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Gli alunni della Classe 2 ASCUOLA SECONDARIA DI 1 GRADO "MARIA CONSOLATRICE" - CALUSCO D'ADDA

La vacanza studio di Emilia sembra trascorrere tranquilla comelei aveva sperato, se non fosse per la presenza di James, unragazzo stupendo, che la invita ad incontri romantici al LondonEye e le fa battere il cuore. L'ultima sera le regala perfino unoggetto speciale ed Emilia è al settimo cielo. Ma quando torna inItalia la ragazza avrà una grande sorpresa...Chi è davvero James?

Un amore sotto il London Eye

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Un amore sotto il London Eye

James all’inizio non parla e insieme guardano la luna, che quella notte èpiena e mostra al massimo la sua bellezza.Poi James tira fuori da una tasca un piccolo oggetto. Le spiega chefunziona come una lampada e ogni volta che la accende Emilia potràrivedere la luna che c’è quella sera, oppure come un cellulare. Quando leiavrà nostalgia potrà chiamarlo e fare una chiacchierata con lui.Emilia è al settimo cielo, e non sa come faccia lui a sapere quanto lei amila luna ma non osa far domande e si gode quella vista stupenda. Prendel’oggetto e lo mette in una tasca della felpa.

Un mese dopo questo giorno Emilia, che ormai è in Italia, si decide dichiamare James. Estrae il suo regalo dal cassetto e schiaccia un tasto.James le ha detto che avrebbe risposto sinceramente a tutte le suedomande.Perciò, con grande curiosità, appena sente la sua voce Emilia comincia:“Dove abiti?”E lui:” A casa mia”“Come fai a sapere della mia ammirazione per la luna?”“Un giorno ho sbirciato tra le tue foto e ne ho trovate migliaia sulla luna”E anche: “ Perché i signori Russell non sapevano chi tu fossi?”“Emilia. prova a pensarci. Secondo te tutti gli altri mi vedono?”Emilia si sente svenire.E’ pallidissima.Nella sua mente ci sono vari flashback.Ad esempio le persone sul London Eye che la guardavano male. Oppurel’espressione di Mrs. Russell quando aveva chiesto “Who is James?”.O ancora, quando lo aveva visto in quella stanza degli ospiti dove nonentrava mai nessuno.Emilia, però, vuole ancora fargli una domanda.“Chi sei?”“Sono… James.” Emilia riesce quasi a immaginare il suo sorriso.

Sono passati 10 anni da quel giorno ed Emilia non ha più parlato conJames perché quell’aggeggio non funziona più, ma porta ancora nel cuoreJames e quel suo sorriso perfetto.

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La cena ha il magico potere di metterla a suo agio: peccato, soltanto, per lamosca insistente che sembra aver scambiato il suo piatto di zuppa per unapiscina e continua ad infastidirla!Anche questa volta, però, Emilia vorrebbe chiedere a Mrs. Russellinformazioni su James, ma, dopo la figuraccia del primo giorno, non trovale parole.Così rientra in camera sua e si mette al computer, per rispondere allemail.Pochi minuti dopo sente ancora dei rumori provenire dalla stanzaaccanto. Senza riflettere, corre verso la fonte di questo fastidioso rumore etrova ancora James. Nasconde sempre lo stesso oggetto senza nomedietro la schiena. Emilia decide di cambiare domanda: “What are youdoing?” e lui, come se fosse già preparato, taglia corto: “You’ll see it…” .Emilia capisce che non c’è proprio nulla da fare con questo ragazzo e tornadelusa in camera sua.

Venerdì è l’ultima sera per lei. Dopo cena, Emilia non resiste alla curiositàed entra di nuovo in quella camera; questa volta è tutto silenzioso. Jamesnon c’è, ma su una scrivania è appoggiato un biglietto. La scrittura è moltocurata.

See you at 8 p.m. near the London Eye. I have a surprise for you. Don’tmiss!James

Emilia è attraversata da un brivido. C’è poco tempo. Si veste di corsa: felparosa pastello della Hollister, mini gonna svolazzante blu cobalto e buffocappellino nero con le orecchie a gatto (l’ha trovato in una bancarella).Alle 8 in punto è sotto il London Eye. James la sta aspettando; indossa unosmoking nero e un papillon bordeaux.“Here you are! I’ve been waiting for you”.Nel vedere tanta eleganza, Emilia arrossisce di colpo.James, invece, disinvolto le prende la mano e la conduce ad una panchina.Davanti a loro scorre il Tamigi.

Un amore sotto il London Eye

- “Welcome” dice l’uomo marrone aprendo la porta. Sono in un ingressocon il pavimento a scacchi bianchi e neri. Davanti a loro sale una scala.Porte di qua, porte di là. Una signora coi capelli di un grazioso colorbiancoviola le viene incontro. “How do you do, my dear?” Emilia sgrana gliocchi. Pensava che certe frasi ormai ci fossero solo nei libri di scuola. Loronon li usano nemmeno, a scuola, i libri. Fanno conversazione e basta. MissPaine è australiana, però. E giovane. E questi signori sono anziani einglesissimi. Adesso le offriranno di sicuro… “Tea, my dear?” Appunto.Emilia sorride e annuisce. In inglese è brava, ma un conto è risponderealle domande della Miss, un conto è rispondere con lo stesso tono sicuroa quelle parole semplici di cortesia che però sembrano tagliate nelcristallo. A parte questo, sono gentilissimi. Lui è tutto di tweed, anche lafaccia. Lei ha un golfino azzurro, le perle, e scarpe ragionevoli da personaa cui piace camminare. Un gatto color crema scende le scale strusciandosicontro la balaustra. “Hi, Moll” dice la signora. Una coppia anziana e ungatto. Emilia non poteva desiderare di meglio. Vacanza-studio inInghilterra? D’accordo. Ma in college no. E niente famiglie numerose conbambini a cui fare da babysitter, niente ragazzine ostili o ficcanaso. Lezioniprivate di grammatica e conversazione, e ospiti tranquilli. Quindi va tuttobene. La signora Russell sparisce in cucina. “This way” dice il signorRussell. E la precede in salotto. Camino, poltrone verdi, divano blu, beiquadri di paesaggi e di facce antiche. E poi Emilia trasalisce. Da una dellepoltrone si alza un ragazzo coi capelli di un biondo quasi bianco, gli occhitrasparenti. Alto, sottile, elegantissimo nell’abito scuro con la camiciacandida e la cravatta. Le sorride, si fa avanti, le tende la mano. “I’m James”dice. “How do you do?” Ancora. Emilia esita, poi la buona educazione ha lameglio. Stringe quella mano, e un brivido la avvolge.

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La mattina seguente Emilia si prepara per la sua prima colazione, unasuperenergetica colazione all’inglese: fagioli rossi, uova all’occhio di bue esalsicce grigliate.Non vedendo James si rilassa e ne approfitta per chiedere a Mrs. Russelinformazioni su di lui.“ Who is James? He is…no…Is. he your son?…Or…ehm…your… grandson?”Le parole sono ancora un po’ insicure.La dolce vecchietta, però, appare confusa, quasi divertita. “I don’t know, mydear. What are you talking about?”scandisce comunque con cortesia.Emilia si paralizza all’istante. Eppure la sua domanda era abbastanzachiara, almeno così le era sembrato.In risposta a Mrs. Russel, si limita a mostrare un sorrisetto imbarazzato.Per fortuna la gentile signora lascia cadere il discorso. Anzi, per confortarla,comincia a nominare una per una le meraviglie che ci sono in tavola :bacon, eggs, sausages…

Qualche ora dopo, munita di mappa e con mille dubbi nella testa, Emilia siincammina verso il meraviglioso London Eye; dalla casa dei signori Russellci si può arrivare comodamente a piedi. I corsi inizieranno solo il giornodopo.A lei è sempre piaciuta molto questa ruota. Quando vi si trova sotto,l’emozione è incontenibile.E nel momento in cui allunga il collo perguardare meglio le piccole cabine, scorge da lontano James.E’ impossibile non notarlo con quei suoi capelli chiarissimi, quasi bianchi.Lui si avvicina, la saluta gentilmente e la invita a salire sedendosi vicino alui.Emilia durante i primi dieci secondi di imbarazzo non smette di fotografareil panorama e cerca di non far incontrare il suo sguardo con quello diJames, fallendo miseramente l’attimo dopo, in cui lui dimostrandosi, alcontrario di lei, molto sicuro, la prende per mano.

La magia dell'ultima sera

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Le permettono anche di tenere in braccio il loro gatto color crema,morbido come un peluche e non si mostrano mai impazienti quandoEmilia non riesce a trovare le parole giuste.La sua camera, poi, è incantevole, perfetta per una sedicenne; sembra che isignori Russell l’abbiano chiamata apposta al telefono per chiederle unconsiglio sull’ arredamento. Una scrivania iper-mega-super-galattica,munita di un computer con schermo da 21 pollici tutto per lei, pareti colorbiscotto e tappeti con cerchi concentrici variopinti.Oltre ad un poster dellasua band inglese preferita.

Tutto procede tranquillo fino a quando, il lunedì dopo, Emilia, mentredorme in camera sua, si sveglia all' improvviso, in piena notte: ha sentitoun rumore nella camera accanto alla sua, una camera per gli ospiti dovenon va mai nessuno.Un po’ preoccupata, Emilia va a controllare e con sua grande sorpresatrova James intento a costruire qualcosa. Tiene un oggetto nella mano, maè quasi impossibile capire cosa sia. Sul viso di lui c’è un sorriso beffardo,che le provoca un senso di inquietudine. Emilia però insiste e domanda:“Who are you?” e lui, sempre con la stessa indifferenza, risponde: “I’mJames”.Lei rimane di pietra. Non sa cosa aggiungere, perciò si ritira un po’ triste incamera sua.

“Emilia, Emilia! The dinner is ready!”E’ passato solo un giorno dall’incontro con James. Emilia non fa chepensare a lui, a quello che stava costruendo e soprattutto alla sua risposta,una risposta così scontata ma anche misteriosa. A scuola ci è quasiimpazzita a pensarci.“Thank you”. Emilia è davvero contenta quando vede in tavola l’enormepiatto di zuppa fumante che la dolce Mrs. Russell le ha servito: dentrogalleggiano nuvoline di soffici crostini.

James ed Emilia (imbarazzata come sempre)

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Un amore sotto il London Eye

La mano del ragazzo è fredda, anche se quella giornata è una delle piùcalde a Londra. Solo la sua mano suda, mentre quella di James rimanesempre della stessa temperatura. Emilia sente un calore salire fino al suoviso e diventa tutta rossa, proprio come i suoi capelli che già sono delcolore del fuoco. Perfino le sue odiate lentiggini si colorano più del solito.Una domanda continua a girarle in testa come una trottola impazzita nellemani di un bambino, perciò decide di mettere da parte l’imbarazzo echiede: “Who are you?”Lui, indifferente, risponde senza esitare, come se fosse già pronto a questadomanda: “I’m James”.Emilia vorrebbe insistere, capire, ma,non appena lo guarda dritto in facciae lo vede così bello, si dimentica di tutto. Continuano il giro in silenzio,mano nella mano come una coppia di fidanzatini felici.Poi, come se non bastasse, James la saluta con un piccolo bacio sullaguancia ed Emilia si scioglie come un ghiacciolo in una giornata estiva con40 gradi!Vuole chiedergli di accompagnarla in giro per quella bellissima città, ma,quando si riprende, dietro di lei non c’è già più nessuno. Dove è sparitoJames?Emilia, sempre più confusa, torna dai signori Russell: c’è giusto il tempo peruna doccia prima di cena.

Quella notte Emilia non chiude occhio per i troppi pensieri.L’indomani, al suo primo giorno di scuola, si sente come uno zombie. Simostra scostante con i suoi nuovi compagni, ma a lei questo poco importa:la cosa importante è imparare l’inglese. Non è partita per Londra perritrovarsi ragazzine impiccione tra i piedi, non vuole che nessuno ladisturbi…o meglio, non voleva prima che arrivasse James…Tutto sommato, le giornate seguenti trascorrono tranquille, tra corsi allascuola e piacevoli serate nel salotto dei signori Russell, che siconfermavano persone gentilissime e accoglienti.

Appuntamento sotto il London Eye...

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