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Rivista degli exallievi di Lombriasco “Il vecchio fiume scorre lento La vita veloce. Vivi bene il presente”

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Rivista degli exallievi di Lombriasco

“Il vecchio fiumescorre lento

La vita veloce.Vivi bene il presente”

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“Mentre un profondo silenzioAvvolgeva tutte le cose,e la notte era a metà del suo corso, la tua Parola si lanciòin mezzo alla terra votata alla morte...”

(Dal libro della Sapienza)

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“La luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta…Veniva nel mondo la luce veraquella che illumina ogni uomo…A quanti lo hanno accolto ha dato potere didiventare figli di Dio”.

(Dal Vangelo di Giovanni)

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Gli Auguri del DirettoreCarissimi ex allievi,

un anno importante il 2009, che celebra i centocinquant'anni della

Congregazione Salesiana, i cent'anni della morte di Don Michele

Rua, il primo successore di don Bosco, il quale comperò nel 1894 la

Casa di Lombriasco e diede inizio alla nostra Opera con l'arrivo di

un piccolo manipolo di salesiani ed un modesto gruppo di ragazzi

polacchi il 1° agosto di quello stesso anno. Pensiamo a quanti ragaz-

zi hanno giocato nei nostri cortili e studiato sui banchi della nostra

scuola, a quanti figli di Don Bosco hanno percorso il nostri viali!

Quanti Natali già sono stati celebrati, annunciando sempre una gioia

ed una speranza che puntualmente si rinnovano di anno in anno!

Più guardo al vissuto della nostra Casa, più ringrazio il Signore per

il bene che ha saputo suscitare nei modi più svariati, per quella vita,

che è dono di Lui, e che viene puntualmente celebrata in un'armonia

di colori, di suoni e di sentimenti umani, che stupisce e riempie il

cuore di meraviglia.

Annunciare il Natale è certamente annunciare la nascita di Gesù, ma

è anche percepire il mistero di amore che coinvolge Dio stesso e l'uo-

mo in un'avventura inedita, che dilata gli orizzonti del cuore, che

introduce nei sentieri dell'Infinito.

E queste non sono solo belle parole, ma la nostalgia e l'esigenza di

un bene da compiere, una meta da raggiungere, un'esperienza da

sempre più intensamente vivere.

Quella dolcezza e bontà che affascina e commuove tutti nei giorni

del Natale, non è altro che il richiamo di una presenza, di un Dio

tanto amante dell'umanità da farsi uno di noi, perché noi possiamo

condividere quello che è Lui. Fare gesti di solidarietà in questo

tempo è lasciarsi condurre, anche inconsciamente, da quello spirito

che lui ha affidato a noi prima di lasciare la scena di questo mondo,

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è continuare quello che Lui ha insegnato e che per primo ha fatto.

Allora augurarci buon Natale, penso voglia dire rinnovare l'impe-

gno di vincere la nostra distrazione ed accorgerci quanto Dio è vici-

no a ciascuno di noi per un abbraccio d'amore che è destinato a non

finire mai. Scrive don Giussani: "La santità, la perfezione della vita, non

sta nel numero degli sbagli non fatti o fatti; la perfezione della vita sta nella

certezza che la forza di un Altro mi renderà capace di fare tutto quello che

devo fare per raggiungere il mio destino".

Con l'affetto di sempre.Il vostro direttore

Sac. Genesio Tarasco

Raduno Gex Natale 2008

Raduno Gex Pasqua 2009

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Gli Auguri del PresidenteVorrei raccontarvi una storia, miei cari amici exallievi. Per questoNatale ho un piccolo fatto da sottoporvi, che credo possa essereemblematico, e possa trasmettere un mio stato animo, una mia testi-monianza. Desidero condurvi in un momento molto preciso del miopassato, della mia infanzia, della ormai mia andata "giovinezza". Percondividere con voi un caro ricordo radicato in me, al mio essere,alla mia famiglia e a quel calore più autentico e vero che mi sembra,in certi momenti, non scaldi e non tiepidisca più. Sono figlio, e ne sono fiero, di allevatori e contadini, di quella vec-chia e aspra ruralità e di quel tempo dettato dal secco lavoro e scan-dito da mani che mungevano forsennate. Sono anche figlio di quel-lo spazio circoscritto da campi, ordinati dalla semina o svisceratidall'aratro, a seconda del mutare delle stagioni. Nella mia memoriascorrono anche ricordi legati al pascolo, all'alpeggio, ai raccolti, alleattese, agli odori, ai braccianti, ai riti e al susseguirsi delle giornate.Queste ultime non erano mai morte, la noia non era contemplata,non esisteva, non generava malesseri. Concepivamo l'esistenza inquesto modo: inconsapevoli, stanchi, pazienti, ingenui. Bastavapoco, bastava il tutto che c'era per esser appagati, sereni e uniti. Lamia numerosa famiglia viveva in una cascina lontana dal centro abi-tato e distante da altri cascinali. Ma anche una consuetudine, cosìregolare come la nostra, ogni tanto aveva un picco di disordine, unacadenza non ritmata. Sporadicamente un carico di novità inebriantigiungeva a noi, come una bonaccia, che soffia forte, nella piena calu-ra. Ero piccolo, possedevo poco, ma ogni tanto accadeva che all'im-provviso diventassi ricco, ricco di molto. A squilibrare l'ordineuguale dei giorni ci pensavano, di tanto in tanto, due poveri,Mariun e Muretu, due mendicanti che sopravvivevano ricevendol'elemosina di tanti benefattori. Mariun e Muretu, di loro vorrei nar-rarvi, erano rispettivamente una donna corpulenta, sfatta, trascura-ta, ma dai grandi occhi intensi, e un uomo barbuto, minuto e stem-piato, ma con delle labbra rosse e virgolute. Loro erano i pochi chevenivano a farci una visita, una visita che si tramutava in festa.Queste figure riuscivano, con il loro arrivo, a far interrompere aigrandi qualsiasi attività. "Sono qui ! Ci sono Mariun e Muretu!" -echeggiavano i vocioni strepitanti - e noi piccoli esultavamo. Tutticorrevano a loro incontro e, nel fulcro di un cerchio attorniante, i due

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erano osannati. Quale il motivo della rituale e sentita celebrazione?Perché una tale euforia? Il loro giungere rappresentava la nativitàpiù radiosa. Quest'uomo e questa donna, dall'aspetto così mal cura-to che a noi chiedevano la carità, portavano novità, suscitavano atte-sa. Per noi bambini erano il nostro contatto, il nostro tatto al mondoesterno. Essi, dopo aver ricevuto un piatto di minestra calda ed unpezzo di pane, alla sera tarda, nella stalla, dove per due e tre notta-te trovavano ospizio, accanto ad una massa di fieno che prendevasembianza di giaciglio, cominciavano lo spettacolo. Sgorgavanocome fiotti dalle loro bocche le vicende e le storie di genti, mandriee terre sconosciute. Due attori, due commedianti erano per tutti noi,anche se in realtà due poveracci…due tacciati. Due volti, due visiche non avevano nulla se non le loro parole. Quei volti però, mieicari amici exallievi, li riconoscevamo e li fissavamo con assolutadevozione. Ma in realtà, credo che a voler interagire con loro fossela nostra sensibilità, quella capacità di comprendere le situazioni e di

adoperarsi per loro. Quella attitudine verso la difficoltà ci spingevaverso loro.

Ed oggi vi confido che, molte volte, ho l'impressione di aver smarri-to quella capacità di pormi al bisognoso, di aver gettato nel nullaquella ampolla la cui miscela magica conteneva quella propensionee quella gioia dell’ “altro” quando essa si palesava innanzi a me.Forse non sono e non siamo più capaci di trafugare i tratti di voltimarcati o facce eloquenti. Pensiamo a cos'è che ci meraviglia, cos'èche crea sospiri e varchi nei nostri animi. Azzardo: macchine o stru-

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menti e non più le persone! I telefonini dialogano per noi, i satellita-ri ci conducono ad ogni dove e i personal computer amministranol'amicizia e l'amore. Tutto l'accumulo degli aggeggi, fa sì che ilnostro cuore magari palpiti, ma solo fino al prossimo acquisto. Avertutto ad ogni prezzo, tutto si può pagare, acquistare, cliccare, si deveavere per poi resettare, azzerare. Non è che, invece, abbiamo votatoalla sola innovazione tecnologica e all'accumulo dei suoi mezzi ognivalore dell'aiuto e della solidarietà? Far riaffiorare in me il ricordodi Mariun e Muretu, mi fa affermare che un volto può offrire unpatrimonio intero. Una faccia possiede pelle sfaccettata in pieghe egrinze, possiede iridi che incastonano i colori di occhi, possiede lobirosei che contornano, possiede fossette che accentuano guance, pos-siede denti aguzzi e sperlati che sorridono ma, soprattutto, possiedeuna bocca che parla, sospira, accenna, grida o giace nel silenzio.Mi piacerebbe inoltrare e perpetuare questa proposta: quella di pro-vare ad incontrare volti, intravedere sguardi, trapelare espressioniper allenare il nostro metro di sensibilità. Proviamo ad abbattere l'al-tare dei cospicui ed inutili beni materiali ed osserviamo colui chechiede, fermiamoci verso colui che implora aiuto. Se offriremo unamano avremo, al contempo, ricompensa nel volto di chi avremo sor-retto. Non si può transitare incuranti del bisognoso e scappare poivia alla sua vista. Se saremo maggiormente sensibili ai volti deidimenticati potremo reincontrare il volto di Gesù che in fondo chie-de a noi tutti Cristiani atti di bontà. Con l'aiuto sentito riusciremoad essere più vicini a Lui e, aggiungo, all' esempio di San GiovanniBosco che in fatto di amore per i più disperati è stato un grande"maestro".

La sensibilità nel mondo attuale va assolutamente riconsiderata.Diamo ad essa nuova significanza. Ma tentiamo di farlo in un modopoco complicato. Sostiamo nei luoghi in cui ci imbattiamo e diamoun'occhiata accurata, senza dubbio troveremo un "qualcuno" a cuidonare.Cerchiamo un volto tra i tanti con il quale confrontarci e facciamo inmodo che lui ci parli.Ma ancor più, al di là del cercarlo, proviamo noi stessi ad essere voltiin grado di comunicare e suscitare sensibilità.Questo è un grosso impegno che noi exallievi siamo chiamati a por-tare avanti nel nome di Don Bosco.

Buon Natale.Marziano Bertino

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Oltre i ConfiniGorgo P.A. Dott. Gianfranco dall'ArgentinaSandri P.A. Dr. Andrea e Valeria da DubaiGenre Geom. Gabriele da DubaiBarra Geom. Maurizio e prof. Alessia dalla Grecia Donalisio Geom. Gabriele e Famiglia da LourdesGonella P.A. Silvio e famiglia da BostonCarena Elvira e Liliana da CretaCortassa Teresina da Lourdes

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Auguri a Don Pedro per i 50 anni di vita salesiana

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Frassà P.A.Giuseppe: exallievodella prima ora raggiunto a casacon commozione

Peracchia P.A. Giacomoriceve il quadrodi Don Boscoin segno di fedeltà

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CorrispondenzaCaro Don Sandro,al raduno exallievi avevamo parlato del nostro caro Giorgio e mi avevichiesto qualche notizia per Col Tempo e Col Po. Ora ti giro qualche arti-colo che ha potuto saggiare il mio caro ragazzo… Ringrazio tutti di cuoree vorrei che l’amore per Giorgio potesse arrivare a persone meno fortuna-te di lui. Allargare e diffondere il suo messaggio non potrà che aiutare mee tutta la mia famiglia. Grazie a tutti gli allievi ed exallievi che mi sosterranno anche solo con ilpassaparola.

Enzo ValsaniaGeom. 1965

Caro Enzo, con tutto cuore ringraziamo te e la tua famiglia per la testimonianza di fedee di carità che state dando dalla morte del carissimo Giorgio (avvenuta perincidente stradale nella primavera 2006 a 18 anni). Riportiamo volentierialcuni stralci di un articolo tratto da un giornale locale.

Caselle.“Un uomo ha diritto di guardare un altro dall’alto in basso, soltanto quan-do deve aiutarlo ad alzarsi”. E’ la frase significativa scelta dai promotoriper essere impressa sui biglietti di invito all’apertura di una nuova sede ope-rativa dell’associazione “Maria Madre della Provvidenza” […] La sede saràintitolata a Giorgio Valsania, giovane morto qualche mese fa in un dram-matico incidente. Nello spirito di quanto già intrapreso da lui, la nuova sedesi propone di sostenere il suo intento di aiutare, amare e comprendere ilprossimo, certi che solo attraverso noi le persone possono continuare avivere. […] L’associazione Maria Madre della Provvidenza ha l’obiettivodi riunire persone disponibili a dedicare un po’ del loro tempo a chi è piùsfortunato e sofferente. […] Anche la sede di Caselle farà la sua parte in

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questa grande nobile opera di solidarietà, o meglio di amore verso il pros-simo. Questo amore che Giorgio, nei suoi 18 anni di vita, ha dato ai suoicari, agli amici e a quanti hanno avuto la gioia di conoscerlo. E poiché l’a-more non muore mai, la sua famiglia ha deciso di non disperderlo ma dicondividerlo e forse di donarlo a chi ne ha più che mai bisogno. In nome diGiorgio si sta costituendo il Centro “ Il volo” per recuperare ed assisterepersone in stato vegetativo e di minima coscienza, assistiti dai propri fami-liari e da un “caregiver” di riferimento. Giorgio dal cielo continua a fare miracoli di carità. Per informazioni rivol-gersi a Centro Giorgio Valsania, tel. 011-9963217.

Cavezzo (MO), 18 ottobre 2009

Carissimo Don Sandro,sono Ugo Lodi, di Modena, diplomato Perito Agrario nel 1959 e laureatoin Scienze Agrarie alla Cattolica di Piacenza, insegnante per 30 anniall’Istituto Agrario di Finale Emilia (MO).Sono sposato con Emilia, ho nove figli più uno, che ho sempre cercato di

educare nella ricerca della propria Vocazione come progetto di Dio. Infattii primi tre, tutti laureati, sono sposati; il quarto Lorenzo è stato ordinatoSacerdote il 27 settembre 2008 nella Congregazione di S. Luigi Orione edora è vice Parroco in una parrocchia in Selargius (CA). Gli ultimi cinquefigli sono studenti. Abbiamo adottato nel 1994 un ragazzo della CostaD’Avorio (Africa) che dopo dieci anni è stato ordinato Sacerdote; io eEmilia siamo stati presenti alla Cerimonia nel Suo villaggio di origine.Uniti a tutti Voi continuiamo a pregare nelle nostre famiglie perché i gio-vani possano scoprire la propria vocazione in senso lato.Con affetto, in Cristo

Ugo LodiP.A. 1959

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Grazie Ugo! Bombardati da notizie di cronaca nera, ci sentiamo ossigenatidalla tua lettera. C’è sempre più bisogno di sentire “fatti di Vangelo”.Bisogna raccontare con la vita che è bello, possibile, anche se impegnativo,vivere il Vangelo. Auguroni alla tua splendida famiglia ed in particolare aDon Lorenzo per il suo apostolato.

Gentilissimo don Sandro,Le lascio alcune righe che abbiamo scritto per ricordare Franco sul

vostro periodico “ Col tempo e col Po” del quale lui era affezionato letto-re. Grazie di cuore per le parole di conforto che ha avuto nei nostri con-fronti. II 2 aprile scorso è mancato Franco Cogno, nostro amatissimo papàe marito.Papà ha frequentato l’Istituto di Lombriasco negli anni della guerra eamava spesso parlare di quei tempi. I suoi ricordi si sono tradotti in imma-gini divenute care anche a noi: il volto dei suoi indimenticabili insegnantidon Pellerino e don Rossi, il grande studio, le partite di calcio, la cassettadi legno in cui conservava un po’di cioccolato e di pane, che troppo in fret-ta diventava durissimo e doveva ammorbidirlo sotto l’acqua della fonta-nella del cortile! Conserviamo ancora la sua Divina Commedia in forma-

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to tascabile, sulla quale ripassava durante gli spostamenti silenziosi da unaparte all’altra del collegio. Tempi duri senz’altro, ma papà li ricordavasorridendo come chi guarda il passato senza rammarico; anzi, dai suoiocchi traspariva in fondo un senso di dolce nostalgia. Gli anni diLombriasco sono stati decisivi per la sua formazione umana e cristiana.Quei valori e quegli insegnamenti sono rimasti stabili e forti in lui fino allafine. La sua malattia è stata lunga e dolorosa, ma papà ha saputo affron-tarla con coraggio, pazienza e fede. Ripeteva spesso le parole di Gesù:“Padre, non la mia ma la tua volontà!”, e ricordava la promessa fatta dadon Bosco ai suoi ragazzi: “Vi aspetto tutti in Paradiso!” Pochi giorniprima di morire si è espresso così: “So che è arrivato il momento dilasciarvi, ma sappiate che mi sento in pace con me stesso, con voi e con ilSignore”. Ricordando papà, il nostro pensiero va agli allievi di oggi e atutto il bene che potranno ricevere da don Bosco attraverso i suoiSalesiani.

I figli Paola e Robertoe la moglie Pina

Un grande papà e sposo, un vero exallievo di Don Bosco. Ha veramentevissuto con intensità gli anni della sua formazione come emerge dal rac-conto della vita di collegio, non facile per quei tempi. Si è abituato a vive-re nello stile del Vangelo i momenti belli e quelli in salita. Certamente lapromessa di Don Bosco per lui si è avverata e dal Paradiso preghi per la suafamiglia, che tanto ha amato e da cui ha ricevuto tanto amore, e per questasua seconda famiglia di Lombriasco, perché crescano anche oggi exallievidi questa grande statura umana e cristiana. Grazie a voi cari parenti per que-sta bella testimonianza.

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Alt! Don Bosco ha qualcosada dire proprio a te.

Raccomandazioni di Don Bosco ai suoi exallievi il 24 giugno 1879

IL SOGNO DI UN PADREOrfani, emigrati dalle valli piemontesi, senza lavoro e senza istruzione,

girovaghi per la Torino dell’800: ecco i “figli di Don Bosco” ai quali ilnostro Santo darà loro un pezzo di pane, una casa, un mestiere, tanto amorepaterno e il contagio di una fede granitica nella Provvidenza e nellaMadonna.Lasciato l’Oratorio o la Scuola di Valdocco i suoi ragazzi conserveranno persempre riconoscenza infinita al loro padre. Don Bosco, sempre preoccupatoperché non sbandino nella vita, regala loro una serie di ricordi che sgorganodal profondo del suo cuore. Sogna un futuro alla grande per i suoi exallie-vi: la sua più bella ricchezza. Riprendiamo brevemente alcune raccomanda-zioni con il cuore aperto al confronto con la nostra vita. Le parole di unpadre si leggono con gli occhi del cuore: lentamente, con commozione.

! Vi raccomando, miei cari figlioli, dovunque siate e inqualsiasi situazione vi troviate, ricordatevi che siete figli diDon Bosco e concretizza questa realtà con indicazioni moltopuntuali:

! Rimanete uniti fra voi, aiutatevi, sostenetevi, con l’esempio el’amiciziaFate onore, con la vostra condotta, alla casa che vi hacresciuti con lo stesso affetto di Don Bosco

“Lei ha studiato a Lombriasco? .. Anch’io ..allora diamoci del tu” e via a ricordare voltinoti, avventure di collegio, amici in comu-ne…Quante volte ho sentito raccontare questofatto. Alla notizia della stessa “culla” ci si sentesubito amici, ci si aiuta, crolla il protocollo esubentra l’amicizia nel nome di Don Bosco. E’vero che ci sono eccezioni, ma non oscuranominimamente questo bellissimo aspetto dellanostra Unione.Al di là dell’amicizia e della pacca sulla spalla,don Bosco ci chiede il buon esempio reciproco.Alla sua scuola abbiamo appreso un’etica pro-fessionale, familiare, sociale, impostata sul

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Vangelo, non dobbiamo tradirlo!!Lombriasco ha un nome, una fama, grazie a tanti bravi exallievi. Intutti i raduni si respira un clima di vera amicizia e di riconoscenza perl’educazione ricevuta: ancora oggi la preoccupazione degli insegnantisalesiani e laici è quella di trasmettere l’affetto di Don Bosco per ogniragazzo, applicando il sistema preventivo basato su ragione, religionee amorevolezza.

! Incoraggiate i ragazzi poveri e abbandonati, i miei prediletti

Don Bosco ci invita ad esserela sua lunga mano, i suoi con-tinuatori nell’accoglienza deipoveri e abbandonati, specie seragazzi. Noi, i fortunati, nonpossiamo vivere felici da soli.Don Bosco ci chiede una men-talità ed un cuore aperto allasituazione attuale. Sia lui aliberarci da un razzismo stri-sciante, dalla paura del diversoda noi, di chi fugge per nonmorire di fame. Condividere,accogliere, interessarsi perdare un lavoro, fare adozioni adistanza e tante e tante altreiniziative, concretizzano ilsogno di Don Bosco. Che cosa farebbe Don Bosco per i nuovi poveri?Io sono capace di condividere il superfluo e forse anche qualche cosain più? Alla fine della vita avremo quello che abbiamo donato.

! Rimanete fedeli alla nostra santa Religione, al PapaNon lasciatevi condizionare dal rispetto umano, che è solo unmostro di cartapesta

Viviamo in un tempo che qualcuno definisce postcristiano. I mezzi dicomunicazione sociale sovente sono contro la religione e il Papa, pro-prio, e forse in forma più capillare ancora, come ai tempi di DonBosco. Occorre approfondire la nostra fede, non essere succubi di noti-zie faziose, leggere i documenti del Papa e non accontentarci di com-menti ridicoli e distorti. La Chiesa è la nostra famiglia e di lei dobbia-mo interessarci e far crescere la nostra fede; lasciarci guidare dalleistruzioni illuminate dei grandi Papi che si sono succeduti in questitempi. Il Vangelo è sempre lo stesso e nessun relativismo (faccio

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…secondo me, come mi fa comodo..com’è la moda) mi deve far tradi-re la mia religione.E il rispetto umano, che diavolo è? Tradotto in termini moderni signi-fica paura, vergogna di dirsi e di comportarsi da cristiano. Don Boscoera prete all’altare, tra i suoi ragazzi, davanti ai ministri mangiapreti edavanti al re.E noi? Il mondo ha bisogno di testimoni credibili, di cristiani convinti,senza paura. A volte sembra che ci sia un clima in cui tutti possono direla propria opinione…eccetto i cattolici...Dobbiamo ribellarci, ciò in cuinoi crediamo è per l’uomo e non contro l’uomo. Su alcuni argomentinon possiamo tacere.

! Affidatevi ogni giorno alla nostra cara Mamma Ausiliatriceche sempre, come allora, è la Signora di ogni nostra Casa, dovepasseggia, accoglie e protegge tutti i miei figlioli

Al termine della vita Don Bosco dirà “Ha fatto tutto la Madonna”C’era un feeling speciale con lei, un amore appreso sulle ginocchia diMamma Margherita. E non erano storie: Don Bosco più volte avevavisto la Madonna passeggiare nelle sue case e in quelle delle Figlie diMaria Ausiliatrice. Quante Ave Maria abbiamo recitato a Lombriasco!Cara Madre Vergine Maria fa che io salvi l’anima mia…Maria aiutodei cristiani…prega per noi. Per i più anziani il ricordo dell’altarino incamerata nel mese di maggio e per tutti i convittori il rosario alla seracamminando per i viali…E ora da professionisti, padri di famiglia ogiovani carichi di progetti, ci rivolgiamo tutti i giorni alla Madonna?Chiediamo luce, forza consolazione per noi e per i nostri cari? Siamo

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capaci di dirle che ringrazi per noi il Signore Gesù? Andando in mac-china, sul lavoro recitiamo qualche Ave Maria? Qualche giaculatoriacarica di affetto e di affidamento? Senza una mamma la vita è squalli-da, ancora di più se abbandoniamo la mamma del Cielo.

! Fuggite il peccato, il nemico più grande della nostra vita, e, sevi accada la disgrazia di cadervi, rialzatevi tosto, con il SantoSacramento della Confessione

Oh che frase! Ma non è fuori moda? Nooo, è attualissima!Don Bosco si è letteralmente consumato per evitare il peccato. Dicevache piuttosto che sentire una bestemmia tra i suoi ragazzi era dispostoa strisciare la lingua da Valdocco a Superga. Le inventava tutte per farvivere i suoi giovani in “Grazia di Dio”. Li tirava via dalla strada, siscatenava con loro nel gioco, temeva i ragazzi tristi e musoni: avevanoqualcosa di ingarbugliato dentro il cuore. Quante volte ha invitato isuoi ragazzi alla Confessione. Confessava giorno e notte, fino adaddormentarsi sul braccio di uno di loro che era andato a trovarlo atarda sera per la confessione. Sapeva che il peccato faceva perdere lagioia ai suoi giovani ed aveva scatenato una vera e propria guerra conil demonio che sotto diverse sembianze si era presentato all’oratorioper rubargli i ragazzi.Per Don Bosco peccato uguale nemico, disgrazia, la cosa peggiore cheti possa capitare, peggio del cancro!!Oggi respiriamo un’aria in cui pare che il peccato non esista più. Che

falsità! Siamo deboli, fragili, peccatori, bisognosi della misericordiadi Dio, inutile nascondersi come gli struzzi.Si tenta di ridurre i comandamenti ai minimi termini, la confessione èin crisi, anche tra gli exallievi. Forse non riusciamo più a capire che ilpeccato è il rifiuto dell’amore di Dio che ci vuole grandi e felici e chela confessione è un profondo gesto di liberazione, di riaccettazione diessere amati da Dio, un momento di festa “Rialzatevi tosto”, cioè nonstate nemmeno un momento in peccato mortale! Quante volte aLombriasco ci hanno parlato della confessione, quante volte ci siamoconfessati! E’ bello vedere, specialmente nei raduni dei più anziani, larichiesta di un confessore. Quante volte giovani ex passano a trovarci e poi…hai un momento perconfessarmi…Quanta gioia ci regalano. Prendiamo sul serio questoinvito accorato di Don Bosco e domandiamoci: “Quando mi sono con-fessato l’ultima volta? Ho una coscienza retta o superasfaltata per cuinon so più distinguere il male dal bene? Sono caduto anch’io nel famo-so relativismo, dove ognuno è arbitro di sé stesso e si fa le sue regoledi vita?” Senza consultare il “libretto d’istruzioni per l’uso” si grippa-no anche le auto fuoriserie. Senza seguire le 10 Parole d’amore, che

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sono i comandamenti, grippiamo la nostra vita. E’ un guaio, ci sbattia-mo a vuoto e per niente. Questo Natale potrebbe essere l’occasionebuona per ritornare al sacramento della Riconciliazione!

• Ma una cosa più di tutto vi raccomando: Comportatevisempre da buoni cristiani e uomini probi

È la sintesi di tutto. Uomini completi: cittadini onesti e cristiani con-vinti. Secondo alcuni studiosi di Don Bosco sembra che la frase aves-se ancora un codicillo… “e futuri abitanti del Cielo”. Un altro chiodo fisso di Don Bosco che emergerà nelle ultime paroleprima di morire: “Dite ai miei ragazzi che li aspetto tutti in Paradiso”.Non manchiamo all’appuntamento! Il nostro Santo ci ha regalato ilnavigatore satellitare per raggiungere la meta.

Con il cuore commosso per il tanto amore di Don Bosco per i suoi ex,che trasuda dalle parole che abbiamo commentato, vi auguro di cuoreun Santo Natale e un Felice Anno Nuovo.

Don Sandro

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Fiori d’ArancioAllasia P.A. Giovanni e Elisa

Barbero Geom. Giorgio e StefaniaBenevello Dott.ssa Chiara e Enrico

Bertolotto P.A. Silvia e ValterCamusso P.A. Ing. Marco e AdeleFassino Geom. Daniele e Elisa

Magliocco Geom. Maurizio e RominaMana P.A. Raffaele e EricaMartini P.A. Loris e Angela

Piccolo P.A. Marco e GiorgiaPriotti P.A. Emanuela e Mauro

Rampon Geom.Ilaria e DanieleSandri P.A. Dott. Andrea e Valeria

Sola P.A. Dario e SaraValfrè Geom. Thomas e Silvia

Volta P.A. Roberto e Geom. Arch. Stefania Sabena

"Ti lodino, Signore, nella gioiati cerchino nella sofferenza; godano del tuo sostegnonella fatica e del tuo confortonella necessità;

ti preghino nella santa assemblea,siano tuoi testimoni nel mondo"

(Dal rito del matrimonio) Sabena Geom. Arch. Stefania e Volta P.A. Roberto

Bertolotto P.A. Silvia e Walter

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30° ITA

30° ITG

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1 4 M A R Z O 2 0 0 8Convegno sulla figura del geometra

La dinamica sociale, l’evoluzione del pensiero, i rapidi mutamenti nelmondo del lavoro esercitano, ovviamente, una grande influenza sulla realtàscolastica. Risulta pertanto indispensabile il puntuale e continuo aggiorna-mento, in modo da formare tecnici che siano preparati ad affrontare ilmondo del lavoro.In tale ottica, per conoscere e discutere il pensiero dei vari enti interessati,

si è tenuto presso il nostro teatroun convegno a cui hanno presoparte le personalità del mondopolitico locale: GiovannaPentenero (Assessore Regionaleall’Istruzione), Dott. DavideGariglio (Presidente del ConsiglioRegionale) e del mondoprofessionale: Geom. Ilario Tesio(Presidente del Collegio deiGeometri di Torino), Geom. Piero Rinaudo (Presidente Collegio deiGeometri di Cuneo) e il Geom Fausto Savoldi (Presidente nazionale delCollegio dei Geometri).

Il Preside Don Carlo Bianchi ha illustrato le preoccupazioni per il futurodella professione. Lamanifestazione, cheha riscosso ampioconsenso e successo,si è svolta alla presen-za di numerosissimiexallievi e di attentis-simi allievi.

Ing. Ivano Testone

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ARRIVI E PARTENZEDopo alcuni anni senza cambiamenti, il trenino “arrivi e partenze” siè rimesso in moto.Salutiamo con riconoscenza Don Marco Arborino che, dopo ottoanni di intenso lavoro come consigliere del Biennio ed insegnanteaggiornatissimo del Liceo e dei Geometri, lascia la nostra Casa perquella di Cumiana. Auguri di un lavoro ricco di soddisfazioni!

***Josè Trigona era arrivato nella nostra Opera ricco di una vastaesperienza missionaria. Dopo alcuni anni passati come insegnantedi Religione ed assistente, è stato incaricato dell’economato dellacasa di Oulx. È una bella realtà con due parrocchie, oratorio e cen-tro di ospitalità invernale ed estivo. Chi passa per la Val Susa saràben accolto!Caro Josè grazie per tutto il lavoro che hai fatto.

***L’ispettore ha però fornito la squadra dei Salesiani di Lombriasco didue fuoriclasse. Don Danilo Allasia professore di Scienze naturali, proveniente dal-l’opera di Cumiana, dove ha ricoperto la carica di preside, ha assun-to l’animazione del Biennio. La vasta esperienza scolastica e pasto-rale, l’entusiasmo e la giovane età sono una benedizione per lanostra scuola. Auguri!

***Quest’anno abbiamo l’onoredi avere di nuovo tra noi unchierico assistente: MarioViano, il Salesiano più gio-vane di tutta l’Ispettoria delPiemonte. Ci voleva unaventata di giovinezza inmezzo ai ragazzi che, subito,hanno apprezzato la sua cor-dialità, la convinzione pro-fonda per la sua vocazione el’entusiasmo per il lavoro.Auguri caro Mario! I ragazzidi Lombriasco ti voglionobene anche se qualchemonello c’è sempre per met-tere alla prova la vocazioneSalesiana.

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Noi due faremotutto a metà

100 anni dalla morte di Don Michele Rua, “l’altro” Don Bosco,

il fondatore della casa di Lombriasco

Michele Rua nacque a Torino il 9 giugno 1837. Perse il padre all’età di ottoanni.Studio dai fratelli delle Scuole Cristiane fino alla terza elementare.Avrebbe dovuto iniziare a lavorare nella Regia Fabbrica d’Armi di Torino,dove il padre era operaio, ma Don Bosco, che la domenica confessava nellasua scuola, gli propose di continuare gli studi da lui, assicurandogli che allespese ci avrebbe pensato la Provvidenza.Un giorno Don Bosco distribuiva ai suoi ragazzi delle medagliette. Micheleera l’ultimo della fila e arrivò tardi, e si sentì dire: “Prendi Michelino!”.Don Bosco però non gli stava dando niente, ma fece come per tagliarsi lamano sinistra a metà e soggiunse: “Noi due faremo tutto a metà”, e cosìrealmente fu. Collaboratore della Compagnia dell’Immacolata conDomenico Savio, fu un allievo modello, apostolo tra i compagni.

Don Bosco gli disse: “Ho bisogno diaiuto. Ti farò indossare la veste deichierici, sei d’accordo?”“D’accordo!”, rispose. Il 25 marzo1855, festa dell’Annunciazione, nellacameretta di Don Bosco fece, nellemani del fondatore, i voti di povertà,castità, obbedienza. Era il primo sale-siano.Inizia a lavorare sodo: insegna mate-matica e religione; assiste in refettorio,nel cortile, nella cappella; a tarda seracopia in bella scrittura le lettere e lepubblicazioni di Don Bosco, e infinestudia per diventare sacerdote. Avevasolo diciassette anni! Gli venne affida-ta anche la direzione dell’oratorio festi-vo San Luigi, nell’attuale Corso

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Vittorio. Nel novembre del 1856 muore mamma Margherita. Michele andòa trovare sua madre: “Mamma, vuoi venirci tu?”. La signora GiovannaMaria venne, e anche in questo la famiglia Rua fece a metà con la famigliaBosco. Rimase a Valdocco venti anni.Nel 1858 accompagna Don Bosco da Papa Pio IX per l’approvazione delleregole della Congregazione Salesiana, e al ritorno gli venne affidata la dire-zione del primo oratorio a Valdocco. Il 28 luglio 1860 fu ordinato sacerdo-te. Don Bosco gli scrive un biglietto: “ Tu vedrai meglio di me l’Opera sale-siana valicare i confini dell’Italia e stabilirsi nel mondo”. Don Rua apre laprima casa salesiana fuori da Torino a Mirabello.Pochi anni dopo torna a Valdocco e sostituisce e assiste Don Bosco in tutto.Nel novembre del 1884 papa Leone XIII nomina don Rua vicario e succes-sore di Don Bosco, che morirà nelle sue braccia quattro anni dopo. DonRua, già considerato la regola vivente, diventa paterno e amorevole comeDon Bosco. Affronta e supera numerose difficoltà nel governo dellaCongregazione. Consolida le missioni e lo spirito salesiano. Muore il 6Aprile 1910, a 73 anni.Con lui la Società era passata da 773 a 4000 salesiani, da 57 a 345 Case, da6 a 34 a Ispettorie in 33 paesi. Paolo VI lo beatificò nel 1972, dicendo: “Hafatto della sorgente un fiume”.

Ai primi di agosto del 1894 don Rua scende dal tranvai della stazione diLombriasco per inaugurare ufficialmente una nuova opera. Era una piccolarealtà, quasi un seme - c’era solo il castello - che darà origine ad una gran-de pianta. La benedizione del Beato accompagni la nostra opera di oggi edogni exallievo che in questa casa ha imparato ad amare Dio con il cuore diDon Bosco, grazie all’opera instancabile di tanti salesiani.

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P I A Z Z ADON PROSDOCIMO PELLERINO

Domenica 18 ottobre una nutrita rappresentanza di cittadini casalgrassesi,accompagnata dall’amministrazione comunale e da autorità, ha onorato almeglio la cerimonia di inaugurazione e di benedizione della piazza dedica-ta ad un figura che rientrerà nel novero dei personaggi storici del paese: donProsdocimo Pellerino. Salesiano lombriaschese originario di Villa SanSecondo (provincia di Asti) e cittadino onorario casalgrassese nel 2001,scomparso il 9 aprile 2008 all’età di 93 anni. Esempio di autentica fratel-lanza e modello cristiano. Dal 1947 sarà insegnante di matematica e fisicanell’Istituto Agrario dei Salesiani di Lombriasco. In concomitanza con gliimpegni scolastici a Lombriasco dai Salesiani, don Pellerino presterà poiservizio presso la parrocchia casalgrassese di San Giovanni Battista e lavicina frazione di Carpenetta, prodigandosi per oltre 50 anni. Queste leparole in onore del salesiano da parte del sindaco Michele Pipino, duranteil discorso pronunciato la scorsa domenica mattina: “Sono contento che lascelta di intitolare questa piazza a don Pellerino sia condivisa dalla comu-nità di Casalgrasso. Ad oltre un anno dalla tua morte rimane in noi tutti ungrande vuoto. Non possiamo certo dimenticare il grande affetto ed amoreche hai dimostrato verso tutta la popolazione.L’intestazione di questa piazza al tuo nome sia per le future generazioni unatestimonianza della tua bontà; della tua semplicità e della grande amiciziache hai profuso per anni verso noi tutti casalgrassesi”. La piazza di 2300metri quadrati, adibita principalmente al parcheggio delle automobili, haricevuto la benedizione da parte del parroco don Gabriele Camisassa, cheha inoltre definito don Pellerino con due sole parole: “Un amico”. Presentiovviamente alla cerimonia anche i parenti di don Pellerino, visibilmentecommossi, riconoscenti a Casalgrasso; don Genesio Tarasco, direttoredell’Istituto salesiano di Lombriasco ed il consigliere regionale PierFrancesco Toselli.

Cristiano Sabre dal settimanale “Il Saviglianese”

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Una figura indimenticabileEra normale per me arrivare ogni mattina a Lombriasco e trovare incortile Don Pellerino che passeggiava, così com’era scontato ritrovarlo almomento di tornare a casa.Era bello scambiare con lui anche solo un saluto, era una figura rassicuran-te da ragazzina quando frequentavo la scuola media e lo era ancora ora chesono insegnante.Don Pellerino è stata una delle colonne portanti della nostra scuola, unpezzo della storia di Lombriasco.Era sempre in cortile, circondato da ragazzi e ragazze e talvolta mi sonochiesta come facesse a catturare così la loro attenzione, che cosa avesse dacondividere un salesiano di 93 anni con degli adolescenti. La risposta è unasola: Don Pellerino era un salesiano DOC, di quelli che hanno messo in pra-tica gli insegnamenti di Don Bosco, che hanno sempre una parola per tutti,che sanno ascoltare i ragazzi, dote assai rara ai giorni nostri. Voglio ricor-darlo allegro e sereno alla tradizionale cena della bagna caoda con la VITAa novembre. Proprio in quella occasione io e alcuni colleghi avevamo nota-to quanto avesse gradito quella serata e gli ottimi cibi che le solerti mammeavevano preparato. L’essere presente sempre era un’altra sua caratteristica,in ogni circostanza, gioiosa o triste che fosse. Non dimenticherò mai quan-do, con gli insegnanti che collaborano con il giornalino della scuola, gliavevo chiesto di scrivere il sunto della prima pagina. Mi aveva risposto conun’umiltà disarmante: “Sono lusingato, ma mi raccomando se trovaqualche errore, me lo corregga!”.Arrivederci Don Pellerino.

Alessia Racca

3° Ita 1986: Don Pellerino e la sua ultima classe di insegnamento

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15° ITG - ITA

20° ITA

Con i figli sui sudati banchi di scuola...

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20° ITG

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Ex alliEvi nEl mondoAvventure di uno studente

dell’Università del Gusto di Pollenzo

Esperienze gastronomiche e…altro

Ore 7,35, accendo l’Apple, apro la posta ed ecco la mail tanto atte-sa quanto possibile causa di sconforto: destinazione stage universi-tari/lavorativi europei ed extraeuropei per l’anno 2009.Sangalli Edoardo: destinazione europea Portogallo e da tale nomemi scaturisce una lieve ma intensa allegria.... destinazione extraeu-ropea Marocco: ma cosa ci vado a fare in Marocco? (pensieroimmediato!) - io avrei voluto andare a Cuba o almeno in India!La notizia si diffonde immediatamente come sempre in questi casi,e la frase più comune che mi son sentito dire è stata: “che bello, tene vai in Marocco!” (certo noi dell’Unisg siamo sempre in giro agodercela – pensiero di chi parla sempre troppo, senza sapere mainulla). In realtà non si rendono conto che vado sì in Marocco, ma per“lavoro”, per scoprire, stabilire valorizzazioni, organizzare e gestirecollaborazioni intercontinentali nell’ambito agro-gastronomico, per-ciò tutte le possibili attrazioni o località turistiche non saranno metadel mio viaggio. Non mi lamento perché questa è “una mia scelta” di vita, perciò miorganizzo i contatti e le persone che troverò come collaboratori etraduttori, perché col francese riesco ancora a cavarmela ma colberbero o con l’arabo proprio nulla, e poi via….finalmente si parte!12 giorni - 11 notti - 276 ore complessiveSeduto in aereo sul volo che da Marrakech mi riporterà a Milano hoil cervello letteralmente “imballato” di idee adrenaliniche: persone

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conosciute, possibili legami produttivi da creare, le migliaia di espe-rienze vissute che non dimenticherò mai, tutte le persone care cherivedrò nei prossimi giorni, ma soprattutto una parola mi rimbalzacontinuamente in testa: Marocco.Marocco: stato dell’Africa Settentrionale, capitale Rabat, si affacciasia sul Mar Mediterraneo sia sull’Oceano Atlantico, ha come mone-ta il Dirham, è una monarchia costituzionale, ecc; potrei continuarea dare informazioni, ma cos’è realmente quel lembo di Nord Africache prende il nome di Marocco?Il Marocco è una terra che non finisce mai di stupire, si passa dalnulla più totale dell’arido deserto ad un brulicante e rifiorente viverelungo le coste costantemente colpite da venti incredibili che traspor-tano con sé acqua, sale e sabbia.Devo trasferirmi nei pressi di Tiout: si analizza il processo produtti-vo, d’estrazione e l’intera filiera dell’olio di Argan per l’uso sia ali-mentare che, più importante, far-maceutico.Comprendo finalmente questamillenaria tradizione-produzionetipicamente femminile. È propriol’aggettivo femminile che ha fattosoffermare la mia attenzione: macom’è possibile che in una civil-tà in cui la donna vale meno dinulla, ella abbia sempre svolto unruolo di primaria importanza?Ebbene sì, e non cercate di spie-garvelo perché troverete il nulla,lo stesso che caratterizza laterra, le tribù, la vita e tutta l’inte-ra produzione. È proprio da que-sto che si ottiene un prodottocosì importante e ricercato dal-l’occidente, che sta suscitando sempre un maggior interesse per lecure in beauty farm.Sempre più sconcertato, ma allo stesso tempo affascinato, mi tra-sferisco a Taliouine, un piccolo paese di campagna specializzatonella coltivazione di zafferano; due parole con il presidente dellacooperativa e sono immediatamente colpito. 500 ettari di un’ unicacoltivazione, e non una sola distesa ma tantissime piccole parcelleche in fioritura creano un’alternanza tra il rosso dello zafferano e ilverde della menta.Resto basito da tale splendore.Incontro Choumicha Acharki, esperta in cucine regionali, e rimangostupito più di quanto pensavo inizialmente!

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Immaginatevi cosa può suscitare un team di esperti (provenientidall’Australia, America, Inghilterra, Germania e Italia) in storia, tradi-zioni e gastronomie locali che collaborano insieme nell’ottenimentodi programmi tv del settore alimentare o giornalistico. Informazioni ditutti i generi che, unite e concatenate nel migliore dei modi, illustra-no la storia di una civiltà come nessuno è mai riuscito ad enunciare. Tengo a sottolineare che la gastronomia e l’alimentazione in sésono una forma di tradizione scritta e parlata che caratterizza econtraddistingue ogni essere umano, ogni popolazione e civiltà.Queste tre principali produzioni/esperienze, contornate da altre brevivisite didattiche gastronomiche, quali per esempio, la nuova legisla-zione sulla pesca nell’oceano o l’allevamento della razza ovina“Sardi” tipica marocchina, hanno pertanto formato il mio “triangologastronomico” del Marocco.Un triangolo di produzioni gastronomiche “di nicchia” che racchiudo-no tradizioni millenarie, culture personali o comunitarie e soprattutto

l’essenza (quellache gli inglesidefiniscono “yourlife”) della perso-nalità marocchi-na e berbera,cara t te r i zza tadall’essere rudeall’esterno pernecessità, macon cuore ed infi-nite potenzialità.Vivendo in fami-glia ho il modo di

approfondire le mie conoscenze sulla coltura marocchina, dal loromodo di pensare a cosa mangiano quotidianamente, dal ruolo delladonna schiavizzata alla gerarchia ordinaria che caratterizza sia ilpiccolo nucleo familiare sia l’intera monarchia.La popolazione marocchina mi ha dato veramente tanto, tutto quel-lo che la vita sfarzosa, caotica e stressante occidentale non mi hasaputo minimamente accennare in 22 anni d’età.Per racchiudere una simile concessione non trovo altro binomiomigliore: “Là se non hai i soldi, sei comunque Qualcuno; qua se nonhai i soldi non puoi essere che Nessuno”. Penso che non abbia biso-gno di ulteriori commenti o spiegazioni: chi la comprende ha giàcapito e sarà coerente con me, e per gli altri che dire? Non vi preoc-cupate...nessuno è perfetto!

Sangalli EdoardoP.A. 2006

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I nostri mortiBellocchio Arch. Prof. MicheleBellone P.A. GiuseppeBianco Geom. GiuseppeCogno P.A. Dott. FrancoCordero Geom. GuidoCucco P.A. PieroDagasso Geom. DomenicoGamberini FrancescoGamberini P.A. FrancoGullino Dott. Prof. DomenicoLattuada Gian LuigiMillone Geom. Pier GiorgioPelissetti Geom. Arch. Benvenuto RobertoPoesio GiuseppeRandazzo P.A. MarioRosso Geom. AldoSacco P.A. Prof. TommasoTesi Geom. MauroTontine Geom. LuigiValle Gian PieroValsesia P.A. Edoardo

DON MATTEO MANASSEROUn personaggio storico per Lombriasco dove ha lavo-rato per 42 anni con uno stile silenzioso ma ricco dioperosità.Così lo ha ricordato il direttore don Genesio Tarascodurante il funerale:“Nel 1968 per la seconda volta Don MatteoManassero approda a Lombriasco, che diviene defi-nitivamente la sua Casa. Qui svolge diversi ruoli: dal-l’assistente, al consigliere, dal catechista all’insegnan-te di disegno ed educazione artistica all’insegnante direligione, mansioni che ha svolto sempre con moltapuntualità e precisione con senso di responsabilità. Tutti i suoi ex alunni loricordano sì come persona riservata e schiva di complimenti, ma soprattut-to con molta stima ed affetto, con riconoscenza ed ammirazione: diversi diloro si sono avvicendati al suo capezzale appena hanno saputo della notiziadel suo ricovero in ospedale. Il tempo vissuto con i ragazzi lo ha maturatocome salesiano veramente dedito all’educazione dei più piccoli, all’amoreed alla ricerca del bello, perché proprio attraverso questa strada si incon-

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trassero con la Bellezza Infinita.Terminato il suo servizio nel mondo della scuola si rende ancora utile perla casa con alcuni incarichi chiave, che lo hanno reso prezioso e che fannosentire ancora di più il vuoto che ha lasciato.Come è sempre stato puntuale e preciso nelle sue pratiche di pietà così èstato solerte nel suo incarico di bibliotecario, catalogando e riordinandotutti i volumi della biblioteca che ammontano a diverse migliaia, riportan-do tutte le schede bibliografiche su supporto informatico e così dobbiamodire per la Cronaca della Casa e la tenuta dell’Archivio.Raramente è mancato al suo servizio giornaliero di portineria nelle primeore del pomeriggio, sollevando altri confratelli per un doveroso stacco nelpesante lavoro quotidiano.

Una particolare attenzione ha riservato al servizio pastorale e delle confes-sioni: la domenica finché ha potuto ha celebrato la messa domenicale nellacasa di riposo Anni Azzurri di Carmagnola, portando sollievo a tanti fratel-li diversamente abili e nella chiesa frazionale di La Motta, suscitando lastima e la simpatia della gente. Durante i giorni feriali il suo appuntamentoera al pensionato Regina Elena, dove prestano servizio anche le suoreMissionarie di Maria Ausiliatrice. Per esse ha sempre riservato una partico-lare ed affettuosa attenzione, preoccupandosi che non mancasse mai loro ilconforto della celebrazione dell’Eucaristia”.

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SIG. GIUSEPPE MELLANONel 2005, a novant’anni era approdato aLombriasco proveniente dalla Casa di spiri-tualità di Casellette per trascorrere in sereni-tà gli anni della vecchiaia.Di lavoro ne aveva fatto tanto durante i set-tant’anni di vita Salesiana, a servizio dei gio-vani. Si fece subito voler bene con la suaarguzia e simpatia. L’ 8 agosto, dopo brevemalattia, è mancato nella Casa di cura DonAndrea Beltrami di Torino.Grazie Sig. Giuseppe per la testimonianza diuna vita semplice, serena e generosa.

ARCH. MICHELE BELLOCCHIO (MIKE)Insegnante di Costruzioni negli anni ’60-’70. Personalità distinta – celebrela sua farfallina – e molto preparata; trasmise agli studenti il gusto dell’ar-te e del bello. Sempre presente ai raduni dei suoi exallievi, che lo attornia-vano con simpatia e riconoscenza.Diversi edifici della Scuola lo ricordano: la sala giochi del Biennio, laChiesa ristrutturata, il “palazzo delle suore”, ora della Scuola Media e tantealtre realizzazioni progettate con gusto e sovente condivise con l’indimen-ticabile Don Saulo Capellari.Lo ricordiamo con affetto, porgendo le condoglianze alla sua famiglia.

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CondoglianzeA Arlian Sig. Brizio per la morte della sorellaA Baravalle Daniele e Davide per la morte della mammaA Bertolotto P.A. Claudio per la morte della mammaA Bianco Geom. Gianpiero per la morte del papà Geom.GiuseppeA Cucco P.A. Dott. Enrico per la morte del fratello P.A. PieroA Del Bo P.A. Dott. Sergio per la morte del papàA Dominici P.A. Dott. Giorgio per la morte della mammaA Don Albino Demartini per la morte del fratelloA Don Genesio Tarasco e don Fausto per la morte del fratelloA Don Marco Casanova per la morte del papàA Donna Geom. Roberto e Giulia per la morte del papà e nonnoA Duffaut Matteo e Valentina per la morte del papàA Ficetti Geom. Romano per la morte della mamma e del papàA Gili P.A. Giuseppe per la morte della mammaA Lovera Geom. Franco e Geom. Enrico per la morte del papà e mamma

e nonno/aA Millone Geom. Mauro e Geom. Pier Sergio per la morte del papàGeom. Pier GiorgioA Mondino P.A. Dario per la morte del papàA Pairona Geom. Pier Aldo per la morte della mammaA Peiretti P.A. Bartolomeo e Geom. Edoardo e Simone per la morte

della mamma e nonnaA Rosso P.A. Giuseppe per la morte del papàA Rovetto P.A. Christian per la morte della mammaA Sacchetto P.A. Giuliano per la morte della mammaA Sola Dott. Enrico per la morte della mammaA Turletti Angelo e Gianpiero per la morte del papàA Turletti Ilario, Piermauro e Walter per la morte del papà e nonno

“Non piangete, se mi amate! Se conosceste il dono di Dio che è nei cieli! Se poteste ascoltare il cantico degli Angeli

e vedermi in mezzo a loro! Se poteste vedere con i vostri occhi gli orizzonti,

i campi senza fine e i nuovi sentieri che attraverso! Se poteste per un istante contemplare, come me,

la bellezza di fronte alla quale tutte le altre bellezze scomparirebbero!...Asciugate le vostre lacrime e non piangete, se mi amate!”

(Sant’Agostino)

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45° di diploma:Ritorno a Lombriasco

Prologo: per Porello e alcuni di noi, l’incontro del 45° di diploma èincominciato il giorno prima, quando siamo andati a pregare sullatomba di Sacchetto Gaspare per assicurargli il ricordo da tutti noi aLombriasco.

***E così siamo tornati in Collegio. Mi ha stupito il piccolo gregge degliagrari perché Testa e Astorri avevano contattato quasi tutti.E sì che mi diceva Filippucci : “Più si va avanti e più si capisce l’im-portanza prioritaria di quest’incontro per il significato, il valore, il pia-cere che comporta”.

Ho osservato l’arrivo delle auto dal Castello. Auto grosse, auto belle,auto di Professionisti, e dopo i saluti un grand’aprire di bagagliai peril travaso di tante leccornie alimentari.“Se vuoi che l’amicizia tenga, una mano vada e l’altra venga”; l’ami-cizia è stato il substrato, l’humus, direi, dell’incontro.

La Messa mi ha coinvolto. Tutto, dalla cappella raccolta, ai fiori,all’ordine, alle voci possenti di tutti noi oltrechè ai preti, ci parlavaancora di Don Bosco, e le donne degli Ex testimoniavano, con la loropresenza, la loro soddisfazione di aver trovato un lombriaschese.

Poi, dopo le foto, tutti sulla tomba di Don Pellerino sociorunque.A egregie cose

Il forte animo accendonoL’urna dei forti

O Pellerino

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Pensare a tutti quei Salesiani che c’erano e non sono più, e vederele nostre teste bianche……Mi ha fatto tenerezza chi, invocando le statistiche per calcolare il suoultimo giorno, dimenticava che “Le nostre vie non sono le Sue vie, ei nostri disegni non sono i Suoi disegni” e che “Si sta come d’autun-no sugli alberi le foglie”. Estote parati, gente, estote parati!!

Per scacciare le malinconie, siamo stati convogliati tutti all’aperitivoprima e al pranzo poi:- L’antipasto di salumi, buono? Si, buono!- Il vitel tonné? Buono, buono!- E buoni i ravioli; molto buoni!Ma la porchetta…incredibile, sublime! Il Bianchi stavolta si è supera-to. Va bene che sono vicino all’Alzheimer, ma buona così non laricordavo la volta scorsa.Siccome il nostro maitre Torelli la porchetta la tagliava con generosi-tà e le porzioni erano da ventenni, a questo punto eravamo satolli.Ma come rinunciare alla Fontina di Vercellin? Delizia che parlava diVallèe, di pascoli alti, di fiori di montagna, di acqua purissima. E giù fontina, e giù vino!Parlar di vini che si son stappati è cosa dura. Chi li ha portati certa-mente ha scelto il meglio. Io ho assaggiato Bonarda, Dolcetto, Merlot, Barbera, Pecorino,Freisa, Brunello, Chardonnay e altri ancora.Ma se il Montepulciano d’Abruzzo di Porello era da meditazione, ilNebbiolo Fontanafredda è stato maestoso.

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Non si può fare una graduatoria anche perché “de gustibus nondisputandum est” diceva già Tullo Ostilio ad Anco Marzio.

E poi paste e cannoli e bigné e tiramisù e torte comprate o fatte incasa. Una vera pacchia per diabete, “tricicli e polistiroli”.Il tutto condito con amicizia, risate, ricordi, aneddoti, progetti ediscorsi. Questi ultimi, direi, più posati delle volte scorse, più maturi.C’era nella festa e nella gioia come un timbro più pacato, piùprofondo, più riflessivo. Come pesassero le medaglie vinte sulcampo della Vita, come se le cicatrici (altro che piercing) e le respon-sabilità ci avessero resi più seri.Se in tutta questa festa e serenità e gioia c’è una punta di tristezzaè per quei compagni che non sono venuti giudicando che gli impe-gni fossero più importanti dell’amicizia che ci ha insegnato DonBosco per mezzo dei suoi Salesiani.

Poi, salutati tutti, mentre ripartivo in auto, un quadretto a dirmi che ilVangelo è ancora attuale: ho visto Nevio (sempre lui) spingere uncarrello con sette (?) ceste di avanzi: vini ancora tappati, salumi, laporchetta rimasta, formaggi, frutta e dolci.“C’è più gioia nel dare che nel ricevere”.

Massimo TuaP.A. 1964

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CONGRATULAZIONIA Aita P.A. Simone e Barbara per la nascita di GiorgiaA Albertino Geom. Ing. Paolo per la Laurea in Ingegneria civileA Allasia P.A. Enrico e Nicoletta per la nascita di MartaA Alò Geom. Dott.ssa Ilenia per la laurea di 1° livello in Scienze dell’EducazioneA Barberis P.A. Paola e Andrea per la nascita di AnnaA Berruto P.A. Piero e Barbara per la nascita di GloriaA Biancotto Maria e Italo per la nascita di SerenaA Biancotto Valeria e Silvio per la nascita di FedericaA Bovetti Geom. Ing. Paolo per la laurea in IngegneriaA Busso P.A. Dott. Pierdino per la laurea in FarmaciaA Candellero Geom. Bruno e Lucia per la nascita di NicolaA Carignano Geom. Riccardo per la laurea di 1° livello in ArchitetturaA Chiara P.A. Angelo e Simona per la nascita di StefanoA Chiumino Geom. Luca ed Elena per la nascita di PaoloA Dellarole P.A. Michele e Raffaella per la nascita di LiciaA Demichelis P.A. Giovanni e Natascia per la nascita di GretaA Fino P.A. Giuliano e Marina per la nascita di MaddalenaA Garello Geom. Ing. Andrea e Luisa per la nascita di AlbertoA Garnero Geom. Ing. Gabriele e Cesarina per la nascita di Caterina e LuciaA Glassier P.A. Paolo e Romina per la nascita di AliceA Golzio dott.ssa Alessia per la laurea in Giurisprudenza A Joly P.A. Ing. André e Fiorenza per la nascita di JacquesA Lanfranco P.A. Domenico e Cinzia per la nascita di AnnaA Lerda Geom. Lorella e Nini per la nascita di FedericaA Martini P.A. Loris e Angela per la nascita di ThomasA Melotto P.A. Sandro e Sara per la nascita di MartaA Ossella P.A. Mauro e Laura per la nascita di DavideA Panero Geom. Ing. Fabrizio e Liliana per la nascita di LorenzoA Pautasso P.A. Dott. Renato e Daniela per la nasciata di GiulioA Piola Geom. Alberto e Silvia per la nascita di GiuliaA Porello Geom. Ing. Silvio e Luisa per la nascita di GiuliaA Quaglia P.A. Stefano e Ornella per la nascita di GabrieleA Ricaldone P.A. Primo e Catterina per cinquant’anni di matrimonioA Ronzio P.A. Enrico e Giulia per la nascita di GiovanniA Sburlati P.A. Dott. Walter per la laurea di specializzazione di AgrariaA Serafino P.A. Giuseppe e Cristina per la nascita di UmbertoA Sibille P.A. Dott. Ivo per la Laurea di 1° livello in Tecnica della prevenzioneA Tamietti Geom. Massimo e Daniela per la nascita di SimoneA Tuninetti Geom. Ing. Giorgio e Irene per la nascita di RiccardoA Viso Geom. Stefano per la laurea triennale in AgrariaA Zappino P.A Dott.. Enrico per la laurea in Scienze Agrarie di 1°livello

Lucia e Caterina Garnero

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ESSENTIA: Il giardinodelle aromatiche si fa bello

Il 15 ottobre scorso, presso la Scuola Agraria Salesiana, è stata presentatala Prima Giornata dimostrativa del Progetto “Coltivazione, ottimizzazionedella produzione, qualità alla raccolta ed in post-raccolta di specie aro-matiche e diversi usi nell’agro-alimentare”, denominata Essentia, in colla-borazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino.Davanti ad un uditorio affascinato e attento, formato da alcune autoritàlocali, il Direttore Don Genesio Tarasco, il Preside Don Carlo Bianchi, ilVicesindaco di Lombriasco, allievi guidati dagli insegnanti Don SandroBarra, Tivano Piercarlo e Remogna Paolo, la professoressa Silvana Nicola,i ricercatori Giorgio Tibaldi ed Emanuela Fontana hanno spiegato nel det-taglio le varie fasi della produzione, dall’impianto alla raccolta, delle pian-te officinali, in particolare di alcuni tipi di salvia (Salvia sclarea - Salviaofficinalis specie - Salvia officinalis var. lavandulifolia - Salvia officinalis‘Extrakta’) e di menta (Mentha arvensis; Mentha rotundifolia; Menthacitrata; Mentha aquatica; Mentha requienii; Calamintha Nepeta). Scopodel progetto, di durata triennale, è la valutazione di processi produttivi easpetti di tecnica colturale e di conservazione che consentano la riduzionedell’impatto ambientale, il contenimento dei costi colturali o che siano fina-lizzati al miglioramento della qualità del prodotto, nonché all’individuazio-ne di colture alternative con buone prospettive di mercato da inserire neisistemi colturali tradizionali.Questo progetto rientra nella più ampia collaborazione che da 14 anni laScuola Agraria Salesiana ha con la Regione Piemonte e l’Università diTorino, attraverso la quale si sono sviluppate strategie di studio e di ricercanel campo della produzione di energia da coltivazioni arboree a ciclo breve,confronti tra sistemi colturali a diversa intensità e sperimentazioni agrarievarie.L’occasione della dimostrazione ha suggerito il restyling del giardino dellepiante aromatiche, con l’acquisizione di nuovi cartellini, tre pannelli espli-cativi sulla menta (le sue origini, gli usi alimentari ed industriali) e di altripannelli di varie piante officinali (progettazione grafica e stampa affidatialla ditta di serigrafia e stampa digitale Serimania di Busca dell’exallievoBruno P.A. Roberto).Sotto la guida appassionata e di esperienza trentennale di Nevio Tessarin edel più giovane ma non meno esperto Prof. Paolo Remogna, verranno quin-di riprese, ricatalogate e messe “in bella” tutte le varie piante, partendoappunto dalle piante aromatiche fino a coprire tutto il parco e i giardinidella Scuola.

Elvira Carena

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3° MA

5° ITG

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Pellegrinaggioin Terra Santa

È passato quasi un anno, da quando con un bel gruppo di Exallievi eamici ci siamo recati nella terra di Gesù, ma i ricordi delle tante cose viste edelle esperienze vissute sono ancora ben saldi nei nostri occhi e nella nostramente.

Nella notte precedente la partenza, una tormenta di neve ha imbian-cato la pianura, lasciando temere disagi che invece non ci sono stati e così,attraversando un paesaggio da cartolina raggiungiamo l’aeroporto. Dopo icontrolli consueti per la sicurezza ci imbarchiamo e prendiamo il volo. Soloil tempo per un ultimo sguardo alla nostra campagna ricoperta di neve esplendente per il sole che l’illumina, prima di immergerci nelle nuvole piùalte. Dal giorno successivo i panorami cambieranno nettamente.

Andare in Terra Santa, per un cristiano è un’occasione importante peraccrescere il proprio credo. Siamo stati aiutati nel cammino da due guidespeciali: il salesiano Don Piergiorgio Gianazza, missionario di lungo corso,poliglotta e grande conoscitore di Israele e dalla teutonica Liliana, ebrea conuno spiccato accento tedesco.

Il nostro viaggio, così come la nostra storia di cristiani, comincia daNazareth, il cui nome significa Fiore della Galilea. Visitiamo prima la chie-sa ortodossa che ospita la fonte dove l’angelo raggiunse Maria e poi la gran-

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de basilica che accoglie e protegge la grotta dell’Annunciazione, sovrastatada una cupola a forma di fiore capovolto a ricordare che il vero fiore dellaGalilea è Maria. Il sagrato della chiesa accoglie i pellegrini con tantissimerappresentazioni della Madonna. Che emozione vedere la Madonna con gliocchi a mandorla nel mosaico della Corea! Poco più in là visitiamo unmuseo in cui si trovano resti della città antica. Su alcuni reperti ci sono graf-fiti antichissimi che inneggiano a Maria: un segno tangibile che il culto dellaMadonna era già diffuso lì, nei primi secoli dopo Cristo.

Mentre lasciamo Nazareth diviene evidente la grande differenzanella gestione del territorio che esiste fra le zone Ebraiche e le zone Arabe.Le prime pulite e ordinate mentre le seconde più caotiche e sporche. Vien dapensare che sia solo questioni di cultura differente ma in realtà è frutto delcostante conflitto fra etnie.

Il viaggio in Galilea prosegue fra il Monte Tabor e Cana dove lecoppie di sposi, tra cui due giovani in viaggio di nozze, hanno rinnovatosolennemente le promesse del matrimonio. Al termine della giornata alcunidi noi verranno raggiunti dalle telefonate dei parenti preoccupati per le noti-zie diffuse in Italia. Veniamo a sapere che Israele ha bombardato Gaza pro-vocando più di 200 morti. Durante la settimana nonostante questo arriviamomolto vicino a Gaza, e non ci accorgiamo di nulla. L’evolversi della guerrain corso non ha turbato la vita del paese come se fosse tutto normale.

Il secondo giorno in Galilea lo passiamo visitando i luoghi dellavita pubblica di Gesù nei pressi del lago di Tiberiade: il monte delleBeatitudini, la chiesa del primato di Pietro, Cafarnao. Se ora possiamo fer-marci a pregare e vedere i luoghi santi lo dobbiamo in gran parte allo stu-dio e le ricerche dei frati francescani custodi della Terra Santa che, oltre adaver scoperto i siti storici, lavorano sodo per mantenerli in ordine, puliti edaccoglienti.

In ogni luogo da noi visitato, è stato letto il brano del Vangelo cor-rispondente, così abbiamo fatto anche durante la traversata in battello dellago di Tiberiade, fermandoci a contemplare le acque calme, disturbati solodal volo radente di due elicotteri militari che pattugliavano la zona.Finiamo la traversata in un kibbutz, una comunità-villaggio basata sull’u-guaglianza fra i componenti che lavorano per il bene comune. Questi vil-laggi furono la base dell’economia del nascente stato di Israele, ma oraattraversano dei momenti difficili dovute anche al cambio di mentalità dellenuove generazioni che spesso rifiutano il rigore imposto dalle regole inter-ne. Chiudiamo questi due giorni in Galilea con la S.Messa nell’IstitutoSalesiano che domina la collina di Nazareth. Da buoni exallievi, anche a2700 chilometri da casa, il nostro inno “Giù dai colli” non può mancare!

Spostandoci da Nazareth a Gerico attraversiamo prima una verdepianura e poi il deserto in cui molto spesso alle zone secche e sabbiose sonoaffiancati rigogliosi campi coltivati ad ortaggi. Il contrasto è incredibile, maè reso possibile dalle acque del lago di Tiberiade che vengono intubate e,attraverso una capillare rete distributiva, convogliate nel paese dove vieneutilizzata con impianti a goccia per evitare sprechi.

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Il nostro viaggio conti-nua verso Sud. Entriamo inPalestina, nella depressione delmar Morto per visitare Gerico,un’oasi nel deserto di Giuda. Inmolti edifici sono molto evidenti isegni dei bombardamenti delleultime guerre. Visitando i restidella città antica (fondata circa12000 anni fa e per questo unadelle più antiche al mondo), pos-

siamo vedere anche il monte delle tentazioni, con “incastonato” un mona-stero ortodosso. Salendo verso Gerusalemme, nel deserto di Giuda faccia-mo l’incontro con diversi accampamenti di beduini. Arrivati inGerusalemme, abbagliati dallo splendore della cupola dorata della Moscheadi Omar, ci rechiamo nella spianata del tempio e col capo obbligatoria-mente coperto dopo i ligi controlli al metaldetector ci avviciniamo al Murodel Pianto. La particolarità di Gerusalemme sta anche nel fatto che in un’a-rea ristretta si concentrano luoghi sacri di molte religioni diverse. E cosìcon pochi passi arriviamo a visitare il Cenacolo e i luoghi che ricordano lamorte di Maria e il tradimento di Pietro. Attraversando la valle del Cedron,si giunge al Monte degli Ulivi dove sono erette la cappella dell’Ascensionee la chiesa del Pater, una basilica mai finita. Qui don Piergiorgio, in mezzoai mosaici con il PadreNostro scritto in moltissimelingue e dialetti, ci regala l’e-mozione di sentirlo recitatoin aramaico, la lingua diGesù e girando nella basilicariusciamo a trovare anche laversione in piemontese!

Scendiamo a fiancodel cimitero ebraico.Sostiamo nella chiesa delPianto di Gesù, DominusFlevit, da cui si vede tuttaGerusalemme. Continuando la discesa arriviamo al Getsemani, con dellepiante di ulivo risalenti all’epoca di Gesù. Sostare in silenzio in quel luogodopo aver sentito il racconto del Vangelo, quasi “obbliga” alla preghiera.

Il programma del viaggio nel pomeriggio però ci porta aBetlemme, lasciando ai giorni successivi il completamento della visita diGerusalemme. Entriamo in Palestina attraversando uno dei varchi nelmuro. Il controllo da parte delle guardie armate con mitra è rigoroso. Allabasilica della Natività, di epoca bizantina, si accede da una porta bassa cheobbliga chi vuol passare a chinarsi. La grotta che si trova nella cripta sottol’altare purtroppo conserva ben poco dell’aspetto originale.

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Mentre a casa nostra in Italia nevicava abbondantemente, il 31dicembre, siamo scesi nella depressione del Mar Morto fino al punto piùbasso del pianeta, a –413 metri s.l.m. visitando il sito archeologico diQumran e la complessa ed estesa roccaforte di Masada, costruita su una col-lina a fianco del Mar Morto i cui abitanti zeloti resistettero all’assedioromano fino all’ultimo. Scesi sulle rive del mar Morto, un coraggioso delgruppo ha provato a fare il bagno nell’acqua salatissima, provando a legge-re il giornale anche durante il bagno.

Dopo aver brindato all’anno nuovo, la mattina del 1° gennaiosaliamo a Gerusalemme, visitiamo la basilica di S.Anna che ricorda la nati-vità di Maria e lì vicino la piscina probatica, dove Gesù guarì il paralitico.Dopo aver attraversato l’arco dell’Ecce Homo, cominciamo la viaDolorosa. E’ difficile provare a concentrarsi durante il cammino della viaCrucis, perché questa è una via che passa fra negozi, abitazioni e piazzeinvase da rumori, profumi, odori. L’ingresso nella basilica del SantoSepolcro porta con sé anche lo sconforto per il caos che vi regna nonostan-te che dovrebbe essere un luogo di silenzio, riflessione e preghiera. Salitisul Golgota a turno si può toccare il foro nella roccia su cui venne issata lacroce per poi passare nel Sepolcro a cui si accede da una minuscola portache quasi ci invita a farci piccoli di fronte al grande mistero dellaRisurrezione che lì si è compiuto.

Abbiamo percorso le strade della Palestina e di Israele alla ricercadelle origini della nostra fede e abbiamo avuto la possibilità di riflettere inun luogo speciale sul grande dono che abbiamo ricevuto con la vita di Gesù.

L’amicizia che si è instaurata tra i partecipanti, la commozioneprovata visitando i luoghi santi hanno lasciato una traccia indelebile in cia-scuno di noi ed il desiderio di rivivere esperienze così arricchenti.

Guido Meinardi P.A. 1996

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Visto l’alto gradimento del viaggio in Israele e la richiesta da parte dimolti di ripetere l’esperienza in altri luoghi, proponiamo

GITA-PELLEGRINAGGIOIN POLONIA

DAL 5 AL 9 APRILE 2010

Qui riportiamo solo alcune indicazioni di massima; i dettagli verranno resinoti a coloro che sono direttamente interessati.Lunedì 5/04: partenza da Lombriasco in pullman per Caselle – arrivo aCracovia in serata – visita notturna della cittàMartedì 6/04: visita guidata a Cracovia, Wieliczka (famose miniere di sale)Mercoledì 7/04: visita a Kalwaria Zebrzydowska, Wadovice (casa natale diGiovanni Paolo II), AuschwitzGiovedì 8/04: Czestochowa (santuario della Madonna Nera), CracoviaVenerdì 9/04: Lagiewniki (santuario della Divina Misericordia), rientro inItalia in serata

Costo indicativo (dipenderà dal numero degli iscritti) attorno a € 800,00.Pre-iscrizioni: preferibilmente tramite e-mail: [email protected] o per telefono: 011-2346311, lasciando ilvostro numero di telefono per essere richiamati oppure 011-2346327(don Sandro), nelle ore serali dalle ore 20.00 alle ore 22.00Entro e non oltre il 20 gennaio 2010.Iscrizione definitiva, dopo l’invio del programma dettagliato, entro il 30gennaio 2010, versando l’acconto di € 500,00.

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Il RETTOR MAGGIOREA CARMAGNOLA PER COMMEMORARE

MICHELE MAGONEIl trenta gennaio scorso, in occasione del 150° anniversario della

morte di Michele Magone, la comunità Carmagnolese ha avuto l’o-nore di partecipare alla Santa Messa celebrata dal Rettor Maggioredei Salesiani, Don Pascual Chàvez, presso la Parrocchia SantiPietro e Paolo Apostoli. Grandi emozioni ha suscitato nei carma-gnolesi e in tutti i partecipanti alla funzione, provenienti dalle zonelimitrofe. Molti erano gli allievi e gli ex-allievi della scuola salesiana,i quali sentendosi parte di questa grande famiglia, hanno rispostocalorosamente all’evento.

L’intervento del Rettor Maggiore ha toccato vari temi, ma il prin-cipale è stato il ricordo del grande Michele Magone, nato aCarmagnola e morto prematuramente all’età di quattordici anni, con-siderato inizialmente un monello, che, grazie all’incontro con DonBosco, cambiò vita avvicinandosi sempre più a Gesù, lottando con-tro il male e diffondendo la gioia di vivere alle persone a lui vicine;un grande esempio per tutti noi, e la sua figura incarna ancora oggii principi salesiani nell’educazione della gioventù.

Dalmasso PaoloGeom. 2006

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25° ITG

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squisita moccetta valdostana

35° ITA

35° ITG

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Aglietta MartinaAimaretti Geom.RobertoAimaretti P.A. RobertoAime Geom. Arch. GiovanniAlbertino P.A. DamianoAlesina Geom. LuiginoAlessandrini Geom. AurelioAlesso P.A. Gian LuigiAllasia P.A. GiovanniAllasina Geom. DaniloAmbrosio GiovanniAntona P.A. GiorgioAstegiano Dott. PierangeloBaravalle P.A. FrancoBarbera Giuseppina in memoria diChiaretta P.A. EnricoBarberis Geom. AugustoBarberis P.A. LucaBarbero Arnolfo GiuseppinaBattistino P.A. Geom.GiuseppeBecchio Geom. MarcoBelloli Geom. RobertoBenetti P.A. SimonaBernardi P.A. IgorBertero P.A. Dott. Luca in suffragio del papàBertero P.A.EnricoBertolino Geom. EugenioBertolotto P.A. GianmariaBettati Dott. GianniBianchin Geom. GiovanniBianco Geom. Giampiero in ricordodel papà Geom. GiuseppeBicchieri Geom. AlessandroBo P.A. Arch. GiuseppeBonadonna P.A.LuigiBonessa P.I. MarioBoretto RomanoBorghino P.A. RobertoBosco Geom. AndreaBosi Geom. CarloBosio Geom. AlessandroBovetti Geom. Ing. PaoloBrero Geom. GiovanniBrossa Geom. GiuseppeBrunetti CaterinaBursi P.A. Dott. GiulioCandellero Geom. Bruno

Capello Geom. GiuseppeCapone Geom. Ing. FrancoCapponi NeriCarena AndreaCarignano Geom. Arch. RiccardoCarle Geom. EnzoCasassa Geom. Arch. GiovanniCattaneo P.A. PiergiovanniCavaglià P.A. AlessioCavagliato P.A. BartolomeoCavallero P.A. GiuseppeCavallo Geom. Manuela e P.A.AndreaCavallotto P.A. Armando ErosCavalot Geom. Carla (missioni)Celi P.A. StefanoChenal P.A. Dott. GianmarcoChiabrando P.A. MauroChialva P.A. Dott. FrancoChiapetto P.A. MaurizioChiara Geom. MassimoChinosi P.A. MarioCigna MirellaColombatto P.A. DomenicoConte P.A. Gian PieroCoppa LuigiCoppo Geom. ErnestoCostoli Geom. GiovanniDagasso Geom. DomenicoDalmasso Geom. PaoloDaniele Geom. PaoloDe Nicolò P.A. Dott. FilippoDel Bo P.A. Dott. SergioDemichelis P.A. DarioDognibene P.A. FulvioDolce NiccolòDucco Geom. Maurizioe AnnaclaraEandi Geom. MarcoEnria Geom. Dott. GiorgioFavaro geom. GiuseppeFerrario P.A. GianniFerraro P.A. SergioFerrato Domenica in suffragio diFerrato Geom. AldoFerrero Dott.sa LuisaFerrero Geom. LucaFerrero Geom. M.Riccardo

Per l’Unione e l’Amicizia

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Ferrero P.A. GiuseppeFerrero P.A. LucaFezzi P.A. PietroFicetti Geom.CarloFilippini P.A. Dott. LorisFissore P.A. RobertoForesto P.A. RenatoFrandino Geom. MarcoFrandino Geom. WalterFrassà P.A. GiuseppeFumero P.A. EmilianoGaidano Geom. PiergiorgioGallino Geom. TeresioGallo P.A. RenatoGaresio Geom. IvanoGarlanda P.A. EusebioGarnero Geom. Ing. Gabriele Genre Geom. GabrieleGerbino Geom. DavideGili Geom. Arch. RobertoGili P.A. BartolomeoGiolito Geom. GiovanniGiordana BartoloGolzio Dott.ssa AlessiaGrande P.A. GiuseppeGrasso Geom. AldoGriffa Geom. DarioGuglielmetti AgostinoHyvoz P.A. ChristianImarisio P.A. GiuseppeImberti P.A. Prof. PieroInaudi RomildaLeone P.A. QuintoLo Giudice Agrot. RobertoLonati P.A. GaetanoLorenzino Geom. Arch.GiuseppeMadiotto Geom. Stefano e Geom.AndreaMagnanini P.A. FedericoMalagoli P.A. OrfeoManassero Geom. ValerioMarazina Geom. RobertoMarcato P.A.VirginioMarchetti P.A. Dott. GiorgioMarenda P.A. Comm. StefanoMarguerettaz P.A. Dott. FabioMarocco P.A. Dott.PaoloMartini P.A. Dott. FrancoMartini P.A. GiuseppeMasante P.A. Massimiliano

Massano Geom. AurelioMassimino P.A. GiuseppeMeinardi Geom. FabrizioMeinardi P.A. GuidoMichelis Geom. Ing. DavideMignacca P.A. GianmariaMolinari P.A. GiovanniMontrosset Geom. Ing. IvoMoreschini RomeoMoretti FedericoNigro GiuliaNovaroli P.A. EmilianoNoz P.A. PaoloOberto P.A. Dott. LuigiOddenino Geom. MaurizioOitana P.A. Marco e fam.Olivero Geom. BernardinoOriglia Geom. CarloOsella EricaOsella Geom. GabrieleOssola Geom. CarloParavisi Geom. MarcoParola Geom. OscarPartiti Geom. MarioParussa Geom. StefanoPasta P.A.RobertoPautasso Clara, Geom. CarloAlberto e Geom. GianpieroPedrale P.A. Prof. MassimoPerazzo P.A. AndreaPerino Fontana Geom. GiorgioPerino Geom. PieroPerotti Geom. MarioPezzani P.A. Dott. GiampieroPistone MilenaPistono P.A. Giacomo RemoPitet AugustaPochettino GiovanniPochettino Francesco Poletto Geom. CesarePorporato P.A.GiuseppePortis P.A. AlbertoPrizzon Geom. AlexRagazzini P.A. Dott. PierinoRaglia P.A. Dott. UgoRamella P.A. RiccardoRamondini Geom. Dott. LorenzoRastello Geom. FedericoRavanelli P.A. Dott. GiovanniRicaldone P.A. Primo

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Auguri di

Buon Natale

e Felice Anno Nuovo!

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Riccardi P.A. LorenzoRobasto P.A. Dott. SebastianoRocchietti Geom. FiorenzoRocchietti P.A. AngeloRonzio P.A. EnricoRosso P.A. GiuseppeRuatto Longo PatriziaSacchetto Geom. Gian BattistaSacchetto P.A. GiulianoSanti P.A. Pier GiorgioSapino Geom. GiorgioSapino Geom. LuigiSarcinella SilviaSartore Geom. Arch. PieroSasia Geom. Arch. GiuseppeScavarda Geom. DesiderioSerafino P.A. PieroSola P.I. MarioSosso Geom. Luca e Geom.AlbertoSquarotti Geom. MassimoSucco Geom. Ing. DanieleTealdi MartinaTesio Geom. Walter

Tesio LodovicoTessa P.A. BrunoTesse Geom. MattiaTesta P.A. AldoTornielli Geom. SergioTurletti P.A. AlbertoVaglienti PierinoLusardi Geom. DanieleVallauri Geom. GiancarloVanzetti P.A. IlarioVaschetto P.A. TommasoVergnano P.A. GiovanniVerra Rag. Franco e LucianoVilla Enot. FrancescoVirano P.A. LorenzoViviani Geom. NarcisoYeuilla P.A. RemoZanellati P.A. Dott. Gabriele

Offerte per poltrone TeatroBertolotto P.A. Gianmaria Garnero Geom. Ing. GabrieleGerbino Geom. Davide

Un grazie sinceroper la generosa collaborazione.

Ci scusiamo per le eventuali dimenticanze…

Auguri di

Buon Natale

e Felice Anno Nuovo!

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TA C C U I N O!Sabato 30 gennaio 2010in mattinata Festa solenne di Don Bosco a Lombriasco

!Domenica 31 gennaio 2010Festa di Don Bosco a Saluzzo e a Trofarello

!Sabato13 marzo 2010Convegno sul Liceo Scientifico

!Sabato 20 marzo 2010 - ore 10,30S.Messa a Breolungiin ricordo di Don Rossi e Don Pellerino - Seguira’ pranzoPrenotarsi presso Geom. Vallauri 0172.67110 - Cell. 348.3813916oppure Geom. Allena 0174.681421

!Domenica 21 marzo 2010Preparazione alla Pasqua per giovani exallievi

!9 Maggio 2010CONVEGNO ANNUALE EX ALLIEVI

RINNOVO PRESIDENTE E CONSIGLIO EXALLIEVI In occasione del Convegno annuale di maggio saremo invitati adeleggere il nuovo Consiglio. Chi fosse generosamente disponibile perquesto servizio comunichi il proprio nome entro febbraio alla segreteriaex. Grazie!

ANNUARIO 2010 - Si sollecitano i referenti “ritardatari” a fornire lecorrezioni e le foto della propria classe entro gennaio. Se qualcheexallievo non gradisce che venga pubblicata la sua foto sul nuovo annua-rio, è pregato di comunicarlo entro gennaio.Sito internet di Lombriasco: www.salesianilombriasco.itVi invitiamo a visitare anche il sito internet degli exallievi e di tutta la famiglia salesiana del Piemonte, come segno diappartenenza al nostro grande movimento:www.donboscoinsieme.com

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- Via S.Giovanni B

osco, - 10040 Lombriasco (TO

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RIVISTA MARIA AUSILIATRICE - Direttore Responsabile : Sergio Giordani - Reg. Trib. Di Torino n° 2954 del 21/04/1980 - Amministrazione e Redazione: Via Maria Ausiliatrice, 32 -10152 Torino - tel. 011.5224203COL TEMPO E COL PO - Rivista degli exallievi di Lombriasco - Redazione: Don Sandro Barra, Elvira Carena - Hanno collaborato: Guido Meinardi, Paolo Dalmasso - Stampa : elledi - Arti Grafiche - Carmagnola

Supplemento a: “Maria Ausiliatrice” rivista del Santuario Basilica di Maria Ausiliatrice - Torino - Anno 29numero 9 novembre 2009 - Spedizione in abbonamento postale - pubbl. inferiore al 50% - tariffa riscossa TO C.M.P.

elledi - Arti Grafiche - Carmagnola