Paesaggi in pericolo
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TULLIO PERICOLI,
IL «PITTORE DI COLLINE»
Quarant'anni e più alla finestra,
a guardare gli stessi paesaggi,
delle Marchehttp://arte.sky.it/2013/10/libri-della-settimana-pericoli-cazzullo-mccurry/
Tullio Pericoli
I paesaggi
Fuori collana
2013, pp. 488
ADELPHI
isbn: 9788845928369
http://www.adelphi.it/libro/9788845928369
… a ricordarci che la terra
che il pittore esplora
è la nostra,
e che il suo sguardo
implacabilmente amoroso
si posa sul nostro suolo proprio
mentre troppi fra noi
lo vanno devastando …
Paesaggi in pericolo,di Salvatore SettisIl Sole24 ore, domenica 24 novembre 2013
Da quarant'anni a disegnare le
colline e a «reinventarle»:
una galleria di luoghi
che registra stratificazioni personali e
collettive
con precisione e sguardo poeticohttp://www.slideshare.net/maponi/paesaggi-piricoli
Moby Dick, Cartiere Vannucci, Milano
http://lnx.cartiere-vannucci.com/presenti_images.php?id=182&day=a
TULLIO PERICOLI, PAESAGGI
Moby Dick 1, 2011
olio e matite su affresco intelato
cm 90 x 90
Quanti Pericoli su carta
di Domenico Rosa,
Il sole24, domenica 8 aprile 2012
Pittura, disegno e scrittura. Tullio
ha fuso le tre attività in un unico
linguaggio e con «Moby Dick», in
corso a Milano, ripercorre il suo
intenso viaggio creativo
Moby Dick 2
olio e matite su affresco intelato
cm 90 x 90
Nei paesaggi la prima pelle, quella
dei suoi disegni di qualche anno fa
in cui regnava l'ordine del regime
agricolo che l'uomo imponeva al
territorio, è stata rimossa.
Restano le tracce di insediamenti
primitivi di cui il tempo ha
sconnesso le simmetrie, intrecciato
sedimentazioni sovrapposte.
Terre perse, 2011
olio su affresco intelato
cm 90 x 90
Pericoli si arrende a quel disordine,
lo accetta, ne asseconda la
discontinuità, per arrivare a un
«caos calmo».
La campagna è un enorme telaio
tessile che ha perduto l'ortogonalità
originaria, sul quale sopravvivono
brandelli di patchwork colorati.
Perdita d’occhio, 2011
olio su affresco intelato
cm 90 x 180
I suoi bruni improvvisi segna tracce
di combustioni antiche, ossidazioni
vegetali circoscritte, da cui
percepiamo la presenza di tempi
immensi.
Natura , 2009
olio e matite su tela
cm 90 x 90
Saper immaginare il lavoro del
tempo fa di Pericoli un archeologo
del paesaggio; come in un'indagine
scientifica
ha alzato il punto di osservazione
che non è più prospettico ma quasi
perpendicolare, frontale, che
«dall'ultimo orizzonte il guardo
esclude».
Terre bruciate, 2010
olio e matite su tavola
cm 24 x 24
Verso destra , 2011
olio su affresco intelato
cm 70 x 70
L'infittirsi dei segni, la progressiva
rarefazione del colore e
l'attenuazione dei passaggi tonali
di fondo, preannunciano l'arrivo
del' vuoto, come in una pratica
Zen.
Terreni attivi, 2011
olio e matite su affresco intelato
cm 70 x 70
Pittura, disegno e scrittura. Tullio
ha fuso le tre attività in un unico
linguaggio e con «Moby Dick»,
nella mostra
a Milano, ripercorre il suo
intenso viaggio creativo …
Terre rosse, 2011
olio e matite su affresco intelato
cm 70 x 70
Venerosse, 2011
olio e matite su tela
cm 50 x 50
Terre gialle, 2011
olio su affresco intelato
Terreno privato, 2011
olio e matite su tela
cm 60 x 60
Terre verdi, 2011
olio e matite su tela
cm 60 x 60
Terre , 2011
olio su affresco intelato
cm 60 x 60
Terre , 2011
olio su affresco intelato
cm 60 x 60
http://www.archimagazine.com/mpericoli.htm
Vista sulle colline, 2007
Le strutture di Pericoli sono
comparabili, nonostante le
differenze tra i rispettivi percorsi
artistici, a quelle del fotografo Mario
Giacomelli, suo conterraneo, per
l'impressionante capacità di
raffigurare astraendo.
Se Giacomelli raggruma ombre e
le separa dalla luce bruciando i
mezzi toni, Pericoli costruisce per
poi dissolvere.
http://www.mariogiacomelli.it/
Mario Giacomelli
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi06.html
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi01.html
Entrambi giungono ad una
asciuttezza di segno, allo scheletro
delle tracce del paesaggio collinare
marchigiano.
In Giacomelli il tono è drammatico, il
linguaggio è quello della denuncia
della condizione umana attraverso le
immagini del territorio.
Le sue foto sono iconiche, unitarie,
ieratiche, definitive.
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi02.html
In Pericoli si intravvede invece un
piacere segreto, in cui i conflitti
sublimano frammentandosi in eventi
in movimento.
I suoi dipinti sono un enorme brusio
pieno di piccole conversazioni, un
racconto di avvenimenti casuali
senza centro, distribuiti nello spazio,
uniti dal ritmo.
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi04.html
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi03.html
I suoi graffi sono escoriazioni
sul corpo della tela-Moby Dick;
come le balene tornano in
superficie a prendere aria,
riemergono i segni dei lavori
passati di Tullio; i suoi paesaggi
sono abitati da un enorme
animale sotterraneo che si
muove molto lentamente
contraendo i muscoli;
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi05.html
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi11.html
il fantasma della balena bianca
sembra inafferrabile come il
momento in cui, tentando un
ritratto, un volto viene colto nei
suoi primi elementi fondamentali.
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi07.html
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi08.html
il pagliaio grande scomparso
dai nostri paesaggi
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi09.html
http://www.mariogiacomelli.it/53_paesaggi10.html