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La Provincia di Ragusa Sommario < Direttore Giovanni Franco Antoci Presidente Provincia Ragusa Direttore responsabile Giovanni MolL Redazione Giovannella Criscione, Clara Damanti, Vincenza Di Raimondo, Pina Distefano Segretario di Redazione Enrico Boncoraglio Fotografie Tony Barbagallo, Maurizio Barone, Francesco e Stefano Blancato, Tiziana Blanco, Sergio Bonuomo, Giovanni Ciancio, Toto Clemenza, Enzo Giummarra, Giuseppe Leone, Andrea Maltese, Alessandro Migliorisi, Giuseppe Moltisanti, Luigi Nifos, Giovanni Noto, Daniele Pavone, Vincenzo Zarino. Hanno collaborato Giuseppe Angelica, Salvatore Bucchieri, Etrusca Campailla, Marco Causarano, Daniela Citino, Cettina Divita, Giovannella Galliano, Duccio Gennaro, Gabriele Giannone, Caterina Gurrieri, Giuseppe La Barbera, Fabrizio La Licata, Salvatore La Lota, Antonio La Monica, Elisa Mandar, Maria Carmela Martorana, Pietro Monteforte, Gianni Nicita, Daniele Pavone, Silvia Ragusa, Francesco Ramondetta, Antonella Scalone, Salvatore Stella. Direzione e Redazione Palazzo della Provincia - Viale del Fante, 97100 Ragusa - Tel. 0932.675322 - 675240 Fax 0932. 624022 Registrazione Tribunale di Ragusa n. 4 del 24 aprile 1986 - Spedizione in abbonamento postale Pubbl. inf. al 50% - Autorizzazione n. 220 della Direzione Provinciale P.T. di Ragusa Sito internet: www.provincia.ragusa.it E-mail: [email protected] [email protected] Gli scritti esprimono lopinione dellautore. In copertina Logo 80” anniversario istituzione Provincia di Ragusa. Bozzetto grafico di Fausto La Licata Impaginazione e stampa C.D.B. - Zona Ind.le III fase Tel. e Fax 0932.667976 - 97100 Ragusa E-mail: [email protected] 2 4 6 7 8 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 22 23 24 25 27 28 29 30 32 34 36 38 39 40 42 43 44 45 46 47 48 Editoriale. Una Provincia in crescita di Giovanni Franco Antoci Storia. Nascita di una provincia di Fabrizio La Licata Consiglio. Esce Rosso, entra Modica Consiglio. Minardi a capo della VI Commissione Espropriazioni. La notifica degli atti di Giuseppe Angelica Ato idrico. Modello di gestione, una scelta difficile Ato idrico. di Maria Carmela Martorana Turismo. Distretto locale, pronti al varo Turismo. Borse turismo/ Sinergia con Federalberghi Turismo. Individuati i siti di interesse turistico del Pir Turismo. Grazie a Montalbano, presenze quintuplicate Pesca. Un modello per la fascia costiera di Salvatore La Lota Scuola. A Salerno per confrontarsi di Etrusca Campailla Scuola. Diplomati, i vincitori delle 100 borse di studio Dolci. Il cioccolato solidale di Daniela Citino Dolci. Modica, ciok si gira di Duccio Gennaro Solidariet. Il Soroptimist ti d una mano Solidariet. di Giovannella Galliano Volontariato. La missione di Claudia Koll di Salvatore La Lota Famiglia. Un amore lungo sessanta anni di Antonella Scalone Servizi Sociali. Dalla parte degli immigrati di Antonio La Monica Pari opportunit. Avvocato L donna? di Caterina Gurrieri Ferrovia. Un tracciato archeologico di Daniele Pavone Emigrazione. In America voglio andare di Giuseppe La Barbera Emigrati. LAustralia non L lontana di Gianni Nicita Arte. Bergamo scopre lorizzonte di Cilia di Salvatore Stella Arte. Il poeta della luce di Cettina Divita Arte. Celebrati i 100 anni di Giovanni De Vita Arte. Ha donato al suo paese le opere Poesia. Il lirismo profondo di Enzo Leopardi di Elisa Mandar Poesia. Domenico Anastasi, in difesa delluomo di Pietro Monteforte Tradizioni. Alla ricerca del tempo perduto di Salvatore Bucchieri Tradizioni. Le stagioni del tempo di Antonio La Monica Tradizioni. I mestieri che non ci sono piø di Francesco Ramondetta Musical. Il Gen L Verde di Silvia Ragusa Fotografia. La vendemmia in una serie di clic di Etrusca Campailla Fotografia. Cerasuolo, effetto Docg Cucina. La missione dellAccademia di Daniela Citino Cucina. Il marchio cestobarocco sbarca a Berlino Memorie. Io, Angelo Emilio, il sopravvissuto di Gabriele Giannone Bridge. Ragusa vola in Coppa Italia di Francesco Ramondetta Premio Padua. Lassalto di Fortino di Marco Causarano Album. Nascita di una ferrovia di Daniele Pavone Periodico dinformazione della Provincia Regionale di Ragusa Anno XXI - n. 6 Dicembre 2006 >

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La Provincia di Ragusa

Sommario<

DirettoreGiovanni Franco AntociPresidente Provincia Ragusa

Direttore responsabileGiovanni Molè

RedazioneGiovannella Criscione, Clara Damanti,Vincenza Di Raimondo, Pina Distefano

Segretario di RedazioneEnrico Boncoraglio

FotografieTony Barbagallo, Maurizio Barone, Francesco eStefano Blancato, Tiziana Blanco, SergioBonuomo, Giovanni Ciancio, Toto Clemenza,Enzo Giummarra, Giuseppe Leone, AndreaMaltese, Alessandro Migliorisi, GiuseppeMoltisanti, Luigi Nifosì, Giovanni Noto, DanielePavone, Vincenzo Zarino.

Hanno collaboratoGiuseppe Angelica, Salvatore Bucchieri, EtruscaCampailla, Marco Causarano, Daniela Citino,Cettina Divita, Giovannella Galliano, DuccioGennaro, Gabriele Giannone, Caterina Gurrieri,Giuseppe La Barbera, Fabrizio La Licata, SalvatoreLa Lota, Antonio La Monica, Elisa Mandarà, MariaCarmela Martorana, Pietro Monteforte, GianniNicita, Daniele Pavone, Silvia Ragusa, FrancescoRamondetta, Antonella Scalone, Salvatore Stella.

Direzione e RedazionePalazzo della Provincia - Viale del Fante, 97100Ragusa - Tel. 0932.675322 - 675240Fax 0932. 624022Registrazione Tribunale di Ragusa n. 4 del 24aprile 1986 - Spedizione in abbonamento postalePubbl. inf. al 50% - Autorizzazione n. 220 dellaDirezione Provinciale P.T. di RagusaSito internet: www.provincia.ragusa.itE-mail: [email protected]

[email protected]

Gli scritti esprimono l�opinione dell�autore.

In copertinaLogo 80º anniversario istituzione Provincia di Ragusa.Bozzetto grafico di Fausto La Licata

Impaginazione e stampaC.D.B. - Zona Ind.le III faseTel. e Fax 0932.667976 - 97100 RagusaE-mail: [email protected]

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Editoriale. Una Provincia in crescita di Giovanni Franco Antoci

Storia. Nascita di una provincia di Fabrizio La Licata

Consiglio. Esce Rosso, entra Modica

Consiglio. Minardi a capo della VI Commissione

Espropriazioni. La notifica degli atti di Giuseppe Angelica

Ato idrico. Modello di gestione, una scelta difficile

Ato idrico. di Maria Carmela Martorana

Turismo. Distretto locale, pronti al varo

Turismo. Borse turismo/ Sinergia con Federalberghi

Turismo. Individuati i siti di interesse turistico del Pir

Turismo. Grazie a Montalbano, presenze quintuplicate

Pesca. Un modello per la fascia costiera di Salvatore La Lota

Scuola. A Salerno per confrontarsi di Etrusca Campailla

Scuola. Diplomati, i vincitori delle 100 borse di studio

Dolci. Il cioccolato solidale di Daniela Citino

Dolci. Modica, ciok si gira di Duccio Gennaro

Solidarietà. Il Soroptimist ti dà una mano

Solidarietà. di Giovannella Galliano

Volontariato. La missione di Claudia Koll di Salvatore La Lota

Famiglia. Un amore lungo sessanta anni di Antonella Scalone

Servizi Sociali. Dalla parte degli immigrati di Antonio La Monica

Pari opportunità. Avvocato è donna? di Caterina Gurrieri

Ferrovia. Un tracciato archeologico di Daniele Pavone

Emigrazione. In America voglio andare di Giuseppe La Barbera

Emigrati. L�Australia non è lontana di Gianni Nicita

Arte. Bergamo scopre l�orizzonte di Cilia di Salvatore Stella

Arte. Il poeta della luce di Cettina Divita

Arte. Celebrati i 100 anni di Giovanni De Vita

Arte. Ha donato al suo paese le opere

Poesia. Il lirismo profondo di Enzo Leopardi di Elisa Mandarà

Poesia. Domenico Anastasi, in difesa dell�uomo di Pietro Monteforte

Tradizioni. Alla ricerca del tempo perduto di Salvatore Bucchieri

Tradizioni. Le stagioni del tempo di Antonio La Monica

Tradizioni. I mestieri che non ci sono più di Francesco Ramondetta

Musical. Il Gen è Verde di Silvia Ragusa

Fotografia. La vendemmia in una serie di clic di Etrusca Campailla

Fotografia. Cerasuolo, effetto Docg

Cucina. La missione dell�Accademia di Daniela Citino

Cucina. Il marchio cestobarocco sbarca a Berlino

Memorie. Io, Angelo Emilio, il sopravvissuto di Gabriele Giannone

Bridge. Ragusa vola in Coppa Italia di Francesco Ramondetta

Premio Padua. L�assalto di Fortino di Marco Causarano

Album. Nascita di una ferrovia di Daniele Pavone

Periodico d�informazionedella Provincia Regionaledi RagusaAnno XXI - n. 6Dicembre 2006

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Editoriale

L�anno che sta per iniziare haun valore ed un significatoparticolare per la nostra

provincia: ricorre, infatti, a metàgennaio, l�80° anniversario dellasua nascita.

E� un avvenimento che festegge-remo insieme con diversi appunta-menti, ricordando il nostro passato,ma guardando anche al nostrofuturo; questo avvenimento, spero,ci coinvolga con tanto entusiasmo,così come è avvenuto l�11 gennaiodi quest�anno, con la storica visitadel Presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi. Non mi eramai capitato di vedervi così tanti,per le nostre strade, a rendereomaggio con un abbraccio corale,al Capo dello Stato.

Nel mio discorso al Presidente,forse lo ricorderete, dicevo che lanostra è una giovane provincia,poiché ha solo 80 anni, provocandola simpatica reazione della signoraFranca, che rivolgendosi al maritogli diceva: ma allora siamo giovanianche noi!

La provincia iblea, in questi 80anni ha fatto molta strada, ed oggi,in Sicilia sicuramente, ma per alcu-ni aspetti, anche in Italia, si trova aiprimi posti di tutte le classifiche peroperosità, sviluppo economico,qualità della vita. Ciò ci rendeorgogliosi di appartenere a questaprovincia, ma ci deve anche farsentire il dovere, me per primo, dioperare con sempre maggioreimpegno, non solo per mantenere,ma anche per migliorare questirisultati. Io so che viviamo in uncontesto economico incerto e diffi-cile; parlando con molti di voi soche vi sono problemi legati soprat-tutto al lavoro ed al futuro dei no-stri figli, ma so anche che tuttiquesti problemi si possono risol-

vere solo se l�economia generaledella nostra provincia riesce adandare ulteriormente avanti, con-sentendo così, alle nostre miglioriintelligenze di restare ed operarenella nostra terra. Da soli si riescea fare poco, ma se ci si metteinsieme, istituzioni, forze politiche,

imprenditori, sindacati, associa-zioni, si crea quella sinergia virtuo-sa che porterà sicuramente ai gran-di risultati che tutti auspichiamo. Iosono così convinto di ciò, che ne hofatto un punto di forza della miaazione amministrativa; i risultatiottenuti grazie alla sinergia messain campo per i fondi ex-Insicem, ilprogetto di raddoppio della stradaRagusa-Catania, il distretto turisti-co e per tante altre questioni, midanno sicuramente ragione.Insieme, quindi, ciascuno con ilproprio ruolo per costruire unfuturo positivo, che, partendo daquanto è già stato realizzato, ciporti verso più alti e prestigiosi tra-guardi!

Il nostro Ente, è bene ribadirlo,gode di buona salute: non ha de-biti, ha un bilancio sano e in attivo(abbiamo, per questo, avuto ancheuna premialità di 217 mila eurodalla Regione Siciliana), paga rego-larmente tutti i fornitori, ha unaspesa praticamente inesistente peresperti e consulenti esterni, stadismettendo, man mano, tutti gliaffitti, trasferendo i propri ufficinegli immobili di proprietà. Tuttociò è molto importante, perché creaquel clima di serenità finanziaria edamministrativa che consente diimplementare ogni altra iniziativautile al nostro sviluppo.

Il 2006 è stato caratterizzato dauna serie di iniziative e realizzazioniche hanno dato spessore allanostra azione amministrativa.Qualche esempio desidero farlo,perché è giusto che gli amministraticonoscano l�operato dei propriamministratori.

Comincio dalle strade provinciali,che hanno costituito per noi unavera priorità; abbiamo operato perla loro manutenzione ordinaria e

Una Provinciain crescita< >

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di Giovanni Franco Antoci

Antoci:il tessutoimprenditorialeè la verafortuna dellaProvincia edobbiamocontinuare asostenerlo contutti i mezzi adisposizione

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Editoriale

straordinaria, impegnando ingentirisorse finanziarie, che in parte (percirca 9 milioni di euro) derivano dafinanziamenti comunitari, che ab-biamo richiesto e ottenuto. Un altroobbiettivo raggiunto è stato l�otte-nimento dei finanziamenti dellaComunità Europea per una serie diprogetti nei settori della pesca,delle pari opportunità, della solida-rietà verso gli immigrati e nel-l�e-governement.

E-governement significa inno-vazione nella struttura burocraticadella Pubblica Amministrazione eposso dire che il nostro Ente è per-fettamente in linea con l�informatiz-zazione; abbiamo attivato infattinei nostri uffici una rete wireless ele cosiddette �scrivanie elettro-niche�, che consentono di seguirel�iter di una pratica dal suo arrivo alprotocollo, fino alla sua definizione,senza alcun movimento cartaceo.

E ancora: l�Ufficio Relazioni con ilPubblico ha ottenuto, primo nelmeridione, la certificazione di qua-lità; analogo riconoscimento haottenuto il nostro laboratorio digeologia, che svolge servizio ancheper utenti esterni. Sempre nelcampo dell�innovazione abbiamoattivato, con il coinvolgimento dei12 comuni, lo sportello unico delleattività produttive, che consente unrapido espletamento di tutte lepratiche necessarie per impiantareuna nuova attività produttiva,dando certezza di tempi etrasparenza a chi vuole investirenel territorio.

Un territorio, il nostro, ricchissimodi tante piccole e medie impresenel settore della industria, dell�arti-gianato, del commercio, dell�agri-coltura e del turismo; questo tessu-to imprenditoriale è la vera fortunadi questa provincia e noi dobbiamocontinuare a sostenerlo con tutti imezzi a disposizione. Tornerannocertamente utili gli otto milioni dieuro che abbiamo ottenuto daifondi ex-Insicem, così cometornerà utile il Centro di RicercaApplicata in agricoltura a Vittoria dicontrada Perciata, per il quale èstato finalmente firmato il decreto

regionale di finanziamento per 2milioni di euro.

Grande attenzione abbiamo, poi,riservato alle scuole di nostra com-petenza, investendo, anche qui,diversi milioni di euro per nuoverealizzazioni, ristrutturazioni emanutenzioni. Un�attenzione spe-ciale abbiamo avuto per i giovani;ad essi abbiamo riservato varieiniziative per l�orientamento, lacreatività, le attività scolasticheextracurriculari e l�assegnazione diborse di studio ai più meritevoli.Voglio esortare gli studenti asfruttare al meglio, con l�impegnonello studio, le occasioni formativeofferte dalla scuola, perché chi èveramente preparato, si inseriscepiù facilmente nel mondo dellavoro. Proprio per favorire questoinserimento la mia Amministrazioneha curato diverse iniziative di for-mazione professionale e ha fattodel nostro Ufficio Informagiovani edel nostro sito internet, un affida-bile punto di riferimento per i tantigiovani in cerca di occupazione.

Un�azione amministrativa, la no-stra, pervasa anche dall�attenzioneverso le categorie più bisognose diaiuto e solidarietà. Le tante inizia-tive di sensibilizzazione, in collabo-razione con la multiforme realtà delvolontariato, testimoniano il nostroimpegno per gli anziani, i portatoridi handicap, gli immigrati. Voglio

ricordare anche le azioni svolte perpotenziare l�offerta turistica, ricor-dando la costituzione della FilmCommission e la firma del protocol-lo di intesa per la costituzione delDistretto Turistico Locale.

La nostra provincia, col nuovoanno, si arricchirà di importantiinfrastrutture quali l�aeroporto diComiso ed il porto turistico diMarina di Ragusa; aprirà il Centrodi ricerca applicata di Vittoria, ver-ranno appaltati i lavori per il com-pletamento della Ragusa-Marina diRagusa e sarà completato il proget-to esecutivo ed il relativo finanzia-mento in projet-financing per ilraddoppio della Ragusa-Catania.

Un anno nuovo quindi che si pre-senta ricco di interessanti prospet-tive. Per affrontare positivamente ilfuturo non serve né il fatalismo, néla rassegnazione, ma tanto impe-gno e determinazione. Che la cele-brazione degli 80 anni della nostraprovincia sia allora anche l�occa-sione per riscoprire la nostra storia,che essendo maestra di vita, ci faràaffrontare con più consapevolezzail futuro e le lotte necessarie percostruirlo. A tal proposito mi piacericordare un pensiero di Don Sturzoche dice: �Ma forse c�è cosa almondo di una certa grandezza chepossa realizzarsi senza lotta? Nellalotta è la vita: felici coloro che lot-tano per il bene e la giustizia�.

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<11 gennaio 2006. Il presidente della Repubblica Ciampi, in occasione della suavisita a Ragusa, riceve il dono istituzionale della provincia dalle mani di Antoci>

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Storia

La prima data decisiva, nelprocesso di istituzione delnuovo ente, fu il 1 gennaio

del 1926, quando il Consiglio deiMinistri creava dapprima ilCircondario di Ragusa e successi-vamente elevava la città acapoluogo di provincia il 6 dicem-bre dello stesso anno. Intanto ledue Ragusa (l�antica Ibla el�odierna città) vedevano final-mente la loro riunificazione in ununico contesto politico-ammini-strativo. Il 15 dicembre venivanominato Prefetto Gaetano DeBlasio e il 16 gennaio del 1927 siaveva il primo atto della nuovaamministrazione provinciale conl�insediamento di GuglielmoCasale, in qualità di commissariostraordinario. Il popolo dovettepresto abituarsi al cambiamentoistituzionale che l�aveva coinvolto,in quanto permeava tutti gliaspetti della sua vita. Siiniziarono a costituire le primeconsulte municipali per i comunicon più di 20.000 abitanti. I con-sultori non venivano eletti, bensìnominati con decreto prefettizio.La riforma fascista sugli enti localiprevedeva, inoltre, a capo del-l�amministrazione provinciale lafigura del Preside, coadiuvato nelsuo operato da un ristrettonumero di Rettori; non esisteva ilconsiglio provinciale. Si cercòsubito di dare impulso all�econo-mia della zona, mentre, nel frat-tempo, giunsero cospicui incen-tivi economici per realizzare lestrutture necessarie ad ospitarela burocrazia e a rendere la cittàdegna di un capoluogo. Si realiz-zarono ovunque opere e infra-strutture importanti. Erano glianni del fascismo e proprio inquesto periodo l�apparato buro-

cratico si allargò a dismisura conla creazione di una miriade di entie associazioni.

La creazione della provincia nonfu un�operazione molto semplice;l�area iblea era sempre vissuta aimargini della provincia siracusanae ne rappresentava l�estremolembo di territorio. La prima sede

fu, inizialmente, in via EcceHomo, ma col passare degli annie con l�aumentare delle esigenzeamministrative, si rese necessariauna sede più opportuna espaziosa.

Agricoltura e industria erano isettori economici più sviluppatinel territorio della provincia

Nascita diuna Provincia< >

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di Fabrizio La Licata

<Il vescovo di Ragusa mons. Francesco Pennisi visiona il plastico del nuovo Palazzodella Provincia. Nella foto sopra il taglio del nastro nel giorno dell�inaugurazione>

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Storia

anche se, era maggiormente ilprimo, ad inquadrare la moltitu-dine dei lavoratori e dal qualetraeva sostentamento l�interapopolazione. La fine degli anni�20 non fu un periodo facile; lacrisi imperversò negli iblei e colpìduramente il già compromessosettore minerario, orgoglio diquesta terra, dal quale si estrae-va e lavorava un minerale apprez-zato nelle principali capitalieuropee. La vicenda fascista negliIblei si concludeva all�indomanidello sbarco alleato del 10 luglio1943 e si dava inizio ad un perio-do di transizione sotto il controllomilitare alleato, con l�epurazionedei vertici fascisti dalle ammini-strazioni locali. La vita riprendevanegli anni della Repubblica sottoil segno di grandi cambiamenti, dibuoni auspici e piacevoli spe-ranze. In questa fase la storia delnostro territorio si intreccia conquella dell�Italia intera; discorso aparte per le vicende legate alseparatismo, alla rivolta del �Nonsi parte�. Alcuni forse ricorderan-no anche la �Repubblica diComiso�.

Ci fu in seguito un lento avvio ela voglia di riscatto delle nuovegenerazioni. La Cassa per ilMezzogiorno e la riforma agrariapermisero uno sfruttamento piùsistematico del territorio e la rea-lizzazione di opere connesseall�agricoltura.

Sulla scena politica si affaccia-rono nuovi partiti e nuovi perso-naggi. La provincia venne direttada diversi commissari: l�on.Giovanni Lupis, l�avv. Migliorisi, ildott. Arezzi, il dott. Marchese ecosì via.

Negli anni �50 la provincia diRagusa tornava alla ribalta conl�apertura dei pozzi petroliferi equindi con tutto ciò che con-cerneva �l�oro nero�; qualchedecennio dopo, si iniziava a par-lare invece di �oro verde�; eral�oro delle serre, dei primaticci,dei prodotti ortofrutticoli; veropunto di forza dell�economia delversante ipparino e di quello sci-

clitano. Sempre nel 1950 Ragusavenne elevata a Diocesi; ciò rap-presentò un ulteriore strappo neiconfronti della realtà siracusana,che dopo aver visto diminuire lasua entità territoriale nel �27,vedeva, adesso, ridursi la suainfluenza religiosa. Nel 1951 laprovincia venne onorata dellavisita del Presidente dellaRepubblica, Luigi Einaudi e dellasua consorte che visitaronoModica dopo i danni causati dal-l�alluvione. L�evento si è ripetutorecentemente con l�arrivo di CarloAzeglio Ciampi e di donna Francal�11 gennaio 2006.

Nel 1962 si inaugurava l�attualesede di Viale del Fante. Negli anni�60 e �70 entrano in scena il pro-fessor Giuseppe La Rosa e l�avvo-cato Giuseppe Scifo, quest�ultimoha retto per 18 anni le sorti del-l�amministrazione. Intanto lecompetenze dell�ente eranoaumentate notevolmente. Nel1985 la carica è assunta dall�avv.Emanuele Giudice che ricopre lafunzione in due momenti diversi;quindi è la volta di ConcettaVindigni, primo presidente-donna; poi Nino Scivoletto, ilDott. Manenti e il professorGiuseppe Lonatica.

L�elevato numero di presidentiche ha caratterizzato la vita

amministrativa dell�Ente era lega-to ai meccanismi elettorali pro-porzionali, che davano un largoraggio di azione ai partiti rappre-sentati. Con la riforma elettoralesi è proceduti, nel 1994,all�elezione diretta da parte deicittadini del presidente dellaprovincia. Il primo presidenteeletto dal popolo è stato GiovanniMauro che ha mantenuto la cari-ca per quasi due legislature primadell�avvento del commissariostraordinario Fulvio Manno.L�attuale Presidente GiovanniFranco Antoci è in carica da 5anni essendo stato eletto il 21novembre 2001.

Quella che appare oggi è unaprovincia completa, integrata,economicamente vivace, non acaso viene definita �l�isola nel-l�isola�, per la laboriosità della suagente, per l�alta qualità della vitacome testimoniano gli indicatorieconomici, per l�intraprendenzadella classe imprenditoriale. Laprovincia di Ragusa si è sempredistinta dal resto del meridione,come una piccola ape industriosasulle sponde del mediterraneo edappare il naturale ponte per ipaesi africani e mediorientaliin vista dell�area di liberoscambio che entrerà in vigorenel 2010.

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<Concetta Vindigni, a sinistra, primo presidente donna eletta nel 1989. A destraGiuseppe Scifo che ha retto l�amministrazione provinciale per 18 anni, dal 1968 al 1985>

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Esce Rosso,entra Modica< >

><la provincia di ragusa6

Consiglio

Novità tra i banchi del Consiglioprovinciale. Il consiglieredell�Udc Nitto Rosso ha rasse-

gnato le dimissioni per assumere lefunzioni di direttore generaledell�Ente. Un incarico di prestigio peril giovane amministratore che avevapartecipato al bando di selezioneindetto dal presidente della ProvinciaFranco Antoci. Succede al dottorGiuseppe Salerno che si era dimessolo scorso 21 agosto per trasferirsi alcomune di Ragusa.

In Consiglio Nitto Rosso è statosostituito dal secondo dei non elettidella lista Cdu, Alessandro Modica,avvocato di Acate, infatti, il primo deinon eletti Vito Amato, sindaco diMonterosso Almo, ha rinunciato percontinuare a svolgere le funzioni diprimo cittadino.

Nitto Rosso, avvocato, appenadimessosi dalla carica di consigliereprovinciale, ha firmato il contratto dinuovo direttore generale dell�Ente edha preso possesso del suo nuovoufficio. �Sono convinto della granderesponsabilità assunta - afferma ilneo direttore generale - ma contanto impegno e tanta umiltà svol-gerò il mio compito all�insegna di unanuova classe dirigente che ha tantavoglia di fare e che vuole portare nelpubblico i parametri di efficienza e diefficacia propri del sistema privato.Ringrazio della fiducia il presidenteAntoci che in una fase così delicataha trovato il momento per reinte-grare nell�Ente questo ruolo diprimaria importanza per il raggiun-gimento degli obiettivi strategiciprefissati�.

Il capogruppo di Alleanza Nazionale SalvatoreMinardi è il nuovo presidente della VI

Commissione Consiliare della Provincia di Ragusa:Territorio ed ambiente, Sanità e Protezione civile.L�alternanza al vertice dell�organismo ha avutoluogo in seguito alle dimissioni da consigliereprovinciale di Nitto Rosso, nominato DirettoreGenerale.

Il consigliere Minardi ha espresso il suo più vivoapprezzamento al lavoro svolto dal presidenteuscente Nitto Rosso e la propria soddisfazione peril riconoscimento che i membri della commissionegli hanno tributato eleggendolo ad ampia maggio-ranza.

�Mi ha gratificato molto � ha dichiarato Minardi �essere chiamato a presiedere una delle commissionipiù attente e presenti nelle scelte e nel controllo delterritorio della Provincia. La VI Commissione, oltre a�vigilare� su quanto viene deciso in merito alle dueriserve della nostra Provincia, la riserva dell�Irminioe la riserva dei Pini d�Aleppo, indirizza ed approva il

piano territoriale provinciale, una sorta di pianoregolatore su base intercomunale, che determina ilfuturo delle priorità ambientali e territoriali dell�in-tero territorio provinciale. Proprio in questi giorni èstato espresso il parere relativo alla verifica delpiano territoriale che andrà ad essere approvata invia definitiva dal Consiglio Provinciale. Il brevetempo che mi separa dalla scadenza del mandatoelettorale non limita, in ogni caso, il mio entusia-smo nell�affrontare le delicate problematiche delsettore per il quale, nonostante le limitate risorse,molto è stato fatto e molto c�è da fare. Una parti-colare attenzione sento di dovere rivolgere allariserva del Pino d�Aleppo che, per la sua maggioreestensione e per contingenti momenti di scarsa col-laborazione tra i vari enti competenti, ha qualcheproblema in più rispetto all�altra riserva. Confido,infine, nella collaborazione di tutti i membri dellaCommissione che, ad onor del vero, sino ad orahanno operato con grande senso di responsabilitàper il miglioramento del territorio ibleo�.

<Minardi, a capo della VI Commissione><Nitto Rosso, neo direttore generale>

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Espropriazioni

Nei procedimenti di espropriazione di beni per pub-blica utilità acquista primaria importanza la notifi-cazione degli atti sia a soggetti singoli sia a persone

giuridiche per una corretta procedura ablativa.Dalla ritualità della notificazione consegue la legittimità

dell�intero procedimento che, in caso di ipotesi contraria,è destinato a non produrre effetti sull�espropriato oltreche a procurare danni all�erario riconducibili all�operatorepubblico che con la sua azione ne ha dato origine.

La notificazione, pertanto, deve essere oggetto di parti-colare attenzione giacché si connatura, nel contempo,come violazione formale e sostanziale.

Nei due aspetti principali in cui si può manifestare �notificazione a persona fisica o a persona giuridica � nonc�è la prevalenza dell�uno rispetto all�altro. La nullità delprocedimento notificatorio ai fini della potenziale invali-dità dell�intero procedimento, quando è eccepita, producel�identico risultato.

Volendo limitare la presente riflessione solo ad unaspetto della notificazione riguardante l�adesione o menoal principio dell�immedesimazione organica fra la società eil suo rappresentante, appare utile indicare le prescrizionicontenute nell�art. 145 c.p.c. nel testo vigente dall�1marzo 2006 a seguito della modifica introdotta dallalegge. n. 263 del 20005.

Il primo periodo del primo comma prescrive che la noti-ficazione deve essere eseguita presso la sede legale dellasocietà mediante consegna al rappresentante dell�ente o,in mancanza, ad altra persona addetta alla sede. Il se-condo periodo dello stesso comma prevede che la notifi-cazione �può� essere eseguita, secondo il rito previsto perle persone fisiche, presso la residenza della persona fisicadel rappresentante dell�Ente a condizione che nell�atto danotificare sia indicata la �qualità� del destinatario, vale adire il ruolo che la stessa persona esercita ed esplica inseno alla società. Al riguardo la giurisprudenza è divisa.Una corrente di pensiero privilegia l�interpretazione let-terale dell�art. 145, per cui la notifica deve essere esegui-ta in primis presso la sede della società o comunque ten-tata presso la stessa sede. Una seconda tendenza, invece,fa proprio il principio dell�immedesimazione organica inordine al quale gli atti compiuti nei confronti del legalerappresentante sono direttamente riferibili all�ente.

La prima interpretazione dell�art. 145 appare molto piùconvincente, specie dopo la modifica della medesima di-sposizione introdotta dalla legge n. 263 del 2005. Infatti,nella prima formulazione dell�art. 145 nel secondo perio-do del comma 1 non si faceva cenno alla �qualità� del rap-

presentante della società a cui poteva essere consegnatol�atto �ovunque e poteva essere reperito�, ciò stando adimostrare che il legislatore, con l�attuale modifica, hainteso prevedere la possibilità di notificazione di un attopresso la residenza del rappresentante della societàall�osservanza di una condizione � prima non richiesta �che è l�indicazione della qualità del soggetto rappresen-tante delle società. La conseguenza, però, più rilevante èperò costituita dall�aver il legislatore scelto fra le due cor-renti giurisprudenziali quella dell�interpretazione letteraledell�art. 145 abbandonando il principio dell�immedesi-mazione organica fra soggetto rappresentante e società.

Del resto non avrebbe avuto senso alcuno porre sullostesso piano la notifica dell�atto presso la sede della so-cietà e la sua opzione alternativa di notifica al rappresen-tante assimilandolo in tutto e per tutto ad una personafisica.

Non avrebbe avuto, poi, senso alcuno prevedere la pub-blicità delle modifiche statutarie nei confronti dei terzi conil relativo obbligo di farle annotare nel registro delleimprese. Avrebbero perso sostanziale valenza anche lenorme riguardanti le notificazioni da eseguire presso lasede legale della società rispetto a quella effettiva se lestesse potevano essere tranquillamente disattese poten-dosi assegnare a cura dell�ufficiale giudiziario o messoprovinciale eguale e legittima notifica alla consegna del-l�atto al rappresentante della società in virtù del principiodell�immedesimazione organica, superando l�obbligo diricercare la sede legale, di consegnare l�atto o all�incarica-to a riceverli o all�addetto alla sede.

All�operatore pubblico spetta, pertanto, di svolgere laprocedura di notificazione indicando, come primasoluzione, e curando che l�atto sia diretto presso la sededella società. Incombe al messo ricercare il rappresen-tante o l�incaricato a ricevere gli atti o, ancora, in assen-za di questi soggetti a ricercare l�addetto alla sede.

Se la detta procedura non ha esito, l�atto da notificaredovrà essere modificato intestandolo al rappresentantedella società nella �qualità�. In tale circostanza il desti-natario può essere reperito ovunque a mente degli articoli137, 138 e 139 del codice di procedura civile.

Nell�ipotesi che ciò nonostante l�atto non può esserenotificato dovrà attivarsi la procedura di cui all�art. 140lasciando un avviso nella buca delle lettere e spedendouna raccomandata con ricevuta di ritorno per dare con-tezza al destinatario delle operazioni compiute ed avver-tendolo che il plico da recapitare è depositato presso lacasa comunale.

La notificadegli atti< >

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di Giuseppe Angelica

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Ato idrico

La riforma dell�organizzazionedei servizi idrici costituisce unodei settori più interessanti nel-

l�ambito della regolamentazione deiservizi pubblici locali. La legge 5gennaio 1994, n. 36, meglioconosciuta come legge Galli, nasce,appunto, con lo scopo di razionaliz-zare un settore fortemente in crisi: ilsettore idrico. L�urgenza di prov-vedere al riordino ed al risanamentodi tale settore deriva da una serie dielementi che rappresentano i prin-cipi ispiratori di tale riforma: situa-zione emergenziale dal punto divista della efficacia del sistema idri-co nazionale: nel 1991 l�Istat, sullabase di una ricerca relativa al 1987,rende noti dei dati che rivelano ildramma dell�inefficienza del sistemaitaliano di gestione e infrastrut-turazione, frammentato e ridotto adun �colabrodo�. Secondo tali dati laquota di popolazione che soffre dideficienze nel rifornimento idrico èdel 50% al livello nazionale, con unosconcertante 70% nel Sud e nelleIsole; inoltre le migliaia di enti,soprattutto comunali, che gesti-

scono le varie fasi della filiera idricadenunciano perdite di acqua in reteche rasentano in molti casi il 50%dell�acqua immessa; la necessità ditradurre in pratica a livello nazionalele politiche ambientali europee; leconseguenze della siccità estiva chesecondo un�idea largamente condi-visa si sarebbero potute evitare conuna rete infrastrutturale migliore;l�eccessiva frammentazione dellegestioni in tutte le fasi del cicloidrico.

La realtà dei servizi idrici in Italiavedeva più di 5000 gestioni diverse,indipendentemente dalla grandezzadei comuni (città metropolitane opiccoli comuni), da un lato migliaiadi gestioni comunali dirette diridotte dimensioni, dall�altra unesiguo numero di aziende munici-palizzate e consorzi di grandi dimen-sioni, veri e propri specialisti dellagestione; quindi polverizzazionedegli enti gestori dei singoli serviziche produceva inefficienza edantieconomicità; pressante neces-sità di industrializzazione delservizio: le migliaia di gestionidirette comunali generavano dise-conomie di scala in quanto spessonon erano dotate di personale spe-cializzato o di una contabilità distin-ta dagli altri servizi municipali percui risultava impossibile valutare icosti di quel servizio. E ancora:tariffazione sottocosto non piùsostenibile in quanto se non sicoprono i costi di gestione si im-pedisce lo sviluppo degli investi-menti e la necessaria ristruttu-razione industriale del settore. Lamancata remuneratività delle tariffeè causa dei problemi strutturaliqualitativi e quantitativi dei serviziforniti. E� necessario che l�acquadiventi autonoma cioè si autofi-nanzi.

La legge Galli apporta alla disci-plina del settore importanti inno-vazioni al fine di superarne ledisfunzioni: integrazione territorialeattraverso la definizione di bacini diutenza minimi indicati come AmbitiTerritoriali Ottimali (ATO); inte-grazione funzionale delle diverseattività del ciclo dalla captazione,adduzione e distribuzione di acquaad usi civili, alla fognatura e depu-razione delle acque reflue, per ilsuperamento della frammentazionegestionale; obbligo imposto aiComuni di esercitare le funzioni re-lative al Servizio Idrico Integratonon più singolarmente, ma attraver-so forme di cooperazione interco-munali; netta separazione tra le fun-zioni di indirizzo e controllo(momento pubblico di governo) equelle gestionali mediante lacreazione di Autorità d�Ambito e l�af-fidamento del servizio ad unGestore Aziendale, con la scom-parsa della possibilità della gestionediretta in economia da parte deiComuni, non funzionale alle carat-teristiche industriali del servizio;riforma del sistema tariffario e ladeterminazione di una tariffa idoneaad assicurare il finanziamento ne-cessario al miglioramento delleinfrastrutture (piano degli interventie manutenzione) al fine di garantireelevati livelli di efficienza e qualità;introduzione di una logica di pro-grammazione e verifica degli inve-stimenti e dell�erogazione dei servizicon piani finanziari di rientro basatisulla tariffazione. Sono passati setteanni dal recepimento da parte dellaRegione Sicilia (l.r.10/99) della leggedi riforma dei servizi idrici, la leggen. 36/94. Appare lecito chiedersi ache punto è concretamente taleriforma nella Provincia di Ragusa equali gli sviluppi futuri?

Modello di gestioneuna scelta difficile< >

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di Maria Carmela Martorana

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Ato idrico

La Regione ha avuto un compito molto delicato, dauna parte ha dovuto definire aspetti importanti dellafutura gestione del Servizio Idrico Integrato cioè ladelimitazione degli Ambiti Territoriali Ottimali, sulla basedei quali verrà organizzato il servizio, compito difficiledal punto di vista tecnico e politico, dall�altra ha dovutoaccompagnare il processo di riorganizzazione dei serviziindicando le modalità istitutive delle Autorità di Ambitoe le condizioni per renderle pienamente operativedefinendo le convenzioni tipo che dovranno disciplinarei rapporti tra le Autorità d�Ambito e i gestori. Nello svol-gimento di questi compiti, la Regione ha assunto unruolo che molti Comuni difficilmente hanno accettato: laminaccia/presenza di commissari straordinari negli Entiinadempienti ha rappresentato la sostituzione delprocesso politico di costruzione del consenso con unprocesso tecnico ed autocratico. Evidente scarto tra leprocedure in un certo senso più formali e meno conflit-tuali come l�istituzione degli Ato e le ricognizioni, da unaparte, e dall�altra passaggi tecnicamente e politica-mente molto più avanzati, perché impegnano concreta-mente le parti, come piano d�ambito e affidamento. Ilpercorso dell�affidamento è ancora in itinere: è la fasepiù complessa dell�iter di implementazione della leggeGalli. Infatti l�immagine che ne risulta è quella di un set-tore in rapida e continua trasformazione e del qualeogni rappresentazione è necessariamente quella di un�work in progress�.

All�Autorità d�Ambito, che rappresenta il governodell�Ato Idrico e che, nel nostro caso, si esprime sotto laforma di Conferenza dei Sindaci e del Presidente dellaProvincia è demandata la scelta della forma di gestionedel Sistema Integrato Idrico tra le modalità di affida-mento previste dalla legge per tutti i servizi pubblici arilevanza industriale: affidamento a società di capitaliindividuate attraverso l�espletamento di gare con proce-dure ad evidenza pubblica cioè selezioni pubbliche com-petitive in base all�offerta più vantaggiosa; affidamentodiretto a società a capitale misto pubblico-privato, quin-di selezione non competitiva ma specifica di una azien-da, con individuazione del socio privato attraversol�espletamento di gare con procedure ad evidenza pub-blica; affidamento diretto a società a capitale intera-mente pubblico (delegazione interorganica o regimecosiddetto in house) a condizione che gli enti pubblicititolari del capitale sociale esercitino sulla società uncontrollo analogo a quello esercitato sui propri serviziinterni (nomina dirigenti, controllo contabile organizza-tivo, programmazione d�impresa) e che la società rea-lizzi la parte più importante della propria attività con glistessi Enti cioè svolga tutte le sue attività entro il terri-torio dei comuni proprietari. Si tratta della cosiddettagestione �in house�, ossia interna al settore pubblico,attraverso una società giuridicamente indipendentedall�ente locale, formalmente autonoma ma sostanzial-mente subordinata gerarchicamente agli enti pubblici.

La Conferenza dei Sindaci e del Presidente della

Provincia dell�Ato idrico di Ragusa, dopo la scelta, nel2003, della concessione a terzi come modalità di ge-stione del Servizio Idrico Integrato, quindi gestioneinteramente privata, a distanza di un anno, ha revocatola precedente decisione optando per la gestione attra-verso la società mista a maggioranza pubblica con ilcorrettivo del voto univoco (la parte pubblica esprimeun unico voto che rappresenta il 51% della volontàsocietaria, impedendo così che un solo Sindaco possaspostare la propria decisione a favore del privato eribaltare la maggioranza). Tale scelta ha messo in evi-denza l�interesse comune prevalso della maggior partedei soggetti-attori titolari del potere di decidere: coniu-gare, da una parte, le esigenze di controllo di una risor-sa importante come l�acqua, dall�altra di attrarre capitaliprivati e �know how� necessari per industrializzare ilsettore.

A seguito di tale scelta si è aperto un dibattito politi-co, accompagnato da movimenti, associazioni, sindacatied amministratori, finalizzato ad impedire la costi-tuzione della società mista e ad avviare la procedura peruna gestione interamente pubblica del SistemaIntegrato Idrico. Attualmente la Conferenza dei Sindacie del Presidente della Provincia ha deciso la sospen-sione delle operazioni di gara per l�individuazione delsocio privato della Società Mista. Un tavolo tecnico for-mato dai sindaci dei comuni di Ragusa, Modica, Pozzalloe Comiso, coordinato dal Presidente della Provincia, stavalutando strade alternative che consentano la riparten-za di questo ambizioso ma assai complesso progetto.

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Turismo

E�stato firmato il protocollod�intesa per lo sviluppo e lapromozione turistica del

territorio ibleo che costituisce ilprimo passo per la costituzionedella società consortile che daràvita al primo distretto turisticolocale. A sottoscrivere il protocollo

d�intesa la Provincia di Ragusa, icomuni della provincia di Ragusa,la Camera di Commercio, laFederalberghi, l�Assohotel, la Sosvi,la Pro Loco di Ragusa, diversi con-sorzi turistici ed operatori turistici.Il protocollo d�intesa definisce unaccordo tra i soggetti sottoscrittori

rivolto a favorire una maggiorecooperazione e collaborazione trapubblico e privato al fine di valoriz-zare sul mercato turistico il territo-rio ibleo, fino ad oggi caratterizza-to da un�offerta slegata e scoordi-nata di pochi prodotti turistici. Ilprotocollo - è stato chiarito - non

Distretto locale,pronti al varo< >

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E�stato avviato un tavolo di concertazione tral�Amministrazione Provinciale e la FederAlberghi

per pianificare la partecipazione alle principali fiere eborse turistiche italiane ed europee per promuovere ilterritorio e comunicare l�offerta turistica agli operatoridel settore. Nel corso di un incontro tra il presidentedella Provincia Franco Antoci, il commissario dell�AapitPietro Barrera e il presidente di Federalberghi, RosarioDibennardo, è stato concordato un piano di presenzadella Provincia alle principali fiere e borse turistichecon l�obiettivo che l�interscambio delle risorse e leiniziative specifiche nel settore turistico sono utili edopportune per comunicare l�offerta del territorio aitour operator. La proposta della Federalberghi di

partecipare alle borse turistiche di Madrid, Milano,Berlino, Mosca, Roma, Budapest, Barcellona, Rimini,Londra e Colonia è stata giudicata positivamente dalpresidente Antoci e dal commissario dell�Aapit PietroBarrera che hanno dato la loro disponibilità al presi-dente Dibennardo di accoglimento della richiesta nel-l�ambito della programmazione per il 2007 e tenendoconto dei problemi di bilancio. Dibennardo ha postol�accento sul fatto che la tempestiva programmazionedi partecipazione a questi appuntamenti fieristicipermetterà di ottimizzare i tempi ma anche i costi e lerisorse producendo vantaggi agli operatori del settorema anche ai visitatori che vorranno visitare laprovincia di Ragusa

<Borse Turismo/ Sinergia con Federalberghi>

<Il commissario Aapt Pietro Barrera> <Ragusa Ibla. Una veduta del Palazzo Sortino-Trono>

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Turismo

regola accordi di contenuto eco-nomico, che, ove esistenti, verran-no regolati tra i sottoscrittori inte-ressati nei modi di legge. Essopunta a creare delle sinergie tra gliattori del territorio e gli operatoridel mercato che, attraverso una

maggiore sistemicità e inte-grazione delle proprie offerte, pos-sono realizzare un prodotto piùcompetitivo nello scenario turisticonazionale e internazionale. Lefinalità del protocollo di intesasono rivolte a creare un Distretto

Turistico Ibleo e favorire la realiz-zazione di un offerta turisticasistemica del territorio del com-prensorio ibleo. In particolare ilprotocollo vuole integrare l�offertadei propri servizi con quella deglialtri sottoscrittori sia pubblici che

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<Scicli. Palazzo Beneventano>

Individuati dal comitato di coordinamento delProgetto Pir i percorsi turistici e i siti relativamente

alla Misura Pir 4.18 a regia regionale che prevede l'at-tivazione di azioni di promozione turistica del territo-rio attraverso educational tours finalizzati a farconoscere il patrimonio architettonico, culturale edambientale, nonché le tradizioni e gli eventi socio-cul-turali. Nel corso di una riunione indetta dal vicepre-sidente della Provincia Salvo Mallia, nella sua qualitàdi rappresentante della coalizione �Sviluppo ibleo�,sono stati individuati dopo un articolato dibattitoall�interno del comitato di coordinamento i relativiitinerari, luoghi e siti turistici da promuovere. Dopoavere valutato le proposte si è pervenuti alladefinizione di quattro differenti percorsi turistici: a)Ragusa. I siti dell�Unesco ed i luoghi di Montalbano;b) la Contea di Modica ed i percorsi enogastronomi-ci; c) la Valle dell'Ippari con il Liberty e le vie del vinoCerasuolo; d) il patrimonio naturalistico e l'areamontana.

Da tale indicazione è stato individuato il gruppo dilavoro, composto dai rappresentanti dei 3 Patti

Territoriali, dall'Ufficio Provinciale alla Programma-zione e dal Presidente della Pro-Loco di Ragusa, cheelaborerà il percorso-tipo da proporre alla Regione.Soddisfatto dell�intesa raggiunta il vicepresidentedella Provincia Salvo Mallia: "Ancora una voltaabbiamo dimostrato che la concertazione tra gli Entie gli attori dello sviluppo locale riesce a dare risultatipositivi. Il territorio ibleo col Progetto Pir sarà sotto iriflettori e beneficerà di azioni positive per lo svilup-po attraverso un marketing territoriale promosso congruppi sia italiani che stranieri di tour operator,buyers ed operatori del settore turistico ai quali dimo-streremo che la ricchezza del nostro patrimonioarchitettonico, culturale e naturalistico è in grado disoddisfare diverse esigenze, dal turismo d'elite aquello culturale dal turismo enogastronomico all'eco-turismo, a quello destagionalizzato. Siamo pronti adaccogliere questi flussi, sulla base della nostra capa-cità ricettiva di ben 8800 posti letto e forti dell'im-pegno che stiamo dimostrando nell�azione di fardecollare la realizzazione delle infrastrutture neces-sarie per lo sviluppo del nostro territorio.

<Individuati i siti di interesse turistico del Pir><Modica. Chiesa di San Pietro>

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Turismo

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Sono il mare e l'enogastronomia ad attirare i turisti inprovincia di Ragusa. Secondo un'indagine fatta dalla

Doxa intervistando un campione di mille italiani,cinquemila stranieri, residenti in Francia, Germania, GranBretagna, Usa e Giappone, e 70 tour operator tra italianie stranieri, le caratteristiche che attraggono di più sonola bellezza delle coste e la prelibatezza dei piatti e vinilocali, mentre a deludere sono infrastrutture e qualitàalberghiera. "In questi anni - ha detto Dore Misuraca,assessore regionale al Turismo - abbiamo investito ifondi Por per riqualificare l'offerta, anche aumentando iposti letto, ma la clientela non ha ancora la percezionedella qualità. Continueremo in questo percorso anchecon la programmazione 2007-2013".

Nel 2005, secondo gli ultimi dati Istat disponibili, sisono registrati in Sicilia 4,3 milioni di arrivi e 13,7 milionidi presenze con un periodo medio di permanenza di 3,2giorni. L'incidenza degli arrivi dai mercati esteri è statodel 35% che hanno generato il 37% di presenze. Altrodato significativo riguarda il movimento interno legato alsegmento domestico che indica in 39,8% le presenzeprovenienti da turisti residenti nella regione stessa.Migliora quindi l'offerta turistica siciliana con un aumen-to delle presenze che sfiora il 3%. Una realtà evidenzia-

ta dai dati pubblicati nella XV edizione del Rapporto sulturismo italiano, realizzato da Mercury srl.

Una radiografia che, seppur riferita all'anno 2005, indi-ca chiaramente una tendenza positiva molto più accen-tuata in alcuni settori, come esercizi alberghieri etrasporti, ed un po' meno nei settori della nautica e delcongressuale, dove non si registrano miglioramentisignificativi. Tra le nuove forme di turismo, il movietourism si afferma prevalentemente nella provincia diRagusa, dove grazie alla serie televisiva "Il CommissarioMontalbano" (coproduzione italo-svedese), il numero deituristi provenienti dalla Svezia dal 2000 a oggi è aumen-tato di oltre cinque volte. In Sicilia le 2.964 strutturericettive sono suddivise tra esercizi alberghieri (1.074),che occupano complessivamente 2.033 dipendenti, edesercizi complementari (1.890). Per quanto riguarda ladistribuzione regionale della spesa turistica, la Siciliaregistra per il terzo anno consecutivo un aumento dellaquota (9,2%). Grazie anche ai voli low cost aumentano ituristi che giungono sull'Isola, che rimane tra le desti-nazioni predilette delle compagnie low cost, con oltre il50% del mercato delle tratte nazionali. In calo di oltre il3,5%, invece, il traffico marittimo di passeggeri sulletradizionali linee delle ferrovie, Tirrenia e Siremar.

<Grazie a Montalbano, presenze quintuplicate>

privati, aumentandone standardqualitativi e capacità di offerta;nonché favorire l�accesso e lapartecipazione a programmi,incentivi, sovvenzioni, agevolazionipreviste e leggi e regolamenticomunitari, nazionali, regionali inmodo da promuovere nel mercatoturistico il territorio del Compren-sorio Ibleo in modo sistemico e incollaborazione reciproca. Soddi-sfazione è stata espressa dal pre-sidente della Provincia FrancoAntoci: �Stiamo operando, di con-certo col territorio, per avviare unprocesso di crescita dell�offertaturistica e creare le basi solide perun efficace distretto turistico�. Allafirma è intervenuto anche il com-missario dell�Aapit Pietro Barrera:�Il partenariato turistico economi-co della provincia e le organiz-zazioni professionali di categoriahanno risposto prontamenteall�iniziativa di procedere alla costi-tuzione del distretto locale chedovrà costituire lo strumento perfar decollare nel mercato turistico ilterritorio ibleo�. <Scicli. Via Mormina-Penna>

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Pesca

Finanziato dall�assessoratoregionale alla Cooperazione ePesca il progetto relativo al

modello di gestione integrata dellafascia costiera della Provincia diRagusa, i sistemi di certificazioneambientale e la tracciabilità nellafiliera ittica e formazione deglioperatori del settore pesca" avalere sul POR SICILIA misura 4.17b. �Il finanziamento di questo pro-getto � dice il presidente Antoci �permetterà di formare e accrescereculturalmente gli operatori dellafiliera ittica.

E� uno strumento utile per farcrescere tutto il settore della pescain provincia di Ragusa che ha unavalenza economica non indiffe-rente�. Il progetto ha avuto unfinanziamento di 312 mila euro e sisvolgerà nei 18 mesi previsti nelterritorio di pertinenza dellaProvincia di Ragusa e nelle sedi deisoggetti esecutori. "Il progetto �afferma il vicepresidente Salvo

Mallia che ha la delega alle PoliticheComunitarie - è stato strutturato intre attività. La prima prevede lagestione dell'area marino-costieradella Provincia di Ragusa e si ponecome risultato l'identificazione e lapromozione di misure tecniche diconservazione delle risorse e la for-mazione del personale; la secondariguarda la realizzazione di lineeguida per l'implementazione disistemi di gestione ambientale etracciabilità di prodotto, con l'obiet-tivo di porre in essere azioni utilialla certificazione in qualità delleaziende e dei prodotti e l"atti-vazione di uno Sportello informatiz-zato di diffusione e promozione deirisultati e erogazione di servizi diconsulenza e formazione per glioperatori del settore della pesca, darealizzarsi nella Provincia diRagusa; la terza attività trattal'adeguamento del sistema dellaformazione del personale a bordodelle imbarcazioni da pesca, con

particolare riferimento al migliora-mento delle condizioni lavorative abordo di imbarcazioni adibite allapesca marittima, a rendere traspa-renti ed uniformi professionalità ecompetenze nel settore pesca emira a diffondere professionalità,conoscenze e abilità specifiche inmateria di qualità ed igiene deiprodotti ittici."

"Il finanziamento di questo pro-getto - prosegue Mallia - rappre-senta un'ulteriore rilevante possibi-lità che viene data alle nostreaziende ed al nostro territorio disviluppo e di crescita, in termini diqualità di prodotti e in termini eco-nomici. Anche questo, come edinsieme ad altri progetti regionali ecomunitari che il nostro assessoratosta portando avanti, contribuirà arendere più competitiva la provinciaiblea non solo sul mercato italiano,ma anche in prospettiva del 2010,quando tutto il Mediterraneo saràun�area di libero scambio".

Un modello perla fascia costiera< >

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di Salvatore La Lota

<Il litorale di Costa di Carro><Il vicepresidente Salvo Mallia>

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Scuola

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Exposcuola è la vetrinadell�Istruzione dell�Europa edel Mediterraneo che si tiene

da 7 anni a Salerno, presso la sedeuniversitaria di Lancusi. Registra lapartecipazione di un numero sem-pre maggiore di istituti scolastici eviene promossa in collaborazionecon enti locali, istituzioni, universitàed associazioni per affrontaretematiche attuali che interessano ilpianeta scuola.

Exposcuola è una sorta di vetrinaper le scuole, in cui ognuna faconoscere il proprio prodotto for-mativo. La Provincia Regionale diRagusa vi ha partecipato per il terzoanno consecutivo. Quest�anno gliistituti coinvolti sono stati l�IstitutoProfessionale per il Commercio, peri Servizi Turistici e per la GraficaPubblicitaria di Ragusa Ibla,l�Istituto d�Arte �Fiume� di Comiso,l�Istituto Professionale �Marconi� diVittoria (sezione Moda) e l�IstitutoAlberghiero di Modica.

Exposcuola 2006 ha scelto comeleitmotiv �E pur si muove�: i pro-cessi di sviluppo e qualificazione di

una società in continua evoluzionedove i giovani e le nuove genera-zioni dovranno avere la consapevo-lezza di ciò che accade e la capaci-tà di essere i �soggetti-motore� diciò che si determina nel tempo enello spazio attuale.

�Anno dopo anno - affermaAndrea Iovino, direttore artistico diExposcuola - la scuola è diventatasempre più protagonista delle scel-te e dell�impostazione dell�iniziativa.Quest�anno Exposcuola si è molti-plicata per cinque. Il consuetoVillaggio è stato allestito, oltre chea Baronissi anche ad Atripalda,Capaccio, Contursi Terme e GiffoniSei Casali. La scelta di impiantare ilVillage in cinque diverse localitàprelude all�apertura di quel ParcoScolastico della Campania che giàdal prossimo anno dovrà essere unsistema permanente di riferimentoper le scuole della Campania, delMezzogiorno d�Italia, d�Europa e delMediterraneo. In questo settimoanno di vita Exposcuola ha posto inessere le fondamenta per unquadro di svolta nel rapporto scuo-

la/territorio. Ai nostri giovani abbia-mo voluto trasmettere gli assunti diun lavoro pluriennale che sta deter-minando risultati oltremodo signifi-cativi, che già da domani permette-ranno al mondo della scuola diavere di fronte a sé un sistema diriferimento certo in cui trovare lerisposte necessarie per l�ottimizza-zione dell�offerta formativa.

Gli istituti scolastici della provinciadi Ragusa hanno avanzato proposteformative abbastanza innovative. Ilconfronto all�Exposcuola è statoutile e propositivo come sostienel�assessore alla Pubblica IstruzioneGiancarlo Cugnata: �E� una vetrinadi grande effetto che dà l�opportu-nità ai nostri istituti di confrontarsicon altre scuole e di verificare i loropercorsi formativi. Questo scambiofra diverse comunità di appartenen-za fa sì che nascano nuovi stimoliper una conoscenza sempre piùvaria e vivace. Quest�anno, comeogni anno, i nostri istituti hannomostrato i lavori artistici e gastro-nomici tipici dando lustro allanostra provincia. I lavori esposti

A Salerno perconfrontarsi< >di Etrusca Campailla

<Exposcuola Salerno. Quattro istituti scolastici della provincia di Ragusa hanno partecipato alla rassegna formativa campana>

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Scuola

hanno suscitato l�interesse di tutti ipartecipanti. Anche il Ministro dellaPubblica Istruzione Roberto Fioroniha apprezzato i nostri lavori e siè complimentato con i nostri ra-gazzi.

Lavori degni di artisti come adesempio il �vestito mediterraneo�realizzato dalla sezione modadell�Istituto Professionale �Marconi�di Vittoria, o l�abito realizzato inte-ramente di mosaici propostodall�Istituto d�Arte di Comiso.Grande curiosità invece per i pro-dotti gastronomici del territorio. Laqualità e la genuinità dei nostri pro-dotti tipici è stata apprezzata�.

><la provincia di ragusa 15

Una festa dello studio. L�assessorato provinciale allaPubblica Istruzione anche quest�anno ha assegnato

le borse di studio agli studenti, meritevoli, diplomati elaureati. Una festa che ha avuto tre appuntamenti scan-sionati nel tempo secondo un preciso calendario.Sfruttando lo slogan �Obiettivo raggiunto� si è volutomettere in rilievo la meritocrazia degli studenti iblei chenei loro percorsi formativi hanno centrato dei traguardicui tutti anelano nella loro carriera scolastica. Il mese didicembre ha registrato la premiazione degli studenti chehanno raggiunto la maturità ed hanno ottenuto unamedia di 100/100 o poco meno e gli studenti che hannoraggiunto il traguardo della laurea. L�assessore allaPubblica Istruzione Giancarlo Cugnata sottolinea ilvalore degli studenti iblei: �Hanno numeri per imporsi eaver centrato già il primo obiettivo della maturità è unsuccesso utile per intraprendere con maggiore vitalità ededizione la via per conseguire la laurea o entrare apieno titolo nel mondo del lavoro�.

Cento sono stati gli studenti diplomati che hanno con-seguito la borsa di studio.Questo l�elenco dei premiatiper l�anno scolastico 2004/2005.

Liceo Scientifico �E. Fermi� Ragusa: GulinoSimona, Mauro Ester, Burrafato Valentina, TuminoMelania, Tumino Samantha, Bellio Mariaenrica,Dibenedetto Giuseppina. Liceo Scientifico �Galilei�Modica: Lubello Salvatore, Lorefice Valentina, CandidoAgatino, Assenza Salvatore, Giannone Giuseppina,Macca Francesco, Blandino Giovanni. Istituto�Cataudella� Scicli: Sgarlata Adriana, OcchipintiMarica, Re Federica, Parisi Assenza Rosamaria. LiceoScientifico �Cannizzaro� Vittoria: Fichera Loris,Russo Giulia, Guglielmino Vincenzina, Lima Antonio.Istituto �Archimede� Modica: Tumino Vincenzo,Pitino Palmira, Fidone Mariaclara, Assenza ParisiSimona, Giunta Donatella, Fiderio Valentina, ZoccoChiara. Istituto �Besta� Ragusa: Di Natale Sfora,Iacono Viviana, Occhipinti Davide. Istituto Tecnico

�Fermi� Vittoria: Cascone Denise, Sciacco Stella,Costa Selenia, Puccio Teresa, Gallo Gino. IstitutoTecnico Agrario Scicli: Mandarà Alessandro e SigonaGiovanni (sezione di Vittoria). Istituto �La Pira�Pozzallo: Barrera Salvatore, Sigona Lorena, ScifoGiuseppe. Liceo Classico Ragusa: Dimarco Alice,Dipasquale Carla. Istituto Tecnico GeometriRagusa: Scorfani Francesco, Iemmolo Graziana, FallaNoemi, Di Rosa Ilenia, Armenia Mariachiara. Istituto�Carducci� Comiso: Mauro Maria, GiarratanaAlessandra, Digiacomo Giulia, Re Andrea, Brafa Elisa.Istituto �Curcio� di Ispica: Corallo Salvatore,Lauretta Ludovica, Lorefice Melania, Dilorenzo Vitaliano,Agnello Vincenzo, Di Benedetto Chiara, Giannì ConcettaLucia. IPSIA �Ferraris� Ragusa: Iacono Andrea,Scirè Rosario, Sammito Vincenzo (sezione di Ispica)Istituto Professionale Ragusa: D�Avola Federica,Antoci Laura, Gurrieri Mariagrazia. Istituto �Vico�Ragusa: Cutuli Annamaria, Spata Letizia, AzzaraEnrica, Vacirca Noemi, Scollo Giuseppina. Istituto�Verga� Modica: Morana Stella, Maltese Leandra,Baglieri Romina, Ereddia Cinzia, Avveduto Carmelo,Iurato Pietro. Istituto �Mazzini� Vittoria: IaconoLaura, Molè Federica, Di Maria Francesca, MagroVeronica, Di Vita Viviana. Istituto d�Arte �Fiume�Comiso: Assenza Valentina, Allù Luisa. IstitutoProfessionale �Marconi� Vittoria: D�AmatoGiuseppe, Bondì Ester, Randazzo Laura. Itis�Majorana� Ragusa: Mulè Giuseppe, CariolaVincenzo. Istituto Professionale �Grimaldi�Modica: Sammito Maria, Amato Simona, AbateMaurizio, Frasca Giovanni, Caccamo Alessandro. LiceoLinguistico �Kennedy� Ispica: TaradetskaiaAnastasia. Liceo Linguistico �La Cultura� Comiso:Risina Gaja. Liceo Linguistico �Lanza� Vittoria: CasìMarisabella. Istituto Tecnico �Quasimodo�Ragusa: Tumino Carla. Istituto MagistraleComunale di Scicli: Ficili Nadia.

<Diplomati, i vincitori delle 100 borse di studio>

<L�assessore alla Pubblica Istruzione Giancarlo Cugnata consegna una delle 100borse di studio per gli studenti che hanno conseguiito il diploma di maturità>

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Dolci

C�è un gusto tutto speciale che si può scopriremordicchiando il cioccolato modicano, entratoormai a pieno titolo tra gli alimenti �cult�. E�

quello della solidarietà. Un miracolo quotidiano che sicompie nel laboratorio artigianale dolciario, dedicatoalla memoria di don Giuseppe Puglisi, il prete diBrancaccio assassinato dalla mafia. Incastonato nelcuore della barocca città di Modica, come un gioiellonel suo scrigno, il centro di produzione dolciaria, oltreil cioccolato, mette in cantiere biscotti e dolci della piùsentita tradizione culinaria e gastronomica della con-tea. Squisitezze e prelibatezze realizzate da solertimani operose e rigorosamente tutte al femminile e gui-date dalla dolcissima e paziente Lina, divenuta�mamma adottiva� della piccola �comunità� industriale.Il loro cioccolato è il segno visibile di una solidarietàconcreta e di un�utopia dell�amore che finalmente nonrimane più solo sogno o evocazione. Un progetto rea-lizzato grazie ad una rete capillare di mani tese.

�L�iniziativa - argomenta il direttore del laboratorioGintoli - si deve al contributo di molte persone e al con-corso di molti elementi. Grazie alle offerte dei volontari,al generoso impegno di molti, alle disponibilità gratuitee ai contributi della Diocesi e del Ministero del Lavoro,il laboratorio è diventato il segno di una corale solida-rietà�.

Pasticcini alla frutta, biscotti da colazione, latte dimandorla, mustazzola e mucatoli, torte savoia e lerinomate e celebri �mpanatigghie� come i gustosi dol-cetti alla mandorla e i dolcetti da riposto fanno partedel lunghissimo elenco della produzione realizzata dallegiovanissime �mammime� che in attesa di tornare acoccolare i loro cuccioli, impastano, infornano e sfor-nano le leccornie di ogni tipo e soprattutto riescono atagliare con minuzia e precisione gli enormi pezzi dicioccolato che arrivano dalla Repubblica domenicana.Perché quando ci si abbraccia bisogna farlo bene.

�Tra le materie prime - sottolinea Gintoli - vengonousate quelle del commercio equo e solidale. Si tratta dialimenti prodotti con la garanzia dei giusti salari per ilavoratori del Sud del mondo, del rispetto dell�am-biente, dell�utilizzo degli utili per opere sanitarie esociali a favore dei più deboli. Un rimando dunque a unprogetto complessivo di solidarietà che cerca di tenerepresenti relazioni, soldi, stili di vita e di consumo, ter-ritorio e mondo�.

Un intreccio di interrelazioni fa da rimando infatti allaboratorio �Don Puglisi� e la sua felice ubicazione nel

vico De Naro è un altro �segno� di scelta consapevole.�La collocazione del laboratorio -precisa il direttore-

indica il nostro impegno nella direzione della valoriz-zazione della bellezza della nostra città, del suo centrostorico e dei suoi straordinari beni monumentali earchitettonici. Un triangolo �magico� tracciato dallelinee rette che si intersecano tra il laboratorio, il suopunto vendita, collocato all�imbocco del vialetto, e laCasa dell�Accoglienza �Don Puglisi�. Il nome del sacer-dote martire è ricorrente come la sua effige checampeggia ovunque, �nume� tutelare di un progetto difratellanza che non si perde dietro inutile chiacchiere edietrologie�.

Maurilio Assenza, direttore della Caritas di Modica,nonché presidente della stessa casa, parla di un�in-vestitura pensata per proteggere la comunità da possi-bili speculazioni �politiche�. Anche per la nascita dellaCasa dell�Accoglienza sono entrate in sinergia le stesseforze: volontari e Caritas.

Il cioccolatosolidale< >

><la provincia di ragusa16

di Daniela Citino

<Il laboratorio artigianale di cioccolato della casa di don Puglisi>

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Dolci

�La casa è nata e cresciuta - spiega Maurilio Assenza,citando lo stesso statuto istitutivo- sia come sfida alsentire chiuso e gretto e agli opportunismi di una poli-tica furba, come la chiamava Giorgio La Pira, che comeun invito ad una politica di alto profilo e di una culturaaperta all�accoglienza del diverso. La casa non vuolesostituirsi a ciò che le pubbliche istituzioni non riesconoa fare nel gestire situazioni pluriproblematiche ma sipone come servizio innovativo di comunità dell�ac-coglienza e di persone e nuclei familiari in difficoltà�.

Nella Casa dell�Accoglienza, nella cui cucina ha avutoinizio il primo laboratorio dolciario, operano più sogget-ti: dagli operatori professionali, come l�assistentesociale, la psicologa, l�educatrice, da quelli che orga-nizzano il �quotidiano� della comunità, dalla verificadella pulizia alla custodia dei medicinali, per citarequalche funzione, sino al contributo esterno di asso-ciazioni e di volontari.

�Sono previsti - sottolinea Assenza - anche degli affi-di temporanei nei week-end e in estate in circostanzedi delicati passaggi della vita che accompagnanol�esistenza degli ospiti della Casa. Insieme laboratorio ecasa sono gli strumenti di una meta imprescindibile diquesta �utopia� dell�amore. L�accoglienza è indirizzataal supporto di persone con difficoltà psicologiche,sociali e familiari ma è stata progettata soprattutto peril loro futuro reinserimento nel tessuto sociale�.

><la provincia di ragusa 17

Ciok, si gira. E� questo lo slogandella terza edizione di

Eurochocolate che ritorna nel cen-tro barocco della città. EugenioGuarducci, patron della manife-stazione, il consorzio degli artigianidel cioccolato, l�amministrazionecomunale e provinciale hanno resonoto il programma definitivo dellamanifestazione che punta a supe-rare le 200mila presenze, che, se-condo le stime ufficiali si registra-rono nei nove giorni dell�eventodell�anno scorso. L�appuntamentocon il cioccolato di Modica è statofissato per il fine settimana del 25marzo. Tre giorni, dal venerdì alladomenica, che saranno ricchi diappuntamenti culturali, di degu-stazioni, di mostre. Rispetto allapassata edizione l�organizzazioneha preferito concentrare su tregiorni piuttosto che diluire nell�arcodi una settimana. EugenioGuarducci ha pensato tuttavia di

far precedere i giorni veri e propridi Eurocholate dalla �Notte bianca�al cioccolato che è stata fissata persabato 17 marzo. Nelle intenzionidegli organizzatori si tratta dellaapertura della terza edizione sfrut-tando la moda della notte biancache tanti proseliti ha fatto anche inprovincia, a cominciare da Modica.Il programma prevede poi duemostre �Fatevi le cazzuole vostre�e �RiCioc made in Sicilia�; questesaranno allestite presso il Palazzodella Cultura, dedicate al designdel cioccolato e faranno da con-torno all�intera manifestazione.Entrambe le mostre sono il risulta-to di altrettanti workshop, coordi-nati dai designer milanesi GiulioIacchetti e Matteo Ragni che pre-sentano da un lato un'originalemostra tutta dedicata al gadget-cult di Eurochocolate 2006: la caz-zuola, dove l'essenziale strumentodel cantiere è stato curiosamente

reinterpretato; dall�altro, un�insoli-ta e curiosa esposizione di proget-ti ispirati alla tavoletta di cioccola-to modicana reinterpretata inchiave design da ben 40 studentidella Facoltà di Architettura, indi-rizzo Design, dell�Università diPalermo. Il mondo del cinema èl�altro leitmotiv di Eurocholate2007 con �Cioccolata con l�attore�,rassegna cinematografica con igrandi attori e registi che hannoavuto un legame con Modica e gliIblei; �RassegnaTi al Cioccolato� èun�altra mostra sul cioccolato ospi-tata nel foyer del teatro Garibaldi.�Cioccolato e Modica� è invece ilconcorso cui tutti i visitatoripotranno partecipare girando con iloro videofonini un corto sul tema.Per i produttori ritornano gliEurochocolate Awards per lamigliore barretta nelle varie cate-gorie.

Duccio Gennaro

<Modica, ciok si gira>< Le volontarie della casa di don Puglisi, confezionano il cioccolato>

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Solidarietà

Grande gesto di solidarietà delSoroptimist Club di Ragusa, neiconfronti della comunità allog-

gio �Mano Amica� di Ragusa. Il donoè stato un pulmino Fiat Ducato peril trasporto di minori, consegnatoa dicembre, alla presenza dei piccoliospiti.

La cerimonia di consegna èavvenuta alla presenza delle socie delclub, di Suor Giuliana, madre supe-riora dell�Istituto Sacro Cuore chegestisce la comunità alloggio e delleconsorelle. I bambini non riuscivano afrenare l�eccitazione saltando comegrilli sui sedili dell�automezzo,accettato come un giocattolo di cuiessere fieri. La cerimonia della con-segna delle chiavi e� stata officiata dadon Giovanni Cavalieri che con la suabenedizione ha dato solennitàall�evento. Momenti di grande com-mozione per Suor Giuliana che, soloun anno prima, aveva espresso, percaso, alla presidente del Soroptimistdi Ragusa, Salvina Blandino Bruno, ilsuo desiderio di avere un pulmino chepotesse ospitare i ragazzi a lei affi-dati, per le trasferte domenicali. Laprima meta dei ragazzi, sfruttando ilnuovo pulmino, è stata la neve dellaSila per le vacanze di Natale. Ungiorno di grande allegria per chi nellavita ha avuto poco o niente.

La signora Bruno ha espresso lasua soddisfazione nell�avere realizza-to quanto si era riproposto all�iniziodel suo mandato, ovvero �svolgereattività di solidarietà e di service nel-l�ambito del territorio di riferimento enello spirito del club stesso�.

Spinta dalle parole di Suor Giuliana,ha iniziato subito la sua attività perreperire fondi, in quanto l�impegnoeconomico era davvero impegnativo.Le iniziative portate avanti per tuttol�anno si sono intrecciate conpiacevoli incontri tra le socie del Club

e i piccoli amici, in modo da festeg-giare insieme, con una crispellata ilgiorno di San Martino, con una cenadi beneficenza il Natale, con unaMessa di Precetto, la Pasqua. Gliincassi della cena di beneficenza pergli auguri di Natale furono solo unagoccia rispetto alla somma necessariaper la realizzazione del progetto edallora con la preziosa collaborazionedel dottor. Eugenio Mantello, presi-dente dell�Associazione MusicaleIblea Enarmonia, è stato organizzatoun concerto di beneficenza nellaCattedrale di San Giovanni Battista,dal titolo l�Homme Armé, messa perla Pace� di Karl Jenkins. Messa persoli, coro e orchestra eseguito dalCoro Enarmonia, dall�Orchestra daCamera �L�Homme Arme�� di Lecco.La direzione artistica è stata affidataal maestro Giorgio Adamo. Il concer-to, molto apprezzato e ripreso dalle tvlocali, ha visto la Cattedrale di SanGiovanni gremita di spettatori, graziealla collaborazione, nel collocamentodei biglietti, dei club service diRagusa: Fidapa, Inner Wheel,Kiwanis, Lions, Rotary Hibla Erea ealle Associazioni delle Mogli deiMedici Italiani, nonché il Cral della

Banca Agricola Popolare di Ragusa.L�aiuto economico per realizzare ilconcerto e per integrare l�importoraccolto per il raggiungimento dell�in-tero costo del pulmino è stato datodal Comune di Ragusa, dallaProvincia Regionale di Ragusa,dall�Aapit e dall�Assessorato RegionaleAgricoltura e Foreste, nonché dadiversi sponsor locali.

I loghi degli sponsor impegnati nelprogetto di solidarietà, impressi sulpulmino, hanno trasformato, agliocchi dei nuovi piccoli proprietari,uno scialbo colore bianco in un allet-tante patch work variopinto che hareso il pulmino simile ad un attraenteed utile giocattolo.

Il Soroptimist intende portare avan-ti per il nuovo anno altri progetti disolidarietà.

�Abbiamo già predisposto un nuovoprogetto di solidarietà - affermaSalvina Bruno, presidente delSoroptimist - per l�anno in corso delmio mandato, che si rivolgerà alleadozioni prenatali, attraverso la rac-colta fondi per la sottoscrizione diuno o più �progetti gemma� portatiavanti dai Centri Aiuto alla Vita ditutta Italia�.

Il Soroptimistti dà una mano< >

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di Giovannella Galliano

<Il pulmino donato dal Soroptmist Club Ragusa alla comunità alloggio Mano Amica>

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Volontariato

Il giorno del primo raduno dell�as-sociazionismo ibleo, promossodalla Provincia Regionale di

Ragusa, ha avuto un testimone d�ec-cezione: l�attrice Claudia Koll. Dopoaver messo da parte alcuni ruoli sco-modi e detto addio alle pagine pati-nate dei rotocalchi, l�attrice lanciatada Tinto Brass è una donna diversa,con un modo nuovo di intendere lavita e la professione. Da qualchetempo ha deciso di mettere talento,bellezza e popolarità al servizio deipiù deboli. Con un orizzonte preciso,anche se non limitante: l'Africa, doveogni sette minuti un bambino muoredi fame. Ed è un impegno per il qualesi è messa in gioco completamente.E� un piacere ascoltarla ma soprattut-to sentire la testimonianza del suoincontro con Cristo.

�Quando ho incontrato il Signore -rivela l�attrice - mi ha risvegliato anuova vita, mi ha dato il senso diun'esistenza più piena. Ha curato lemie ferite e mi ha dato una vitalitàmaggiore. Quella stessa vitalità chevorrei trasmettere agli altri. Vorreitestimoniare la sua tenerezza, il suogrande amore per noi. Credo che cene sia bisogno�.

Eccola, dunque, la Claudia Koll dioggi, quella che ha scelto di diventaretestimone - e non semplicementetestimonial - dell'associazione diVolontariato internazionale per losviluppo legata ai salesiani.�Testimone - spiega - perché volevovedere e raccontare�. Con il VisClaudia ha sostenuto la campagnaCibo per l'Etiopia. Ma questa è solol'ultima tappa di un percorso piùlungo. Ho cominciato conl'Associazione italiana celiachia - rac-conta - perché sono celiaca dallanascita. Mi chiesero di testimoniare lamia condizione e ho scoperto chepotevo aiutare tanti bambini affetti da

questa malattia e anche tantemamme preoccupate per i loro figli.Poi ho incontrato per caso, nel-l'ospedale in cui era ricoverata miamadre, un bambino leucemico: sonoandata a trovarlo diverse volte. Oranon c'è più, ma da allora ho comin-ciato a frequentare le corsie degliospedali, visitando soprattutto i bam-bini. Poi, in un parco qui vicino hoincontrato un ragazzo che raccontavapoesie da dietro un cancello: era ilcancello della casa per malati di Aidsdella Caritas, a Villa Glori. Mi hachiesto di andarlo a trovare e così hocominciato a fare volontariato conqueste persone. Quanto è arrivata laproposta del Vis ho capito che era ilmomento di proiettarmi su problemiinternazionali. È iniziato così il rap-porto con l'Africa�.

Racconta della sua riconversione,del suo impegno in favore dei debolie dei poveri ai tanti giovani che affol-lano il Teatro Tenda ma anche ai tantivolontari che sono venuti ad incon-trarla a Ragusa. L�assessore ai ServiziSociali Paolo Santoro non ha portatouna �star� per il primo raduno dell�as-sociazionismo ibleo ma una donna difede, pronta a mettersi in gioco per

gli altri. Cosa dire ai giovani che siallontanano da Cristo? �Il mondo �dice - presenta tante chimere, tantetrappole, tanti specchietti per con-fondere, per fare il mio mestierebisogna essere molto strutturati. Laroccia è Gesù. Quello che posso direai giovani è quello di camminare conGesù e di ricercare la Verità�. Oggi, ilsuo vero cruccio è combattere i maliche combattono la società. �MadreTeresa diceva che il male più grandeè l�indifferenza. Dobbiamo parlarealle coscienze, dobbiamo annunciareGesù. L�altro grande male è l�on-nipotenza. Negare Dio ed essere Diodi noi stessi. Si costruisce un muro esi rischia di non incontrarlo. Spesso ilSignore entra nella vita delle personequando ci sono le macerie. La sof-ferenza, a volte, è una grande grazia.E il futuro? Diciamo che cerco di cor-rere con gli occhi fissi su Gesù, comediceva san Paolo. So che quella è lastrada. Poi quello che deve essere,sarà. Questo non vuol dire che nonsono concreta. Essere cristiani vuoldire essere molto concreti, incarnatinella realtà, quindi faccio anch'io lemie cose, ho i miei progetti, che portoavanti con determinazione�.

La missione diClaudia Koll< >

la provincia di ragusa 19

di Salvatore La Lota

><

<Claudia Koll ha incontrato i giovani di Ragusa parlando della sua missione>

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Famiglia

Dove va la famiglia italiana?Agli inizi del terzo millennio,questa è senza dubbio una

domanda cruciale. La famiglia èuna istituzione sociale che risentedel variare e del trasformarsi deivalori sociali e, le mutazioni verifi-catesi negli ultimi decenni, hannointrodotto problemi di grande rilie-vo: si pensi al crescente fenomenodelle " unioni di fatto " ed ai cosid-detti Patti civili di solidarietà (Pacs),alla trasformazione dei rapportiintergenerazionali, all�incidenza chele mutate condizioni del lavorohanno sulla relazione uomo-donna.

La famiglia moderna presenta unmodello più simmetrico, i ruoli nonsono più fissi ma intercambiabili ele regole sono forse meno definite.Questo è avvenuto anche perchél�aumento dell�istruzione e la cresci-ta politica ed ideologica, hanno por-tato la donna a prendere coscienzadei propri diritti e del proprio sta-

tus, l�hanno spinta verso il mondodel lavoro, alla ricerca di una grati-ficazione non più solo come madree moglie, ma anche come lavora-trice. Il matrimonio è sempre piùspesso considerato non come unvalore che prevede l�unione di duepersone per tutta la vita, ma sem-plicemente come un patto legaleche può essere sciolto in qualsiasimomento.

Proprio per riscoprire il �senso�del �valore� della famiglia, laProvincia ha organizzato una festaper tutti i coniugi che hanno rag-giunto lo storico traguardo dellenozze di diamante. Un raduno ditutte le coppie di �diamante� resi-denti in provincia di Ragusa. Gliuffici dell�assessorato ai servizisociali che hanno fatto un�indaginea tappeto per scoprire il numerodelle coppie che hanno raggiunto iltraguardo storico dei 60 anni diunione ne hanno contati 372. E a

tutti hanno dato appuntamento alVillaggio Baia Samuele per unagrande festa che è stata unmomento forte di solidarietà e diunione. L�obiettivo è stato di dareun significato al valore dellafamiglia che negli ultimi decenni hasubito profonde trasformazioni.�L�iniziativa ha avuto una doppiafunzione � dice l�assessore ai servizisociali Paolo Santoro � perché daun lato abbiamo voluto festeggiarele tante coppie che hanno sancitocon la loro unione il valore sacra-mentale del matrimonio e dall�altrolanciare un messaggio ai giovani inmodo che loro possano riscoprirel'importanza di questo valore, delruolo della famiglia nella società,che un tempo era di primariaimportanza e fondamentale per lacrescita individuale. Con quest�ini-ziativa abbiamo voluto indiretta-mente coinvolgere le coppie delterzo millennio per far sì che la

Un amore lungosessanta anni< >

><la provincia di ragusa20

di Antonella Scalone

<Baia Samuele. Raduno delle coppie di �diamante� residenti in provincia di Ragusa. A sinistra il presidente Antoci consegnal�attestato ad una coppia di sposi, a destra l�assessore Santoro taglia la torta di �60 anni insieme� con un�altra coppia>

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Famiglia

famiglia sia il punto di partenza perlo sviluppo e l'evoluzione dellasocietà futura�.

Di concerto con il presidente dellaProvincia Franco Antoci, si è decisodi organizzare non tanto un conve-gno, quanto un momento di carat-tere istituzionale che completasse leconsuete celebrazioni di caratterereligioso le quali sottolineano esclu-sivamente l�aspetto sacro di cui siconnota il matrimonio.

�Come previsto dalla nostraCostituzione � aggiunge Santoro - ilmatrimonio e quindi la famiglia chene deriva, è il primo nucleo socialedello Stato, da qui il valore pretta-mente laico del vincolo matrimo-niale�.

Si è voluto quindi esaltare il va-lore della famiglia grazie alle testi-monianze raccolte presso i �nostrinonni� che hanno superatomomenti estremamente difficiliquali le guerre e la fame che ne èscaturita e in questa palestra disuperamento di enormi difficoltàsono riusciti a tenere alto il valoredella famiglia con un legame di 60anni. Attraverso il loro esempio si èambito indirettamente a far riflet-tere le giovani generazioni, far lororiscoprire il ruolo fondamentaledella famiglia nella società. Senzaentrare nel merito della polemica�Pacs sì-Pacs no�, voglio dire che ilriferimento ai nostri padri è un va-lore meritevole d�attenzione esebbene le difficoltà di ieri sianodiverse da quelle odierne, poichégenerate da un nuovo contestosociale, il segreto rimane immutato,bisogna infatti saperle affrontare esuperare con serenità �. I nostripadri con la loro condotta si sonorivelati pilastri e veri testimoni del-l�alto valore della famiglia�.

La cerimonia di consegna delletarghe alle coppie di �diamante�della provincia di Ragusa è stataarricchita da testimonianze cherimandano al passato e, di questaoccasione di riflessione, si è fatto unpunto di partenza per lo sviluppo el�evoluzione della società futura laquale affida la propria realizzazionealle coppie del Terzo Millennio.

><la provincia di ragusa 21

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Servizi Sociali

L�emergenza immigrati e i con-tinui sbarchi di clandestini sullitorale ibleo sono proble-

matiche che coinvolgono diretta-mente le Istituzioni chiamate a darrisposte in termini di ordine pubbli-co, sicurezza, solidarietà ed inte-grazione. A tal proposito l�assesso-rato ai servizi sociali ha varato unprogetto per affrontare l�emergenzadegli sbarchi dei clandestini sullitorale ibleo istituendo un fondospeciale da gestire in collaborazionecon la Protezione Civile di Pozzallo,mentre, ha accolto il progetto d�in-tegrazione sociale per lavoratoriimmigrati proposto dalla Parrocchiadello Spirito Santo di Vittoria.L�istituzione del fondo speciale perl�emergenza degli sbarchi degliimmigrati è stata sollecitata dalconsigliere provinciale RosarioTrovato in una sua interpellanza, ilquale ha sottoposto alla GiuntaProvinciale la problematica, in capoal momento al solo comune diPozzallo, di affrontare la questionerelativa alla prima accoglienza deiclandestini. Gli immigrati che sbar-cano sulle coste iblee vengonoinfatti trasferiti nel centro di primaaccoglienza di Pozzallo dove ven-gono assistiti fornendo loro generidi prima necessità. Proprio perfavorire una migliore accoglienza ilconsigliere Trovato ha propostol�istituzione di un fondo per l�acqui-sto di generi alimentari e medicinaliproprio per affrontare l�emergenza.L�assessore Paolo Santoro haaccolto la proposta e per questocostituendo fondo sono stati asse-gnati 8 mila euro. Sempre in temadi immigrazione è stato accolto ilprogetto d�integrazione dellaParrocchia dello Spirito Santo didon Beniamino Sacco per inter-venire nelle spese di prima

accoglienza (vitto, alloggio, assi-stenza sanitaria e vestiario) e inquello di seconda accoglienza (corsidi lingua, formazione professionalee inserimento lavorativo). Il proget-to è stato finanziato dalla Provinciacon 10 mila euro. �La scelta di isti-tuire il fondo finanziario per l�emer-genza dovuta agli sbarchi e diaderire al progetto d�integrazionedella Parrocchia dello Spirito Santodi Vittoria � dice l�assessore aiservizi sociali Paolo Santoro � sonodue segnali concreti in favore della

problematica dell�immigrazione. Atticoncreti di solidarietà ma ancheinterventi per favorire l�integrazionedegli immigrati nel nostro territorio.A Pozzallo c�è un problema diaccoglienza di cui ci facciamo caricoin parte, insieme al comune diPozzallo e alla Protezione Civile,mentre, a Vittoria sosteniamo l�im-pegno di don Beniamino Sacco cheda anni accoglie nel suo centro gliimmigrati e rappresenta una realtàimportante in Sicilia nella fase dellaprima accoglienza�.

Dalla partedegli immigrati< >

><la provincia di ragusa22

di Antonio La Monica

La situazione statistica in provincia di Ragusa sull�immigrazione cheemerge dal dossier statistico Caritas-Migrantes è per grandi linee similare aquella dello scorso anno: incidenza piuttosto bassa di cittadini stranieri,nascite contenute, prevalenza di lavoratori maschi. È cresciuto, invece, il datorelativo agli sbarchi. Una situazione drammatica, che vede la Provincia diRagusa accogliere più del 10% del totale degli arrivi via mare, dovuta perònon tanto ad una paventata invasione, quanto alla chiusura, ottenuta anchecon atti di sanguinosa violenza, delle frontiere spagnole di Meuta e Celilla.

E la provincia di Ragusa? Anche le nostre città sembrano vivere una fasedi assestamento. I cittadini immigrati in Provincia passano da 11.500 a12.352, un piccolo incremento dovuto anche alla tenuta traballante del mer-cato occupazionale.

<In aumento gli sbarchi>

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Pari Opportunità

Il 2007 è l�anno delle Pari Opportunità. Anche ilConsiglio dell�Ordine degli Avvocati di Ragusa nonha voluto perdere questa occasione, proponendo

un convegno dedicato proprio alle Pari Opportunità.Che l�ingresso delle donne nell�Avvocatura sia relati-

vamente recente lo dimostra il fatto che ancora ogginell�immaginario collettivo l�avvocato è un uomo e chela storia ci testimonia che la donna ha avuto ed haancora oggi maggiori difficoltà a conseguire, adesercitare e a far rispettare i propri diritti nell�ambitodella professione legale, di quanto non sia avvenuto oavvenga nei vari campi della scienza e in altri settori dilavoro.

L�organizzazione del convegno ha inteso favorire l�in-contro tra la dimensione politico-istituzionale e ilmondo professionale, al fine di creare una collabo-razione concreta, nel campo della tutela antidiscrimi-natoria di genere, mediante confronti di idee e buonepratiche nei diversi contesti organizzativi di lavoro, isti-tuzionali e sociali. Per questo motivo sono state invitatea partecipare, oltre a Susanna Pisano, componentedella commissione pari opportunità del ConsiglioNazionale Forense e �responsabile azioni positive�,anche Monica Monego, sostituto procuratore dellaRepubblica presso il Tribunale di Ragusa, VenerinaPadua, medico-pediatra e consigliere provinciale eTullia Giardina, docente di lettere e storia nelle scuolesuperiori. Era altresì presente l�avvocato BrunoGrimaldi, nella qualità di coordinatore della commis-sione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale Forense,mentre, la relazione introduttiva è stata svolta daFrancesca Corbino, presidente della commissione PariOpportunità del Consiglio dell�Ordine di Ragusa cheavendo partecipato al Convegno Europeo delle donne-avvocato, tenutosi a Roma, ha posto l�attenzione anchesulla condizione delle donne-avvocato in Europa.

�La più efficace delle azioni positive - ha dettoFrancesca Corbino - è la diffusione della cultura dellepari opportunità, perché solo grazie ad essa si potràsuperare il cosiddetto gender gap. Il rapporto 2005della Commissione europea sulla pari opportunità harilevato che, malgrado le donne superino in istruzionegli uomini in tutti i paesi e solo la formazione scientifi-ca rimanga prerogativa maschile, il numero di donne inposizioni di alto livello manageriale resta scarso,inoltre, la differenza di stipendio nei campi dell�impiegoin genere e del lavoro manuale è persino cresciuta. Nelnostro ambito professionale si registra anche una scar-

sissima rappresentanza femminile negli organi isti-tuzionali ed associativi (nessuna donna al ConsiglioNazionale Forense; tra gli 80 delegati alla CassaForense solo 5 donne; su 165 Ordini Forensi solo 3vantano un Presidente donna). Se è vero quello chesostengono i grandi economisti che nel futuro la mag-giore competitività sarà determinata sempre più dallaqualità, allora nessun Paese potrà permettersi il lussodi sottovalutare o sotto-utilizzare risorse umane qualifi-cate, maschili o femminili che siano, correndo il rischiodi perdere un potenziale assolutamente prezioso. Lepari opportunità non vanno intese come una formamoderata del femminismo (che ormai appartiene alpassato), ma come un impegno teso alla valorizzazionedelle differenze di genere, perché la promozione dellaparità non passa attraverso un processo di trasfor-mazione delle donne per conformarsi agli uomini, ma,al contrario, attraverso una ricerca e valorizzazionedelle rispettive identità�.

Il convegno è stato utile per individuare un modellocomportamentale della donna-professionista, diversoda quello della donna che mira ad ottenere i risultati dalei sperati, influenzando i maschi di famiglia o quellidell�ambiente in cui opera; di una donna, insomma,che non si accontenta dell�attuale interpretazione dellapolitica o del lavoro delle donne esclusivamente comeuna estensione del ruolo materno nella sfera sociale:donna-avvocato, specialista in diritto di famiglia, odonna in politica, impegnata al ministero della fami-glia oppure designata come assessore alle pariopportunità.

Avvocatoè donna?< >

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di Caterina Gurrieri

<Ragusa. Convegno sulle pari opportunità promossodall�ordine degli avvocati di Ragusa>

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Ferrovia

L�archeologia è una scienza che può rientrare per piùmotivi nel merito della Siracusa-Ragusa-Vizzini.Innanzitutto come metodologia di ricerca: dalla

chiusura di questa ferrovia sono infatti passati oltrecinquant�anni ed in tutto questo tempo, complice l�imme-diato smantellamento, molte vestigia sono completa-mente scomparse o profondamente modificate.

In particolar modo gravosa è stata la perdita, in ordinedi tempo, dei fabbricati viaggiatori delle stazioni diRagusa, Floridia, Vizzini Città e Chiaramonte Gulfi(quest�ultimo assai di recente ma prontamente rico-struito). Peraltro il fabbricato di Ragusa, già demolitonegli anni �60, presentava una particolare architettura,frutto della disposizione dei binari su più livelli, il chespinse i progettisti a concepire l�edificio destinato alservizio merci come piano seminterrato del fabbricatoviaggiatori, con due eleganti rampe di scale esterne che,lato strada, salivano alla parte superiore: un caso uniconella Siracusa-Ragusa-Vizzini, e raro in generale.

Sono stati invece oggetto di profonde modifiche i fabbri-cati di Giarratana, Bivio Giarratana, Nunziata e MonterossoAlmo (quest�ultimo oggi nuovamente abbandonato): difatto tutti quelli in Provincia di Ragusa, l�unica a non averepiù nel proprio territorio un fabbricato di stazione che con-servi l�aspetto originale; una grave perdita, causata dal-l�assenza di specifiche norme legislative di tutela.

Altri fabbricati di stazione sono stati riutilizzati senzamodifiche sostanziali, mentre altri ancora versano in unostato di totale abbandono. Un�altra tipologia di fabbricatooggetto di riuso con trasformazioni strutturali più o menoevidenti è stata quella dei caselli, assai numerosi, essendoposti in massima parte a presidio dei tantissimi passaggi alivello di questa ferrovia.

Ma la testimonianza più evidente della Siracusa-Ragusa-Vizzini è costituita dal tracciato ancor oggi visibile. Duesono i contesti: quello urbano e quello rurale. Il primo ècostituito dal territorio compreso fra Siracusa e Solarino,dove assai poco è rimasto, e dall�area urbana di Ragusa.Qui la fortunata circostanza che ha voluto il tracciato SAFSparallelo a quello oggi gestito da Trenitalia ne ha permes-so la completa preservazione, seppur sotto le sterpaglie,dal ponte di Via Carducci fino al passaggio a livello di ViaPaestum � dove peraltro sopravvive un casello � ed anco-ra nei pressi del Centro Direzionale A.S.I. dove, nei pressidi un ex PL incorniciato da due caselli � di cui uno SAFS �le due linee si separavano; da qui e fino alla rotatoria diViale delle Americhe, nei cui pressi sorge il fabbricato dellastazione di Nunziata, riadattato ad abitazione civile, il trac-

ciato sopravvive a tratti, lambendo peraltro altri due casel-li. Superata la rotatoria di Viale delle Americhe la exSiracusa-Ragusa-Vizzini prosegue parallela alla SP 10 perChiaramonte Gulfi, lasciando l�area urbana di Ragusa.

Il contesto rurale presenta tre situazioni fondamentali:la degradazione a mulattiera più o meno praticabile (daSolarino a Sortino Fusco, da Ragusa a Chiaramonte Gulfie oltre, e da Buccheri fino a Vizzini), il mantenimentocome strada sterrata (da Sortino Fusco fino a PalazzoloBuscemi e oltre), e la riqualificazione come strada asfal-tata (da Monterosso Almo a Buccheri e da BivioGiarratana fin quasi a Palazzolo Buscemi, quest�ultima atratti ed ancora in fase di realizzazione). Un secondo edancor più importante motivo per cui l�archeologia rientraa pieno titolo nel merito della Siracusa-Ragusa-Vizzinirisiede nel tracciato stesso di questa ferrovia, che attra-versa territori antichi, ripercorrendo una delle principalirotte di penetrazione percorse sin dai tempi della primacolonizzazione greca. Non a caso questa linea ferroviariafu molto cara al Bernabò Brea: essa costituisce infatti uninsostituibile corridoio di collegamento fra alcuni dei prin-cipali siti di interesse archeologico del nostro territorio:Siracusa, Pantalica, Akrai (Palazzolo Acreide), Kasmenai(Buscemi), Akrillai (Chiaramonte Gulfi), Hybla Heraia(Ragusa), il complesso di Monte Casasia (MonterossoAlmo)... sono solo alcuni dei più importanti ed eviden-ziano le notevolissime potenzialità turistiche dellaSiracusa-Ragusa-Vizzini (peraltro già note negli anni �30),il che conferma ulteriormente l�urgenza di iniziative voltealla tutela ed alla valorizzazione di questa parte impor-tante delle recente storia iblea.

Un tracciatoarcheologico< >

><la provincia di ragusa24

di Daniele Pavone

<Un tratto della Siracusa-Ragusa-Vizzini nei pressi di Pantalica>

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Emigrazione

Il fenomeno dell�emigrazionesiciliana ed in particolare dellaparte sud-orientale riveste

sicuramente una grande impor-tanza sotto l�aspetto storiografico,demografico ed economico cherecenti studi ed indagini stannolentamente mettendo in evidenza.Vengono oggi attentamentericostruiti, attraverso varie fontidocumentarie, mostre e ricerche,i caratteri e gli aspetti di tali flussimigratori, che assumono una pro-pria peculiarità, come nel casospecifico dell�emigrazione iblea.Tali caratteristiche stanno emer-gendo non solo in studi a livellolocale, ma anche analizzando ilfenomeno dall�interno delle nuoverealtà, come alcuni studiosi ame-ricani stanno cercando di dimo-strare, individuando lo straordi-nario apporto della nostra gente,abbandonando certi stereotipisull�immagine dell�emigrato, edosservando l�eventuale con-tribuito a modificare ed arricchireil loro modo di vivere e di con-cepire la vita.

Il flusso migratorio dell�areaiblea nell�Ottocento appare moltolimitato e si presenta tardiva-mente rispetto ad altre provinceisolane come Palermo, Agrigento,Messina, Catania e Caltanissettaed è in genere diretto verso ilbacino del Mediterraneo (in parti-colare Tunisia, Algeria, Egitto,Malta), con caratteri soprattuttotemporanei, poiché coloro chepartono rimangono lontani per untempo non molto lungo.Temporaneo era pure il flussoverso zone europee dove si realiz-zavano nell�Ottocento grandiopere pubbliche come la ferroviatransiberiana e la costruzione del-l�istmo di Corinto.

�In questa provincia � scrivevanel 1883 in una relazione il prefet-to di Siracusa � l�emigrazione nonassume le forme né le proporzionicolle quali si verifica in altre partidel Regno�.

�Le ragioni di tale ritardo � spie-ga il professore Marcello Saija,coordinatore dei musei sicilianidell�emigrazione � sembranoruotare attorno alla scarsa inci-denza del latifondo e alla diffu-sione della media e piccola pro-prietà terriera che hanno fatto delragusano una delle poche zonedella Sicilia nella quale il contadi-no è riuscito a conservare la spe-ranza del domani�.

L�esodo di grandi proporzioni,specie transoceanico, ma semprein maniera inferiore rispetto adaltre parti della Sicilia � si rilevada una ricerca condotta dalla stu-diosa Renata Russo Drago, sudocumenti dell�Archivio di Stato diSiracusa e pubblicata nel 2004 suArchivio Storico Siracusano edito

dalla Società Siracusana di StoriaPatria � comincia ad interessare ilcircondario di Modica solo negliultimi anni dell�Ottocento, esoprattutto agli inizi del nuovosecolo. Infatti, nonostante la crisiagraria generata dalla caduta deiprezzi del grano e del vino, dalladiffusione della fillossera, dallaguerra doganale con la Francia,non si assiste ancora nel 1887 adun flusso migratorio rilevante:su 311.526 abitanti figuranoappartenenti all�emigrazione verae propria solo tre persone. Nel1898, il numero degli emigrantiiblei è già più alto rispetto aglianni precedenti: �807 personesono segnalate nei registri dellaprefettura per l�emigrazione per-manente � continua la RussoDrago � e 242 per l�espatrio tem-poraneo. Sono diretti soprattuttoverso l�America del Sud da Ragusa186 persone, da Modica 24, daMonterosso 32, da Giarratana 18,da Scicli 100 per il Paraguay e il

In Americavoglio andare< >

><la provincia di ragusa 25

di Giuseppe La Barbera

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Emigrazione

Brasile. Inizia anche il flusso per l�America del Nord,ma si preferisce ancora l�America latina�.

Agli inizi del XX secolo, le mete privilegiate sonoancora collocate nel Mediterraneo: Tunisia, Egitto,Algeria, con emigrazione soprattutto temporanea,ma in seguito si aggiungeranno anche l�Austria,l�Ungheria, la Serbia, la Russia, poi il Brasile,l�Argentina, gli Stati Uniti, la Francia, la Svizzera e laGran Bretagna. Si trattava di contadini, manovali,braccianti, operai e artigiani. In partenza per l�Egittosi trovano anche delle donne qualificate comedomestiche e nutrici, quest�ultime pare preferite alledonne del nord perché più prosperose.

Nel 1902 partono dal circondario di Modica 1249emigranti con percentuali maggiore da Giarratana eda Ragusa, di cui in Tunisia 544, ma non è ancoraun esodo preoccupante perché l�aumentodemografico, superiore alla media del Regno, nonprovoca squilibri. Inizia in questo periodo anche ilflusso verso l�America del nord. L�espatrio è soprat-tutto maschile, ma partono anche le donne e interefamiglie, nel 1922 dall�allora provincia di Siracusa ledonne sono solo 622, ma la massima emigrazionefemminile si registra nel 1913 con 5508 presenze. Lecifre aumentano sensibilmente anche nei comuni delcircondario di Siracusa che assommano a poco più dimille persone. Stranamente, è nelle zone più poveree nei periodi più critici che l�emigrazione non è moltorilevante, perché per partire è necessario possederequalcosa da vendere (un terreno, una casa, del be-stiame) per potersi procurare il denaro per il viaggio.

I rimpatri di alcuni emigranti facevano aumentarele speranze e le aspettative di quanti avrebberovoluto abbandonare il luogo nativo, come facevarilevare nel 1909 il sindaco di Giarratana: �il rimpa-trio di alquanti che dalle lontane Americhe sonoritornati con qualche peculietto fa rilevare una sen-sibile tendenza per l�emigrazione che da qualcheanno ha preso perciò il carattere di temporaneità�.Ma gli emigranti venivano invogliati a partire anchedalle compagnie che proliferavano in quel periodo,dalle descrizioni di meraviglie, in realtà inesistenti,dei paesi oggetto del flusso migratorio e si verifica-va frequentemente che gli aspiranti venivano giudi-cati idonei e sani alla visita effettuata nel portod�imbarco poi respinti nel porto d�arrivo per svariatimotivi. Non sempre coloro che partivano riuscivanoa trovare lavoro e a sistemarsi convenientemente.L�ingresso negli Stati Uniti non era facile, perchémolte erano le cause di reiezione, tra cui le malattiecontagiose, alcuni difetti fisici, l�esser privi di almeno25 dollari, che dovevano servire per il sostentamen-to fino a quando non si trovava lavoro, avere menodi sedici anni. I ricorsi erano in genere più favorevolialle compagnie, per cui molti emigranti siritrovarono indebitati e senza la propria casetta cheavevano venduto e quindi in una condizione peg-

giore di quella di partenza. L�attesa dell�esito eraspesso molto lunga, come nel caso di un ragusanodi 44 anni partito per gli Stati Uniti nel 1913 edancora nel 1915 attendeva l�esito della controversia.Sovente, lo stesso emigrante trovava un imbarco peraltri luoghi meno esigenti oppure si arrivava ancheai casi limiti che nell�attesa, iniziato il conflitto mon-diale, non potevano ricevere alcun compenso perchérisultavano caduti in guerra.

�Anche se all�inizio lo scontro fra culture diverse �sottolineava nel 1999 il professore dell�OccidentalCollege di Los Angeles Andrew F. Rolle � produsseinnegabili tensioni, l�esperienza degli immigrati nonfu devastante. Alla fine, perdite personali e alie-nazione permanente non caratterizzarono ciò cheavvenne a tutti gli immigrati, alcuni conquistaronouna vita più piena di quella che avrebbero cono-sciuto nei loro paesi d�origine�. Dopo che venivanosoddisfatti i bisogni primari della famiglia, come iltetto, il cibo e il lavoro, emergevano negli immigratialcune cicatrici emotive ed affioravano disagi sociali,creando nuovi problemi.

�L�emigrazione � conclude Renata Russo Drago �ha prodotto quelli che il Franzina definisce �obiettivieconomici preterintenzionali�, cioè il potenziamentodel commercio con l�estero, l�aumento dei salari, ilmiglioramento dei patti agrari, l�uso dei concimichimici, la diminuzione (anche se lenta) dell�analfa-betismo, la formazione di una classe di piccoli pro-prietari, cui appartengono �gli americani�, che sonotornati con una mentalità più aperta e moderna econ una maggiore consapevolezza dei loro diritti.Certo, questi traguardi possono essere considerati divalore inferiore di fronte alla somma di sacrifici, sof-ferenze, privazioni, disagi ed umiliazioni, a volteanche di dolorose lacerazioni familiari, che l�emi-grazione ha comportato, ma anche quegli obiettiviminori forse non si sarebbero potuti raggiungeresenza l�esodo, specie transoceanico, di tantisiciliani�.

><la provincia di ragusa26

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Emigrati

Nelle lontane città di Melbourne e Sydney, dovenei primi anni del �90 iniziò il lungo camminodell�Associazione �Ragusani nel Mondo� nel

campo degli scambi socio-culturali con le comunitàestere, è stato promosso il premio �Ragusani nelMondo�, con la proiezione di un cortometraggio sullastoria delle dodici edizioni della manifestazione.

La delegazione, guidata da Sebastiano D�Angelo,direttore dell�Associazione, era composta da MicheleAugugliaro, responsabile del Dipartimento Regionaleall�Emigrazione e dalle professoresse Marina Palumbo eMaria Randazzo, che hanno svolto delle conferenzetematiche sulla storia e sulla cultura della Sicilia.

La trasferta australiana costituisce la seconda tappa,dopo la precedente di Toronto dell�ottobre scorso, di un�tour� mondiale che nell�intento dei promotori del pre-mio vuole far conoscere e promuovere presso le comu-nità siciliane trapiantate all�estero un evento che esaltaalcuni dei valori più sani e positivi della società iblea,proponendosi nel contempo come veicolo di pro-mozione per l�intero territorio della provincia di Ragusa.

Il premio, che con la presenza della nota attricestatunitense Susan Sarandon ha varcato i confininazionali, per proiettarsi in una dimensione inter-nazionale, rappresenta da anni un fiore all�occhiellodell�Associazione, ed è largamente ammirato anche inambito regionale, per aver saputo portare all�atten-zione della pubblica opinione iblea, e non solo, figuredi conterranei dal profilo di vita ricco di fascino e posi-tività. Il ruolo di �esaltazione dell�orgoglio ibleo�, pro-prio della manifestazione, ha trovato conferma negliampi e generalizzati commenti positivi riscontrati pres-so le comunità dei corregionali intervenuti ai varimeeting organizzati nelle due metropoli australiane,che si sono avvalsi della primaria collaborazione dellaFamiglia Siciliana e dell�Ibleo Social Club di Melbourne,rispettivamente guidati da Pippo Cannata e Luigi LoPresti, nonché dei dirigenti del Cas di Sydney. Alleproiezioni sono intervenuti diversi esponenti siculo �australiani, affermati ai massimi livelli nel settore cul-turale e imprenditoriale, oltre ad una folta rappresen-tanza di iblei da tempo emigrati nelle due metropoli.Generale ed unanime è stato l�apprezzamento perl�iniziativa ed il crescente livello organizzativo raggiun-to dal premio negli anni. Particolarmente commosso èstato in particolare il commendatore Paolo Mirabella,industriale di successo a Melbourne, premiato aRagusa, nel 1997, in una delle prime edizioni.

La delegazione ha incontrato i responsabili degliIstituti Italiani di Cultura e delle Camere di CommercioItalo- Australiane ed è stata inoltre ricevuta dai Consolidelle due città, rispettivamente Francesco De Conno eBenedetto Latteri, ai quali sono state illustrate le fina-lità della missione culturale. Di particolare rilievo èstato inoltre l�incontro con alcuni parlamentari di ori-gine italiana dello Stato del Nuovo Galles del Sud, fracui in particolare Angela D�Amore, originaria dellaprovincia di Messina, con la quale si è discusso dellapossibilità di mettere in cantiere progetti di comuneinteresse soprattutto nel settore turistico.

La nuova attività culturale in Australia ha consentitonon solo di rinsaldare vecchi rapporti da tempo esisten-ti con le locali comunità iblee, ma anche di aprirne altricon diverse realtà culturali e imprenditoriali, foriere diinteressanti sviluppi nell�immediato futuro. La presenzadel responsabile regionale del Dipartimentoall�Emigrazione ha reso anche possibile il perfeziona-mento di importanti intese di massima con prestigioseIstituzioni universitarie delle due città, che potrannocreare a breve scambi reciproci di comune interesse fragiovani studenti, ricercatori, tecnici e studiosi.L�interscambio rientra nelle previsioni di lavoro delprogetto comunitario Itenets, che riconosce le comu-nità estere come partner privilegiati per la promozionedi importanti iniziative di sviluppo in campo inter-nazionale, nel settore della cultura, dell�economia, del-l�università e della formazione.

L�Australianon è lontana< >

><la provincia di ragusa 27

di Gianni Nicita

<Missione dei �Ragusani nel mondo� in Australia. La delegazioneiblea visita l�industriale Paolo Mirabella, premiato nel 1997>

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Arte

La celebre sala Manzù di Bergamoha ospitato 75 tele di vario for-mato di Franco Cilia, riunite dal

tema �Lo sguardo oltre l�orizzonte�,con apparato critico di FernandoNoris.

All�inaugurazione della mostra hapresenziato anche il presidente dellaProvincia Franco Antoci, accolto dalpresidente della provincia bergama-sca Valerio Bettoni e dell�assessorealla Cultura Tecla Rondi. Nel suointervento inaugurale il presidentedella Provincia di Bergamo ha sotto-lineato come la mostra di Cilia sia unimportante contributo alla divul-gazione di quelle esperienze arti-stiche e di quelle personalità, checonferiscono alla cultura italianadignità e spessore europeo, rimar-cando il valore di un evento che pro-muove attraverso l�espressione arti-stica una riflessione sulle implicazionipiù profonde del misterioso rapportodell'uomo con la sfera dell'infinito.

Il presidente Antoci ha espressotutta la sua ammirazione per l�operapittorica di Franco Cilia, un concittadi-no di cui essere orgogliosi per i risul-tati artistici della sua incessante, con-vinta e sincera ricerca, mettendo inrisalto l�importanza dell�occasione perintensificare ed a consolidare il giàproficuo rapporto tra la comunitàiblea e quella bergamasca.

Appassionato l�intervento del sena-tore. André Vantomme, che haricordato la grande amicizia che dacirca un trentennio lo lega allaProvincia di Ragusa e a Franco Cilia,augurandosi che lo stesso legame siinstauri con la Provincia di Bergamo erivelando che la mostra a Bergamo,gli ha consentito di ammirare inanticipo nelle opere esposte nellaSala Manzù gli ultimi dieci anni dellaricerca di Cilia, che costituiranno ilnucleo centrale della grande antolo-

gica che la prossima primavera sisvolgerà a Bouvet, in Picardie.

Nella presentazione delle tele diCilia, il critico Fernando Noris haripercorso le tappe principali di unaricerca tematica e al tempo stessoespressiva che, dopo aver sperimen-tato la soglia nichilista che si spalan-cava alla fine del percorso delle�maschere nauseanti� con un sensodi solitudine infinita e una insistentegravitazione attorno all�horror vacui(�Cilia ist tot�), si apriva ad una palin-genesi cromatica e spirituale, di cuidiventa guida tematica Federico Zerie modello di riferimento la visiona-rietà turneriana. La nuova stagioneartistica di Cilia si svolge lungo letracce dell'intelligenza arcana enascosta delle nubi, del cielo, dei cro-matismi forti e al tempo stesso impal-pabili di un universo che diventaimago dell�anima e della sua ricerca.

Le dimensioni naturalistiche dellafigurazione e del tempo sono, perNoris, sostituite dall'innovativo sensodi un non-luogo, universale, apertoall'infinito, denso di un "respiro diassenza", titolato a interpretare tuttele presenze possibili, al di fuori di unavisione profondamente romantica ma

non consolatoria, bensì vibrante diinaspettati interessi cognitivi, in unadimensione cosmica e al tempo stes-so metamorfica in senso alchemico.

La pittura di Cilia è il prodotto diuna stagione che segue la drammati-ca discesa agli inferi lucidamente etemerariamente perseguita dall�Ar-tista nelle sue prime stagioni espres-sive e durante la fase goyana: essa èl�esito di questa discesa agli inferi e diuna risalita difficile, come il budellostretto da cui passa Dante per appro-dare alla dimensione della speranza edella luce, quasi una seconda nascita,un�uscita dall�utero nero della madreterra e dei suoi mostri di morte e diterrore. Sono opere che l�Artista nonavrebbe potuto fare 30-40 anni fa,quando l�esplorazione era densa dirabbia e di collera verso un mondoche appariva privo di uscite. Lafaticosa salita dalla �selva oscura�per distendere l�orizzonte, amplian-dolo progressivamente fino a farlocoincidere con l�infinito ha rigenera-to lo sguardo dell�anima, unosguardo che va necessariamenteoltre le cose senza ignorarle masuperandole, uno �sguardo oltrel�orizzonte�.

Bergamo scoprel�orizzonte di Cilia< >

><la provincia di ragusa28

di Salvatore Stella

<Bergamo. Antoci parla all�inaugurazione della mostra di Franco Cilia>

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Arte

Non era la celebrità ciò che cercava nell�arte. Male emozioni. Quelle più segrete. Un ripiegamen-to dell�anima, che si ritempra nei contorni vaghi

di un paesaggio, nelle atmosfere sfumate di un ricor-do, nel riflesso evanescente di una emozione insapori-ta di nostalgie. Per Giovanni De Vita, l�arte andavascoperta nella semplicità delle cose quotidiane e vissu-ta nell�intimità del suo atelier, tutto concentrato in unapiccola e modesta stanza nella antica scalinata di viaCastello a Chiaramonte Gulfi. Strada dove, oggi, si ergeuna lapide che lo commemora come il �poeta dellaluce�. E� la luce, infatti, che colpisce gli oggetti, quasisvelandone la poesia racchiusa, è la luce che diventaprotagonista degli indiscussi capolavori del pittorechiaramontano, celebrato dalla sua città lo scorso 29novembre in occasione del centenario dalla sua nasci-ta. Tempere, oli su tela e in maggior parte superbeprove di bravura nella tecnica dell�acquerello, quellache si fa di getto, senza ammettere ripensamenti, econ la quale un artista dà prova immediata del suo ta-lento. Con tocchi decisi, che sanno dare la giustatrasparenza alle cose, De Vita si sofferma in piccoli det-tagli della vita quotidiana: la sorella, sarta dalle manifatate, intenta a cucire sotto la finestra; lo scorcioridente della sua terrazza di casa; la scalinata che con-duceva al suo laboratorio che, toccata dalla luceriflessa dai cortili laterali, sembra, nella fantasia del-l�artista, trasformarsi nella tastiera di un pianoforte da

Il poetadella luce< >

><la provincia di ragusa 29

di Cettina Divita

<Autoritratto di Giovanni De Vita dal titolo Ergo sum>

Giovanni De Vita (Chiara-monte Gulfi 29 novembre

1906 � 13 giugno 1990) svolsel�attività di pittore per tutta lavita, come scelta estetica elavorativa, con passione edamore costante. Nel 1923,abbandonati gli studi tecnici, siaccostò al disegno ed alla tec-nica pittorica , frequentando aMessina anche l�atelier di unoscenografo. Nel 1929 ottenne ilprimo premio, ex aequo, nelconcorso �Cartellone� per

l�inaugurazione del risortoDuomo di Messina. In seguitosi trasferì per un breve periodoin Argentina, dove esercitòl�arte pittorica. Nel 1957 ritornòin Italia e si stabilì nel suopaese natio, dal quale non siallontanò più. Numerose lemostre personali e collettive, lapartecipazione a concorsi emanifestazioni artistiche na-zionali ed internazionali; dallequali riscosse lusinghieri con-sensi e riconoscimenti.

A Chiaramonte, sue operesono presenti: nel Santuario diGulfi (Pala d�altare raffigurante�La Pietà�), nello stesso palaz-zo Montesano, dove viene ospi-tata la sua collezione(decori della volta di alcunesale), nel rinomato ristoranteMajore. Tra i vari dipinti peredicole sacre, notevole il SanPaolo nella via omonima, ilcui bozzetto si può ammi-rare tra le opere esposte nellaPinacoteca.

<Celebrati i cento anni di Giovanni De Vita>

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><la provincia di ragusa30

Arte

cui si sprigionano armonie musicali.E se l�arte di De Vita colpisce e si

fissa con la sua preziosità nell�oc-chio di chi si immerge nei tanti ca-polavori realizzati, è anche per lasuggestione che provocano i titolida lui assegnati ai suoi quadri.Definizioni poetiche che si tingonodi significati e associazioni sim-boliche per completare l�emozionedello sguardo. Ricercati, metaforici,ironici, i nomi delle sue opereaffascinano come un richiamo lon-tano. Qualche esempio? �Api� perl�immagine che ritrae un gruppo dilaboriose donne che ricamano, �Ungrappolo di illusioni� per un bimboche afferra dei palloncini colorati,�Ergo Sum� per il suo cartesianoautoritratto.

Una intellettualizzazione dell�arteche dovette attirare fortementeanche Leonardo Sciascia, condottonella bottega di De Vita in occa-sione di una visita a Chiaramontenel 1986. Contemplati i suoi quadri,l�autore di �Candido� e �Todo Modo�propose subito all�artista di esporrea Palermo. Ma, lui rispose di sentir-si ormai vecchio e stanco, e rifiutòsenza indugi. Un diniego, che fecescaturire una leggendaria repu-tazione di personaggio schivo e ri-servato. Ma non è questo il veroritratto di De Vita, che con osti-nazione volle, invece, custodiregelosamente ben 51 opere dellasua collezione, evitando a tutti icosti di venderle, affinché alla suamorte, potessero restare alla suacittà. Una volontà pienamenteesaudita visto che la collezione,dopo la sua scomparsa avvenutanel 1990, è oggi custodita nellapinacoteca a lui dedicata presso ilPalazzo Montesano, sede dei musei.Un regalo fatto alla città benapprezzato dai suoi compaesaniche con orgoglio gli hanno dedicatoun momento celebrativo in occa-sione del centenario dalla nascita.

Il convegno ha permesso diricostruire il suo percorso artistico,con il coinvolgimento degli alunnidelle scuole, grazie agli interventi diesperti di storia dell�arte comePaolo Nifosì, Giorgio Flaccavento e

la figlia Gaudenzia e il ricordo fattodallo storico Giuseppe Cultrera. Inplatea anche Piero Gruccione, unodei pittori di prestigio dell�arte con-temporanea.

�La cultura di De Vita - ha com-mentato il Maestro - rispecchia unpo� il gusto dell�epoca, e cioè le ten-denze del �900, anche se ci sonodelle presenze ancora ottocen-tesche. Il senso della luce che luidimostra e la sua nobiltà di linguag-gio ne fanno un artista molto parti-colare�.

A sottolineare la peculiarità del-l�opera dell�artista chiaramontanoanche il presidente della Provincia

Franco Antoci che ha annunciatol�intenzione di raccogliere alcuni deicapolavori di De Vita, assieme aquelli di altri grandi artisti iblei, inuna speciale pubblicazione chel�ente sta predisponendo in occa-sione dell�ottantesimo anniversariodella propria costituzione.

Negli anni della sua attività DeVita si affacciò timidamente nelpanorama ibleo nel �70, partecipan-do a esposizioni a fianco di artistinoti, come Martino Sansone eFranco Cilia. Il suo itinerario artisti-co era iniziato in tenera età, acco-standosi al disegno e alla tecnicapittorica. Dopo aver frequentato a

E�costituita da opere donate dalla famiglia De Vita, su esplicita volon-tà del Maestro, alla comunità chiaramontana. La raccolta è

distribuita in alcuni ambienti dell'antico palazzo Montesano. Prevalgonole tecniche della tempera e dell'acquerello, nelle quali il De Vita ha pro-fuso una parte rilevante della sua arte. Ma anche la tecnica dell'olio sutela caratterizza un versante pregevole della raccolta chiaramontana. Inolio su tela sono le opere �Idilliaco�, �Un grappolo di illusioni�, �Il Faro�.Con la tecnica a olio sono ancora realizzate le opere �Armonie di forme�,�Fervore di studio�, �Nido�, � Ritratto della sorella�, �Golgota�.

La tempera domina le opere �Composizione�, �Sereno�, �Serata digala�, �Ed è subito sera�, �Commiato�, �Salutazione mattutina�, �Scalemusicali�. Mentre in acquerello sono le produzioni �Simboli�, �Paesaggioibleo�, �Intimità paesana�, �Una carezza alle vecchie mura�. Unsuccessivo spazio è occupato da acquerelli e tempere: �Alle presecol vero� e �L�inquisitore� in acquerello su carta, �Il viale� e �Limpidagioia� in tempera.

<Ha donato al suo paese le opere>

<Una delle opere di Giovanni De Vita: Gli scamiciati>

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Arte

Messina l�atelier di uno scenografonel 1929 ottenne il primo premio,ex aequo, nel concorso �Cartellone�per l�inaugurazione del risortoDuomo di Messina. Dal 1948 sitrasferì per circa un decennio inArgentina, dove esercitò l�arte pit-torica. Nel 1957 ritorna in Italia edal suo paese natio non si allontanòpiù, se non il giorno della suamorte. Nell�arco dei suoi ottanta-quattro anni il suo pennello avevaormai prodotto opere in quasi tuttele chiese della città e generatodelicati affreschi in tanti palazzinobiliari.

E� nel decennio vissuto inArgentina, fin ora poco indagato,che si scopre la segreta preziositàdell�arte di De Vita. Ne sono unesempio le quattro opere inedite inassoluto presentate nel corso delconvegno per il centenario della suanascita. Un fuori programma, riu-scito grazie ad un collegamentotentato qualche ora prima con iparenti dell�Argentina che con luihanno vissuto a Buenos Aires quasiun decennio della sua vita, quell�ar-co di tempo in cui si concentra l�at-tività più intensa. Uno dei quattroquadri inediti, raffigura i "desca-misados" (gli scamiciati) che sim-bolizzano i lavoratori al tempo.

�Questo dipinto - racconta ilnipote Gianni De Leo nella suae-mail inviata dall�Argentina - vinseil primo premio in un concorso aBuenos Aires. Era un premio-acquisto, ossia, chi vinceva dovevalasciare il quadro. Idea che allo zionon andò a genio, tanto da rifiutareil premio, che, in un gesto di gran-dissimo affetto, regalò a me primadi tornare in Italia. Era gelosissimodelle sue opere considerate quasicome sue creature o figli, tuttaviafurono molti i quadri che lasciò aiparenti. Io li ho donati, come i mieifratelli, ai figli. Per questo le operedi zio Giovannino si trovano disicuro a Buenos Aires, TristánSuarez, Marmol, Ezeiza, Mar delPlata (Argentina) a Lima (Perú) eforse a Miami e New York (StatiUniti) a San Paolo (Brasile) aMadrid e Banalmádena (Spagna), a

Freiburg (Germania) e a Trieste. Lozio � aggiunge Gianni Di Leo - erauna persona schiva che dipingevaper se e non cercava nessuna glo-ria, né partecipazioni a concorsi perpromuoversi. Esponeva a malin-cuore. Tutte le sue esposizioni allequali partecipò, furono organizzateda altri pittori argentini (Ciocchini,Vallini ed altri) che ne apprezza-vano l�arte�.

Proprio per il suo disincanto versol�esposizione dei suoi quadri si sof-ferma a raccontare un aneddoto:�Spinto da due pittori che volevanoche fosse conosciuto si presentò nel1949 a un concorso banditoannualmente all�Accademia "Esti-mulo de Bellas Artes", prestigiosoente presieduto dai migliori artistilocali. Un po� perché ci andò a ma-lincuore, un po� perché era nuovo aBuenos Aires, arrivò tardi e il saloneera colmo di postulanti al premio. Sidoveva dipingere la faccia el�espressione di una modella nudaposta al centro. Impossibile, però,data la distanza. Allora lui dipinsetutti i presenti e tratteggiò lamodella in forma sfocata. I giuratiche giravano e raccoglievano leopere gia finite, lo notarono evidero che sebbene non stessedipingendo il soggetto prestabilito,spiccava la gran superiorità rispettoagli altri. Finito il tempo consegnò il

suo dipinto e chiese alla modella distare al suo posto per cinque, dieciminuti. In quel poco tempo, a car-bonella, dipinse prima il nudo dellamodella e poi il viso espressivodella medesima. Non presentò idisegni alla giuria che stavadeliberando il lavoro consegnato,perchè considerava sleale farlo datoche li aveva dipinti fuori tempo. Igiurati, però, sebbene il soggettonon fosse quello richiesto, glidiedero il primo premio, stentandoa credere ai propri occhi che in dieciminuti avesse dipinto due car-bonelle meravigliose�.

Nel periodo argentino si insinua-no, dunque, i segni di una carrieraviva e feconda che stava portandoDe Vita alle punte più alte del suc-cesso. Frequentò, infatti, la scuoladel nudo, dal �50 al �56 partecipò amostre e collettive, ai �Saloni an-nuali di Buenos Aires, Santa Fè,Rosario, Tendila, Avellaneda, pro-ducendo una gran quantità diopere, molte delle quali tutte anco-ra da riscoprire. Da questoimprovvisato recupero di contatticon i parenti oltreoceano, scaturi-ranno con molta probabilità nuovesorprese sul rinvenimento di operemai viste fin ora. Ma la rivisitazionedi De Vita offre sorprese anchesotto il profilo della sua personalità,a torto ritenuta schiva e riservata.Non si reputava un genio �ma nep-pure l�ultimo degli imbecilli� - silegge in una breve autobiografiaautografa - . E frugando tra le suecarte salta fuori anche la sua cau-stica ironia. Alle tante lettere di fan-tomatiche accademie che lo invita-vano a versare somme di denaroper ottenere sedicenti premi ericonoscimenti assegnati per la sua�attestata bravura�, non solo diffi-dava, ma sottolineava gli errorigrammaticali e ortografici degliscriventi e rispediva al mittente conscritto �ingenuo ladruncolo di polli,in cerca di più ingenui polli!�.

Serio fautore della vera arte, nonsi lasciò mai sedurre da alcunalusinga. Un talento, che così colti-vato, rende oggi i suoi quadri anco-ra più preziosi ed autentici.

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<Ritratto di donna, altra opera di De Vita>

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Poesia

Il motivo unificante del tracciatopoetico di Enzo Leopardi (SantaCroce Camerina 1923 � 1999)

risiede nella stabile aderenza alreale, espressa da una scrittura den-samente metaforica e da unapregevole sensibilità figurativa, pro-gressivamente affinata dal poetagrazie pure alla sua collaterale atti-vità di critico d�arte. La presa direttadel proprio ambiente regionale,indagato nelle componenti strut-turali e di cultura, occupa la centra-lità della produzione di Leopardi, finda Approdo Sud (1960), la raccoltad�esordio. Lungi dall�imparzialità odall�impersonalità della naturalisticaanalisi di una tranche de vie, leurgenze sociostoriche siciliane sonoqui estrinsecate da una partecipatasentimentalità (eccedente, qualchevolta, nel patetico e nel populistico).

Il poeta qualifica una geografiafisica e umana di agavi, carrubi eulivi, di vedute marine, ma anche disacre processioni, di �mura smozzi-cate dalle bombe,/scheletri di caseimploranti pietà�, di una terra �ne-mica�, con un clima implacabileverso l�uomo. Questa Sicilia, oppres-sa dall�alito asfissiante dello sciroccoo battuta dalla furia di improvvisidiluvi, pare esortare con forza allaresa ad un destino di miseria. Si rile-va una spiccata tensione al raccontoverista del �caso�, del documentoumano, che si snoda nel frammentoepigrammatico (Un grappolo d�uva,Noblesse oblige, Lo storpio) o nellastrofa lunga. Insistente è pure ladenuncia, nei toni di un crudo rea-lismo, degli orrori della guerra, vis-suta dal poeta ragazzo e mai scom-parsa dalla sua memoria (né dallasua produzione). Prevale comunqueun lirismo profondo, che intride spe-cialmente quelle immagini attestantiil rapporto simbiotico che l�uomo

siciliano ha ancestralmente intrec-ciato con la natura: �L�uomo giàbagna le zolle/di sangue e sudore,scura la faccia,/già scura di terravangata�; �il cuore annega/nel geli-do inverno,/e il pescatore s�affret-ta/alla cala, tirando le reti/vuotecome l�anima sua�.

Le istanze etiche e sociali nasconopure dalla circostanza che vede ilpoeta gestire nel suo paese l�ufficiodel lavoro, in Sicilia più comune-mente denominato ufficio della di-soccupazione. Il poeta, in regolarecontatto con sofferenze e stenti, dalsuo osservatorio privilegiato confer-ma la scelta di una letteratura cheattinga al vero. Assedio alla ragionecostituisce in qualche modo un librodi transizione: permane la ten-tazione al bozzetto e al colore locale,assecondati dalla musicalità rego-lare dell�endecasillabo. Ma il dettato

acquista compostezza, che con-ferisce nuovo decoro a tematichesempre roventi quali l�emigrazione ol�atavica chiusura della mentalitàmeridionale, tendenti ora a risolver-si in una più ampia cronaca esisten-ziale.

La violenza (1967), pubblicata neiquaderni di �Galleria� curati daLeonardo Sciascia, completa l�af-francamento di Leopardi daitrasporti del primo pathos, pur nellasostanziale fermezza dei contenuti,inevitabile per chi, respingendo laseduzione della diaspora, ha decisodi restare nell�isola e di fornireimpegnata testimonianza del propriomondo. Si coglie, nella nuova raccol-ta, una maggiore problematiz-zazione nella lettura del reale. Ilpoeta guarda alla Sicilia per inda-gare il mondo, si serve cioè del pro-prio angolo di universo come griglia

Il lirismo profondodi Enzo Leopardi< >

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di Elisa Mandarà

<Il poeta Enzo Leopardi>

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Poesia

decodificatrice dei mali dell�esistenza. Subentra un rea-lismo diverso, esternato da una più consapevole razio-nalità, da un�obiettività che punta alla prospettiva socio-logica della poesia, e che si avvale di stilemi più sobri edistaccati. Non mancano punte di inclemente crudezza,specie nei numerosi componimenti in cui il poeta siriporta alla guerra. Frequente è pure la nota prote-stataria, che Leopardi condensa talora in una fustiganteironia, rivolta contro abusi, favoritismi e qualunquismo,contro la mortificazione della propria dignità, barattatacon l�agognato posto fisso. Si noti, qui come altrove, illargo ricorrere del poeta ad accumulazioni ed anafore,che sottolineano stilisticamente, con l�intonazione collo-quiale, insofferenza e ribellismo. Allo squallore di questipersonaggi, inquadrati con intento caricaturale, il poetacontrappone il �candore [�] supremo� del padre esat-tore, la sua sofferta partecipazione alle angustie dellapovera gente.

�Realismo narrativo� è quello che indugia con com-plessità psicologica sulle illusioni coltivate, tra glientusiasmi postbellici, da stormi di siciliani persuasiall�espatrio, e costretti poi alla supina accettazione diuna vita ancora iniqua, scaldata dall�unica certezza deitre pasti al giorno.

Segue un criterio costruttivo, saldo e al contempoimpercettibile, sfumatissimo, il poemetto che Leopardilicenzia nel �75, Cronaca di un giorno. La strutturas�impianta su due assi portanti, offrendo altrettantechiavi di lettura: il libro è sicuramente cronaca indivi-duale, resoconto di vita, rispondente alla concezionetradizionale di lirica quale effusione dell�io. In questosenso si spiegano le numerose regressioni all�infanzia,come i flashback, che riattualizzano dolorose sequenzedi guerra, culminanti in profondissime, disarmanti rifles-sioni: �Penso a questi morti senza ragione/senza amorea questa distorsione/del privilegio d�essere uomini/discegliersi almeno la propria fine/e la spaventosa insof-ferenza/mi spinge a un�angosciosa corsa/con l�auto [�]�.

Una riattualizzazione delle tematiche civili si registranel Segno del pianeta (1981), dove è ancora più palesela volontà del poeta di emblematizzare il suo Sud. OraLeopardi inveisce contro quello sfregio dell�uomoall�Isola che sono le serre (Le cifre, Meriggio, Le serre,etc.), �carcere plastificato�, nuovo uniforme tappeto, fit-tissimo specialmente nel ragusano. Nelle �gabbie dimorte�, ulteriore scossone ad un ecosistema già pre-cario, �il seme/spinge la terra e il frutto non ha odori/nésapori è come un lungo amore/senza abbracci�. Sgorganaturale il rimpianto per un passato liricamente meta-bolizzato, in cui la vita aveva misura umana e �ogni stra-da portava un passo/civile�. Perentoria si avvertel�amarezza esistenziale, partecipatissima la tragicità del-l�accadere storico: �Forse è l�ora dolce dell�uomo/che siaggrega al suo atomo di vita/il breve ritrovarsi fra terrae cielo./ Non so molto del mondo ora ridotto/a un piane-ta e non ho talismani/per la furia e il naufragio� (Eclissi).

La produzione più recente (L�inganno della rosa del

1995 e Intime, quest�ultima plaquette edita postuma nel�99) smorza nettamente i toni della protesta sociale, infavore di una dimensione squisitamente esistenziale egnomica. Leopardi non smette definitivamente le vestidi poeta civile, seguitando al contrario a ricercaresoluzioni ironiche al negativo sociale (�E tentano di sbar-rare ogni strada,/ubriachi e desolati ragni in attesa/di unvolo da spezzare�). Ma la dominante è l�intimismo,espresso entro i registri del colloquiale e della pacatez-za: si addensano le memorie dei genitori scomparsi, cuiil poeta allude con brevi significativi tocchi (�Non sape-va ancora/dei decenni angosciosi scritti/sulla sua sche-da. Quando morì/a novant�anni era ancora una tormen-tata/bambina. Mi sono affezionato/alla fotografia/forseperché vedo mia madre estatica/dissolversi nella suafelicità�; �I suoi genitori avevano scoperto/l�Americasenza più tornare/così lui rimase qui orfano egentile,/solo padre�; �Se in questo primo sospiro dinovembre/potessi io stanare per voi cari/un magro solee fermarlo sull�albero/a sentinella il vostro sonno addol-cito [�] Ma voi sapete cosa c�è al di là/del filo nero dovevive la malinconia�). Particolarmente insistito è il ripie-gamento nelle certezze dei vincoli familiari, scudo allemiserie del mondo: si legga l�intensa Lettera a Elvy, o ilTelegramma a Joserita e Liliana, ringraziamento allefiglie della loro esistenza. Si colga, nel messaggio allanipote, l�esortazione (forse eco leopardiana) a goderedella pagina dell�infanzia, quando tutto l�universo èancora solo tenero abbraccio: �Albero sei di buonaterra/frutto puntato verso il sole/sei al girodell�alba/dove il giorno inizia la sua luce./ Non voltarepagina, cara: lascia/che ancora il mondo ti prenda tra lebraccia� (L�albero).

L�ultimo pensiero di Enzo Leopardi, trascritto pochigiorni prima della sua scomparsa, mira all�altrove, rag-giungendo un Dio ineluttabilmente insondabile, ma sucui il poeta ha da tempo pascalianamente scommesso.Il tarlo pungente del distacco dai propri affetti e la tri-stezza dell�evanescenza di �nuvole vaganti� e �pratiubriachi di colore�, trovano tregua nella speranza che �ilsalto misterioso� sarà itinerario verso la luce senza fine:�Sembra strano questo paese assolato/ora ombratodalle nuvole. Ma chi/attende l�ultima mossa, ilratto/finale, cosa può fare se la luce/manca solo ricor-dare quei fatti/che si credevano importanti einvece/grandi erano i momenti sereni/lasciati all�indif-ferenza. Ah lieti/giorni di sole e d�affetto immolati/a ran-cori. Ora la memoria li riporta/al giusto valore e senti ildolore/di lasciare le trepide figure/la tenerezza di chi tista accanto/insieme ai libri e alle studiate arti./ Il man-tello della notte incombe/sempre più spietato, tuttodiventa/cieco, rimane la tristezza per quanto/non detto.E non avrai il mare/con le sue furie, non avrai piùcielo/con nuvole vaganti, non avrai prati/ubriachi dicolori devi cancellare/ogni memoria in attesa diquel/salto misterioso che può portare/a Dio o alla tortu-ra eterna� (Il salto).

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Domenico Anastasi,in difesa dell�uomo< >di Pietro Monteforte

Poesia

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ualche autorevole criticoha giudicato la poesia diDomenico Anastasi unapoesia intimistica, sogget-

tiva. Si tratta d�una definizione chenon coglie nel segno, perché, s�èvero che l�Anastasi si esprime spes-so in prima persona, non è menvero che la sua poesia non sirisolve in una solipsistica contem-plazione della sua personale vicen-da, ma ingloba gli scoramenti, lecrisi e il dramma dell�uomo con-temporaneo.

Di là dalla sua personale vicenda,Anastasi vede la dignità dell�uomomortificata dal processo spersona-lizzante della nostra èra tecnologi-ca. In questa prospettiva, allora,l�abbandono alla Natura, vagheg-giata nel suo mistero (�Mattutino�,�Vorrei sentirmi vivo�, �Il tempo èmuto�e �Dalla finestra dei mieisogni� in �La vita già chiama�) e iltema della notte non sono unromantico tentativo di evasione,ma le condizioni ideali in cui laquiete e il silenzio diventano fecon-di: in essi, infatti, è possibile ilrecupero dei valori della propriainteriorità e del proprio auto-trascendersi contro la massifi-cazione e i condizionamenti d�unaciviltà alienante; in essi l�uomo puòcoltivare l�anelito alla libertà, ch�èquanto dire alla propria umanapienezza (�Forse era meglionascere uccello:/avrei tutti gli spaziposseduto,/avrei atteso la finedella tempesta,/nascondendo latesta sotto l�ala,/e sarei morto can-tando.�), ma non a un prometeicotitanismo che rifiuti i condiziona-menti ontologici della naturaumana, senza per altro lasciarvisicatturare.

Nella lirica �Benedirò la vita chemi desti� della raccolta �La vita già

chiama� è evidente che l�intimismodi altre poesie è più apparente chereale: l�io singolo del poeta sislarga fino a estendersi a tuttol�uomo, a tutti gli uomini. Il prota-gonista vero di questa poesia è,ancora una volta, l�uomo d�oggi,colto nella sua incarnazione. Delresto, ogni riflessione speculativa opoetica che non parta dall�uomo ècostruzione arbitraria, è pura pre-stidigitazione. L�impegno con l�uo-mo è, dunque, il termine diparagone d�ogni autentica poesiacome d�ogni �Weltanschauung�autentica. Ma, si badi bene, qui èl�uomo in quanto tale, nella suatotalità che viene assunto, nonl�uomo a una o a due dimensioni,l�uomo cioè mutilato, ridotto a purofenomeno. E la totalità dell�uomonon può prescindere dalla sua ver-ticalità, cioè dalla componente reli-giosa, che non solo ne constatal�esserci, ma dell�esserci coglie lagiustificazione e la plenitudine.

Di qui la �pietas� dell�Anastasiripiegato amorevolmente sugliuomini d�oggi: la �pietas� cheanima la sua voce che si fa coro,preghiera e filosofia della Storia(�Noi � i malati di Dio -/ soffriamoinconsci della dissolvenza/dellaParola,/del silenzio che incombe eci tormenta,/della folle ebrietà chenon ci scampa/dal varco del tuoamore�, in �Oh nostro veneggiare�della stessa raccolta �La vita giàchiama�.

L�uomo moderno, partito dallodevole tentativo di recuperarevalori umani posti fra parentesi inaltre epoche storiche, è caduto,dall�illuminismo in poi, in un�ebbraipertrofia dell�io, in una tumidaautosufficienza che l�ha portatoalla bestemmia nietzschiana: �Dioè morto!�, alla chiusura ad ogni

ulteriorità: in tal modo l�angoscia,lo scacco, la fine, il nulla sonodiventati le categorie dell�esserci,del singolo e delle collettività, ildestino ultimo dell�uomo, comelucidamente dimostra certoEsistenzialismo. La secolarità delprofano è divenuta secolarismo.

E così l�uomo d�oggi, mentreinneggia a un�illusoria liberazione,è stato ridotto a robot, vittima d�unfatale processo di reificazione.Sotto questo aspetto, illuminante èl�icasticità della rappresentazionenella poesia: �Pietà della nostrafollia�, nella quale gli uomini sonosoltanto �esseri� che �proni allaterra, camminano/�gravi /difardelli invisibili,/come dannati amorte/da implacato anatema. E lalirica si conclude con una preghierache, per l�empito lirico, ricorda ilfinale di �Mio fiume anche tu,Tevere fatale� di Ungaretti. �Caino�e �Ov�è delitto amarsi� possonoconsiderarsi altrettante efficaciesemplificazioni della medesimatemperie spirituale, cui puòaccostarsi �La vita già chiama�(che intitola la raccolta), dove c�èun forte, realistico richiamo agliorrori della guerra e l�Anastasiprende esplicitamente coscienzadella sua missione di guida (�Sonol�insonne edituo del tristeregno:/poi che il Poeta è l�Uomo�)ed esprime la fiducia nella rinasci-ta spirituale dell�umanità, nel ricu-pero della sua autenticità primor-diale. Si tratta, forse, d�uno sconfi-namento nel mito, in un�ovidianaetà dell�oro. E�, questo, un messag-gio d�amore e di fiducia nell�uomo,nella sua grandezza, pur commistaa errori e a sbandamenti, nel cam-mino ascensionale della sua Storia.La silloge �La pazienza dei giorni�,che reca a fronte una nitida ver-

Quik

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Poesia

sione francese dello stesso Anastasi, delle dieci lirichein essa raccolte e dedicate a molti amici letterati di lin-gua francese del poeta, si apre con due saggi di poe-sia corale: il �Corale dei Credenti� e il �Corale deilaicisti�. Entrambi i �corali� sono due saggi ricchi d�in-tenso lirismo e d�umana partecipazione: voglionoessere una lettura �ab intro� di due psicologie diverse,anzi opposte, ma collegate da un�identica inquie-tudine.

Nel primo è la spietata umile confessione delbagaglio di miseria e d�orgoglio che accomuna cre-denti e non, il ripudio d�ogni trionfalismo, tipico dicerta cristianità preconciliare, l�angosciosa letizia dellafede, la responsabilità della luce ricevuta, da dif-fondere in umiltà, nel rispetto di tutti e da tramutarein arma di offesa, in spirito di tolleranza evangelica,che non è indifferenza alla verità, ma rispetto dellalibertà del proprio simile �Noi�/come i nostri nemi-ci/siamo colpa ed orgoglio./Noi che bandiamo labuona novella/come i nostri avversari/siamo tristi edinfermi./

Il �Corale dei laicisti� è un�esplorazione puntigliosadella psicologia dei laicisti, della quale l�Anastasi captale esaltazioni e gli scoramenti, le euforie e le pro-strazioni.

Nella lirica �Ogni uomo è una luce� la meditazionedel poeta si sposta sul �mal de vivre�, sui limiti dellacondizione umana, esposta all�usura del tempo, allogorio degl�ideali sotto il peso della consuetudine,che, tuttavia, possono affiorare alla luce, ove l�urto deldolore riesca a spezzare una �tranche de vie� piccolo-borghese e a liberare la luminosa essenza dell�uomo.

Una poetica robusta quella dell�Anastasi, tesa sinoallo spasimo e raggiunge vertici d�intensità emotivache, nell�assoluta autonomia del discorso poetico,trova riscontro nella tensione mistica della poesia diClemente Rebora, come conferma la lirica �L�oltre chetrascende� (in �La pazienza dei giorni�), la poesia pa-radigmatica di tutta la raccolta, dalla quale si evincel�incarnazione del poeta che accetta la sua condizionedi uomo tra gli uomini, di cui divide le sorti e le ansie,che ama d�un amore intenso, senza riserve, �Amo iltempo che la sua testimonianza/e il suo impegno re-gistra, il �qui� e l� �ora��, senza peraltro lasciarsirinchiudere in una semplice dimensione spazio-tem-porale, ma proiettandosi oltre �Cerco, però, la veritàtotale, / al di là di diaframmi e d�ogni schermo,/l� �ora�e il �qui� nell� �oltre� che trascende�.

Poesia non intimistica, ma corale, in cui la natura el�uomo ascendono, teilhardianamente, al loro fine:Dio. Una poesia ricca di spiritualità e di sapido reali-smo, che nasce da una duplice componente: dagliocchi del poeta aperti sul mondo e da precise pre-messe culturali in cui son compresenti istanze ago-stiniane e pascaliane, alla luce delle quali il poetaaccetta l� �engagement� con l�uomo, in difesa dei va-lori della sua interiorità, nel momento stesso in cui ne

coglie le lacerazioni e il paradosso di essere fragile egrande, afflitto dalla nostalgia della sua perdutagrandezza di �re scoronato�.

L�uomo presente nella poesia dell�Anastasi non è l�uo-mo ridotto a pura astrazione, a pretesto di �canto�: èl�uomo colto nel dramma della sua vicenda esistenziale,l�uomo sorpreso in un preciso contesto spazio-tempo-rale. Nei riguardi di quest�uomo circola, nella poesiadell�Anastasi, la luce del riscatto cristiano. Per quantoriguarda l�aspetto formale della sua poetica, Anastasiha accolto la lezione delle poetiche più vicine a lui, fil-trandole, però, con vigile coscienza critica, attraverso lamediazione della sua formazione umanistica. Ne segueche la �veste� della sua poesia è equidistante dallatradizione presa �tout court� quanto dalle poetichecontemporanee, acriticamente accolte. Ne risulta unostile in perfetto equilibrio fra tradizione e modernità. E�proprio questo il messaggio che voleva trasmettere,messaggio che non poteva essere avvolto, certo, nénell�aulico mantello della tradizione, né nelle cortinefumogene di certi sperimentalismi d�avanguardia.

Egli, dalla tradizione, ha accolto una cartesiana esi-genza di chiarezza, dalla migliore poesia del Novecentoun bisogno d�essenzialità, che rifugge, per istinto, daogni eloquenza. Di qui la predilezione per il componi-mento breve, incisivo, che molto spesso non oltrepas-sa i confini del frammento.

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<Vittoria. Inaugurazione mostra fotografica di Tony Barbagallo. DonDomenico Anastasi, a destra, mentre scherza con Pietro Monteforte>

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Il libro di Giovanni Virgadavola�Vite uomo e vino�, edito in pro-prio nella primavera scorsa, è

un viaggio nella memoria collettivadei vittoriesi attraverso il filo con-duttore delle esperienze di vita del-l�autore.

Tutto il materiale presentato nellibro testimonia la grande passionedi Virgadavola per la ricerca di do-cumenti, di fonti orali ormai intro-vabili, di manufatti e di utensili nonpiù in uso, documenti rari, alcunirarissimi, altri assolutamente unici;e testimonia anche gli sforzi profusiper la loro raccolta. Ma soprattutto,questi documenti si configuranocome efficaci indicatori culturali diun�epoca, indicatori di ambienti, diattività economiche, di vissuti per-sonali, di costumanze civili e reli-giose. E come tali, essi ci fannoapprezzare la dimensione e il valoredell�opera di Virgadavola, opera -voglio sottolinearlo - che non si pre-senta mai con lo stile supponente,sussiegoso di chi vuole fare sfoggiodelle sue conoscenze e della suacompetenza. I lavori di Virgadavolahanno sempre lo stile e la levità deilavori artistici, dei cataloghi d�arte,di spettacoli ora musicale ora pit-torico, ora fotografico, ma sempredi fattura pregevole, attraente,accattivante.

Mi sono chiesto quale sia la moti-vazione che sta alla base di questolavoro di ricerca, come di tutta laproduzione di Virgadavola, e nonho trovato altra risposta se non ilpuro piacere intellettuale dell�au-tore di far partecipi gli altri del�corpus� di conoscenze - nell�am-bito della cultura materiale e delletradizioni popolari - che egli custo-disce gelosamente. L�obiettivo, nondichiarato ma evidentissimo, èquello di richiamare alla memoria di

tutti le testimonianze di un passatocomune, ormai avviato nel vialedell�oblio.

Perché è così importante richia-mare alla memoria il passatocomune con tutte le sue peculia-rità? I giovani, per loro natura, nonapprezzano nulla del passato e con-siderano la tradizione come nostal-gia di un tempo che non c�è più. Perquesto essi aspirano a spezzareogni legame con le origini e perquesto non hanno rispetto per ilpassato. Ma a questa caratteristicanaturale dell�età evolutiva, siaggiunge oggi l�influenza del pro-gresso tecnologico ed in particolarei condizionamenti negativi e perver-si dei mezzi di comunicazione dimassa. Senza volere cadere neisoliti luoghi comuni, vorrei solo farnotare che televisione ed internetdilatano lo spazio ma contraggonoil tempo, spingendo l�uomo a viverenon in un �continuum� passato-pre-sente-futuro, ma in un presente�absolutum�, cioè sciolto da ogni

legame col passato e senza previ-sione per il futuro. Perciò oggi siparla di crisi del senso della storia eaddirittura si propone da parte diqualcuno di abolire l�insegnamentodella storia dai curricoli scolatici.Tutto questo non è senza con-seguenze.

L�imperversare della culturamassmediale, esogena, esterofila,globalizzante provoca la scomparsadelle tradizioni e l�impoverimentodella specifica cultura materiale,tutti elementi fondanti dell�indivi-dualità di un popolo. A livello fami-liare, viene a mancare il confrontotra genitori e figli: i genitori nonpossono dare suggerimenti ai figli,manca il tempo per la riflessione, latrasmissione dei valori è impedita oper lo meno ostacolata, si perdel�abitudine a fare riferimento allatradizione e si affievolisce il contat-to con la realtà ambientale locale.Oggi si vive meglio dal punto divista materiale, ma i rapporti umanisono più tesi, mancano il rispetto, ivalori; i sentimenti non si coltivanopiù. Anche il linguaggio, che è unsintomo importantissimo dello statodi salute psichica - come la febbre èun sintomo dello stato di salute fisi-ca �, non è più controllato, misura-to, e si è fatto aggressivo, violento,rozzo, scurrile. Appare dunque ne-cessario e urgente riappropriarsi,come dice Nunzio Lauretta, �dellacategoria Comunità/Territorio perinvertire la tendenza che caratteriz-za la città moderna� e cioè �la ten-denza che porta all�ipotrofia del-l�ambiente naturale e antropico eall�ipertrofia del cittadino-consuma-tore�. Si tratta allora di riallacciarciai principi fondanti della nostrasocietà, fatta di buon senso, digusto, di rispetto, di sentimenti e diaffetti; alle regole di sapienza am-

Alla ricerca deltempo perduto< >

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di Salvatore Bucchieri

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Tradizioni

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bientale, troppo a lungo trascurate perché ritenutefrutto di ingenuità e di subalternità a culture più avan-zate. Che cos�è la cultura se non il complesso diconoscenze che ci aiutano a interpretare il mondo? E latradizione, che ci fornisce una sua visione del mondo,prodotta da una elaborazione ermeneutica condotta eaccresciuta nei secoli e tramandata di generazione ingenerazione, è anch�essa cultura. E dunque, ai segnidelle contemporaneità, ai miti edonistici della ricchez-za, dell�eterna giovinezza, della felicità, della ricerca delsuccesso, della notorietà mediatica, dobbiamo sapercontrapporre la tradizione come contraltare. La culturamoderna è monca senza l�apporto della tradizione.L�idea di poterne fare a meno, in nome dell�autonomiadel presente, è sbagliata.

Di tutto questo Virgadavola ha piena coscienza,come ci testimonia ogni pagina del suo libro, da cuitraspare con chiarezza il bisogno di offrire alle nuovegenerazioni i materiali per ricostituire le radici culturaliormai atrofizzate, per rinvigorire una identità localeconcreta, per contrastare l�azione omologante dellaglobalizzazione che incombe su di noi. Ed è per questoche Virgadavola si fa cantore del mondo contadino, conla sua cultura, con le sue tradizioni e i suoi costumi, isuoi valori; si fa instancabile promotore culturale conrecital, incontri, mostre, pubblicazioni; si fa cantastoriedi eventi in cui egli stesso è stato protagonista o testi-mone, eventi di un mondo minore che non affiora allavisibilità degli eventi storici importanti, come quelli mi-litari o diplomatici. Virgadavola ci parla del mondo chesta �dall�altra parte della medaglia�, un mondo duro,ostile, ingiusto per molti versi, nel quale il pane è sem-pre �pieno di spine�, frutto di immense e talvolta inu-mane fatiche. Il mondo che ci viene descritto è fatto diuomini e donne semplici, di personaggi più o menonoti, di lavoratori, di artigiani, di imprenditori colti nelfervore delle loro attività lavorative o nei momenti diriposo tra le persone care. Egli ci presenta eventi di vitaquotidiana intessuti su una trama di valori la cui forzadi condivisione è tale da trasformare quei piccoli even-ti in eventi degni di ammirazione e di ricordo chesuscitano la nostra curiosità e ci affascinano.

Ed è tanta la passione che profonde nella narrazioneche riesce a coinvolgerci tutti. Ci coinvolge anche per-ché il suo racconto è immune da ogni sentimentalismo.Virgadavola non è nostalgico, non è contro la moder-nità. In un passo egli afferma �non vorrei vivere con ivecchi sistemi, anzi, grazie a chi ci ha fatto conosceretanto�� Il suo racconto è realistico, oggettivo,razionale. Quando ci ricorda le �spine� di quel mondo(in un altro passo egli dice �la botte non contiene soloil vino, ma contiene gli affanni, i sacrifici, l�amore del-l�uomo per la terra e per la vite�; quando ci ricorda,ripeto, le �spine� di quel mondo, quando ce ne additale ingiustizie, lo fa sempre senza astio, senza spirito divendetta e di rivincita. Certamente la sua interpre-tazione del mondo contadino non può essere quella

dello storico o dello scienziato che descrive una realtàcon distacco, senza alcuna emozione. Non può esserecosì perché Virgadavola parla del suo mondo, delleesperienze vissute sulla sua pelle e perciò la suadescrizione non può che essere sempre intrisa diemozione. Tuttavia, sia che egli esalti la poesia degliaffetti familiari o di un ambiente di lavoro o di un pae-saggio, sia che denunci le ingiustizie sociali o lediscriminazioni della classe contadina, egli mostra sem-pre la stessa serena partecipazione, manifesta sempreun sentimento di pura emozione, scevra da ogni impli-cazione di natura sociologica o politica. E l�impressioneche il lettore ne trae è che gli uomini di quel mondo,sebbene tormentati dalle misere condizioni di vita,schiavizzati dalle inumane condizioni di lavoro, in fondonon risultano soccombenti, non sono dei vinti, ma anzi,per il loro atteggiarsi orgogliosamente dignitoso, per laforza morale, la volontà, la tenacia che posseggono,essi ci appaiono, alla maniera dei personaggi verghiani,come dei vincitori.

Il nucleo centrale del libro è costituito dalla culturamateriale del mondo contadino. Attorno a questonucleo ci sono poi delle ricognizioni o dei flash suglialtri aspetti del passato di Vittoria: il liberty, la fede reli-giosa e la devozione ai santi - primo fra tutti il patronosan Giovanni -, alcune iniziative industriali, la favolisti-ca popolare, la fondazione di Vittoria, nonché alcunifatti storici riguardanti i paesi vicini.

Ecco, sui temi storici c�è da dire che non si tratta diun�esposizione condotta sulle fonti e sui documenti, manon è il caso di insistere sui contenuti storici del libro,che non mi paiono i più importanti, come non entrerònel merito dell�indagine etimologica, nella quale di tan-to in tanto Virgadavola si cimenta: si tratta, in ultimaanalisi, di campi che esulano dall�interesse specifico delnostro autore. Tuttavia c�è da evidenziare che l�espo-sizione dei fatti storici è fatta secondo la tradizionepopolare, la cui caratteristica è quella di sottoporre ognievento a un lavoro di interpretazione basata sulla logi-ca del senso comune, nell�ambito dell�esperienzaacquisita e del vissuto personale. Il risultato è che lastoria si trasforma in �fabula�, in leggenda. E in questosenso la narrazione storica si fa arte genuina, vera arte,come nella poesia �Ronna Vittoria Colonna�.

Un altro aspetto che mi pare doveroso evidenziare èil prezioso contributo di Virgadavola in ordine al recu-pero del dialetto. Da questo punto di vista il libro è unvero e completo dizionario dei termini agrari: nomi diutensili ancora in uso o del tutto abbandonati, terminie denominazioni delle varie pratiche agrarie, modi didire, proverbi rappresentativi della filosofia pragmaticadel mondo contadino, frasi idiomatiche tanto efficaciquanto spesso intraducibili, costituiscono un contributoprezioso alla rivalutazione del nostro dialetto che stascomparendo sotto i colpi della lingua di plastica cheimperversa nella televisione e negli altri mezzi di comu-nicazione di massa.

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Tradizioni

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Tradizioni

�C�era una volta� e c�è ancora uno spirito senzatempo che parla di lavoro, sacrificio e spe-ranza. Lo stesso spirito che il nuovo progetto

della Provincia Regionale di Ragusa, assessorato alleattività culturali, politiche giovanili ha pensato di pre-miare attraverso un percorso innovativo e ricco di sug-gestioni. Un percorso nella tradizione di ieri con unocchio attento a chi si prepara al domani. �L�obiettivodi questa iniziativa � spiega l�assessore Enzo Pelligra �è permettere alle giovani generazioni di conoscere leorigini della loro terra e mantenere così la loro identità.Recuperare le tradizioni vuol dire ritrovare i �valori� diun tempo, ma non si tratta di semplice nostalgia versoil passato, quanto di un bisogno oggi più che maiattuale di ancorare le nuove generazioni a significatiche è bene non vengano smarriti�.

Come d�incanto, a Vittoria, Palazzo Rizza, un luogomeraviglioso e recuperato alla città, si anima dimestieri e professioni scomparse, in via di estinzione odel tutto trasformate dall�incedere dei tempi moderni.Per i ragazzi, in visita dalle scuole della Provincia, è unasorpresa ed una fonte di inesauribile curiosità ammi-rare le sapienti mani del calzolaio, del mielaro, le agilidita delle ricamatrici e degli intrecciatori dei canestri.Tutto in un percorso gestito dagli artigiani di un tempoed ospitato in un Palazzo felicemente invaso da ragazzie studenti di ogni età.

�Ci sembra doveroso e bello � prosegue Pelligra -rendere i �giovani di ieri� protagonisti e testimoni per ilfuturo dei giovani di �oggi�. La viva partecipazione ditantissimi alunni è la prova di un successo e di quantosia ancora possibile ed utile valorizzare le produzionitipiche locali, con particolare attenzione ai prodottieno-gastronomici e dell�artigianato�.

Vittoria, dunque, al centro di una testimonianza deltutto positiva e felice. �Per noi � prosegue l�assessore -è importante riscoprire il gusto di socializzare e viverela città in angoli suggestivi e accoglienti; questa mani-festazione ha mirato a vivacizzare e riscoprire, oltreche Palazzo Ricca, il Teatro Vittoria Colonna e la Piazzadel Popolo�.

Piazza che si è di colpo rituffata nel passato di giochiormai desueti. Tiro alla fune, gioco dell�oca, tutto perla gioia del bambino che abita in noi. �Al termine diquesta due giorni davvero molto intensa � rivelal�assessore � siamo consapevoli di avere promosso unprogetto variegato. Percorsi museali, cinematografici,fotografici, enogastronomici, di danza e musica

tradizionale. Un progetto che si è avvalso della colla-borazione preziosa ed indispensabile delle scuole, deglienti locali e delle associazioni che hanno aderito alnostro invito. Ritengo si sia creata davvero una reteoperativa, virtuosa e costruttiva fra le agenzie educa-tive e fra le varie realtà sociali e culturali coinvolte nellosviluppo e nella formazione dei futuri cittadini�.

A completare il progetto, di per sé riuscito, la seratadi premiazione al teatro Vittoria Colonna ha coronatoun percorso magico. Sulla ribalta, arricchita dallascenografia di Giuseppe Busacca, si sono succedute lesuggestioni visive di filmati d�epoca, curati da SalvatoreMassari, e le testimonianze dirette dei veri protago-nisti: gli artigiani. Ricchissimo l�elenco dei riconosci-menti attribuiti agli ospiti. Guidati dall�agevole con-duzione di Stefania Garrone, coordinatrice del proget-to, si sono succeduti tra gli applausi protagonisti ditutte le età che hanno fatto e continuano a fare diVittoria uno scenario originale e fuori dal tempo edancora ricco di speranza. Testimoni della cultura e del-l�arte di un tempo, Tony Barbagallo che ha fermato inscatti magici la sua città, Giovanni Leggio, uno degliultimi decoratori di carretti, il pasticciere GiorgioFraschilla ed il professore Giocchino Rizza. Tutti sulpalco per raccogliere un applauso che è prova di stimae ringraziamento per un lavoro comunque svolto condedizione ed amore. Proprio la storia personale diquesti uomini è utile al territorio per continuare a spe-rare in un futuro di crescita e inevitabile progresso.Senza dimenticare però il passato.

Le stagionidel tempo< >

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di Antonio La Monica

<Giovanni Leggio, l�ultimo decoratore vittoriese di carretti>

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La Provincia di Ragusa ha deciso discommettere sulla valorizzazionedei vecchi mestieri ed ha messo a

punto per i primi mesi di quest�anno unprogetto formativo per il recupero ditradizionali forme di lavoro. Da questointento, grazie alla collaborazione conl�associazione �Amici del Presepe� diMonterosso Almo, l�assessorato provin-ciale alla Formazione professionale haorganizzato quattro corsi di formazionediversificati per caratteristiche: �upanararu, �u liamaru�, �intrecciatori dicanestri�, �telaio e orditura�. I seminarisono stati articolati in una breve parteteorica e in una consistente attivitàpratica a diretto contatto con gli �arne-si� da lavoro. Inevitabilmente, consi-derate le specificità dei mestieri,grande importanza ha rivestito l�aspet-to manuale. Dopo qualche nozioneteorica, si è passati all�utilizzo deimateriali e degli strumenti artigianali.Particolarmente interessante, per lecomplicate tecniche utilizzate, è stato illaboratorio sul lavoro al telaio antico.La tessitura al telaio avviene utilizzan-do mani e piedi: con i pedali si azio-nano i licci, si allarga la trama; con lemani la si stringe. Un grande pettineviene utilizzato per battere la trama.Collocata sulla parte bassa del telaioc�è una pedaliera con la quale si dannole combinazioni del disegno. Il filo lavo-rato è avvolto nel subbio. Sonomolteplici i manufatti che si possonorealizzare al telaio: tappeti, lenzuola,tovaglie, arazzi. Dal cotone, al lino, allalana, alle stoffe e persino da vecchistracci possono nascere ottime cose.

�La bontà dei lavori dipende � argo-menta Grazia Pavano, insegnante delcorso � dalla tecnica e dalla creativitàpersonale. La fase più bella della tessi-tura è la preparazione perché si lavorain gruppo: c�è chi prepara le pezze, chii �cannieddi� (spolette) e così via.L�aspetto più difficile è costituito dalla

raccolta del filo, ossia l�ordito: è la fasepiù complicata ma anche la più impor-tante. Anticamente si faceva andandoripetutamente avanti e indietro per rac-cogliere il filo in dei pioli appesi al muroo per terra. Chi preparava l�ordito eraanche il vero artefice delle sequenzedei disegni, ogni paese aveva il suoparticolare modo di farlo. Oggi invece èquasi impossibile trovare orditori�.

Ancor più difficile, quasi estinta, lapratica della tintura: oggi i tessuti sonoin commercio già pronti e colorati.Anticamente, negli Iblei, filati di cana-pa e di lino venivano invece coloraticon numerose piante tintoree comel�edera, il rovo, il fico d�india, il melo-grano, il mallo di noce, il papavero.Alcune strutture museali iblee conser-vano ancora oggi al loro interno antichitelai, panari, ceste di vimini intrecciati,prodotti della tradizione artigianalesiciliana. E� apparsa quanto mai appro-priata l�idea di scegliere MonterossoAlmo come sede dei seminari, un luogodalla forte valenza architettonica estorico-culturale. E�, infatti, nel piccolopaese montano che ogni anno si tieneil presepe vivente, che ripropone ainumerosi visitatori alcune figure del-l�antica tradizione artigianale iblea. Fra

le stradine che si inerpicano per ilquartiere Matrice si possono ammirarei lavori di �panararu�, �scarparu�, �cur-daru�, �firraru�, �cirnituri�, �scarpillinu�,�cavagnaru� e di altre mestieri tipicidella cultura contadina.

�L�organizzazione dei corsi formativiper la valorizzazione degli antichimestieri � argomenta Giuseppe DiStefano, presidente dell�associazione�Amici del Presepe� � è stata un�ottimaidea per favorire il recupero e lavalorizzazione delle nostre antiche ebelle tradizioni artigiane�.

E� risaputo che ormai le nuove gene-razioni nutrono uno scarso interessenei confronti della cultura contadina enella fattispecie dei mestieri tradiziona-li. Sempre meno giovani si impegnanonella loro conservazione. Capita anchenei piccoli centri montani che sono statiin passato piccoli baluardi degli antichimestieri. I seminari di formazioneorganizzati a Monterosso per la valoriz-zazione gli antichi mestieri rappresen-tano un momento di perpetuazione,forse, unico di queste �arti� che sono a�rischio di estinzione�. La politica delrecupero delle tradizioni passa neces-sariamente anche da questi momentiformativi e di conoscenza.

I mestieri chenon ci sono più< >

la provincia di ragusa

di Francesco Ramondetta

Tradizioni

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Musical

Il Gen è Verde < >

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di Silvia Ragusa

Suonano, danzano, recitano,compongono ma soprattuttoemozionano con grazia e

leggerezza e con un messaggioche, nel tempo, continua adaffascinare adulti e ragazzi:l�amore, l�unità, la convivenza dipopoli e culture. Il Gen Verde,international performing group,conquista anche il numeroso pub-blico ragusano, con l�ultimo spet-tacolo intitolato �La coperta delmondo�.

Il gruppo composto da 24artiste di tutto il mondo è unfenomeno mondiale. I suoi spet-tacoli multietnici hanno riempitoteatri, palasport e stadi di tutte lelatitudini; hanno percorso lestrade d�Europa, Asia e America.Più di 100 tournèe e una notevolediscografia tradotta in otto linguesono il biglietto di visita di ungruppo che canta l�amore e l�unitàdei popoli.

�Il messaggio del Gen verde �afferma il presidente dellaProvincia Franco Antoci, che suglispalti assiste allo spettacoloaccanto al vescovo di Noto, mon-signor Giuseppe Malandrino e aquello di Ragusa, monsignorPaolo Urso � è un inno all�amoreed alla fede cristiana, reso attra-verso un suggestivo percorso disuoni, di immagini ma soprattuttodi parole che entrano nel cuore�

Che la tournèe del Gen Verdeabbia toccato Ragusa rende feliceil vescovo di Ragusa.

�Il Gen Verde � dice monsignorPaolo Urso - riesce a comunicarevalori importanti, in maniera arti-sticamente valida. La luce, lamusica, la gioia, la danza, diven-tano strumenti per mostrare unanuova visione della vita, il valorestesso dell�esistenza. Gli attori,

sulla scena, interpretano vari per-sonaggi; le artiste del Gen Verde,invece, esprimono l�unico voltoche hanno dentro. Esprimono laloro vita, quella di chi ha fattoun�esperienza autenticamentecristiana e la trasmette attraversolo strumento artistico�.

Il Gen Verde propone nel suotour canzoni e danze che raccon-tano di comprensione tra i popoli,di solidarietà, di perdono; braniche nascono dal vissuto di questedonne. E tutto si palesa calcolato,ragionato, ad espressione dellealtissime professionalità del grup-po. Un gruppo nato nel 1966, aLoppiano, cittadella dei Focolari,con una chitarra elettrica ed unabatteria verde in mano. In qua-rant�anni ha collezionato oltre1200 spettacoli e un milione emezzo di spettatori, 129 ragazzedi 29 nazionalità si sono avvicen-date nel vivere e comunicarel�unità facendo arte, riuscendo adarricchirsi ad ogni passaggio, adogni contrasto, ad ogni occasione

di vita vissuta, l�una per l�altrainnescando un inevitabile proces-so di integrazione. �Non ci siamoincontrate per caso, - spiega lacomponente italiana del gruppoAnna Conte - ognuna di noi amonte ha incontrato nel suopaese uno stile di vita che è quel-lo che ha per radice il Vangelo,ma che non esclude un�aperturaad ogni convinzione o credo, inquanto in tutti si ritrovano glistessi principi. Questo stile di vitaci ha conquistato in risposta aduna ricerca, ad un perché neiconfronti del significato profondodella vita. Ci siamo imbattute nel-l�esperienza di Chiara Lubich enella sua riscoperta del vangelodurante gli anni della secondaguerra mondiale a Trento. Quelloche muove la nostra vita è questoe il Gen verde è nato dall�esigen-za di comunicare in qualche modoalla gente la vita che viviamo�.

Perché la forza di queste donnee del loro impatto su di un pubbli-co mondiale sta proprio nella loro

<Un momento dello spettacolo �La coperta del mondo� portato in scena dal Gen Verde>

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vita. In quella che, seguendo ilmessaggio evangelico, cercano divivere attuandone i principi, glistessi che a Loppiano accomu-nano le circa novecento personeche vi abitano e che in provinciadi Ragusa uniscono più o menoquattrocento fedeli.

�È difficile realizzare in pienola parola di Gesù � dice ThérèseHenderson, strumentista scoz-zese � perché per attuarlaabbiamo certamente dei limiti.Siamo in cammino, però general-mente si coglie un risveglio,un�esigenza che matura anchenella gente di oggi�.

I giovani di Ragusa non si sonolimitati a seguire il concerto,hanno anche partecipato,cogliendo la possibilità di entrareper un giorno nel mondo del GenVerde, ai laboratori musicali, allacomunicazione teatrale, alladanza e al canto. Il work-shopragusano si è inserito nella gior-nata conclusiva della �Settimanamondo unito� per sperimentare ediffondere, attraverso varie inizia-tive, la cultura della pace e del-l�accoglienza. A conclusione, uncollegamento telefonico in direttamondiale ha coinvolto 66 città deicinque continenti. �Vogliamo pro-muovere il dialogo tra le religioni� sostengono i giovani collegatinei vari punti � perché il plurali-smo religioso dell�umanità non siacausa di divisioni e di conflitti, macontribuisca a ricomporre nellafraternità l�unità della famigliaumana. Insieme � cristiani, bud-disti, indù, musulmani - vogliamoessere ponti di unità e di pacespecie là dove l�intolleranza raz-ziale e religiosa suscita conflittiviolenti�.

�Il work-shop con il Gen Verde �afferma ancora il presidenteAntoci � è stata un�occasione inpiù per i nostri giovani. Sono con-tento che Ragusa sia stata unadelle 118 postazioni, in tutto ilmondo, tra le quali è passato unmessaggio forte di pace e di fra-ternità, di una pace che tuttivogliamo�.

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Musical

<Due scatti del musical �La coperta del mondo�. Sopra i componenti del gruppodurante il workshop che hanno tenuto al Liceo Scientifico E. Fermi di Ragusa>

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Immagini di vita contadina.Immagini di una vendemmia chenon c�è più. Le moderne tecnolo-

gie e i nuovi metodi di produzionehanno trasformato negli ultimi anniil �rito� della vendemmia. La �sacra-lità� della raccolta dell�uva appar-tiene solo ai ricordi dei più anziani. Apreservare quella tradizione e queimomenti di sana vita contadina civiene in soccorso Maurizio Baronecol suo libro fotografico �Lavendemmia negli Iblei�, pubblicatodalla Filippo Angelica Editore, colpatrocinio dell�assessorato provin-ciale alla Pubblica Istruzione.

Il libro �fotografa� una delle ultimevendemmie eseguite in modo

tradizionale e quelle foto sono statescattate in un vecchio palmento diPedalino. La filosofia di MaurizioBarone, cancelliere presso laProcura della Repubblica di Ragusa,appassionato fin da ragazzo difotografia, è stata all�insegna delnoto refrain pubblicitario �una fotonon scattata è un ricordo chenon c�è�.

In questo senso il suo librofotografico ha fatto centro. �Ho con-statato negli ultimi anni - rivelaBarone- che la vendemmia che hofotografato è caduta nell�oblio, cosìmi è sembrato opportuno farconoscere ai più giovani questoscorcio di vita contadina. Una sorta

di obbligo morale affinché non sicancelli dalla memoria un passatoche abbiamo il dovere di preservare.Proprio per questo penso di creareun �museo vivo� all�interno di unpalmento e farlo �rivivere� per lavendemmia, ricreando fedelmenteogni dettaglio: dall�abbigliamentotipico, alle procedure seguite.Sarebbe un luogo in cui scolareschee turisti potrebbero riscoprire le vec-chie e buone tradizioni dellavendemmia�.

Un�idea che piace molto all�asses-sore alla Pubblica IstruzioneGiancarlo Cugnata: �La tradizionedella vendemmia ha radici profondenella nostra provincia. Riscoprirla

La vendemmia inuna serie di clic < >

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di Etrusca Campailla

><

Fotografia

<Le splendide foto in bianco e nero realizzate da Maurizio Barone per il libro fotografico �La vendemmia negli Iblei�

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Fotografia

attraverso le immagini è operazione di grande valenzaculturale, oltre che azzeccata proposta formativa. Il librosarà distribuito nelle scuole della provincia perché ha ilvalore profondo di perpetuare le nostre tradizioni.Apprezzo l�idea di Maurizio Barone di �musealizzare� unpalmento e spero di poter lavorare su questo progettoper poter realizzarlo al più presto�.

Guardando le foto, dal cromatismo dei colori si hal�impressione di sentire gli odori, i sapori, il calore delsole. �Nonostante siano passati venticinque anni -aggiunge Barone- ricordo ancora le sensazioni provatedurante gli scatti, ricordo l�odore inconfondibile dell�uvapigiata, del mosto, delle cantine. Emozioni indimentica-bili che neanche il tempo è riuscito a cancellare�

I personaggi delle foto e gli ambienti rurali sono lospecchio fedele della nostra terra e delle nostretradizioni. I protagonisti rappresentano la Sicilia nellasua essenzialità ma anche nel loro �verismo�. Un libroche assomma i connotati di una lezione di storia etradizione, per i più giovani e di un ricordo prezioso perchi, invece, ha vissuto la vendemmia in modotradizionale e che custodisce nei propri ricordi queimomenti come sogni ormai quasi del tutto perduti.

La prefazione del libro affidata a Giovanni Di Stefanoci ripropone il culto del vino secondo gli Antichi Greci.�La vendemmia, - scrive Di Stefano - nell�antichitàtrasformava la condizione umana in un rapporto direttocon il divino. Il vino infatti era un dono di Dioniso agliuomini�.

><la provincia di ragusa 43

C�è l�effetto della denomi-nazione di origine controllata

garantita per il vino Cerasuolo diVittoria. C�è una crescita di venditedel 25% in più per il vino rosso diVittoria che ha ottenuto, primo inSicilia, la Docg col decreto ministe-riale del 13 settembre 2005.

�Le vendite sono sicuramenteaumentate per la doc di ricadutadel Cerasuolo di Vittoria (VittoriaRosso, Frappato, Nero d�Avola,Novello) � dice il presidente delConsorzio di Tutela del vinoCerasuolo, Titta Cilia � mentre, ilmercato della Docg è ancora gio-vane. In circolazione vi sarannoappena 200 mila bottiglie perchésecondo il disciplinare vigente si èpotuto far ricorso alla vendemmiadel 2004, quindi, nella prossimaprimavera si avrà un incrementosul mercato del Cerasuolo Docg

perché si potrà attengere all�an-no 2005�.

Secondo il disciplinare il"Cerasuolo di Vittoria Docg" deveavere un titolo alcolometrico volu-mico totale minimo di 13% vol.(con acidità totale minima del 5per mille ed estratto secco nettominimo pari al 24 per mille). Puòessere immesso al consumo solodopo un periodo di affinamento inbottiglia di almeno 3 mesi e,comunque, non prima del 1°giugno dell'anno successivo allavendemmia, mentre, per la tipolo-gia "Classico", il periodo di affina-mento in bottiglia sale ad otto mesie l'immissione al consumo nonpotrà avvenire prima del 31 marzodel secondo anno successivo allavendemmia.

L�ultima vendemmia hacomunque portato ad un abbassa-

mento della produzione.�Si è trattato di un calo fisiologi-

co � aggiunge Titta Cilia- ma ildato certo si potrà avere dopo il 10dicembre quando scadrà il termineultimo delle denunce�.

Resta la novità e la curiositàderivata dalla Docg che ha arric-chito l�offerta dei rossi.

�Il riconoscimento della Docg hafavorito -dice Cilia- una grandecuriosità dei cultori del vino e ilmercato ne ha risentito positiva-mente perché il Cerasuolo, vino digrande tradizione, ha potuto pre-sentarsi con una novità in assolu-to. La Docg ha davanti a sé, unmercato aperto tutto da con-quistare, ma si tratta di un seg-mento. Resta sicuramente vantag-giosa la grande ricaduta che ques-ta certificazione può dare agli altrivini rossi del nostro territorio�.

<Cerasuolo, effetto Docg>

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Pronti a difenderci da una sem-pre più crescente globaliz-zazione �tout court�, almeno a

tavola, ci sono loro, ovvero gli�Accademici italiani della cucina�. Aquesti alfieri del buon vivere,definizione che ben si addice a chinell�atto gastronomico collegaessenzialmente i suoi rimandi cul-turali, si deve la strenua difesa della�tradizione in cucina�. La loro spe-ciale �mission� tesa alla tutela delpatrimonio culinario ci riporta in-dietro nel tempo sino al secondodopoguerra. E in quella Italia deglianni cinquanta, smaniosa di boome che, forse, aveva anche troppofretta di metabolizzare gli orrori diuna storia lacerata e lacerante,l�Accademia italiana della Cucinamuove i suoi primi passi. Nel 1953 isoci fondatori lanciano i primi acco-rati appelli affinché la cucina ita-liana si mantenga �integra�. Un ti-more più che legittimo, scaturito,con ogni probabilità dalle annun-ciate �contaminazioni americane�che si manifestavano con il dilagaredi chewingum, di Coca-Cola e ham-burger infilati dentro un panino. Chidel resto non ricorda il nostroAlbertone nazionale che nel film�Un americano a Roma� della�moda americana� di pasteggiarecon latte, marmellata e mostarda sifa beffa scegliendo vino e mac-cheroni della mamma?

Una difesa dell�italico gusto cheebbe come primi accademici OrioVergani, Dino Buzzati e ArnoldoMondatori, fondatori a Milano del-l�omonima accademia italiana, conl�intento di divulgare tutte le inizia-tive finalizzate a favorire in Italia eall�estero la valorizzazione dellacucina italiana come espressione dicostume, di civiltà, di cultura e discienza e di promuovere la divul-

gazione di ristoratori e ristorantiche agiscano nel rispetto dellatradizione della cucina nazionale,regionale e locale.

�Un� idea accademica - spiega ilprofessore Francesco Milazzo, mo-dicano, storico, docente di DirittoRomano all�Università di Catania,delegato per Ragusa dell�Accademiaitaliana della Cucina - che mostravagià i suoi caratteri di sorprendentelungimiranza perché in un�epocadecisamente di pre-globalizzazione,si individua nella tavola e nelle suetradizioni un momento forte di cul-tura del Paese e si intravedono irischi di alterazione e confusioneche in un settore come questo sisarebbero potuti correre. Una certaborghesia illuminata si assunse cosìla responsabilità di vigilare su puntiper la verità nevralgici e solo appa-rentemente trascurabili, del patri-monio culturale nazionale comequello gastronomico�.

Da Milano l�associazione, rigo-rosamente senza scopo di lucro, siè poi irradiata in Italia e all�Estero,dove, forse più che nella Penisola,interpretazioni per non dire altrodisinvolte della cucina italianarischiano, allora come oggi, diappannarne l�immagine e la suacapacità di penetrazione.

�Oggi - sottolinea Franco Milazzo- l�Accademia Italiana della Cucinavanta più di seimila soci, oltre chein Italia, in tutto il mondo, dallaNuova Zelanda agli Stati Uniti, dallaTurchia alla Finlandia, a Beirut cosìcome a Tel Aviv. Questi soci visitanoi locali e li valutano secondo i para-metri prima di tutto della fedeltàalle tradizioni culinarie del BelPaese. I risultati di questo capillare�controllo� del territorio vengonoriversati nella �Guida� accademica,che è anche on line (www.accade-miaitalianacucina.it). Le ricettedelle più comuni vivande d�Italia

La missionedell�Accademia< >

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di Daniela Citino

Cucina

<Foto di gruppo dei soci della delegazione di Ragusa dell�Accademia Italiana dellaCucina. Il primo a sinistra è il delegato di Ragusa Franco Milazzo. Seguono Mangione,

Ursino (delegato regionale), Gulino, Iurato, Iabichella, Incardona e Baglieri>

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vengono �codificate� e depositatepresso le Camere di Commercio. Uncentro studi accademico stimolainiziative e individua settori di inter-vento. Da anni, l�intera macchinaaccademica si concentra su untema annuale � simbolizzato dallosvolgimento di una cena �ecumeni-ca� � di speciale rilevanza per lagastronomia del Paese: il pesce, ilpane, la carne bovina, la cioccolatao, come per il 2007, la cucina del-l�orto. Una raffinata rivista �Civiltàdella Tavola�, sintetizza e diffondecon scadenza mensile l�operatoaccademico�.

Un�intensa attività che anche aRagusa ha il suo gruppo di adepti.La delegazione, operativa da qua-ranta anni, per lungo tempo è statapresieduta dal professore GiovanniJapichino, il compianto angiologovittoriese e animata dall�espertocolonnello Giuseppe Coria, autoredi molteplici pubblicazioni a carat-

tere gastronomico-culturale, scom-parso pochi anni or sono.Attualmente ne fanno parte circaquaranta soci, espressione dellamigliore società professionale eimprenditoriale del comprensorioibleo, accomunati da un intelligenteinteresse verso la buona tavola ita-liana. Tante le iniziative messe incampo ma alcune vanno sicura-mente sottolineate. Come il pubbli-co processo fatto al cioccolato mo-dicano (alla fine assolto con formu-la piena!) avvenuto nel corso di undibattito di alto livello fra espertidel settore organizzato con i�Cenacolari� dell�Antica Contea,oppure i corsi di cultura e edu-cazione alimentare realizzati insinergia con la Pro Loco di Comisoe il Rotary di Vittoria. Ma vannoanche annotate le visite a rilevantientità aziendali a carattere ali-mentare o alla �cucina della diplo-mazia�, sui cui segreti e i molti

aneddoti la delegazione di Ragusaha avuto il privilegio di ospitare unarelazione dell�Ambasciatore d�ItaliaEmanuele Scammacca del Murgo.

Ultima ,in ordine di tempo, l�ot-tombrina �cena ecumenica� dove siè voluto magnificare il pesce in unadelle sue patrie d�elezione: Scoglitti.Un riconoscimento ad un tradizionepeschiera che è alla ricerca di spe-rimentazione culinari, come ilcus-cus alla camarinense, ma senzanulla rinunciare alle sue più radicateidentità gastronomiche.

� Insomma - conclude FrancoMilazzo- un quadro senza dubbiocoerente con la �mission� accade-mica e con il riconoscimento le-gislativo (la legge 534 del 1996)che questa associazione ha avutoquale Istituzione culturale dellaRepubblica Italiana al pari, adesempio, dei Georgofili di Firenzeo dell�Istituto dell�EnciclopediaItaliana�.

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Cucina

Iprodotti tipici della provincia di Ragusa che si fre-giano del marchio �cestobarocco� pronti a sbarcare

in Germania. La Provincia Regionale di Ragusa hamesso a punto un accordo con la GrandeDistribuzione Organizzata tedesca che permetterà adalcuni prodotti (olio, vino, cioccolato, salumi, formag-gi) di essere inseriti nella catena dei grandi super-mercati di Berlino.

I prodotti col marchio �cestobarocco� fanno parte diuna consolidata tradizione isolana e fanno della cuci-na iblea un importante tassello della cultura siciliana.Proprio questa consapevolezza ha spinto negli anni aduna più accurata pianificazione dell�offerta turisticache deve puntare al recupero ed allo sviluppo dellepeculiarità del territorio in tutti i suoi moltepliciaspetti.

Oltre al miglioramento dell�offerta in loco, bisognaanche acquisire visibilità ed avviare una ragionatacampagna promozionale all�estero e, in tal senso,l�iniziativa �Cestobarocco� risulta un prezioso bigliettoda visita e può apportare considerevoli risultati com-merciali per le aziende locali interessate.

Un�accurata analisi di mercato - afferma l�assessoreallo Sviluppo Economico Salvatore Bocchieri - hadimostrato che il mercato tedesco possiede dellecaratteristiche interessanti per le aziende agroalimen-tari del territorio provinciale: l�alto reddito familiare, il

tenore di vita e potere d�acquisto dei tedeschi e il lorogrande interesse per le specialità straniere, insiemealla diffusione di tendenze di consumo ispirateall�Italia, dalla moda al design, dagli stili di vita alleabitudini alimentari, hanno reso estremamenteappetibile un mercato che, ad oggi, consta di 82, 2milioni di abitanti. L�appetibile mercato tedesco, carat-terizzato da consumatori sempre più esigenti, criticied informati, presenta tuttavia delle difficoltà per lepiccole realtà produttive ragusane interessate a pe-netrare un mercato molto competitivo come quelloindicato. In Germania, infatti, si assiste ad un�agguer-rita concorrenza internazionale a livello di prezzi,sostenuta principalmente dai discount sui cui scaffaliè possibile trovare dei prodotti a prezzi più modestirispetto a quelli italiani. L�accordo con la GrandeDistribuzione Organizzata tedesca si propone disostenere le aziende e di metterle nella condizione dicompetere sulla scena internazionale per raggiungereil target individuato, avendo il maggior numero possi-bile di frecce al loro arco�.

Nelle prossime settimane questo accordo con laGdo tedesca verrà formalizzato con i rappresentantidei mercati berlinesi che quest�anno hanno scelto laprovincia di Ragusa come ospite dei propri spaziespositivi. Insomma, il marchio �cestobarocco� entre-rà a pieno titolo nei grandi supermercati di Berlino.

<Il marchio cestobarocco sbarca a Berlino>

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C�è un luogo geografico nelloIonio �Pelagos� che rievocaletture omeriche perché vici-

no a Itaca, la patria di Ulisse, eaccanto a Zante, l'isola di UgoFoscolo. Questo posto è Cefalonia. Iracconti mitologici narrati nell'Odis-sea però nella mente del caporaleAngelo Emilio cedono il posto alricordo della sua personale odisseache, a distanza di sessant'anni, vieneraccontata senza filtri, né pregiudizi otanto meno tentativi revisionistici daVincenzo Grienti e Laura Malandrinonel libro �Cefalonia controluce�(Seneca Edizioni, Torino).

Il libro è stato presentato, aPozzallo, città dove ancora oggi viveil reduce e documenta attraverso ilracconto di Angelo Emilio come igiorni che seguirono l�armistizio eprecisamente quelli compresi tra il 15e il 22 settembre, gli italiani nonfurono �traditori� ma con coraggiotennero fede agli ordini ricevuti daRoma e dal generale Gandin, coman-dante della Divisione Acqui: difender-si da ogni eventuale aggressione diqualsiasi provenienza attendendocon speranza, prima del precipitaredegli eventi, una mediazione con itedeschi, mai raggiunta. Il libro portaun contributo di verità storica sullacontroversa vicenda di Cefaloniasulla quale anche le autorità italianesono state timide per decenni.

Cefalonia era un'isola bella, tran-quilla e soprattutto lontana dallaguerra. I fichi e l'uva erano dolcissi-mi, il mare cristallino e la genteaccogliente e ospitale. Poi arrivò l'8settembre 1943. A Cassibile, il ge-nerale Pietro Badoglio firmal'armistizio e a Cefalonia per laDivisione Acqui impegnata nellaCampagna di Grecia inizia la guerra.L�isola precipita nell'incubo e conessa i militari italiani. Tra questi

anche il caporale Angelo Emilio.Scampato quotidianamente allamorte dal 15 al 22 settembre, vienepreso prigioniero dai tedeschi edeportato in Russia nei campi di con-centramento. Qui ad attenderlo cisono altri nemici: il freddo, i morsidella fame e le malattie. Due annidopo, alla fine di settembre del 1945rientra in Italia. Da allora sonotrascorsi più di sessant'anni. La guer-

ra ha segnato profondamente AngeloEmilio che conserva con cura decinedi libri sulla discussa e ancora dibat-tuta "guerra di Cefalonia" e le lettereoriginali e a lui stesso indirizzate didon Romualdo Formato, eroicosacerdote e cappellano della Acqui. Ilcaporale Emilio è stato testimone diun dramma, ha vissuto la tragicaesperienza della deportazione e daessa ha imparato il valore inestima-bile della pace. Leggendo �Cefaloniacontroluce� ci sono i ricordi di giorniterribili, filtrati dalla maturità dell'etàe dalla fede in Dio che ha sostenutoAngelo Emilio nei momenti più diffi-cili. Fare memoria delle atrocità di cuil'Uomo si è macchiato affinché deter-minati eccidi non si ripetano più è ilsenso del volume dei due giornalistisiciliani.

La Acqui, unica grande unità dell'e-sercito italiano ad impugnare com-pattamente le armi contro l'ex alleatotedesco, pagò un prezzo altissimo: lamorte di circa 9400 soldati. Se nesalvarono poco più di duemila, finitiquasi tutti prigionieri della Wermachte obbligati, come Angelo Emilio,a mesi e mesi di devastanteprigionia.

Io, Angelo Emilioil sopravvissuto< >

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di Gabriele Giannone

Memorie

Cefaloniacontroluce èil libro diVincenzo Grientie LauraMalandrinoche raccontala deportazionein Russiadi un caporaledi Pozzallo

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In pochi lo praticano e inpochissimi lo seguono, eppure ilbridge è una disciplina in cui

l�Italia si è laureata per ben settevolte campione del mondo. Adessoanche in Sicilia si scoprono virtuosigiocatori di bridge e la passione perquesto sport comincia a dare ottimirisultati. Così è stato per l�A.S.D.Bridge Ragusa, vincitrice a sorpresadell�ultima edizione del torneo diCoppa Italia (seconda categoria)che si è svolto a Bologna a dicem-bre. La squadra ragusana compostada Peppe Corallo, NuccioDipasquale, Claudio Marino, GianniPetralito, Gianna Iachella, Sergio DiMartino e Corrado Fortuna, partitanon certo con i favori dei pronosti-ci, è riuscita a sbaragliare la con-correnza di compagini più quotatecome il Bridge Regisole e la for-mazione di casa. Al circolo bolo-gnese di bridge i ragusani, guidatida capitan Corallo, hanno surclas-sato nella prima gara la formazionedello Stamura Ancona con unabbondante 172-78; hanno avutola meglio per 137-97 nella semifi-nale contro il forte Bridge Regisolee battuto in finale il Bridge Lucca,sconfitto di misura 148-125 al ter-mine di un match avvincente emolto combattuto. Sorprendendogli attenti osservatori del torneo, ilBridge Ragusa si è, dunque,dimostrato la squadra rivelazionedella competizione nonostante unsorteggio difficile, effettuato conl�accoppiamento delle teste di seriecon le squadre meno favorite. Ilsuccesso della formazione iblea èarrivato al termine di un percorsoche prevedeva il superamento diuna fase locale e di una interre-gionale a Roma, la quale permette-va di accedere ai quarti di finale diCoppa Italia, una sorta di �Final

Eight� del bridge, da quest�annorassegna itinerante. Le quattrosquadre finaliste, fra cui ovvia-mente anche quella ragusana, sonoammesse di diritto alla secondafase interregionale del 2007.

La Coppa Italia è una compe-tizione storica del bridge e secondaper importanza soltanto alCampionato. Bridge Ragusa èun�associazione sportiva dilettanti-stica che conta circa 50 soci fraragusani, vittoriesi e modicani; unabuona fetta degli iscritti è rappre-sentata da donne. Marcella Arnoneè il presidente del circolo, la cuisede è sita all�interno dell�HotelJonio a Ragusa. L�associazione si èdotata di un vero e proprio con-siglio direttivo ed organizza durantel�anno tornei di grande richiamo: dirilievo l�appuntamento di fine luglioa Ragusa Ibla, in piazza Pola.

�Di solito � rivela NuccioDipasquale � ci riuniamo il martedìe il venerdì sera per giocare e per-fezionare le tecniche di gioco. Ilbridge è un gioco a carte dove lafortuna è una componente non pri-

maria; in squadra è anzi ridotta alminimo, in coppia vale molto l�espe-rienza. Occorre saper gestire il pun-teggio quando si è in vantaggio oattaccare quando si è sotto. Quelloche più conta è la logica, il calcolodei resti e delle prese: si cercaquasi di leggere le carte dell�avver-sario. Il calcolo delle probabilità èimportante per vincere�.

L�inaspettata vittoria della CoppaItalia ha colto di sorpresa anche glistessi protagonisti. �La vittoria �aggiunge Dipasquale � non era inconto perché per la prima volta cisiamo misurati con club evoluti edalla buone tradizione. In Sicilia,eccetto il circolo di Catania, che puòvantare due giocatori nazionali, leassociazioni di bridge sono vera-mente poche. E nonostante questosiamo riusciti a tenere testa adavversari più titolati e a batterli. Untraguardo che ci riempie di gioiaperché può essere uno sprone perfar crescere e divulgare in provinciaquesto sport. Per il nostro club è uninvece un ottimo biglietto da visitaper nuovi appuntamenti�.

Ragusa volain Coppa Italia< >

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di Francesco Ramondetta

Bridge

<La squadra del Bridge Ragusa con la Coppa Italia conquistata a Bologna>

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Il premio intitolato alla memoria di Salvatore Padua,l�indimenticato atleta ragusano scomparso prematura-mente in un incidente stradale, continua a privilegiare

le forze emergenti dello sport ibleo. A iscrivere il proprionome nell�albo d�oro del premio quest�anno è stato il mez-zofondista sciclitano Giovanni Fortino. Il suo nome va afare compagnia ad atleti di livello nazionale ed inter-nazionale come Luca Marin e Danilo Napolitano che hannovinto le ultime edizioni del premio. La scelta della com-missione giudicatrice, presieduta da Adolfo Padua, è cadu-ta su Giovanni Fortino per i risultati conseguiti nell�ultimoanno e per la chiamata nella nazionale di categoria.

La commissione, oltre a scegliere Giovanni Fortino comeatleta dell�anno, ha proceduto alle segnalazioni di RoselisaPalma, 16 anni, speranza azzurra nella mountain-bike, diLuigi Munda, nuotatore della Polisportiva Zenion e da moltiindicato come l�erede di Luca Marin; nonché ad assegnarericonoscimenti al campione italiano nel disco e nel pesoMarcello La Rosa dell�Handy Sport Ragusa e a EugenioMigliore, campione del mondo dei maestri di schermanella categoria fioretto. Ma chi è Giovanni Fortino, 39simoatleta dell�anno? Sciclitano, classe 1989, già a 17 anni èpiù di una promessa per il mezzofondo italiano ed unvanto per la città che ogni anno ospita il �Memorial PeppeGreco�, la gara internazionale di mezzo fondo.

-Fortino, quando ha iniziato a correre?Esattamente dal 1999. Avevo appena dieci anni quando

ho iniziato a correre. Adesso ne ho diciassette e frequen-to il quarto anno dell�Istituto Tecnico Commerciale diScicli, presso la scuola Cataudella.

-Come è iniziata la passione per l�atletica?A dieci anni, quasi per caso, partecipai al Memorial

Daniele Pitino che si organizzava sino a qualche anno fa aScicli. Vinsi la gara e Franco Rustica, uno degli organizza-tori della manifestazione, la sera stessa della gara miinvitò ad allenarmi con la sua squadra. Da allora non miha più lasciato ed ha seguito con grande attenzione i mieiprogressi e mi ha aiutato a raggiungere le vittorie sin quiconseguite.

-Com�è organizzata la tua giornata?Di mattina vado a scuola e il pomeriggio mi alleno con

gli altri atleti della società in contrada Zagarone. Cerco diconciliare la frequenza a scuola con gli allenamenti. Nonsempre è facile.

Ha intenzione di proseguire questa esperienzaanche a livelli professionistici?

(Sorriso!). Non so. Io mi alleno ed ottengo buoni risul-tati� Magari potrei entrare in qualche squadra impor-

tante, come quella delle Fiamme Gialle o dei Carabinieri,e continuare a correre con la sicurezza di un posto fisso�

Ultimamente ha avuto contatti anche con deitecnici nazionali.

Sono stato a Formia nell�ambito del �Progetto Talento�(unico in Sicilia ndr.) cui partecipano i giovani con mag-giore talento di tutta la nazione. Lì i tecnici nazionali, tracui Silvano Danzi, sono stati prodighi di consigli su comeallenarci e come continuare a correre.

Quali sono gli appuntamenti più importanti cuiparteciperà nei prossimi mesi?

Domenica 11 febbraio sono in programma i campionatiitaliani di cross (corsa campestre) a Modena. Ci andrò conla mia squadra di Scicli, guidati da Franco Rustica.

Che distanza preferisce correre?Di solito preferisco i 5.000 metri in su ma anche le altre

distanze del fondo mi esaltano..Quali sono i titoli più importanti che ha vinto

sinora?Il titolo individuale italiano di corsa su strada nel 2004

ad Aprilia (Latina), nella categoria cadetti e, sempre nellostesso anno, il titolo individuale 2.000 metri su pista.Inoltre, nel 2006 ho vinto il titolo italiano di corsacampestre a Macerata sulla distanza dei 3000 metri.

Nonostante la sua giovane età, quali esperienzeha maturato all�estero?

Nel 2006 ho partecipato al meeting nazionale Jimna-siadi in Grecia. Poi sono stato in giro per il Mediterraneoper i Giochi delle Isole, in cui ho rappresentato la Sicilia, esuccessivamente a Riccione ho partecipato ai campionatidel mondo studenteschi. Mi auguro che sia solo l�inizio diuna lunga e fortunata serie di gare internazionali.

L�assaltodi Fortino< >

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di Marco Causarano

Premio Padua

<Il mezzofondista Giovanni Fortino (secondo da sinistra) coltrofeo Padua insieme ad Antoci, Barrera, Cintolo e Padua>