07.Architettura Greca tecniche costruttive

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Storia dell'architettura, Architettura Greca - Tecniche Costruttive

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Corso di storia dell’architettura

Politecnico di Milano – Facoltà di Ingegneria Edile-Architettura

Prof. Francesco Repishti

Storia dell’architettura e delle tecniche costruttive

8. Architettura Greca Materiali e tecniche costruttive

Tipi di rocce

1. ROCCE MAGMATICHERocce formatesi in seguito alla cristallizzazione di un magma

(graniti, porfidi)

2. ROCCE SEDIMENTARIERocce costitutite da materiali – sedimenti – provenienti dalla disgregazione, attraverso processi di varia natura, di rocce preesistenti

(rocce detritiche: conglomerati, arenarie, argille, tufi; rocce di sedimentazione chimica e biochimica: calcari, dolomie, evaporiti)

3. ROCCE METAMORFICHERocce che hanno subito modificazioni nella composizione mineralogica o nella struttura e nella tessitura in seguito a mutamenti di temperatura e pressione

(scisti, quarziti, marmi, gneiss)

Lavorazione delle rocce

A cielo aperto

La cava si estende e si approfondisce, asportando tutto il materiale e sconvolgendo la morfologia del territorio interessato.

In galleria Il materiale da asportare è in quantità talmente elevata da non rendere conveniente la coltivazione a cielo aperto; è più difficoltosa in quanto comporta il sostegno del “tetto” della galleria.

Cave, Alpi Apuane

Modalità di estrazione e

lavorazione

Trasporto ed elevazione

a. Muratura composta da

ortostati (collocazione rispetto

alla parete, con il lato lungo a

vista, ovvero parallelo alla

parete: di “taglio”)

b. Muratura composta da

ortostati e diatoni (con il lato

corto a vista, ovvero

ortogonale alla parete: di

“testa”).

Coperture

Sistema trilitico

Sistema Trilitico

• Nel sistema trilitico si ha una trasmissione dei pesi in modo abbastanza semplice: il peso dell’elemento orizzontale si divide in due carichi equivalenti che si scaricano sui due piedritti.

• I piedritti, per effetto di questi pesi sovrastanti vengono ad essere sollecitati a compressione: ossia, il carico che li sovrasta determina sui piedritti un fenomeno di schiacciamento, fenomeno che viene contrastato dalla capacità di resistenza del materiale che costituisce le strutture.

• Trattandosi di pietre, come per le costruzioni megalitiche, tale resistenza è pressoché assicurata dalla durezza del materiale.

• L’elemento orizzontale, rispetto a quello verticale, viene sollecitato da una diversa sollecitazione, che prende il nome di flessione: ossia, dato che l’elemento è appoggiato solo agli estremi, al centro tende ad inflettersi verso il basso.

• Per effetto di ciò, all’interno avremo che le fibre superiori tendono a schiacciarsi – sono quindi soggette a compressione – mentre le fibre inferiori tendono a dilatarsi – sono cioè soggette a trazione.

• Molti materiali possono agevolmente sopportare la compressione, ma non per la trazione. Per sopportare quest’ultima sollecitazione, i materiali impiegati devono avere una forza di coesione interna notevole. Pertanto, ne consegue che l’elemento più delicato del sistema trilitico è quello orizzontale.

• In natura solo due materiali possono prestarsi a ciò, la pietra e il legno. Entrambi però hanno due limiti «tecnologici»: le pietre sono troppo pesanti e difficilmente possono raggiungere luci – distanza tra i due sostegni – di dimensione notevole; il legno è un materiale non sempre resistente, con problemi di durabilità, dovuta a pericoli di deperimento o incendio.