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Page 1: VENERDÌ 8 FEBBRAIO 2013 ILCENTRO Isindacatidiconono ......to piano costituirono una dif-ferenzanon da poco.Ma que-staèun'altrastoria.Fortunata-mente, il palazzo è stato solo parzialmente

di Fabio Iuliano◗ L’AQUILA

«La vuoi sapere la differenzatra me e te? E' che tu per farequesti quattro piani di scale apiedi impieghi un minuto, iomezzora». Intervistato nellasua abitazione, il presidentedella comunità XXIV Luglio,Gaspare Ferella, rispondevacosì a un cronista che gli chie-deva di parlare della propriacondizione di disabile. Era il 6marzo 2009. Solo un mese do-po, alle 3.32 di notte, quei ven-tinove minuti in meno per la-sciare l'appartamento al quar-to piano costituirono una dif-ferenza non da poco. Ma que-sta è un'altra storia. Fortunata-mente, il palazzo è stato soloparzialmente danneggiato dalterremoto e Ferella, insieme asua moglie, è tornato a viverenello stesso appartamento delquartiere di Pile, nella perife-ria ovest dell’Aquila. Nono-stante la sua disabilità fisica,non ha bisogno di assistenza,anzi con la sua associazione èimpegnato da anni nel cercaredi dare sostegno a tante fami-glie che hanno in casa un an-ziano o un portatore di handi-cap e che ogni giorno fanno iconti con la crisi, la burocra-zia, barriere architettoniche e,soprattutto culturali. Una pro-blematica da affrontare in unaregione dove oltre un quintodei residenti ha più di 75 annie dove c'è un indice di disabili-tà che si avvicina al 6%.

I FONDI. I tagli continui allaspesa pubblica e le sforbiciateai contributi statali e regionaliportano persone svantaggiateall'isolamento forzato e alla ri-nuncia delle cure, con disabilie anziani non autosufficienticondannati a restare senza ser-vizio navetta e assistenza do-miciliare. «E' un problema cheavvertiamo sulla nostra pellecome associazione», valuta Fe-rella, «i servizi sociali sono ero-gati da Comuni e Comunitàmontane tramite cooperativee associazioni come la nostra,

ma stiamo attraversando unmomento di difficoltà a causadelle incertezze finanziarie, inquanto non c'è alcuna certez-za sul fondo per la non auto-sufficienza che è subordinatoall'accordo Stato-Regione».

PIANI DI ZONA. Una primarisposta arriva proprio in que-sti giorni. Su proposta dell'as-sessore alle Politiche sociali,Paolo Gatti, la giunta regionaleha destinato 7,62 milioni di eu-ro al cofinanziamento dei Pia-

ni di zona dei Servizi socialiper garantire la continuità dell'erogazione dei servizi. «E' undato importante», spiega Ferel-la, «perché, al netto delle iper-boli da campagna elettorale,va a garantire la copertura di

servizi sul territorio e la conti-nuità». Le problematiche resta-no molte, a partire dal sempli-ce trasporto. «In una città este-sa come L'Aquila», prosegue,«alcune frazioni rimangonoescluse dai servizi di bus navet-

ta e questo, ad esempio, rendemolto difficile per la nostra as-sociazione fare attività di cen-tro diurno. Di fatto, in genera-le, quando i disabili esconodal circuito scolastico, perdo-no strumenti importanti».

COOPERATIVE. Nelle cittàprincipali, l'assistenza è rego-lata dal Plna, una sorta di rego-lamento per l'erogazione dell'accompagnamento per disabi-li e anziani. Il resto del territo-rio è coperto da 7 comunitàmontane.

Ma il servizio è spesso me-diato dalle cooperative. «L'in-certezza di fondi rende il no-stro lavoro molto difficile»,spiega Goffredo Juchich, ope-ratore sociale e segretario di Ri-fondazione comunista all'Aquila. «Si lavora a cottimo ebisogna muoversi da una par-te all'altra della provincia, trat-tando casi molto eterogeneifra loro, dall'anziano con diffi-

coltà motorie, al ragazzino cheha problemi di attenzione. Tut-to questo, in un momento incui le cooperative fanno moltafatica a tenersi in piedi, con sti-pendi che arrivano in ritardo eore di assistenza tagliate all'ul-timo momento». «Da settima-ne», aggiunge, «la comunitàMontagna dell'Aquila che ope-ra in tutti i comuni della zonaha sospeso per un periodo ditempo indefinito i servizi di as-sistenza domiciliare ai disabiligravi a causa del mancato rifi-nanziamento del Plna (pianolocale non autosufficienza)».

VOLONTARIATO. In un cli-ma di tagli al servizio civile,con numerose associazioni sul

territorio che non possono piùcontare sugli obiettori, molteurgenze sono coperte dal vo-lontariato. «E' necessario peròmettere in campo una serie diiniziative per potenziare ognigiorno una rete di persone in-teressate a dare una mano»,commenta Anna Romano,professionista del sociale dellaValle Roveto. «Così, le associa-zioni organizzano numeroseattività collaterali, tra sport,musica e teatro, per farsi cono-scere».

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Da sinistra, Walter Palumbo e Giuseppe Zuccatelli, in alto visita medica

E la badante diventa un lusso per pochiE’ polemica sulla tassa di licenziamento. Di Lillo: molti preferiscono rischiare con contratti in nero

Piergiorgio Di Lillo referente della Social service Italia

Anna Romanoassistente sociale

nella Valle Roveto: «Leassociazioni sul territorionon possono più contaresugli obiettori.Molte urgenze sonocoperte dal volontariato»

Ferella dellacomunità XXIV

Luglio all’Aquila: «Nonc’è alcuna certezza sulfondo per la nonautosufficienzasubordinato all'accordoStato-Regione»

Tagli all’assistenza«Noi, reclusi in casa»La riduzione dei contributi pubblici porta all'isolamento di anziani e invalidiSituazione drammatica in Abruzzo con un indice di disabilità del 6%

di Antonio De Frenza◗ PESCARA

I sindacati medici contestanola riforma della medicina terri-toriale (medici di guardia, me-dici di famiglia e pediatri diprima scelta, assistenza h24).Attraverso l’intersindacale me-dica, l’associazione che riuni-sce tutti i sindacati di catego-ria, i medici chiedono al com-missario della Sanità GianniChiodi e al sub commissarioGiuseppe Zuccatelli di revoca-re due decreti commissariali(24/2012 e 40/2912) e di aprireun tavolo di confronto chetenga conto delle condizionidi lavoro dei medici in una re-gione orograficamente com-plessa e difficile come l’Abruz-zo.

Il primo decreto contestatodefinisce le nuove linee guidaper l’organizzazione della con-tinuità assistenziale (gli ex me-dici di guardia), e alza il rap-porto da 1 medico di guardiaogni 3.500 residenti a 1 ogni5000 residenti; il secondo de-creto ridisegna gli «ambiti discelta» dei medici di famiglia edei pediatri di libera scelta,ampliando il territorio servitodai sanitari di base.

Per il segretario regionaledell’Intersindacale medica,Walter Palumbo, i provvedi-menti «travisano la nostra mo-dalità di lavoro. Come può unmedico garantire specialmen-te nelle aree montane la possi-bilità di dare risposte ai biso-gni sanitari urgenti nel brevetempo? Tanti sindaci abruzze-si temono questo e stanno giàprotestando, perché alcuneguardie mediche sono statechiuse e altre saranno chiu-se». Per i medici di base l’am-pliamento degli ambiti porta aun carico di lavoro pesante e aspostamenti più lunghi. «I piùcolpiti sono i pediatri di base»,dice Palumbo, «che per assi-stere i loro 700-800 pazientidevono spostarsi in più comu-ni». Per l’intersindacale medi-ca siamo di fronte a «una con-fusione organizzativa noncompatibile con l’erogazione

di un servizio efficiente». Lenuove misure dimostrano«una scarsa conoscenza dellenorme esistenti e una colpevo-le improvvisazione, fatto sal-vo il superfluo e scontato ri-chiamo agli obblighi delle leg-gi nazionali e regionali e allenorme convenzionali».

Il problema dovrebbe esse-re discusso all’interno delConsiglio sanitario regionalerichiesto dai sindacati e la cuicostituzione è stata appoggia-ta e sollecitata dal vicepresi-dente della Regione GiovanniD’Amico. Il consiglio dovreb-be riunirsi nei prossimi giorni.«Sarà una sorta di consultadella sanità», dice Palumbo,

«composto da medici, infer-mieri, amministratori che do-vrebbe essere propedeutico alnuovo piano regionale che do-vrà essere applicato al termi-ne del piano di rientro».

I tempi però stringono. Lasettimana prossima la Regio-ne dovrebbe recepire i provve-dimenti predisposti dalle Aslsulla base dei due decreti.

Quanto infine all’assistenza24 ore su 24, i problemi sonoancora più pesanti. Le Regionihanno fatto già presente al mi-nistro Balduzzi di non avere ri-sorse per coprire il servizio, vi-sti i tagli pesanti già fatti o initinere.

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I sindacati dicono noalla riduzionedei medici di guardiaIl rapporto salirà da 1 ogni 3.500 residenti a 1 ogni 5milaNorme più rigide anche per i pediatri di base

◗ L’AQUILA

Fa discutere da giorni, la gabellaintrodotta dalla Legge Fornero,che obbligherebbe i datori di la-voro a versare un «contributoper il licenziamento» quando siinterrompe un rapporto conuna colf o una badante. Contri-buti annunciati e temuti inquanto non inferiori a 1.450 eu-ro. Un sistema temuto e critica-to da più fronti e che ha apertoun dibattito che ha tirato in bal-lo il contratto nazionale. Perico-lo scongiurato a quanto pare:niente super tassa per le fami-glie, almeno per il momento, in

quanto la riforma sembra desti-nata a colpire solo le imprese li-cenziano. E’ questa l’interpreta-zione data dai tecnici dei mini-steri del Lavoro al comma 31dell’articolo 2 della legge92/2012. Ma, tassa o non tassa, ilproblema per molte famiglieche hanno un anziano o un disa-bile da assistere non è tanto il co-sto del licenziamento, quanto ilcosto del lavoro stesso. Piergior-gio Di Lillo, giovane referentedella Social service Italia, societàdi servizi assistenza domiciliareanziani e disabili che ha sede aPescara e all’Aquila, ma opera invarie parti d’Italia. «Purtroppo»,

sottolinea Di Lillo, «siamo obbli-gati a riservare il servizio a perso-ne o famiglie che possono conta-re su una buona situazione eco-nomica, in quanto il costo men-sile non può essere inferiore auna certa cifra, proprio a causadegli elevati contributi da paga-re sulle badanti assunte». Di fat-to, una badante senza contrattocosta qualcosa come 400-500 eu-ro al mese, più vitto e alloggio. Icosti raddoppiano con una rego-lare assunzione e, anche in que-sto settore, i nuovi vincoli impo-sti dalla Legge Fornero, si stan-no rivelando un deterrente allastabilizzazione, piuttosto che

uno strumento a tutela dei di-pendenti. Per questo motivo, ildato relativo al lavoro sommer-so è enorme e c’è chi preferiscerischiare multe anche salate,piuttosto che mettere in regola icollaboratori domestici. Una si-tuazione che ha ripercussioni so-prattutto in relazione all'assi-stenza di anziani soli. Il servizionon può considerarsi alternati-vo all'assistenza erogata da Co-muni e comunità montane. Al-tro dato importante è la prove-nienza di colf e badanti. «Preva-lentemente vengono dall’Euro-pa dell’Est», conclude Di Lillo,«qualcuna dall’Africa, ma più siva avanti, più cresce il numerodi badanti italiane. Questo, amio avviso, la dice lunga sulla si-tuazione attuale, in un momen-to di particolare crisi». (fab.i.)

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Un caso molto delicato è quellorelativo alle visite mediche peril riconoscimentodell’invalidità. Uno status chedà diritto alle forme diassistenza dall’assegno diaccompagnamento ai servizisociali. Ha fatto moltodiscutere, qualche giorno fa, lanotizia di un 57 di Celano,Giuseppe Nebbioso, cheattende da quasi due anni lavisita per ottenere l’invaliditàcivile. L’uomo, dipendentedalle Ferrovie dello Stato, hapresentato domanda dopo aversubìto un delicato intervento alcuore, ma dopo la bellezza di 22mesi la commissione appositanon ha ancora predisposto lavisita per valutare lecondizioni. I tempi per laverifica dei requisiti sono più omeno quantificabili in 14 mesi.La domanda di nebbioso è stataprotocollata il 31 marzo del2011, ben oltre i tempi diattesa.

A Celano due anniper averel’invalidità civile

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