MEDITAZIONE QUOTIDIANA Domenica 24 Tempo Ordinario

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MEDITAZIONE QUOTIDIANA Domenica - XXIV Tempo Ordinario Parola - Prima lettura Is 50, 5-9 Il Signore mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso. Riflessione Il martirio è ancora di moda; per rendersene conto è sufficiente leggere i quotidiani che si prendono cura di riportare le notizie, contenenti autentici valori. A noi, con tutta probabilità, Dio non chiederà questa suprema testimonianza; si accontenta di provare l'autenticità della fede con prove minori, quali "La flagellazione, gli sputi, lo strappo dei peli della barba". Noi, però, siamo istintivamente portati a rifiutare anche le contrarietà minori; per questo Dio s'impegna ad aprirci l'orecchio, per suggerirci che è lui a inviarcele, e che non ci lascerà mancare la sua protezione. Isaia non ha opposto resistenza; se noi l'orecchio lo chiudiamo, ci sarà impossibile udire la voce del Signore e, di conseguenza, reagiremo in modo negativo alle più piccole prove e difficoltà Parola - Seconda lettura Gc 2, 14-18 Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?... Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa.

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MEDITAZIONE QUOTIDIANADomenica - XXIV Tempo Ordinario

Parola - Prima lettura Is 50, 5-9Il Signore mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso.

RiflessioneIl martirio è ancora di moda; per rendersene conto è sufficiente leggere i quotidiani che si prendono cura di riportare le notizie, contenenti autentici valori. A noi, con tutta probabilità, Dio non chiederà questa suprema testimonianza; si accontenta di provare l'autenticità della fede con prove minori, quali "La flagellazione, gli sputi, lo strappo dei peli della barba". Noi, però, siamo istintivamente portati a rifiutare anche le contrarietà minori; per questo Dio s'impegna ad aprirci l'orecchio, per suggerirci che è lui a inviarcele, e che non ci lascerà mancare la sua protezione. Isaia non ha opposto resistenza; se noi l'orecchio lo chiudiamo, ci sarà impossibile udire la voce del Signore e, di conseguenza, reagiremo in modo negativo alle più piccole prove e difficoltà

Parola - Seconda lettura Gc 2, 14-18Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?... Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa.

RiflessioneUn signore si ritiene offeso poiché il confessore, di fronte ad una valanga di peccati e di omissioni, gli chiede se creda veramente in Cristo e nella chiesa; il penitente ha evidentemente dimenticato che sono le opere a vivificare e a sostenere la fede. Una signora se la prende, giacché il sacerdote, investito dalla narrazione di un cumulo di buone azioni da lei compiute, domanda se a guidarle è la

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retta intenzione, oppure un certo grado di amor proprio; la penitente ignora che le opere sono vivificate e sostenute dalla fede. Fede e opere sono complementari; se siamo convinti sia a livello teorico sia a livello operativo?

Parola - Vangelo Mc 8, 27-35In quel tempo, Gesù... interrogava i suoi discepoli dicendo: "Chi dice la gente che io sia?"... Ma egli replicò: "E voi chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo"... E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.

RiflessioneCristo è il Figlio di Dio, per questo è espertissimo dell'uomo che lui stesso ha creato, conosce per nome ciascuno di noi, è praticissimo della strada che conduce alla salvezza, si assume la responsabilità di guidarci ad essa. Se non ci fidiamo di lui, e abbiamo paura ad affidargli la vita, vuol dire che non lo conosciamo a sufficienza. Non ci rimane altro da fare, prima di procedere nella riflessione sul vangelo di Marco, che riprendere la lettura e la meditazione della prima parte, nella quale l'evangelista cerca di presentare l'identità di Gesù. Solamente nella mano di uno di cui ci si fida si consegnano grandi tesori.

Proposta di dialogo con il lettore, attraverso la vita di San Francesco

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LA PAROLA DI OGGI16 settembre 2012Domenica

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Ss. Cornelio e CiprianoXXIV tempo ordinario - (B) - IV

PREGHIERA DEL MATTINOO mio Gesù, tu sei il Cristo, il Figlio di Dio: ti riconosco per colui che sei, e voglio riprodurre in me la tua vita, prendendo la mia croce per alleggerire la tua. Soltanto così, anche a rischio della vita terrena, potrò avere parte nella tua risurrezione, e goderti nella vita senza fine.

ANTIFONA D'INGRESSODa', o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)

COLLETTAO Padre, conforto dei poveri e dei sofferenti, non abbandonarci nella nostra miseria: il tuo Spirito Santo ci aiuti a credere con il cuore, e a confessare con le opere che Gesù è il Cristo, per vivere secondo la sua parola e il suo esempio, certi di salvare la nostra vita solo quando avremo il coraggio di perderla. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 50,5-9a)Ho presentato il mio dorso ai flagellatori.Dal libro del profeta IsaiaIl Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me.Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 115)R. Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei

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viventi.Amo il Signore, perché ascolta il grido della mia preghiera.Verso di me ha teso l'orecchionel giorno in cui lo invocavo. R.Mi stringevano funi di morte,ero preso nei lacci degli inferi,ero preso da tristezza e angoscia.Allora ho invocato il nome del Signore:"Ti prego, liberami, Signore". R.Pietoso e giusto è il Signore,il nostro Dio è misericordioso.Il Signore protegge i piccoli:ero misero ed egli mi ha salvato. R.Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,i miei occhi dalle lacrime,i miei piedi dalla caduta.Io camminerò alla presenza del Signorenella terra dei viventi. R.

SECONDA LETTURA (Gc 2,14-18)La fede, se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.Dalla lettera di san Giacomo apostoloA che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (Gal 6,14)R. Alleluia, alleluia.Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore,per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io

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per il mondo.R. Alleluia.

VANGELO (Mc 8,27-35)Tu sei il Cristo... Il Figlio dell'uomo deve molto soffrire.+ Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».Parola del Signore.

OMELIAAnche oggi si sentono le voci e i giudizi più contrastanti su Gesù: c'è chi lo ritiene un saggio, un generoso moralista, un protagonista della storia, e c'è anche chi lo calunnia, chi lo odia. Ma la sola, la vera identità di Gesù è quella proclamata da Pietro: "Tu sei il Cristo". Se riduciamo la fede cristiana al chiuso di un orizzonte umano, per quanto nobile, siamo in errore: Cristo è venuto a portare la salvezza eterna, la speranza soprannaturale, non una dottrina per rendere più tollerabile la convivenza umana, anche se è interessato alla redenzione di tutte le realtà terrene, sempre in funzione della felicità eterna. Non basta riconoscere Gesù come Figlio di Dio: bisogna imitarlo in ciò che egli ha di più specifico,

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cioè nell'amore alla croce che non è il fine, ma il mezzo necessario per compiere la redenzione. Se vogliamo essere corredentori non possiamo rifuggire la croce, perché solo attraverso di essa, perdendo la nostra vita, la ritroveremo nell'eternità, partecipando alla risurrezione di Cristo.

PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli con bontà, Signore, i doni e le preghiere del tuo popolo, e ciò che ognuno offre in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE"Voi chi dite che io sia?". "Tu sei il Cristo", disse Pietro a Gesù. (cf. Mc 8,29)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONELa potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE"Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Cerchiamo di capire, con l'aiuto del Signore e la sua grazia, ciò che vuole farci capire con queste parole "rinnegare se stessi".Come ci si può rinnegare quando ci si ama? Ciò va oltre un ragionamento umano. È proprio dell'uomo dire: "Come ci si può rinnegare quando ci si ama?". Eppure il Signore ci insegna che, per amare se stessi, è importante rinnegarsi: poiché amandosi ci si perde, e rinunciando a sé ci si ritrova. "Chi ama la propria vita la perderà!", ci ha detto. Ecco un ordine che viene da colui che sa ciò che comanda; egli sa consigliare perché sa istruire, e sa ristorare perché ha voluto creare.Dunque, colui che si ama sappia perdersi: costa assai perdere ciò a cui si è attaccati. E non esiste una persona che non ami se stessa; e come bisogna cercare di amarsi "bene", così bisogna evitare di amarsi male. Amarsi lasciando Dio da parte, lasciare Dio da parte per amare se stessi, non è restare in sé, al contrario. Si è come esiliati dal proprio cuore, quando si disdegna la vita interiore e ci si

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attacca alle cose esteriori. Non dico forse la verità? Non è forse certo che tutti coloro che fanno il male non hanno che disprezzo per la loro coscienza? Dal momento in cui si hanno dei riguardi per quest'ultima, si mette fine ai propri errori. È così che, dopo aver lasciato Dio per amare se stesso, attaccandosi alle cose esteriori, ad altro che a lui, il peccatore arriva a disprezzare se stesso così profondamente.Dove sei, ora, amico di te stesso? Fuori, purtroppo. Tu ti alieni desiderando la ricchezza esteriore. Perché agire così? Torna in te! Lascia le cose esteriori per tornare in te, e va' da colui che ti ha creato ed è venuto a cercarti!SANT'AGOSTINO

LA PAROLA DI OGGI17 settembre 2012LunedìS. Roberto Bellarmino (mf)XXIV tempo ordinario - (B) - IV

PREGHIERA DEL MATTINOSignore, quest'oggi, proteggi nelle tue braccia l'universo che geme nelle doglie del parto. Soffre, dall'uno all'altro polo, per lo scompiglio provocato dal peccato originale, che è causa di rottura nell'armonia da te creata. Consuma nel fuoco del perdono tutte le dispute e le guerre; concedi ai capi di Stato di essere lievito perché nulla è impossibile, nulla è troppo meraviglioso per te. Tramite Gesù, nostro mediatore, siano innalzati fino al tuo volto i cuori di coloro che guidano i propri fratelli, affinché noi possiamo vivere nella calma e nella sicurezza, come uomini religiosi e seri.

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ANTIFONA D'INGRESSODa', o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)

COLLETTAO Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA - (1Cor 11,17-26.33)Se vi sono divisioni tra voi il vostro non è più un mangiare la cena del Signore.Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai CorinziFratelli, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio.Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova.Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri.Parola di Dio.

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SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 39)R. Annunciate la morte del Signore, finché egli venga.Sacrificio e offerta non gradisci,gli orecchi mi hai aperto,non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.Allora ho detto: «Ecco, io vengo. R.Nel rotolo del libro su di me è scrittodi fare la tua volontà:mio Dio, questo io desidero;la tua legge è nel mio intimo». R.Ho annunciato la tua giustizianella grande assemblea;vedi: non tengo chiuse le labbra,Signore, tu lo sai. R.Esultino e gioiscano in tequelli che ti cercano;dicano sempre: «Il Signore è grande!»quelli che amano la tua salvezza. R.

CANTO AL VANGELO (Gv 3,16)R. Alleluia, alleluia.Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito;chiunque crede in lui ha la vita eterna.R. Alleluia.

VANGELO (Lc 7,1-10)Neanche in Israele ho trovato una fede così grande.+ Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede - dicevano -, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore,

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non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito. Anch'io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa».All'udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.Parola del Signore.

OMELIA"Egli merita che tu gli faccia questa grazia", dicono gli anziani. Il centurione dice invece: "Io non son degno". C'è una grande differenza fra il merito, cioè il diritto che noi avremmo su Dio, e la povertà espressa dal centurione. Perché mi succede questo? Io chiedo, ma non ho risposta. L'elenco dei nostri tentativi di mercanteggiare con Dio potrebbe essere lungo. L'uomo, di fronte alla propria impotenza e alla propria miseria, si rivolge a Dio, nel quale vede realizzata la totalità dei propri bisogni, e, in un atteggiamento che è già molto bello, ma anche vicino in certo senso al paganesimo, l'uomo si consola pensando che Dio non possa fare a meno di rispondergli concedendogli tutto ciò di cui ha bisogno. Perciò l'uomo è sempre tentato di mercanteggiare con Dio. L'uomo pensa spontaneamente che la preghiera generi una sorta di "dovuto" da parte di Dio.Dio è Padre. Conosce i nostri bisogni e, poiché ha un cuore di padre, gli è gradito che noi li esprimiamo. Ma si aspetta da noi un atteggiamento filiale, fatto di fiducia assoluta. Un figlio aspetta tutto dal proprio padre. Un adolescente rivendica dei diritti, un adulto riconosce la propria nativa povertà di fronte a colui da cui dipende. Questa è la nostra situazione con Dio: "Io non son degno", per poi sentirci rispondere: "Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". Perché la fede non è esigenza da parte dell'uomo nei confronti di Dio. Essa è fiducia nella sua onnipotenza, capace di realizzare molto di più di quanto è espresso nei nostri desideri. "E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito".

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PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli con bontà, Signore, i doni e le preghiere del tuo popolo, e ciò che ognuno offre in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONEIl calice della benedizione che noi benediciamo è comunione con il sangue di Cristo; e il pane che spezziamo è comunione con il corpo di Cristo. (cf. 1Cor 10,16)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONELa potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERA"Io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola ed io sarò salvato". È la fede viva che ti tocca, come lo Sposo del Cantico è commosso dallo sguardo dell'amata. Ah! Possa io invocarti con la fiducia di chi si sente amato, poiché tu mi hai riscattato a prezzo del tuo sangue! E dovrò temerti ora? Rinnova il mondo e fa' che le menzogne del Maligno non ci ingannino più. Medica le nostre ferite con il tuo Corpo eucaristico, mandaci lo Spirito che indirizzerà la nostra volontà di guarire verso l'unico medico delle anime moribonde._#_#_#_#_#_#_#_#_#_

MEDITAZIONE QUOTIDIANALunedì - XXIV Tempo Ordinario

Parola - Prima lettura 1Cor 11, 17-26

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Fratelli, non posso lodarvi per il fatto che le vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio. Innanzitutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte io credo... Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore... Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.

RiflessionePoniamoci ora una domanda molto seria: "Che cosa direbbe oggi san Paolo, se fosse fisicamente presente a certe nostre assemblee liturgiche?". Affinché sia serio l'interrogativo, deve esserlo anche la risposta, che ciascuno di noi tenta di dare a se stesso. Poniamo una telecamera immaginaria, in fondo alla chiesa, e mettiamola in funzione per tutta la durata della messa; alla fine ci rivediamo, con autentico spirito cristiano, la cassetta registrata. Abbiamo la netta sensazione che molti facciano un parallelo perfetto fra messa e pioggia: basta starci sotto, per prenderla! Sappiamo, però, che non è così, e che è bene non scherzare con le cose sante, specialmente con il corpo e il sangue di Gesù. E allora? Per fortuna che Paolo è assente; d'accordo, però c'è fisicamente presente Gesù. Qualcuno potrebbe dire: "Sì, ma lui non sgrida!". Ne siamo proprio sicuri? Se ci mettessimo in ascolto di quanto ci dice la coscienza, con tutta probabilità cambieremmo parere.

Parola - Vangelo Lc 7, 1-10In quel tempo... il servo di un centurione era ammalato e stava per morire... Gesù si incamminò... il centurione mandò alcuni amici a dirgli: "Signore, non stare a disturbarti, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito".

RiflessioneIl centurione, in quanto pagano, si ritiene indegno persino di presentarsi a Gesù; egli riconosce umilmente il disegno di Dio, secondo il quale la salvezza, almeno in un primo tempo, giunge ai pagani per mezzo dei giudei. La misericordia verso un povero

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subalterno, l'umiltà di inviare intermediari a Gesù, l'obbedienza nel credere alle parole del Maestro lo rendono pronto a ricevere e ad accettare il messaggio salvifico di Cristo. Noi siamo esplicitamente invitati dalle parole di Gesù, a identificarci con il centurione, e percorrere le tappe da lui scandite, per un cammino verso una fede matura. Esse possono essere delineate nei comportamenti che seguono. Riconosciamoci, prima di tutto, pagani, peccatori e bisognosi della misericordia del Signore. Il nostro cuore, poi, sia colmo di compassione viva ed effettiva per il prossimo sofferente. Apriamoci pure alla preghiera fiduciosa e costante. Infine, crediamo alla parola di Gesù, punto di partenza di ogni itinerario di fede, e mettiamoci in cammino verso la meta, che Cristo ci indica.

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Proposta di dialogo con il lettore, attraverso la vita di San Francesco

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LA PAROLA DI OGGI18 settembre 2012MartedìS. Giuseppe da CupertinoXXIV tempo ordinario - (B) - IV

PREGHIERA DEL MATTINOSignore, degnati di rinnovare nella loro elezione coloro che tu hai scelto come papa, cardinali, vescovi, sacerdoti, diaconi, così come ogni responsabile di comunità, affinché, ben provvisti di guide, possiamo servirti con animo pacificato e gioioso. Per mezzo della spada della tua parola, si ergano contro gli abusi e vigilino perché nessuno sia tratto in errore. Ricreino delle vie alla pace e all'unità. Ricoprili della tua unzione, così come Eliseo ricevette il mantello d'Elia e i due terzi del suo spirito. O Spirito Santo, guida la tua Chiesa!

ANTIFONA D'INGRESSODa', o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)

COLLETTAO Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Cor 12,12-14.27-31a)Voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

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Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra.Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi.Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 99)R. Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza. R. Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. R.Varcate le sue porte con inni di grazie, i suoi atri con canti di lode, lodatelo, benedite il suo nome. R.Perché buono è il Signore, il suo amore è per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione. R.

CANTO AL VANGELO (Lc 7,16)R. Alleluia, alleluia.Un grande profeta è sorto tra noi:Dio ha visitato il suo popolo.R. Alleluia.

VANGELO (Lc 7,11-17)Ragazzo, dico a te, alzati.

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+ Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.Parola del Signore.

OMELIAIn questo brano, Luca ci parla di "Gesù" dicendo che si reca a Nain, ma "Gesù" diviene "il Signore" nel momento in cui incontra il corteo funebre. Questo cambiamento di denominazione ci spinge a vedere in Gesù il Signore della vita.La morte, la sconfitta dell'uomo risultano insopportabili a Dio, poiché lo scacco dell'uomo è anche lo scacco di Dio. Dio ha fatto l'uomo per la vita, poiché egli è Vita. In Gesù Cristo, egli ci rivela che la morte non solo gli è insopportabile, ma anche che egli è in grado di far sorgere la vita dalla morte stessa.La pietà del Signore della Vita non è qui un vago sentimento umano, anche se nella sua natura umana Gesù di Nazaret soffre di vedere la vedova di Nain piangere il proprio figlio: la sua pietà esprime un grido profondo del Vivente in grado di trasformare in vita ciò che il peccato dell'uomo ha fatto sì che divenisse morte. Per Dio la morte è un sonno: "Dico a te, alzati!". La nostra speranza è in questa fede che fa sì che Gesù sia per noi il Signore. Dio è più forte del male e della stessa morte. Il Signore è in grado di fare di ogni situazione una risurrezione.

PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli con bontà, Signore, i doni e le preghiere del tuo popolo, e

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ciò che ognuno offre in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONEIl calice della benedizione che noi benediciamo è comunione con il sangue di Cristo; e il pane che spezziamo è comunione con il corpo di Cristo. (cf. 1Cor 10,16)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONELa potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERASignore, ti lodo perché hai detto alla vedova di Nain: "Non piangere!". Capisco così che tu hai compassione di tutte le lacrime. La tua pietà di uomo di Dio non si limita a qualche parola buona, ma tu tocchi le nostre bare, ed ecco il miracolo: ciò che è morto nei nostri deserti freddi e muti si rialza vivo. Una letizia senza nome si prepara a risalire dalle profondità delle nostre amarezze e si dispiega liberamente in lode della tua gloria. Questa sera, tocca ancora ciò che sembra irrimediabilmente morto, ma che segretamente spera l'indicibile fruscio della tua divina presenza di Verbo fatto carne.

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Luca 7,1-10

1 CAPO 7 - ANALISI

1. Guarigione del servo del Centurione in Capernaum. Capernaum occupando una posizione importante sulla strada delle carovane fra l'Egitto e Damasco, non ci sorprende punto che, ai dì di Gesù, vi si trovasse non solo una stazione di pubblicani incaricati di percepire i dazi imposti sulle merci, sia sulla terra sia sul lago, ma pure una coorte almeno di soldati, posti lì per mantenere il buon ordine e venire in aiuto ai pubblicani, se mai questi incontrassero qualche opposizione nell'esercizio dello impopolare loro uffizio. L'influenza della dottrina di Cristo e delle sue opere miracolose si era già fatta manifesta fra i pubblicani in Capernaum nella conversione di Levi Luca 5:27, e la vediamo penetrare ora nei ranghi dei Soldati pagani, attraendo a lui il loro comandante, nella ferma fede che egli era una persona divina e che sullecosì dette «leggi di natura» egli esercitava autorità non meno completa di quella che un centurione romano possedeva sui propri soldati. Domandò questi a Gesù di guarire un suo servitore che amava moltissimo (forse uno schiavo nato in casa, a cui il padrone voleva bene

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quanto ad un fratello), il quale, colpito di paralisi, pareva in punto di morte. Egli mandò gli anziani della sinagoga, che gli dovean molta gratitudine, per render testimonianza a Gesù del suo carattere, e sperava che Cristo avrebbe pronunziato un ordine, seguito da guarigione istantanea. Stimandosi indegno, non venne da sé a disturbarlo colla sua presenza; per la stessa ragione, non volle dargli l'incomodo di andare a casa sua, e perciò, essendo il Signore tuttora per via, mandò una seconda ambasciata per impedire che gli si desse sì gran disturbo, quando una sola sua parola, dal luogo dove egli era, dovea bastare per adempiere una cura subitanea. Indica poi su qual ragione fondasse la sua ferma persuasione. Egli stesso era un uomo, al quale, in virtù della commissione ricevuta dall'Imperatore, nessun soldato della sua coorte avrebbe ardito resistere; e credeva che quello stesso potere che egli esercitava sulla sua compagnia, Gesù, come Dio, lo esercitasse su tutto le cose create; dimodoché una sua parola era bastante per bandire la morte ed espellere le malattie più inveterate e pericolose. La sua domanda gli venne immediatamente accordata. Gesù avea trovato la fede dei suoi concittadini nel suo diritto e potere divini «piccola come seme di senape»; non ci stupisca dunque se egli fa risaltare con tanto lodi la fede di quel pagano: «io vi dico che non pure in Israele ho trovata cotanta fede» Luca 7:1-10.

2. Il figlio della vedova di Nain richiamato a vita. È la seconda volta che nostro Signore rende la vita ad un morto, e questo miracolo è tanto più notevole ancora di quello operato sulla figlia di Jairo, inquantoché, in questo secondo caso, la morte regnava da più lungo tempo sull'organismo corporeo. L'anima della bambina fu richiamata pochi minuti dopo che essa era spirata; ma passarono per lo meno alcune ore prima che gli amici del giovanotto di Nain ne portassero la salma alla tomba. Questa volta pure il Signore dimostrò pubblicamente il suo potere sulla morte, esercitando non più in una stanza remota di una casa privata, ma vicino alla porta di Nain, in luogo frequentatissimo, e dinanzi a spettatori specialmente interessanti. La compassione spontanea di Gesù verso la povera vedova, mostrò agli astanti, come mostra pure a noi, quanto teneramente il cuore del nostro gran Redentore simpatizzi con tutti i dolori della umanità, abbenché sieno il frutto del peccato. Così fu adempiuta la profezia d'Isaia: «Egli ha portati i nostri lauguori, e si è caricato delle nostre doglie» Luca 7:11-17.

3. Messaggio di Giovanni Battista a Cristo. Un tal miracolo, ben atto ad interessare persone avvezze a considerare la morte come un re invincibile, ed operato in modo così pubblico ed istantaneo, produsse profonda e solenne impressione vicino e lontano. Nehemia udiron parlare, fra gli altri, alcuni dei discepoli del Battista, i quali gli rimanevan fedeli nella lontana sua prigione di Macheronte, e subito gli riferirono il fatto. Egli mandò allora due di essi a Gesù, per ottener da lui una risposta a questa domanda: «Sei tu colui che ha da venire, o pur ne aspetteremo noi un altro?» Strana, sconfortante ed affatto da rigettarsi è la teoria che la fede di Giovanni stesso, in Gesù come nel Messia, fosse scomparsa, quantunque egli avesse visto lo Spirito di Dio scendere in forma visibile sopra lui, e udito la voce del Padre proclamare: «Questo è il mio diletto Figliuolo»; quantunque egli stesso lo avesse additato ai propri discepoli come «l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo». Con lo stesso scopo con cui avea incoraggiato Andrea e Giovanni, i quali erano suoi discepoli a seguir Gesù fin dal principio, così, ora, al termine della sua vita, gli manda questi due discepoli come rappresentati di tutti i loro compagni, affinché dopo averlo visto nel pieno adempimento del suo ministero, divengano essi pure suoi seguaci. L'occasione era propizia, le loro menti erano ripiene del miracolo per il quale un morto era tornato a vita; e la risposta del Salvatore corrisponde esattamente allo scopo di Giovanni, poiché chiama la loro attenzione su tutto le grandi sue opere che avevano vedute ed udite, come su prove della sua missione messianica, e comanda loro di enumerarle tutte al loro Maestro Luca 7:18-23.

4. Testimonianza di Cristo intorno al suo Precursore. Ripartiti i discepoli di Giovanni per Macheronte, Gesù prese a parlar di Giovanni alle turbe, e rese una nobile testimonianza alla fermezza del suo carattere, all'abnegazione della sua vita, ed alla sua fedeltà nel compiere la sua missione, non solo come ultimo profeta della spirante dispensazione mosaica ma, compito più gloriosa ancora, come Precursore predetto del gran Messia. Perciò Gesù dichiara che fra tutti i nati per generazione ordinaria, nessun'uomo era mai apparso più grande e più illustre del Battista, per l'uffizio che occupava; eppure, a motivo della luce più viva, e dei privilegi più alti, accordati a quelli che vissero sotto la dispensazione evangelica, aggiunge: «Il minimo nel regno dei cieli è maggiore di lui». Tal testimonianza fu accolta con gioia da tutti quelli elle aveano

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ricevuto il battesimo di Giovanni; ma respinta dai Farisei e dai dottori della legge, che rigettarono a lor danno il consiglio di Dio»Luca 7:24-30.

5. Parabola dei fanciulli in sulla piazza. Sotto la figura di bambini che nel divertirsi in sulla piazza, si mostran capricciosi a segno di non voler più i giuochi che essi stessi aveano scelti, e sempre insistono per mutarli, il Signore dipinge la condotta degli Israeliti verso di lui e verso il suo precursore. Qual rappresentante di tutte le autorità della dispensazione legale, Giovanni era vissuto una vita di digiuno e di abnegazione; e lungi dall'approvarlo o dall'imitarlo, la parte influente del popolo con a capo i preti ed i Farisei, lo avea guardato con avversione, come un indemoniato. Gesù invece, come autore della «legge perfetta della libertà» Giacomo 1:25, di una religione che non consiste «in cibi e bevande, ed in vari lavamenti ed ordinamenti carnali» Ebrei 9:10, ma nel culto di Dio «in ispirito e verità» Giovanni 4:23«venne mangiando e bevendo», senza prescrivere cioè restrizione nell'uso moderato dei «cibi che Iddio ha creati acciocché i fedeli li usino, con rendimento di grazie» 1Timoteo 4:3, ed ai suoi concittadini non piacque più che fosse loro piaciuto il Battista, e fu da loro chiamato «un uom mangiatore, e bevitor di vino, amico dei pubblicani e dei peccatori». Questa similitudine si chiude con un detto, proverbiale forse già in quei dì, ma che lo è certamente divenuto dipoi, e che qui significa che ogni uomo veramente insegnato da Dio discernerà la sua saviezza nel modo diverso in cui si sono comportati il precursore ed il suo Maestro Luca 7:31-35.

6. Cristo a cena nella casa di Simone Fariseo, e la donna che era stata peccatrice Questo accadde, in Galilea, non in Betania; la casa in cui Gesù fu invitato era di un Fariseo chiamato Simone, non già di Simone il lebbroso Marco 14:3, e la donna che versò l'olio odorifero sul suo capo non era certo né Maria sorella di Lazaro, né Maria Maddalena, ma una donna di nome ignoto, già prostituta, ed ora vera credente, i cui peccati erano stati tutti rimessi, e che non sa esprimere il suo amore e la sua gratitudine se non col dare a Gesù quanto ha di più prezioso. Lo scopo di questo racconto è di porre in contrasto la fredda ospitalità che, per qualche ragione ignota, il Fariseo si credette in obbligo di offrire ad uno che pur guardava con sospetto; colla tenerezza, lo zelo, ed il servizio pieno di abnegazione di quella donna, la quale era stata pure allora lavata per fede nel «fonte aperto nella casa di Davide per lo peccato e per l'immondizia» Zaccaria 13:l, e veniva a presentar se stessa, corpo, anima e spirito, «in ostia vivente, santa, accettevole a Dio» Romani 12:1. Ci dà un bell'esempio di dialogo socratico il modo in cui Gesù conduce il Fariseo a condannar se stesso, colle proprie confessioni. Egli ammette che colui il cui debito era maggiore, sentirà più gratitudine che colui che doveva meno, verso il generoso creditore, che gli condona liberamente ogni cosa. Tal gratitudine si deve manifestare con fatti e non con parole; epperciò Gesù indica, una dopo l'altra, le cortesie e le attenzioni che non venivano mai omesse da un padrone di casa verso un ospite che egli desiderava onorare, ma le quali, nel caso suo, erano state intenzionalmente dimenticate, e ciò affin di dimostrare a Simone quanto poco affetto nutrisse per lui. Poi fa vedere, per contrasto, come questa donna, nella grandezza del suo amore per il Messia, da cui avea ottenuto il perdono dei suoi peccati, lo avesse più che compensato per le inciviltà ricevute. Ci vien qui insegnata la grande verità che più sarà profondo il nostro sentimento dei peccati che Gesù ha lavati per sempre nel suo sangue, più sarà grande, attivo, paziente l'amore che ci costringe a vivere per lui. Il Signore congedò quella donna dopo avere in modo chiarissimo approvata la sua fede Luca 7:36-50.

Luca 7:1-10. GUARIGIONE DEL SERVO DEL CENTURIONE A CAPERNAUM Matteo 8:5-13

1. Ora, dopo ch'egli ebbe finiti tutti questi suoi ragionamenti, udente il popolo entrò in Capernaum. 2. E il servitore di un certo centurione,

Apparteneva Capernaum alla Galilea, di cui Erode Antipa era Tetrarca. Aveva questi un esercito suo proprio composto di Galilei, la massa del quale stava, a quel tempo, con lui sulle frontiere di Edom, pronta ad entrare in guerra col Suo suocero Areta. Si potrebbe dunque supporre che questo centurione era un Giudeo, dell'esercito di Erode, se Gesù non ce lo dichiarasse Gentile, dicendo al vers. 9: «Io vi dico che non pure in Israele ho trovata una cotanta fede». Egli apparteneva evidentemente ad una legione imperiale, le cui coorti eran forse stazionate in vari punti della Galilea, per ordine del Proconsole di Siria, affin di mantenervi il buon ordine e l'alta sovranità di Roma a dispetto di Erode, semplice vassallo dell'Imperatore. È chiaro che questo centurione dimorava da molti anni in Capernaum, poiché vi aveva costruito una sinagoga Luca 7:5. La fama dei miracoli fatti a pro' del basilikos, uffiziale reale Giovanni 4:46 e di Iairo, uomini

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dello stesso suo rango, aveagli rivelato il potere soprannaturale di Cristo. Vari critici antichi e moderni han cercato di identificar questa cura con quella del figlio delbasilikos; ma è strano questo loro tentativo difaccia alle discrepanze dei due racconti. L'uffiziale reale era Giudeo, l'altro Gentile; il primo andò in persona a Cana per domandar l'aiuto di Cristo, il secondo gli mandò dei messi; il primo riteneva la presenza di Cristo indispensabile ad una guarigione, il secondo non si stimava degno, perché Gentile, della presenza di Cristo, ma disse credere fermamente che una parola di Gesù bastasse a guarir la malattia del suo servitore.

2 il quale gli era molto caro,

Il trattamento degli schiavi fra i Romani era cosa molto capricciosa e dipendeva interamente dal carattere dei loro padroni. Per servizi straordinari, come liberazione da una cospirazione o dalla morte, uno schiavo poteva venir liberato, o trattato con affetto dal suo padrone. Ma gli schiavi nati in casa eran trattati con grande indulgenza; nell'infanzia divenivano spesso i compagni di giuochi dei figli del loro padrone, e, ad onta delle distanze sociali, ne risultavano delle amicizie per la vita, cosicché in privato lo schiavo era spesso trattato dal padrone come un suo uguale. Tal fa forse la causa dell'affetto del centurione per questo suo servo; la conoscenza della religione ebraicaaccrebbe senza dubbio quel sentimento, ma non avrebbe potuto produrlo, ammenoché lo schiavo fosse stato il primo a conoscere il vero Dio e fosse stato lo strumento della conversione del padrone.

era malato, e stava per morire.

Matteo ci dice che era stato colpito da paralisi, seguita da grandi dolori; qui vediamo che stava per morire.

PASSI PARALLELI

Matteo 7:28-29

Matteo 8:5-13

Luca 23:47; Matteo 27:54; Atti 10:1; 22:26; 23:17; 27:1,3,43

Genesi 24:2-14,27,35-49; 35:8; 39:4-6; 2Re 5:2-3; Giobbe 31:5; Proverbi 29:21

Atti 10:7; Colossesi 3:22-25; 4:1

Luca 8:42; Giovanni 4:46-47; 11:2-3

3 3. Or il centurione, avendo udito parlar di Gesù,

Forse l'uffiziale reale o Iairo aveangli narrato i miracoli fatti a pro' dei loro figli; può darsi pure che gli consigliassero di rivolgersi a Gesù quelli che eran corsi in aiuto del suo servitore.

gli mandò degli anziani dei Giudei, pregandolo che venisse, e salvasse il suo servitore.

Colla sua solita brevità, Matteo, considerando quello che fu fatto a richiesta del centurione ed in suo nome, come fatto da lui medesimo, dice che andò personalmente da Gesù, ma Luca entra in particolari più minuti. L'uso di mandar mediatori, come fa qui il centurione, è molto antico Numeri 22:15-16, e vige tuttodì in Oriente. Questi deputati non furono già i Rettori della sinagoga di Capernaum, che Luca chiamaarchisinagogoi Atti 13:15, ma alcuni degli anziani, del popolo. Notisi in questo fatto, una prova presuntiva che questo centurione, come Cornelio ed altri pagani istruiti, stanco degli assurdi e perniciosi dommi del paganesimo, avea abbracciato le grandi verità della religione giudaica (che divenisse o no un «proselita della porta»), imperocché dei magistrati giudei non avrebbero accettato una tal commissione per parte di un infedele, Vedi nota Matteo 13:15. Notisi di più, che l'alacrità colla quale gli anziani s'incaricano

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di tal messaggio, prova che non si era ancora sviluppata in Capernaum, come in Gerusalemme, una decisa ostilità contro Gesù. La causa che spinse il centurione a mandare al Signore questi anziani dei Giudei, invece di andarvi egli stesso, non fu già l'orgoglio, bensì una profonda umiltà. Dai Giudei avea imparato fra l'altre cose, che essi erano un popolo in istretta alleanza con Dio, e che esisteva una «parete di mezzo», tra loro ed i «peccatori d'infra i Gentili»; che a questi ultimi non era lecito entrare nel cortile dell'altare, e solo potevan penetrare nel cortile più esterno; cosicché un sentimento profondo della propria indegnità solo lo trattenne dal correre a gittarsi ai piedi di Gesù.

PASSI PARALLELI

Luca 8:41; 9:38; Matteo 8:5; Giovanni 4:47; Filemone 10

4 4. Ed essi, venuti a Gesù, lo pregarono instantemente, dicendo: Egli è degno che tu gli conceda questo; 5. Perciocché egli ama la nostra nazione, ed egli è quel che ci ha edificata la sinagoga.

Letteralmente: egli stesso ha edificato la sinagoga per noi. La deputazione adempì al suo mandato di vero cuore, sostenendo dal punto di vista giuidaico il merito del centurione:

1. perché amava i Giudei, come popolo al quale «gli oracoli di Dio furono fidati», e che godeva l'alto privilegio di essere in alleanza con Dio;

2. perché quell'effetto avea preso una forma pratica, in Capernaum, dove egli risiedeva, spingendolo ad edificar loro una sinagoga a tutte sue spese.

Non si sarebbe potuto fondar su questi atti un merito umano dinanzi a Dio, ma erano preziosi come prova della sincerità della sua fede nell'Iddio d'Israele, che per tanto tempo era stato per lui un «Iddio sconosciuto». Volle lasciare in Capernaum un monumento del suo debito verso l'Iddio d'Israele, provvedendo al suo culto, ed ai bisogni dei suoi adoratori, col ricostruire la sinagoga. Se «la buona fama val meglio che il buon olio odorifero Ecclesiaste 7:1, questo proselita militare la possedeva certamente» (Brown).

PASSI PARALLELI

Luca 7:6-7; 20:35; Matteo 10:11,13,37-38; Apocalisse 3:4

1Re 5:1; 2Cronache 2:11-12; Galati 5:6; 1Giovanni 3:14; 5:1-3

1Cronache 29:3-9; Esdra 7:27-28; 1Giovanni 3:18-19

6 6. E Gesù andava con loro; e come egli era non molto lungi dalla casa, il centurione gli mandò degli amici per dirgli: Signore, non faticarti; perciocché io non son degno che tu entri sotto al mio tetto. 7. Perciò ancora, non mi sono reputato degno di venire a te;

Il Signore seguì subito gli anziani verso la casa del centurione; ma a breve distanza da quella, gli si fece incontro, non il centurione stesso, come sarebbe parso naturale, bensì alcuni intimi amici, che, per parte sua, lo pregarono di non abbassarsi e di non incomodarsi, entrando in casa di uno che per nascita e discendenza era, pagano. La sua profonda umiltà, non già l'indifferenza o qualche pressante dovere della sua carica, lo aveva spinto a mandar da Gesù i suoi amici, invece di presentarglisi in persona. La convinzione che sarebbe un insulto a Cristo se un pagano si presentasse da lui o lo lasciasse entrare in casa sua, esponendolo così a contrarre, per quel giorno almeno, una contaminazione legale, accompagnata da un profondo sentimento della propria indegnità a motivo dei suoi peccati, furon le sole ragioni che lo trattennero. Entrambe son qui ricordate.

7 ma comanda solo con una parola, e il mio servitore sarà guarito.

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Il centurione non crede però che quelle ragioni debbano privarlo del soccorso misericordioso di Cristo a pro del suo servitore; anzi, persuaso che la potenza dell'Iddio vivente era inerente a Cristo o gli era stata comunicata, egli suggerisce che una sola parola, pronunziata là dove Cristo era, fosse bastante a ristabilire in salute il suo servitore.

PASSI PARALLELI

Matteo 20:28; Marco 5:24; Atti 10:38

Luca 8:49

Luca 7:4; 5:8; 15:19-21; Genesi 32:10; Proverbi 29:23; Matteo 3:11; 5:26-27; Giacomo 4:6,10

Luca 4:36; 5:13; Esodo 15:26; Deuteronomio 32:39; 1Samuele 2:6; Salmi 33:9; 107:20; Marco 1:27

8 8. Perciocché io son uomo sottoposto alla podestà altrui, ed ho sotto di me dei soldati e pure, se dico all'uno: Va, egli va; ne all'altro vieni, egli viene; e se dico al mio servitore: Fa questo, egli lo fa.

Qui abbiamo la catena delle idee che aveano attraversata la mente del centurione, e lo aveano spinto a presentar a Cristo, per mezzo di amici quella domanda, come pure il fondamento sul quale essa posava. Egli considera la cosa unicamente da un punto, di vista militare; il suo grado lo faceva essere al tempo stesso un subordinato ed una fonte di autorità; egli doveva implicita ubbidienza ai suoi superiori, e la esigeva da quelli che erano sottoposti ai suoi comandi. Avendo imparato l'ubbidienza, egli si persuade che la morte e la malattia devono senza dubbio ubbidire al loro padrone; avvezzo ad ottenere ubbidienza con una parola sola, egli è convinto che Gesù, avendo, nella sua sfera altissima di comandamento, autorità e potenza su tutti gli elementi di natura, non ha che a dire Va. e la morte gli deve ubbidire. Questa ragione giustificativa della sua domanda ci piace per la sua originalità, è molto logica nelle sue conclusioni, e dimostra una fede intelligente. La sostanza ne è questa: «Se nessuno dei miei soldati ardisce disubbidirmi, qual creatura ardirà disubbidire a questo profeta di Nazaret, cui Dio ha così evidentemente comunicata la propria potenza?

PASSI PARALLELI

Atti 22:25-26; 23:17,23,26; 24:23; 25:26

Atti 10:7-8; Colossesi 3:22; 1Timoteo 6:1-2

9 9. E Gesù, udite queste cose si maravigliò di lui: e, rivoltosi, disse alla moltitudine che lo seguitava: io vi dico, che non pure in Israele ho trovata una cotanta fede.

Cotanta fede indica paragone con altri e minori gradi di fede nella sua potenza miracolosa che Gesù avea osservati durante il suo ministero, e si riferisce non alla domanda del centurione; ma al suo convincimento intelligente che, per una guarigione, non era essenziale il contatto di Gesù col malato, ma bastasse una sola parola per parte di colui che avea diritto di comandare. È naturale che Gesù si maravigliasse di trovar tanta fede in un Gentile di nascita: quella parola però non indica sorpresa quasiché egli avesse imparato allora per la prima volta una cosa che ignorava, ma una piacevole ammirazione. Matteo che scrisse specialmente pei Giudei, aggiunge qui un solenne avvertimento dato a questi ultimi da Gesù e suggerito dal contrasto fra la fede di questo Gentile e la mancanza di quella nel popolo con cui Dio avea stretto il Suo patto, ammonimento che Gesù ripetè in altra occasione Luca 13:28-30. Disse loro che «gli ultimi saranno i primi», che i Gentili fino allora «stranieri dei patti della promessa» entrerebbero in folla nel regno di Dio, rappresentato sotto la figura di un banchetto, godendone sin da ora le promesso benedette, e la eterna felicità nella vita futura, mentre i figli dei patriarchi, increduli e nemici, sarebbero scacciati dalla luminosa Sala del convito nelle tenebre di fuori. Oimè! in che modo maraviglioso si è verificato quell'ammonimento trascurato, dal

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giorno in cui presero su di sé e su i loro figli il sangue di Cristo! «Or io vi dico che molti verranno di Levante e di Ponente, e sederanno a tavola con Abrahamo, con Isacco, e con Giacobbe nel regno dei cieli. E i figliuoli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Quivi sarà il pianto e lo stridor dei denti» Matteo 8:11-12.

PASSI PARALLELI

Matteo 8:10; 15:28

Salmi 147:19-20; Matteo 9:33; Romani 3:1-3; 9:4-5

10 10. E, quando coloro ch'eran stati mondati furono tornati a casa trovarono il servitore ch'era stato infermo esser sano.

Matteo: «E Gesù disse al centurione: Va, e come hai creduto, siati fatto. E il suo famiglio fu guarito in quello istante». Abbiam detto già che Matteo, colla solita sua concisione, racconta questo fatto come avvenuto al centurione stesso, ma Luca ci dice che, ritenendosi indegno della presenza di Cristo, si servì della mediazione di amici giudei; dobbiamo dunque ammettere che la risposta di Cristo, benché destinata, a lui, gli venne trasmessa per mezzo dei suoi amici. Era una risposta piena di bontà indicante cioè che Gesù lo avea trattato secondo la misura della sua fede, ordinando alla morte di lasciar stare quell'ammalato. Essa conteneva pure un incoraggiamento a mirare a più alti gradi di fede: «Come tu hai creduto, siati fatto». Che potremo noi desiderar di più? Eppure a noi come a lui è detto: «Credendo voi riceverete»; «credi solamente». Nella salute dell'anima come nella guarigione del corpo, tutto dipende dalla fede.

PASSI PARALLELI

Matteo 8:13; 15:28; Marco 9:23; Giovanni 4:50-53

RIFLESSIONI

l. È degno di nota che né qui né nel caso dei soldati che andarono da Giovanni Battista, né in quello di Cornelio, troviamo il minimo indizio che la professione militare sia illecita dinanzi a Dio. Al contrario questi esempi, e la storia di molti uomini valorosi e distinti dei tempi posteriori, ci provano che Dio può dar gran grazia a dei soldati e far loro molto onore come suoi servitori.

2. La bontà è carattere distintivo di questo centurione, e si manifesta in tre modi. La vediamo nel modo in cui tratta il suo servo, assistendolo con tenera cura nella malattia e facendo di tutto per rendergli la salute. La vediamo pure nei suoi sentimenti verso i Giudei. Non li disprezza, come usan fare gli altri Gentili. Gli anziani del popolo gli rendono questa lode: «Egli ama la nostra nazione». La vediamo infine nella generosità con cui sostiene il culto giudaico in Capernaum. Non amava Israele «di parola, né della lingua, ma d'opera e in verità» 1Giovanni 3:18. Gli anziani che egli mandò a Gesù appoggiarono la sua domanda col dire: «Egli è quel che ci ha edificata la sinagoga». Questa sua disposizione benefica, egli la dovea alla grazia di Dio, che gli avea dato un cuore nuovo. La sua conoscenza delle cose divine era senza dubbio tuttora imperfetta; ma la luce che possedeva esercitava grande influenza sulla sua vita, ed a questo riguardo dovremmo proporcelo come esempio.

3. Che potente difesa del Cristianesimo ci vien fornita dalla impressione prodotta su questo pagano dalla fama di Cristo, e dalla sua certezza che una sola parola di Gesù, pronunziata anche a distanza, fosse sufficiente per adempiere tutti i suoi desiderii! Il Cristo dei razionalisti o dei negativisti non avrebbe mai potuto né acquistar la fama, né eccitar tali speranze nel cuore di un pagano.

4. Nell'accordar questa grazia ad un Gentile, Cristo non si diparte dal mandato ricevuto dal Padre Matteo 15:24. Non fu né la costruzione della sinagoga, né la raccomandazione degli

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anziani, ma la sola sua fede che fece entrare il centurione nell'Israele spirituale, e lo rese partecipe della «circoncisione del cuore» Romani 11:29; per la quale si entra nel regno di Dio.

5. Che cosa vi può esser di più maraviglioso che di veder Gesù maravigliarsi? Non lo vediamo ammirare la pompa o la grandezza umana; ma quando ei vede i frutti buoni della fede, egli è rapito dalla maraviglia. C'insegni questo ad ammirar quello che Cristo ammira; ci faccia maggiore effetto la minima misura di grazia di un uomo reso buono da Cristo, che non tutte le glorie di un uomo grande secondo il mondo; non invidiamo questi, ma ammiriamo ed imitiamo il primo.

6. Notevole e degno di lode è il modo con cui il centurione tratta il suo servo. Non lo scaccia di casa, quando non può più servirlo; ma cerca il migliore aiuto che può per lui. Alcuni padroni han meno riguardi per i loro servi ammalati che per i loro buoi, o i loro cavalli, per esempio l'Amalechita 1Samuele 30:13; ma non è degno di avere un buon servitore chi, in tempo di malattia, non è pronto a servirlo a suo turno. I padroni cristiani dovrebbero esser pronti a riconoscere la fedeltà e l'ubbidienza dei loro servitori, interessarsi ad essi, e non dimenticarli nei loro bisogni temporali o spirituali.

7. Gesù non negò di avere il potere che venivagli attribuito dal Centurione, come avrebbe dovuto fare, se fosse stato una mera creatura; ché in tal caso sarebbe stato bestemmia il riceverlo. Anzi, in ogni occasione, più era il concetto che gli uomini si facevano di lui, più piaceva al suo spirito. Essi non gli ascrivevano se non quello che gli apparteneva; ma questo dimostrava la misura della loro fede.

8. Una fede simile a quella del Centurione era rara al tempo di Cristo. I Farisei gridavano: «Facci vedere un Segno dal cielo»; le moltitudini gli si affollavano intorno solo per vedere le sue opere maravigliose: è dunque naturale che lo riempia di ammirazione la fede dimostrata da questo Gentile. I figli di quelli che erano stati condotti attraverso il deserto avrebber dovuto credere i primi, e fra gli ultimi ci saremmo aspettati a trovare uno che nell'infanzia avea piegato il ginocchio dinanzi agli idoli; ma «i primi eran diventati ultimi, e gli ultimi i primi». Coltiviamo lo stesso benedetto spirito di fede che animava il centurione. C'incoraggia a farlo il Salvatore, dicendo: «Come hai creduto, siati fatto!» Abbiam ben altre ragioni che egli non avesse per affidarci a Cristo, come ad uno che «può salvare appieno». Non abbiamo noi le sue promesse? Riposiamoci su di esse e non dubitiamo, perché la parola di Cristo è un fondamento stabile.

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Proposta di dialogo con il lettore, attraverso la vita di San Francesco

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LA PAROLA DI OGGI19 settembre 2012MercoledìS. GennaroXXIV tempo ordinario - (B) - IV

PREGHIERA DEL MATTINOSii benedetto per la tua Chiesa indivisa, "colonna e sostegno della verità". In essa la nostra fede è confortata, la speranza ravvivata, la carità infiammata. In essa riceviamo il Corpo e il Sangue prezioso dell'Agnello, che ci preservano dal portare amari frutti e riempiono invece la nostra vita della realtà gioiosa della risurrezione. Chiesa, Corpo di Cristo, fonte inesauribile di gioia, Chiesa senza macchie né difetti, Chiesa uscita dal Cuore dell'Unigenito, in te io respiro profondamente; di te io dico senza reticenza che sei santa e bella e che nel tuo grembo materno io ricevo il puro dono venuto dal cielo, lo Spirito Santo.

ANTIFONA D'INGRESSODa', o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)

COLLETTAO Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Cor 12,31- 13,13)Rimangono la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di tutte

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è la carità.Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai CorinziFratelli, desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 32)R. Beato il popolo scelto dal Signore.Lodate il Signore con la cetra,con l'arpa a dieci corde a lui cantate.Cantate al Signore un canto nuovo,con arte suonate la cetra e acclamate. R.Perché retta è la parola del Signoree fedele ogni sua opera.

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Egli ama la giustizia e il diritto,dell'amore del Signore è piena la terra. R.Beata la nazione che ha il Signore come Dio,il popolo che si è scelto come sua eredità.Su di noi sia il tuo amore, Signore,come da te noi speriamo. R.

CANTO AL VANGELO (cf. Gv 6,63c.68c)R. Alleluia, alleluia.Le tue parole, Signore, sono spirito e sono vita:tu hai parole di vita eterna.ma ascoltate la voce del Signore.R. Alleluia.

VANGELO (Lc 7,31-35)Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.+ Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, il Signore disse: "A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!".È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: "È indemoniato". È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e voi dite: "Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!".Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli".Parola del Signore.

OMELIASiamo degli stolti. Per tutta la nostra vita, per tutto il giorno, Dio ci chiama e noi non ci accorgiamo di nulla.Siamo degli stolti. Per la strada, la vecchia che fa fatica a portare le borse della spesa. Nel nostro palazzo, i bambini a cui prestiamo la nostra attenzione solo per dire loro che fanno troppo rumore. Al lavoro, l'uomo che arriva un mattino più felice del solito. Sono tutti figli di Dio per mezzo dei quali Dio ci fa un cenno. I segni di Dio sono sempre inattesi e provocano stupore. Solo raramente

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corrispondono a quello che ci possiamo aspettare. "È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: ha un demonio. È venuto il Figlio dell'uomo che mangia e che beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone...".I segni di Dio sono altrettante grazie, doni gratuiti di Dio.Noi chiediamo: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano". Dio è là, ogni giorno egli ci fornisce nutrimento per la nostra fede e noi passiamo oltre senza accorgerci di nulla. Cerchiamo allora di non comportarci più come degli stolti e stiamo invece più attenti. Dio ci conceda la sapienza, il suo modo di vedere tutto e tutti, il suo modo di vedere la nostra stessa vita. Infatti la sapienza è Dio stesso in azione, Dio che si rivela nel suo disegno d'amore. Concedimi, Signore, la sapienza che siede accanto a te.

PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli con bontà, Signore, i doni e le preghiere del tuo popolo, e ciò che ognuno offre in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONEIl calice della benedizione che noi benediciamo è comunione con il sangue di Cristo; e il pane che spezziamo è comunione con il corpo di Cristo. (cf. 1Cor 10,16)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONELa potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERASignore, concedimi di vedere in te il Figlio di Dio, l'Altissimo rivestito della nostra carne, che fu disprezzato e coperto di ingiurie. Con le tue braccia inchiodate sulla croce hai dato le dimostrazioni più evidenti dell'amore del tuo cuore, Agnello sacrificato. Molti si sono rifiutati di vedere in te il Signore. Fa' che io non mi fermi alle apparenze per quanto riguarda il tuo purissimo corpo, la Chiesa composta di peccatori. Nessuno nutra nei suoi confronti una diffidenza irriducibile. Concedici invece di entrare nel movimento d'amore che, in essa, ci conduce a te.

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LA PAROLA DI OGGI20 settembre 2012GiovedìSs. Andrea K.T., Paolo C.H. e compagniXXIV tempo ordinario - (B) - IV

PREGHIERA DEL MATTINOQuesta mattina mi inviti a non trascurare il dono della grazia che è in me. Grazia del battesimo, grazia della cresima, grazia di tante riconciliazioni e comunioni, grazia di pietre vive della Chiesa, miei fratelli, grazia della tua parola fecondatrice, infinite grazie segrete che solo il Re conosce e dono ricevuto per mezzo dei profeti. Tu vuoi che tutti si accorgano dei miei progressi. Dio, preservami dalla tiepidezza! Fammi riprendere slancio affinché i tuoi doni copiosi possano svilupparsi, raggiungendo una pienezza finora sconosciuta.

ANTIFONA D'INGRESSODa', o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del

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tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)

COLLETTAO Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Cor 15,1-11)Così predichiamo e così avete creduto.Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai CorinziVi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 117)R. Rendete grazie al Signore perché è buono.Rendete grazie al Signore perché è buono,perché il suo amore è per sempre.Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». R.La destra del Signore si è innalzata,la destra del Signore ha fatto prodezze.Non morirò, ma resterò in vitae annuncerò le opere del Signore. R.

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Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,sei il mio Dio e ti esalto. R.

CANTO AL VANGELO (Mt 11,28)R. Alleluia, alleluia.Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,e io vi darò ristoro, dice il Signore.R. Alleluia.

VANGELO (Lc 7,36-50)Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.+ Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di' pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!».

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Parola del Signore.

OMELIALa misericordia, la gioia di Dio che ama fino al perdono, la gioia di Dio che vede questa donna compiere un atto di fede nel suo amore. Credere all'amore. Credere alla misericordia per essere testimoni dell'amore, della misericordia, perché il nostro mondo ha bisogno proprio di questa testimonianza. Il nostro mondo è duro. Non crede all'amore gratuito, all'amore che si fa dono, alla misericordia. Nel dire ciò noi non ci lamentiamo della durezza dei tempi perché la misericordia di Dio è operante. Io ne sono la prova vivente, perché per me Cristo ridice di nuovo la storia della peccatrice.Essere consapevoli di essere frutto della misericordia di Dio. Cristo ci ha dato un segno della sua dolce misericordia col sacramento della penitenza. È per noi abitualmente fonte di vita? Lasciamo regolarmente a Cristo la gioia di perdonarci? Questo è infatti il sacramento della penitenza: un atto di fede nell'amore. Molto spesso ci teniamo lontani da questo sacramento. Noi pensiamo innanzi tutto alla confessione dei nostri peccati: la confessione è certamente di capitale importanza. È un'azione dell'uomo libero che si riconosce povero e peccatore di fronte a Dio. Dovremmo invece pensare di più alla gioia di Dio che, ogni volta che un uomo, in un atto libero e bello della sua volontà, si rivolge a lui per essere perdonato, si vede riconoscere Amore misericordioso.Grazie al sacramento della penitenza, il battezzato si sente divenire oggetto del perdono e potrà allora essere soggetto della misericordia. Potrà testimoniare che Dio è amore, se lui stesso si lascia rigenerare nell'amore. Il sacramento della penitenza è la realizzazione della profezia: "Vi darò un cuore nuovo". La penitenza è un cambio di cuori. L'uomo dà a Dio il proprio cuore indurito dal peccato e Dio lo rigenera, lo riscalda con il perdono. Il battezzato potrà allora amare e a sua volta perdonare.

PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli con bontà, Signore, i doni e le preghiere del tuo popolo, e ciò che ognuno offre in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

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Quanto è preziosa la tua misericordia, o Dio! Gli uomini si rifugiano all'ombra delle tue ali. (Sal 36,8)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONELa potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERAOppresso dal peso dei miei peccati, mi inginocchio davanti a te e, proprio come la peccatrice, ti bacio i piedi. Ah! Concedimi questa sera le lacrime copiose del suo pentimento, lacrime nate da un grande amore, dal rimorso infinito di aver offeso te che sei la bellezza, l'unica gioia che sazia. Voglio cancellare il mio passato carico di peccati, voglio offrirtelo come olio profumato mescolato alle lacrime. Mi stavo perdendo e tu sei venuto, Dio mio, e la mia miseria è stata riassorbita dal tuo cuore che perdona tutto. Alleluia!_#_#_#_#_#_#_#_#_#_

LA PAROLA DI OGGI21 settembre 2012VenerdìS. Matteo, apostoloXXIV tempo ordinario - (B) - P

PREGHIERA DEL MATTINOBeato apostolo Matteo, dicci cosa è avvenuto tra te e Gesù, perché alla sua chiamata hai lasciato tutto per seguirlo subito, parlaci del suo sguardo, che ti ha convinto più delle sue parole. Prega il Figlio di Davide perché noi possiamo incontrarlo come tu l'hai incontrato, perché ci mettiamo sempre al suo seguito e gli proviamo il nostro amore nella radicalità delle esigenze evangeliche. Dio è venuto alla tua tavola, e certamente era quella dei peccatori, ma era soprattutto la tua anima peccatrice che egli si è degnato di visitare, mangiando e comunicando con te. Intercedi presso Dio clementissimo perché noi incontriamo la misericordia, e perché, cessando di allinearci con quelli che si scandalizzano, non esitiamo

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più ad andare incontro all'umanità più peccatrice, più reietta, più malata, per annunciarle che il medico delle nostre anime è vivo.

ANTIFONA D'INGRESSODice il Signore: "Andate, predicate il Vangelo a tutte le genti, battezzatele e insegnate loro a osservare tutte le cose che vi ha comandato". (cf. Mt 28,19-20)

COLLETTAO Dio, che nel disegno della tua misericordia, hai scelto Matteo il pubblicano e lo hai costituito apostolo del Vangelo, concedi anche a noi, per il suo esempio e la sua intercessione, di corrispondere alla vocazione cristiana e di seguirti fedelmente in tutti i giorni della nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ef 4,1-7.11-13)Cristo ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere evangelisti.Dalla lettera di san Paolo apostolo agli EfesiniFratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.Parola di Dio.

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SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 18)R. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.I cieli narrano la gloria di Dio,l'opera delle sue mani annuncia il firmamento.Il giorno al giorno ne affida il raccontoe la notte alla notte ne trasmette notizia. R.Senza linguaggio, senza parole,senza che si oda la loro voce,per tutta la terra si diffonde il loro annuncioe ai confini del mondo il loro messaggio. R.

CANTO AL VANGELOR. Alleluia, alleluia.Non ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;ti acclama il coro degli apostoli.R. Alleluia.

VANGELO (Mt 9,9-13)Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.+ Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».Parola del Signore.

OMELIAMistero di questa chiamata, come di ogni vocazione, tanto più che ci troviamo qui all'ultima fase di un processo interiore di una certa durata. Il "Seguimi" pronunciato da Gesù trova in ogni caso il terreno preparato, dal momento che la risposta è immediata: "Egli si alzò e lo seguì". E Matteo subito si unì al gruppo degli apostoli,

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in cui il suo arrivo dovette destare sorpresa: un pubblicano fra questi uomini del popolo, alcuni dei quali erano zeloti, e quindi della fazione opposta! Uno che, per mestiere, trafficava col denaro, un uomo fraudolento come tutti i suoi colleghi, fra pescatori che, invece, guadagnavano duramente la loro vita! Ma si doveva pur dare inizio alla Chiesa, che è conciliazione degli opposti. Da parte sua Matteo cerca di trascinare i suoi colleghi verso Gesù, e così quest'insolito gruppo si mette a tavola con i discepoli. Per i farisei, che sono venuti a spiare, il Signore ha fallito la sua prima prova: come potrebbe un uomo di Dio frequentare questa gentaglia? Ma Gesù riesce a dominare la situazione, con una parabola sensata e un passo di Osea: il medico va agli ammalati, come è suo dovere; e a tutti i sacrifici Dio predilige la misericordia. Probabilmente perché la misericordia è il sacrificio che ci costa di più: ecco perché la trascuriamo così spesso...

PREGHIERA SULLE OFFERTEVeniamo a te, Signore, con offerte e preghiere, celebrando la memoria di san Matteo; guarda benigno la tua Chiesa e custodiscila nella fede, che gli Apostoli hanno propagato con l'annunzio del Vangelo. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONEDice il Signore:"Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori". (Mt 9,13)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONEO Padre, tu ci fai rivivere nell'Eucaristia l'esperienza gioiosa di san Matteo, che accolse come ospite il nostro Salvatore; fa' che possiamo sempre ricuperare le nostre energie alla mensa di colui che è venuto a chiamare a salvezza non i giusti, ma i peccatori, Gesù Cristo, nostro Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

PREGHIERA DELLA SERAChi troverà la donna perfetta? Benedette siano le donne che erano con te e con gli apostoli quando percorrevi città e villaggi proclamando il lieto messaggio del regno di Dio. Lodato sii per tutte le donne, spose o consacrate, che ti hanno servito e ti servono nei poveri, nella tua Chiesa, senza mai rinunciare alla loro offerta

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primordiale, nell'estrema carità del cuore in cui culmina la compassione della madre. Concedi a ogni donna gli occhi della Theotokos, la madre di Dio, per vedere su tutta la superficie della terra i volti muti e strazianti della miseria._#_#_#_#_#_#_#_#_#_

LA PAROLA DI OGGI23 settembre 2012DomenicaS. Pio da PietrelcinaXXV tempo ordinario - (B) - I

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PREGHIERA DEL MATTINOTrinità Santa e Beata, ti adoro e ti ringrazio perché oggi mi doni di celebrare il santo mistero della morte e risurrezione del Signore Gesù. Per la partecipazione a così grande mistero, concedici di imitare ciò che celebreremo: di essere umili servitori dei nostri fratelli, di accoglierci a vicenda come tu oggi ci accogli.

ANTIFONA D'INGRESSO"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò, e sarò il loro Signore per sempre".

COLLETTAO Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misura del tuo regno; donaci la sapienza che viene dall'alto, perché accogliamo la parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che serve. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sap 2,12.17-20)Condanniamo il giusto a una morte infamante.Dal libro della Sapienza[Dissero gli empi:] "Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l'educazione ricevuta.Vediamo se le sue parole sono vere; consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione. Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà".Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 53)R. Il Signore sostiene la mia vita.Dio, per il tuo nome, salvami,

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per la tua potenza rendimi giustizia.Dio, ascolta la mia preghiera,porgi l'orecchio alle parole della mia bocca. R.Poiché stranieri contro di me sono insortie prepotenti insidiano la mia vita;non pongono Dio davanti ai loro occhi. R.Ecco, Dio è il mio aiuto,il Signore sostiene la mia vita.Ti offrirò un sacrificio spontaneo,loderò il tuo nome, Signore, perché è buono. R.

SECONDA LETTURA (Gc 3,16 - 4,3)Per coloro che fanno opere di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.Dalla lettera di san Giacomo apostoloFratelli miei, dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall'alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni.Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (cf. 2Ts 2,14)R. Alleluia, alleluia.Dio ci ha chiamati mediante i Vangelo,per entrare in possesso della gloria del Signore Gesù Cristo.R. Alleluia.

VANGELO (Mc 9,30-37)Il Figlio dell'uomo viene consegnato... Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

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+ Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: "Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà". Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo per la strada?". Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti". E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: "Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato".Parola del Signore.

OMELIAIl santo battesimo ci ha inseriti nella morte del Signore, ci ha resi conformi al suo sacrificio. Questa è la radice della nostra esistenza cristiana, la sua sorgente profonda: il frutto deve essere l'umiltà, l'esistenza che ne sgorga deve essere un'esistenza donata nel servizio. È questo un punto centrale della vita cristiana. In essa, e dunque nella Chiesa, la logica delle "precedenze" è completamente rovesciata: il primo è colui che si fa il servo di tutti, come Gesù, il cui primato è stato posto dalla sua obbedienza ed immolazione sulla croce. La vera dignità è nella possibilità offerta all'uomo di imitare l'umiltà del Verbo Incarnato. Una conseguenza sconvolgente: il piccolo è il "sacramento" di Gesù e quindi in lui accogliamo il Padre.

PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli, o Padre, l'offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

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"Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo e il servo di tutti", dice il Signore. (Mc 9,35)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONEGuida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti, perché la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE"Chi saprà essere piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli". Noi comprendiamo così che è per mezzo dell'umiltà che si giunge al regno, e per mezzo della semplicità che si entra in cielo.Colui che desidera arrivare alle vette della divinità si dedichi dunque ad abbassarsi nell'umiltà; chiunque voglia precedere suo fratello nel regno, lo preceda innanzi tutto servendolo, come dice l'apostolo: "Gareggiate nello stimarvi a vicenda" (Rm 12,10); egli trionfi per mezzo delle sue buone azioni per poter trionfare per mezzo della santità. Perché se un fratello non ti fa un torto, il suo atteggiamento merita il tuo amore; e se ti fa un torto, il suo atteggiamento merita ulteriormente che tu prevalga su di lui. Il punto più alto del nostro cristianesimo è dare il nostro amore a coloro che ci amano, e la pazienza a coloro che ci fanno un torto.Così colui che sarà stato il più paziente davanti alle ingiurie, sarà il più potente nel regno.Infatti, non si arriva al regno dei cieli attraverso l'orgoglio, le ricchezze, il potere, ma attraverso l'umiltà, la povertà, la dolcezza. "Stretta e angusta è la via che porta al regno".Colui dunque che sarà stato esaltato dagli onori e gonfiato da oro e tesori, come un animale troppo carico e ingombro, non potrà andare sul cammino del regno passando per la via stretta; appena crederà di esservi giunto, poiché la porta stretta non potrà lasciar passare ciò di cui è carico, ed egli, respinto all'entrata, sarà costretto a tornare indietro.Infatti la porta celeste è per un ricco stretta come la cruna di un ago è piccola per un cammello; così dice il Signore: "È più facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago, che un ricco

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entri nel regno dei cieli".SAN MASSIMO DI TORINO

LA PAROLA DI OGGI24 settembre 2012LunedìB.V. Maria della MercedeXXV tempo ordinario - (B) - I

PREGHIERA DEL MATTINOIl sole sorge all'orizzonte. All'inizio di questa nuova giornata, unisco la mia lode ai canti dei pellegrini, lodo il tuo nome, o Gesù Cristo, luce per l'uomo d'oggi, che vieni sulla terra per tutti i poveri che sperano. Giungi fino a me e risana la mia cecità; tocca i miei occhi affinché possano vedere verso quale amore tu ci guidi.

ANTIFONA D'INGRESSO"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò e sarò il loro Signore per sempre".

COLLETTAO Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa' che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

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PRIMA LETTURA - (Pr 3,27-35)Il Signore ha in orrore il perverso.Dal libro dei ProverbiFiglio mio: non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilità di farlo. Non dire al tuo prossimo: «Va', ripassa, te lo darò domani», se tu possiedi ciò che ti chiede.Non tramare il male contro il tuo prossimo, mentre egli dimora fiducioso presso di te. Non litigare senza motivo con nessuno, se non ti ha fatto nulla di male. Non invidiare l'uomo violento e non irritarti per tutti i suoi successi, perché il Signore ha in orrore il perverso, mentre la sua amicizia è per i giusti.La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio, mentre egli benedice la dimora dei giusti. Dei beffardi egli si fa beffe e agli umili concede la sua benevolenza.Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 14)R. Il giusto abiterà sulla tua santa montagna, Signore.Colui che cammina senza colpa,pratica la giustiziae dice la verità che ha nel cuore,non sparge calunnie con la sua lingua. R.Non fa danno al suo prossimoe non lancia insulti al suo vicino.Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,ma onora chi teme il Signore. R.Non presta il suo denaro a usurae non accetta doni contro l'innocente.Colui che agisce in questo modoresterà saldo per sempre. R.

CANTO AL VANGELO (Mt 5,16)R. Alleluia, alleluia.Risplenda la vostra luce davanti agli uomini,perché vedano le vostre opere buonee rendano gloria al Padre vostro.R. Alleluia.

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VANGELO (Lc 8,16-18)La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.+ Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.Non c'è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».Parola del Signore.

OMELIALuce. Parola semplice, parola meravigliosa. Per ognuno di noi è una parola carica di ricordi... Il lampo nella notte fa paura, i primi raggi del sole all'alba ridanno coraggio e speranza. C'è forse uno spettacolo più bello, un momento più esaltante di quando si raggiunge la cima di una montagna mentre spunta il sole?Come ogni avvenimento importante anche questo è preceduto da alcune prove. Dapprima la notte, una notte buia e fredda, a volte glaciale, resa ancora più penosa dai venti. Il momento tanto atteso tarda a giungere, bisogna aspettare, bisogna saper aspettare. Mentre le stelle sbiadiscono lentamente, l'orizzonte lontano si copre dolcemente di un alone chiaro, che si fa rosa col passare del tempo. Il momento atteso arriva, infine, quando una riga rossa sottile si staglia nel cielo e si ingrandisce a vista d'occhio verso l'est. Si leva il giorno.La luce della fede, questa luce preziosa, si accende nelle nostre anime allo stesso modo, se sappiamo aspettarla, sollecitarla con la preghiera. E la grazia segue la luce, la luce diventa grazia. Dio è presente.Con il battesimo noi abbiamo ricevuto questa piccola luce nel nostro cuore, nell'intimo della nostra anima. Ma può capitare che, col passare degli anni, la fiamma di questa piccola torcia diminuisca e tenda a spegnersi. Dobbiamo allora fare molta attenzione, vegliare e non accettare che si spenga definitivamente. Dobbiamo ravvivarla e conservarla sempre al centro della nostra vita in balia di dubbi e domande. Dobbiamo proteggerla e tenerla

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sempre accesa affinché possa illuminarci, guidarci nelle nostre scelte, nelle nostre decisioni o nelle nostre azioni, ed inondi tutta la nostra vita.Dobbiamo proteggerla e tenerla sempre accesa affinché la nostra vita sia essa stessa una luce per tutti quelli che incontriamo e che, come noi, cercano Cristo, fonte di ogni vera luce grazie al suo Amore infinito.

PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli, o Padre, l'offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE"Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me", dice il Signore. (Gv 10,14)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONEGuida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti, perché la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERA"Mehr Licht...", "Più luce!", esclamava Goethe, il grande poeta tedesco in punto di morte. Reclamava che aprissero le finestre perché non voleva morire nell'incertezza della penombra. Sentendo ormai prossimo il crepuscolo della sua vita, il poeta voleva vedere, capire...Signore Gesù, stammi vicino, sii misericordioso: concedimi la luce eterna della fede, che mi illumini e mi conduca a te durante tutta la mia vita. E, quando scenderà per me l'ultima notte, la tua luce mi conduca alla casa del Padre._#_#_#_#_#_#_#_#_#_

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LA PAROLA DI OGGI25 settembre 2012MartedìS. CleofaXXV tempo ordinario - (B) - I

PREGHIERA DEL MATTINO"Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica". Eppure, a chi potremmo rivolgerci se non a te, Vergine Maria, Madre di Dio e degli uomini, quando cerchiamo di fare la volontà di Dio mettendo in pratica l'insegnamento di suo Figlio? Tu, Madre degli uomini, hai saputo trovare a Cana le parole giuste per attirare l'attenzione di tuo Figlio sulla mancanza di vino, affinché nessuna ombra turbasse la

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luminosa felicità dei giovani sposi, alle soglie di una nuova vita. Sii nostra interprete presso tuo Figlio, nostro Signore. Chiedigli di guardarci con occhi comprensivi. Veda la nostra miseria, perdoni le nostre debolezze, ci sostenga con la sua grazia nei nostri sforzi per diventare suoi veri discepoli.

ANTIFONA D'INGRESSO"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò e sarò il loro Signore per sempre".

COLLETTAO Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa' che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Pr 21,1-6.10-13)Proverbi di carattere vario.Dal libro dei ProverbiIl cuore del re è un corso d'acqua in mano al Signore: lo dirige dovunque egli vuole. Agli occhi dell'uomo ogni sua via sembra diritta, ma chi scruta i cuori è il Signore. Praticare la giustizia e l'equità per il Signore vale più di un sacrificio. Occhi alteri e cuore superbo, lucerna dei malvagi è il peccato. I progetti di chi è diligente si risolvono in profitto, ma chi ha troppa fretta va verso l'indigenza. Accumulare tesori a forza di menzogne è futilità effimera di chi cerca la morte. L'anima del malvagio desidera fare il male, ai suoi occhi il prossimo non trova pietà. Quando lo spavaldo viene punito, l'inesperto diventa saggio; egli acquista scienza quando il saggio viene istruito. Il giusto osserva la casa del malvagio e precipita i malvagi nella sventura. Chi chiude l'orecchio al grido del povero invocherà a sua volta e non otterrà risposta.Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 118)R. Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi.Beato chi è integro nella sua via e cammina nella legge del Signore.Fammi conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò le tue meraviglie. R.Ho scelto la via della fedeltà, mi sono proposto i tuoi giudizi.

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Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore. R.Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, perché in essi è la mia felicità.Osserverò continuamente la tua legge, in eterno, per sempre. R.

CANTO AL VANGELO (cf. Lc 11,28)R. Alleluia, alleluia.Beati coloro che ascoltano la parola di Dioe la osservano.R. Alleluia.

VANGELO (Lc 8,19-21)Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.+ Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».Parola del Signore.

OMELIAL'amore è uno dei più grandi misteri della vita dell'uomo, se non il più grande. È indispensabile a tal punto che una vita senza amore non è più una vita.Il Vangelo celebra spesso la grandezza dell'amore.Con la sua presenza alle nozze di Cana, Cristo ha benedetto l'unione di una giovane coppia. La sua compassione per i malati, la sua simpatia per i poveri occupano tutte le pagine dei Vangeli. Il suo amore per gli uomini l'ha condotto al sacrificio supremo nell'obbedienza al Padre. Questa obbedienza ha le sue radici nell'amore. L'amore di Gesù per sua madre ci è rivelato alla croce, quando, prima di morire, l'affida a Giovanni, il discepolo prediletto. Eppure, nel brano che abbiamo letto del Vangelo di Luca, Gesù sembra "rinnegare" sua madre. Ma lo fa davvero? No: si tratta di altro. In realtà la frase chiave: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica" è la sintesi dell'amore supremo che egli ci insegna.Dio è Amore. Colui che professa quest'amore e lo mette in pratica

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fa già parte della grande famiglia di Cristo, del suo regno sulla terra, regno che sta per annunciare e costruire con il suo insegnamento e con il suo esempio, Vangelo vivo.Gesù non rinnega allora la famiglia, ma la ingrandisce, l'allarga. Di qui l'importanza del secondo elemento della sua affermazione: "e la mettono in pratica", in cui si riferisce a coloro che traducono la parola di Dio in atti, che la vivono quotidianamente, costruendo giorno dopo giorno il regno di Dio, la cui legge fondamentale è l'amore.L'amore non può allora essere un mero slogan di qualche ideologia, né una teoria bella ma senza realtà. L'amore è vita. Grazie all'amore ogni vita comincia, cresce, si arricchisce e si compie. San Paolo, più tardi, avrebbe celebrato la gloria dell'amore.

PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli, o Padre, l'offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE"Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me", dice il Signore. (Gv 10,14)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONEGuida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti, perché la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERAEcco giunta l'ora di chiudere la nostra giornata. Ci viene in mente l'immagine della Vergine Maria quando ascolta suo Figlio e questo ci invita alla preghiera. Pregheremo con san Francesco d'Assisi: "Salve Maria, Regina, Santa Madre di Dio. Tu sei la Vergine divenuta Chiesa, scelta dal Padre nei cieli, consacrata da lui, come un tempio, con il suo Figlio prediletto e con lo Spirito Paraclito... Guidaci a tuo Figlio. Amen"._#_#_#_#_#_#_#_#_#_

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LA PAROLA DI OGGI26 settembre 2012MercoledìSs. Cosma e DamianoXXV tempo ordinario - (B) - I

PREGHIERA DEL MATTINOIl nostro cuore è assetato della tua parola, Signore. Tu hai dato agli apostoli il compito esaltante di proclamare la tua parola e quello di condurci al tuo regno. Questa mattina, concedici la grazia che le nostre orecchie siano attente e i nostri cuori sensibili, affinché nessuna delle tue parole si perda. Fa' che l'insegnamento da esse proclamato cada nel terreno delle nostre anime e vi produca frutti spirituali, garanzie di eternità.

ANTIFONA D'INGRESSO"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò e sarò il loro Signore per sempre".

COLLETTAO Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa' che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Pr 30,5-9)Non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane.Dal libro dei ProverbiOgni parola di Dio è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo.Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: «Chi è il Signore?», oppure, ridotto all'indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio.

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Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 118)R. Lampada per i miei passi, Signore, è la tua parola.Tieni lontana da me la via della menzogna,donami la grazia della tua legge.Bene per me è la legge della tua bocca,più di mille pezzi d'oro e d'argento. R.Per sempre, o Signore,la tua parola è stabile nei cieli.Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero,per osservare la tua parola. R.I tuoi precetti mi danno intelligenza,perciò odio ogni falso sentiero.Odio la menzogna e la detesto,amo la tua legge. R.

CANTO AL VANGELO (Mc 1,15)R. Alleluia, alleluia.Il regno di Dio è vicino;convertitevi e credete nel Vangelo.R. Alleluia.

VANGELO (Lc 9,1-6)Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.+ Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.Parola del Signore.

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OMELIA"Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi". Ecco qual è la missione dei dodici apostoli, secondo quanto ha stabilito Cristo duemila anni fa. Dopo la morte e la risurrezione di Cristo, sotto l'impulso dello Spirito Santo, i Dodici si sono messi all'opera. Poi, dopo un certo tempo, si sono dati dei successori, che a loro volta hanno trasmesso il loro potere e il loro dovere di conservare e di proclamare la fede.I successori degli apostoli, con a capo il successore di Pietro, continuano ancor oggi l'evangelizzazione del mondo e formano la gerarchia della Chiesa. Ma i poteri e i doveri sono rimasti gli stessi. Fa bene, ogni tanto, ricordare queste verità elementari, poiché l'opinione diffusa - e spesso anche la nostra - vorrebbe attribuire ai pastori della Chiesa altri compiti che appaiono più utili o più urgenti.È incontestabile che alcune deviazioni sono oggi molto alla moda. L'opinione pubblica, il famoso "parere della maggioranza", si esprime nei voti o nei sondaggi, e tende a considerare questi risultati come "verità". Ma la verità è raramente il frutto dei voti di una maggioranza già nella vita corrente, e non lo è mai in materia di religione o di fede. La Chiesa di Cristo non è una repubblica parlamentare. Le sue leggi non vengono dal consenso dei suoi componenti, ma da Dio e dall'insegnamento di suo Figlio, che noi ritroviamo nei Vangeli.I vescovi, successori degli apostoli, hanno ricevuto in consegna questo insegnamento con il duplice incarico di serbarlo puro e di proclamarlo, a qualsiasi prezzo. Molti sono coloro che hanno pagato con la loro vita questa fedeltà. Nell'esercizio del loro apostolato, sacerdoti e vescovi meritano la nostra stima e il nostro rispetto. Noi siamo solidali con loro nella proclamazione - nell'annuncio - della parola di Dio. Siamo tutti chiamati a quest'opera, ognuno secondo il proprio carisma. La differenza stessa dei carismi mostra che dobbiamo essere complementari e non opposti in questo incarico. La cooperazione è la nostra forza, la divisione sarà la nostra rovina. Il nostro motto deve allora essere: "Viribus unitis", con tutte le nostre forze unite nel servizio

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del regno.Ma è davvero sempre così?

PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli, o Padre, l'offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE"Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me", dice il Signore. (Gv 10,14)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONEGuida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti, perché la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERASignore, tu che hai dato agli apostoli il potere di conservare e di proclamare fedelmente il Vangelo su tutta la terra, a tutti i popoli, concedici un cuore docile e un'anima attenta affinché, ascoltando il loro insegnamento, lo viviamo fedelmente durante tutta la nostra vita, per avere, nella dimora del Padre, il posto che hai promesso ai servi fedeli. Amen.

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LA PAROLA DI OGGI27 settembre 2012GiovedìS. Vincenzo de' PaoliXXV tempo ordinario - (B) - I

PREGHIERA DEL MATTINOLascia che ci rivolgiamo a te, Signore Dio, con le parole del salmista; inonda, questa mattina, i nostri cuori del tuo amore, affinché passiamo la nostra giornata nella gioia e nella lode al tuo nome. "Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio: rafforza per noi l'opera delle nostre mani, l'opera delle nostre mani rafforza" (Sal 90,17). Perché questa terra sia più bella e gli uomini diventino migliori, fa' di noi, Signore, degli strumenti della tua pace.

ANTIFONA D'INGRESSO"Io sono la salvezza del popolo", dice il Signore, "in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò e sarò il loro Signore per sempre".

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COLLETTAO Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa' che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Qo 1,2-11)Non c'è niente di nuovo sotto il sole.Dal libro del QoeletVanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. Quale guadagno viene all'uomo per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole? Una generazione se ne va e un'altra arriva, ma la terra resta sempre la stessa. Il sole sorge, il sole tramonta e si affretta a tornare là dove rinasce. Il vento va verso sud e piega verso nord. Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento. Tutti i fiumi scorrono verso il mare, eppure il mare non è mai pieno: al luogo dove i fiumi scorrono, continuano a scorrere.Tutte le parole si esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo. Non si sazia l'occhio di guardare né l'orecchio è mai sazio di udire. Quel che è stato sarà e quel che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole. C'è forse qualcosa di cui si possa dire: «Ecco, questa è una novità»? Proprio questa è già avvenuta nei secoli che ci hanno preceduto. Nessun ricordo resta degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso quelli che verranno in seguito.Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 89)R. Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.Tu fai ritornare l'uomo in polvere,quando dici: «Ritornate, figli dell'uomo».Mille anni, ai tuoi occhi,sono come il giorno di ieri che è passato,come un turno di veglia nella notte. R.Tu li sommergi:sono come un sogno al mattino,come l'erba che germoglia;

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al mattino fiorisce e germoglia,alla sera è falciata e secca. R.Insegnaci a contare i nostri giornie acquisteremo un cuore saggio.Ritorna, Signore: fino a quando?Abbi pietà dei tuoi servi! R.Saziaci al mattino con il tuo amore:esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:rendi salda per noi l'opera delle nostre mani,l'opera delle nostre mani rendi salda. R.

CANTO AL VANGELO (Gv 14,6)R. Alleluia, alleluia.Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.R. Alleluia.

VANGELO (Lc 9,7-9)Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?+ Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».Ma Erode diceva: «Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.Parola del Signore.

OMELIAErode, tetrarca della Galilea, venne a sapere quanto accadeva e non sapeva che cosa pensare... Nel suo animo sorgevano pensieri contraddittori sull'identità e sulla missione di Cristo. La comparsa di Cristo nella sua vita lo sconvolge e lo devia. Non capisce e vorrebbe invece conoscere la verità. Gli piacerebbe anche capire: sa, sente che la verità gli è vicina, ma lui non riesce ad afferrarla.Se si trattasse di Giovanni Battista, mandato a morte da lui, che

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ora è risorto, Erode non potrebbe evitare la propria condanna. Se si trattasse, invece, di Elia, la posizione di Erode non sarebbe comunque migliore: Elia fu profeta di Dio, le sue parole devono essere considerate parole di Dio. Erode si chiede allora come potrebbe giustificarsi davanti a Dio. Se, infine, si trattasse di un altro degli antichi profeti tornato nella persona di Gesù, ancora una volta Erode si troverebbe in una situazione delicata, perché, in ogni modo, dovrebbe rendere conto delle sue azioni nel nome della verità.L'interesse di Erode nei confronti di Cristo è risvegliato e guidato dalla curiosità, ma anche dal timore che si scopra la sua responsabilità nell'assassinio di Giovanni Battista. Egli ne serba sempre un certo rimorso; del resto come potrebbe liberarsene?L'irruzione di Cristo nella nostra vita provoca anche in noi delle domande fondamentali. La sua vita e, soprattutto, il suo insegnamento, le sue leggi, i suoi principi, le sue esigenze morali non possono lasciare nessuno indifferente e insensibile. Cristo ci interpella e ci spinge a cercare la nostra verità. Ci incita ad un esame di coscienza severo riguardo la nostra posizione e il nostro comportamento di fronte a lui e al suo insegnamento. Noi non possiamo rimanere inattivi e muti.Prima di formulare una risposta, dobbiamo sapere se vogliamo rimanere nell'ambito di una curiosità puramente intellettuale, teorica, o se vogliamo andare più a fondo nelle cose cercando di scoprire, dietro il legislatore-filosofo, il Figlio di Dio venuto fra noi a portare il lieto messaggio, promotore di una Nuova Alleanza, ma anche costruttore del regno di Dio, fondato sulla pietra angolare dell'amore. Siamo capaci di seguirlo su questa via?

PREGHIERA SULLE OFFERTEAccogli, o Padre, l'offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE"Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me", dice il Signore. (Gv 10,14)

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PREGHIERA DOPO LA COMUNIONEGuida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti, perché la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERAConcedici, Signore, la sapienza e il coraggio dei tuoi profeti, fa' che riconosciamo l'amore di tuo Figlio e, ascoltando il suo insegnamento, vivendo secondo il Vangelo, imitando il suo amore, fa' che contribuiamo con i nostri modesti mezzi, alla diffusione del suo insegnamento, alla costruzione del tuo regno e a preparare così il nostro posto nella dimora eterna.