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CREATIVE IX

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UN CLICK D’ESSAI

Centinaia di film d’autore… a portata di click. È questa l’offerta lanciatadal sito www.theauteurs.com, una sorta di cineclub che consente atutti gli internauti di godersi il meglio del cinema di qualità in streamingonline. Dalle pellicole di Martin Scorsese alle cinematografie orientali, ilportale statunitense offre già da ora circa 200 film, gran parte dei qualivisionabili in alta definizione gratuitamente, ma l’idea del suo fondatoreEfe Cakarel è quella di arrivare, entro la fine dell’anno, ai mille titoli. Per ifilm ‘on demand’, invece, il costo varierà dai 2 ai 5 dollari. (D.C) /D’essai Click www.theauteurs.com site offers the possibility todownload for free d’essai movies. For the moment the films availabreare 200 but within the end of the year they will be one thousand.

PIÙ DI UN SECOLO DI STILE IN DENIM

Sono trascorsi esattamente 120 anni da quando H.D. Lee impose perla prima volta i suoi standard di ‘qualità e resistenza’. Quella di Lee èuna storia che parte da un'invenzione nata per le necessità dei cowboy,degli operai nelle ferrovie e degli agricoltori: gente che lavoravaduramente e aveva bisogno di abbigliamento resistente. Negli AnniCinquanta simbolo di ribellioni giovanili, il passaggio del jeans nelmercato della moda è avvenuto ufficialmente negli Anni Sessanta. Imodelli, scelti per festeggiare questo anniversario, risalgono proprio aquesto periodo. Una speciale etichetta ‘120th Anniversary’ segnalerà icapi, jeans 5 tasche, giubbini, magliette e camicie a quadri in flanella,della collezione limited edition nei negozi da questo settembre. (S.G.) /120 years of Denim Style Lee celebrates its story 120 years long witha special collection of clothes designed in the Sixties.

DIALOGHI SPIRITUALI

Con la mostra Parlare con Dio, curata da Rob Smeets, è statoinaugurato a Perugia il nuovo centro espositivo e culturale Le Galleriedei Gerosolimitani (via della Sposa 1) collocato all’interno dellosplendido complesso –chiesa, ospedale e oratorio– della Casa dellaCommenda dei Cavalieri di Malta Laus Deo. La mostra di dipinti antichivede esposte oltre 30 opere, alcune delle quali di grandi dimensioni, diautori come il Maestro di Alkmaar, Abraham Bloemaert, Pietre Binoit,Abraham Bosschaert, Jacob Gerritsz Cuyp, Orazio de Ferrari, GiustoFiammingo, Jan Fris. Parlare con Dio è visitabile fino al 30 settembre.(F.D.) / Spiritual dialogues Le Gallerie dei Gerosolimitani in Perugia Viadella Sposa 1 has recently opened with an exhibition titled ‘Parlare conDio’. Curated by Rob Smeets the exhibition shows works by AbrahamBloemaert, Pietre Binoit, Abraham Bosschaert, Jacob Gerritsz Cuyp,Orazio de Ferrari, Giusto Fiammingo, Jan Fris.

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POLISH VIBES

Un dvd che testimonia un nuovo capitolo della collaborazione tra unodei pionieri dell’avanguardia elettronica tedesca, Klaus Schulze (exmembro dei Tangerne Dream e degli Ash Ra Tempel) e la cantante deiDead Cand Dance, Lisa Gerrard. Registrato lo scorso novembre aVarsavia, Dziekuje Bardzo (ovvero ‘Molte grazie’ in polacco) documentauna serata particolarmente intensa. Schulze presenta alcuni nuovibrani, Lisa Gerrardammalia gli astanti conlunghi e ipnotici brani tracui Bazylika NSJ,Godspell, Ocean OfInnocence e SpanishBallerina. (F.D.) / A Dvdtitled Dziekuje Bardocelebrates thecollaboration betweenKlaus Schulze and LisaGerrard, offering a concertthe artists did in Warsawlast November.

LIVING PORTRAITS

Dopo il grande successo ottenuto in tutto il mondo, da New York aMosca, da Miami a San Paolo, Voom Portraits dell’artista americanoRobert Wilson, approda finalmente al Palazzo Reale di Milano (piazzaDuomo 12). Si tratta di una bellissima serie di videoritratti (tra gli altri diBrad Pitt, Winona Ryder, Johnny Depp, Isabelle Huppert, IsabellaRossellini, Macaulay Culkin, Dita Von Teese accompagnati da colonnesonore create per l’occasione da musicisti del calibro di Lou Reed, TomWaits, Bernard Hermann, Michael Galasso, Big Black, Bachreinterpretato da Glenn Gould, Hans Peter Kuhn, Ethel Merman. Fino al5 di ottobre. (F.D.) / Voom is the title of an exhibition that is taking placeuntil October 5th at Palazzo Reale in Milan (piazza Duomo 12). It offersa beautiful serie of videoportaits made by Robert Wilson, of importantstars as Brad Pitt, Winona Ryder, Johnny Depp, Isabelle Huppert,Isabella Rossellini, Macaulay Culkin, Dita Von Teese.

LA LUCE DEL TIBET

Si inaugura il 30 settembre presso la Galleria San Fedele di Milano (ViaU. Hoepli 3a) la mostra Om Mani Padme Hum (Salve o Gioiello nel Fioredi Loto) che offre un’ affascinante collezione di foto realizzate da AngelaPrati in Tibet. Divisa in 4 sezioni, la mostra si apre con le suggestiveimmagini di paesaggi solitari e monasteri, che la fotografa ha realizzatonel 1991 in Tibet, seguendo il percorso compiuto dal grandeorientalista ed esploratore Giuseppe Tucci negli anni Trenta. Fino al 23ottobre. (F.D) / Tibet light ‘Om Mani Padme Hum’ is the title of anexhibition dedicated to Tibet that will take place at The Galleria SanFedele in Milan (Via U. Hoepli 3a). On show pictures made by AngelaPrati. From September 30th to October 23rd.

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THE PASSENGER ALBUMDalla Passenger Press arriva l’albo a fumettipiù bello del mondo. Quasi 90 pagine per unaquarantina di autori, divisi tra fumettisti, graphicdesigner, pittori e illustratori. Aggiungete un dvdcon sette cortometraggi e dodici tracce audioperfette per il vostro film immaginario. Tuttoquesto impacchettato e consegnato ai posteriin un volume dalle mille sorprese. Improvvisicambi di formato, gadget da ritagliare, diversitipi di carta e l’unicità che solo un prodottorifinito a mano può garantire. Un tour de forcestilistico dove trovano spazio ultrarealismopop, graffi underground, l’urban vinyl a tintepiatte e i retini dei vecchi fumetti pulp. Unicocomune denominatore: il cinema. A sviscerarequesto tema evocativo, fianco a fianco, fra glialtri, Brian Wood, Nicola Verlato, Miguel AngelMartin, ovvero il meglio della creatività incircolazione. Disponibile da settembre in uncircuito di librerie e concept store selezionati osul sito http://passengerpress.blogspot.com/. (G.S.)

The dawn of the best comics in the world is onthe way from Passenger Press. Almost 90 pagesfor around 40 artists, including comic-bookwriters, graphic designers, painters andillustrators. Add a DVD with seven shorts andtwelve audio tracks perfect for your imaginaryfilm. All of this is packaged and preserved forposterity in a book of a thousand surprises.Sudden changes in format, gadgets to cut out,different kinds of paper and the unique qualitythat only a handmade product can guarantee. Astylistic tour de force giving space to popultrarealism, underground scratches, flat-coloredurban vinyl and screens from old pulp comics.The sole common denominator is film. Thoseanalyzing this evocative theme side by sideinclude Brian Wood, Nicola Verlato, and MiguelAngel Martin, the best of creativity around.Available from the September in selectedbookshops and concept stores or on thewebsite http://passengerpress.blogspot.com/. (G.S.)

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IL RITORNO DI BLUE BELLUna collezione caratterizzata da una grandissimacura dei dettagli, speciali fit e un saporesquisitamente artigianale, che sarà vendutaattraverso una distribuzione selezionata in tuttaEuropa. Wrangler, storico marchio americano dijeans, rilancia per l’autunno/inverno 2009-2010 laprestigiosa collezione uomo Blue Bell, moderna eadrenalinica espressione del classico denimwear astelle e strisce. Blue Bell ridisegna il prestigiosoheritage dei jeans Wrangler con cinque vestibilità,slim, bootcut, regular, classic e anti-fit, tutteoriginali e dal taglio dinamico e contemporaneo; ilavaggi sono esclusivi per la linea, mentre sonoquattro i ricercatissimi denim, incluso il morbidoNorth Carolina Old Left Hand 12oz e il classicoColorado Selvage Right Hand 15oz, nato per icowboys grazie alla sua robustezza. La collezione,che affonda le sue radici nello spirito americano, ècomposta da circa 50 pezzi, che comprendonofelpe, t-shirts, pantaloni in velluto e camicieGingham a quadri, con effetti di coloreche derivano dall’utilizzo di tecniche di produzionecentenarie. Qualità e storia a servizio di un ritornoche si farà notare! (S.G.)

The return of Blue BellA collection characterized by meticulous attentionto detail, special fit and exquisitely artisan style, tobe sold via selected distribution all over Europe. Thehistorical American jeans brand Wrangler hasrelaunched its prestigious men’s collection BlueBell, a modern and adrenaline-filled expression ofclassic stars-and-stripes denim for thewinter/autumn 2009-2010 collection. Blue Bellredesigns the prestigious heritage of Wranglerjeans with five fits: slim, bootcut, regular, classic andanti-fit, all original and with dynamic andcontemporary cuts. The washing methods areexclusive to the line, while there are four highly-refined, including the soft North Carolina Old LeftHand 12oz and the classic Colorado Selvage RightHand 15oz, created for cowboys with its robuststructure. The collection whose roots are based inthe American spirit, is made up of around 50 items,including hoodies, t-shirts, velvet trousers andchecked Gingham shirts, with color effects thatderive from the use of production techniques thatdate back one hundred years. Quality and historyfor a return which will not go unnoticed!

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We love Señor BlancoÈ stata un’estate all’insegna del divertimento per il Señor Blanco. Se la sua prima uscita ufficiale ha coinciso con la celebrazione del XV Anniversario di55DSL all’eventoMusic Loves Fashion durante il Coachella Festival, che si è tenuto in aprile a Palm Springs, tra luglio e agosto questo irresistibile toy èdiventato il compagno di fotografi, vip e opinion leaders, che lo hanno portato a feste ed eventi, le cui foto sono state pubblicate sul sito 55DSL.com. Inquesto peregrinare da un posto cool all’altro Señor Blanco è anche passato a conoscere la redazione di Made With Style, dove ha conquistato i nostricuori col suo fare rilassato e malizioso. Il suo nome completo è Vasava x 55DSL x Atom Plastic Señor Blanco Art Toy, a ricordarci non solo l’anniversariodi 55DSL per cui è stato creato, ma anche la studio Vasava di Barcellona che lo ha progettato e Atom Plastic che lo distribuisce. Dai primi di settembre i1550 esemplari prodotti del Señor Blanco sono in vendita negli store 55DSL di metropoli come New York, Londra, Tokyo e Bogotà. Inoltre, si trova online su atomplastic.com e kidrobot.com. E la caccia a questo ‘must have toy’ è aperta!

It was a summer marked by fun for Señor Blanco. While his first official outing took place at 55DSL’s fifteenth birthday at the ‘MusicLoves Fashion’ event during April’s Coachella Festival, held in Palm Springs, in July and August this irresistible toy became thecompanion of photographers, VIPs and opinion leaders, who brought him to parties and events, with the photos published onwww.55DSL.com. During this wandering from one trendy place to another, Señor Blanco also popped in to meet the MadeWith Style editing team, where he won us over with his relaxed and roguish way. His full name is Vasava x 55DSL x AtomPlastic Señor Blanco Art Toy, to remind us not only of 55DSL’s birthday which he was created for, but also Barcelona’sVasava studio which designed him and Atom Plastic which distribute him. From the start of September, the 1,550 SeñorBlancos made are on sale in 55DSL stores in cities such as New York, London, Tokyo and Bogotà. You can also find himonline at www.atomplastic.com and www.kidrobot.com. And the hunt is on for this ‘must-have toy’!

Ho letto di recente, nell’edizione americana di ‘Vogue’, un articolo dedicato al grande fotografo Steven Meisel, in occasione della mostra The modelas a muse tenutasi al Metropolitan Museum di New York, gli si riconosce il ruolo di scopritore di talenti, di volti nuovi e affascinanti da mettere difronte alla macchina fotografica. Nell’articolo, il camaleonte per eccellenza, la più grande trasformista dello show-business della nostra epoca,Madonna, confessa candidamente di aver imparato proprio su un set di Meisel l’arte del trasformarsi grazie ad abiti e trucchi, la voglia di tramutareun fashion shoot in un racconto, una visione, un mondo parallelo. Mentre scrivo stanno invece facendo il giro di Internet le foto del nuovo set delvisionario Tim Burton, grazie al quale i bizzarri personaggi della fiaba di Alice nel paese delle meraviglie prendono vita. Gli scatti ritraggono unJohnny Depp/Cappellaio Matto e una Helena Bonham Carter/Regina di Cuori mirabilmente trasfigurati non solo dagli effetti speciali, ma anche esoprattutto da make up e costumi, cui il regista ha sempre dimostrato nelle sue pellicole di riservare notevoli attenzioni, tanto da essere citato damolti fashion insiders come continua fonte di ispirazione. A Parigi, a luglio, si sono poi tenute le giornate dedicate alla Couture, con sfilate forse unpo’ sotto tono, ma questo non ha trattenuto Karl Lagerfeld dall’usare come elementi iconici sulla passerella di Chanel enormi ed evocative bottigliedello storico profumo N°5. Penso a tutto questo perché da più parti è stato detto che gli abiti, e quindi la moda, non interesserebbero più allagente, che la crisi sminuirebbe l’attenzione per il nostro guardaroba, facendoci dimenticare quale potente mezzo sia per esprimerci, giocare,raccontare, camuffarci, recitare e anche rinfrancarci in un momento difficile. Io voglio credere invece che, fin tanto che Meisel, Burton, un marchiocome Chanel, saranno in circolazione, continuando ad esaltarci, a stupirci e a stimolare il nostro gusto e la nostra creatività, tutto questo abbiaancora un grande e preziosissimo valore.

I recently read an article on the great photographer Steven Meisel in the American edition of Vogue, for the occasion of the ‘The model as a muse’exhibit held at the Metropolitan Museum in New York, recognizing his role as a discoverer of talent, new and attractive faces to put in front of thecamera. In the article the chameleon par excellance, the biggest transformist in modern show-business, Madonna, candidly confesses to havelearned the art of transforming oneself, thanks to clothes and make-up, on a Meisel set, discovering the desire to transform a fashion shoot into astory, a vision, a parallel world. As I write, the photos of the new set of the visionary filmmaker Tim Burton are doing the rounds of the Internet.Thanks to Burton, the bizarre characters of ‘Alice in Wonderland’ come to life. The shots portray Johnny Depp/Mad Hatter and Helena BonhamCarter/Queen of Hearts admirably transfigured not only by special effects, but also and above all by make-up and costumes, which the directorhas always shown to pay notable attention in his films, so much so to be cited as a constant source of inspiration by many fashion insiders. In July,Paris held fashion shows dedicated to Couture. They were perhaps a bit below par, but this did not stop Karl Lagerfeld from using huge, evocativebottles of the historic N° 5 perfume as iconic elements on the Chanel catwalk. I am thinking of all this because many have been saying that peopleare no longer interested in clothes, and thus fashion, that the crisis has decreased attention being paid to our wardrobes, making us forget what apowerful means it is for expressing ourselves, playing, communicating, dressing up, performing and also reassuring ourselves in difficult times. I, onthe other hand, want to believe that, as long as Meisel, Burton, and a brand like Chanel are around, continuing to excite us, amaze us andstimulate our style and creativity, all of this will still have huge and very precious value.

LIKE IT A LOT

POINT OF VIEW

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SULLA MODAE DINTORNI

by Stefano [email protected]

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Da alcune stagioni il duoLefranc-Ferrant sfila durante legiornate della Couture parigina.Il loro è uno stile essenziale,attento ai particolari e votato allaricerca sui volumi

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Mario Lefranc e Béatrice Ferrant si sono conosciuti nel1989, ma solo nel 2003, dopo anni di lavoro a contatto connomi importanti del fashion system, hanno deciso di unire leproprie strade, dando vita ad un progetto comune: il brandLefranc-Ferrant. Una vera eleganza parigina è quellaproposta dai due designer francesi, che amanoreinterpretare i codici della femminilità, a volte decostruendoi capi e promuovendo uno stile che fa della ricerca suivolumi il proprio punto di forza. Quello di Lefranc-Ferrant èun prêt-à-porter di lusso, essenziale, ma nonnecessariamente minimale, dove molta attenzione èdedicata ai particolari. Dopo essersi fatti conoscere anche aldi fuori della Francia, ora la griffe è distribuita fra gli altrianche negli Emirati Arabi, in Russia, in Italia e in Inghilterra;solo un anno dopo avere aperto il loro primo negozio aParigi nel cuore di Sain-Germain-des-Prés, Béatrice Ferrante Mario Lefranc hanno inaugurato il secondo punto venditaparigino sotto le arcate del Palais Royal. Molte novità quindiper i due stilisti che abbiamo incontrato poche ore dopo lasfilata per la primavera/estate 2010.

FASHION IN HALF

For some seasons now, the duo Lefranc-Ferranthave been showing their collections at the Coutureshows in Paris. Their style is basic, with greatattention to details and aimed at volume research

Mario Lefranc and Béatrice Ferrant met in 1989, but itwas only in 2003, after years working with importantnames from the fashion system, that they decided tojoin their paths, giving life to a common project, theLefranc-Ferrant brand. The two French designerspropose true Parisian elegance. They love toreinterpret the codes of femininity, at timesdeconstructing clothing and promoting style whosestrong point is its volume research. Lefranc-Ferrantcreate luxury prêt-à-porter, basic but not necessarilyminimal, where much attention is dedicated to details.After gaining fame outside France, the brand is nowdistributed in the United Arab Emirates, Russia, Italyand England. Just a year after opening their first storein Paris in the heart of Sain-Germain-des-Prés,Béatrice Ferrant and Mario Lefranc have inauguratedtheir second Parisian retail point under the arches ofPalais Royal. So, lots of new events for the two stylistswho we met up with just a few hours after theirSpring/Summer 2010 show.

In alto: Mario Lefranc e BéatriceFerrantNella pagina accanto e nell’ultimapagina: immagini della sfilata p/e2009. In terza pagina: immaginidella sfilata a/i 2009-2010

Words Stefano Guerrini

Lamodaindue

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A

Avete alle spalle percorsi creativi molto importanti,con nomi prestigiosi della moda. Cosa vi hacondotto a questo lavoro di coppia? Qualiinsegnamenti ed elementi di stile delle esperienzeprecedenti si ritrovano nel vostro attuale progetto? Cisiamo incontrati alla Camera Sindacale della Coutureparigina venti anni fa. All’epoca stavamo ancora studiandoe ciascuno ha seguito il proprio percorso di predilezione:Mario si è orientato verso il modellismo e Béatrice inveceverso lo stilismo. Mario ha collaborato con Karl Lagerfeld,Alber Elbaz, Yves Saint Laurent, Guy Laroche e Lanvin.Béatrice ha lavorato presso Catherine Malandrino eBalenciaga. Abbiamo sempre immaginato una possibilesinergia, c’è sempre stata tra noi una profondacomprensione e una condivisione di orizzonti, alla fine èarrivato il momento in cui ci siamo detti che dovevamomettere in piedi qualcosa di nostro. La causa scatenante sié verificata sei anni fa, quando una prestigiosa maison harifiutato la nostra candidatura. Abbiamo fatto tesoro dellecompetenze e degli insegnamenti incamerati negli anni dilavoro, per poi usarli in questa avventura insieme, aspettilegati alla produzione, all’industrializzazione dei vestiti, alcommercio internazionale, passando per le conoscenzedella clientela finale. Come si lavora in due? Come vidividete il lavoro? Come nasce una vostra collezioneda un punto di vista progettuale? La creazione a due èun lavoro d’istinto, basato su elementi chiave comuni dieleganza e di modernità. Creiamo entrambi, ognuno a suomodo, Béatrice con la matita e Mario con gli spilli. Ciascuno‘porta la propria pietra per la costruzione dell’edificiò, ciconfrontiamo cercando di convincerci: uno comincia e dicequalcosa, l’altro ne dice un’altra e l’idea passa ora all’uno,ora all’altro a catena. È veramente uno scambio, l’idea nonè mai di uno solo, ma é il risultato di un ping pong. È unmomento fuori dal tempo, meraviglioso e di grandericchezza. In atelier, come in un laboratorio, lavoriamo fino ache non troviamo l’idea che ci piaccia, che ci dia il filo pertessere la collezione. Accade poi che un dettaglio ci regalil’ispirazione per dieci modelli, che crei una storia, qualcosadi veramente concentrato, determinato. Il lavoro, più ingenerale, si articola in due ambiti: l’atelier, con lafabbricazione dei prototipi della collezione, gli ordini sumisura, il controllo di qualità, è opera di Mario, mentre lacreazione grafica, seguire gli ordini, la contabilità,l’amministrazione delle vendite e la gestione del quotidiano,è l’ambito che cura Béatrice.Mi raccontate lo stileLefranc-Ferrant? Quali gli elementi che vicontraddistinguono? E chi avete in mente quandoprogettate una collezione? Quella dell’8 luglio scorso èstata la nostra sesta sfilata, tenutasi a Parigi in occasionedella settimana dell’Haute Couture. Il nostro intento eraveramente quello di affermare lo stile Lefranc-Ferrant, quelliche sono per noi gli elementi emblematici su cui puntiamotutto: il volume e un taglio molto sofisticato. Uno stilesemplice, sobrio, ma non classico, poiché tutto sta neldettaglio. Ciò che vogliamo offrire è un prodotto che siainteressante sotto l’aspetto creativo, con dei materiali e deitagli molto particolari e un’attenzione puntata sul volume. Gli

You have very important creative experience behindyou with prestigious names from the world offashion. What led to you working together? Whatteachings and style elements from your pastexperiences are found in your current project? Wemet at the Fashion Chamber in Paris twenty years ago.At the time we were still studying and we each had ourpreferred route: Mario was oriented towards patterndesigning and Béatrice towards designing. Mariocollaborated with Karl Lagerfeld, Alber Elbaz, YvesSaint Laurent, Guy Laroche and Lanvin. Béatriceworked with Catherine Malandrino and Balenciaga. Wealways imagined a possible synergy, there had alwaysbeen deep understanding between us, and we had thesame vision of the future. In the end, the momentarrived where we said we should try out something ofour own. It was all triggered six years ago when aprestigious fashion house rejected our candidacy. Wehave treasured the skills and teachings appropriated inour years of work and now use them in this adventuretogether, such as production matters, clothingindustrialization, international commerce, andknowledge of end customers. How do you work as apair? How do you divide up your work? How areyour collections created from a design point ofview? Creating is instinctive work based on shared keyelements of elegance and modernity. We both create,each in our own way, Beatrice with a pencil, Mario with

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Gli abiti che ci caratterizzano sono il ‘trench inversé’, in cuila parte inferiore e superiore del capo sono state scambiate,il ‘pantalone queue de Pie’, la gonna impermeabile. Nonabbiamo alcun tipo specifico di donna nel nostroimmaginario, l’importante è che sia autoironica e abbiaconsapevolezza di se stessa. Le icone di riferimento sonoquelle figure femminili che si sentono a proprio agio. Ilnostro è un prêt-à-porter di lusso vicino alla donna, urbano,elegante e moderno; è un lavoro destinato alle ragazze di20 anni, così come alle donne di 40 e a quelle di 60. Ilnostro piacere è vederle felici e divertite nel vestirsi.L’obiettivo è che i nostri abiti siano belli, sofisticati edeleganti, ma non formali. Gli elementi convenzionali sonoestratti dal contesto ordinario, per conferire loro un nuovoatteggiamento, un’altra funzione. Fra le vostre ispirazionicitate l’arte e l’architettura. Perché questo amore perambiti della creatività lontani dalla moda e comeinfluenzano il vostro lavoro? È molto più interessantereinterpretare un’immagine cinematografica, la poesia di uncolore o la struttura di un edificio attraverso dei volumi, deitessuti. La collezione a/i 2009-2010 è ispirata a FrankGehry e all’architettura per le torsioni e le distorsioni chesono state adoperate negli abiti, mentre guarda a MarcRothko per i colori. Il nostro è un lavoro di decostruzionedell’abito, che viene reinventato attraverso l’inversione deicodici del giorno e della notte, tanto sui tessuti, che suivolumi. Per la collezione primavera/estate 2010 siamo partitidall’universo di Jacques Tati che, attraverso i film, haraccontato la società dei suoi tempi, inserendo anche la suapoesia e la sua freschezza. Noi ci siamo soffermatisull’impermeabile di Mr. Hulot, uno dei personaggidell’attore, e sui suoi pantaloni, che abbiamo girato erigirato al fine di creare degli esemplari originali. I capi vannoincontro ad una rivisitazione della loro funzionalità: unimpermeabile diventa una gonna tubino, ma anche unbermuda, il pantalone si trasforma in abito da sera. Neconsegue un approccio molto Dada, come modo dipercepire il quotidiano. Spesso quando dialogo concreativi che lavorano nel vostro settore mi vienedetto che la moda è una passione che li segue 24ore al giorno. È così anche per voi? Esistono altriamori oltre agli abiti? Se la moda ci prendesse tutta lagiornata potrebbe andar bene, ma è invece una passioneche occupa tutto il tempo, giorno e notte! Nulla sfugge ainostri occhi, alla percezione di ciò che potremmo farne, èun’ossessione, una vera nevrosi. Respiriamo tessuti,vediamo ‘couture’, stampe, motivi e questo non si fermamai! Avete di recente aperto il secondo negoziomonomarca a Parigi. Quanto è importantel’esperienza di uno shop solo vostro? Mi haincuriosito molto il servizio esclusivo‘Rienquepourvous’ che fornite ai clienti. In cosaconsiste e come è nata questa idea? Nel marzodell’anno scorso abbiamo aperto la nostra prima boutique,pochi mesi fa la seconda. Avere un negozio proprio dà la

pins. Each of us bring our own bricks to construct thebuilding. We work by trying to convince each other:one starts saying something, the other says somethingelse and the idea passes to one, then to the other in aloop. It really is an exchange; the idea is never by oneof us, but the result of this game of ping pong betweenus. It is a wonderful moment outside of time with greatrichness. In the atelier, as in a laboratory, we work untilwe find the idea we like and that gives us the thread toweave the collection. Then a detail gives us theinspiration for the patterns, creating a story, somethingvery concentrated, fixed. More in general, the work isbroken down into two environments: Mario looks afterthe atelier, with the manufacturing of the collectionprototypes, orders made to measure, and qualitycontrol, whereas Beatrice is in charge of graphicalcreation, looking after orders, accounting,administration of sales and everyday management.What is the Lefranc-Ferrant style? What elementsset you apart? Who do you have in mind when youdesign a collection? On July 8th we held our sixthrunway show in Paris during the Haute Couture week.Our intention was to assert the Lefranc-Ferrant style,the emblematic elements we pin everything on: volumeand very sophisticated cuts. A simple, sober style, butnot classical, as it all lies in the detail. What we offer isa product that is interesting in a creative way, with veryparticular materials and cuts and a focus on volumes.The items that characterize us are ‘trench inversé’,switching the top and bottom of the piece, and‘pantalone queue de Pie’, waterproof skirts.We don’t have a specific kind of woman in mind, theimportant thing is that they use self-irony and areaware of themselves. Our icons of reference are thosefemale figures who feel at ease with themselves. Ourluxury prêt-à-porter is close to women, urban, elegantand modern. It is aimed at both young women aged 20and 40 or 60 year-olds. Our pleasure is seeing themhappy and enjoying wearing the clothes. The aim is forour clothing to be beautiful, sophisticated and elegant,but not formal. The conventional elements areextracted from the ordinary context, to give them anew approach, a different function. You include artand architecture among your inspirations. Where didyour love for creativity that is far from fashion comefrom, and how does it influence your work? It ismuch more interesting to reinterpret an image from afilm, the poetry of a color or the structure of a buildingthrough volumes and fabrics. The Autumn/Winter2009-2010 collection is inspired by Frank Gehry andarchitecture due to the twists and distortions we usedin the clothing, whereas the colors refer to MarcRothko. Our work relates to the deconstruction of adress, which is then reinvented by inverting the codesof day and night, with both fabrics and volumes. For

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possibilità di creare uno spazio al servizio del tuo stile. Ilpunto vendita rispecchia lo spirito del lavoro, nel nostrocaso puro, ma al tempo stesso caloroso. Gli altri vantaggi:poter proporre tutti i modelli della collezione e non solo unascelta ristretta; poter formare al meglio le persone che sioccupano della vendita, poter proporre quello che lei hacitato. ‘Rienquepourvous’ è un servizio esclusivo, inspiratoalle maison di Couture di una volta, lontano dal marketing edalla vendita di massa. È un servizio che passa attraversol’ascolto della persona, dei suoi desideri, al fine di offrirle ciòdi cui ha realmente bisogno. Su appuntamento, la boutiqueapre le sue porte la sera o la domenica, per una prova abitoprivata, un momento di shopping confidenziale, larealizzazione di un capo su misura. È un istante privilegiatoche ci permette di suggerire un consiglio personalizzato, inesclusiva per voi, rien que pour vous appunto, per realizzareun guardaroba personale e moderno. Volevamo dare ainostri clienti la possibilità di ritagliarsi un momento solo perloro, concedendo da parte nostra una flessibilità degna diuna maison di Haute Couture.Quali i programmi futuri?Ad esempio esiste un possibile uomo Lefranc-Ferrant? Assolutamente sì! Ogni 6 mesi ci fissiamo deinuovi obiettivi, dei nuovi desideri, ad esempio riuscire adaprire boutique in proprio in Asia, a Londra. Un uomoLefranc-Ferrant? Ci piacerebbe moltissimo.

the Spring/Summer 2010 collection, we started offfrom the world of Jacques Tati who, through his films,portrayed the society of his times, also inserting poetryand freshness. We dwelled on the raincoat of Mr.Hulot, one of the actor’s characters, and his trousers,which we turned around to create original examples.The functions of the clothes are reassesses: a raincoatbecomes a sheath skirt, but also a pair of Bermudas,and trousers are transformed into an evening dress.The result is a very Dada approach to perceiving theeveryday. Often when I speak to creative individualsin your sector I am told that fashion is a passion thatfollows them around 24 hours a day. Is this the casefor you also? Do you have any other passions apartfrom clothes? If fashion took up the whole day it mightbe okay, but instead it takes up all our time, day andnight! Nothing escapes our eyes, and the perceptionwe can make of things. It’s an obsession, a trueneurosis. We breath fabrics, we see ‘couture’, prints,patterns everywhere, and this never ends! Yourecently opened your second mono-brand store inParis. How important is it to have a shop all toyourselves? I am curious about the exclusive‘Rienquepourvous’ service you provide to yourclients. What is this and where did the idea comefrom? We opened our first boutique in March of lastyear and the second one just a few months ago.Having your own shop gives you the possibility tocreate a space at the service of your style. The retailpoint reflects the working spirit, in our case pure but atthe same time warm. The other advantages includebeing able to set out all the models of the collectionand not just a limited choice; being able to train thesales people better, and to propose services like theone you just mentioned. ‘Rienquepourvous’ is anexclusive service, inspired by the old-fashionedCouture fashion houses, a long way from marketingand mass sales. It is a service which entails listening tothe customer and their desires, in order to offer themexactly what they need. The boutique opens its door inthe evening or on Sundays by appointment for aprivate fitting, a moment of confidential shopping, tocreate clothing made to measure. It is a privilegedinstant which allows us to suggest personalizedadvice, exclusively for you, “rien que pour vous”, tocreate a customized and modern wardrobe. Wewanted to give our clients the chance to set asidesome time just for them, with us granting flexibilityworthy of a Haute Couture maison. What are yourfuture plans? For example, is there a possibleLefranc-Ferrant men’s collection? Yes, absolutely!Every six months we set ourselves new aims, newdesires, for example opening a boutique in Asia andLondon. A Lefranc-Ferrant men’s collection? We wouldreally love to.

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Ilrigoreelapurezza

Incontriamouno dei nomi

più interessantidella nuova

british fashionscene: Osman

Yousefzada

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Quando nel 2007 il Design Museum di Londra lo hainserito fra i 100 nominati per l’annuale premio Designs ofthe Year, pochi sapevano chi fosse; ora, con personaggicome Thandie Newton, Mary-Kate Olsen, Charlize Therone Kate Moss ad indossare abitualmente i suoi abiti,Osman Yousefzada è annoverato fra gli stilisti piùinteressanti della scena inglese. Nato a Birmingham, studialla Central Saint Martins, nel 2005 ha creato una linea asuo nome, da allora ha mantenuto una creatività poliedricache si è messa in evidenza anche nel progetto OsmanYousefzada’s Little Black Dress collection for Mango, dinotevole successo. Oggi che il marchio vanta puntivendita importanti, Browns, Selfridges, Harvey Nichols inInghilterra, Fred Segal negli Stati Uniti, che un re delvintage come Didier Ludot a Parigi decide di far dialogarein vetrina proprio gli abiti di Osman Yousefzada con capistorici di Mugler e Montana, che Mischa Barton finisce sututte le testate grazie a un suo vestito indossato ad unasoirée, il primo a stupirsi è forse il designer stesso. Osmanè un creativo dal gusto minimale e rigoroso, non apprezzagli orpelli, ma ama coniugare la sensualità del drappeggioai dettami della sartorialità e progetta una silhouettepensando che, come un’opera architettonica, una donnache indossi un suo vestito debba essere ammirata da ogniangolazione. Made With Style incontra OsmanYousefzada.

SEVERITY AND PURITY

We met up with one of the more interesting namesof the new British fashion scene: Osman Yousefzada

When the London Design Museum included him amongthe 100 names for the annual Design of the Year awardin 2007, few people knew who he was. Now, withcelebrities such as Thandie Newton, Mary-Kate Olsen,Charlize Theron and Kate Moss habitually wearing hisclothes, Osman Yousefzada is listed among the moreinteresting stylists in the English fashion scene. Born inBirmingham and graduated from Central Saint Martins,Osman created a line in his name in 2005. Since then hehas maintained a multifaceted creativity which can beclearly seen in the successful Osman Yousefzada LittleBlack Dress collection for Mango. The brand nowboasts important retail points, with Browns, Selfridges,Harvey Nichols in the UK, and Fred Segal in the US. Thedesigner himself was probably the first to be amazedthat the Parisian vintage king Didier Ludot decided tomix Osman’s clothes with historical items by Mugler andMontana in his shop window, and that Mischa Bartonends up in all the papers thanks to a dress of his wornat a soirée. Osman is a designer with a minimal andsevere style. He doesn’t like trimmings, but loves unitingthe sensuality of drapery with the rules of tailoring;designing a silhouette with the idea that, like a work ofarchitecture, the women who wear his dresses shouldbe admired from all angles. Made With Style met upwith Osman Yousefzada.

In alto: particolare del ritrattodello stilista Osman Yousefzada;nell'altra pagina: immagini dellacollezione di Osman Yousefzadaper l'autunno/inverno 2009-2010

Words Stefano Guerrini

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A

Mi racconta come è entrata la moda nella sua vita?Perché ha deciso di diventare designer e iniziare unalinea a suo nome? Sono cresciuto nel laboratorio di miamadre, che allo stesso tempo era lo sgabuzzino, semprepieno di luce. Lei faceva la sarta e casa nostra era semprepiena di gente alla quale venivano prese le misure, chepassava a ritirare o recapitare tessuti. Il mio compito eraquella di accoppiare chiffon, broccati, filo e bottoni, fare gliordini alle mercerie e tutto questo era semplice per me. È lìche è nata la mia passione per i colori, le forme, lesilhouette. Questa gavetta è stata molto preziosa durante imiei anni di studi alla Central Saint Martins. Fin quando nelsettembre 2005 ho preparato la mia prima collezione el’ho mostrata al buyer del prestigioso negozio Browns. Dalì tutto è cresciuto di stagione in stagione. Riesce adescriverci il suo lavoro e lo stile Osman? Puro, pulitoe forte. Mi concentro sulla costruzione, lavorando materialiimportanti o di lusso per creare silhouette d’impatto. Evitocompromessi nella realizzazione dei capi. Tutto deveessere al meglio. Il design, le forme, devono esseremoderne e magari riesco a modellarle per creare qualcosadi fresco e nuovo. Analizzando le sue collezioniverrebbe da sottolineare quanto siano importanti itagli, la vestibilità, meno gli effetti decor. Tuttosembra molto minimale e poco eccentrico. Non sonoun anti-décor, è solo che voglio ‘forza’ nei miei capi. Non

Tell us about how fashion came into your life. Whydid you decide to become a designer and start up aline in your name? I grew up in my mother’s studio,which was also the cupboard, always full of light. Shewas a tailor and our house was always full of peoplecoming to get measured and pick up or drop offclothes. My job was to match chiffon, brocades, threadand buttons and put in orders at the haberdashery, andall of this was easy for me. This was where my passionfor colors, forms and silhouettes came from. Thisexperience was very precious during my studies atCentral Saint Martins until I prepared my first collectionin September 2005 and showed it to the buyer of theprestigious store Browns. Everything grew from there,season by season. Can you describe your work andthe Osman style for us? Pure, clean and strong. Iconcentrate on construction, working important orluxury materials to create silhouettes that have animpact. I avoid compromising when making my clothes.Everything has to be the best. The design and formshave to be modern, with the intent of styling them tocreate something fresh and new. Analyzing yourcollections, the importance of cuts and wearabilitystands out, with the décor effects less so. It allseems very minimal and not very eccentric. I am notagainst décor; it is just that I want “strength” in my

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mi piace nascondermi dietro gli abbellimenti. Credo cheuna delle cose più difficili da fare sia un abito pulito, cheriesca a dare un senso di drammaticità. Uno degli editor di‘Vogue UK’ ha sostenuto che indossando un mio vestitobisognerebbe camminare all’indietro. Il fatto è che non mipiace trascurare la parte posteriore, che a mio giudizioricopre la stessa importanza del davanti, quando si èosservati da lontano. C’è sempre un’angolazioneinteressante da osservare. Come un edificio, un abitodeve poter essere osservato a 360 gradi. Come è nata lacollezione per l’a/i 2009-2010? L’ho chiamata CosmicMoghul, a rappresentare l’ideale incontro fra influenzeSci-Fi e Mongole. Il risultato è frutto della fusione casualenella quale vivo. L’idea di fondo si basa su una donna chevive in una navicella, sorseggiando Red Bull Martini, conun guardaroba che copre le esigenze del giorno e dellasera. Un abito da usare al lavoro, che si trasforma inqualcosa da indossare per andare a cena fuori o ad unparty.Mi accenna alla sua collaborazione con Mangoe a quella con il prestigioso sito Showstudio.com?Credo che le collaborazioni siano molto importanti perriuscire a comunicare con tutti. Su ‘Vogue America’ èstato scritto che ho re-inventato il tubino e in effetti iovolevo davvero portare l’idea di quest’abito al mercato dimassa e Mango mi ha aiutato a farlo. La linea realizzatacon questo brand è stata distribuita in 35 paesi e in oltre300 negozi in tutto il mondo. Riuscire a trasmettere ilmessaggio ad un pubblico così vasto è stata la chiave di

clothing. I don’t like hiding behind frills. I think that one ofthe hardest things to do is to make a clean item ofclothing which manages to give a sense of drama. Oneof the editors of ‘Vogue UK’ claimed that you wouldneed to walk backwards while wearing my clothes. Thefact is that I don’t like neglecting the rear part. I think ithas the same importance as the front when seen fromdistance. There is always an interesting angle to see itfrom. Just like a building, a dress should be observedfrom 360 degrees. How did your Autumn/Winter2009-2010 collection come about? I have called itCosmic Moghul, representing the ideal mix betweenSci-Fi and Mongol influences. The result is fruit of thechance fusion I live in. The basic idea is based on awoman who lives in a spaceship sipping a Red BullMartini, with a wardrobe that satisfies both day andevening demands. A dress to wear to work whichtransforms into something to put on for a dinner out or aparty. Can you tell us about your collaboration withMango and the prestigious websiteShowstudio.com? I believe that collaborations arecrucial to be able to communicate with everyone.‘Vogue America’ wrote that I reinvented the little blackdress. In effect I really wanted to bring this item to themass market and Mango helped me do this. The line Iproduced with this brand was distributed in 35 countriesand over 300 shops all over the world. Managing totransmit a message to such as vast public was the key

In queste pagine: immagini dellacollezione di Osman Yousefzadaper l'autunno/inverno 2009-2010

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volta nella costruzione del mio marchio. Riguardo aShowstudio, adoro questa iniziativa, è una piattaforma perla creatività. Ci venne chiesto di realizzare un film, cheintitolammo Tribal Fiction: ecco ritornare il temadell’abbigliamento che interagisce con il mondocircostante. Il suo nome è finito sotto i riflettoriquando una fashion icon come Mischa Barton hascelto un suo abito per una serata. Per il successo diun marchio sono ancora importanti le celebrità? Seuna bella attrice indossa un tuo vestito e viene fotografatarisultando affascinante, allora stai consegnando il tuomessaggio alle masse. In un mondo affollato bisognaprovare a distinguersi. Ho cercato di evitare la cultura dellecelebrities, perché non la capisco, ma questa ècomunque sempre esistita. Bellezza e talento sonosempre stati celebrati. Però le tue creazioni devono essereforti e capaci di farsi notare da sole, al di là di chi sceglie dimetterle. A suo avviso, la crisi economica mondialecome sta influenzando la creatività dei nuovidesigner? Credo che tutti stiano cercando di esseresempre più innovativi, in fondo in passato alcuni tra imarchi migliori sono nati proprio in tempi di recessione. Faparte di una nuova generazione di stilisti chepresentano a Londra. Cosa pensa dei suoi colleghi,com'è la scena british ora? Credo che la capitaleinglese sia piena di energia creativa in questo momento. ALondra quello che conta è il nuovo ed è eccitante adessoessere un giovane designer in una città così stimolante.

to setting up my brand. With regard to Showstudio, Ilove this initiative. It is a platform for creativity. We wereasked to make a film, which we called ‘Tribal Fiction’,returning to the issue of clothing which interacts with theworld around us. Your name ended up under thespotlight when the fashion icon Mischa Bartonchose one of your dresses to an event. Arecelebrities still important for the success of a brand?If a beautiful actress wears your dress and is splendid inphotographs, then you are transmitting your message tothe masses. In a crowded world you have to be able tostand out. I tried to avoid the celebrity culture because Idon’t understand it, but it has always existed in anycase. Beauty and talent have always been lauded.However, your creations have to be strong and capableof getting noticed by themselves, despite who choosesto put them on. In your opinion, how is the globalfinancial crisis influencing the creativity of newdesigners? I think everyone is trying to be more andmore innovative. After all, in the past some of the bestbrands were created in times of recession. You belongto a new generation of stylists who show theircollections in London. What do you think of yourcolleagues, how is the English scene these days? Ithink the English capital is full of creative energy at themoment. In London what counts are new innovations,and it is exciting being a young designer in such astimulating city.