Rubbettino Catalogo Primavera Estate 2010

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Rubbettino Catalogo Primavera Estate 2010

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3 C’è ancora bisogno di Dio? di Armando Matteo

15 L’editoria laica davanti alla domanda di Dio di Maurizio Serio

19 Novità editoriali

Rubbettino

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C’è ancora bisogno di Dio?di Armando Matteo

Se nella marcia degli uomini, uno di loro non segue il passo degli altri,non giudicatelo. Chiedetevi piuttosto se non stia ascoltando il suono di un altro tamburo

(ispirandosi liberamente a un pensiero di Henry David Thoreau).

Assolutamente inatteso, dato per morto da quasi 150 anni, Dio è tornato. È tornato soprattutto in Europa. Non solo – è ovvio – per l’aumento di popolazione di religione islamica, che riempie le stra-de del Vecchio Continente, snocciolando il rosario dei novantano-ve nomi dell’Onnipotente e invocando la costruzione di moschee. Molto più interiormente è negli stessi Europei che la domanda di Dio registra un inedito aumento. Certo, il clima generale diffuso è quello di una ben consolidata prassi di indifferenza rispetto alle questioni che la parola «Dio» mette in campo ed è per questo che si deve senza ingenuità discu-tere sulle forme che tale ritorno assume (pellegrinaggi e devozioni popolari, proclami a difesa della tradizione e delle istituzioni cri-stiane, conversioni di intellettuali ritenuti sino a poco tempo prima laici impenitenti e di famosi personaggi televisivi, piazze gremite in attesa di incontrare il Pontefice romano, la crescente diffusione delle pratiche di preghiera, vendite apprezzabili di libri sacri o ad argomento religioso, importazione di nuovi culti esoterici, ricorso alle più disparate e disperate forme di magismo) e più in particolare ci si dovrà legittimamente interrogare se sia «Dio» che ritorna (e poi quale Dio) o se si tratti di un più generale bisogno di un sacro anonimo-impersonale, tuttavia essa – questa balbettante domanda

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C’è ancora bisogno di Dio?di Armando Matteo

Se nella marcia degli uomini, uno di loro non segue il passo degli altri,non giudicatelo. Chiedetevi piuttosto se non stia ascoltando il suono di un altro tamburo

(ispirandosi liberamente a un pensiero di Henry David Thoreau).

Assolutamente inatteso, dato per morto da quasi 150 anni, Dio è tornato. È tornato soprattutto in Europa. Non solo – è ovvio – per l’aumento di popolazione di religione islamica, che riempie le stra-de del Vecchio Continente, snocciolando il rosario dei novantano-ve nomi dell’Onnipotente e invocando la costruzione di moschee. Molto più interiormente è negli stessi Europei che la domanda di Dio registra un inedito aumento. Certo, il clima generale diffuso è quello di una ben consolidata prassi di indifferenza rispetto alle questioni che la parola «Dio» mette in campo ed è per questo che si deve senza ingenuità discu-tere sulle forme che tale ritorno assume (pellegrinaggi e devozioni popolari, proclami a difesa della tradizione e delle istituzioni cri-stiane, conversioni di intellettuali ritenuti sino a poco tempo prima laici impenitenti e di famosi personaggi televisivi, piazze gremite in attesa di incontrare il Pontefice romano, la crescente diffusione delle pratiche di preghiera, vendite apprezzabili di libri sacri o ad argomento religioso, importazione di nuovi culti esoterici, ricorso alle più disparate e disperate forme di magismo) e più in particolare ci si dovrà legittimamente interrogare se sia «Dio» che ritorna (e poi quale Dio) o se si tratti di un più generale bisogno di un sacro anonimo-impersonale, tuttavia essa – questa balbettante domanda

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metafisica platonico-aristotelica, l’antropologia giudaico-cristiana e la cultura giuridica romana – erano stati già profondamente con-testati sin dalla fine dell’Ottocento e poi per tutto il Novecento, ma la loro scomunica ufficiale si consuma solo nella rivoluzione cul-turale del Sessantotto. Nel segno e nel sogno di una società aper-ta, capace di garantire uguale riconoscimento a ciascun individuo, si rigettò – mentre i Beatles conquistavano il mondo – il modello classico di uomo, di famiglia, di scuola, di politica e di religione. «Imagine there’s no heaven»: così si cantava e così si è iniziato a immaginare la terra. La potenza degli effetti di questa decisione epocale, nel senso che separa e chiude le epoche tra di loro, in ogni caso, sarebbe stata cer-tamente inferiore alle intenzioni, se non fosse stata accompagnata dalla conturbante invasione del quotidiano da parte dell’apparato tecnologico. Essere uomo e donna in modo diverso dal passato di-venne, anno dopo anno, semplicemente possibile: il fenomeno più vistoso ed esteso è l’aumento dell’aspettativa di vita media, cui si apparentano migliori condizioni igieniche, maggiore disponibilità di beni di consumo, progressive scoperte nel campo sanitario, col-laudati e più efficienti mezzi di comunicazione e di trasporto, ab-bondante sperimentazione nel campo della bioingegneria. A questo primo lato della medaglia, bisogna aggiungere la conside-razione del suo rovescio.Se il nuovo risulta tecnicamente possibile, non sempre tuttavia è compiutamente e immediatamente apprezzabile in relazione alla sua reale capacità di umanizzazione del mondo. Sarebbe stato cioè legittimo attendersi una qualche prudenza in questo ambito. Inve-ce la strada verso il dominio dell’umano da parte della tecnica fu (ed è) esattamente in discesa, proprio per la concomitante «distra-zione» delle migliori energie intellettuali, impegnate a rigettare il passato e la sua sapienza tradizionale, che aveva guidato le vecchie generazioni, e a contrastare i tentativi di restaurarlo. In tutto questo, la comunità dei credenti – in particolare quella

di alterità che il Dio che ritorna con sé porta – è presente. È in au-mento. Con buona pace di tutti, chierici e laici.E si pone quale interrogativo aperto sia per una società che sem-brava aver trovato, almeno dalla fine degli anni Sessanta, nella sco-munica del religioso una delle sue cifre più caratterizzanti sia per l’universo delle chiese europee che si trovano a gestire una difficile stagione di transizione, tra crisi del ricambio generazionale e rispo-sta agli scandali legati agli abusi sessuali.Ma dove affonda le sue radici un tale fenomeno? Quale messaggio reca con sé? E quale incastonatura sarebbe auspicabile per questa generale domanda di Dio?Proviamo per un momento, tuttavia, a cambiare punto di prospet-tiva e a chiederci: che cosa trova il Dio convocato al ritorno? Quale società e quale chiesa? Quale uomo e quale esperienza di fede si sono sviluppati all’ombra della sua (ormai presunta) morte pubbli-ca?Nulla è più come prima, questa è la certezza. Tanta, infatti, è la stra-da compiuta dagli uomini e dalle donne del Vecchio Continente dal tempo in cui l’inevidenza di Dio apparve la più nitida delle evidenze e il sogno di una «città secolare» era sulla bocca di tutti, mentre oggi nulla sembra più certo dell’impossibilità per la stessa Europa di portare avanti il suo progetto illuministico di una società aperta e laica, senza fare i conti con la dimensione spirituale dei suoi cit-tadini. Che cosa dunque (ci) è successo? Proviamo a mettere in fila alcuni pensieri.

Nulla è più come primaGli ultimi quaranta anni di storia europea ci consegnano senza tema di smentita l’emergenza di uno stile di pensiero e di vita netta-mente differenziato rispetto a quello tradizionale. Come è noto, gli ingredienti principali dell’identità occidentale classica – la visione

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metafisica platonico-aristotelica, l’antropologia giudaico-cristiana e la cultura giuridica romana – erano stati già profondamente con-testati sin dalla fine dell’Ottocento e poi per tutto il Novecento, ma la loro scomunica ufficiale si consuma solo nella rivoluzione cul-turale del Sessantotto. Nel segno e nel sogno di una società aper-ta, capace di garantire uguale riconoscimento a ciascun individuo, si rigettò – mentre i Beatles conquistavano il mondo – il modello classico di uomo, di famiglia, di scuola, di politica e di religione. «Imagine there’s no heaven»: così si cantava e così si è iniziato a immaginare la terra. La potenza degli effetti di questa decisione epocale, nel senso che separa e chiude le epoche tra di loro, in ogni caso, sarebbe stata cer-tamente inferiore alle intenzioni, se non fosse stata accompagnata dalla conturbante invasione del quotidiano da parte dell’apparato tecnologico. Essere uomo e donna in modo diverso dal passato di-venne, anno dopo anno, semplicemente possibile: il fenomeno più vistoso ed esteso è l’aumento dell’aspettativa di vita media, cui si apparentano migliori condizioni igieniche, maggiore disponibilità di beni di consumo, progressive scoperte nel campo sanitario, col-laudati e più efficienti mezzi di comunicazione e di trasporto, ab-bondante sperimentazione nel campo della bioingegneria. A questo primo lato della medaglia, bisogna aggiungere la conside-razione del suo rovescio.Se il nuovo risulta tecnicamente possibile, non sempre tuttavia è compiutamente e immediatamente apprezzabile in relazione alla sua reale capacità di umanizzazione del mondo. Sarebbe stato cioè legittimo attendersi una qualche prudenza in questo ambito. Inve-ce la strada verso il dominio dell’umano da parte della tecnica fu (ed è) esattamente in discesa, proprio per la concomitante «distra-zione» delle migliori energie intellettuali, impegnate a rigettare il passato e la sua sapienza tradizionale, che aveva guidato le vecchie generazioni, e a contrastare i tentativi di restaurarlo. In tutto questo, la comunità dei credenti – in particolare quella

di alterità che il Dio che ritorna con sé porta – è presente. È in au-mento. Con buona pace di tutti, chierici e laici.E si pone quale interrogativo aperto sia per una società che sem-brava aver trovato, almeno dalla fine degli anni Sessanta, nella sco-munica del religioso una delle sue cifre più caratterizzanti sia per l’universo delle chiese europee che si trovano a gestire una difficile stagione di transizione, tra crisi del ricambio generazionale e rispo-sta agli scandali legati agli abusi sessuali.Ma dove affonda le sue radici un tale fenomeno? Quale messaggio reca con sé? E quale incastonatura sarebbe auspicabile per questa generale domanda di Dio?Proviamo per un momento, tuttavia, a cambiare punto di prospet-tiva e a chiederci: che cosa trova il Dio convocato al ritorno? Quale società e quale chiesa? Quale uomo e quale esperienza di fede si sono sviluppati all’ombra della sua (ormai presunta) morte pubbli-ca?Nulla è più come prima, questa è la certezza. Tanta, infatti, è la stra-da compiuta dagli uomini e dalle donne del Vecchio Continente dal tempo in cui l’inevidenza di Dio apparve la più nitida delle evidenze e il sogno di una «città secolare» era sulla bocca di tutti, mentre oggi nulla sembra più certo dell’impossibilità per la stessa Europa di portare avanti il suo progetto illuministico di una società aperta e laica, senza fare i conti con la dimensione spirituale dei suoi cit-tadini. Che cosa dunque (ci) è successo? Proviamo a mettere in fila alcuni pensieri.

Nulla è più come primaGli ultimi quaranta anni di storia europea ci consegnano senza tema di smentita l’emergenza di uno stile di pensiero e di vita netta-mente differenziato rispetto a quello tradizionale. Come è noto, gli ingredienti principali dell’identità occidentale classica – la visione

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possibilità di ritracciare nei documenti del Concilio le coordinate per fronteggiare l’inedito postmoderno che solo dal Sessantotto fa la sua trionfante entrata in scena, scortato da un pensiero di sini-stra che invoca la liberazione da ogni retaggio tradizionale e da uno di destra che plaude e alimenta il mito dell’efficienza, della perfor-mance, dello sviluppo, della tecnicizzazione del mondo. Dell’uma-no.Ma forse e più in profondità ciò che resta in discussione non è questa o quella decisione che i vescovi allora formularono, quanto piuttosto l’interrogativo circa il fatto se è nello «spirito» del Con-cilio che oggi la comunità dei credenti debba ancora muoversi: im-bastendo un confronto signorile e dignitoso, umile ma non debo-le, coraggioso e onesto, con un mondo che non riconosce più alla Chiesa – e probabilmente a nessun’altra istituzione – alcun mono-polio sull’autentico destino dell’umano e che più spesso la conside-ra e tollera come anacronistico reperto, del quale è facile divinare il declino e forse l’estinzione. Ed effettivamente la rivoluzione del Sessantotto non ha mancato di far sentire i suoi effetti sull’universo religioso europeo. I segni più evidenti sono lo svuotamento delle chiese, il calo delle vocazioni, l’imperante analfabetismo biblico, la diminuzione della richiesta dei sacramenti del battesimo e del matrimonio e da ultimo la ge-neralizzata disaffezione dei giovani a ogni prassi istituzionalmente affidabile di fede e di preghiera.

I nuovi volti di DioÈ in questo scenario che risuona sempre più nitido il grido «God is back»: roba da far rivoltare nella tomba il povero Nietzsche. Gli analisti – pensiamo soprattutto a Z. Bauman, G. Davie e U. Beck – hanno già affilato i loro mouse, mettendo sotto la lente di ingrandi-mento il fenomeno. Quale volto presenta allora questo Dio che ri-torna? Quale messaggio reca con sé e soprattutto corrisponde a un

cattolica – risultava poi particolarmente imbrigliata nella sua lotta contro il comunismo e incapace di afferrare il passaggio dall’ideolo-gia moderna del progresso scientifico – cui si offre anche un plauso, nei documenti del Concilio Vaticano II – a quella che è stata giusta-mente definita l’epoca della tecnica, vero stigma dell’attuale essere al mondo dell’uomo di oggi. Spostiamo l’attenzione ora sull’universo ecclesiale.Proprio sul Vaticano II si appunta l’odierno «dramma» delle chie-se cristiane. Non solo di quella cattolica, ovviamente, ma anche di quelle della riforma e dell’ortodossia: la possibilità di un efficace dialogo tra di loro passa ancora per quel Concilio. Per la sua inter-pretazione, per il suo orizzonte di senso.Più precisamente il punto di intreccio è su che cosa abbia rappre-sentato quell’evento sinodale e su quale eredità e quali compiti abbia lasciato ai posteri. Difficile risulta oggi credere che lì non sia davvero accaduto qualcosa; che lì cioè, nella lingua dei credenti, lo «spirito» non abbia soffiato, convocando i responsabili della comunità cattolica alla presa di coscienza di una distanza sempre più marcata tra l’immaginario religioso diffuso e i vissuti effettivi, della necessità di un ritorno a una prassi di ospitalità nei confron-ti dell’altro (l’ebreo, il mussulmano, il buddista, l’ateo, la donna, la lingua parlata, ecc.), dell’opportunità di dare nuovo senso alla par-tecipazione liturgica e alla centralità della Sacra Scrittura in una vita di fede, dell’urgenza di intraprendere con più slancio e meno pregiudizi la via del dialogo ecumenico per dare una nuova anima all’Europa uscita distrutta e frantumata dalle laceranti divisioni del-la seconda guerra mondiale e del ritorno allo stato di diritto. Se tutto questo non può essere messo in discussione, se non in ma-lafede, meno semplice risulta giudicare se il Vaticano II sia da col-locare al termine della stagione della modernità o piuttosto come primo gemito di una Chiesa che avverte l’avvento della cosiddetta postmodernità. Se insomma è fuori discussione la «modernità» di questo Concilio, di più difficile soluzione è l’interrogativo circa la

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possibilità di ritracciare nei documenti del Concilio le coordinate per fronteggiare l’inedito postmoderno che solo dal Sessantotto fa la sua trionfante entrata in scena, scortato da un pensiero di sini-stra che invoca la liberazione da ogni retaggio tradizionale e da uno di destra che plaude e alimenta il mito dell’efficienza, della perfor-mance, dello sviluppo, della tecnicizzazione del mondo. Dell’uma-no.Ma forse e più in profondità ciò che resta in discussione non è questa o quella decisione che i vescovi allora formularono, quanto piuttosto l’interrogativo circa il fatto se è nello «spirito» del Con-cilio che oggi la comunità dei credenti debba ancora muoversi: im-bastendo un confronto signorile e dignitoso, umile ma non debo-le, coraggioso e onesto, con un mondo che non riconosce più alla Chiesa – e probabilmente a nessun’altra istituzione – alcun mono-polio sull’autentico destino dell’umano e che più spesso la conside-ra e tollera come anacronistico reperto, del quale è facile divinare il declino e forse l’estinzione. Ed effettivamente la rivoluzione del Sessantotto non ha mancato di far sentire i suoi effetti sull’universo religioso europeo. I segni più evidenti sono lo svuotamento delle chiese, il calo delle vocazioni, l’imperante analfabetismo biblico, la diminuzione della richiesta dei sacramenti del battesimo e del matrimonio e da ultimo la ge-neralizzata disaffezione dei giovani a ogni prassi istituzionalmente affidabile di fede e di preghiera.

I nuovi volti di DioÈ in questo scenario che risuona sempre più nitido il grido «God is back»: roba da far rivoltare nella tomba il povero Nietzsche. Gli analisti – pensiamo soprattutto a Z. Bauman, G. Davie e U. Beck – hanno già affilato i loro mouse, mettendo sotto la lente di ingrandi-mento il fenomeno. Quale volto presenta allora questo Dio che ri-torna? Quale messaggio reca con sé e soprattutto corrisponde a un

cattolica – risultava poi particolarmente imbrigliata nella sua lotta contro il comunismo e incapace di afferrare il passaggio dall’ideolo-gia moderna del progresso scientifico – cui si offre anche un plauso, nei documenti del Concilio Vaticano II – a quella che è stata giusta-mente definita l’epoca della tecnica, vero stigma dell’attuale essere al mondo dell’uomo di oggi. Spostiamo l’attenzione ora sull’universo ecclesiale.Proprio sul Vaticano II si appunta l’odierno «dramma» delle chie-se cristiane. Non solo di quella cattolica, ovviamente, ma anche di quelle della riforma e dell’ortodossia: la possibilità di un efficace dialogo tra di loro passa ancora per quel Concilio. Per la sua inter-pretazione, per il suo orizzonte di senso.Più precisamente il punto di intreccio è su che cosa abbia rappre-sentato quell’evento sinodale e su quale eredità e quali compiti abbia lasciato ai posteri. Difficile risulta oggi credere che lì non sia davvero accaduto qualcosa; che lì cioè, nella lingua dei credenti, lo «spirito» non abbia soffiato, convocando i responsabili della comunità cattolica alla presa di coscienza di una distanza sempre più marcata tra l’immaginario religioso diffuso e i vissuti effettivi, della necessità di un ritorno a una prassi di ospitalità nei confron-ti dell’altro (l’ebreo, il mussulmano, il buddista, l’ateo, la donna, la lingua parlata, ecc.), dell’opportunità di dare nuovo senso alla par-tecipazione liturgica e alla centralità della Sacra Scrittura in una vita di fede, dell’urgenza di intraprendere con più slancio e meno pregiudizi la via del dialogo ecumenico per dare una nuova anima all’Europa uscita distrutta e frantumata dalle laceranti divisioni del-la seconda guerra mondiale e del ritorno allo stato di diritto. Se tutto questo non può essere messo in discussione, se non in ma-lafede, meno semplice risulta giudicare se il Vaticano II sia da col-locare al termine della stagione della modernità o piuttosto come primo gemito di una Chiesa che avverte l’avvento della cosiddetta postmodernità. Se insomma è fuori discussione la «modernità» di questo Concilio, di più difficile soluzione è l’interrogativo circa la

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del Vecchio Continente scoprono così improvvisa la domanda sulla propria identità e, se il dibattito sulle radici in sede di definizione della Costituzione Europea non ha prodotto risultati felici, la que-stione resta urgente, perché è anche questione pubblica, politica. Come giustificare certe leggi? Non può certo dire a sé e all’altro da sé, l’illuminata Europa, che la legge vale perché è legge, cioè solo perché ora è una maggioranza europea al potere. Dove trovare uno spazio di plausibilità razionalmente afferrabile in cui far venire alla luce la direzione e il senso di alcune decisioni sulla polis? Il luogo classicamente più accessibile rimane il terreno dei principi ultimi, di valori dati in quanto non negoziabili, di quella sfera dell’intangi-bile che sorregge il traffico dell’esistenza: è lo spazio del sacro, lo spazio del Dio, in particolare del Dio cristiano. E così, oltre a dover salvare la regina, Dio è chiamato in causa a salvare l’Europa contro l’offensiva dello straniero. E se questo Dio ha già un esercito, fatto di Chiese, di preti, di suore, di seminari, di messe e di riti, allora il gioco è fatto. Sia dato più spazio alla Chiesa, alle sue istituzioni, ai suoi progetti, ai suoi crocifissi. Del Crocifisso ci sarà tempo per parlare.Dio ritorna ancora come collettore di identità multiple e frantu-mate. Il cittadino europeo medio con più di quarant’anni gioca la sua vita su troppi tavoli. Non raramente ha spesso alle spalle un’esperienza familiare con più di due genitori, più di frequente è già segnato da un paio di fallimenti matrimoniali, ha già dovuto cambiare decine di volte lavoro e luogo di residenza, amici e cono-scenze, abitudini e usi locali. Sul piano della politica, la nascita di partiti post-ideologici, dopo il 1989, ha reso il terreno molto friabile e spesso più che le idee sono le ambizioni e il carisma di questo o di quel leader a convincerlo. Ma è convinzione a tempo. A contrat-to. Sul piano della religione istituzionale, essa fa parte dello stadio della sua esperienza infantile, e oggi gli appare proprio lo stadio infantile di ogni sua «autentica» esperienza del mondo. Tutto di-venta più veloce e spesso poco sincronizzabile: l’anima non è un

reale bisogno o si tratta dell’illusoria apparizione di un fantasma?Possiamo sintetizzare gli studi di settore in tre filoni d’inchiesta: quello che ritorna altro non è che un Dio «cireneo» ovvero un Dio «bandiera» o infine un Dio «individuale». Dio ritorna per andare incontro a un uomo sempre più spaesato rispetto a quello s-confinamento delle possibilità offerte alla sua libertà che la tecnica permette e che l’assenza di istruzioni condivi-se trasforma in una presenza inquietante. Quale sarà mai la scelta «giusta»? E «giusta» rispetto a chi e a che cosa? E se l’evoluzione tecnica mette in continuo affanno coloro che tentano di dare un giudizio di valore su quanto essa fabbrica, perché ne riduce di conti-nuo i margini di discutibilità, il regime del «politicamente corretto» distrugge ogni legame tra scelte differenti: ognuno è autorizzato ad accedere alla sua singolarità. Il soggetto vede così ricadere su di sé l’ambiguo e letteralmente insopportabile ruolo di avvocato e giudi-ce delle proprie decisioni. Strappare da questo «paradiso triste» del postmoderno che alimenta di continuo angoscia e depressione, è il compito del Dio che ritorna: un Dio lucido e netto, senza dubbi e senza domande, con poche verità cristalline che promette sicurez-za nelle sabbie mobili dello stress della vita moderna.Dio ritorna ancora come baluardo e bandiera di «anime belle» for-temente disorientate dalla presenza invasiva di mondi culturali e religiosi, della cui esistenza si era stati, sì, da piccoli informati, ma come distanti anni luce dalle terre europee illuminate dal sole della ragione. Il diverso è invece ora qui tra noi: parla una lingua altra, pratica un culto forte e estraneo ai nostri nervi, mostra usi e costumi alieni alla raffinata mentalità occidentale. Ma l’altro è an-che specchio della propria alterità: non siamo più né il mondo né al centro del mondo. È esperienza di dislocazione, di eccentricità, di un uscire da una posizione di sicurezza, basata su confini fissi, su un immaginario stabile e rassicurante. L’altro ormai non è solo con noi; è dentro di noi: sappiamo che, non essendo l’altro, siamo altro da lui. Ma in verità «che cosa» siamo alla fine dei conti? I cittadini

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del Vecchio Continente scoprono così improvvisa la domanda sulla propria identità e, se il dibattito sulle radici in sede di definizione della Costituzione Europea non ha prodotto risultati felici, la que-stione resta urgente, perché è anche questione pubblica, politica. Come giustificare certe leggi? Non può certo dire a sé e all’altro da sé, l’illuminata Europa, che la legge vale perché è legge, cioè solo perché ora è una maggioranza europea al potere. Dove trovare uno spazio di plausibilità razionalmente afferrabile in cui far venire alla luce la direzione e il senso di alcune decisioni sulla polis? Il luogo classicamente più accessibile rimane il terreno dei principi ultimi, di valori dati in quanto non negoziabili, di quella sfera dell’intangi-bile che sorregge il traffico dell’esistenza: è lo spazio del sacro, lo spazio del Dio, in particolare del Dio cristiano. E così, oltre a dover salvare la regina, Dio è chiamato in causa a salvare l’Europa contro l’offensiva dello straniero. E se questo Dio ha già un esercito, fatto di Chiese, di preti, di suore, di seminari, di messe e di riti, allora il gioco è fatto. Sia dato più spazio alla Chiesa, alle sue istituzioni, ai suoi progetti, ai suoi crocifissi. Del Crocifisso ci sarà tempo per parlare.Dio ritorna ancora come collettore di identità multiple e frantu-mate. Il cittadino europeo medio con più di quarant’anni gioca la sua vita su troppi tavoli. Non raramente ha spesso alle spalle un’esperienza familiare con più di due genitori, più di frequente è già segnato da un paio di fallimenti matrimoniali, ha già dovuto cambiare decine di volte lavoro e luogo di residenza, amici e cono-scenze, abitudini e usi locali. Sul piano della politica, la nascita di partiti post-ideologici, dopo il 1989, ha reso il terreno molto friabile e spesso più che le idee sono le ambizioni e il carisma di questo o di quel leader a convincerlo. Ma è convinzione a tempo. A contrat-to. Sul piano della religione istituzionale, essa fa parte dello stadio della sua esperienza infantile, e oggi gli appare proprio lo stadio infantile di ogni sua «autentica» esperienza del mondo. Tutto di-venta più veloce e spesso poco sincronizzabile: l’anima non è un

reale bisogno o si tratta dell’illusoria apparizione di un fantasma?Possiamo sintetizzare gli studi di settore in tre filoni d’inchiesta: quello che ritorna altro non è che un Dio «cireneo» ovvero un Dio «bandiera» o infine un Dio «individuale». Dio ritorna per andare incontro a un uomo sempre più spaesato rispetto a quello s-confinamento delle possibilità offerte alla sua libertà che la tecnica permette e che l’assenza di istruzioni condivi-se trasforma in una presenza inquietante. Quale sarà mai la scelta «giusta»? E «giusta» rispetto a chi e a che cosa? E se l’evoluzione tecnica mette in continuo affanno coloro che tentano di dare un giudizio di valore su quanto essa fabbrica, perché ne riduce di conti-nuo i margini di discutibilità, il regime del «politicamente corretto» distrugge ogni legame tra scelte differenti: ognuno è autorizzato ad accedere alla sua singolarità. Il soggetto vede così ricadere su di sé l’ambiguo e letteralmente insopportabile ruolo di avvocato e giudi-ce delle proprie decisioni. Strappare da questo «paradiso triste» del postmoderno che alimenta di continuo angoscia e depressione, è il compito del Dio che ritorna: un Dio lucido e netto, senza dubbi e senza domande, con poche verità cristalline che promette sicurez-za nelle sabbie mobili dello stress della vita moderna.Dio ritorna ancora come baluardo e bandiera di «anime belle» for-temente disorientate dalla presenza invasiva di mondi culturali e religiosi, della cui esistenza si era stati, sì, da piccoli informati, ma come distanti anni luce dalle terre europee illuminate dal sole della ragione. Il diverso è invece ora qui tra noi: parla una lingua altra, pratica un culto forte e estraneo ai nostri nervi, mostra usi e costumi alieni alla raffinata mentalità occidentale. Ma l’altro è an-che specchio della propria alterità: non siamo più né il mondo né al centro del mondo. È esperienza di dislocazione, di eccentricità, di un uscire da una posizione di sicurezza, basata su confini fissi, su un immaginario stabile e rassicurante. L’altro ormai non è solo con noi; è dentro di noi: sappiamo che, non essendo l’altro, siamo altro da lui. Ma in verità «che cosa» siamo alla fine dei conti? I cittadini

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profilo della salute della sua anima, dalla categoria dell’agnosticimo teorico e dell’indifferenza pratica, il sorprendente, plurale, e inatte-so ritorno di Dio si pone come un’interessante occasione, un punto di fuga, uno specchio di luce per chiedersi che cosa ci sia capitato e per interrogarsi su quale visione stia oggi guidando il nostro cam-mino. O forse più radicalmente se esista una tale visione.Da una parte, infatti, il ritorno di Dio denuncia, ci pare, in modo inequivocabile il passaggio ormai avvenuto dal celeberrimo disagio della civiltà presagito da Freud alla civiltà del disagio dei giorni no-stri: l’impensata solidarietà, sorta con il Sessantotto, tra scomunica del sapere tradizionale ed espansione tecnoscientifica della società mina quotidianamente ogni tentativo del cittadino europeo di sen-tirsi «a casa» nella sua casa. Questo è il punto. A ciò si aggiunge il fallimento delle ideologie e utopie politiche, sancito con il 1989, cui fa da pari il fallimento del mito di una crescita economica automa-tica e continua, decretato dalla crisi dell’autunno del 2008 e la più recente crisi di credibilità dell’universo delle chiese istituzionalizza-te in seguito alla bufera degli scandali degli abusi pedofili.Dall’altra, proprio in ragione di quanto detto sinora, il ritorno di Dio, pur nelle forme «selvagge» sopra descritte, appare un monito chiaro: da troppo tempo stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità economiche, demografiche, «spirituali», e non appare per nulla difficile preconizzare scenari più bui per la terra che ha scelto la luce – la luce della ragione – quale sua stella polare. Non c’è analista americano o comunque non europeo che non appaia gravemente preoccupato per il nostro crescente tasso di denatali-tà, per l’impensabile blocco della nostra gioventù, che a fatica trova spazio in mezzo all’intoccabile gerontocrazia, per la subordinazio-ne cui sono ancora costrette le donne sul piano delle opportunità sociali, lavorative e politiche. Da questa impasse non si esce che con un pensiero nuovo, con una visione nuova, capace di collocarci in modo onesto rispetto alla

velocista, avrebbe bisogno di tempi lunghi, di pause, di cesure e invece è chiamata a un adattamento continuo e ogni volta gli si dischiudono paesaggi e passaggi per i quali non trova istruzioni efficaci nella sua precedente esperienza. È una corsa senza meta, la sua vita: una stanza senza porte né finestre, un viaggio senza destinazione. Questa anima ha bisogno infine di un foro in questa cappa del quotidiano: di uno spazio di luce e di un’istanza dinanzi alla quale potersi finalmente «costituire», arrendendosi ma anche assumendo un che di sostanziale, rispetto alla fluidità ordinaria. C’è bisogno di un Dio, quale istanza d’appello, tribunale aperto, stella polare, punto e chiodo fisso.E ogni processo che giunge a questo esito ha la sua fatica, il suo percorso, le sue infinitesimali variazioni, il suo lento procedere carsico, che si ripercuote sul punto d’arrivo stesso, lo stigmatizza, concorre a contraddistinguerne la natura. Sorge il/un Dio indivi-duale: riemerge al di fuori – che non vuol dire contro o senza – dei percorsi istituzionali delle chiese, incrociando tuttavia traiettorie ed esperienze differenti, mescolando e mischiando riti e miti, tra-dizioni e culti, afferenti a universi tra di loro alieni. È il cuore del singolo «il presepe» di questo Dio dai tratti individuali: l’uomo crea a sua immagine il proprio Salvatore. Ma non ci muoviamo più nel-la denuncia di Feuerbach di un infinito del desiderio che conduce a un desiderio di infinito, in quanto è nella curvatura sofferta del cammino del singolo che prende volto e fisonomia il Dio che ritor-na e che grazie alla sua individualità non impone né ha bisogno di ortodossia né di ortoprassi.

Il messaggio di DioA questo punto sorge naturale l’interrogativo su che cosa tutto questo possa significare per lo sviluppo futuro della società e delle chiese che sono in Europa. Se è pur vero che il paesaggio genera-le del Vecchio Continente si lascia ancora ben inquadrare, sotto il

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profilo della salute della sua anima, dalla categoria dell’agnosticimo teorico e dell’indifferenza pratica, il sorprendente, plurale, e inatte-so ritorno di Dio si pone come un’interessante occasione, un punto di fuga, uno specchio di luce per chiedersi che cosa ci sia capitato e per interrogarsi su quale visione stia oggi guidando il nostro cam-mino. O forse più radicalmente se esista una tale visione.Da una parte, infatti, il ritorno di Dio denuncia, ci pare, in modo inequivocabile il passaggio ormai avvenuto dal celeberrimo disagio della civiltà presagito da Freud alla civiltà del disagio dei giorni no-stri: l’impensata solidarietà, sorta con il Sessantotto, tra scomunica del sapere tradizionale ed espansione tecnoscientifica della società mina quotidianamente ogni tentativo del cittadino europeo di sen-tirsi «a casa» nella sua casa. Questo è il punto. A ciò si aggiunge il fallimento delle ideologie e utopie politiche, sancito con il 1989, cui fa da pari il fallimento del mito di una crescita economica automa-tica e continua, decretato dalla crisi dell’autunno del 2008 e la più recente crisi di credibilità dell’universo delle chiese istituzionalizza-te in seguito alla bufera degli scandali degli abusi pedofili.Dall’altra, proprio in ragione di quanto detto sinora, il ritorno di Dio, pur nelle forme «selvagge» sopra descritte, appare un monito chiaro: da troppo tempo stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità economiche, demografiche, «spirituali», e non appare per nulla difficile preconizzare scenari più bui per la terra che ha scelto la luce – la luce della ragione – quale sua stella polare. Non c’è analista americano o comunque non europeo che non appaia gravemente preoccupato per il nostro crescente tasso di denatali-tà, per l’impensabile blocco della nostra gioventù, che a fatica trova spazio in mezzo all’intoccabile gerontocrazia, per la subordinazio-ne cui sono ancora costrette le donne sul piano delle opportunità sociali, lavorative e politiche. Da questa impasse non si esce che con un pensiero nuovo, con una visione nuova, capace di collocarci in modo onesto rispetto alla

velocista, avrebbe bisogno di tempi lunghi, di pause, di cesure e invece è chiamata a un adattamento continuo e ogni volta gli si dischiudono paesaggi e passaggi per i quali non trova istruzioni efficaci nella sua precedente esperienza. È una corsa senza meta, la sua vita: una stanza senza porte né finestre, un viaggio senza destinazione. Questa anima ha bisogno infine di un foro in questa cappa del quotidiano: di uno spazio di luce e di un’istanza dinanzi alla quale potersi finalmente «costituire», arrendendosi ma anche assumendo un che di sostanziale, rispetto alla fluidità ordinaria. C’è bisogno di un Dio, quale istanza d’appello, tribunale aperto, stella polare, punto e chiodo fisso.E ogni processo che giunge a questo esito ha la sua fatica, il suo percorso, le sue infinitesimali variazioni, il suo lento procedere carsico, che si ripercuote sul punto d’arrivo stesso, lo stigmatizza, concorre a contraddistinguerne la natura. Sorge il/un Dio indivi-duale: riemerge al di fuori – che non vuol dire contro o senza – dei percorsi istituzionali delle chiese, incrociando tuttavia traiettorie ed esperienze differenti, mescolando e mischiando riti e miti, tra-dizioni e culti, afferenti a universi tra di loro alieni. È il cuore del singolo «il presepe» di questo Dio dai tratti individuali: l’uomo crea a sua immagine il proprio Salvatore. Ma non ci muoviamo più nel-la denuncia di Feuerbach di un infinito del desiderio che conduce a un desiderio di infinito, in quanto è nella curvatura sofferta del cammino del singolo che prende volto e fisonomia il Dio che ritor-na e che grazie alla sua individualità non impone né ha bisogno di ortodossia né di ortoprassi.

Il messaggio di DioA questo punto sorge naturale l’interrogativo su che cosa tutto questo possa significare per lo sviluppo futuro della società e delle chiese che sono in Europa. Se è pur vero che il paesaggio genera-le del Vecchio Continente si lascia ancora ben inquadrare, sotto il

c’è ancora bisogno di Dio?

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Bibliografia suggerita

L. Alici, Cielo di plastica. L’eclissi dell’infinito nell’epoca delle idolatrie, San Paolo, Cinisello Balsamo 2009.

C. Augias -V. Mancuso, Disputa su Dio e dintorni, Mondadori, Milano 2009.

Z. Bauman, Il disagio della postmodernità, Bruno Mondadori, Milano 2002.

U. Beck, Il Dio personale. La nascita della religiosità secolare, Laterza, Roma-Bari 2009 (or. 2008).

E. Bianchi, La differenza cristiana, Einaudi, Torino 2006.

G. Bosetti, Il fallimento dei laici furiosi. Come stanno perdendo la scommessa contro Dio, Rizzoli, Milano 2009.

G. Caramore, La fatica della luce. Confini del religioso, Morcelliana, Brescia 2008.

F. Cosentino, Un Dio possibile. Cristianesimo, immaginazione e “morte di Dio”, Cittadella, Assisi 2009.

R. de Monticelli, Sullo spirito e l’ideologia. Lettera ai cristiani, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2007.

L. Diotallevi, Una alternativa alla laicità, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010.

M. P. Gallagher, Una freschezza che sorprende: il Vangelo nella cultura di oggi, Edb, Bologna 2010.

U. Galimberti, Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica, Feltrinelli, Milano 1999.

J. F. Haught, Dio e il nuovo ateismo, Queriniana, Brescia 2009 (or. 2008).

D. Hervieu-Léger, Il pellegrino e il convertito. La religione in movimento, il Mulino, Bologna 2003 (or. 1999).

nostra storia e rispetto al nostro presente. E pertanto in grado di generare futuro.È allora questo il tempo per una sosta, per un convenire, oltre gli steccati che gli ultimi decenni hanno ancora di più scavato, tra laici e credenti; il tempo del raccoglimento prima che la dispersione già in atto di energie, risorse, esistenze tocchi un punto di non ritorno e le grandi invenzioni dello spirito europeo – democrazia, laicità, criticità, tolleranza, religione, università – non si trasformino in og-getto di studio di futuri etnologici arabi, cinesi e indiani.Nel bel mezzo della nostra marcia al ritmo dei miti generatori della società postmoderna, il Dio che ritorna pare invitare a un altro cam-mino, a un altro percorso. Pare invitare alla ricostruzione condivisa di un abbecedario dell’umano, di un alfabeto delle emozioni, di un contesto di istruzioni elementari, di una tavola di valori, di un gala-teo dello spirito. In una parola: di una grammatica della libertà. Questo è il messaggio del Dio che ritorna: non possiamo più anda-re avanti semplicemente inseguendo «ciò che non vogliamo (più) essere». Un’identità al negativo è sempre e comunque negazione di un’identità. Europa, dunque, chi sei?

«Solo un Dio ci può salvare»: aveva dichiarato Martin Heidegger, al termine del suo lunghissimo pellegrinaggio intellettuale, nel quale aveva accompagnato l’impressionante sviluppo del cosiddetto «se-colo breve», dall’ascesa del Nazismo sino al tempo del terrorismo. Forse una tale sentenza è giunta a destinazione.

c’è ancora bisogno di Dio?

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Bibliografia suggerita

L. Alici, Cielo di plastica. L’eclissi dell’infinito nell’epoca delle idolatrie, San Paolo, Cinisello Balsamo 2009.

C. Augias -V. Mancuso, Disputa su Dio e dintorni, Mondadori, Milano 2009.

Z. Bauman, Il disagio della postmodernità, Bruno Mondadori, Milano 2002.

U. Beck, Il Dio personale. La nascita della religiosità secolare, Laterza, Roma-Bari 2009 (or. 2008).

E. Bianchi, La differenza cristiana, Einaudi, Torino 2006.

G. Bosetti, Il fallimento dei laici furiosi. Come stanno perdendo la scommessa contro Dio, Rizzoli, Milano 2009.

G. Caramore, La fatica della luce. Confini del religioso, Morcelliana, Brescia 2008.

F. Cosentino, Un Dio possibile. Cristianesimo, immaginazione e “morte di Dio”, Cittadella, Assisi 2009.

R. de Monticelli, Sullo spirito e l’ideologia. Lettera ai cristiani, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2007.

L. Diotallevi, Una alternativa alla laicità, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010.

M. P. Gallagher, Una freschezza che sorprende: il Vangelo nella cultura di oggi, Edb, Bologna 2010.

U. Galimberti, Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica, Feltrinelli, Milano 1999.

J. F. Haught, Dio e il nuovo ateismo, Queriniana, Brescia 2009 (or. 2008).

D. Hervieu-Léger, Il pellegrino e il convertito. La religione in movimento, il Mulino, Bologna 2003 (or. 1999).

nostra storia e rispetto al nostro presente. E pertanto in grado di generare futuro.È allora questo il tempo per una sosta, per un convenire, oltre gli steccati che gli ultimi decenni hanno ancora di più scavato, tra laici e credenti; il tempo del raccoglimento prima che la dispersione già in atto di energie, risorse, esistenze tocchi un punto di non ritorno e le grandi invenzioni dello spirito europeo – democrazia, laicità, criticità, tolleranza, religione, università – non si trasformino in og-getto di studio di futuri etnologici arabi, cinesi e indiani.Nel bel mezzo della nostra marcia al ritmo dei miti generatori della società postmoderna, il Dio che ritorna pare invitare a un altro cam-mino, a un altro percorso. Pare invitare alla ricostruzione condivisa di un abbecedario dell’umano, di un alfabeto delle emozioni, di un contesto di istruzioni elementari, di una tavola di valori, di un gala-teo dello spirito. In una parola: di una grammatica della libertà. Questo è il messaggio del Dio che ritorna: non possiamo più anda-re avanti semplicemente inseguendo «ciò che non vogliamo (più) essere». Un’identità al negativo è sempre e comunque negazione di un’identità. Europa, dunque, chi sei?

«Solo un Dio ci può salvare»: aveva dichiarato Martin Heidegger, al termine del suo lunghissimo pellegrinaggio intellettuale, nel quale aveva accompagnato l’impressionante sviluppo del cosiddetto «se-colo breve», dall’ascesa del Nazismo sino al tempo del terrorismo. Forse una tale sentenza è giunta a destinazione.

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L’editoria laica davanti alla domanda di Diodi Maurizio Serio

Portare Dio “in libreria”, lo riconosciamo, forse non è tra i primi obiettivi consapevoli di una Casa editrice laica come la nostra. D’al-tra parte, il nostro interesse per il “fatto” religioso non è da ascri-versi a quella categoria di effetti inintenzionali che è peraltro uno dei cardini epistemologici della prospettiva liberale che ci piace rappresentare.Quello che intendiamo dire è che per noi essere attenti a fornire una produzione editoriale di qualità, quanto a rappresentanza e quanto al peso delle tematiche – anche latamente – religiose nel nostro catalogo, è un costume professionale ma anche una deter-minazione vocazionale, della nostra vocazione cioè ad essere edito-ri, ovvero a veicolare contenuti culturali nel nostro Paese. Interpel-lando la cultura, muovendoci tra le pieghe dei dibattiti e, spesso, delle polemiche che animano il contesto intellettuale italiano, noi siamo obbligati a tener conto del fattore religioso. Si aggiunga che, come è anche emerso da recenti e autorevoli ri-cerche sullo stato dell’editoria, la tipologia di lettori di volumi ad argomento religioso è variata nel corso degli ultimi anni, sino a comprendere nuove categorie – è il caso di quei laici cui sono sta-te affidate crescenti responsabilità pastorali (catechisti, animatori, ecc.); o, su tutt’altro versante, di quei battitori liberi, “cercatori del-

A.W.J. Houtepen, Dio, una domanda aperta. Pensare Dio nell’era della dimenticanza di Dio, Queriniana, Brescia 2001 (or. 1997).

F. Lenoir, Le metamorfosi di Dio. La nuova spiritualità occidentale, Garzanti, Milano 2005 (or. 2003).

M. Lütz, Dio. Una piccola storia del più Grande, Queriniana, Brescia 2008 (or. 2007).

F. Miano, Responsabilità, Guida, Napoli 2009.

G. Mucci, I cattolici nella temperie del relativismo, Jaca Book, Milano 2005.

I. Nicoletto, Transumananze. Per una spiritualità del/nel mutamento, Città Aperta/Servitium, Troina (En) 2008.

S. Natoli, I nuovi pagani. Neopaganesimo: una nuova etica per forzare le inerzie del tempo, Il Saggiatore, Milano 1995.

F. Riva-P. Sequeri, Segni della destinazione. L’ethos occidentale e il sacramento, Cittadella, Assisi 2009.

E. Salmann, Passi e passaggi nel cristianesimo. Piccola mistagogia verso il mondo della fede, Cittadella, Assisi 2009.

A. Schiavone, Storia e destino, Einaudi, Torino 2007.

Ch. Taylor, L’età secolare, Feltrinelli, Milano 2009 (or. 2007).

M. Vannini, La religione della ragione, Bruno Mondadori, Milano 2007

G. Vattimo-C. Dotolo, Dio: la possibilità buona. Un colloquio sulla soglia tra filosofia e teologia, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2009.

G. Weigel, La Cattedrale e il Cubo. Europa, America e politica senza Dio, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006 (or. 2005).

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L’editoria laica davanti alla domanda di Diodi Maurizio Serio

Portare Dio “in libreria”, lo riconosciamo, forse non è tra i primi obiettivi consapevoli di una Casa editrice laica come la nostra. D’al-tra parte, il nostro interesse per il “fatto” religioso non è da ascri-versi a quella categoria di effetti inintenzionali che è peraltro uno dei cardini epistemologici della prospettiva liberale che ci piace rappresentare.Quello che intendiamo dire è che per noi essere attenti a fornire una produzione editoriale di qualità, quanto a rappresentanza e quanto al peso delle tematiche – anche latamente – religiose nel nostro catalogo, è un costume professionale ma anche una deter-minazione vocazionale, della nostra vocazione cioè ad essere edito-ri, ovvero a veicolare contenuti culturali nel nostro Paese. Interpel-lando la cultura, muovendoci tra le pieghe dei dibattiti e, spesso, delle polemiche che animano il contesto intellettuale italiano, noi siamo obbligati a tener conto del fattore religioso. Si aggiunga che, come è anche emerso da recenti e autorevoli ri-cerche sullo stato dell’editoria, la tipologia di lettori di volumi ad argomento religioso è variata nel corso degli ultimi anni, sino a comprendere nuove categorie – è il caso di quei laici cui sono sta-te affidate crescenti responsabilità pastorali (catechisti, animatori, ecc.); o, su tutt’altro versante, di quei battitori liberi, “cercatori del-

A.W.J. Houtepen, Dio, una domanda aperta. Pensare Dio nell’era della dimenticanza di Dio, Queriniana, Brescia 2001 (or. 1997).

F. Lenoir, Le metamorfosi di Dio. La nuova spiritualità occidentale, Garzanti, Milano 2005 (or. 2003).

M. Lütz, Dio. Una piccola storia del più Grande, Queriniana, Brescia 2008 (or. 2007).

F. Miano, Responsabilità, Guida, Napoli 2009.

G. Mucci, I cattolici nella temperie del relativismo, Jaca Book, Milano 2005.

I. Nicoletto, Transumananze. Per una spiritualità del/nel mutamento, Città Aperta/Servitium, Troina (En) 2008.

S. Natoli, I nuovi pagani. Neopaganesimo: una nuova etica per forzare le inerzie del tempo, Il Saggiatore, Milano 1995.

F. Riva-P. Sequeri, Segni della destinazione. L’ethos occidentale e il sacramento, Cittadella, Assisi 2009.

E. Salmann, Passi e passaggi nel cristianesimo. Piccola mistagogia verso il mondo della fede, Cittadella, Assisi 2009.

A. Schiavone, Storia e destino, Einaudi, Torino 2007.

Ch. Taylor, L’età secolare, Feltrinelli, Milano 2009 (or. 2007).

M. Vannini, La religione della ragione, Bruno Mondadori, Milano 2007

G. Vattimo-C. Dotolo, Dio: la possibilità buona. Un colloquio sulla soglia tra filosofia e teologia, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2009.

G. Weigel, La Cattedrale e il Cubo. Europa, America e politica senza Dio, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006 (or. 2005).

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l’editoria laica davanti alla domanda di Dio

loro recenti fatiche nelle grandi librerie! Guardate le code alle cas-se, intervistate i loro lettori, e troverete una disarmante monotonia nella loro scelta culturale: romanzi pseudostorici di acclamati acca-demici o di narratori d’accatto, aggressivi pamphlet di provocatori alla ricerca di ribalta mediatica...Pertanto, una seria risposta a questo stato di cose, non può non contemplare l’ipotesi di lasciarsi alle spalle il paradigma delle mi-noranze, e di provare a sposare, se non una logica maggioritaria, almeno una visione plurale, globale, aperta, del mondo culturale. Proprio il pluralismo è la cifra e il vanto del nostro catalogo. Parlare con tutti, non avere pre-giudizi, ma esercitare il proprio giudizio, cioè possedere un criterio di qualità, col quale vagliare ciò che man-diamo in libreria è, al tempo stesso, un assillo e un obiettivo che ci si ripropone quotidianamente.Per scendere al concreto: nel nostro catalogo troverete voci di-scordanti, ma parimenti ben argomentate, in merito a controversie cruciali quali quella sulle radici cristiane d’Europa, sui grandi temi della bioetica, sui vari orientamenti economici e politici, sui dibat-titi storiografici più intensi e attuali (e qui ci preme aggiungere quanto fortemente abbiamo voluto la riedizione di quel vademe-cum all’interpretazione del Concilio Vaticano II che è Alle fonti del rinnovamento di Karol Wojtyla, da un lato; e il nostro impegno come editori dei più importanti think tank cattolici, quali l’Istituto Luigi Sturzo di Roma, il Centro Studi Tocqueville, la Fondazione Novae Terrae, dall’altro). Tutto questo vuol forse dire che siamo editori “generalisti”? Che brutta parola! “Generalista” è chi non ha identità. No, ci teniamo a ripeterlo, siamo pluralisti e poliarchici, per usare un termine molto caro a quegli autori – punte di diamante della sociologia e della filo-sofia cristiana – che hanno riflettuto per noi sul tema della laicità. È pertanto doveroso rendere omaggio alla grandezza e alla fecondità del pensiero religiosamente ispirato, ancorché su tematiche ove la controversia è benvenuta e la diversità nelle scelte temporali non

l’editoria laica davanti alla domanda di Dio

la verità”, che a titolo strettamente (e, potremmo dire, orgogliosa-mente) individuale, non hanno ceduto alle ossessive lusinghe dei partigiani della secolarizzazione inevitabile, ma vogliono cercare anche (e, spesso, principalmente) tra le pagine dei libri dei barlumi di senso per trovarvi orientamento nelle scelte quotidiane.In questa situazione si apre un grande spazio non solo per la tra-dizionale offerta accademica e para-accademica di libro religioso, non solo per i testi di catechesi o di pastorale, ma anche per con-tenuti religiosi in veste di alta divulgazione. E allora, vediamo cosa può fare in questo contesto, anche in termini progettuali, un edito-re laico – ovvero: in quale punto questa “domanda di Dio” da parte dei lettori incontra la nostra offerta editoriale?Innanzitutto, la incontra sul piano di quei circoli, più o meno aperti, più o meno chiusi, di lettori/autori che si rivolgono anche a noi (e in maniera sempre più crescente) per far circolare le loro produzioni su queste tematiche. Essi ci considerano un interlocutore credibile, appassionato, incline a raccogliere, ordinare e diffondere in circuiti specializzati le loro opere. Sono queste alcune di quelle “minoranze creative”, come le ha felicemente chiamate qualche tempo fa an-che il Santo Padre Benedetto xvi.Sono creative perché non si rassegnano alla riproduzione di for-me culturali spesso stantie e chiuse alla trascendenza; perché non accettano che la mera iterazione di questi contenuti vuoti possa esaurire lo scenario culturale nazionale, ingolfare gli scaffali delle librerie e delle biblioteche, saturare i programmi d’esame univer-sitari... Tuttavia non possiamo dimenticare che, oltre che creative, queste sono appunto minoranze, diaspore intellettuali spesso non orga-nizzate, non legate fra loro, che non “fanno rete”, che non sono a conoscenze delle reciproche produzioni e riflessioni culturali: sono quasi monadi, mentre il fronte a-religioso sembra più compatto e coeso, e sembra rispondere con più prontezza e ossequio alle paro-le d’ordine dei guru di questo pensiero. Guardate alle pilette delle

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loro recenti fatiche nelle grandi librerie! Guardate le code alle cas-se, intervistate i loro lettori, e troverete una disarmante monotonia nella loro scelta culturale: romanzi pseudostorici di acclamati acca-demici o di narratori d’accatto, aggressivi pamphlet di provocatori alla ricerca di ribalta mediatica...Pertanto, una seria risposta a questo stato di cose, non può non contemplare l’ipotesi di lasciarsi alle spalle il paradigma delle mi-noranze, e di provare a sposare, se non una logica maggioritaria, almeno una visione plurale, globale, aperta, del mondo culturale. Proprio il pluralismo è la cifra e il vanto del nostro catalogo. Parlare con tutti, non avere pre-giudizi, ma esercitare il proprio giudizio, cioè possedere un criterio di qualità, col quale vagliare ciò che man-diamo in libreria è, al tempo stesso, un assillo e un obiettivo che ci si ripropone quotidianamente.Per scendere al concreto: nel nostro catalogo troverete voci di-scordanti, ma parimenti ben argomentate, in merito a controversie cruciali quali quella sulle radici cristiane d’Europa, sui grandi temi della bioetica, sui vari orientamenti economici e politici, sui dibat-titi storiografici più intensi e attuali (e qui ci preme aggiungere quanto fortemente abbiamo voluto la riedizione di quel vademe-cum all’interpretazione del Concilio Vaticano II che è Alle fonti del rinnovamento di Karol Wojtyla, da un lato; e il nostro impegno come editori dei più importanti think tank cattolici, quali l’Istituto Luigi Sturzo di Roma, il Centro Studi Tocqueville, la Fondazione Novae Terrae, dall’altro). Tutto questo vuol forse dire che siamo editori “generalisti”? Che brutta parola! “Generalista” è chi non ha identità. No, ci teniamo a ripeterlo, siamo pluralisti e poliarchici, per usare un termine molto caro a quegli autori – punte di diamante della sociologia e della filo-sofia cristiana – che hanno riflettuto per noi sul tema della laicità. È pertanto doveroso rendere omaggio alla grandezza e alla fecondità del pensiero religiosamente ispirato, ancorché su tematiche ove la controversia è benvenuta e la diversità nelle scelte temporali non

l’editoria laica davanti alla domanda di Dio

la verità”, che a titolo strettamente (e, potremmo dire, orgogliosa-mente) individuale, non hanno ceduto alle ossessive lusinghe dei partigiani della secolarizzazione inevitabile, ma vogliono cercare anche (e, spesso, principalmente) tra le pagine dei libri dei barlumi di senso per trovarvi orientamento nelle scelte quotidiane.In questa situazione si apre un grande spazio non solo per la tra-dizionale offerta accademica e para-accademica di libro religioso, non solo per i testi di catechesi o di pastorale, ma anche per con-tenuti religiosi in veste di alta divulgazione. E allora, vediamo cosa può fare in questo contesto, anche in termini progettuali, un edito-re laico – ovvero: in quale punto questa “domanda di Dio” da parte dei lettori incontra la nostra offerta editoriale?Innanzitutto, la incontra sul piano di quei circoli, più o meno aperti, più o meno chiusi, di lettori/autori che si rivolgono anche a noi (e in maniera sempre più crescente) per far circolare le loro produzioni su queste tematiche. Essi ci considerano un interlocutore credibile, appassionato, incline a raccogliere, ordinare e diffondere in circuiti specializzati le loro opere. Sono queste alcune di quelle “minoranze creative”, come le ha felicemente chiamate qualche tempo fa an-che il Santo Padre Benedetto xvi.Sono creative perché non si rassegnano alla riproduzione di for-me culturali spesso stantie e chiuse alla trascendenza; perché non accettano che la mera iterazione di questi contenuti vuoti possa esaurire lo scenario culturale nazionale, ingolfare gli scaffali delle librerie e delle biblioteche, saturare i programmi d’esame univer-sitari... Tuttavia non possiamo dimenticare che, oltre che creative, queste sono appunto minoranze, diaspore intellettuali spesso non orga-nizzate, non legate fra loro, che non “fanno rete”, che non sono a conoscenze delle reciproche produzioni e riflessioni culturali: sono quasi monadi, mentre il fronte a-religioso sembra più compatto e coeso, e sembra rispondere con più prontezza e ossequio alle paro-le d’ordine dei guru di questo pensiero. Guardate alle pilette delle

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c’è ancora bisogno di Dio?

19Novità

l’editoria laica davanti alla domanda di Dio

solo è legittima, ma anche auspicata.Spero possiate constatare di persona quanto il profumato vento della libertà aleggi sul nostro sforzo culturale e gli dia direzione e senso, per far giungere nelle librerie, sui banchi universitari e nelle case dei comuni lettori italiani, non osiamo dire l’essenza di Dio, ma la curiosità e la gioia della sua ricerca.

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c’è ancora bisogno di Dio?

19Novità

l’editoria laica davanti alla domanda di Dio

solo è legittima, ma anche auspicata.Spero possiate constatare di persona quanto il profumato vento della libertà aleggi sul nostro sforzo culturale e gli dia direzione e senso, per far giungere nelle librerie, sui banchi universitari e nelle case dei comuni lettori italiani, non osiamo dire l’essenza di Dio, ma la curiosità e la gioia della sua ricerca.

politica

21Niente di personale Solo cambiare l’ItaliaMario Segni

pp. 150 / € 14,00 isbn 978-88-498-2594-7

Il referendum evoca battaglie, calore, folklore. Nel referendum gli italiani hanno visto la possibilità di un cambiamento profondo della vita pubblica, la guarigione da mali antichissimi, la possibilità di costruire una nuova Repubblica. Che cosa è rimasto di tutto questo? Quali risultati sono stati raggiunti? E soprattutto, poiché le trasformazioni sono ancora in corso, quale sarà l’esito finale?

Sud a perdere?Rimorsi, rimpianti, premonizioniMassimo Lo Cicero

pp. 180 / € 14,00 isbn 978-88-498-2593-0

L’interesse per il Mezzogiorno sconta una lunga stagione di silenzio negli ultimi anni. La questione settentrionale si impone come la frontiera dell’iniziativa politica, mentre la questione meridionale, nel migliore dei casi, viene considerata una fastidiosa eredità del passato, una pendenza mai risolta. In questo libro Massimo Lo Cicero, oltre a formalizzare una formidabile analisi della situazione attuale propone alcune soluzioni di carattere politico per uscire finalmente da questo secolare impasse.

Vent’anni dopo la BologninaValdo Spini

pp. 198 / € 14,00 isbn 978-88-498-2598-5

Il libro ricostruisce i motivi dell’attuale stato di grave crisi della sinistra italiana, denunciando gli errori, le impazienze e le irresponsabilità che hanno accompagnato le sue vicende nell’ultimo quindicennio e che hanno contribuito a permettere a Silvio Berlusconi di battere il record di durata di De Gasperi.

in uscita

21 Politica

23 Economia

24 Storia

27 Religione

28 Attualità

29 Riflessioni

31 Letteratura

politica

21Niente di personale Solo cambiare l’ItaliaMario Segni

pp. 150 / € 14,00 isbn 978-88-498-2594-7

Il referendum evoca battaglie, calore, folklore. Nel referendum gli italiani hanno visto la possibilità di un cambiamento profondo della vita pubblica, la guarigione da mali antichissimi, la possibilità di costruire una nuova Repubblica. Che cosa è rimasto di tutto questo? Quali risultati sono stati raggiunti? E soprattutto, poiché le trasformazioni sono ancora in corso, quale sarà l’esito finale?

Sud a perdere?Rimorsi, rimpianti, premonizioniMassimo Lo Cicero

pp. 180 / € 14,00 isbn 978-88-498-2593-0

L’interesse per il Mezzogiorno sconta una lunga stagione di silenzio negli ultimi anni. La questione settentrionale si impone come la frontiera dell’iniziativa politica, mentre la questione meridionale, nel migliore dei casi, viene considerata una fastidiosa eredità del passato, una pendenza mai risolta. In questo libro Massimo Lo Cicero, oltre a formalizzare una formidabile analisi della situazione attuale propone alcune soluzioni di carattere politico per uscire finalmente da questo secolare impasse.

Vent’anni dopo la BologninaValdo Spini

pp. 198 / € 14,00 isbn 978-88-498-2598-5

Il libro ricostruisce i motivi dell’attuale stato di grave crisi della sinistra italiana, denunciando gli errori, le impazienze e le irresponsabilità che hanno accompagnato le sue vicende nell’ultimo quindicennio e che hanno contribuito a permettere a Silvio Berlusconi di battere il record di durata di De Gasperi.

in uscita

21 Politica

23 Economia

24 Storia

27 Religione

28 Attualità

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31 Letteratura

politica

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economia

Il partito dei cattoliciDall’Italia degasperiana alle correnti democristianeVera Capperucci

pp. 500 – € 30,00 isbn 978-88-498-1976-2

Prendendo le mosse dalla ricostruzione del sistema politico italiano all’indomani della caduta del fascismo, il libro analizza il processo di formazione e di trasformazione della Democrazia cristiana nel delicato passaggio tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta.

Le storieIndagini sui valori della classe parlamentare di Forza ItaliaClaudia Mariotti

pp. 156 – € 14,00 isbn 978-88-498-2597-8

La struttura leggera di Forza Italia e il ruolo assolutamente preminente svolto dal leader hanno giustificato etichette come partito-azienda, partito personale, partito carismatico. Forza Italia sfugge alle abituali classificazioni perché è un partito assolutamente diverso dai partiti di massa che avevano caratterizzato la “Prima Repubblica”. La ricerca si propone un’indagine sulla cultura politica della classe parlamentare di Forza Italia su un campione di deputati e senatori della XV legislatura, cercando di comprenderne le posizioni valoriali su alcune dimensioni considerate significative.

Elogio della precarietàIl lavoro tra flessibilità, sussidiarietà e federalismo

Enzo Mattina

pp. 200 – € 15,00 isbn 978-88-498-2648-7

Un singolare strabismo politico fa percepire il lavoro precario più negativo del lavoro nero. Questo è, infatti, un male, ma per qualche verso è tollerato, perché riconducibile al gusto della trasgressione che abbonda nel dna nazionale. Il lavoro precario è un’altra cosa, è legale e forse in ciò è la sua maggiore pecca, perché evoca sensi di colpa per il solo fatto di essere stato consentito. La precarietà del lavoro potrebbe però diventare un’opportunità, se ci sforziamo di gestirla.

Mezzogiornofai da te?Il partito del Sud e le politiche per lo sviluppoA cura di Mario Centorrino e Alberto Russo

pp. 248 / € 16,00 isbn 978-88-498-2650-0

Ha senso ipotizzare nell’attuale contesto, la nascita di un Partito del Sud? Un partito, cioè, simmetrico alla Lega Nord, fondato su una robusta base territoriale, interessato, sulla base di un quadro di valori portanti, a difendere gli interessi del Mezzogiorno, ad avere come visione strategica la riduzione dei divari tra il Sud e le altre regioni europee. Con un’offerta politica relativamente ristretta (lo sviluppo del Mezzogiorno in un quadro unitario di crescita), ma con una capacità di negoziazione sul tema superiore a tutti gli altri partiti?

Lo stile del dragoProcessi e modelli della politica estera cinesePaolo Rosa

pp. 240 / € 20,00 isbn 978-88-498-2644-9

Il libro analizza i fattori determinanti della politica estera della Cina e il suo stile diplomatico. Nella prima parte sono analizzate le variabili che influenzano la politica estera cinese, suddivise in variabili internazionali, societarie, governative e individuali. Nella seconda parte sono ricostruiti i modelli di comportamento della Cina nei settori dei negoziati diplomatici e della politica economica estera e l’atteggiamento verso l’uso della forza militare.

La cenerentola d’EuropaL’Italia e l’integrazione europea dal 1946 ad oggiAntonio Varsori

pp. 448 / € 28,00 isbn 978-88-498-2589-3

Il volume intende delineare minuziosamente l’evoluzione delle scelte europee dell’Italia, dall’adesione al Piano Marshall sino alla corsa per rappresentante per la politica estera di Massimo D’Alema. Accanto a fallimenti e ad ambizioni frustate si situano successi e risultati, tutti elementi che hanno contribuito a determinare caratteri importanti per la sorte del nostro Paese che è passato dall’essere considerato la “cenerentola d’Europa” all’attribuzione di una sorta di immutabile vocazione europea.

politica

22 23

economia

Il partito dei cattoliciDall’Italia degasperiana alle correnti democristianeVera Capperucci

pp. 500 – € 30,00 isbn 978-88-498-1976-2

Prendendo le mosse dalla ricostruzione del sistema politico italiano all’indomani della caduta del fascismo, il libro analizza il processo di formazione e di trasformazione della Democrazia cristiana nel delicato passaggio tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta.

Le storieIndagini sui valori della classe parlamentare di Forza ItaliaClaudia Mariotti

pp. 156 – € 14,00 isbn 978-88-498-2597-8

La struttura leggera di Forza Italia e il ruolo assolutamente preminente svolto dal leader hanno giustificato etichette come partito-azienda, partito personale, partito carismatico. Forza Italia sfugge alle abituali classificazioni perché è un partito assolutamente diverso dai partiti di massa che avevano caratterizzato la “Prima Repubblica”. La ricerca si propone un’indagine sulla cultura politica della classe parlamentare di Forza Italia su un campione di deputati e senatori della XV legislatura, cercando di comprenderne le posizioni valoriali su alcune dimensioni considerate significative.

Elogio della precarietàIl lavoro tra flessibilità, sussidiarietà e federalismo

Enzo Mattina

pp. 200 – € 15,00 isbn 978-88-498-2648-7

Un singolare strabismo politico fa percepire il lavoro precario più negativo del lavoro nero. Questo è, infatti, un male, ma per qualche verso è tollerato, perché riconducibile al gusto della trasgressione che abbonda nel dna nazionale. Il lavoro precario è un’altra cosa, è legale e forse in ciò è la sua maggiore pecca, perché evoca sensi di colpa per il solo fatto di essere stato consentito. La precarietà del lavoro potrebbe però diventare un’opportunità, se ci sforziamo di gestirla.

Mezzogiornofai da te?Il partito del Sud e le politiche per lo sviluppoA cura di Mario Centorrino e Alberto Russo

pp. 248 / € 16,00 isbn 978-88-498-2650-0

Ha senso ipotizzare nell’attuale contesto, la nascita di un Partito del Sud? Un partito, cioè, simmetrico alla Lega Nord, fondato su una robusta base territoriale, interessato, sulla base di un quadro di valori portanti, a difendere gli interessi del Mezzogiorno, ad avere come visione strategica la riduzione dei divari tra il Sud e le altre regioni europee. Con un’offerta politica relativamente ristretta (lo sviluppo del Mezzogiorno in un quadro unitario di crescita), ma con una capacità di negoziazione sul tema superiore a tutti gli altri partiti?

Lo stile del dragoProcessi e modelli della politica estera cinesePaolo Rosa

pp. 240 / € 20,00 isbn 978-88-498-2644-9

Il libro analizza i fattori determinanti della politica estera della Cina e il suo stile diplomatico. Nella prima parte sono analizzate le variabili che influenzano la politica estera cinese, suddivise in variabili internazionali, societarie, governative e individuali. Nella seconda parte sono ricostruiti i modelli di comportamento della Cina nei settori dei negoziati diplomatici e della politica economica estera e l’atteggiamento verso l’uso della forza militare.

La cenerentola d’EuropaL’Italia e l’integrazione europea dal 1946 ad oggiAntonio Varsori

pp. 448 / € 28,00 isbn 978-88-498-2589-3

Il volume intende delineare minuziosamente l’evoluzione delle scelte europee dell’Italia, dall’adesione al Piano Marshall sino alla corsa per rappresentante per la politica estera di Massimo D’Alema. Accanto a fallimenti e ad ambizioni frustate si situano successi e risultati, tutti elementi che hanno contribuito a determinare caratteri importanti per la sorte del nostro Paese che è passato dall’essere considerato la “cenerentola d’Europa” all’attribuzione di una sorta di immutabile vocazione europea.

24 25I liberali italiani dall’antifascismo alla RepubblicaAA.VV.

2 voll. vendibili separatamente pp. 840+824 - € 36,00 + 36,00 (72,00 per i due volumi) isbn 978-88-498-1920-5 (vol 1) isbn 978-88-498-2508-4 (vol 2)

La storia dei liberali italiani è stata per anni oggetto di una evidente sottovalutazione. A soffrirne è stata tutta la classe politica liberale, alla quale non è stato adeguatamente riconosciuto il ruolo svolto nell’antifascismo, nella resistenza e nella fase di costruzione del nuovo ordine democratico. Questo libro è un primo capitolo della storia dei liberali italiani visti non solo nell’impegno di partito, ma soprattutto come classe dirigente, che aveva una visione nobile della politica.

Il poliziotto con la FerrariCarmen Spatafora

pp. 206 – € 16,00 isbn 978-88-498-2654-8

Dal 1962 al 1969, la squadra mobile di Roma venne dotata di una Ferrari 250 Gte, che nelle mani del poliziotto Spatafora diventò un mito della polizia italiana. Ma questa non è la storia della Ferrari è la storia di quell’uomo, Armando Spatafora, che già prima del 1962 era apparso sui giornali, ripetutamente e con una certa evidenza, soprattutto per le sue doti di abile e spericolato pilota di “pantere” del pronto intervento, che molto spesso dopo gli inseguimenti finivano in officina per essere riparate dai danni provocati per quella che poteva essere definita una tecnica da “autoscontro”.

Storia della natura d’ItaliaFulco Pratesi

pp. 280 – € 14,00 isbn 978-88-498-2663-0

L’Italia ha una straordinaria storia anche dal punto di vista naturale e paesaggistico. Questo libro ne descrive la varietà e ne segue le infinite modificazioni a partire dall’ultima glaciazione otto millenni prima dell’era cristiana per poi percorrere le vicende dell’interazione tra uomo e natura fino ai nostri giorni.

storia

Il ministro e le sue mogli Francesco Crispi tra magistrati, domande della stampa, impunità

Enzo e Nicola Ciconte

pp. 136 – € 14,00 isbn 978-88-498-2592-3

Francesco Crispi sposa Rosalie Montmasson a Malta nel 1854, unica donna fra i Mille di Garibaldi. Il tempo passa e lei sfiorisce. Il rapporto tra i due si fa burrascoso. Lui è sempre più distante e sostiene che le loro nozze non hanno mai avuto validità. Nel 1878 si unisce a Lina Barbagallo con un matrimonio celebrato in casa. Nonostante gli sforzi, però, la notizia trapela e la stampa lo accusa di bigamia ponendogli alcune domande sulla sua moralità e sull’uso pubblico del suo potere. Ben sei domande dalle colonne de «Il Piccolo», il quotidiano più accanito. Crispi non risponde.

Perché uccisero Mussolini e Claretta Oro e sangue a DongoFranco Servello e Luciano Garibaldi

pp. 216 – € 16,00 isbn 978-88-498-2595-4

Chi ordinò la fucilazione di Mussolini, l’assassinio di Claretta Petacci e le sedici uccisioni di Dongo? Come fu possibile definire “gerarchi fascisti” un capitano d’aviazione come Pietro Calistri e un impiegato ministeriale come Mario Nudi? Quale organo giudiziario emise quelle sentenze di morte? Nessuno. A 65 anni dai fatti che determinarono l’esordio dell’Italia postfascista, è forse arrivato il momento di conoscere la verità.

Il liberalismo delle regoleGenesi ed eredità dell’economia sociale di mercatoA cura di Francesco Forte e Flavio Felice

pp. 236 – € 19,00 isbn 978-88-498-2622-7

Il volume presenta il pensiero dei massimi esponenti della scuola friburghese di Ordo. Il titolo, Il liberalismo delle regole, deriva dal fatto che alla base di tale teoria sta un sistema di regole di rango costituzionale per assicurare il funzionamento dell’economia di mercato ispirata ai principi liberali.

24 25I liberali italiani dall’antifascismo alla RepubblicaAA.VV.

2 voll. vendibili separatamente pp. 840+824 - € 36,00 + 36,00 (72,00 per i due volumi) isbn 978-88-498-1920-5 (vol 1) isbn 978-88-498-2508-4 (vol 2)

La storia dei liberali italiani è stata per anni oggetto di una evidente sottovalutazione. A soffrirne è stata tutta la classe politica liberale, alla quale non è stato adeguatamente riconosciuto il ruolo svolto nell’antifascismo, nella resistenza e nella fase di costruzione del nuovo ordine democratico. Questo libro è un primo capitolo della storia dei liberali italiani visti non solo nell’impegno di partito, ma soprattutto come classe dirigente, che aveva una visione nobile della politica.

Il poliziotto con la FerrariCarmen Spatafora

pp. 206 – € 16,00 isbn 978-88-498-2654-8

Dal 1962 al 1969, la squadra mobile di Roma venne dotata di una Ferrari 250 Gte, che nelle mani del poliziotto Spatafora diventò un mito della polizia italiana. Ma questa non è la storia della Ferrari è la storia di quell’uomo, Armando Spatafora, che già prima del 1962 era apparso sui giornali, ripetutamente e con una certa evidenza, soprattutto per le sue doti di abile e spericolato pilota di “pantere” del pronto intervento, che molto spesso dopo gli inseguimenti finivano in officina per essere riparate dai danni provocati per quella che poteva essere definita una tecnica da “autoscontro”.

Storia della natura d’ItaliaFulco Pratesi

pp. 280 – € 14,00 isbn 978-88-498-2663-0

L’Italia ha una straordinaria storia anche dal punto di vista naturale e paesaggistico. Questo libro ne descrive la varietà e ne segue le infinite modificazioni a partire dall’ultima glaciazione otto millenni prima dell’era cristiana per poi percorrere le vicende dell’interazione tra uomo e natura fino ai nostri giorni.

storia

Il ministro e le sue mogli Francesco Crispi tra magistrati, domande della stampa, impunità

Enzo e Nicola Ciconte

pp. 136 – € 14,00 isbn 978-88-498-2592-3

Francesco Crispi sposa Rosalie Montmasson a Malta nel 1854, unica donna fra i Mille di Garibaldi. Il tempo passa e lei sfiorisce. Il rapporto tra i due si fa burrascoso. Lui è sempre più distante e sostiene che le loro nozze non hanno mai avuto validità. Nel 1878 si unisce a Lina Barbagallo con un matrimonio celebrato in casa. Nonostante gli sforzi, però, la notizia trapela e la stampa lo accusa di bigamia ponendogli alcune domande sulla sua moralità e sull’uso pubblico del suo potere. Ben sei domande dalle colonne de «Il Piccolo», il quotidiano più accanito. Crispi non risponde.

Perché uccisero Mussolini e Claretta Oro e sangue a DongoFranco Servello e Luciano Garibaldi

pp. 216 – € 16,00 isbn 978-88-498-2595-4

Chi ordinò la fucilazione di Mussolini, l’assassinio di Claretta Petacci e le sedici uccisioni di Dongo? Come fu possibile definire “gerarchi fascisti” un capitano d’aviazione come Pietro Calistri e un impiegato ministeriale come Mario Nudi? Quale organo giudiziario emise quelle sentenze di morte? Nessuno. A 65 anni dai fatti che determinarono l’esordio dell’Italia postfascista, è forse arrivato il momento di conoscere la verità.

Il liberalismo delle regoleGenesi ed eredità dell’economia sociale di mercatoA cura di Francesco Forte e Flavio Felice

pp. 236 – € 19,00 isbn 978-88-498-2622-7

Il volume presenta il pensiero dei massimi esponenti della scuola friburghese di Ordo. Il titolo, Il liberalismo delle regole, deriva dal fatto che alla base di tale teoria sta un sistema di regole di rango costituzionale per assicurare il funzionamento dell’economia di mercato ispirata ai principi liberali.

26 27

religione

Divergenze parallele Comunismo e anticomunismo alle origini del linguaggio politico dell’Italia repubblicana (1945-1953) Andrea Mariuzzo

pp. 286 – € 14,00 isbn 978-88-498-2516-9

Illustrando i processi di formazione e i canali di circolazione dei principali elementi del linguaggio politico italiano negli anni cruciali per la formazione dell’arena politica repubblicana, il volume prende in considerazione alcuni importanti aspetti della storia politica italiana attraverso una fruttuosa prospettiva di analisi.

Il “consenso” imperfetto Quattro capitoli sul fascismoFerdinando Cordova

pp. 342 – € 18,00 isbn 978-88-498-2514-5

II plebiscito del 1929, secondo alcuni studiosi, segnò l’avvio di una stagione di consenso al fascismo, destinata a durare fino al 1940, allorché Mussolini decise di entrare in guerra al fianco dell’alleato nazista. In quel lungo periodo, l’uso dei mezzi di comunicazione di massa e la politica sociale e di potenza del regime avrebbero ottenuto l’adesione degli italiani, destinando l’opposizione a un ruolo marginale e irrilevante. Ma fu proprio così? E, soprattutto, può il cosiddetto consenso configurarsi conie un vasto mantello, che finisce per coprire venti anni di dittatura con una generica accettazione dei suoi riti e dei suoi simboli?

LaicitàLe sue radici, le sue ragioniDario Antiseri

pp. 100 – € 14,00 isbn 978-88-498-2667-8

Il valore della «diversità»; le funzioni dell’economia di mercato; vantaggi e pericoli della globalizzazione; la sostanziale differenza tra pensiero unico di matrice liberale e Pensiero Unico di matrice fondamentalista; acquisizioni e limiti dell’antropologia culturale; il miraggio della ricerca di fundamenta inconcussa nella scienza e in filosofia; il relativismo nei suoi rapporti con la fede e con la democrazia: questi i nuclei di fondo del presente lavoro di Dario Antiseri.

L’agricoltura antica I Geoponica di Cassiano Basso A cura di Emanuele Lelli

pp. 1100 – € 60,00 isbn 978-88-498-2389-9

Alla fine del mondo antico, in una regione periferica dell’Impero Romano d’Oriente, un erudito della corte di Costantinopoli raccoglie, in una monumentale enciclopedia, tutto il sapere della tradizione agronomica e zootecnica greca e latina. Sono i Geoponica di Cassiano Basso, qui per la prima volta tradotti, che in venti libri spaziano su tutti i campi dell’agricoltura e dell’allevamento, unendo alla precisazione tecnica un sapere folklorico millenario nonché, a volte, pratiche di magia.

Storia di AliceLa Giovanna D’Arco di MussoliniGianni Scipione Rossi

pp. 160 – € 15,00 isbn 978-88-498-2661-6

All’inizio di questa storia Alice Pallottelli incontra Benito a Londra. Alla fine Benito viene fucilato con Claretta, ma Alice è lì a due passi. Tra le “donne del Duce”, è l’unica – a parte Rachele e forse Angela Curti – che sia presente dall’inizio alla fine. È probabilmente la donna più misteriosa tra quelle che hanno vissuto intorno a Mussolini. Questo libro ne svela il mistero.

storia

La matrice teologica della societàPierpaolo Donati

pp. 262 – € 18,00 isbn 978-88-498-2621-0

Ogni società, in ogni epoca storica, si pone la domanda “dov’è Dio?” e dà una risposta che indica un modo prevalente di intendere la religione. Questa è la sua “matrice teologica”. La società moderna ha dato una risposta altamente ambivalente, non sapendo reggere la distinzione fra immanenza e trascendenza di Dio. La tesi del libro è che la società dopomoderna dia una risposta tanto semplice quanto enigmatica: Dio è nella relazione perché è relazione.

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religione

Divergenze parallele Comunismo e anticomunismo alle origini del linguaggio politico dell’Italia repubblicana (1945-1953) Andrea Mariuzzo

pp. 286 – € 14,00 isbn 978-88-498-2516-9

Illustrando i processi di formazione e i canali di circolazione dei principali elementi del linguaggio politico italiano negli anni cruciali per la formazione dell’arena politica repubblicana, il volume prende in considerazione alcuni importanti aspetti della storia politica italiana attraverso una fruttuosa prospettiva di analisi.

Il “consenso” imperfetto Quattro capitoli sul fascismoFerdinando Cordova

pp. 342 – € 18,00 isbn 978-88-498-2514-5

II plebiscito del 1929, secondo alcuni studiosi, segnò l’avvio di una stagione di consenso al fascismo, destinata a durare fino al 1940, allorché Mussolini decise di entrare in guerra al fianco dell’alleato nazista. In quel lungo periodo, l’uso dei mezzi di comunicazione di massa e la politica sociale e di potenza del regime avrebbero ottenuto l’adesione degli italiani, destinando l’opposizione a un ruolo marginale e irrilevante. Ma fu proprio così? E, soprattutto, può il cosiddetto consenso configurarsi conie un vasto mantello, che finisce per coprire venti anni di dittatura con una generica accettazione dei suoi riti e dei suoi simboli?

LaicitàLe sue radici, le sue ragioniDario Antiseri

pp. 100 – € 14,00 isbn 978-88-498-2667-8

Il valore della «diversità»; le funzioni dell’economia di mercato; vantaggi e pericoli della globalizzazione; la sostanziale differenza tra pensiero unico di matrice liberale e Pensiero Unico di matrice fondamentalista; acquisizioni e limiti dell’antropologia culturale; il miraggio della ricerca di fundamenta inconcussa nella scienza e in filosofia; il relativismo nei suoi rapporti con la fede e con la democrazia: questi i nuclei di fondo del presente lavoro di Dario Antiseri.

L’agricoltura antica I Geoponica di Cassiano Basso A cura di Emanuele Lelli

pp. 1100 – € 60,00 isbn 978-88-498-2389-9

Alla fine del mondo antico, in una regione periferica dell’Impero Romano d’Oriente, un erudito della corte di Costantinopoli raccoglie, in una monumentale enciclopedia, tutto il sapere della tradizione agronomica e zootecnica greca e latina. Sono i Geoponica di Cassiano Basso, qui per la prima volta tradotti, che in venti libri spaziano su tutti i campi dell’agricoltura e dell’allevamento, unendo alla precisazione tecnica un sapere folklorico millenario nonché, a volte, pratiche di magia.

Storia di AliceLa Giovanna D’Arco di MussoliniGianni Scipione Rossi

pp. 160 – € 15,00 isbn 978-88-498-2661-6

All’inizio di questa storia Alice Pallottelli incontra Benito a Londra. Alla fine Benito viene fucilato con Claretta, ma Alice è lì a due passi. Tra le “donne del Duce”, è l’unica – a parte Rachele e forse Angela Curti – che sia presente dall’inizio alla fine. È probabilmente la donna più misteriosa tra quelle che hanno vissuto intorno a Mussolini. Questo libro ne svela il mistero.

storia

La matrice teologica della societàPierpaolo Donati

pp. 262 – € 18,00 isbn 978-88-498-2621-0

Ogni società, in ogni epoca storica, si pone la domanda “dov’è Dio?” e dà una risposta che indica un modo prevalente di intendere la religione. Questa è la sua “matrice teologica”. La società moderna ha dato una risposta altamente ambivalente, non sapendo reggere la distinzione fra immanenza e trascendenza di Dio. La tesi del libro è che la società dopomoderna dia una risposta tanto semplice quanto enigmatica: Dio è nella relazione perché è relazione.

28 29

riflessioni

Genius Loci Il dio dei luoghi perduti Francesco Bevilacqua

pp. 84 / € 8,00 isbn 978-88-498-2591-6

Quando oggi si parla di Genius Loci si ignora, generalmente, il significato originario di questa strana e affascinante locuzione. E, soprattutto, resta il dubbio se il Genius Loci, che rappresentava originariamente una divinità, possa ancora trovare un posto nella nostra società desacralizzata. A queste domande offre una risposta questo libro, che torna indietro nel tempo, alla ricerca delle origini della divinità perduta, viaggia lentamente, attraverso letteratura, architettura e filosofia, per capire quale filo rosso leghi tutti coloro che hanno testimoniato, nelle varie epoche, la persistenza segreta di quella divinità, e ci porta finalmente al suo disvelamento.

La giustizia italiana raccontata a un alienoFrancesco Mìnisci e Arcangelo Badolati

pp. 100 – € 10,00 isbn 978-88-498-2659-3

Complessa, contraddittoria, inapplicabile, la Giustizia italiana è un sistema precario che spesso lascia i cittadini smarriti, increduli di fronte all’incertezza della pena. Mentre il crimine, occasionale, organizzato o dissimulato, resta impunito. In questo libro si evidenziano certe contraddizioni del sistema, cercando di rispondere, idealmente, ad alcune tra le domande più frequenti che i cittadini italiani rivolgono ai magistrati. E a rispondere è un Pubblico Ministero abilmente sollecitato da un giornalista che veste i panni di un alieno. Entrambi in prima linea.

attualità

L’altra ReligioneIl ritorno dello stato eticoDina Nerozzi

pp. 104 – € 13,00 isbn 978-88-498-2657-9

Siamo ancora in tempo per porre un argine alla falsa illusione che lo statismo e il relativismo moralesiano la ricetta giusta per mettere ordine nelle passioni e nei comportamenti degli esseri umani. Il tempo, però, stringe e il solo modo che abbiamo di riprenderci la libertà, il diritto alla vita e alla felicità è quella di riportare le grandi scelte e le grandi verità nellemani di Dio, lontano dalle strategie e dalle follie ricorrenti degli esseri umani.

Romeni La minoranza decisiva per l’Italia di domaniAlina Harja e Guido Melis

pp. 200 / € 14,00 isbn 978-88-498-2599-2

I romeni: quanti sono, chi sono, da dove vengono, come e dove vivono e lavorano, cosa pensano di se stessi e degli italiani, quali sono le loro simpatie politiche, quali preoccupazioni e speranze nutrono per sé e per i propri figli. Attraverso una serie di interviste e l’attenta ricognizione della cronaca (non solo di quella nera) emerge la realtà di un popolo di quasi un milione di persone, con le sue ansie e le sue passioni. Una critica feroce alla xenofobia e al razzismo di una certa Italia; un libro risentito, polemico, che non fa sconti a nessuno. Ma al tempo stesso rigorosamente documentato.

Anatomia dell’anticapitalismoLuciano Pellicani

pp. 316 – € 20,00 isbn 978-88-498-2658-6

La civiltà moderna è stata – e continua a essere – animata dallo spirito capitalistico, ma anche dal suo acerrimo e irriducibile nemico: lo spirito anticapitalistico. In questo libro si analizzano le principali fasi dello storico duello iniziato nel XIII secolo e tuttora in corso, poiché lo spirito anticapitalistico è come l’ombra del capitalismo: si manifesta, sotto diverse sembianze, non appena sulla scena sociale appaiono gli adoratori di Mammona.

Anatomia delle Brigate Rosse Le radici ideologiche del terrorismo rivoluzionarioAlessandro Orsini

pp. 466 – € 24,00 isbn 978-88-498-2491-9

Chi sono i brigatisti? Perché uccidono? Come si svolge la loro vita quotidiana? A quale tradizione storico-politica appartengono? Sono le domande cui si propone di rispondere questo volume attraverso il metodo della sociologia storica comparativa. Dal sogno teocratico di Thomas Müntzer alla rivoluzione cambogiana di Pol Pot, vengono ricostruite le origini e l’evoluzione di una tradizione rivoluzionaria che, con la parabola brigatista, giunge fino ai giorni nostri

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riflessioni

Genius Loci Il dio dei luoghi perduti Francesco Bevilacqua

pp. 84 / € 8,00 isbn 978-88-498-2591-6

Quando oggi si parla di Genius Loci si ignora, generalmente, il significato originario di questa strana e affascinante locuzione. E, soprattutto, resta il dubbio se il Genius Loci, che rappresentava originariamente una divinità, possa ancora trovare un posto nella nostra società desacralizzata. A queste domande offre una risposta questo libro, che torna indietro nel tempo, alla ricerca delle origini della divinità perduta, viaggia lentamente, attraverso letteratura, architettura e filosofia, per capire quale filo rosso leghi tutti coloro che hanno testimoniato, nelle varie epoche, la persistenza segreta di quella divinità, e ci porta finalmente al suo disvelamento.

La giustizia italiana raccontata a un alienoFrancesco Mìnisci e Arcangelo Badolati

pp. 100 – € 10,00 isbn 978-88-498-2659-3

Complessa, contraddittoria, inapplicabile, la Giustizia italiana è un sistema precario che spesso lascia i cittadini smarriti, increduli di fronte all’incertezza della pena. Mentre il crimine, occasionale, organizzato o dissimulato, resta impunito. In questo libro si evidenziano certe contraddizioni del sistema, cercando di rispondere, idealmente, ad alcune tra le domande più frequenti che i cittadini italiani rivolgono ai magistrati. E a rispondere è un Pubblico Ministero abilmente sollecitato da un giornalista che veste i panni di un alieno. Entrambi in prima linea.

attualità

L’altra ReligioneIl ritorno dello stato eticoDina Nerozzi

pp. 104 – € 13,00 isbn 978-88-498-2657-9

Siamo ancora in tempo per porre un argine alla falsa illusione che lo statismo e il relativismo moralesiano la ricetta giusta per mettere ordine nelle passioni e nei comportamenti degli esseri umani. Il tempo, però, stringe e il solo modo che abbiamo di riprenderci la libertà, il diritto alla vita e alla felicità è quella di riportare le grandi scelte e le grandi verità nellemani di Dio, lontano dalle strategie e dalle follie ricorrenti degli esseri umani.

Romeni La minoranza decisiva per l’Italia di domaniAlina Harja e Guido Melis

pp. 200 / € 14,00 isbn 978-88-498-2599-2

I romeni: quanti sono, chi sono, da dove vengono, come e dove vivono e lavorano, cosa pensano di se stessi e degli italiani, quali sono le loro simpatie politiche, quali preoccupazioni e speranze nutrono per sé e per i propri figli. Attraverso una serie di interviste e l’attenta ricognizione della cronaca (non solo di quella nera) emerge la realtà di un popolo di quasi un milione di persone, con le sue ansie e le sue passioni. Una critica feroce alla xenofobia e al razzismo di una certa Italia; un libro risentito, polemico, che non fa sconti a nessuno. Ma al tempo stesso rigorosamente documentato.

Anatomia dell’anticapitalismoLuciano Pellicani

pp. 316 – € 20,00 isbn 978-88-498-2658-6

La civiltà moderna è stata – e continua a essere – animata dallo spirito capitalistico, ma anche dal suo acerrimo e irriducibile nemico: lo spirito anticapitalistico. In questo libro si analizzano le principali fasi dello storico duello iniziato nel XIII secolo e tuttora in corso, poiché lo spirito anticapitalistico è come l’ombra del capitalismo: si manifesta, sotto diverse sembianze, non appena sulla scena sociale appaiono gli adoratori di Mammona.

Anatomia delle Brigate Rosse Le radici ideologiche del terrorismo rivoluzionarioAlessandro Orsini

pp. 466 – € 24,00 isbn 978-88-498-2491-9

Chi sono i brigatisti? Perché uccidono? Come si svolge la loro vita quotidiana? A quale tradizione storico-politica appartengono? Sono le domande cui si propone di rispondere questo volume attraverso il metodo della sociologia storica comparativa. Dal sogno teocratico di Thomas Müntzer alla rivoluzione cambogiana di Pol Pot, vengono ricostruite le origini e l’evoluzione di una tradizione rivoluzionaria che, con la parabola brigatista, giunge fino ai giorni nostri

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letteratura

Il vuoto dietroEsercizi di anticriminologiaSilvio Ciappi

pp. 192 – € 14,00 isbn 978-88-498-2750-7

Cogne, Novi Ligure, Perugia, Erba e tanti altri luoghi dell’orrore. C’è chi uccide perché vuole uccidere. Nessuna apparente ragione, se non la voglia di uccidere.Tutto ciò fa parte del volto irrazionale della vita come lo specchio ambiguo di un’opera d’arte. È come un’esplosione di atomi cattivi, di delitti del niente, di sangue che non si ferma. Il vuoto è ormai alle nostre spalle. È dietro di noi.

Feudo del mareLa stagione delle donneMarinella Fiume

pp. 136 / € 14,00 isbn 978-88-498-2656-2

Feudo del mare, una comunità e il suo “genio”: la sindaca di quella inattesa primavera siciliana. L’illusorio ritorno alla “normalità” di una stagione breve, sotto la guida di un’élite culturale - le donne - trasformatasi in maggioranza politica per una irripetibile alchimia della storia. L’occasione perduta di recidere una volta per tutte, in questo estremo lembo di terra tagliato fuori dalla modernità, il fitto nodo di intrecci tra mafia e politica.

Marx ed Engels: indagini di classeDario Piccotti e Alvaro Torchio

pp. 190 / € 12,00 isbn 978-88-498-2660-9

Cinque indagini poliziesche che hanno per protagonisti due detective di eccezione: Karl Marx e Friedrich Engels. Intrecci e dialoghi evocano le idee filosofiche e politiche elaborate dai celebri fondatori del socialismo scientifico, che in questi racconti si rivelano dei valenti investigatori, sempre attenti ai risvolti sociali dei «casi» che devono affrontare.

Storie infiniteMichael Ende A cura di Saverio Simonelli

pp. 94 – € 10,00 isbn 978-88-498-2569-5

“La fantasia è un diritto fondamentale dell’uomo. Come l’acqua e il pane quotidiano”. Michael Ende, autore dei bestseller mondiali “Momo” e “La Storia Infinita” è stato anzitutto un apostolo della libertà creativa dell’uomo, un apologeta del mondo dell’immaginazione. In questi scritti inediti in Italia, ci spiega come la fantasia migliori l’essere umano e ci permetta di vivere meglio nel mondo e con i nostri simili, perché l’uomo moderno deve tornare a scoprire la fascinazione delle storie, senza infingimenti o compromessi, ma aprendosi al loro alfabeto fantastico. Una lingua, quella della fantasia, che sa parlare a tutti toccando le corde intime di quel bambino che vive nei nostri cuori.

Franz Kafka /Orson Welles: Il ProcessoA cura di Luigi Cimmino, Daniele Dottorini, Giorgio Pangaro

pp. 202 – € 14,00 isbn 978-88-498-2646-3

Da una parte Der Process il testo di Kafka che da quasi un secolo ormai continua ad interrogarci. Dall’altra la versione che ne ha dato Orson Welles, un vero e proprio “corpo a corpo” con uno dei testi più letti e commentati della letteratura occidentale. Il confronto tra queste due grandi opere, tra due modalità di lettura dello stessa tema, è affrontato da studiosi di diversa estrazione (semiologi, critici letterari, filosofi, psicanalisti ecc.). La molteplicità delle voci e la pluralità dello sguardo danno vita a un’analisi di grande interesse e novità.

Spirito del NovecentoIl secolo di Ugo Spirito dal Fascismo alla ContestazioneDanilo Breschi

pp. 308 – € 19,00 isbn 978-88-498-2629-6

Una interessantissima biografia intellettuale di uno dei filosofi più geniali e atipici del Novecento. Allievo di Gentile, Spirito, attratto dal fascismo, teorizzò il superamento delle antinomie classiche capitale-lavoro e pubblico-privato attraverso la tesi della “corporazione proprietaria”. Il libro di Breschi consente di comprendere a fondo l’itinerario umano e filosofico di questo intellettuale che ha lasciato un segno indelebile nella storia intellettuale del XX secolo.

riflessioni

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letteratura

Il vuoto dietroEsercizi di anticriminologiaSilvio Ciappi

pp. 192 – € 14,00 isbn 978-88-498-2750-7

Cogne, Novi Ligure, Perugia, Erba e tanti altri luoghi dell’orrore. C’è chi uccide perché vuole uccidere. Nessuna apparente ragione, se non la voglia di uccidere.Tutto ciò fa parte del volto irrazionale della vita come lo specchio ambiguo di un’opera d’arte. È come un’esplosione di atomi cattivi, di delitti del niente, di sangue che non si ferma. Il vuoto è ormai alle nostre spalle. È dietro di noi.

Feudo del mareLa stagione delle donneMarinella Fiume

pp. 136 / € 14,00 isbn 978-88-498-2656-2

Feudo del mare, una comunità e il suo “genio”: la sindaca di quella inattesa primavera siciliana. L’illusorio ritorno alla “normalità” di una stagione breve, sotto la guida di un’élite culturale - le donne - trasformatasi in maggioranza politica per una irripetibile alchimia della storia. L’occasione perduta di recidere una volta per tutte, in questo estremo lembo di terra tagliato fuori dalla modernità, il fitto nodo di intrecci tra mafia e politica.

Marx ed Engels: indagini di classeDario Piccotti e Alvaro Torchio

pp. 190 / € 12,00 isbn 978-88-498-2660-9

Cinque indagini poliziesche che hanno per protagonisti due detective di eccezione: Karl Marx e Friedrich Engels. Intrecci e dialoghi evocano le idee filosofiche e politiche elaborate dai celebri fondatori del socialismo scientifico, che in questi racconti si rivelano dei valenti investigatori, sempre attenti ai risvolti sociali dei «casi» che devono affrontare.

Storie infiniteMichael Ende A cura di Saverio Simonelli

pp. 94 – € 10,00 isbn 978-88-498-2569-5

“La fantasia è un diritto fondamentale dell’uomo. Come l’acqua e il pane quotidiano”. Michael Ende, autore dei bestseller mondiali “Momo” e “La Storia Infinita” è stato anzitutto un apostolo della libertà creativa dell’uomo, un apologeta del mondo dell’immaginazione. In questi scritti inediti in Italia, ci spiega come la fantasia migliori l’essere umano e ci permetta di vivere meglio nel mondo e con i nostri simili, perché l’uomo moderno deve tornare a scoprire la fascinazione delle storie, senza infingimenti o compromessi, ma aprendosi al loro alfabeto fantastico. Una lingua, quella della fantasia, che sa parlare a tutti toccando le corde intime di quel bambino che vive nei nostri cuori.

Franz Kafka /Orson Welles: Il ProcessoA cura di Luigi Cimmino, Daniele Dottorini, Giorgio Pangaro

pp. 202 – € 14,00 isbn 978-88-498-2646-3

Da una parte Der Process il testo di Kafka che da quasi un secolo ormai continua ad interrogarci. Dall’altra la versione che ne ha dato Orson Welles, un vero e proprio “corpo a corpo” con uno dei testi più letti e commentati della letteratura occidentale. Il confronto tra queste due grandi opere, tra due modalità di lettura dello stessa tema, è affrontato da studiosi di diversa estrazione (semiologi, critici letterari, filosofi, psicanalisti ecc.). La molteplicità delle voci e la pluralità dello sguardo danno vita a un’analisi di grande interesse e novità.

Spirito del NovecentoIl secolo di Ugo Spirito dal Fascismo alla ContestazioneDanilo Breschi

pp. 308 – € 19,00 isbn 978-88-498-2629-6

Una interessantissima biografia intellettuale di uno dei filosofi più geniali e atipici del Novecento. Allievo di Gentile, Spirito, attratto dal fascismo, teorizzò il superamento delle antinomie classiche capitale-lavoro e pubblico-privato attraverso la tesi della “corporazione proprietaria”. Il libro di Breschi consente di comprendere a fondo l’itinerario umano e filosofico di questo intellettuale che ha lasciato un segno indelebile nella storia intellettuale del XX secolo.

riflessioni

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ZefiraGioacchino Criaco

pp. 193 - Euro 14,00 isbn 978-88-498-2457-5

Zefira. Calabria ionica. L’atmosfera spessa da eterna domenica pomeriggio viene squarciata da un crimine clamoroso. Gli avvenimenti incalzano senza tregua. Il male esplode improvviso, incontenibile, sgorga dalle profondità dei secoli a spazzare via la speranza. Comicità e tragedia accompagnano storie e personaggi apparentemente distanti che di colpo si confondono tra loro. Niente è come sembra, nulla è scontato. Politici, magistrati, poliziotti, mafiosi, uomini di chiesa e delle istituzioni popolano un verminaio inestricabile. Le ovvietà e le certezze si sgretolano triturate dai complicati meccanismi del potere locale. Luca Rustici, poliziotto milanese giunto in città a mettere ordine, rincorre la verità vagando fra accadimenti lontani, eventi del secondo conflitto mondiale, cronache recenti, pastori, nobili, soldati nazisti, mitologia e realtà. È una corsa a perdifiato, forse senza traguardo, dove comunque la vita è sempre in agguato. Più della morte.

letteratura

L’assaggiatriceGiuseppina Torregrossa

pp. 200 – € 16,00 isbn 978-88-498-2559-6

Gaetano, il marito, sparisce all’improvviso. Anciluzza, la moglie, resta a Tummìna con due picciriddre a carico. Da matura casalinga laureata, Anciluzza si fa commerciante suo malgrado, e per guadagnarsi la vita apre una putìa di prodotti tipici siciliani. Nel retrobottega la donna cuoce zuppa di pesce, impasta cassatelle di ricotta, addensa biancomangiare alle mandorle, frigge melanzane per la caponata, conza cubetti di zucca in agrodolce, e ama. Senza risparmio. La putìa di Anciluzza accoglie corpi e li sfama, in ogni senso. Così, davanti e dietro al suo bancone, l’appassionata commerciante troverà il gusto dell’amore gioioso e fugace, e quello della carne morbida e felice di sé.

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ZefiraGioacchino Criaco

pp. 193 - Euro 14,00 isbn 978-88-498-2457-5

Zefira. Calabria ionica. L’atmosfera spessa da eterna domenica pomeriggio viene squarciata da un crimine clamoroso. Gli avvenimenti incalzano senza tregua. Il male esplode improvviso, incontenibile, sgorga dalle profondità dei secoli a spazzare via la speranza. Comicità e tragedia accompagnano storie e personaggi apparentemente distanti che di colpo si confondono tra loro. Niente è come sembra, nulla è scontato. Politici, magistrati, poliziotti, mafiosi, uomini di chiesa e delle istituzioni popolano un verminaio inestricabile. Le ovvietà e le certezze si sgretolano triturate dai complicati meccanismi del potere locale. Luca Rustici, poliziotto milanese giunto in città a mettere ordine, rincorre la verità vagando fra accadimenti lontani, eventi del secondo conflitto mondiale, cronache recenti, pastori, nobili, soldati nazisti, mitologia e realtà. È una corsa a perdifiato, forse senza traguardo, dove comunque la vita è sempre in agguato. Più della morte.

letteratura

L’assaggiatriceGiuseppina Torregrossa

pp. 200 – € 16,00 isbn 978-88-498-2559-6

Gaetano, il marito, sparisce all’improvviso. Anciluzza, la moglie, resta a Tummìna con due picciriddre a carico. Da matura casalinga laureata, Anciluzza si fa commerciante suo malgrado, e per guadagnarsi la vita apre una putìa di prodotti tipici siciliani. Nel retrobottega la donna cuoce zuppa di pesce, impasta cassatelle di ricotta, addensa biancomangiare alle mandorle, frigge melanzane per la caponata, conza cubetti di zucca in agrodolce, e ama. Senza risparmio. La putìa di Anciluzza accoglie corpi e li sfama, in ogni senso. Così, davanti e dietro al suo bancone, l’appassionata commerciante troverà il gusto dell’amore gioioso e fugace, e quello della carne morbida e felice di sé.

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