Download - The Best Magazine#4

Transcript
Page 1: The Best Magazine#4

# quattroanno 0 - maggioi 2010

La rivista per il bloggerfatta dal blogger

La rivista per il bloggerfatta dal blogger

Intervista a...

In sala con...

Viaggi

Alessandro Zaccuri

Robin Hood

.

Istanbul... un’avventura?

Stabile emergenzaRace for the CureEmergenza RifiutiAbbandono...

Così fan molti...S.O.S. salvati dalla musica...

83° Adunata Nazionale Alpini

EMERGENZA

ITALIA?

Page 2: The Best Magazine#4

by Arthur Emerg-

enza

Italia?

Page 3: The Best Magazine#4

7, 8 e 9 maggio 2010

83° ADUNATA NAZIONALEDEGLI

A BERGAMO…ALPINI

CIRCA SEICENTOMILA PERSONE

"BENVENUTI ALPINI"

EMERGENZA Italia

CHE DA TUTTA ITALIA hanno invaso la città diBergamo, previsioni che all’inizio facevano temere a chissà quale e quantaconfusione, mentre invece, nonostante la marea di gente, auto, pullman, di tende e di

accampamenti, di cucine improvvisate e di banchetti un po' da tutte le parti, sembrava di vivere inuna una sorta di invasione pacifica e civile che ha lasciato tutti sbalorditi, macon il cuore pieno di emozione.

E già, se si parla di Alpini, si parla di gente che con orgoglio ha creduto e crede nei valori dell’unità diPatria, con dedizione ha dedicato la sua vita alla solidarietà, alla fratellanza, al senso del dovere, alrispetto, al sacrificio, valori che si percepivano guardandoli nell’interminabile sfilata di uomini che,dalle prime ore del mattino, fino a tarda sera sotto la pioggia, orgogliosi tenevano il passo al suonodelle fanfare, sorridendo e applaudendo a quanti, dietro le transenne, li applaudiva.

Una festa per la città intera, tutta agghindata di bandiere tricolore che sventolavano da ognibalcone, appese sui pali della luce, lunghi striscioni con la scritta , chefacevano bella mostra di se sulle terrazze, o che s’intravedevano percorrendo la superstrada cheportava in centro città, una gioia per gli occhi e per l’anima, in netto contrasto con quanto in queigiorni da più parti, senza più ormai alcun ritegno, veniva sbandierato; interminabili e scontateinventive contro il centenario dell’unità d’Italia, di gente che per scopi propagandistici, non haancora capito che la storia va vista, studiata e recepita in ogni suo dettaglio, calandosi con umiltà,negli usi e costumi di un popolo che, prima di ogni cosa, ha creduto nella libertà.

Guadando da dietro le transenne la sfilata di questi uomini fieri di appartenere al corpo degli Alpini,ho provato più volte l’emozione di chi si rende conto che oggi tutto è dato per scontato, valori moraliche sembrano non esistere più, ma che un’adunata come questa, ha come per incanto rimescolato,per poi farli rinascere in cuori che, forse per mancanza di speranze, o per paura, li avevano confinatiin un angolo nascosto.

Ecco qual è, secondo me, la vera , ritornare a credere che uniti si stiameglio, senza falsi pudori, senza paura di sembrare diversi.

"giornata qualsiasi",

Arthur

Page 4: The Best Magazine#4

#4 3

La principale funzione della borraccia è quella di aprirsi da sola

nello zaino.

La principale funzione degli zaini impermeabili è quella di

trattenere l’acqua della borraccia al loro interno.

La principale funzione dei sacchi a pelo è quella di assorbire

quanta più acqua possibile nello zaino.

Si chiama osmosi il processo notturno mediante il quale la tuta

assorbe acqua dal sacco a pelo … per trasferirla direttamente al

corpo umano.

In altre parole: PIOVE SUL BAGNATO!

Legge

sull’idrodinamica:

Page 5: The Best Magazine#4

BUONA LETTURA!

#4 4Solindue _http://solindue.wordpress.com/

l’editoriale by Solindue

Siamo in piena EMERGENZA evorrei poterci scherzare sopra,ma come apro il giornale non

riesco a divertirmi.

rifiuti è tornata in questi mesiad interessare pesantemente Palermo.Ancora difficile leggere notizie positive circa lafuoriuscita di petrolio dalla piattaforma dellaBp: una ecologica indescrivibile. «Èla peggiore che abbiamo mai visto…” spiega uno degli operatori impegnati afronteggiare ancora l’ del vulcanoislandese. Per non parlare delle borseeuropee; dei morti a Kabul per l’attentatokamikaze contro un convoglio di mezziamericani; dei 37 morti e 300 feriti nelle zonedi Bon Kai e Din Daeng in Thailandia.

Avremmo voluto scrivere, in questomese di maggio delle rose e delle vacanze cheincombono, ma il momento non è certopropizio. Ho chiesto davvero molto ai mieico l laborator i , forse r isch iando unammutinamento, ma ero fiduciosa: nonpossiamo nascondere la testa nella sabbia:questo mese ragazzi, parleremo diEMERGENZA.

Tutto è nella vita diognuno di noi. Dal tacco rotto al primoappuntamento, al quattro in latino del figlio.Ma ci sono che ricoprono latitudinipiù vaste. La nostra Koala è andata per noi inSicilia per portarci una testimonianzaconcreta del problema rifiuti a Palermo.

Con Fabio abbiamo rispolveratol’attualissimo pensiero di Federico Caffè, ilgrande economista, la cui misteriosascomparsa nell’aprile dell’87 non soloemozionò l’opinione pubblica italiana, maspinse i suoi studenti a setacciare la Capitalenella speranza di un ritrovamento maiavvenuto. Spaziocorrente ci invita ad unaprofonda riflessione sul nostro ambienteaffinché “ l’emergenza ambientale non sia unatassa di successione”. Tratteremo poi, con ilsorriso, l’E personale in radio. Pernon dimenticare Folletta che ci regala latestimonianza della più grande vittoria che sipossa realizzare nella vita: quella contro itumori.

Perché come sempre The Best vuolesoprattutto regalarvi positività e speranza.

troveremo la musica diRiccardo ad aiutarci, piuttosto che un magicomeccanico turco ad Istambul … ma èattraverso il NOSTRO meraviglioso tricoloreche possiamo sbarazzarc i d i ogni

: ho lasciato volentieri adArthur e ai nostri Alpini l’onore della primapagina.

L’aiuto più concreto viene infine dato algenere femminile, attraverso l’articolo diLuciano. E’ lui che ha la soluzione al peggioredei nostri problemi familiari. Una soluzionegeniale che suggerita ai vostri consorti, maritio compagni, non solo migliorerà la vostra vita,ma vi farà infine gridare: “ …terminata!”

L’

Nell’

emergenza

Emergenza

Emergenza

Emergenza

Emergenza

catastrofeemergenza

emergenza

Emergenze

mergenza

Sol’

Page 6: The Best Magazine#4

#4 5

Editoriale 3

La foto del mese...

Io ho un cuore. 7

Intervista a...

Alessandro Zaccuri 11

the contents

Foto copertinaSfilata Alpini2010 © Arthur

Emergenza Italia?

La sfilata degli Alpini 2

Orme ed Impressioni

Stabile emergenza 13

Così fan molti 17

S.O.S. Musica

Salvati dalle note 19

Emergenze quotidiane!

Rifiuti... 15

Blog creativo

Un paio di orecchini 22

25 In sala con...Robin Hood

27 Race for the cure

30 Viaggiare...Istanbul

35 La lezione di Federico Caffè

37 L’opinione...Indifferenza.

39 Radio OnAir

41 Non tutti sanno che...

43 La posta del Cielo

Foto ultima paginaBorgo San Lorenzo2010 © Solindue

Page 7: The Best Magazine#4

#4 6

the

ne

est

ma

ga

zib

the

nees

t mag

azi

b

Rubriche e collaborazioni

Elle -

E. Koala - Emergenze quotidiane

Spaziocorrente - Orme ed Impressioni

E.Koala -

Luciano - Così fan molti

Riccardo - S.O.S. Musica

Stella Luce -

Folletta - Race for the cure

Fabio - La lezione di Federico Caffè

Kate - Libri

BabEle - In sala con... Robin Hood

OnAir - Radio OnAir

Godot _ Non tutti sanno che...

Cultura e Spettacolo

Photo

Posta del Cielo

La foto del mese è di: Koalaclik

(www.2elle.wordpress.com)

(www.koalanation.wordpress.com/)

(www.spaziocorrente.wordpress.com)

(www.koalanation.wordpress.com/)

(www.lucianomarcelli.wordpress.com/)

(www.riccardo-uccheddu.blogspot.com/)

(www.stellasolitaria.wordpress.com)

(www.folletta.blog.kataweb.it/)

(www.volodinotte.typepad.com)

(www.scaladicristallo.wordpress.com)

(www.lescaledibabele.wordpress.com)

(e-mail: [email protected])

(www.

(www.koalaclik

dailygodot.wordpress.com/)

.wordpress.com)

nel

http://thebestmagae-mail: [email protected]

web:

zine.wordpress.com

...da un’idea di Solindue

Direttore

Art Director

Progetto graficoImpaginazione

Redazione

Solindue

Arthur

Arthur

Solindue

Arthur

Solindue

L’intervista a...

Arthur

L’opinione...

Pensieriperline_Blog creativo

(www.solindue.wordpress.com)

(www.ilmondodiarthur.wordpress.com)

(www.solindue.wordpress.com)

(www.ilmondodiarthur.wordpress.com)

(www.pensieriperline.wordpress.com)

The Cicianebbia’s _Viaggio a Istanbul(www.dinomanu.blogspot.com)

Page 8: The Best Magazine#4

#4 7Koala _http://koalanation.wordpress.com/

photo del mese by koalanation

Io ho

un

cuore!

Page 9: The Best Magazine#4

#4 8

Maggio, la gioca in casa! Ho scelto questa mia foto perché mi è costata unameravigliosa fatica: a pancia in giù, sdraiata sulla sabbia in balia del vento (e del freddo che mi segueanche in Sicilia), strisciavo sui gomiti in attesa che "la bestiola" si placasse, ma niente, continuava a

venirmi incontro, a leccarmi, ad accucciarsi su di me. Esausta mi sono alzata dopo quasi un'ora di tentativi! Maandare via non era facile, né per me, né per lui. Gliela dovevo, questa foto! E dopo tanta fatica, è bastato unattimo ... vede il mio fedele collaboratore B. allontanarsi, guaisce, lo guarda, mi rituffo nella sabbiae scatto incrociando le dita !

Non si può dimenticare lo sguardo di un cane che ti supplica di portarlo via di lì!(la foto è stata scattata sulla spiaggia di Trappeto vicino Palermo, è il nome che gli ho dato perchèalmeno smettesse di essere nessuno!)

Randagi, occhi tristi e senza speranza, orecchie basse, coda tra le gambe, passo spento. Passeggiano stanchie senza vita per le strade del SUD, sono tanti, troppi, davvero troppi. Il loro canile è la strada, la spiaggia, lacampagna, la loro vita è un vagare senza meta in attesa che un’auto metta fine a tutto questo!

Randagi, occhi tristi e senza speranza, orecchie basse, coda tra le gambe. Spenti, intimamente morti.Giacciono stanchi in gabbie minuscole, sporche, sovraffollate nei canili abusivi del NORD. Sono tanti, troppi,davvero troppi. Il canile è la loro tomba, se la vecchiaia, la fame, la sete o il freddo non metteranno fine a tuttoquesto, sarà la solitudine a farlo!

FOTO DEL MESE

"Trappy"

Trappy

“Non lasciarmi, dai.

Non c'è mai nessuno che giochi con noi qui. Hanno paura, dicono che il brancosia pericoloso.

Allora portami a casa, dai!

Non ti sei divertita a giocare con me oggi?

Io non ti lascerò mai, lo sai bene.”

(Bau)

E mi allontano, aghi nel petto.

EMERGENZA...I NOSTRI MIGLIORI AMICI MUOIONO DI SOLITUDINE!

Koalaclik _http://koalaclik.wordpress.com/2009/11/20/come-un-cane/

Page 10: The Best Magazine#4

#1 febb. 2010 #2 marzo 2010

#3 aprile 2010 #4 maggio 2010

Page 11: The Best Magazine#4

# due 10#4 10

the ne

http://t

est magazibnel w

hebestmagazine.wordpress.

eb:

comthe estb

http://thebestmagae-mail: [email protected]

magazinenel web:

zine.wordpress.com

Legal & Disclaimer

The Best Magazine è una rivista virtuale ancora in fase di sperimentazione e in quanto tale, verrà aggiornata senzaalcuna periodicità, pertanto non può essere considerata né una testata giornalistica né un prodotto editoriale, ai sensidella legge 62 del 7/3/2001.

Copyright

Le foto, le immagini e i testi che appaiono in questo Magazine, quindi anche nel Blog The Best Magazine, laddove nonindicato diversamente, sono di proprietà dell’autore, The Best Magazine, e sono coperte da copyright.Non è consentita alcuna loro riproduzione, nemmeno parziale, senza il consenso esplicito dell’autore. Se ci fosseroimmagini pubblicate tratte da internet e valutate di pubblico dominio, qualora il loro uso violasse i diritti d’autore, losi comunichi all’autore del Blog, ( e-mail: [email protected] che provvederà a rimuoverleimmediatamente.

)

Page 12: The Best Magazine#4

#4 11Solindue _http://solindue.wordpress.com/

l’intervista by Solindue

Intervista a...Alessandro Zaccuri

Scrivere sui margini è un momento d’incontro e diconfronto nel quale i libri e gli autori provocano unariflessione e tentano di concentrare l’attenzione aimargini delle società: ai luoghi e ai suoiprotagonisti. Com’è nata l’idea? La letteratura e le diverse forme espressive sono a

mio avviso grandiose risorse sociali, ma quantoriescono ad attirare concretamente l’interesse suiproblemi?

L’idea è nata dall’esperienza del Villaggio Barona,un insediamento abitativo solidale al cui internoopera, insieme con altre importanti iniziative, lalibreria Occasioni d’Inchiostro. Si tratta di un vero eproprio “presidio del libro”, attivo in una zona diMilano che troppo spesso viene appiattitasull’equazione fra periferia ed emergenza.L’intuizione (subito condivisa dall’agenzia Grandi &Associati, che fornisce un indispensabile supporto

sul piano ideativo e organizzativo) è stata quella didare vita a un evento che rendesse visibile il lavoroaltrimenti “invisibile” che la libreria e l’interoVillaggio compiono durante tutto l’anno in terminidi impegno civile e culturale.

Questi sono gli anni di e credo chel’esempio di Saviano basterebbe, da solo, a direche sì, la parola può ancora influire sulla società,rivelandone zone d’ombra e, nello stesso tempo,risorse inattese. Ciò che più importa, quando siaffronta il tema della marginalità sociale, è uscire

Gomorra

“Scrivere sui margini” è alla sua seconda edizione. Si tratta di un Festival delleLetterature e della Società, nato dalla collaborazione di un gruppo di realtà attive nel campo dellasolidarietà, della produzione e della promozione culturale del panorama milanese.Sono entrata in contatto facilmente con la segreteria del festival e con altrettanta facilità ho avutoaccesso alla mail del suo curatore artistico e ideatore:Alessandro Zaccuri.

Un attimo di incredulità e poi una prima domanda:

4 – 5 – 6 giugno 2010 – Villaggio Barona – Milano:“IL CONTO ALLA ROVESCIA È INIZIATO”.

Ma sto dialogando via e-mail con Alessandro Zaccuri anno 63, giornalista, conduttore televisivo,scrittore? (Non si disperi: se fosse un caso di omonimia sarebbe altrettanto meraviglioso!)

Sì: sono io, quello del ’63.Mi mandi pure le domande e io cerco di rispondere al più presto.

Page 13: The Best Magazine#4

#4 12

dalla cattiva coscienza di chi crede che occorraqualcosa “dal di fuori” per redimere situazionialtrimenti irrecuperabili. I margini, al contrario,sono i luoghi più vitali della società. È lì che si deveguardare per scoprire possibilità nuove di raccontoe di comprensione del vivere condiviso. Si cambiasoltanto se si accetta di partire “dal di dentro” di ciòche già sta accadendo.

Il tema del festival è il margine, non la periferia. Emargine è la provincia, è il post-terremoto,l’esperienza dei cittadini stranieri e anche di chistraniero non è, ma si trova ad abitare in uncondominio dove gli stranieri sono diventati lamaggioranza. Il margine non è un luogo fisico, mauna condizione, un punto di vista. Le periferiestesse non si recuperano se non nel quadro di unpensiero complesso, che tenga conto dell’interotessuto urbano. Il margine ha il vantaggio di essereuno spazio ancora non scritto, che può ospitareannotazioni e promemoria. Tutto quello che si puòrecuperare (idee, risorse, spunti del passato)compie un viaggio dal margine verso il corpo deltesto. Al di là delle metafore, centro e periferia nonsono in alternativa. Stanno o cadono insieme,specie in una città come la Milano che si prepara al2015. Quanto all’Abruzzo, è uno dei protagonistidell’edizione di quest’anno, per una scelta moltoprecisa, che va nella direzione della conservazione(o del recupero, appunto) della memoria a brevetermine, in chiave però non polemica. Recuperaresignifica costruire, e a noi questo interessa.

Terre di Mezzo è una realtà che ha subito sposato lospirito di Scrivere sui margini. Non poteva esserealtrimenti, direi, specie se si pensa al grande lavoroche Terre compie con Fa’ la cosa giusta. Lacollaborazione, sotto questo profilo, è ancora agliinizi e ci auguriamo tutti che possa crescereulteriormente nel tempo.

I bambini sono creativi di natura, anche quando lanatura impedisce loro di essere del tutto solidali…La dimensione junior del festival è, per noi, unelemento qualificante, accentua quel clima difestival che il weekend d’inizio giugno vuoletrasmettere. Il Villaggio si apre alla città e,investendo sui bambini, ricorda agli adulti che lacittà appartiene anzitutto a giovani e giovanissimi,è un investimento che non può non guardare alfuturo.

Quella tra Vitali e i “Sulu” è una collaborazioneormai consolidata, rispetto alla quale io mi sonolimitato a cucire minimamente i brani l’uno conl’altro. Quest’anno abbiamo molte aspettative sulreading che la compagnia teatrale Alma Rosè starealizzando con Benedetta Tobagi a partire dal suolibro . Si tratta dellaprima coproduzione teatrale che nascedirettamente dal laboratorio di Scrivere sui marginie promette di essere un momento di grandeintensità drammatica, che consideriamo fin daadesso emblematico di tutti i “recuperi” da metterein atto.

Lo spettacolo tratto dal libro di Benedetta Tobagi èin cartellone per sabato, e già l’ho raccomandato.Chi invece scegliesse di essere con noi venerdì,dopo l’aperitivo scoprirà com’erano fatte leperiferie dell’antichità in compagnia di MassimoValerio Manfredi, archeologo e narratore di famainternazionale. A seguire, lo spettacolo di LeonardoManera. Ma guarda che anche per domenicastiamo preparando una sorpresa niente male…

Come mi batte forte il tuo cuore

Il Festival pone “quest’anno l’attenzione sulrecupero… delle parole e delle relazioni, del tempoe dello spazio, dell’ambiente e delle risorse, delgioco, della città”. Ma saremo ancora in tempo arecuperare qualcosa? Non sarà forse più semplice eveloce ricostruire l’Aquila e l’Abruzzo, cherecuperare le nostre periferie?

Fra gli organizzatori e sostenitori del Festival, oltrea importanti organizzazioni Onlus che si occupanodi solidarietà, c’è una casa editrice nata da ungiornale di venti pagine venduto sui marciapiedi enelle stazioni da persone in difficoltà: Terre dimezzo. E’ davvero una casa editrice “diversa”?

Durante i tre giorni di festival molteplici sono leattività pensate per i bambini. Dai laboratori discrittura, a quelli di gioco creativo, agli spettacoliteatrali. Come dire … bisogna educare il nostrofuturo alla cultura e alla solidarietà?

Lo scorso anno abbiamo assistito ad una tuaintervista/spettacolo con Andrea Vitali e iSULUTUMANa – a tratti esilarante – quest’annosono previste “performance” del genere?

Dovendo scegliere una delle tre giornate milanesi,tu cosa consiglieresti: l’aperitivo di venerdì “equo esolidale” oppure la cena di sabato, con il “bordershow”?

Oh Cielo ragazzi! … tocca a prenotare unalbergo!

Scrivere sui margini_http://www.scriveresuimargini.org/

Page 14: The Best Magazine#4

orme ed impressioni by Spaziocorrente

#4 13

COMINCIAMO BENE QUESTO ARTICOLO.

Già nel titolo è evidente il paradossodelle due parole che stridono comeunghie sui vetri. Stabile, per dire di

un qualcosa che non muta nel tempo, contrappostoad emergenza, per dire di un evento eccezionaleche mettendo in pericolo la vita, impone una azionerapida e risolutiva.Ma nel parlare di emergenze ambientali non misembra di esagerare o forzare questo paradosso.Con il nostro grande ingegno siamo riusciti a creareuna situazione di emergenza che ha un valor mediopressoché costante, ovvero stabile, se analizzatosull'intera superficie del nostro mondo. Non passagiorno in cui la cronaca non ci strilli l'ennesimoscempio sul territorio, dovuto la maggior partedelle volte a negligenza, scarsa manutenzione,superficialità ed indifferenza, per non dire crimine.

Oggi la notizia è l'immane disastro dellapiattaforma esplosa nel golfo del Messico che stariversando nel mare una quantità spaventosa dipetrolio, si parla di qualcosa come 5mila barili algiorno, anche se stime più precise si aggirerebberoa 56mila barili al giorno. Numeri quasi difficili daimmaginare e da riportare in una dimensione a noinormale.

Ma oltre a queste catastrofi, di cui ne siamo inminima parte colpevoli, ogni giorno avvengonomicro disastri anche vicino a noi o addirittura operadelle nostre stesse azioni. Non fanno notizia ma sicompiono sotto i nostri occhi e ne siamo complici.Oggigiorno si parla molto della tutela dell'ambientema temo che queste parole siano inflazionate,risultando retoriche e svuotate dal loro verosignificato, un po' come il termine solidarietà.

Noi che viviamo in una società del benessere, dellatecnologia, della cultura, siamo quelli che sipermettono di inquinare maggiormente, come sela nostra forza sociale fosse in grado di arginare inostri misfatti, e non contenti, dall'alto della nostrasapienza, guardiamo e rimproveriamo chi piùdebole sembra ripercorrere la nostra stessa strada.Ma chi sopravvive ogni giorno per una razione dicibo non ha il dovere di pensare se quel cibo chemangia è in un contenitore biodegradabile e se vasmaltito nella raccolta differenziata. Tanto più chela maggior parte di quell'aiuto arriva come nostroscarto di un'opulenza che rasenta la vergogna eche è fonte primaria di inquinamento.

Siamo tutti colpevoli di omissione di soccorso versol'ambiente, dal momento che non cambiamo lenostre abitudini e ci ostiniamo a voler mantenereun ritmo di sviluppo superiore alle nostre

Stab

emer

ilegenza

16 maggio 2010

Page 15: The Best Magazine#4

#4 14Spaziocorrente _http://spaziocorrente.wordpress.com/

possibilità, ovvero ignorando uno svilupposostenibile in confronto alle risorse disponibili.Forse in questo caso bisognerebbe parlare diinquinamento mentale più che ambientale, unosporco che si è attaccato ai nostri pensieri ed alnostro modo di vivere.

La follia del golfo del Messico è in parte colpa delnostro stile di vita, della nostra incapacità aguardare al futuro e rinunciare a qualcosa dipiccolo per preservare qualcosa di grande. Percarità, nessuna campagna del “torniamo alpassato, all'età della pietra vestendo di pelli”.Siamo realisti. Ma cambiare le nostre abitudini sipuò e si deve. Una passeggiata per andare alnegozio lasciando a casa la macchina è il solitopiccolo esempio che porta con se la verità del“posso fare qualcosa, per me e per te”.

Abbassare d'inverno la temperatura delle nostrecase è possibile, ne guadagneremmo in salute, inportafoglio ed anche in ambiente. Spegnere i nostritecnologici mezzi, compreso il computer, quandonon li usiamo è pensare all'ambiente senzatoglierci la possibilità di rimanere “connessi” almondo virtuale. Ma sono infinite le cose che sipossono fare partendo dai gesti quotidiani, che purnon bastando per cambiare il mondo, sonoportatrici di un esempio per gli altri.Per tutelare l'ambiente sono ormaiconvinto che ci vuole un contagiodestinato a trasformarsi in pandemiadi buone virtù, dove prevalga lavisione comune di un vivere meglio inun mondo che non sia bello solo pernoi ma anche per chi verrà dopo dinoi.

Non è vero che l'individuo può farpoco d'innanzi ai grandi del potere,alle piovre multinazionali ed a queglioscuri circoli privati che operano inpochi le scelte di molti. Questi“grandi”, che poi alla fine sonouomini, hanno bisogno di noi, comenoi ne abbiamo di loro. La loro sfida èquella di mantenere e dominare lanostra scelta, non creando massacritica ma sostenendo il desiderio el'ambizione di singoli individui; lanostra battaglia è all'opposto crearemassa critica composta da singoliindividui dotati di mente pensante eche hanno come obiettivo la realizzazione di undesiderio comune: il buon vivere insieme.

L'ambiente fa parte di questo buon vivere perchèporta con sé non solo ricchezza sul territorio,pensiamo al turismo, ma anche qualità intesacome benessere fisico e spirituale. Qual'è quelcuore che guardando la bellezza della natura nonprova amore ed empatia? Ma se su quello scenarioincombe una discarica a cielo aperto, cosa rimanedella nostra emozione, di quell'armonia che cidistende l'anima ed il corpo?

Nessuno può sottrarsi a questa “stabileemergenza” ambientale: dal parco urbano sottocasa, alla discarica abusiva nella provincia vicina,alla disastrosa deforestazione del Sud America edell'Africa. Ognuno può e deve fare la differenza.Come? Sensibilizzazione di chi ci è vicino è già ilprimo passo, essere consapevoli delle nostre sceltene è il secondo, dare un esempio concreto nellanostra vita quotidiana ne è il terzo, e cosi via.

Non fidatevi della pigrizia e dell'indolenza di chi vidice che l'inquinamento di una persona in un annoè pari a quello che produce una grossa fabbrica inun giorno. E' solo una scorciatoia per liberarsi lacoscienza da un peso, quello del non agire, ediventare complice di chi ancora ignora (o finge dinon sapere) che l'ambiente in cui si vive non èproprietà esclusiva ma patrimonio di tutti.

A noi farlo capire perchè l'emergenza ambientalenon sia una tassa di successione ma resti unimprevedibile evento che si è superato.

Page 16: The Best Magazine#4

Emergenze... by Koalanation

#4 15

Una montagna di rifiuti, a Palermo;una per ogni angolo di strada,prato, marciapiede, spiaggia!

E’ vero, la tv non mente, non questa voltaalmeno, ma la tv, troppo spesso, non vede, nonsente, non parla; e dire che aprire gli occhi nonsarebbe nemmeno necessario, basterebbe, ognitanto, annusare l’aria!

Non è di politica che vi parlerò qui, non è discioperi, discariche e quant’altro che sento ilbisogno di parlare, bensì di QUOTIDIANO.

Da più di un anno divido i miei giorni e il miocuore fra Torino, la mia città nativa, e Palermo, lamia città adottiva. Io non “vedo da siciliana”, ilmio sguardo sulle cose è tipicamente erigidamente nordico, per questo i miei occhisanno ancora distinguere le strade dallediscariche, i marciapiedi dai cassonetti, la natura

i n con t am ina t a da idepositi di rifiuti. I mieiocchi, soprattutto, NONS A N N O A N C O R AACCETTARE (e spero nonimparino mai ).

: im a r c i a p i e d i s o n otempestati di cartacce,pacchetti di sigarette,

volantini, lattine, sacchetti; le reti di protezionedelle case, sono costellate di teli di nylonstrappati, portati lì dal vento chissà quantotempo fa, sacchetti dell’immondizia appesi dovecapita, una scarpa ogni tanto, una lattina, unostriscione strappato di una pubblicità vecchia dianni; ai bordi delle strade più periferiche le autobruciate non si contano più, parti di motorini,catenacci, lavatrici, frigoriferi, divani, televisionisparsi qua e là senza alcun criterio; un triciclorosa all’apparenza integro giace sullo splendidofondale di una spiaggia ancora deserta. Oggi èun giorno qualunque, eppure ai miei occhi,Palermo è un’enorme discarica. Mi distraggo unattimo a guardare un signore sulla quarantina, ingiacca e cravatta, che si appresta a depositare ilsuo sacchetto di rifiuti … rifiuti ,dentro sacchetto di , nella campana del

! Mi distraggo, appunto, ora le mie scarpepuzzano: ho pestato una cacca!

Qui il problema non è “l’emergenza rifiuti” di ungiorno speciale, qui l’emergenza è la vita di ognigiorno.

Oggi, è un giornoq u a l u n q u e

indifferenziatiplastica

vetro

Emerge

quotid

nze

iane!

Page 17: The Best Magazine#4

4 16Koala _http://koalanation.wordpress.com/

Ma la tv questo non lo dice!

Amo questa città, amo quest’isola, imiei occhi non sanno che questa non èla loro terra e BRUCIANO come se lofosse; ma io domani prenderò unaereo, tornerò a Torino, dove esiste lanettezza urbana, dove tutti ormai sonoschiavi (e per la prima volta sono fierad’esser schiava!) della raccoltadifferenziata, dove chi ha un caneraccoglie i bisogni per non sporcare,dove se butti il vetro nella carta prendi70 euro di multa, dove per unasituazione del genere anche ilpiemontese più riservato e “bugianen”scenderebbe in piazza con tutto il suofurore! Io torno a casa, ma le personequi ci vivono, ogni giorno della lorovita.

Sono curiosa, faccio qualchedomanda, faccio anche innervosirequalcuno, ma ho bisogno di sapere; lerisposte non mi piacciono, miintristiscono, mi spaventano: “siamoabituati”, ” eh , ma qui c’è semprevento!” , “la differenziata non la faccio,tanto poi buttano tutto nella stessadiscarica”, ” la multa per i bisogni delcane? Ma quando maaaaaaai!”, “eh manon è ancora iniziata LA stagione, perquesto le spiagge sono sporche “, “sidai , il centro però è pulito!” … potreiandare avanti ma mi fermo!

Amici siciliani, gli esseri umani sonouguali da nord a sud, ognuno di noiproduce immondizia in egual misura,eppure voi vi siete arresi earrendendovi avete dato partita vintaagli incivili comuni, ai politicimenefreghisti, ai mafiosi opportunisti.

La tv non ne parlerà, nessuno verràqua a ripulire finché lo sdegno e larabbia non diventeranno un problemaDI TUTTI. Finché le piazze non sarannopiene di gente, finché le denunce nonsaranno infinite, finché LA SICILIANON VORRA’ DAVVERO, CON FORZA ECONVINZIONE, ESSERE PULITA!

foto scattata a Bagheria il 17/10/2009

Page 18: The Best Magazine#4

#4 17

così fan... by Luciano

L

BENEFICIO

’ iconograf ia nordoccidentalecontemporanea propone il maschio umano inpiedi, a gambe leggermente divaricate, che,utilizzando una o due mani, trascorre così,

alquanto rigido, circospetto, quegli istanti di ritrovataleggerezza; istanti deliziosi, se vissuti con larinnovata spensieratezza giovanile che la funzionepromuove. Se, al contrario, si portano fin là le cure, icrucci e gli assilli del mondo, allora si perde la grandeoccasione che più volte al giorno si rinnova.

A onta, però, di quella iconografia, non è mistero chemolti di noi maschi la si faccia da seduti.

È senz’altro più verosimile che ciò accada quando cisi trovi tra le mura del bagno di casa oppure in luoghifamiliari, laddove ci si possa in ogni casoaccomodare sulla seggetta confidando in unadecente pulizia della stessa e dell’intorno.Nei molti casi contrari, non rimane che allinearsi almodello; ma ogni volta in cui ricorra una fortunatacircostanza, non sento ragioni: io la fo seduto.Si noti che la stazione assisa non è abitudine di unaminoranza: si scopre facilmente, infatti, che moltiuomini la assumono ben volentieri.

Inoltre, da quanto mi risulta, svariate cultureincoraggiano, per motivi di igiene fisica o emotiva oper senso dello stile o per comodità, dati anche idifferenti abbigliamenti, il maschile accovacciarsi inquei frangenti, quando questo non venga addiritturaimposto per esigenze religiose.

Bene, ma qua da noi, tutti i preliminari necessari persedersi – ispezionare la seggetta, slacciarsi lacintura, aprire completamente i pantaloni, calarseli ecalarsi l’intimo – assieme ai procedimenti finaliinversi comportano un deciso incremento nelnumero di operazioni e nella quantità di tempo: dovràpur esservi qualche vantaggio a controbilanciare,altrimenti non si spiegherebbe la diffusione di una

tale pratica, rispetto al più semplice aprire, frugare,estrarre, gioire, reintrodurre e richiudere.

Innanzitutto, vi è un indiscutibile : daseduti, risulta davvero improbabile che si possamancare la mira, a meno che non vi siacontemporaneamente in atto un particolare turgore,il quale, non di meno, incide negativamente anchequando si pratichi la stazione eretta.

GIÀ.

Così fanmolti...

Page 19: The Best Magazine#4

#4 18

PUÒ DARSI CHE AL GENERE FEMMINILE sfuggail motivo per il quale una procedura apparentementesemplice come ilpossa produrre, di sovente, risultati tanto catastrofici,allorquando vi si provveda all’impiedi: il fatto è chenon si tratta di manipolare un’arma di precisione, madi gestire un organo vivo e vivace, noncompiutamente soggiogato dalla volontà, il quale

non sempre accetta di dirigereil getto là dove si vorrebbe;evento che si verifica ancor piùspesso ove vi sia interferenzadi altri fattori, quali: prepuziosovrabbondante, il qualevenga a frapporsi tra bocca dilancio e bersaglio; stato dii n s u f f i c i e n t e v e g l i adell ’urinante; eccesso dipressione idrodinamica as e g u i t o d i p r o l u n g a t oc o n t e n i m e n t o ; s v i s t amomentanea; scarsa attitudinea l l a c o n c e n t r a z i o n e ;menomazione della capacitàoculare; girovita da urlo;infagottamento da indumenti,specie nella stagione fredda, ecosì via.

Senza meno, delle dimensioniimportanti, oltre che costituiremotivo di orgoglio per ilfortunato, si rivelano utili inquesti casi; ma si sa: si tratta dieccezioni; tutti gli altri, ossia lamaggioranza dei maschi delnordovest del pianeta, perl’appunto, qualora intendanoconservare in quei momenti ilprivilegio del bipedismo, nonpossono che gest i re lasituazione alla meno peggio,con r isul tat i che, comerammentavo dianzi, esulanofacilmente dall’ambito delladecenza.

Però, non di sola efficienza si vive. Ossia, vi sonoaltre motivazioni, di carattere non utilitaristico, chepossono spingere al mettersi comodi quandosopraggiunge l’ora della libertà.

Se quei momenti dorati li si spendono comodamentesistemati sulla ciambella, allora è possibile svolgereun’ampia gamma di attività collaterali, più o meno

rilassanti, oppure restare del tutto inani, a goderedelle intime sensazioni procurate dal proprio corpoche si esprime.Ci si può dedicare alla lettura, seppure conestensione ridimensionata rispetto a quella possibilein caso di adempimenti di maggiore corposità.Si può riordinare l’agenda del cellulare, cancellando ipochi appuntamenti già onorati, procrastinando imolti impegni in sospeso e programmando nuoveattività che verranno poi rimaneggiate in analogheoccasioni future.È possibile osservare, dalla finestra, il mondo e ciòche vi scorre: ove caotico, ove fluido, ove lento; le oreindaffarate e le ore immobili; i ritmi meccanici e i ritmiumani; il tempo bello e il tempo uggioso.Si può intrattenersi al telefono, con facoltà di lasciareignari gli interlocutori oppure renderli edotti dellanostra attività corrente, secondo che si abbia il gustodell’intrigo celato oppure palese.Si può inebetirsi fissando il pannello di comandodella lavatrice, con l’udito catturato dal rimbalzarecristallino delle nostre Marmore personali sopra laceramica.Il tutto, naturalmente, si applica laddove si tratti difarla tra quattro mura.

Nei casi in cui, al contrario, si effettui un, valicando il ciglio dello

sterrato e addentrandosi nel sottobosco di quel tantoche la decenza impone, magari giustificando ladiversione con un birbante motto di spirito, del tipo“Vado un momento a soffiarmi il naso”, allora non vi èpiù grande soddisfazione escretoria, per l’uomo, diquella di dare il più libero e selvaggio corso allarigenerante fuoriuscita, magari contribuendo conuna volontaria pressione addominale, potendoscegliere tra l’affidarsi al caso e lasciare che latraiettoria sia la più accidentale possibile, salvoproteggere le retrovie, con il gingillo che frulla liberocome sistola impazzita, oppure il sentirsi, alcontrario, padroni del proprio destino, tenere salda lasituazione e puntare con determinazione a quotevertiginose o a distanze da guinness.

Per lo meno, così è per la maggior parte di noi, quanel bel mondo dei privilegiati, mutandati, pantalonati,cinturati, machisti, per i quali sarebbe quasi un delittoil perdere l’occasione di una potente e corroboranteminzione in libertà.

Con la consapevolezza di aver svolto il tema inmaniera nient’affatto esaustiva, erudita tampoco, migarberebbe parecchio di conoscere altre opinioni;non solo dei maschi.

“Puntare – mirare – fuoco!”

PIT-STOPIDRAULICO ALL’APERTO

Luciano_www.lucianomarcelli.wordpress.com/

Page 20: The Best Magazine#4

#4 19

music in my ears by Riccardo

S.O.S. musica.

Salvatinote...dalle

Penso che la vita siaun’emergenza: emergenzasanità, scuola, terrorismo,droga, emergenza rifiuti,emergenza lavoro…

Gli stati di benessere o anche di semplicetranquillità sono insomma l’eccezione, non la

. La vita è una bufera intervallata daqualche istante di quiete… ma incerta e prestoseguita da terrificanti acquazzoni.Visione questa poco consolante… sonod’accordo con voi e per una volta, anche conme stesso.Ma fin da ragazzino ho trovato un’ancora disalvezza; non sto parlando del vino, stoparlando della Camminavo per lestrade di Cagliari, QuasInferno con nella testai versi e le note dei cantautori, dei RollingStones, di Dylan, Springsteen, del blues e diVivaldi sentendomi vivo benché propriamenteparlando, fossi .

Andavo al porto con la mia armonica e sfidavo igabbiani a chi lanciava la nota piùmalinconica; li stracciavo, poareti!Nessuno può immaginare quanto il rock possa

se vivi in periferia; se poi vivi anche inprovincia… Ma il rock è una forza(redentrice) come ricordo che dicevamo confine senso teologico io ed i miei amici, tra unasassaiola e l’altra.

In una metropoli hai tante di quelle possibilitàche il rock può anche sembrare roba dabuzzurri, ma in provincia : pensate a

di Ligabue… Inoltre, far parte diuna è il massimo.Naturalmente esistono anche del lecontroindicazioni ; in zioSpringsteen sa di non piacere alla madre di

perché, dice: “I play in a rock ‘n rollband”, . Pazienza,Brù; rassegniamoci.

Ma non è neanche e solo questione di : inDe Andrè canta: “Tua madre ce l’ha

molto con me perché sono sposato.”

Però la musica : per Roger Daltrey,grande voce degli Who nel suo quartierepotevi fare 3 cose … il pugile, il delinquente o ilmusicista rock. Meglio la 3/a, no?Nel racconto Bukowski

tutta

norma

musica!

morto

salvartisoteriologica

no Sognidi rock ‘n roll

band

sociali Rosalita

Rosiesuono in un gruppo rock

rockGiugno ’73

e in piùcanto

salva

Difficile senza musica

Page 21: The Best Magazine#4

#4 20Riccardo _http://riccardo-uccheddu.blogspot.com/

rievoca sé stesso giovane a San Franciscointento a spendere ogni centesimo in dischi dimusica . Descrive il modo in cui laclassica si fa strada in noi dicendo: “Ecco chearriva (…). La potenza piena, assoluta dellevariazioni, dei controcanti che fluisconoleggeri in modo impensabile nella mente.”

E’ il momento, dico io, in cui la musica cipervade e stacca da qualsiasi affanno,diventando immateriale. E’ liquida ecalda come l’amore (certo l’amore è molto

).Alcuni alla preferiscono altre arti; lirispetto ma non li capisco: per meparla al corpo ed alla mente. Il tempo di unabatteria e di un bel basso (non un basso

) da puro ritmo diventa melodia, sogno,pensiero...Lo scrittore austriaco Thomas Bernhard,matto come un cavallo (benché non come me)diceva che quando scriveva prescindeva daschemi, canovacci, appunti ecc.: come unmusicista che va al piano e liberamente…

.

Ora, Tommasino semplificava parecchio, ma

penso che il concetto da lui sviluppato siachiaro: la scrittura, come la vera musicaed il grande circo, deve essere .Ma la ha molto a che fare anche col

. Era morto da poco mio padre, stavofinendo il servizio militare ed un giorno,appena tornato in caserma sentii

(vorrei che tu fossi qui) dei PinkFloyd. Sebbene io per sapere che cosa siano lelacrime abbia sempre avuto bisogno deldizionario, scoppiai a piangere.

Pink Floyd a parte, una musica come il blues èalla sofferenza ed alla solitudine.

Ora ditemi: vi siete mai sentiti dallamusica?

In ogni caso, buoni giorni e buone notti!

classica

un’onda

megliomousique

die Musik

bum-bum

suona

verasenza rete

mousikèdolore

Wish youwere are here

consacratasalvati

Page 22: The Best Magazine#4

hhow

make

to

this

by Lely

Page 23: The Best Magazine#4

#4 22

blog creativo... by Pensieriperline

Procedimento:

Step1: Per prima cosa facciamo delle prove sulla catena cobradella combinazione di perline che andremo a fare per i nostriorecchini. In questo caso l'orecchino sarà composto da schiaccino-sfera da 10mm-2 mezzi cristalli da 6 mm- sfera da 8mm-schiaccino.

Step2: Una volta decisa la combinazione che andremo ad utilizzareper i nostri orecchini iniziamo a procedere con la loro creazione.Prendiamo uno degli schiaccini e andiamo a posizionarlo a 2 mmprima della fine della catena cobra e con le pinze a coni piattiandiamo a schiacciarlo, ripetiamo l'operazione anche con ilsecondo schiaccino. Se li avremo schiacciati bene questi non sidovrebbero muovere sulla catena cobra e tanto meno esserespezzati.

Per una serata speciale, con le amiche, al ristorante o semplicemente indossati di giorno, eccoun paio di orecchini facile da realizzare e molto versatile.

12 cm di catena cobra4 schiaccini2 monachelleperline (in questo caso sono stati usati 4 mezzicristalli neri da 6 mm 2 Sfere swarovsky crystalda 10 mm e 2 Sfere swarovsky crystal da 8mm)2 chiusure a libro per catena cobraun righelloun pinza troncheseuna pinza coni piatti

Occorrente:

Pensieriperline _http://pensieriperline.wordpress.com/

Page 24: The Best Magazine#4

#4 23

Step3: Con i nostri schiaccini che fungono da "nodo" per le nostreperline andiamo a inserire sulla catena cobra la combinazione diperline decisa nello step1.

Step4: Procediamo ora a fermare le perline appena inserite conaltri due schiaccini ripetendo quindi l'operazione allo Step2.

Step5: Ecco come dovrebbe presentarsi ora il nostrolavoro le perline sono bloccate in entrambi i lati dellacatena cobra da 4 schiaccini due sopra e due sotto

Step6: Ora decidiamo la lunghezza che avranno i nostri orecchini,in questo caso si è deciso per 6 cm, quindi con un righello andiamoa contare 6 cm dalla sfera più grande (10mm) che è laterminazione dell'orecchino e a 6 cm posizioniamo come in figurala chiusura a libro per catena cobra.

Page 25: The Best Magazine#4

#4 24

Step7: sempre con l'aiuto delle nostre pinze a coni piatti andiamo aschiacciare verso l'interno una per volta le alette che compongono lanostra chiusura.

Step8: ottenendo questo risultato

Step9: prendiamo la nostra monachella ( in questo caso è unamonachella con chiusura dietro) e apriamo di poco tirando verso destrail cerchietto che la compone dopo di che infiliamo il nostro orecchino.

Step10: chiudiamo il cerchio della monachella tirandolo nel versoopposto ovvero a sinistra fino a riportarlo alla sua pozione iniziale.

Step11: con la pinza tronchese andiamo a tagliare la parte in eccessodella catena cobra

Ora non vi rimane che realizzare il secondo orecchino.

Beh ora non vi fermerete certo a un solo paio di orecchini... sbizzarritevicon le combinazioni per crearne sempre di nuovi.

blog creativo... by Pensieriperline

Pensieriperline _http://pensieriperline.wordpress.com/

Page 26: The Best Magazine#4

#4 25

in sala con... by BabEle

E' la fine del XII secolo e l'Inghilterra èdilaniata dalla povertà causata da unadecennale guerra promossa da

Riccardo I, che ha privato il regno degli uomini e deirisparmi. Conosciamo Robert Longstride che è uncrociato come tanti, stanco e temprato dallasofferenza. Ecco chi è Robin Hood prima di trovare labella Lady Marian, il suo fedele gruppo di guerriglieri,il grassoccio frate Tac e di diventare il fuorileggeleggendario che abita la foresta di Sherwood. Scott,affiancato dal collaudato amico (e co-produttore)Crowe, firma un film che non ha molto di originale mache nonostante il perpetuo senso di deja-vù riesce arisultare credibile, piacevole e coinvolgente.

Perché deja-vù? Il nome William Wallacedice niente? , ,

, , e non so piùquanti altri sono tra i vari film più o meno recenti, più omeno noti, che sono più o meno sullo stesso livello.Ogni parola di libertà, di giustizia, di onore, di potere,

di amore cavalleresco suona familiare per chi ha giàgustato almeno una volta un cinematograficodiversivo medievale. Niente di paragonabileall'epicità degli scontri e delle atmosfere de

, opera di spicco per la collaborazioneScott-Crowe con cui viene naturale il paragone, ma...C'è un ma: la cosa che ho apprezzato più di tutte,oltre alla quasi assenza di pubblico per la sceltastrategica d'orario, è stato proprio il fatto che Crowe,e così tutti gli altri, non sia un giovincello magro esfrontato che vota la sua esistenza a combattere untiranno ingiusto: qui viene interpretato un RobinHood diverso, un uomo adulto fisicamente edemotivamente provato dai suoi anni, da quelli dellasua infanzia e da quegli anni vissuti marciando euccidendo lungo un cammino lungo tanti, troppi annisotto il comando di uno spossatissimo Riccardo I.

In cantiere da diversi anni, questo film, èiniziato come un progetto per rilevare la figura dellostorico nemico di Robin, lo sceriffo di Nottingham (quimosso da Matthew McFayden). Il clima epico, però,era già stato evidentemente subodorato da RidleyScott che ha fermato le riprese per rivedere lo script

Braveheart Le crociate Il principe deiladri Il primo cavaliere Tristano e Isotta

Ilgladiatore

L’uomo vie

sempre p

ma de

sua leggend

Page 27: The Best Magazine#4

ed ecco che si torna sul più classico degli eroifuorilegge...

E vogliamo parlare del cast? La crème de lacrème britannica è scesa in campo per dare di nuovovita al basso medioevo inglese. Kate Blanchett è unaMarian meno Lady e più donna, Marc Strong(Godfrey nel film) è l'instancabile braccio destro di unPrincipe Giovanni (Oscar Isaac) debole e invidiosodella lealtà dei sudditi verso il fratello Re guerriero.La vaporosa Isabella d'Angouleme, è la rossa edeterea Léa Seydoux mentre l'ultima donna cherimane è anche la più austera: Eleonora d'Aquitania,madre di Giovanni e Riccardo (Danny Huston),credibilmente mossa da Eileen Atkins. Un altro chesu tutti va nominato è il magistrale Max von Sydownel ruolo del vecchio decaduto Sir Walter Loxley.

E ancora... Dalle corsie di E.R. ai boschiinglesi c'è Scott Grimes nei panni di uno degli amici diRobin affincato da Kevin Durand, un Little Johndavvero minaccioso, e da Alan Doyle che interpretaun arciere/bardo con cui condivide il nome. C'è undolce Marc Addy (qualcuno ha detto ?)

immerso in un fra' Tac che ricorda un po' il tassoe un William Hurt in un valoroso Sir Marshal.

Insomma... Sicuramente c'è da aspettarsi unbel botto al botteghino ma di certo non è né il primoné sarà l'ultimo del suo genere. Da vedere se siapprezzano poco meno di tre ore in un'atmosferaaffascinante quale è il Medioevo.

E voglio chiudere con un appello...

Full Monty

Disney

C'è, per caso,qualche prode che si erge a difensore dei debolicontro i tiranni? Potrebbe tornarci utile ancheoggi...

#4 26BabEle _http://lescaledibabele.wordpress.com/

ne

pri-

lla

da

Page 28: The Best Magazine#4

#4 27

racecureFOR THE

racecureFOR THE

prevenzione... by Folletta

Domenica 16 maggio 2010, come

al solito piove, una pioggia che

non sembra voler cessare, sono

giorni che piove e non c’è tregua,

ma il temporale di ieri sera è stato veramente

superiore a tutte le aspettative.

Sono le 7,30, l’odore del caffè si spande in tutta la

casa e sento mia figlia che canta sotto la doccia,

stamani alle 10,00 ha un appuntamento importante,

io la accompagnerò ma starò in disparte, la

protagonista sarà lei e tutte le donne come lei.

Sport e solidarietà oggi si fonderanno alle Terme di

Caracalla, avrà luogo la mini maratona di

beneficenza della Race for the Cure i cui proventi

sono devoluti alla ricerca scientifica per i tumori al

seno.

Ore 9,30, posteggio la mia utilitaria e mi giro a

guardare mia figlia, gli occhi verdi sono

luminosi come quel piccolo raggio di sole che

sta attraversando le nuvole, mi sorride e una

fossetta al lato delle guance la rende piccola

come una bambina.

Non starò qui ad elencarvi tutte le persone

che erano presenti, le autorità e il giro a piedi

delle Terme di Caracalla, non serve dire della

presenza dei tanti uomini, delle mamme con

le carrozzine, delle migliaia di magliette

bianche di solidarietà come la mia, sono

scontate.

Anche il raggio di sole ha continuato a bucare le

nuvole per quasi tutta la mattinata.

Voglio solo raccontarvi della voglia di vivere, della

bellezza e della dolcezza che leggi negli sguardi di chi

ha lottato e ancora lotta, della speranza legata al filo

di un lancio di palloncini rosa nel cielo pieno di nubi

ma con tanti sprazzi di azzurro.

Un anno e mezzo fa la sentenza, un anno e mezzo fa il

dolore mi prendeva la gola e non riuscivo neanche a

piangere, un anno e mezzo fa chiedevo al mondo del

perché fosse toccato a lei e non a me, un anno e

mezzo fa era lei che mi dava coraggio.

Oggi la vedo che ride insieme a tante donne che si

stanno curando come Rosanna Banfi, madrina delle

“Donne in Rosa”, le donne che come lei hanno

Page 29: The Best Magazine#4

racecureFOR THE

#4 28

affrontato personalmente il tumore del seno e che

scelgono di rendersi intenzionalmente visibili

indossando una maglietta ed un cappellino rosa per

testimoniare quel cambiamento di mentalità in

positivo che ogni donna deve avere nel percorso di

cura.

E’ finita, guardo mia figlia che sotto il cappellino rosa

finalmente sfoggia di nuovo la sua chioma corvina e

riccia, guardo le donne che come lei hanno lottato e

lottano e hanno testimoniato che la cura esiste basta

essere “tempisti”, mi ritornano in mente le parole

della Banfi al nastro di partenza

Donne abbiate cura di voi e insegnate alle vostre

figlie ad amarsi.

Domani mia figlia compirà 34 anni, il suo ragazzo ha

cors“Le Donne in Rosa sono le mie sorelle, abbiamo un

brutto parente in comune che è il tumore del seno,

ma se stiamo unite possiamo farci coraggio e

scacciarlo dalle nostre vite. Basta avere cura di noi

stesse fin da subito, senza aspettare che arrivino

guai più seri”.

“Il del seno ogni anno entra purtroppo in

37.000 case italiane, ma noi ci auguriamo che le

decine di migliaia di persone che hanno corso e

passeggiato alla Race oggi possano aiutarci a far

capire a tutte le donne che da questo male, se

diagnosticato in tempo, si può guarire”.

o con lei tenendole la mano, insieme voleranno

verso la vita, domani sarà un altro bellissimo giorno,

auguri figlia mia, ti voglio bene.

tumore

Folletta _http://folletta.kataweb.it/

Page 30: The Best Magazine#4
Page 31: The Best Magazine#4

#4 30

Istanbul... by The Cicianebbia’s

The Cicianebbia’s _http://dinomanu.blogspot.com/

Avolte, per scoprire come funzionanodavvero le cose, bisogna passareattraverso un imprevisto, cioè un

accidente capace di rompere i rigidi schemi delleconvenzioni e svelare l'anima delle cose e dellepersone. Metti un giorno di vacanza ad Istanbul, adesempio: il penultimo prima della partenza, perl'esattezza. Metti che lo vuoi passare in gita sul Bosforoe che arrivato al porto scopri di esserti perso l'ultimotraghetto utile, dopo esserti fatto tra l'altro un sacco distrada a vuoto a piedi, per colpa delle indicazioni nonaggiornate della tua guida turistica (cara Lonely, quantoti abbiano maledetto, quella mattina!). Be', non si puo'dire che sia stato un buon inizio di giornata...

Ma questo e' solo l'inizio. Tornando verso l'hotel, civiene in mente che il giro del Bosforo, tutto sommato,possiamo farcelo anche in macchina: guidare adIstanbul non e' il massimo, anzi, lo abbiamoaccuratamente evitato fin da quando siamo arrivati, mapiuttosto che rinunciare al programma della giornata, sipuo' fare. Chiedo le chiavi dell'automobile in reception,visto che ho parcheggiato davanti all'hotel, in divieto eho dato disposizioni al portiere di spostarla in caso dinecessità. Tempo di salire in camera, la receptionreclama le chiavi che mi ha appena consegnato, perliberare il parcheggio, in favore di un altro veicolo. E quicommetto l'errore fatale.

Premessa. Prima di partire, ho fatto un tagliando

completo, senza badare a spese. A parte i classiciliquidi, ho cambiato le pastiglie dei freni, ho sostituitotutti e quattro i pneumatici. Ho fatto riparare il motorinodell'alzacristalli elettrico, cambiando il bracciomeccanico, che era usurato e stava cominciando a darei numeri: un lavoraccio. L'unica cosa che non ho fattoriparare e' stato il motorino di avviamento. In effetti, daqualche tempo, mi dava problemi: una volta avviato ilmotore, dovevo riportare manualmente la chiave nellaposizione di partenza, perché il meccanismo di ritornoera guasto. Tanto, pensavo, che problema c'e'? Io dovetoccare: solo io guido questa macchina...

Avete già capito. L'errore fatale e' stato il non realizzareche il portiere, non conoscendo il problema e laprocedura per ovviarlo, con quattro manovre (in salita),mi avrebbe bruciato il motorino di avviamento. E così e'stato. Quando sono entrato in macchina, pochi minutidopo, non si accendeva neppure una luce nel cruscotto.Non un rantolo. Nessun segnale di vita.

Frittata alla turca.

A questo punto, dovete immaginarvi la scena. Io escodall'auto piu' o meno come un pugile suonato puo'uscire dal ring, solo molto piu' pallido, avvicino ilportiere, chiedendo aiuto e spiegando in un inglese (chequel punto non dev'essere stato molto fluido) che lamacchina ha un problema serio, ma l'uomo - sorpreso -sostiene un'idea del tutto diversa dalla mia: "battery...battery...", ripete e, come per convincere piu' se stessoche me ("fino a cinque minuti fa andava, com'e' che oras'e' piantata?" si deve essere chiesto), mi spiega che labatteria delle macchina si scarica, se uno non laadopera da diversi giorni. Grazie della notizia. Senza

Il viaggio... è

un v ur’av ent a?...tornando verso l’hotel, ci viene in mente

che il giro del Bosforo, tutto sommato, possiamo farcelo anche

in macchina...

... «battery... battery... « ripete e, come per convincere

più se stesso che me...

Page 32: The Best Magazine#4

neppure darmi il tempo di riflettere e,soprattutto, senza curarsi troppo di mettermi alcorrente delle sue intenzioni, vedo che a quelpunto chiama a rapporto uno scagnozzo,impartisce qualche ordine per meincomprensibile e avvia l'operazione "soccorso".

C'e' da dire che in un primo momento, ho puresperato che avesse ragione lui e che sapessecosa stava facendo, soprattutto quando lamacchina, lanciata per la strada in discesa s'e'messa in moto, prima di sparire dietro ad unacurva. Pochi secondi dopo, però, e' squillato iltelefonino del portiere e l'illusione s'e' infranta difronte alla sua faccia, sempre piu' corrucciata: loscagnozzo stava fin troppo chiaramentespiegando, come la macchina si fossenuovamente spenta, senza piu' ripartire. Ilproblema, dunque, era piu' serio del previsto. Eio che avevo detto?

La seconda parte di questa storia vede l'entratain scena di un altro protagonista. Anche questomolto : il meccanico della sponda asiatica.Ci arrivo subito, prima però occorre raccontareun piccolo antefatto.

Nella sua corsa folle verso il nulla, la mia poveraauto s'e' fermata in mezzo alla strada (AlemdarCaddesi), tra la corsia delle auto, e le rotaie deltram, davanti alla fermata "Gülhane". Per capirci,siamo a meno di cento metri da Aya Sofya, inpieno centro storico, nell'ombelico turistico piu'famoso di tutta la Turchia; aggiungo che sonocirca le 11:00 di sabato e che c'e' una folla dafar spavento. Il povero Mahir (così si chiama ilportiere dell'hotel Meddusa, che - tra l'altro - viconsiglio vivamente), a quel punto costernatoper l'accaduto, di cui si sente un po' colpevole, siprodiga per chiarire la situazione coi vigili, farspostare la macchina in modo che non intralci iltraffico e contatta un centro di assistenza adIstanbul, che però non mi puo' aiutare. Decido dichiamare, allora, la mia assicurazione in Italiache, prontamente, mi assicura l'invio di un carroattrezzi. Ringraziamo Mahir, lo congediamo eattendiamo fiduciosi.

Passano venti minuti e poi mezz'ora e non sivede nessuno. Richiamo piu' volte l'assicurazionee mi dicono che il fax e' partito e che devopazientare. Un fax?!? Ma come facciamo asapere se da questa parte qualcuno lo ha letto esta provvedendo? Passa un'ora, richiamo e misento rispondere che mi trovo in una metropoli

enorme, che ci vuole del tempo e che noi turistiall'estero non possiamo pretendere un'assistenzaveloce quanto quella che avremmo in Italia.Bisogna pazientare ancora. E cosi' ci infiliamo nelpub all'angolo, dove ammazziamo il tempo, inmodo penoso, scambiando pochissime parole,sorseggiando due spremute, per le quali cichiedono dieci euro: uno sproposito, consideratoil costo della vita a Istanbul.

Trascorse due ore di attesa snervante, decido difare un ultimo tentativo con l'assicurazione: delcarro attrezzi non si vede neppure l'ombra,quindi o non e' stato ingaggiato o da questaparte hanno dei problemi. Chiamo l'assicurazioneed e' un bel colpo quando sento rispondere lasegreteria telefonica: guardo l'orologio, in Italiasono da poco passate le 14:00, a quell'ora gliuffici hanno appena chiuso i battenti. Lasegreteria mi informa che il servizio di assistenzariaprirà lunedì alle nove. Vi rendete conto?Abbandonati al nostro destino, senza neppure lostraccio di un contatto telefonico!

turkish

#4 31

Page 33: The Best Magazine#4

Istanbul... by The Cicianebbia’s

#4 32

Per fortuna, il nostro Mahir, giovane curdo,brillante, intraprendente, immagine stessa dellaTurchia moderna che guarda a Occidente, e' unuomo dalle mille risorse. Non voglio farvelatroppo lunga: capita la situazione, manda achiamare, tramite un amico, un conoscentemeccanico e ci dice di stare tranquilli, perché inun'ora o poco piu' arriveranno i soccorsi. Ilconoscente meccanico, infatti, vive e lavoradall'altra parte del Bosforo, sulla sponda asiatica;nella mia testa, me lo immagino alla guida delsuo carro attrezzi, imbottigliato nel trafficoinfernale attorno al ponte Bo aziçi... Immaginateil nostro stupore quando vediamo arrivare ilnostro meccanico a piedi, in abiti comodi macivili (no tuta, o cose del genere), che porta consé un misero sacchetto di plastica, tipoEsselunga, al cui interno sembrano esserci benpochi attrezzi... Eppure il nostro uomo sa il fattosuo. In quattro e quattr'otto, smanettando qua elà, scopre il problema e, a giudicare dalleespressioni soddisfatte di Mahir e dell'amicomediatore, sembra conoscere il modo perrimettere in moto l'auto.

Ad un certo punto, il meccanico fa qualcosa chenon intuisco chiaramente (un collegamentoelettrico volante?), quindi, i tre si mettono aspingere l'auto in discesa, in contromano, lungola carreggiata occupata dai binari del tram. Manusbianca, la gente si ferma a guardare incuriosita,io rido come un pazzo. La scena e' davverogrottesca, soprattutto quando vedo la macchinatornare indietro a tutta birra, in marcia indietro:ce l'hanno fatta!!!

Terza ed ultima parte della storia. Torniamo inhotel, stanchi morti, ma con il cuore piu' leggero.L'appuntamento con il meccanico e' per il dopocena e abbiamo quindi tutto il tempo di riposarci,rifocillarci e recuperare un po' delle energie,soprattutto nervose, spese durante questapesantissima giornata. Dopo cena, ci troviamocon Mahir nella hall e facciamo chiacchiere,sorseggiando il tradizionale . Si parla ditelenovelas turche, ma gli chiediamo anche delsuo paese, della sua famiglia, del rapporto tracurdi e turchi e dei suoi progetti. Mahir vorrebbevisitare gli States e studiare l'inglese, che staimparando da autodidatta: e' proprio un bravoragazzo, sempre sorridente, di un garbo e diun'affabilità' infinita. Il meccanico si presentaattorno alle undici, ci mostra il pezzo rotto e cispiega che ha dovuto comprare un pezzooriginale. Dopo un fitto scambio di vedute a trecon Mahir e l'amico mediatore, ci chiede 250euro. Io gliene avrei date anche 300, consideratala situazione e poi non so quanto di meno avreispeso, qui a Milano. Chissà, piuttosto, se e comese li sono divisi...

Che esperienza! Adesso, ogni volta che salgo inmacchina e giro la chiave, penso a queipersonaggi e penso a che fortuna e' statarompere il motorino e avere avuto cosi'l'occasione di conoscere un po' della grandeanima turca...

ğ

chai

Foto:Istanbul, Mercato delle stoffe - Granbazar -

Veduta del Bosforo - Ponte Galata -

Mercato delle spezie -

(pirma pagina)

(in questa pagina)

Hagia Sofia - Basilica di Santa Sofia -

Istanbul all’imbrunire -

(le pagine seguenti)

The Cicianebbia’s _http://dinomanu.blogspot.com/

Page 34: The Best Magazine#4
Page 35: The Best Magazine#4
Page 36: The Best Magazine#4

Etica e Solidarietànell’Economia:

by Fabio Melis

La

Lezione di Federico

Caffè

Page 37: The Best Magazine#4

#4 36

by Fabio Melis

"Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e

alla comprensione nei confronti delle sofferenze

umane abbiamo sostituito l'assillo dei riequilibri

contabili."

Con questa affermazione Federico Caffèsottolineava l'errore di base dell'economiamoderna: l'aver privilegiato le esigenze del

profitto rispetto a quelle umane e sociali. Politiche velleitarie eavventuriste, protese alla spasmodica e incondizionata ricercadel risultato economico e poco inclini all'analisi e alla

valutazione delle necessità sociali hanno indotto, nel mondo contemporaneo, forti squilibri, un sensogeneralizzato di precarietà , sfiducia e talvolta persino di rassegnazione. L'esigenza di superare questa condizioneè grande come grande è la lezione offerta in tal senso da Federico Caffè.

Un insegnamento che si fonda sulla necessità di considerare l'uomo e la collettività come punto focale dell'azioneeconomico-politica perchè "è soltanto rifacendosi all'uomo come valore in sé che si potrà confidare di apportarequalche elemento di chiarificazione in materie in cui si può dimostrare frastornante non la schematizzazioneteorica ma l'esibizione di certezze nelle discussioni di politica economica." Perciò Federico Caffè sosteneval'importanza del dubbio "come appropriato antidoto alla riaffermazione intransigente di cui spesso si finisce diessere prigionieri."

Dubitare ci aiuta a valutare ogni possibilità, ad evidenziare quelli che sono gli aspetti positivi di ogni teoriaeconomica perchè il progresso è pluralistico e non monocorde. L'economista pescarese esortava i suoi discepoli adun riformismo graduale in cui "il poco è sempre preferibile al tutto, il realizzabile all'utopico, il gradualismo delletrasformazioni ad una sempre rinviata trasformazione radicale del sistema".

Il riformismo di Federico Caffè raccomandava agli artefici della politica economica l'attenzione verso la gentecomune che produce e che risparmia, verso i giovani senza lavoro e la solidarietà nei confronti dei più deboli.

Non mancava però di condannare, oltre allo sfruttamento economico degli emarginati, "la pressione deifurbi verso i veri bisognosi nell'avvalersi delle prestazioni assistenziali e le ripercussioni dannose dell'inclinazionelassista a voler dar tutto a tutti. "

Una teoria scientifica moderna, equilibrata e rigorosa in cui, ad una incrollabile fede negli ideali di libertà,democrazia e giustizia sociale, si accompagna la consapevolezza della necessità di una ricerca economica che vadasempre di pari passo con lo studio e l'analisi delle problematiche insite nel tessuto sociale. Per queste ragioni, apoco più di vent'anni dalla scomparsa di Federico Caffè, i suoi insegnamenti sono più che mai attuali e spetta a noi,ora, il compito di riportare l'uomo, i diritti della personalità e le sue esigenze etico sociale al centro dell'interesseeconomico-politico e ricondurre i numeri al ruolo di semplice strumento.

Fabio Melis _http://volodinotte.typepad.com/

Page 38: The Best Magazine#4

#4 37

indifferenza...

Page 39: The Best Magazine#4

#4 38

L’INDIFFERENZA…male del secolo;forse lo è sempre stato, perchèl’indifferenza colpisce chi, non vuoleessere coinvolto delle cose altrui.

E allora, mi viene in mente un episodio di tanti anni fa, mache potrebbe essere attuale, tanto è frequente nellenostre città.

Ero in giro per il centro di Milano e, sotto i portici delcentralissimo Corso Vittorio Emanuele, scorgo un uomosdraiato per terra, che sembrava stesse male. Erodall’altra parte del marciapiede e, la cosa che più mi colpì,fu innanzitutto la gente che gli passava vicino e, che purguardandolo, non accennava a fermarsi. Ho attraversato,mi sono chinato su di lui, per chiedergli se stesse male ose avesse bisogno di qualcosa e, improvvisamente siformò un capannello di persone, dapprima un po’ indisparte e dopo, sempre più vicine, curiose, interessate.Ecco, l’indifferenza è paura del coinvolgimento in coseche “non ci appartengono” in cose che non ci toccano davicino o forse paura delle sofferenze altrui, paura di nonsapere cosa fare.

Coinvolgimento che è emozione, vuol dire per una voltamettersi nei panni dell’altro, e se soffre, soffrire di quellasofferenza e cercare il modo migliore per aiutarlo, matutto questo implica un’enorme considerazione dellapersona che ci sta accanto e poi, che perdita di tempo…Ormai siamo schiavi dei nostri “variopinti” egoismi, el’altro ci interessa solo se non ci coinvolge troppopersonalmente. E’ frequente sentire, “lascia stare”, “diche t’impicci”, è frequente girarsi dall’altra parte per nonvedere, tranne poi coinvolgersi in storie contorte dicronaca nera, che la TV spesso ci propina, in tutte lesalse, senza trascurare neanche il più piccolo deiparticolari.

Ma è una storia di altri, noi siamo solo spettatori, protettida un mobile di plastica.Poi c’è l’indifferenza di chi non ascolta, l’indifferenza dichi non gl’importa nulla se tu ci sei oppure no,l’indifferenza se l’altro ha paura, se l’altro ha da mangiare,se l’altro ha una vita da vivere, l’indifferenza se sidistrugge la natura, l’indifferenza su ciò che è giusto e suciò che è sbagliato, l’indifferenza che ti fa diventarevittima e al tempo stesso carnefice, un po’ come Grace, laprotagonista di Dogville, nel bellissimo film di Lars vonTrier, che usa una pietas oltre ogni limite, per sopportarela vigliacca natura umana che la circonda.

Ho molto paura dell’indifferenza, perchè se mai ladovessi provare, vorrebbe dire che ho smesso di provareemozioni.

l’opinione by Arthur

Arthur _http://ilmondodiarthur.wordpress.com/

Page 40: The Best Magazine#4

#4 39

radio OnAir by OnAir

BEN TORNATI SU RadioOnAir,puntata mensile di

che scrive diradio!

Posso ammettere una cosa? Scrivere di radio èfacile tanto quanto guardare un film alla radio,la radio si vive, la si ascolta!!

Digressioni a parte, eccoci nuovamente con ilnostro appuntamento, dove piano piano svelosegreti non così nascosti del piccolo mondodell’etere.Tema dominante di diquesto mese sono le ecredetemi, anche in radio a volte si passanoperiodi di emergenze.

Partiamo sempre dal ricordare che glispeaker professionisti in Italia non sono poicosì tanti e non sempre è possibile farlo comeunico lavoro, sempre descrivendo radio localio regionali; capitano allora i periodi intensi ecadono spesso con le amate/odiate vacanze.

Durante i periodi classici di vacanze,prendiamo ad esempio Natale, Capodanno,

Pasqua, Ferragosto, puo’ capitare che la radiosi impegni in occasioni mondane e dirette fuorisede, coinvolgendo più speaker e tecnici, sepoi ci aggiungiamo un collaboratore invacanza, l’emergenza è in atto!

Essere disponibili a cambi turnoall’ultimo minuto, a condurre trasmissionidiverse dalle “nostre solite” sicuramente èutile e di buon auspicio!Ma… fatemi raccontare di un’emergenza vera,non dettata da festeggiamenti e vacanze.

L’inverno che abbiamo appena lasciato si èdistinto per precipitazioni nevose, ma comesapete, le radio non si spengono mai e anzi,proprio in queste occasioni diventano utilimezzi di informazione.

Mi sveglio alle 08.00 e vedo l’orizzontecompletamente bianco, il primo gesto è quellodi accendere la radio (ci sarà qualcuno???) e iltelefonino. Colleghi rimasti bloccati per lastrada, colleghi che non si sono sentiti diprendere la macchina e infondo io abito a soli20 minuti dalla sede. D e c i d o d ipartire nonostante le strade non lo

The BestMagazine

The Best MagazineEMERGENZE

Vi scrivo di corsa, non c’è

momento, , ma ca

soprattutto nei periodi di ferie.

qui in Radio

UN’EM

Oopss... scusate, non ho SALU

Page 41: The Best Magazine#4

#4 40OnAir _e-mail: [email protected]/

permettano e dopo più di un’ora di viaggioriesco a raggiungere la radio.Sono stata previdente, non succede spesso:un thermos pieno di the caldo, qualchepacchetto di crackers, frutta… e per fortuna,perché in tutta la giornata siamo arrivatesolamente in due.

Due persone che si sono alternate nelcondurre le trasmissioni, nel chiamare Vigili,Polizia, Protezione Civile dei tanti Comuni nelnostro raggio d’azione per dare poiinformazioni su traffico, bollettini meteo,piuttosto che dritte sulle aperture/chiusuredelle scuole.Vi siete mai chiesti cosa succede ad uncentralino di una radio quando ci sono periodidi disagio?? Prometto, un giorno loracconterò!

Vi aspettavate davvero che la radiofosse solo musica e belle parole a caso?

Ps: la più grande soddisfazione? I fax di tantiSindaci dei Comuni vicini che ci hannoringraziati per il servizio!

A la prochaine fua (come si scriverà poi ..)

RadioOnAir

in questo

apita spesso,

MERGENZA

TATO!

Page 42: The Best Magazine#4

non tutti sanno che... by Godot

#4 41

FORSE NON TUTTI SANNO CHE...digitando la parola “emergenza” su vari motoridi ricerca si rischiano svariati attacchi dipanico!

Eh già cari amici. Forse non tutti sannoche nei vari motori di ricerca, daGoogle a Yahoo answers, digitando

alcune parole escono cose che sembrano averepoco a che vedere con la ricerca effettuata. Cosìquando il nostro sommo capo ci ha detto: “Okgente si parla d’emergenza!” la mia prima reazioneè stata: “Ok!” la reazione che mi è venuta pochiminuti dopo è stata un: “E ora che posso scrivere?”quella di pochi giorni dopo è stata di panicoassoluto!

Il panico non è stato tanto per la richiesta in séquanto per il risultato delle mie piccole ricerche incampo “emergenza”!Quindi andiamo a vedere alcune tra le ricercheall’apparenza più bislacche che gli internauti hannofatto e che riguardano la parola “Emergenza”, oaffini.

la lasciamo stare… proprio inquanto tutt’altro che bislacca ma per chi vive inCampania come me è una realtà con cui convivereogni giorno, e guai a chi crede che sia finita qui!Stesso vale per i nostri cari amici Siciliani.

invece vi dirò, suona proprio

strano. In realtà l’Emergenza Festival è appunto unFestival, come suggerisce sapientemente la ricercaeffettuata, Musicale… come non suggeriscealtrettanto sapientemente. Per qualche attimo hotemuto che ci fosse qualcuno in crisi d’astinenza daFestival! Magari di Sanremo, e allora urgeva dirlo aPippo Baudo.Il fatto che però sia stato anchecercato associato a“Scienze” equesto proprionon l’ho capito.

è moltocercato, dove XXXsta a sostituire ilnome di una notaditta di allarmi el a m p a d ed’emergenza, cheavrete capito, maa l l a q u a l e n o nv o g l i a m o f a rpubblicità (sempreche non si offra inquesto momento dafarci da sponsor…allora!) Quello che midomando è però, chi… emagari anche perchédeve cercare su unmotore web “SubitoLampada Emergeza XXX”?Spero non sia rimasto al buio al momento equindi abbia detto: “Toh, ora mi cerco unalampada!” Perché così fosse, devo dargli una bruttanotizia: Se manca la corrente potresti avereproblemi a usare internet… potresti! Mica

Emergenza rifiuti

Emergenza Festival

E m e r g e n z aXXX

EMERGEN

... DIGITANDO LA PARO

SUI

DI RICERCA...

VARI MOTORI

Page 43: The Best Magazine#4

NZA

#4 42Godot _http://dailygodot.wordpress.com/

impossibile, qualcuno infatti ci è riuscito!

spero non sia statocercato nel momento di bisogno… oppure… beh, seè emergenza è emergenza non aspetta mica voiche scrollate fino a cercare il sito che vi dice ilnumero giusto! Sul fatto che i numeri siano Velocipoi… beh, questo ditecelo voi che avete fatto laricerca.

L’Emergenza del in realtà ècercata molto… ma con i nomi più assurdi.“Islanda Vulcano Cenere” o ancora “VulcanoNube” e addirittura “Vulcano Islandese Ehi!”Forse a causa del nome assurdo del Vulcano…ve lo dico io come si scrive: Eyjafjallajökul … evi assicuro che non è una parolaccia! Ma nonchiedetemi come si legge altrimenti…L’Egitto invece non ha bisogno di cercareEmergenza sul Web… perché la sualegislatura è in stato di emergenza… dal1981… ma l’emergenza non è una cosa….Beh… d’emergenza? Resta comunquequalcosa che ha incuriosito molti italiani,che hanno cercatoall’inverosimile. Strano che l’abbianocercato anche in Germania, Svizzera,Francia ed Arabia! Non perché nond e b b a n o e s s e r e i n t e r e s s a t iall’argomento, ma perché l’hannocercato in italiano!

Mah!

E se invece lo si cerca in inglese?! Ahbeh, allora gli Stati Uniti la fanno dapadrone con ricerche come:

, e , mi domando alloradove siano finite le Emergency 1 e 2!? Ho capito,sono videogame… ma la questione non cambia… eil numero 1 e il numero 2? Ve li siete dimenticati?!

Poi altra ricerca al Top negli Usa è, e … tasse, cibo, imbroglio. Che il

cibo sia un’emergenza posso capirlo, magari si haparticolarmente fame… ma che qualcuno abbia

urgenza di pagare le tasse o di imbrogliare (temo alvideogame di sopra)… beh quello no!Però devo tranquillizzarvi. Queste sono solo mieparanoie, nate durante le mie ricerche diEmergenze, e null’altro.

Anzi anche quelli di voi che hanno cercatoEmergenza in passato negli ultimi giorni si sonoplacati… infatti nell’ultimo mesetto in Italia laparola più cercata è stata “Festa della mamma”,che è tutt’altro che un’emergenza a meno che nonci si dimentichi di farle gli auguri… al secondo postopoi c’è “PIKNIK”… con doppia K!!!

E allora sì, l’emergenza c’è… i ricercatori inquestione si sono persi una C e hanno guadagnatouna K! Che qualche anima pia li aiuti a rimetteretutte le lettere al loro posto!

Numeri di Emergenza Veloci

Vulcano Islandese

Emergenza Egitto

Emergency 3 4 5

EmergencyTax food cheat

OLA « »emergenza

Page 44: The Best Magazine#4

#4 43

le stelle rispondono... by Luce

la posta del cielo...

Stella Luce _http://stellasolitaria.wordpress.com/

Non so come sono arrivato sul vostro sito, ma mi presento sono C. e ho 27 anni.Può un ragazzo di 27 anni scrivere alla posta delle stelle? Vabbeh, io ci provo.Fino ad ora non posso certo dire di avere avuto una vita sentimentale molto attiva, tuttavia questo inverno è entratanella mia vita una persona molto speciale.Siamo stati presentati da comuni amici ma dopo poco tempo per me era già diventata molto più di questo. Lei sistava lasciando con il suo attuale ragazzo e io senza nemmeno accorgermene mi stavo affezionando sempre più alei.Questo marzo siamo usciti assieme più di una volta e devo riconoscere che tutto funzionava fin troppo bene al puntoche ho creduto che di li a poco ci saremo anche potuti mettere assieme.Il problema è che quella che sembrava una rottura imminente con il suo “storico” ragazzo, non era altro che unasemplice crisi. A Pasqua lei è andata con lui in vacanza una settimana e io ho passato delle giornate penose: holavorato tutto il tempo per cercare di non pensare a lei, anche se tutto questo era del tutto vano.

Al suo ritorno le ho mandato un mazzo di rose, senza pretese, solo per farle sapere che le volevo veramente bene manon è cambiato niente. Mi spiace essermi intromesso tra lei e il suo ragazzo, non sono il genere di persona che faqueste cose tuttavia quando l’ho conosciuta io credevo (per vie traverse) che fosse tornata sola. Tutto il resto non èche un patetico tentativo di convincerla a darmi una sola possibilità per dimostrarle quanto le volevo bene.La cosa che più mi fa star male è che so per certo che la persona che frequenta non la rispetta come merita e ioinvece che le ho voluto e le voglio un mondo di bene non ho nemmeno la possibilità di dimostrarglielo.L’amore da una forza inimmaginabile … e l’ho scoperto solo adesso ! E non voglio perderlo! Mi sembra oramai solo disopravvivere e non di più di vivere e mi rendo conto che questo, specialmente a 27 anni è sbagliato!Ti ringrazio cara Luce per avermi ascoltato e ti ringrazio anticipatamente per ogni consiglio, suggerimento o altraparola che vorrai donarmi.

Un abbraccio …

Carissimo C,la posta del cielo non è mica fatta da sole donne. A dire il vero è da un pò di tempo che non si fa sentire ilnostro amico Ermanno, fanciullo e frequentatore della posta del cielo.

Ho letto con tenerezza la tua lettera e ti ringrazio di essere qui.

Mi dispiace per la persona di cui ti sei innamorato se è insieme a chi non la merita, ma tu te la devi toglieredalla testa. Le hai dimostrato di essere una bellissima persona e lei ha buttato la sua occasione. Quandotornerà da te, perchè un giorno senso che lo farà, ricordati che nell’indecisione ha optato per l’altro.

La tua storia mi fa pensare a ciò che un amico ha scritto nel suo libro.

Credere nell’amore sempre, nonostante le delusioni. La nostra vita non va sprecata.Un giorno la persona giusta arriverà come magia. A me è successo così e ora sono felicissima.Non piangere, non chiuderti in te stesso, l’amore è dentro di te ed è per chi un giorno entrerà dalla tua porta.

A presto nuovo amico del nostro cielo.

Luce

Page 45: The Best Magazine#4

oi siamo alcuni della BANDA DEL RIFUGIO.Siamo quelli che vengono da canili problematici e che ne hanno viste di tutti icolori.

Siamo noi, grandi e piccoli, giovani e vecchi.

Quelli che aspettano dietro a un cancello, che tu venga ad aprirlo.

Siamo quelli che desiderano una carezza, una gentilezza o anche un solo sguardo diattenzione…

N

Che

?

adottarene dic

un a distanza

i di

cane

Per informazioni e adozioni _http://secondazampa.wordpress.com/#4 44

Page 46: The Best Magazine#4