e degli strumenti di gestione relativo alla stessa te-
matica per gli anni 2010-2011) per la fase acuta ospedaliera, la fase de-
genziale riabilitativa e la fase riabilitativa territoriale, già da qualche
tempo in uso da parte di diversi gruppi di lavoro tra cui alcuni degli at-
tuali partecipanti (Alii et M. Iocco. Up-Dating Dei Dati Sul Pmic Rac-
colti In Regione Calabria. 37° Congresso Nazionale SIMFER, Settem-
bre 2009, Campobasso). Per la seconda l’utilizzo di uno schema di
comportamento clinico ed organizzativo, da condividere all’interno del-
le AA.S e tra le stesse, per rendere fluido e di massima continuità il
passaggio da una fase alla successiva.
Il lavoro già svolto nell’ambito delle prevedenti annualità di questo pro-
getto ha già portato ad interessanti risultati, soddisfacendo gli obiettivi
previsti di quasi tutti gl’indicatori previsti precedentemente.
Sono, infatti, stati raggiunti e superati gli indicatori relativi a:
Unico indicatore non soddisfatto il miglioramento del Turnover che si è
limitato al 5%, rispetto all’8% previsto.
Il metodo di lavoro del progetto si può pertanto considerare valido ed
efficace, ma da migliorare ulteriormente nella sua applicazione e nel suo
rendimento.
Scopi generali che il
progetto si propone.
L’ampliamento e la consolidazione di un’efficace ed efficiente rete ria-
bilitativa post-Stroke, che renda effettiva la continuità del percorso ria-
bilitativo e migliori la sua efficacia complessiva, disciplinandone il flus-
so e verificandone i risultati complessivi e per aree e/o singole strutture.
Fasi e attività. Fase 1: Analisi delle criticità rilevate nel precedente percorso del pro-
getto.
Fase 2: Diffusione ulteriore della costituzione del Percorso e recluta-
mento delle strutture partecipanti.
Fase 3: Formazione dei nuovi operatori all’utilizzo degli strumenti valu-
tativi e gestionali.
Fase 4: Reclutamento e valutazione pazienti
Fase 5: Raccolta dei dati
Fase 6: Elaborazione dei dati
Fase 7: Valutazione dei risultati ed eventuali ulteriori interventi.
Attori e portatori
d’interesse coinvolti
Neurologi e Specialisti della fase acuta
Fisiatri e Geriatri delle strutture territoriali e di degenza riabilitativa
Fisioterapisti, Terapisti Occupazionali e logopedisti
Gruppo Regionale Calabrese della SIMFER (Società italiana di Medici-
na Fisica e Riabilitativa) e SIRN (Società Italiana di Riabilitazione Neu-
rologica)
Associazioni di Volontariato Sociale
Persone colpite da Ictus Cerebri in un arco di 6 mesi.
Tempi di attuazione Attività 1° semestre
Fase 1: mesi 1
Fase 2: mesi 4
Fase 3: mesi 2
Attività del 1° e 2° semestre
Fase 4: mesi 6
Fase 5: mesi 6
Attività del 2° semestre (ultimi 2 mesi)
Fase 6
Fase 7
Risultati attesi Ampliamento e consolidazione di un’efficace ed efficiente rete riabilita-
tiva post-Stroke.
Indicatori Fonte di
verifica
Valore
dell’indicatore al
31 dicembre 2011
Valore dell’indicatore al 31 di-
cembre 2012
Valore dell’indicatore al 31 dicem-
bre 2013
Atteso osservato Atteso Osservato
Acuità visiva
Ottotipo (ETDRS)
acuita’ visiva me-
dia: 0.4 logMar
acuita’ visiva
media: 0.5
logMar
acuita’ visiva
media: 0.4 log-
Mar
acuita’ visiva
media: 0.5
logMar
micron
Spessore ma-
culare
Tomografo a coe-
renza ottica
spessore medio
maculare 480 mi-
cron
spessore medio
maculare 400
micron
spessore medio
maculare 460
micron
spessore me-
dio maculare
440
Sensibilità
retinica
Microperimetro sensibilità retinica
media 5 dB
sensibilità reti-
nica media 12
dB
sensibilità retini-
ca media 8.5 dB
sensibilità
retinica me-
dia12 dB
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento even-
tualmente supportato
da elementi oggettivi
La retinopatia diabetica è oggi considerata una delle quattro principali
cause di cecità e, nel nostro Paese, è addirittura al primo posto se si
prendono in considerazione i pazienti in età adulta. Da questo dato
emerge chiaramente l’importanza che riveste la retinopatia diabetica dal
punto di vista clinico, sociale ed economico.
Gli strumenti diagnostici e le possibilità terapeutiche oggi a nostra di-
sposizione consentono, nella grande maggioranza dei casi e se corretta-
mente e tempestivamente impiegati, di rallentare o arrestare l’evoluzione
delle complicanze retiniche. È possibile pertanto garantire al diabetico
un’acuità visiva utile ai fini di una vita lavorativa e di relazione accetta-
bili. Purtroppo accade ancora oggi di vedere pazienti affetti da retinopa-
tia diabetica in uno stadio avanzato interessante anche l’area maculare
(maculopatia diabetica) tale da rendere difficile qualsiasi proficuo trat-
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del
programma
Screening della retinopatia diabetica ai fini della riabilitazione
visiva
3) Identificativo della linea o
delle linee di intervento gene-
rale ( indicate nel quadro
d’insieme)
3.9. CECITA’ E IPOVISIONE/ DIABETE
4) Numero identificativo del
progetto o del programma
all’interno del piano operativo
regionale
3.9.1
5) Breve descrizione
dell’intervento programmato *
6) Beneficiari ( target
dell’intervento)
Soggetti Diabetici per retinopatia diabetica con edema macu-
lare
7)Obiettivi di salute ( e/o
obiettivi di processo) perse-
guiti**
1) riduzione dell’incidenza dell’ ipovisione centrale da maculo-
patia diabetica
2) correlazione della retinopatia diabetica nei diversi stadi e/o
edema maculare con le altre alterazioni metaboliche che caratte-
rizzano il diabete mellito di tipo 2
2) efficacia riabilitativa
tamento. In alcuni di questi casi si possono riscontrare responsabilità da
parte dello stesso paziente, che non ha prestato un’adeguata attenzione,
ma talvolta viene anche ravvisata una non sufficiente diligenza da parte
del curante..
Scopi generali che si
propone
Gli obiettivi del progetto proposto sono:
1) Di effettuare uno screening per la retinopatia diabetica nei sog-
getti diabetici di tipo 2 afferenti al nostro Policlinico presso la
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di
Catanzaro Magna Græcia. 2) di valutare l’associazione della retinopatia diabetica nei diversi
stadi e/o edema maculare con le altre alterazioni metaboliche che
caratterizzano il diabete mellito di tipo 2
3) di valutare l’efficacia riabilitativa degli affetti da maculopatia
diabetica
Fasi in cui si articola Primi 15 mesi: Selezione dei pazienti , visita internistica, visita oculi-
stica completa di esame tomografico a coerenza ottica
Successivi 6 mesi : trattamento riabilitativo con relativo follow up
Ultimi 3 mesi: Analisi Statistica Attività di cui si
compone
Selezione dei pazienti
saranno inclusi pazienti diabetici di tipo 2 afferenti al policlinico al
nostro Policlinico presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università degli Studi di Catanzaro Magna Græcia.
Tutti i pazienti reclutati verranno sottoposti a :
A. valutazione clinica che comprende:
- visita internistica (diabetologia e fattori di rischio cardiovascola-
ri)
- visita oculistica : misurazione dell’ acuità visiva attraverso le ta-
vole ETDRS, misurazione del tono oculare, obiettività del seg-
mento anteriore e del fondo oculare con retino grafo.
B. valutazione strumentale:
- per l’analisi morfologica retinica:
Tomografia a Coerenza Ottica (OCT)
Trattamento riabilitativo:
- Tutti i pazienti affetti da maculopatia diabetica verranno sotto-
posti a 10 sedute a cadenza settimanale di riabilitazione visiva at-
traverso tecniche di foto stimolazione con apparecchio MP1 Ni-
dek
- Follow up a tre mesi del trattamento riabilitativo mediante esame
micro perimetrico che valuta la fissazione e la sensibilità retinica
ed esame OCT che valuta lo spessore maculare.
Analisi Statistica
L’ elaborazione dei dati ottenuti:
1) incidenza della retinopatia diabetica con e senza maculopatia
2) correlazione tra incidenza della retinopatia diabetica ed altera-
zioni metaboliche
3) efficacia del trattamento riabilitativo della maculopatia diabetica.
Attori e portatori di
interesse coinvolti
Operatori: internisti, oculisti ed ortottisti
Destinatari: pazienti affetti diabete di tipo II
Criticità Sensibilizzazione e informazione del territorio e medici di medicina ge-
nerale sulla gestione dei pazienti affetti da diabete al fine di limitare le
complicanze microangiopatiche oculari.
Tempi di attuazione
(cronoprogramma)
24 mesi
Indicatori ( di proces-
so, di risultato)**
1) Incidenza della retinopatia diabetica e maculopatia diabetica
2) Acuità visiva e spessore maculare come indicatori della funzione e
morfologia maculare
3) Efficacia riabilitativa negli affetti in termini di sensibilità retinica
e della fissazione retinica
Risultati attesi a. Incidenza della retinopatia diabetica in pazienti affetti da diabe-
te di tipo 2 in terapia con ipoglicemizzanti 45%
b. Il 25% circa dei pazienti esaminati potrebbe presentare una
maculopatia diabetica diagnosticata mediante esame OCT
c. Efficacia del trattamento riabilitativo in termini di miglioramen-
to della fissazione retinica con relativa sensibilità retinica media
di circa 12 dB
Indicatori ( di processo, di risultato)
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento even-
tualmente supportato
da elementi oggettivi
Lo screening audiologico universale neonatale da effettuare presso tutti i
Punti nascita della Regione, TIN e Reparti Patologia neonatale prevede
la somministrazione di otoemissioni evocate da transienti (TEOAE) con
strumenti di tipo palmare, che forniscono risultati “PASS” normale e
“REFER” sospetto. Nel secondo caso i neonati vengono sottoposti a un
ulteriore controllo (Retest) entro le tre settimane successive. I casi con-
fermati REFER vengono convocati per una rivalutazione con Potenziali
evocati Uditivi (PEU) entro il 3° mese dalla nascita presso Centri di Au-
diologia e/o ORL specializzati di II° livello. Il Centro di Audiologia /ORL
che effettua la conferma della sordità deve interfacciarsi con l’Unità Ope-
rativa di Audiologia e Foniatria P.O. Lamezia Terme che effettuerà la
diagnosi e l’impostazione dell’iter terapeutico-riabilitativo.
In caso di ipoacusia:
- il risultato dell’esame deve essere comunicato sia al Centro che ha
effettuato lo screening sia al pediatra di famiglia.
- è necessario che i professionisti impegnati nella conferma del livello di
sordità acquisiscano abilità alla comunicazione con i genitori attraverso
una formazione specifica (tecniche di counseling).
- sarà cura del Centro che ha effettuato la diagnosi, fissare
l’appuntamento entro un mese con il Centro che completerà
l’inquadramento diagnostico e imposterà l’iter terapeutico-riabilitativo
(centro di III livello), non demandando alla famiglia tale onere.
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma Prevenzione primaria e diagnosi precoce
delle sordità infantili
3) Identificativo della linea o delle linee di interven-
to generale ( indicate nel quadro d’insieme)
3.10 Ipoacusia e Sordità
4) Numero identificativo del progetto o del pro-
gramma all’interno del piano operativo regionale
3.10.1
5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Screening audiologico sordità infantili
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Nuovi nati nel territorio regionale
7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-
seguiti**
Diagnosi precoce delle sordità infantili e
corretto trattamento
Indicatori Fonte di ve-
rifica
Valore al
31/12/2012
Valore al 31/12/2013
Atteso Osservato
% dei centri individuati or-
ganizzati ( punti nascita e
U.O. di audiologia /ORL)
Atti aziendali e
regionali N. 21 centri in-
dividuati 50%
% personale formato dei pun-
ti nascita e U.O. Audiolo-
gia/ORL
Atti aziendali e
regionali 80% 90%
In tutti i diversi momenti del programma, oltre alla somministrazione
dei test, viene fornita ai genitori un’accurata informazione relativamente
a scopi e metodi dello screening e ai suoi risultati, attraverso materiale
di documentazione e colloqui con gli stessi medici.
Numerose variabili ambientali e legate all’interfaccia strumento-paziente
possono alterare tali risultati o fornire dati non attendibili. E necessario a
tal fine formare compiutamente il personale deputato alla registrazione
dell’esame ed alla trascrizione su supporto cartaceo e digitale delle rispo-
ste ottenute.
Scopi generali che si
propone
Uniformare il personale dei punti nascita alle metodologie per la corretta
esecuzione delle procedure di preparazione del neonato e somministrazio-
ne del test ed inserimento dati nella rete web. Corretta identificazione dei
soggetti sospetti ipoacusici e informazione ai genitori.
Fasi e attività I fase acquisizione palmari e formazione del personale
II fase organizzazione rete web acquisizione PC per punti nascita indivi-
duati
III fase formazione operatori all’uso della piattaforma web ed
all’archiviazione su cartaceo eseguita in più sessioni nei diversi punti na-
scita.
Attori e portatori di
interesse coinvolti
Personale in servizio presso i centri nascita e centri di Audiologia e Fo-
niatria ed Otorinolaringoiatria di II e III livello
Criticità Attitudine del personale all’utilizzo del PC e dei dispositivi palmari.
Tempi di attuazione Acquisizione palmari e formazione personale entro agosto 2013
Organizzazione rete web e formazione operatori da luglio 2013
Formazione operatori all’uso della rete da ottobre 2013
Risultati attesi Attivazione delle procedure di identificazione ed inserimento in protocol-
lo diagnostico dei bambini ipoacusici in almeno il 50% dei punti nascita;
formazione di almeno il 90% degli operatori dei punti nascita coinvolti nel
progetto.
CRONOGRAMMA
ATTIVITA’ 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
1. acquisizione palmari e
formazione del personale
2. organizzazione rete web
acquisizione PC per punti na-
scita individuati
3. formazione operatori
all’uso della piattaforma web
ed all’archiviazione su carta-
ceo nei diversi punti nascita.
Indicatori (di processo, di risultato)
1) REGIONE CALABRIA
2) Titolo del progetto o del programma Sorveglianza Passi d’Argento: predi-
sposizione e realizzazione del piano di
comunicazione dei risultati
dell’indagine 2012; valutazione e ripro-
grammazione delle attività.
3) Identificativo della linea o delle linee di interven-
to generale ( indicate nel quadro d’insieme)
Prevenzione e Sorveglianza della disabili-
tà e della non autosufficienza
4) Numero identificativo del progetto o del pro-
gramma all’interno del piano operativo regionale 4.2.1
5) Breve descrizione dell’intervento programmato *
6) Beneficiari ( target dell’intervento) Decisori regionali, Direttori di ASL e di
Distretto, Responsabili servizi socio-
assistenziali, Anziani e loro famiglie
7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-
seguiti**
Validazione, analisi dei dati e predisposi-
zione degli strumenti per la comunicazio-
ne dei risultati
Indicatori Fonte di verifica
Valore al
31/12/2012 Valore al 31/12/2013
Osservato Atteso Osservato
Predisposizione del report regionale
per gli operatori sanitari e sociali Report regionale - 1 1
Predisposizione del report regionale
per i decisori Report regionale - 1 1
Breve descrizione dell’intervento programmato*
Razionale
dell’intervento even-
tualmente supportato
da elementi oggettivi
Nel 2012 la sorveglianza PASSI d’Argento è stata messa a regime in
tutte le 5 Aziende Sanitarie Provinciali della Regione. Sono state realiz-
zate complessivamente 1850 interviste mediante un questionario valida-
to e standardizzato; le informazioni raccolte sono state inserite in un ap-
posito programma, fornito dal Gruppo Tecnico Operativo (GTO) CNE-
SPS – ISS. Dopo una prima validazione a cura del coordinatore e del vi-
ce coordinatore regionale, i dati sono stati inviati alla piattaforma onli-
ne, appositamente predisposta. Al termine dell’indagine in tutte le ASL
italiane partecipanti, si procederà alla chiusura del dataset nazionale ed
alla validazione finale dei dati da parte del GTO, con il coinvolgimento
attivo del coordinatore, del vice coordinatore regionale e dei coordinato-
ri aziendali. Mediante l’utilizzo di un apposito programma, verrà effet-
tuata un’analisi preliminare dei dati della sorveglianza, cui seguiranno
analisi più approfondite. La fase successiva prevederà la predisposizione
e realizzazione di strumenti per la comunicazione dei risultati
dell’indagine a tutti i gruppi di interesse, tra cui i decisori impegnati nel-
la programmazione di politiche sanitarie in favore degli ultra64enni del-
la Regione.
Scopi generali che si
propone
Validazione, analisi dei dati e predisposizione degli strumenti per la
comunicazione dei risultati
Fasi e attività Fase 1 Validazione dei dati a livello regionale e aziendale
1.1 Attività di verifica del dataset regionale su segnalazione del GTO
1.2 Attività di verifica dei dataset aziendali su segnalazione del coordi-
natore e vice coordinatore regionale
1.3 Pulizia guidata dei dataset
Fase 2: Analisi dei dati con apposito programma
2.1 addestramento all’utilizzo degli strumenti di analisi (PGM)
2.2 Produzione degli output regionali mediante Epi-info 3.5.3
Fase 3:Predisposizione degli strumenti per la comunicazione dei ri-
sultati
3.1 Lettura ed interpretazione partecipata dei risultati
3.2 Utilizzo del format di report regionale fornito dal GTO per la comu-
nicazione dei risultati ai gruppi di interesse
3.3 Predisposizione del format per i report aziendali
Attori e portatori di
interesse coinvolti
Operatori della sorveglianza, decisori regionali, direttori di ASL e di Di-
stretto, responsabili servizi socio-assistenziali, anziani e loro famiglie
Criticità Disponibilità dei risultati completi dell’indagine
Mantenimento della sorveglianza a livello nazionale
Tempi di attuazione 1 anno
Risultati attesi 1 È disponibile una base dati di cui è stata verificata la qualità e la va-
lidità
2 È stata portata a termine l’analisi dei dati
3 Sono stati predisposti gli strumenti per la comunicazione dei risultati