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L' inquinamento ambientale da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in Veneto

L'esteso fenomeno di inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in Veneto vennerilevato per la prima volta nel 2013 da uno studio dell'Istituto di Ricerca Sulle Acque del CNRnell'ambito di un progetto di ricerca delle sostanze prioritarie ed emergenti nelle acque. In talestudio si segnalava la presenza anomala di una nuova famiglia di sostanze chimiche in numerosicorpi idrici superficiali e in alcuni acquedotti della provincia di Vicenza e comuni limitrofi.

Le sostanze perfluoralchiliche (PFAS) sono composti organici costituiti da catene di atomi dcarbonio a lunghezza variabile molto utilizzate in vari settori produttivi per le proprietà uniche direspingere polvere, acqua, grasso e olio. Considerate sicure fino agli anni 2000 queste sostanzehanno ottenuto negli ultimi anni un'attenzione crescente da parte della comunità scientificaquando i primi studi rilevarono la loro pericolosità connessa alle caratteristiche di persistenza ebioaccumulo.

Delle varie sostanze perfluoroalchiliche rilevate le più note sono l'acido perfluoro ottanoico (PFOA)e l'acido perfluoro ottansolfonico (PFOS ). In particolare il PFOS, con Regolamento CE 757, è statoclassificato come /nqu/nanne organ/co pershtente (POP's) nel 2010 e con Direttiva 2013/39/Ufsostanza prioritaria per l'acqua.

Non essendo presenti per queste sostanze specifici limiti di riferimento per le acque nellanormativa nazionale ARPAV, fin dai primi momenti, si coordinava con la Regione Veneto Dir.Ambiente al fine di condividere un piano di monitoraggio e affrontare l'inquinamento. Iniziava cosìuna intensa attività di indagine volta ad individuare le cause dell'inquinamento e valutare l'entità el'estensione del fenomeno anche in relazione ad una potenziale emergenza ambientale e sanitaria

Tale attività si è sviluppata contemporaneamente e a supporto alle iniziative di tutela della salutepubblica e delle acque di tutti gli Enti coinvolti attraverso la coordinazione della DirezionePrevenzione e Sanità Pubblica e della Direzione Tutela Ambiente della Regione del Veneto.Considerata la vastità del territorio interessato, i complessi rapporti tra acque superficiali esotterranee e le molteplici fonti di approwigionamento acquedottistiche presenti, l'indagine si èsviluppata a ritroso partendo dalle reti di distribuzione fino alle opere di presa risultatecontaminate e, da quelle, ai corpi idrici sotterranei e superficiali, fino all'area sorgente.

Dopo le prime indicazioni che interpretavano la zona di origine del p/ume inquinante (ladistribuzione dell'inquinamento in falda) in un'area a nord ovest di Vicenza(media valle dell'Agnoin comune di Trissino), un progressivo affinamento dei controlli nelle acque di falda, nei corsid'acqua e negli scarichi ha permesso di accertare, a soli tre mesi dall'inizio delle indagini, l'originedell'inquinamento in un'area di pertinenza dello stabilimento chimico della Miteni S.p.A. fornendouna prima delimitazione del vasto piume inquinate che caratterizza il fenomeno.

La stessa Ditta, a seguito di alcuni campionamenti eseguiti in pozzi e piezometri presentiall'interno dell'area dell'impianto chimico, presentava già nel 2013 comunicazione di superamentodella Concentrazione Soglia di Contaminazione per alcuni parametri ai sensi dell'art. 245 del D.Lgs

152/06. A seguire la Ditta potenziava l'emungimento di tre pozzi già esistenti con lo scopo di

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realizzare una barriera idraulica e rafforzava il sistema di filtri a carboni attivi per la depurazionedell'acqua contaminata emunta

Attualmente la messa in sicurezza di emergenza, implementata con passaggi successivi, ècostituita da una barriera idraulica costituita da otto pozzi(con la quale sono stati estratti edepurati dal 2013 al 2015 circa 1.322.000 metri cubi d'acqua) coadiuvata da altri 8 pozzi demungimento recentemente attivati nelle aree più contaminate interne all'azienda.

L'indagine ambientale condotta da ARPAV in questi ultimi anni si è estesa in un'area superiore a300 kmq tra le province di VICENZA, VERONA e PADOVA con il prelievo e l'analisi di più di 1800campioni d'acqua tra corsi d'acqua superficiali e acque sotterranee

La specie inquinante ha dimostrato di avere caratteristiche chimico-fisiche che ne permettono unaestrema diffusione nell'ambiente dimostrando inoltre, per le sue specifiche proprietà dibassa/nulla degradabilità e di essere estremamente persistente nell'ambiente. Il piume inquinantesi presenta con 2 fronti: uno verso est, che dall'area sorgente arriva fino a Vicenza, e uno versosud, in direzione Lonigo-Montagnana che presenta un'estensione longitudinale superiore a 35 km.

L'area di impatto ha dimensioni tall da comprendere il dominio dell'acquifero intravallivoindifferenziati della media-bassa valle dell'Agno, il dominio degli acquiferi di media e bassa pianuradelle provincie di Vicenza, Padova e Verona e infine una parte considerevole della rete idrografica(T. Poscola; T. Agno-Guà-Frassine; T. Togna-Fratta-Gorzone; F. Retrone; F. Bacchiglione; ecc...)conferendo al fenomeno una valenza a scala europea. A gennaio 2016 la superficie sottesa dalpiume inquinante è stata calcolata superiore a 180 kmq.

Prime stime indirette basate sulla velocità di deflusso reale della falda elaborate da ARPAV

attraverso l'implementazione della modellistica idrogeologica, indicano che l'evoluzionetemporale dell'inquinamento è avvenuta a scala pluridecennale, con un origine temporale delfenomeno stimata a oltre 40 anni dal presente.

L'indagine ambientale, inizialmente focalizzata nell'area inquinata, si è estesa progressivamentenell'intera regione fornendo una quadro conoscitivo completo della presenza di queste sostanzenell'ambiente. Sono inoltre in corso complesse indagini specifiche, in modo particolare nelle zonedistali dall'inquinamento(area di media-bassa pianura, acque di transizione), al fine di definire con

precisione l'estensione e l'entità della contaminazione delle diverse materia ambientali(acque esuolo) e fornire un supporto tecnico-scientifico alle altre strutture regionali nella gestionedell'emergenza.

ARPAV infine, con l'importante obiettivo di monitorare l'evoluzione spazio-temporale nel medio-

lungo termine dell'inquinamento, ha istituito e attivato delle reti di sorveglianza specifiche neicorpi idrici superficiali e sotterranei i cui risultati sono disponili e continuamente aggiornati nellapagina istituzionale dell'Agenzia.