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CRESCITA E TRASFORMAZIONE DELL’ECONOMIA EUROPEA
Europa, Abramo Ortelio- Coppeniu Diesth, 1570
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Le radici dello sviluppo europeo
1. La superiorità tecnologica
1. Le concezioni filosofico-religiose, il diritto, la cultura e le istituzioni
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La superiorità tecnologica
Primato europeo nello sviluppo economico moderno:
Dal X al XVIIII secolo l’Europa accrebbe
costantemente la sua popolazione
Fin dall’VIII secolo gli europei fecero un uso più largo
dell’energia animale
Dall’epoca medioevale si fece un uso estensivo delle
fonti inanimate di energia (mulini a vento, ruote
idrauliche)
Elevata disponibilità di legname – favorito lo sviluppo
della metallurgia
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La superiorità tecnologica
Una serie di rivoluzionarie invenzioni e di innovazioni si susseguirono nel corso dei secoli:
XIII secolo: invenzione degli occhiali l’orologio meccanico: “l’impresa più alta dell’ingegno meccanico medioevale” 1456: avvento della stampa a caratteri mobili con la Bibbia di Gutenberg l’incessante miglioramento tecnico scientifico e il controllo della navigazione consentirono la sistematica esplorazione delle coste africane, la scoperta dell’America ed i primi insediamenti coloniali
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Le concezioni filosofico-religiose, il diritto, la cultura e le istituzioni
Questa “spinta tecnologica” è stata collegata ad un humus filosofico-religioso, giuridico-istituzionale e socio-culturale.
Fattori caratterizzanti: difesa del valore della persona difesa della libertà certezza del diritto esaltazione dello spirito come razionalità superiorità dell’uomo sulla natura
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Le concezioni filosofico-religiose, il diritto, la cultura e le istituzioni
L’Europa medioevale recuperò e ridefinì i diritti di proprietà combinando le tradizioni germaniche e giudaico-cristiane con il diritto romano
Il libero comune fu un’istituzione tipicamente europea che sancì l’autonomia dei mercanti e degli artigiani inurbati La comunità mercantile produsse una “rivoluzione commerciale”
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Pratiche e istituzioni di maggiore rilievo ai fini dello sviluppo economico
l’uso della partita doppia il credito o prestito al consumo la banca e pratiche bancarie originatesi dall’Italia a partire dal XIV secolo le forme di organizzazione dell’attività commerciale e i contratti di assicurazione la commenda il servizio postale affidato nel XV secolo dall’Imperatore Massimiliano al bergamasco Francesco Tasso la borsa il brevetto i codici di commercio
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Un secolo di crescita
continuativa
Nell’evoluzione economica di lungo periodo la crescita non procede mai in modo uniforme.
Si distinguono sempre delle aree guida, dove i mutamenti si manifestano prima o con maggiore intensità, e delle aree inseguitrici
Un’economia guida è quella che sfrutta più efficientemente le conoscenze tecniche disponibili raggiungendo così una maggiore produttività delle risorse naturali, dei capitali e del lavoro
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La crescita del Prodotto Nazionale Lordo in Europa
(1800-1913)
PNL totale PNL pro capite
1800=100 Aumento annuo (%)
1800=100 Aumento annuo (%)
1800 100 - 100 -
1830 142 1.18 121 0.63
1840 164 1.43 131 0.81
1850 191 1.52 142 0.86
1860 223 1.57 156 0.90
1870 281 2.36 180 1.50
1880 311 1.00 184 0.18
1890 359 1.46 195 0.59
1900 461 2.54 229 1.61
1910 567 2.08 251 0.92
1913 628 3.52 268 2.29
Fonte: P. Bairoch, Europe’s gross national product, 1800-1975, in “Journal of European Economic History”, vol V (1976), p. 276.
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Tassi di crescita annui del PIL pro capite
Paese 1820-1870 1870-1913
Austria (1) 0,7 1,5
Belgio 1,4 1,0
Francia 0,8 1,5
Germania (2) 1,1 1,6
Italia 0,6 1,3
Gran Bretagna 1,2 1,0
Spagna 0,5 1,2
Russia (3) 0,6 0,9
Stati Uniti 1,3 1,8
Giappone 0,1 1,4
(1) confini dell’attuale Repubblica austriaca
(2) confini della Germania Federale
(3) confini dell’URSS
Fonte: A. Maddison, Monitoring the World Economy, Parigi 1995, tab. 3.2.
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Crescita economica
La crescita economica fa riferimento alla quantità di beni e servizi prodotta da un paese
La crescita economica si ottiene sommando il valore aggiunto da ciascuno stadio di lavorazione dei beni, cioè la differenza tra il valore del prodotto finito e il valore dei prodotti intermedi utilizzati.
Il valore di un bene è dato, essenzialmente, dal costo dei fattori di produzione impiegati (terra, lavoro e capitale)
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Crescita economica
In prima approssimazione la produzione totale è uguale al reddito.
La crescita viene normalmente valutata in base alla variazione nel tempo del PIL (prodotto interno lordo) a prezzi costanti.
Il PIL è la misura del valore di tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno di un paese al lordo degli ammortamenti in un determinato periodo di tempo.
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Contabilità nazionale
I dati della contabilità nazionale sono insostituibili come indici della crescita, ma occorre considerare che occultano le performance delle regioni-pilota dello sviluppo.
Poiché i processi di crescita si localizzano inizialmente nelle aree in cui si creano le condizioni più favorevoli allo sviluppo, in tutti i paesi si determinano differenze regionali più o meno marcate nei livelli e nei tassi di crescita del reddito.
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Reddito nazionale
I dati sul reddito nazionale risultano poco utili a comprendere le origini e le dinamiche interne dei processi di crescita, poiché questi si presentano come “un’aggregazione di discontinuità che risaltano a livello locale, ma sfumano in un gradualismo uniforme a livello nazionale” (Mathias 1997).
Anche le dinamiche del cambiamento settoriale possono venire nascoste dagli aggregati nazionali.
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I cambiamenti strutturali
La crescita continua si accompagnò a vari cambiamenti strutturali nell’economia europea.
Il cambiamento più marcato si coglie nei tassi di attività, cioè nel rapporto tra popolazione attiva e popolazione totale, e nella distribuzione della popolazione attiva per settori.
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Composizione del PIL e della popolazione attiva per settori (GB - F)
PIL (%) Popolazione attiva (%)
Primario Secondario Terziario Primario Secondario Terziario
Gran Bretagna
1788 40,0 21,0 39,0 - - -
1841 22,0 35,0 43,0 22,3 44,3 33,4
1871 15,0 40,0 45,0 15,3 47,1 37,6
1891 9,0 41,0 50,0 10,7 48,8 40,5
1910* 6,0 34,0 60,0 8,8 51,6 39,6
* dati PIL del 1907
Francia
1820 45,7 37,6 16,7 - - -
1856 41,9 35,5 22,6 48,9 25,6 25,5
1896 33,6 39,9 26,5 43,4 27,0 29,7
1911 31,7 39,3 29,0 42,0 32,4 25,6
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Composizione del PIL
e della popolazione attiva per settori (D -I)
PIL (%) Popolazione attiva (%)
Primario Secondario Terziario Primario Secondario Terziario
Germania
1850 47,0 21,0 32,0 - - -
1882 36,0 32,0 32,0 46,7 35,5 17,8
1895 31,0 38,0 31,0 39,9 39,0 21,1
1907 25,0 43,0 32,0 36,8 40,9 22,2
Italia
1869 59,0 17,0 24,0 - - -
1881 51,0 18,0 31,0 61,8 20,5 17,7
1911 46,0 21,0 33,0 59,1 23,6 17,3
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Composizione del PIL e della popolazione attiva per settori (USA - Giappone)
PIL (%) Popolazione attiva (%)
Primario Secondario Terziario Primario Secondario Terziario
Stati Uniti
1840 - - - 63,5 14,5 22,0
1869/70 22,2 21,8 56,0 52,7 26,5 20,7
1889/90 14,2 27,0 58,8 43,0 27,2 29,8
1910/11 18,9 27,5 53,6 31,4 30,3 38,3
Giappone
1872 - - - 73,5 26,5
1885 45,2 14,7 40,1 - - -
1890 - - - 67,2 32,8
1895 42,7 18,1 39,2 - - -
1911 36,7 23,4 39,9 65,4 14,9 19,8
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Ritmi, fasi, modelli di crescita: concettualizzazioni e linee interpretative
Fino al 1890: la Gran Bretagna dominò la scena. Dopo il 1890: subentrarono gli Stati Uniti, ma sulla via dell’industrializzazione si erano ormai posti tutti i paesi del mondo occidentale.
Nell’analisi storica ed economica, industrializzazione e sviluppo finirono sempre più spesso con il sovrapporsi.
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Il PIL pro capite in alcuni paesi avanzati, 1820-1913 (in $ 1985)
1820 1870 1890 1913
Gran Bretagna 1.405 2.610 3.279 4.024
Francia 1.052 1.571 1.941 2.734
Germania 937 1.300 1.727 2.606
Italia 960 1.210 1.355 2.087
Stati Uniti 1.048 2.247 3.106 4.854
Giappone 588 620 813 1.114
Canada - 1.347 1.662 3.560Fonte: rielaborazione da A. Maddison, Dynamic forces in capitalist development, Oxford, Oxford University Press, 1991, tab. 1.
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Reddito pro capite, 1820-1913 (indice: Gran Bretagna = 100)
1930 1970 1913
Austria (1) 74 57 69
Belgio 74 81 82
Francia 69 57 69
Germania (2) 63 59 76
Italia 62 45 50
Gran Bretagna 100 100 100
Spagna 61 42 45
Russia (3) 43 31 30
Stati Uniti 73 75 105
Giappone 40 23 27
(1) confini dell’attuale Repubblica austriaca
(2) confini della Germania Federale
(3) confini dell’URSS
Fonte: rielaborazione da A. Maddison, Dynamic forces in capitalist development, Oxford, Oxford University Press, 1991, tab. 1.
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Cicli, fluttuazioni
e attività innovativa
Joseph Schumpeter, nel suo Business cycles (1939), sottopose a verifica empirica l’esistenza di tre cicli economici principali:
il ciclo classico o maggiore o ciclo Juglar, di durata compresa fra i sette e gli undici anni, successivamente ripartito nelle quattro fasi di recessione, depressione, ripresa e boom;il ciclo minore o ciclo Kitchin, ciclo congiunturale che mostra un andamento sostanzialmente simile a quello delle scorte di prodotti finiti tenute dagli operatori;i movimenti di lungo periodo Kondratieff o onde lunghe, individuate dal russo Nikolai Kondratieff nel 1922, che durano 45-50 anni e sono costituiti da due fasi, una ascendente e una discendente.
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Rostow e GerschenkronAnni Sessanta
Rostow e Gershenkron oppongono ai modelli ciclici interpretazioni incrementali dello sviluppo
Essi accentuano – ma con diverse concettualizzazioni – gli aspetti della discontinuità e della rottura che caratterizzano la fase iniziale dei processi di crescita delle economie.