XVI Corso ISSMI
2013-2014
Prof. Andrea Carteny
Prof. Gabriele Natalizia
CEMAS - Centro interdipartimentale di
ricerca e Cooperazione con l’Eurasia, il
Mediterraneo e l’Africa Sub-sahariana
www.geopolitica.info
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Indice:
1. Elementi di continuità/discontinuità della
politica estera Impero russo/Urss
2. Democrazia e minoranze russe e rapporti
negli Stati ex-sovietici
3. Estero vicino/Estero condiviso: la prospettiva
di Mosca
4. Estero vicino/Estero condiviso: Washington
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La Russia dei Romanov:
• 1613: inizio della dinastia Romanov
• La Russia è dominata dai boiari e la Chiesa ortodossa
• 1666: Cesaropapismo, il concilio ortodosso proclama il primato imperiale sul potere ecclesiastico
• 1649: codice sulla servitu’ della gleba
• Massa di contadini poveri, mancanza di borghesia, commercianti ebrei
• Rivolta di Stenka Razin, dei cosacchi del Don (1667-1671)
Espansione dei Romanov
• Kiev
• Smolensk, Ucraina
• Verso la Livonia, Baltico
• Verso la Siberia:
• Pietro il Grande (1682-1725)
• 1683: i russi sono con la santa lega austro-polacca-veneta contro i turchi
• Conquista di Azov
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1689: prende il potere lo zar Pietro
• Frequenta il sobborgo di Mosca abitato da tedeschi• Viaggio di istruzione in Occidente• Reprime la rivolta della propria guardia, gli Strelzy (1698)• Rivoluziona dall’alto in senso occidentale la Russia: taglio della
barba, calendario al 1^ gennaio• Burocrazia, cancellerie ministeriali, divisione amministrativa in
governatorati e province, comuni • Accademie scientifiche, riscossione delle imposte• Esercito su modello prussiano, marina• Autocrazia: scioglie la Duma dei boiari per creare un Senato
fedele allo zar• Elimina la figura del patriarca per un sinodo (rappresentante:
procuratore dello zar)• Potenza baltica: conquista della costa baltica, fondazione di
Pietroburgo, 1703
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• Trattato di Küçük Kaynarca (o anche Kuchuk Kainarji): firmato il 21 luglio 1774, in Dobrugia (attualmente Bulgaria)
• Principio di ingerenza (protezione delle popolazoniortodosse in territorio ottomano…)
• L’Impero Ottomano cede importanti territori di sbocco sulMar Nero alla Russia e riconosce l’indipendenza del Khanatodi Crimea, poi annesso dalla Russia nel 1783
• La Russia di Caterina la Grande si stabilizza con la conquistadell’Ucraina meridionale (i “villaggi Potemkin”): con lo sbocco sul Mar Nero pone fine al sistema di sicurezza turco(il mar Nero era “mare turco”, porta sull’Asia con la via dellaseta): la Russia arriva sul Mediterraneo
Guerra russo-turca (1768-1774):
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La Questione d’Oriente(secoli XVIII-XIX)
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Il millet ortodosso nell’Impero ottomano
• il fattore di appartenenza alla comunità confessionale diventa a tutti gli effetti fattore di identificazione etno-culturale (B. Jelavich, History of the Balkans, Cambridge 1983, in particolare: “Ch. 1. Balkan Christian under Ottoman rule”)
• esempio tipologico: per il millet ortodosso, appartenere alla comunità cristiano ortodossa e’ come qualità fondamentale per alcune nazioni emergenti (greca, serba, romena etc.) dell’Europa sud-orientale. (A. Tamborra, L’Europa centro-orientale nei secoli 19.-20, Milano 1970; A. Biagini, Note e relazioni di viaggio nei Balcani (1879-1898), Roma 1978)
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Il paradigma Kohn
• Hans Kohn, noto dal 1945 con il suo The Idea ofNationalism, propone la dicotomia tra
• nazionalismo/nazione civica (per lo più di matrice occidentale e inclusiva) e
• nazionalismo/nazione etnica (per lo più dell’Europa orientale e tendenzialmente esclusivista)
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La dialettica “nazione etnica” / “nazione civica”
• Richiama concetti politici (demos /ethnos) e tradizioni culturali che nella cultura europea, tra fine XVIII e inizio XX secolo, fanno da sfondo ad aspri scontri tra nazioni europee e che richiamano visioni opposte del diritto di cittadinanza (ius sanguinis versus ius soli)
• Il riferimento principale è alla differenza tra visione della nazione herderiana (tedesca) e quella renaniana(francese)
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Kulturnation
• Herder (Ideen zur Philosophie der Geschichte derMenschheit, 1784-1791) propone una prospettiva “etno-culturale” (völkisch) per la nazione tedesca: la Kulturnation
• si fonda sull'identificazione con la lingua, sulla comunione di elementi innati, etnico-biologici, insieme a elementi culturali considerati connaturati con il “sangue” (come nel concetto di “lingua madre”
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La “lingua madre”
• L.L. Cavalli-Sforza (Gènes, peuples et langues, Paris 1996), genetista, realizzando la mappatura genetica della popolazione umana, rileva che i dati genetici coincidono grosso modo con i dati linguistici delle stesse popolazioni
• La formula “lingua-madre” (che sembra dare corpo alla convinzione che la trasmissione linguistica avvenga con un’eredità genetica) può però dare adito a pericolosi sconfinamenti tra le differenze “genetiche” (di origine biologica) e quelle “culturali” (dovute ad apprendimento) e alla confusione tra “popolo” e “nazione”
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Renan « Qu'est-ce qu'une nation? »
• Ernest Renan con questa conférence faite en Sorbonne, 11 marzo 1882, definisce la nazione “un plebiscito di tutti i giorni”, fondata sulla condivisione volontaria di un corpus morale e culturale (come la lingua francese) e di valori (come il trinomio dell'Ottantanove francese, liberté egalité fraternité) in funzione di un futuro comune
• In tale contesto si inserisce anche la categoria della “solidarietà”, elemento di coesione sempre presente all’interno di un gruppo o comunità
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Weber
• Pur valorizzando preminentemente la determinazione socio-economica di appartenenza identitaria a ceti e strati sociali nello sviluppo delle comunità etniche, Max Weber indica in uno “specifico sentimento di solidarietà” di un certo gruppo di uomini nei confronti di altri gruppi il fattore di definizione del concetto di “nazione”, il cui utilizzo risulta però spesso ambiguo e carico di elementi emozionali
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Variante:
• Una variante dello schema civico / etnico propone una distinzione tra
• le “vecchie” nazioni (occidentali) e
• le “nuove” (appositamente create, dall’Europa orientale all’Asia)
• Smith in questa dicotomia indica come elemento caratterizzante rispettivamente
• il “territorio” per il primo modello e
• l'“etnicità” per il secondo
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La “nazione plurale” in Europa orientale
• Per Smith solo una nazione “plurale” possa generare un sincero multiculturalismo basandolo su un effettivo pluri-nazionalismo, con proprie istituzioni e simboli: ad es.
• L'Austria-Ungheria asburgica (più teoricamente, per il proclamato rispetto delle differenti nazionalità)
• L’Impero ottomano, che nella seconda metà del XIX secolo tenta di proporre un’“identità ottomana” al di sopra delle differenti nazionalità e religioni: si rivela però elemento caratterizzante la specificità etno-confessionale
• Di fatto nei domini ottomani dei Balcani avviene uno slittamento dalla concezione religiosa della “nazione confessionale” (millet) alla “nazione etnica”
• E in Russia? Anche in Russia i Romanov vogliono proporsi come Stato dinastico a-nazionale: Impero dei Russi
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L’Impero e la Russia
• la Russia autocratica degli Zar/ bolscevica di Stalin/ repubblicana di Putin
• Lo Zar e’ imperatore “bicipite”: ‘basileus’ (epigono dell’imperatore bizantino, romano e cristiano), in senso etno-culturale-confessionale;
• ‘khan’ (prosecutore del potere dispotico dell’impero mongolo), in senso geografico continentale (=EurAsia)
• Il trinomio anti-rivoluzionario/reazionario dello zar Nicola I e’:
samoderzavije = autocrazia, pravoslavije = ortodossia, narodnost = popolo/nazione, in senso geografico inclusivo > differente da nacional’n’ij = “nazione russa” in senso etno-culturale
Il “popolo”-nazione russo (dato dal territorio euroasiatico) e’ dunque inclusivo (nel senso schmittiano del grosse raum) mentre il “popolo”-nazione tedesco (etno-centrico) e’ invece esclusivo (nel senso hitleriano del lebens raum)
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L’Europa del Congresso di Vienna
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• La Russia cardine della Santa Alleanza:
• Nicola I: reazione, contro i decabristi
• Scontro tra occidentalisti e slavofili
• La guerra di Crimea (1853) fino al Congressodi Parigi (1856)
• Guerra “turco-russa” (1877-78) e la pace diSanto Stefano (3 marzo 1878) e il Congressodi Berlino
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Guerra “turco-russa” (1877-78)
• La pace di San Stefano è siglata il 3 marzo 1878 traImpero russo e Impero ottomano creando una“grande Bulgaria”
• Il congresso di Berlino si concludeva con il trattatoomonimo che lascia alla Russia la sovranità sullaBessarabia, affida all’Austria l'amministrazione diBosnia ed Erzegovina (ancora formalmenteottomana), e sancisce l'indipendenza di nuovi statibalcanici
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Slavismo vs Turchismo
• lo spauracchio del pan-turchismo si manifesta fin dal primo ottocento (societa’ turaniche dei Tatari di Crimea)
• si manifesta poi nella Russia bolscevica e in Unione Sovietica
• la condanna del turchismo come forma di “nazionalismo borghese” ancora negli anni Trenta del Novecento risulta un’accusa frequente del regime contro tatari e turcomanni
• In Turchia si mantiene viva parallelamente al rafforzamento della coscienza nazionale turca, laica e occidentalista
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• Si prospettava l’estensione delle frontiere turco-ottomane fino a ricomprendere dentro l’Impero popolazioni che vivevano al di là dei confini
• Fondamentale per lo sviluppo di tali idee fu il richiamo alla terra originaria e primigenia di “Turan”, da cui prende il nome il “turanismo”
• Questo riferimento al crogiuolo di razze provenienti in tempi assai remoti dal bassopiano “turanico” dell’Asia occidentale costituì un ethos sovranazionale di un certo successo anche in culture già fortemente occidentalizzate, come ad esempio tra gli ungheresi: il “turanismo” dà corpo ad una “filosofia della razza” capace di ripristinare l’antica grandezza delle stirpi
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Ziya Gökalp, studioso delle culture e delle società di origine turca
• nello sviluppo del turchismo prospettò 3 stadi di avanzamento nazionalista:
• l’unificazione di tutti i turchi nell’unica nazione di Turchia (Türkiyecilik);
• la riunificazione delle popolazioni turche Oğuz(Oğuzculuk), comprendenti così tra i vari popoli gli azeri, i gagauzi della Bessarabia, i turkmeni
• infine l’unione di tutte le stirpi turaniche, dal ceppo ugrico a quello uralo-altaico, fino ai popoli mongolo e giapponese dell’estremo oriente asiatico) sulla base del “pan-turanismo”, Turancılık.
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Il romanzo Yeni Turan (“Il nuovo Turan”, del 1912), la scrittrice Halide Edib Adıvar
• Celebra il leggendario passato e futuro della razza turca simboleggiata dalla lupa (Bozkurt)
• Gli anni successivi, durante la prima guerra mondiale, il “turchismo” diventa base per la propaganda “pan-turchista”, finalizzata a suscitare sentimenti di fratellanza nelle popolazioni di etnia turca della Russia zarista, in guerra contro gli ottomani
• nell’Impero ottomano, al momento del collasso dello Stato conseguenza della sconfitta nel primo conflitto mondiale, emerge finalmente con gran forza la coscienza della “turchicità”
• Quello “turchista”, e “turanista”, risulta essere l’ambiente sciovinista nazionalista turco e islamico anti-armeno, in cui si giustificano i massacri del 1915, in cui ebbe un ruolo importante Ismail Enver, più noto come Enver “Pascià” o Enver Bey
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La fine dell’Impero?
• La Russia imperiale, risultato della “colonizzazione di se stessa”: il “grande gioco”, espansione in Caucaso e ad Est, in Siberia, paese continente (Russia come Asia)
• 1904-05: sconfitta con il Giappone
• Rivoluzione del 1905
• crisi di coscienza nell’espansione imperiale
• 1914: la Grande Guerra
• 1916: rivolte in centro-asia per la leva militare
• 1917: la rivoluzione esplode nel centro dell’Impero (non è causata dalle nazionalita’ periferiche)
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1917: Rivoluzione bolscevica
• Fattore ideologico leninista: sistema etno-federale
• Unione di repubbliche sovietiche al posto dell’ “Impero dei Russi” romanoviano
• Stalin: rivoluzione in un solo Paese
• Omogeneizzazione ideologica: vs la Chiesa e i kulaki
• Industrializzazione e collettivizzazione forzata
• Dopo la II guerra mondiale:
• Sull’Impero esterno (i paesi satelliti dell’Europa orientale)
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Allargamenti Ue:
2004; 2007
Allargamenti Nato:
1999; 2004; 2009
Membership Action Plan:Macedonia, Montenegro
Intensified Dialogue:
Ucraina, Georgia,
Bosnia Erzegovina
La sfera di influenza è una regione sulla quale uno Statoesercita un’influenza politica, militare, economica, culturaleesclusiva e le dinamiche che vi prendono forma all’interno nonentrano in contraddizione con gli interessi dello Stato egemone.
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In seguito allo scioglimento dell’Urss (26/12/1991) sono sorti 15 nuovi Stati indipendenti
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Con l’eccezione della Russia, solo i Paesi baltici sono dei renewed States, i Paesi caucasici hanno conosciuto un’effimera indipendenza, mentre tutti gli altri sono dei new States. In questa cornice storico-politica gli Stati ex-sovietici hanno dovuto affrontare contemporaneamente 4 transizioni sistemiche:
1) State-building;
2) Regime change;
3) Passaggio dall’economia pianificata all’economia di mercato;
4) Trasformazione del sistema internazionale da bipolare a unipolare.
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Gli Stati ex-sovietici possono essere suddivisi in 5 categorie «geopolitiche»:
1) Baltici (Estonia, Lettonia, Lituania): primi a diventare indipendenti, più ricchi, membri di Nato e Ue;
2) Terre di confine-Ue (Bielorussia, Ucraina, Moldavia): regione più debole economicamente e ancora alle prese con il consolidamento dello Stato;
3) Caucaso (Armenia, Azerbaigian, Georgia): area più turbolenta, con l’Azerbaigian in forte crescita economica;
4) Russia: dopo la crisi degli anni ‘90, ha invertito la rotta sia nella dimensione politica che economica tornando ad essere una grande potenza;
5) Asia Centrale (Kazakhstan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tajikistan, Kirghizstan): area meno democratica e con la maggiore persistenza dell’elite sovietica. Crescita economica per Kazakhstan e Turkmenista.
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L’esito della transizione negli Stati ex-sovietici
Consolidated
Democracies
Semi-
Consolidated
Democracies
Transitional
Governments or
Hybrid Regimes
Semi-
Consolidated
Authoritarian
Regimes
Consolidated
Authoritarian
Regimes
Score (1.00–2.99) Score (3.00–3.99) Score (4.00–4.99) Score (5.00–5.99) Score (6.00–7.00)
Estonia 1.96
Latvia 2.07
Lithuania 2.32
Georgia 4.75
Moldova 4.82
Ukraine 4.86
Armenia 5.36
Kyrgyzstan 5.96
Russia 6.21
Tajikistan 6.25
Kazakhstan 6.57
Azerbaijan 6.64
Belarus 6.71
Turkmenistan 6.93
Uzbekistan 6.93
Source: Author’s compilation based on data from Nations in Transit 2013 (Freedom House)
Democratic Ranking of Former Soviet Republics
State
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Quanto pesa l’eredità politica negli Stati ex-sovietici
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La Comunità degli Stati Indipendenti è nata per mantenere una
forma di associazione tra gli Stati ex-sovietici, favorendone
l’integrazione economica
Non vi hannoaderito i tre StatiBaltici;
Il Turkmenistan èrimasto «associato»
La Georgia è uscitanel 2009
L’Ucraina è stataassociata fino al 2014
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I russi oltre i
confini della
Federazione
Russa
La cornice entro la quale oscilla l’azione internazionale dellaFederazione Russa è definita da: a) legami storico-culturali conalcune regioni-simbolo rimaste al di fuori dei suoi confini; b)protezione dei popoli russi e russofoni; c) sentenza della Corteinternazionale di giustizia dell’Aja sul Kosovo
“Verso l’Unione Eurasiatica”, Gazeta.ru, dicembre 2011
• Ritorno di Putin alla Presidenza: lancio del progetto di Unione Eurasiatica
• “Primo obiettivo: integrazione dell’Ucraina”
• “in realta’ significherebbe l’abbandono della nostalgia per l’Urss”
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Eurasia, prospettiva storico-ideologica moderna
• 1917, esilio russo: “contro” l’Europa, “contro” la monarchia e il costituzionalismo occidentale
• Linguisti del circolo di Praga (1928-1939), NikolayTrubetskoy e Roman Jakobson: “asianita” della Russia, etno-genesi con stirpi turaniche,come i turco-mongolidell’Orda d’Oro
• Anni ‘30-’40: sua realizzazione, Russia bolscevica, URSS
• Secondo eurasismo: Lev Gumiliov (1912-1992, figlio diAnna Akhmatova), studioso dei popoli turanici, prospetta per la Russia il destino “slavo-turanico”
10/06/2014 Pagina 39XVI Corso Superiore
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(Neo-)Eurasismo
• Eduard Limonov: Partito nazional-bolscevico, i “rosso-bruni” (1992), vietato nel 2007 (lista anti-Putin dell’Altra Russia)
• Alexander Dughin: per un “nazional-bolscevismo senza Limonov”, fonda nel 2001 il movimento Eurasia, che coinvolge personalita’ delle comunita’ ortodossa, musulmana, ebraica
• Dughin: 2012, La Quarta teoria politica
• Fascismo, Comunismo sono stati sconfitti, resta il Liberalismo
• E il suo Conservatorismo attivo: contro la razionalita’, la democrazia, il liberalismo, il progresso, per lo Stato forte (Schmitt)
• Talassocrazia (atlantismo) vs Eurasia (Russia)
• Contro la modernizzazione occidentale (coloniale, razzista), per la tradizione (religione, gerarchia, famiglia) e per la rivoluzione conservatrice
10/06/2014 Pagina 40XVI Corso Superiore
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Deriva etnocentrica?
• Alexander Panarine: “contro il darwinismo sociale dei liberali, per un grande Stato sociale”
• Dughin, 2013: Appello dell’Eurasia, conversazione con la “nuova destra” francese di Alain de Benoist
• “terza via” etnocentrica, identitaria (“la Russia ai russi”)
• Ma nei circoli del Cremlino si valorizza l’impostazione eurasista piu’ che quella russocentrica
• Eurasisti in “Russia unita”: ilgiornalista vedette Mikhail Leontiev, il politologo Sergey Markov (deputato alla Dumanel2007), Ivan Demidov, incaricato per le questioniideologiche del partito
10/06/2014 Pagina 41XVI Corso Superiore
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Contro la “strategia dell’anaconda” americana
• Contro le “rivoluzioni colorate”
• Creare uno spazio economico con l’80% del potenziale ex-sovietico
• Proporre nell’Eurasia del nord una “civilta’sopranazionale”: per una “primavera russa” (Dughin, 18 marzo)
• Intervento nella “nuova Russia”, Ucraina orientale (Putin, 17 aprile)
• uno “scontro di civilta’” visto dalla prospettiva russa
• Tentativo di coinvolgere anche i nazionalisti ucraini contro le degenerazioni occidentali (J.-M. Chauvier, Le Monde Diplo)
10/06/2014 Pagina 42XVI Corso Superiore
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Unione Economica Eurasiatica, EAEC
• 28 maggio 2014, Astana: Putin, Lukashenko, Nazarbayev
• In vigore: gennaio 2015
• Integrazione nello scambio di beni, servizi, capitali, lavoro (secondo i criteri del WTO)
• Nell’ambito dell’Unionedoganale, l’obiettivo e’ la creazione di un mercatocomune per energia(elettricita’, gas, petrolio), ma solo dal 2025
• Trattato in 2 parti:
• Istituzionale: Consiglio Supremo EconomicoEurasiatico (dei capi diStato, ConsiglioIntergovernativoEurasiatico (capi digoverno), CommissioneEonomica Eurasiatica, Corte dell’EAEC
• Funzionale: politichecomuni per le tariffe, trasporti, industria, agricoltura
10/06/2014 Pagina 43XVI Corso Superiore
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The New Eurasian Century?
• Le Monde Diplotique, altre testate propongono un “nuovo secolo eurasiatico” dopo la definizione della dottrina neo-con dell’amministrazione Bush per il XXI secolo – 1997: Project for the New American Century
• 2000: Ricostruire le difese dell’America
• 2001: 11 settembre, “una nuova Pearl Harbor”, intervento in Afganistan
• 2003: intervento in Iraq
• Il “nuovo secolo Eurasiatico” invece si caratterizza per l’asse russo-cinese:
• BRICS
• Shanghai cooperationorganization, 2001 (Cina, Russia + Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan: Shanghai 5, 1997 + Uzbekistan)
• nel G20
• nel Non Aligned Movement
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Durante la presidenza di Boris El’cin (1991-1999) un tacito accordo tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti ha sancito l’ingresso nell’orbita occidentale dell’Europa orientale, mentre non ha chiarito la posizione degli Stati ex-sovietici. Con l’avvento al potere di Vladimir Putin (2000-attuale), il Cremlino ha posto obiettivi primari la ricostruzione di un’area di profondità strategica intorno a Mosca e la riaffermazione dell’egemonia sull’ex-spazio sovietico moltiplicando i motivi di conflitto con Washington:
Estero vicino (Russia): è costituito dai territori dell’ex UnioneSovietica, che rappresentano la naturale sfera di influenza diMosca;
Estero condiviso (Stati Uniti): i territori dell’ex Unione Sovieticacostituiscono una buffer zone tra mondo occidentale e FederazioneRussa, su cui esercitano un’influenza paritaria.
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Gli Stati ex-sovietici nella dottrina
dell’Heartland e del Rimland
10/06/2014XVI Corso Superiore
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Durante l’amministrazione Clinton, gli Stati Uniti hanno
messo in pratica la teoria della «pace democratica», secondo
cui la diffusione della democrazia in una regione porterebbe
alla stabilità nei rapporti tra Stati, che riconoscerebbero
naturalmente negli Stati Uniti la potenza leader
Gli Stati Uniti già dal 1989 hanno stanziato attraverso il SeedAct (Support for East European Democracy Act) i fondi destinatialla democratizzazione e alla trasformazione economica degli
Stati dell’Europa Orientale. Similmente dal 1992 hanno messo a disposizione degli Stati post-sovietici i fondi del
Freedom Support Act (Freedom in Russia and EmergingEurasian Democracies and Open Markets Support Act).
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Gli Stati ex-sovietici nell’immagine del
Grande Medio Oriente
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Possibili effetti di
destabilizzazione della
crisi in Crimea (I)
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Possibili effetti di destabilizzazione
della crisi in Crimea (II)
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Gli Stati Uniti possono intraprendere due strade, che non si escludono, in risposta ad un’eventuale offensiva «diplomatico-culturale-politica» di Mosca:
- Proseguire con l’integrazione della “nuova Ucraina” nelle struttureoccidentali, il cui primo passo è stato compiuto dal nuovo governo diKiev che ha posto rimedio allo stop giunto a novembre. Difficilel’allargamento alla UE all’Ucraina a causa della revisione dei rapporticommerciali che comporterebbe con la Russia e ancor più difficilel’adesione di Kiev alla Nato, che segnerebbe il massimo arretramentodella zona di sicurezza russa dal trattato di Brest-Litovsk e il controllodell’Alleanza atlantica di alcune aree (Ucraina orientale) dove operanoindustrie coinvolte nel settore della sicurezza strategica russa;
- Lanciare un nuovo piano intermarium rafforzando – economicamentee militarmente - i “pilastri strategici” occidentali prossimi alle zone apiù alto rischio di contagio della crisi in Ucraina (Polonia-Baltico;Romania-Moldavia/Ucraina; Azerbaigian-Caucaso).
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La Nato nel 1990
Francoforte sull’Oder-Mosca: Km 1.719;
Trieste-Mosca: Km 2.424; Kemalpaşa-Mosca: Km 2.186
La Nato nel 2014
Ludza-Mosca: Km 648; Județul Botoșani-Mosca: Km 1605;
Kemalpaşa-Mosca: Km 2.186
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Se Ucraina e Georgia entrassero nella Nato
Ludza-Mosca: Km 648;
Shostka-Mosca: Km 591;
Tblisi-Mosca: Km 1.956
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Riferimenti bibliografici sulle conseguenza della
crisi in Ucraina:
10/06/2014 55
• A.F. Biagini, Uno sguardo storico sulla crisi ucraina, in www.geopolitica.info
• A. Carteny, S. Santangelo, La crisi russo-ucraina nel solco della storia, in www.huffingtonpost.it
• G. Natalizia, S. Santangelo, Crimea: è davvero Putin il vincitore?, in www.huffingtonpost.it
• G. Friedman, From Estonia to Azerbaijan: American Strategy after Ukraine, in www.stratfor.com
• A.F. Biagini, Equilibrio di potenza e interessi strategici nella crisi dell’Ucraina, in «Energia», n. 2/2014, pp. 16-19
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