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il 21 dicembre 2005 n.1124

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Il 24 aprile ho ricevuto una telefonata inattesa. Direi, d’altri tempi. Due miei ex atleti dello sci club mi hanno chiamato per salutarmi perché il giorno dopo sarebbero par-titi per il Canada. Non vi andavano in vacanza a sciare, né a studiare. Emigravano. Su Montefalcone, il 24 aprile, stava nevicando. Anche nella British Colombia, dove stavano per andare, si scia: la neve, lo sci gli hanno fatto ricordare le sciate fatte as-

sieme, quindici anni prima, giù per Montefalcone, quando loro sognavano di diventare dei campioni, e così mi hanno chiamato. Non li sentivo da allora e ricevere quest’attenzione mi ha fatto piacere. Stavano per cambiare la loro vita, ma avrebbero continuato a essere degli sciatori. Sciatori canadesi. Magari un giorno diventeranno anche dei maestri di sci canade-si. Con quella telefonata hanno voluto dirmi che non stavano tradendo la loro passione per lo sci, ma che era l’Italia che stava tradendo le loro aspettative di giovani con la voglia e la necessità di lavorare. I giovani veneti tornano a fare le valigie, nel 2012 come nei primi anni del Novecento, come alla fine della Seconda guerra mondiale, quando i giovani migliori, perché più in-traprendenti, lasciavano il Veneto ancora rurale e piegato dalla guerra per cercare fortuna all’estero. Siamo ripiombati nella stessa situazione, sebbene alle nostre spalle non ci sia più il Veneto dimenticato dalla neonata Italia di fine Ottocento, né il Veneto bombardato e piegato dalle bombe del ‘45, ma il Veneto del fenomenale e ricco Nordest, caso mondiale di successo della piccola e media industria. Proviamo a ragionare da sportivi, come qui abbiamo sempre fatto. Sapete in quale classi-fica l’Italia è seconda in Europa? Forse nello sci? Nel calcio? Nelle banche? Nella scuola? Nella sanità? Nell’efficienza dei servizi pubblici? No, l’Italia è seconda in Europa nel set-tore manifatturiero, come dice un documento del Centro Studi di Confindustria. È seconda dietro alla sola Germania. Davanti agli inglesi e ai francesi. Siamo secondi quindi in campo industriale. Siamo leader continentali nel lavoro, in ottima posizione anche a livello mon-diale, dove da poco e per poco ci hanno superato solo i giapponesi e i sud coreani. Quindi, quando siamo paragonati ai greci, ai portoghesi, agli spagnoli, i termini del confronto non sono sulla nostra capacità manifatturiera, ma sullo stato della nostra finanza pubblica. Per colpa di ciò e malgrado il nostro prestigiosissimo secondo posto in campo industriale, le nostre imprese oggi non ce la fanno ad assumere i giovani e garantire a loro un futuro, tanto che i nostri giovani sono costretti a partire come sessant’anni fa, come centovent’anni fa.Se ragioniamo da sportivi, come qui abbiamo sempre fatto, c’è da chiedersi quale coach di una squadra, per recuperare qualche punto in classifica, sacrifica, indebolendolo fino a chiodarlo, il reparto che solo lo fa stare al secondo posto. La risposta è nessuno, senza dubbio. Eppure è quanto sta accadendo in Italia, dove l’impresa viene sempre più soffocata da tasse e burocrazia abnormi.Questo problema gigantesco è un problema tuttavia che già conosciamo e che già abbiamo vinto, quando negli anni Sessanta una politica di sviluppo intelligente ha promosso con convinzione il fare impresa, segnando l’inizio del fenomeno Nordest. Bisogna studiare quella politica, analizzata in mille libri, per ritornare a vincere e fare in modo che i nostri giovani, se partono per il Canada, sia solo per andarci a sciare.

in bocca al lupo, ragazzi

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SPETTACOLONELLA PRO-SECTIONLa seconda giornata di gare si è svolta regolarmente sotto la piog-gia a sprazzi anche grazie all’im-pegno degli oltre 100 volontari del Team Bmx Creazzo. Un grande lavoro d’équipe assieme alla fer-ma volontà dei piloti ha permesso di tenere aperti i due rettilinei pro-section per la categoria Elite Men, rimasti chiusi sabato per il vento. Spettacolari salti da 10 metri han-no entusiasmato il pubblico che ha riempito la Bmx Arena nonostante il maltempo. CHALLENGEIn mattinata con un tempo de-cisamente più clemente si sono disputate le gare delle categorie

Challenge (giovanili, amatoriali e master). Come nel primo giorno la Francia ha fatto la parte del leone con 6 successi individuali. La bel-la novità è l’Italia che ottiene tre primi posti grazie a tre giovanis-simi, Andrea Annecchini (Team Bmx Verona) e alle ragazze del Team Bmx Creazzo Camilla Zam-pese e Martina Boccardi. VICENTINIPROTAGONISTIDetto del straordinario risultato di Gianluca Nodari, argento europeo nella categoria Junior Men, è stata una giornata favorevole agli atleti di casa. Nelle categorie giovanili femminili sono arrivate due vit-torie per Camilla Zampese (Girl 16) e Martina Boccardi (Girl 14).

In Elite Mattia Furlan ha passato le prime tre manches uscendo agli ottavi, dove è stato rallentato da una caduta in partenza, mentre Andrea Giovanelli si è fermato alle qualificazioni. IL BILANCIOORGANIZZATIVOGrande soddisfazione per il Team Bmx Creazzo, che per la seconda volta si è cimentato nell’organiz-zazione di due round europei dopo la precedente esperienza del 2009. «Le fatiche di un anno di lavoro sono state coronate dal successo di questi tre giorni» ha commentato il presidente del comitato organiz-zatore Fabio Giovanelli. «Voglio ringraziare tutti i volontari che hanno dato il massimo per garan-

tire la buona riuscita dell’evento. I risultati dei nostri atleti, con le vittorie di Camilla Zampese, Mar-tina Boccardi e l’argento di Gian-luca Nodari, ci hanno fatto passare la stanchezza ripagando lo sforzo profuso. Un grazie va anche agli sponsor, senza i quali non sareb-be stato possibile allestire questa manifestazione, all’Amministra-zione comunale di Creazzo per il supporto, a Gabriele Viale e Marta Beltramello per il loro intervento professionale che ha dato impulso alla parte mediatica, permettendo di diffondere all’esterno l’imma-gine del bmx. La nostra ormai è un organizzazione collaudata e, se la Federazione ci assegnerà al-tri eventi noi siamo sicuramente pronti».

il vento dell’estGrande spettacolo sulle linee pro-section, dove i campioni dell’est hanno

dimostrato la loro classe; promossa l’organizzazione del Team Bmx Creazzo

La pioggia non ferma lo spettacolo del bmx a Creazzo. Si è dispu-tata nel pomeriggio di Pasqua la decima

prova del Campionato Europeo, gara che ha chiuso il weekend vicentino sulle bici monomarcia. Prosegue il dominio lettone tra gli Elite Men: dopo la vittoria di sabato, Rihards Veide si conferma

al top ancora davanti a un conna-zionale; stavolta si tratta però di Edzus Treimanis. Cambia regina invece la massima categoria fem-minile, vinta con buon margine dall’emergente ceca Romana La-bounkova, al primo successo con-tinentale. Si confermano entrambi i vincitori delle classi junior, il francese Amidou Mir e la norve-gese Andrea Live Mikkelsen.

ITALIANI IN RIPRESA Dopo la delusione di sabato (nessun azzur-ro in finale), la seconda giornata ha risollevato le sorti della nazio-nale Italiana. Buona la prova di Manuel De Vecchi, sempre prota-gonista nei primi turni e vincitore della sua semifinale; purtroppo il veronese è rimasto chiuso in finale e si è dovuto accontentare dell’ottavo posto. Giornata positi-

va anche per il lombardo Roberto Cristofoli, capace di superare ot-tavi e quarti e di portare quindi punti preziosi in chiave olimpica. L’impresa è firmata però da Gian-luca Nodari: sulla pista di casa il vicentino del Team Bmx Creazzo si è esaltato, guadagnando una fantastica medaglia d’argento alle spalle del campione del mon-do Mir.

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5creazzo

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studentiin verticale

Mercoledì 11 aprile presso il Centro Sportivo di Arrampicata Zamberlan XXL situato a Pieve

di Torrebelvicino, si sono svolti i campionati studenteschi di Arrampicata Sportiva 2012.

Grande successo di pre-senze e di partecipazio-ne in tutte le categorie, dove a partire dalle ore 9 di mattina, circa 100 ra-

gazzi dai 10 ai 18 anni si sono contesi il titolo di categoria cimentandosi su itinerari di elevata difficoltà, sfioran-do in alcuni casi il 7b (nono grado).Ottima l’organizzazione da parte del-la Società F.A.S.I. A.Z.A. che ha sa-puto gestire al meglio una situazione solo in parte rovinata dal tempo av-verso; nonostante la fitta pioggia tutti i ragazzi sono stati accolti all’interno della strutture coperte dove hanno

scalato al riparo dalle intemperie e ac-colti con la solita ospitalità del gruppo Zamberlan.Un bel momento di sport e di crescita per tutto il movimento di Arrampicata Sportiva della zona, dove ragazzi alle prime armi si sono confrontati con coetanei più esperti, all’insegna del vero spirito sportivo consigliandosi e sostenendosi a vicenda.Un doveroso ringraziamento al Di-rigente Scolastico dell’Ufficio Istru-zione di Vicenza Vittorio Fontanella, che consegnava medaglie ufficiali ai vincitori e pacchi omaggio a tutti i partecipanti.

ufficio comunicazione Zamberlanwww.zamberlanmountainsport.com

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7schioJunioresFemminile

Istituto G. Galilei ArzignanoJunioresMaschile Istituto G. Galilei Arzignano

Allieve Istituto Marzotto ValdagnoAllievi Istituto Marzotto Valdagno

Cadette Istituto Monte PasubioTorrebelvicino

Cadetti Istituto Monte PasubioTorrebelvicino

Juniores FemminileCaoduro Silvia Istituto Pasini SchioCavedon Angela IstitutoG. Galilei ArzignanoFin Valentina Istituto

G. Galilei ArzignanoJuniores Maschile

Lovato Enrico IstitutoG. Galilei ArzignanoPizzolato Alarico Istituto

G. Galilei ArzignanoUrbani Francesco Istituto Marzotto ValdagnoAllieve

Piccoli Marta Istituto MarzottoValdagnoRefosco Lucia Istituto TrissinoValdagnoGarbin Sara Istituto MarzottoValdagnoAllieviMeggiolaroLeonardo Istituto Da Vinci ArzignanoLora Federico Istituto Marzotto ValdagnoMeneghini Luca Istituto Pasini Schio

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Cadette

Strobbe Ilaria Istituto Monte Pa-subio TorrebelvicinoCadettiBendazzoli Giorgio Istituto English RosàManzardoMatteo Istituto S. Dorotea ThieneZambon Marco I.C. Marano VicentinoRagazze

Cencherle Erika I.C. Marano Vicen-tinoAddondi Andrea Istituto Monte Pa-subio TorrebelvicinoDrentin Gaia Istituto Monte Pa-subio TorrebelvicinoRagazziLeonardiAlessandro Istituto S. Dorotea ThieneLagni Federico Istituto Monte Pa-subio Torrebelvicino

SartoreFrancesco I.C. Marano Vicen-tino

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valdagnoin Final EightIl Valdagno approda alla Final Eight di Eurolega, prossimo avversario il Benfica.

Il Recalac Hockey Valda-gno ce l’ha fatta. Per la terza volta consecutiva entra con pieno merito nel gotha dell’hockey

europeo: la Final Eight di Eurolega. Adesso il futuro si chiama Benfica, il sorteggio ha infatti sancito questo ac-coppiamento per i quarti di finale. Il Valdagno si è classifi-cato secondo nel girone C, con

gli stessi punti, 12, ottenuti dal Liceo la Coruña, primo. Dietro sono rimasti il Porto, 9 punti per i lusitani, e il Ginevra fana-lino di coda sempre sconfitto. Nell’ultima partita della fase a gironi, il Valdagno ha perso ma la sconfitta è stata indolo-re perché è arrivato comun-que il pass per la Final Eight. Il Recalac è stato capace di qualificarsi in un girone mol-

to difficile vista la presenza di tre “corazzate”: Liceo, Porto e lo stesso Valdagno. È riuscito a infliggere due sconfitte al Porto, surclassato in trasferta e beffato all’ultimo secondo al Palalido. Due vittorie anche contro il Ginevra, la prima ot-tenuta in un momento delicato della stagione con Franco Van-zo all’esordio e Nicolia fuori per squalifica. Con il Liceo la

Coruña invece è sempre stata sconfitta ma in casa il Valda-gno ha disputato una gran gara e per lunghi tratti ha avuto in mano il pallino del match. Ora il prossimo avversario è il Benfica, squadra di altissimo livello che con Porto e Cande-laria rappresenta il meglio del panorama portoghese.

ha detto: “sì”intervista a Carlos Nicolia, attaccante del Recalac Hockey Valdagno

Carlos Nicolia all’inizio di aprile ha detto nuo-vamente sì al Valdagno. La città che tanto lo ama potrà godere della gesta

del campione argentino fino al 2014. Nicolia ha infatti firmato il rinnovo del contratto per due anni. Il venti-seienne “fenomeno” di San Juan è l’idolo dei tifosi. Da poco meno di un anno è diventato papà per la pri-ma volta del piccolo Cristiano avuto dalla compagna Celina. Il tuo futuro si chiama Valdagno. “Sono molto felice di rimanere. La mia è una scelta di vita. La società è ambiziosa e vuole continuare a vin-cere. Quando ho capito che gli obiet-tivi erano quelli di disputare stagioni da protagonista in una squadra di vertice non ho avuto un attimo di esitazione, la firma è stata automati-ca. Ho tanta voglia di vincere ancora con il Valdagno. In città sia io che la mia famiglia viviamo benissimo e ho tanti amici che mi vogliono bene. Sia per la mia compagna Celina che

per mio figlio Cristiano Valdagno rappresenta una scelta ottimale”.

Come giudichi la stagione del Val-dagno? Abbiamo cominciato con poco equilibrio alternando vittorie a sconfitte. Franco Vanzo ci ha fatto capire e vedere concretamente che dobbiamo e possiamo essere al ver-tice. Il mister è una persona concreta e sta facendo un buon lavoro.

Tu hai la fama di mangiallenato-ri, con Vanzo invece sembra vada tutto bene. Non sono un mangiallenatori: è uno stereotipo che non rispecchia la ve-rità. Voglio soltanto un mister che alleni, parli poco e sia concreto. Vo-

glio sincerità e franchezza e Vanzo è proprio così.

Anche in Eurolega ci sono stati alti e bassi ma è arrivata la qualifica-zione.Sì, abbiamo vinto tutte e due le parti-te con il Porto, è stato fondamentale per acquisire fiducia. In molti erano al debutto in questa competizione e di conseguenza è stato normale ave-re qualche battuta d’arresto ma ciò che conta è che alla fine è arrivata la qualificazione.

Come è nato lo splendido rappor-to che hai con la città e con i val-dagnesi?Quando sono arrivato il primo derby

che ho giocato contro il Trissino lo abbiamo perso e da lì ho capito che a Valdagno la gente ama l’hockey, ci tiene tanto. Il rapporto che c’è oggi con la gente si è costruito negli anni e io ho dato sempre il massimo per loro. Alla domenica mi trovo con del-le persone ma non li vedo più ormai come tifosi ma come amici: si man-gia assieme, si gioca alla playstation. La città mi ha apprezzato come per-sona. All’inizio della mia avventura valdagnese ero molto timido, uscivo a testa bassa dal palazzetto e mi ri-fugiavo a casa. E poi a Valdagno ho trovato il mio secondo papà: il “Mol-la”, il meccanico Carlo Danzo. Sono felice di vivere in questa città.

L’arrivo del piccolo Cristiano, 10 mesi, come ti ha cambiato?Mi ha portato ulteriore serenità. In famiglia c’è una bellissima atmo-sfera, la mia compagna Celina è un punto di riferimento e mi è sempre accanto. Adesso abbiamo Cristiano che ogni giorno ci stupisce e ci riser-va belle sorprese.

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9I tuoi inizi nell’hockey? Ho incominciato nell’Olimpia di San Juan a tre anni. Il papà, grande tifoso del Boca Juniors, avrebbe preferito che giocassi a calcio ma io mi sono innamorato dell’ho-ckey. Un giorno ho accompagnato un vici-no di casa, Orazio, a prendere il figlio che praticava hockey e da allora ho martellato i miei genitori dicendo che volevo giocare a hockey. Da bambino mi sono dedicato sia al calcio che all’hockey, mangiavo in mac-china tra gli allenamenti. Oltretutto c’era la scuola che per papà medico e mamma so-ciologa aveva grande importanza: era mol-to impegnativo.

Chi ha capito le tue potenzialità?Ero allenato dallo zio di Gonzalo Gomez, Miguel, che per 12 anni è stato allenatore della nazionale argentina. Io e Pablo Alva-rez giocavamo, oltre che con i coetanei, con ragazzi più grandi di due e anche di quattro anni. Miguel Gomez un giorno ha chiamato la mia famiglia e quella di Pablo e ha fatto capire ai genitori che avevamo i numeri per diventare dei fuoriclasse.

Qual è un tuo pregio in pista?Sono sempre al limite, posso fare un goal stu-pendo o perdere la testa. Ho il rimpianto della coppa Cers per-sa e della finale di coppa Italia quando ho preso il palo e poi ho fatto un fallo dal quale è nato il golden goal che ci ha condanna-to. In generale mi piace avere pressione ad-dosso.

Preferisci esse-re uomo goal o fare assist per i compagni?Ho sempre avuto la voglia di fare assist, mi piace di più. Qui a Valdagno ho iniziato an-che a segnare parecchio ma sono portato a

rifinire l’azione, a mettere il compagno in condizione di segnare. Poi, ovviamente, il mio gioco varia a seconda delle caratteristi-che del giocatore con il quale faccio coppia in attacco. E così se sono in pista con Tata-ranni sono assist man, se gioco con De Oro finalizzatore.

I tuoi goal sono sempre molto spettaco-lari. Ne ricordi qualcuno in particolare?Innanzitutto c’è da dire che mi sento più sicuro a fare un alza e schiaccia che, ad esempio, un gancio. Il goal più bello l’ho fatto in una punizione di prima tre anni fa al Trissino: alzo la palla e poi un gancio. Il più importante a Follonica nella finale scudetto.

Anche le tue esultanze sono sempre coin-volgenti.Ultimamente mi arrampico sulla rete. La prima volta mi è venuto spontaneo perché avevo concluso un contropiede veloce e sullo slancio mi sono ritrovato in cima. Pri-ma ancora esultavo facendo un gesto con la mano, una specie di così così, che voleva dire un po’ bravo un po’ fortunato. A San Juan, Pancho Velasquez quando segnavo dei goal mi faceva quel gesto per prendermi bonariamente in giro.

Hai dei riti scaramantici?Si, ne ho. Eccome. Innanzitutto metto sem-pre una calza al rovescio. Poi mi butto acqua santa sul viso e faccio il segno della croce anche perché comunque sono religioso.

A Valdagno i tifosi ti hanno ribattezzato “il fenomeno”.È un soprannome che mi fa piacere e allo stesso tempo un po’ mi imbarazza. Per tutti sono comunque “cabeza” per il mio testone che fin da bambino mi rendeva facilmente distinguibile.

Oltre all’hockey ti piacciono altri sport?Amo il calcio e d’estate gioco spesso a cal-cio a 5 con i miei amici in Argentina. Sono tifoso del Boca Juniors mentre in Italia sim-patizzo per la Fiorentina perché mi è sem-pre piaciuto molto Batistuta, un campione in grado di fare la differenza.

Che musica ascolti?La cumbia, musica argentina. La metto an-che al palazzetto.

Cibo preferito?L’asado e la pasta. Nel primo caso non ho molta pazienza nel cucinarlo perché biso-gna stare attenti. Il più bravo a prepararlo è Juan Oviedo.

ArgentopesanteIn una splendida giornata di sole domenica 25 marzo a Polpenazze del Garda si sono svolti i Campionati italiani Master di corsa campestre. Il nostro Stefano Benincà ottiene un prestigioso secondo posto, dopo una sfida al fotofinish con il vincitore, il laziale Riccardo Baraldi

Grandissima l’affluenza di atleti da tut-ta Italia, isole comprese, segno evi-dente dell’importanza del settore Ma-ster in seno alla Federazione Italiana Atletica leggera (Fidal).

La giornata è iniziata alle ore 10,00 con la partenza della prima cat. femminile e via di seguito si sono succedute le partenze con una media di 150/200 atleti suddivisi in fasce di età dai M35 ai M70. Per quanto riguarda i colori vicentini ottima la prova di Stefano Benincà nella cat. M40 che su un percorso tecnico di 6 km. si deve arrendere al fotofinish al laziale Riccardo Baraldi, ottimo atleta su pista. Fin dalle prime battute si è capito che la vittoria se la sarebbero giocata questi due atleti in quanto il loro vantaggio si aggirava già sui 15” dal gruppetto in-seguitore e solamente negli ultimi 100 mt. Baraldi riusciva a spuntarla su Benincà e su tutti gli altri.La medaglia d’argento per Benincà arriva a con-clusione di un’ottima stagione invernale di cross che lo ha visto vincitore sia del campionato provin-ciale CSI e FIDAL sia del campionato regionale

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sotto lapioggia

Granfondo Liotto 2012. La pioggia non scoraggia i temerari.

Si riconferma vincitore Roberto Cunico; ottima la prestazione

del valdagnese Marco Fochesato, secondo assoluto

di Giulio Centomo

Mentre sul c i r c u i t o internazio-nale si co-minciano a

correre le grandi classiche del ciclismo, a Valdagno, sotto una pioggia battente, si tiene una nuova edizio-ne della Granfondo Liotto – Città di Valdagno, tradi-zionale appuntamento di primavera per la città lanie-ra e quarto Memorial Gino Liotto. La manifestazione è stata la prima delle sei tappe del Challenge Gior-dana (circuito composto da sei granfondo tra Veneto, Trentino e Lombardia) e I^ prova del Campionato Provinciale Udace, nonché IV^ tappa del Campionato Italiano Granfondo e Me-diofondo Udace.Oltre 2100 partecipanti iscritti, ma solo in 900 si presentano alla partenza, incuranti del maltempo che ha funestato la manifesta-zione per l’intera giornata.Al vedere comunque quel gruppetto di temerari quasi si commuove al via Luigi-na Liotto, figlia del patron Gino, che con i fratelli Do-retta e Pierangelo hanno curato l’organizzazione di questo importante appunta-mento sportivo. Davanti ai sani valori dello sport non c’è pioggia che tenga!Un brivido corre lungo le schiene dei presenti quando, con un minuto di silenzio, si ricorda il gio-vane Piermario Morosini scomparso il giorno prima sul campo di calcio, ma si sa “the show must go on” e così ci si prepara al count-down. Mancano proprio pochi minuti alla partenza quando arriva l’annuncio degli organizzatori: a cau-sa delle avverse condizioni meteorologiche e per ga-rantire la sicurezza degli atleti la gara si svolgerà solamente lungo il circu-ito del mezzo fondo. Ine-vitabile qualche borbottio nel gruppo ma ben presto spentosi per far posto all’a-drenalina, occhi fissi sulla strada e muscoli tesi... è ora di partire!Circa 102 km e 1450 m di dislivello complessivi, que-sto il percorso che da Val-

dagno sale verso nord attra-versando Recoaro Terme e inerpicandosi verso il passo Xon, poi giù verso Valli del Pasubio, Torrebelvicino e Schio. Nuova salita da af-frontare verso Monte Ma-grè, in discesa fino a Isola Vicentina e ancora sui pe-dali per salire a Torreselle. Si prosegue toccando Igna-go, Monteviale, Sovizzo, Valle di Castelgomberto, breve strappo fino a Castel-gomberto dopo di che ci si accinge a risalire lungo la valle dell’Agno verso il traguardo. Ma non è ancora tutto perché, arrivati a Val-dagno, l’ultima deviazione porta i corridori a salire in località Castello, ultima sa-lita della giornata.Non servono molti chilo-metri ai più forti per imporsi e cominciare a dettar le re-gole, il resto è un continuo affascinante avvicendarsi di leader, fughe e insegui-menti. Prima dello scolli-namento di Passo Xon sono in cinque davanti: Bertuola, Sorrenti Mazzocchi, Krys, Cunico e Pontalto. Sulla salita di Magrè al comando passano Bertuola, Cunico, Janes, Krys, il “fuori gara” Enrico Franzoi, campione di ciclocross, e poi Masie-ro, Pegoraro, Fochesato, Giovannini e Palazzi.A Malo, dopo circa 50 km, nuovo assetto per la te-sta della gara con Franzoi a fare l’andatura e dietro Muraro e Cunico, seguiti a breve distanza da Krys, Pegoraro, Masiero, Spiazzi, Janes con Fantini.Tocca alla salita di Torre-selle e il primo a transitare è Roberto Cunico, insegui-to da Muraro e Franzoi,

Roberto Cunico

Astrid Schartmuller

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11valdagno

mentre Bertuola, Krys e Sorrenti Mazzocchi restano staccati insieme a Carriero.Dopo Torreselle, in disce-sa la storia viene riscritta, Franzoi si lancia su Cunico, che a Castelgomberto è an-cora saldamente al coman-do. Dietro intanto risale Marco Fochesato, rovinato a terra due volte a Malo, ma autore di un recupero senza eguali sebbene dolorante. La salita di Castello non cambia le carte in tavola e Cunico stoppa il cronome-tro al traguardo a 2:43:21. La sorpresa è dietro perché a 1’35’’ si presenta proprio Fochesato del Velo Club Piana, lasciando Krys e Bertuola a battagliare per il terzo gradino del podio. Tra le donne la leader sen-za troppi pensieri è Astrid Schartmüller (3:02:57), che conduce l’intera gara in testa e all’arrivo stacca di ben 10’ la veronese An-tonella Girardi, mentre al terzo posto arriva la vicen-tina Sabrina Zogli del GS Alpilatte, in sella alla sua “Liotto”. Da citare anche il buon piazzamento in rosa per il Velo Club Piana con Franca Peretti.«Il coraggio e la deter-minazione con cui atleti,

organizzatori e pubblico hanno seguito questa gara, in queste condizioni meteo-rologiche è stato a dir poco commovente – commenta l’assessore allo sport del Comune di Valdagno, Ales-sandro Grainer – mi sono emozionato vedendo arri-vare Marco Fochesato sul traguardo, nonostante due cadute, conquistando un bellissimo secondo posto. Bravissimo lui e bravissimi tutti i corridori partiti sotto la pioggia, a testimoniare la propria passione sportiva e voglia di essere presenti a questo affascinante appun-tamento valdagnese. Un grazie va a tutti i parteci-panti unito ai ringraziamen-ti dell’intera Amministra-zione a tutti i volontari che hanno lavorato per la buona riuscita della manifestazio-ne. Impossibile dimenticare la famiglia Liotto, che an-cora una volta ha lasciato la sua garanzia di profes-sionalità e serietà su questa giornata di alto livello.»

CLASSIFICA FINALEMaschile1. Cunico Roberto - Uc Lugo Cicli Beraldo 02:43:21; 2. Fochesato Mar-co - Velo Club Piana 02:44:56; 3. Krys Hubert Jacket - Asd Cicli Cop-paro Ancona 02:45:02; 4. Bertuola Alessandro - Team Viner Miche Lgl Nautilus 02:45:03; 5. Pegoraro Cristiano - Scavezzon Squadra Corse 02:45:35; 6. Sorrenti Mazzocchi Giuseppe - Team X-Bionic - Lapierre 02:45:39; 7. Carriero Valentino - Asd Cicli Copparo Ancona 02:45:40; 8. Fantini Ersilio - Team Mg K Vis Gobbi Lgl Miche 02:46:02; 9. Janes Silvano - Asd Petrolvilla Bergner Brau 02:46:02; 10. Spiazzi Davide - Asd Avesani 02:46:03.

Femminile1. Schartmuller Astrid - Lamacart Cycling Team 03:02:57; 2. Girardi Antonella - Asd Team Battaglin 03:12:05; 3. Zogli Sabrina - Gs Alpi-latte Br Pneumatici Zane’ 03:12:25; 4. Gallo Valentina - Ar Team Ar-mistizio Hard Service 03:12:42; 5. Avanzi Claudia - Gs Pedale Bagno-lese 03:16:06; 6. Scipioni Rosanna - Team Bcicli Galassia 03:17:10; 7. Coato Marisa - Green Team 03:18:15; 8. Venturini Erica - Lama-cart Cycling Team 03:20:02; 9. Boldrini Cristina - Asd Fimap Mr Gud 03:20:25; 10. Peretti Franca - Velo Club Piana 03:23:03.

Marco Fochesato

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12

Calendario gare:

- 10 giugno 2012 Bikepark

Valleverde di Pozzolo di Villaga (Vicenza)

- 01 luglio 2012 Pozza di Fassa (Trento)

- 29 luglio 2012 Alleghe (Belluno)

- 16 settembre 2012 Bikepark

Valleverde di Pozzolo di Villaga (Vicenza)

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13vicenza

adrenalinicaIl Down Hill,una disciplinatutta emozionie adrenalina

Agli occhi di chi non lo conosce, questo sport potrebbe sembrare molto rischioso ma, se praticato con le opportune prote-zioni e con il corretto approccio, diventa davvero entusiasmante. In provincia di

Vicenza sono circa un centinaio gli atleti iscritti alla Federazione Ciclistica Italiana suddivisi in cinque as-sociazioni, e si stima che almeno altri trecento siano i praticanti di questa disciplina. Il Monte Grappa, Me-lette di Gallio, il Monte Summano, Recoaro Mille e il Bike Park Valleverde di Pozzolo di Villaga, sono le palestre naturali per gli amanti della bicicletta dalle particolari caratteristiche: sospensioni con escursione di 200 millimetri, ruote a sezione maggiorata, il ma-nubrio molto largo ma, soprattutto la geometria del telaio molto ridotto con baricentro basso facilmente distinguibile dalle normali montain bike. La down hill, abbreviato DH, si pratica necessaria-mente indossando il casco integrale, la pettorina con paragomiti-spalle-schiena, ginocchiera con para-stinchi, collare, guanti e occhiali. I tracciati, preva-lentemente in discesa, solitamente prevedono roots (radici), jumps (salti) stumps (ceppi), drops, terreni rocciosi o terrosi, e tutto ciò che la natura può offrire.I costi per praticare questa disciplina sono alla porta-ta di tutti. Si può iniziare con una bicicletta usata dal valore di circa euro 1500 mentre le protezioni indivi-duali: casco, ginocchiere, collare, occhiali, pettorina, guanti, pantaloni e maglia si possono stimare costi che non superano euro 850.Tra le novità del 2012, ricordiamo il Circuito DH NORDEST: una serie di gare a tappe organizzate nel-le regioni Veneto e Trentino che ai fini della classi-fica, determineranno il campione di categoria finale.

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piloti goIl MCR Race Team organizza uscite collettive

in pista nei circuiti di Adria e di Rjueka, un’opportunità per gli appassionati della

velocità di correre in sicurezza

Lo staff Mcr ha espresso il desi-derio di ricreare un gruppo simile a quello che nel

2006 ha portato all’organiz-zazione di molte trasferte sulle piste di Adria e Rjie-ka per quanto riguarda le moto tipo SBK, settore che inevitabilmente ha risentito particolarmente della crisi economica tuttora in atto ma che può essere rivalutato in quanto offre la possibilità di seguire la passione per l’al-ta velocità nelle condizioni più sicure possibili, lontano dalle strade che ormai sono talmente trafficate e a volte dissestate da raffigurare un vero è proprio pericolo per i motociclisti.Ovviamente più sono i par-tecipanti e maggiori sono le possibilità di ottenere sconti-stiche per gli ingressi in pista o perlomeno di abbassare i costi delle trasferte; e non ab-biate timore se non siete mai entrati in un circuito o se vi sentite troppo inesperti per

farlo, ci sarà l’affiancamento di Santoro Edoardo , esperto “dell’asfalto” nonché presi-dente dell’associazione, che con il suo staff predisporrà eventualmente dei turni de-dicati a chi è alle prime armi.Sono previste anche delle sessioni di allenamento per i piloti del campionato ita-liano mini motard e pit bike, trasferte a cui tutti coloro che possiedono una pit bike o un mini motard possono par-tecipare senza nessun pro-blema; per quanto riguarda il settore cross se ci fossero giovani interessati a muovere i primi passi in crossodromo (anziché nel campo vicino a casa…) fatelo presente alla MCR Race Team, sarà un piacere per Edo organizzare qualche uscita di gruppo e fornire le indicazioni neces-sarie per approdare a questo sport entusiasmante!Presso la sede dell’associa-zione di Trissino inoltre si può curiosare e/o inserire annunci sulla bacheca degli associati dove si possono tro-

vare moto, accessori e abbi-gliamento usati.Una nota di ringraziamento, per concludere, a tutti colo-ro che sono venuti a farci visita presso il nostro stand all’expo Mondo Motori 2012 di Vicenza allestito rigorosamente in collabo-razione con NS Aerogra-fie, nostro collaboratore e da marzo definitivamente con sede operativa a fianco alla ns. in Viale Venezia a Trissino.Ah dimenticavo: se volete essere informati sulle ns. attività scriveteci a [email protected]; e chi volesse partecipare alla festa dello sport di Trissino il 02/06/12 fa-cendo una semplice esi-bizione di trial, motard o altro, ce lo faccia sapere e vedremo di organiz-zare con il vostro aiuto qualcosa che rispecchi la passione per i motori che tanti di noi coltiva-no.

di Monica Voltolina

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passione ballo

A Monticello Conte Otto il 1° Trofeo Evolution Dance Academy ,

1° contest Nuova Sida e 1°concorso Emmebi. Il ballo che appassiona.

Si replica il 25 aprile.

Presso il palaz-zetto dello sport di Monticello Conte Otto (VI) , si è svolto il

1^ trofeo “Evolution Dan-ce Academy”, organizzato dall’associazione sportiva dilettantistica diretta dai maestri Lorena e Mauro Lazzaron. La competizione amatoriale, promossa dalla FIDS Federazione Italiana Danza Sportiva, ma aperta anche ad associazioni ed enti di promozione sportiva, ha visto la partecipazione di più di 400 atleti che hanno gareggiato nelle varie disci-pline di gara, in performance singole, in duo o in gruppo. Hanno aperto lo spettaco-lo i gruppi della specialità danze orientale, seguiti poi da danza moderna, flamen-co e danza classica. Il gior-no seguente si sono potuti ammirare in pista i gruppi-spettacolo di Show dance e la precisione della Syn-

cro dance, con atleti anche molto giovani a partire dai 6 anni, ma non per questo meno bravi e competitivi!A dare lustro alla giornata, la partecipazione di Omar Cal-vo, finalista ai campionati del mondo di Show Dance singolo, che ha emoziona-to il pubblico sulle note di Schindler’s List.Spazio poi al 1° contest “Nuova Sida” ed al 1° con-corso “Emmebi” dedicati al mondo dell’Hip-Hop e della Break dance. Spettacolari le evoluzioni dei breakers che si sono affrontati nel contest ad eliminazione diretta uno contro uno, e che hanno en-tusiasmato il folto pubblico presente, che riempiva com-pletamente tutti gli spalti del palazzetto. Molto apprezzate anche le esibizioni proposte dalla Evolution Dance Academy, in collaborazione con l’as-sociazione sportiva NiCris Dance, diretta dai maestri

Cristina e Nicola Regnoli, che hanno portato a Mon-ticello la coppia finalista al campionato del mondo di danze latino americane Sara Casini e Vincenzo Mariniel-lo.Considerato il successo di pubblico e di partecipazio-ne ottenuto, il Nicris Dance, in collaborazione con l’E-volution Dance Academy, organizza per il giorno 25 aprile una gara di danze standard e latino americane, nuovamente al palasport di Monticello Conte Otto (VI). Anche in questo appunta-mento è prevista la presenza di ospiti internazionali del calibro di Paolo Bosco, sei volte campione del mondo di danze standard e di mol-ti altri ballerini di spessore. Non resta che accaparrarsi un posto in tribuna per gio-ire nuovamente assaporando questo meraviglioso sport che è la DANZA SPORTI-VA

di Enzo Casarotto

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Page 16: Sportivissimo Aprile 2012

16valdagno

Una domanda è co-munque a tutti gli sportivi: lo sport che sto pratican-do, è davvero il

mio sport? Ovvero: ho le ca-ratteristiche fisiche-mentali giuste per il mio sport oppure se ne facessi un altro, con altre peculiarità, potrei raggiungere risultati maggiori con un im-pegno minore? La domanda è di quelle toste. Figlia di quel conoscere se stessi che gli antichi greci consideravano la massima saggezza. Roba difficile capire nella vita ma non meno nello sport. Perché in genere s’inizia con un cer-to sport e non lo si molla più per il resto della vita. A furia

d’impegnarsi, ci si migliora, si ottengono anche successi – è la magia dello sport - ma il dubbio che in un altro sport, i risultati avrebbero potuto essere migliori, rimane. Nei periodi di crisi da prestazio-ni, si fa addirittura assillante. Sono rari gli sportivi che han-no potuto mettere alla prova i propri talenti in discipline diverse. Tra costoro, uno è Arturo Traforti, classe 1958, valdagnese di Piana, il qua-le nel corso della sua vita ha fatto tre sport, pugilato, tiro al volo, ciclismo, tre discipline diversissime l’una dalle altre, per conoscere fino in fondo le sue capacità. Adesso puoi dirci per quale sport sei nato…Ho iniziato con il pugilato e dal 1978 al 1984 ho vissu-to solo per il pugilato fino a vincere un titolo Veneto nella stagione 1981/82, categoria medio-massimi; poi ho fatto

tiro a volo, vincendo 5 cam-pionati regionali, l’ultimo dei quali quest’anno; e quindi mi sono dedicato al ciclismo, ottenendo anche sulle due ruote qualche bella vittoria: nel 2000 sono arrivato primo nel ranking europeo di mara-tona nella categoria master2, aggiudicandomi la maratona delle Dolomiti e la granfon-do Campagnolo. A guardare i risultati, penso di avere avuto un po’ di stoffa per ciascuno dei tre.Sono tre discipline così di-verse? Quando ho lasciato la boxe, nel 1984, e ho scelto il tiro a volo, ricordo di averlo fatto perché me lo chiedeva il mio

corpo, che aveva bisogno di un po’ di tregua. Ho scelto al-lora uno sport che fosse meno fisico e più mentale. La boxe richiede di grande e costante allenamento, perché appe-na si cala un po’ di forma, si prendono botte vere che fanno male vero. Se negli altri sport, quando si cede, si recupera dallo sforzo, nella boxe, quan-do non ce la si fa più, arrivano le botte che fanno male: sono pugni veri e propri. Bisogna sempre tenersi ai massimi livelli, guai a salire sul ring poco allenati. Ho fatto boxe per 6 anni nella categoria me-dio massimi. A Valdagno c’era una grande tradizione di boxer e negli anni Settanta era uno sport sentito e praticato. Ho fatto anche l’istruttore, però, la boxe, come ti dicevo, non permette una pratica soft e così ho pensato di mollare. Ho scelto il tiro al volo per far riposare il corpo ma poi ho

sentito necessita di far nuova-mente fatica e ho cominciato a pedalare.Un ex medio-massimo sul Pordoi, come si riesce a vin-cere la maratona delle Dolo-miti?Da pugile pesavo 81 kg, ma alla maratona delle Dolomiti ne pesavo 69. È il peso, il segreto?Mi sono sempre allenato tan-to. Quando facevo il pugi-le ero ogni sera in palestra, esercizi e poi ancora esercizi; quando sono salito in bici, non ho fatto altro che rispettare ta-belle e ancora tabelle. Sono un tipo metodico e volitivo. Prendo sempre molto sul serio tutto quello che faccio.

Allora è “a testa bassa”, il segreto?I tre sport che ho praticato, sono molto diversi tra loro, ma hanno aspetti anche molto simili: nel pugilato e nel cicli-smo è fondamentale la tenacia e avere una grande fiducia in se stessi, ma questa è anche quello che fa la differenza nel tiro al volo: più che “a testa bassa”, direi, “massima con-centrazione in ciò che si fa”: bisogna sempre dedicarsi con la massima volontà e determi-nazione, forse il segreto del successo è questo.Quanto ci hai messo a diven-tare forte in bici, partendo dalla boxe e dal tiro al volo?Sei anni di duri allenamenti: bici tutti i giorni da gennaio a ottobre. Circa 20 mila chilome-tri a stagione. Dopo 6 anni sono riuscito a chiudere una marato-na con 31 all’ora di media. Adesso pedali per tenerti in forma?

tre campioni in unoVita sportiva di Arturo Traforti,

campione di pugilarto, ciclismo e tiro al volo.

Sì, anche nel tiro a volo si è compreso quanto sia impor-tante una buona preparazione fisica. Nella mia specialità, lo skeet, si richiede di sparare da una postazione variabile. Uno sparo e cambio di postazione. Bisogna avere una certa tenuta fisica per riuscire a sparare in modo perfetto. Oggi sei campione Veneto di skeet.E’ il mio quinto titolo. Il tiro al volo mi dà grandi soddisfazioni.Ma tra tiro a volo, boxe e ci-clismo, qual è davvero il tuo sport?Oggi è il tiro, ieri è stato il ci-clismo e prima ancora la boxe, non saprei proprio quale sce-gliere.

Ma se dovessi rinascere, quale faresti da bambino per tentare una carriera profes-sionistica?Giuro che non lo so!

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17vicenzanel cuore

della terraIl Gruppo Grotte Gastone Trevisiol di Vicenza compie 80 annidi Antonio RossoFoto archivio Gruppo Grotte Trevisiol,

per gentile concessione di Romano Trevisiol

Il 20 marzo serata parti-colare nella sala riunioni della parrocchia dei Car-mini a Vicenza. Il Gruppo Grotte Gastone Trevisiol

festeggia 80 anni di attività ed in occasione di tale evento pre-senta una serie di filmati sulle nuove esplorazioni nel vicenti-no in cui la subacquea ha avuto una funzione molto importante.Ripercorriamo un po’, la sua storia. Il Gruppo Grotte inizia l’attività nel 1932 e nell’anno successivo opera come gruppo dell’Unione Vicentina Escur-sionisti, interessandosi princi-palmente del Buso della Rana. Nel 1935 confluisce nel CAI interessandosi, fin dall’inizio, oltre che di speleologia, an-che di paleontologia umana. Il trascinatore e l’animatore del gruppo è Gastone Trevisiol, che purtroppo cadrà vittima del bombardamento del 18 novem-bre 1944 sulla città. Al termine del conflitto sarà lo studioso Aldo Allegranzi a continua-re le ricerche e ad intitolare il gruppo all’amico scomparso. Negli anni successivi il GGT si occupa sempre più di svolgere e divulgare la disciplina spele-ologica toccando la geologia, la paleontologia, la biospeleo-logia ed il ciclo dell’acqua ed utilizzando le tecnologie più moderne, nelle quali spicca il settore subacqueo.Oltre a collaborare con Univer-sità ed Enti pubblici e privati, mi preme sottolineare che negli anni, i membri del gruppo han-no saputo coltivare un clima di collaborazione ed amicizia con tutti i gruppi vicentini e vene-ti, esempio raro a trovarsi, di questi tempi. Con questo arti-colo si vuole, pertanto, riunire idealmente in tale momento di festa anche gli altri amici spe-

leologi non appartenenti al GGT, accumunandoli in un unico gran-de gruppo, dimostrazione che la speleologia è una scienza ed uno sport completo, in grado di for-mare uomini e donne, non solo atleti o sportivi.Va, tuttavia, riconosciuto che un aiuto lo ha fornito anche la Re-gione Veneto la quale ha prima riconosciuto ufficialmente la Federazione Speleologica Vene-ta in cui erano confluiti pratica-mente tutti i gruppi del Veneto e poi, iniziando a collaborare con essa su progetti quali il “catasto grotte” e il controllo della qualità dell’acqua delle risorgive monta-ne ed il loro censimento.Ma torniamo alla nostra serata. L’animatore è stato Romano Tre-visiol, figlio di Gastone, che per dodici anni ha guidato il gruppo e che, fino a quest’anno, ne è sta-to il presidente, e che si è ritirato per dar spazio ai giovani.Il primo filmato ha portato i pre-senti alla scoperta dei fiumi sot-terranei lungo le grotte-sorgenti della Valdastico. Complessiva-mente sono ora quasi tre i chi-lometri dei rami percorsi dagli speleosub all’interno della mon-tagna. Attraverso le immagini si sono così viste le immersioni necessarie al superamento dei sifoni sommersi della grotta del Gorgo Santo e del Buso della Pimpa o Rio Solo.Ha fatto seguito l’illustrazione di un nuovo ramo fossile lungo un chilometro nel Buso della Rana a Monte di Malo, un ramo con splendide concrezioni, dove è

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18possibile riconoscere le tracce di antichi laghi.A seguire, un filmato sul torren-tismo in Val Rua, una attività che merita di essere provata dagli amanti delle discipline dell’acqua e, almeno una volta, anche dai su-bacquei.Val Rua è una profonda forra, che pochi conoscono e sul cui fondo scorre un torrente, situata nei pres-si di Ponte Posta in Valdastico. La discesa si compie seguendo questo torrente attraverso un susseguirsi di discese in corda, di salti, di tuffi e nuotate su bellissimi laghetti per una lunghezza complessiva di 1400 metri ed un dislivello di oltre 380.Hanno chiuso la serata le immagini di un nuovo gigantesco salone di 3000 metri quadrati, 65x45 metri, alto oltre cento: l’abisso Flavia che si trova nell’Altopiano di Asiago, nel comune di Valstagna a 1134 me-tri di quota e scoperto solo recente-mente. Lo si raggiunge scendendo da un pozzo perfettamente verticale di 185 metri, percorso da una ca-scata d’acqua. Al di sotto di questa grotta, 900 metri più in basso, c’è la grande sorgente dell’Oliero.Romano, ha chiuso la serata for-nendoci, in anteprima, la notizia del ritrovamento nei Colli Berici, nel comune di Mossano, di un abisso, ancora in esplorazione, ma che si sa già che sarà la grotta più profonda dei colli e con il salone più grande.Una serata piacevole che auguria-mo a tutti di ripetere in occasione dei cento anni di attività del gruppo, con chissà quali nuove scoperte.

Per saperne di più, il gruppo si riunisce presso la sede del CAI a Vicenza in Contrà S. Lucia, al nu-mero 95 ogni venerdì sera alle ore 21.00. Il sito internet è www.gruppogrottetrevisiol.org , dove sono visionabili, mediante link, foto e filmati di speleologia, an-che subacquea e vi si trova ogni riferimento utile a partecipare alle attività programmate.

Page 19: Sportivissimo Aprile 2012

19marostica

Vai sempre a tutta birra

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zepa cresce

La Zepa nel corso degli anni ha cam-biato spesso nome, passando dalla B2 alla serie B Dilet-

tanti per finire con l’attuale DNB, ma la quarta categoria nazionale, nel mondo della palla a spicchi, da oltre un de-cennio vede come protagoni-sta la pallacanestro Marostica griffata “Zepa Marostica”.La società scaligera, fresca vincitrice dell’Alfiere d’oro, prestigioso riconoscimento attribuito annualmente alla re-altà sportiva marosticense che più si è distinta nella stagione precedente, disputa la serie B di basket dalla ormai lontana stagione sportiva 2001-2002. Tanti sono gli atleti che si sono

La Zepa Marostica, un vivaio emergente nel basket che conta.

alternati in canotta Zepa, con alterne fortune sul parquet ma sempre scelti dai dirigenti con grande attenzione alle loro doti umane ancor prima che tecniche.Marostica oggi è la realtà di vertice della pallacanestro provinciale, e può vantare numerose collaborazioni con società della zona, grazie alle quali ha allestito un set-tore giovanile tra i più floridi di tutto il Veneto, nel quale giocano a tutti i livelli e con svariate denominazioni più di 700 ragazzi, tutti riconducibi-li alla ‘grande famiglia’ Zepa.Lo scopo è quello di creare una ‘cantera’, come la chia-merebbero in Spagna, cioè un serbatoio che alimenti la

prima squadra dando una ‘ve-trina’ ai giovani più validi del nostro territorio.E che Marostica sia espres-sione di questa zona non c’è ormai dubbio, visto che settimanalmente lotta con-tro squadre di professionisti contrapponendo loro la gio-ventù e la voglia di emerge-re di ragazzi nati o cresciuti cestisticamente in provincia. Vicentini doc sono Campiel-lo, Montanari, Seganfreddo e Crosato, oltre al golden boy Mabilia, il 19enne marosti-cense nato a pochi passi dalla palestra e già convocato in più occasioni nelle Nazionali giovanili.La stagione scorsa rimarrà sicuramente negli annali per i

ragazzi allenati da coach Gua-dagnini, che hanno raggiunto le semifinali di Coppa Italia e in campionato hanno vinto la stagione regolare, prima di arrendersi prematuramente nei play off. Quest’anno la Zepa è a ridosso delle prime della classe, e mira a ripren-dersi quei play off per giocar-li ovviamente in altro modo e, soprattutto, con altri risultati. L’appuntamento per tutti, ti-fosi e semplici simpatizzanti, è al Palallungobrenta di Car-tigliano, la casa della Zepa Marostica in occasione delle partite interne, giocate la do-menica alle ore 18.

di Enzo Casarotto

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piccole dolomiti

il Vaiodei CiclopiSul Gruppo delle Piccole Dolomiti, catena delle Tre Croci, conosciamo un nuovo vaio di grande interesse,il vaio “dei Ciclopi”

Primi salitori: Camposilvan Moreno, Zena Giada e Gemo Bruno, nell’anno 2009Avvicinamento: da Recoaro Terme, per-correndo la strada “dei ronchi” che sale a Recoaro 1000 si superano le “Casare

Asnicar” e poi si raggiunge la trattoria la Gabbiola, da qui si continua per la strada in direzione Recoa-ro 1000 e ad un certo punto si giunge ad un ampio tornante dove sulla sinistra si trova un parcheggio nel quale si può lasciare l’auto.Ora si prosegue a piedi per il sentiero dei grandi al-beri fino a raggiungere i piedi del vaio della porta; lo si risale tenendo leggermente la sinistra puntan-do in direzione del ghiaione terminale del vaio dei Novalesi (vedi foto).Lo si risale superando dei brevi saltini, a circa metà vaio dei Novalesi dove si allarga si nota sulla si-nistra un altro vaio che sale stretto e ripido tra le pareti, quello è il vaio dei “ciclopi” (vedi foto).

Relazione estivaDati tecnici: salita 1.30-2.00 h; discesa 1.00-1.30 h Totale dislivello: 600 m circaDifficoltà d’insieme: difficile Difficoltà max tec.: V / V+Roccia: discreta, a tratti molto friabile (prestare molta attenzione)Sviluppo: 150 m circa Esposizione: NordMateriale in loco: chiodi e cordiniAttrezzatura: va benissimo anche uno spezzone di corda da 30 m se si vuole scendere dal vaio della porta, viceversa se si vuole scendere in doppia per la stessa via serve una corda da 60 m (più 4-5 rinvii)Discesa: una volta usciti dal vaio si sale il ripido bosco fino al suo termine, per poi scendere per il vaio della porta; oppure in doppia per la stessa via di salita (lasciate soste).Note: vaio molto bello, con buona chiodatura e tante clessidre, segue una serie fantastica di picco-li camini in un ambiente suggestivo e selvaggio a carattere alpinistico esplorativo, interessante per l’ambiente in cui si sviluppa.Pur essendo un vaio di difficoltà contenute non deve essere sottovalutato!

A Valdagno, organiz-zato dalla “Italia Poon Ze’ Team” del Maestro Giu-seppe Bon, si è

tenuto il terzo Workshop del Maestro Chen Zhonghua, uno dei massimi interpreti mon-diali del Taijiquan. Il meeting di livello internazionale ha ospitato atleti provenienti dal Canada, dall’Irlanda, dalla Cecoslovacchia, dall’India e dalla Germania oltre a un numeroso gruppo di atleti della “Italia Poon Ze’ Team”. L’occasione era di quelle da non perdere proprio per il va-lore del Maestro Chen Zhon-ghua e dei suoi insegnamenti. Durante i due giorni di studi e pratica, abbiamo potuto incontrare il Maestro Chen Zhonghua.

Maestro, è il suo terzo Work Shop italiano…Sì, ed è quello in cui il livello d’insegnamento è stato più alto grazie al percorso che ab-biamo svolto nei precedenti due. Se nel primo Workshop ho descritto il il “sistema”, lo stile Chen Metodo Pratico Hong Junshen e nel secondo l’ho dimostrato con mie esi-bizioni o con quelle dei mem-bri dello staff del Maestro Bon, in questo terzo incontro abbiamo potuto far svolgere alcune applicazioni diretta-mente dagli allievi. E questo è stato possibile grazie anche ad un periodo di preparazio-ne di quasi due settimane condotte con il Maestro Bon e con l’istruttore Neresini, prima in Cecoslovacchia e poi qui a Valdagno. Un lavo-ro eccellente, molto proficuo. Come si lavora con atleti provenienti da scuole mar-ziali di nazioni diverse?Il Workshop è stato frequen-tato da allievi provenienti un po’ da tutto il mondo, anche se la maggioranza era italiana. Un’esperienza non nuova per me che sono so-lito insegnare Taijiquan un po’ ovunque, comunque è sempre stimolante avere un gruppo di allievi così vario: le esperienze sia di pensiero che di movimento del corpo che ognuno porta arricchi-scono la lezione e la rendono più interessante. Qual è stato il tema di que-

al centro del TaijiquanIl Maestro Chen Zhonghua ha tenuto a Valdagno il suo terzo Workshop di Taijiquan stile Chen metodo pratico Hong: una due giorni di grande arte marziale.

sto Work Shop?I due aspetti centrali del Me-todo Pratico di Taijiquan: il Radicamento e il Push Hand, ovvero la capacità di diventare un tutt’uno con il terreno al punto di non es-sere più movibile, quindi “radicato al suolo” come un grande albero, e la ricerca dell’energia interiore grazie alla quale si può sprigionare una spinta rapidissima e po-tentissima dell’articolazione braccia-mano. Lei che è un maestro che insegna in tutto il mon-do, come vede lo sport in Italia?Dalla mia esperienza, e an-che ovviamente dai miei Workshop valdagnesi, tro-vo che l’Italia sia un paese molto impegnato nello sport e che si faccia sport sempre con la massima serietà. Un atteggiamento molto positi-vo che fa onore agli sportivi italiani.

Maestro Bon, i compli-menti sono per lei, per il suo staff e per i suoi allievi.Il Maestro Chen Zhonghua è molto gentile e lo ringra-zio, soprattutto per quello che ci sta dando nei suoi insegnamenti. Egli è il mas-simo esponente al mondo di Taijiquan e il fatto che sia disposto a venire in Italia ad insegnarceli è per la mia Scuola un grandissimo ono-re. Questi Workshop sono davvero il massimo che oggi si possa fare nel mon-do sul Taijiquan. Grazie alla “Italia Poon Ze’ Team”, Valdagno sta diventando una piccola capitale del Taijiquan.Stiamo lavorando per di-ventare un centro di alta formazione del Taijiquan. Devo ringraziare tutto il mio staff e in particolar modo Massimo Neresini, già nostro istruttore e pro-prio in questi giorni procla-mato Discepolo diretto del Maestro Chen Zhonghua, e poi tutti i nostri allievi, atleti sempre molto motivati.Ci sarà un proseguo?Certamente, continueremo con la ricerca e l’approfondi-mento: il Taijiquan è un’arte che non conosce la fine. Discepolo Neresini, che

effetto ti fa, in relativa-mente pochi anni, esser riuscito a raggiungere risultati così alti? Prima di tutto vorrei rin-graziare gli ospiti stranieri e italiani che sono interve-nuti al Workshop di Val-dagno ed in particolare al Maestro Huang Shaosong, Cina, e ai suoi allievi ita-liani, all’Istruttore Steve Chan dal Canada della HunYuan Taiji, la Scuola del Maestro Chen Zhon-ghua, al Maestro Sandeep Desei dall’India, ad Ale-xandra Meinhold e Heike Gehringer dalla Scuola di Monaco in Germania, a Sven Gusowsky della Scuola di Berlino in Ger-mania, a Paul Maloney dall’Irlanda, all’istruttore di Imperia Vezzaro Mauri-zio ed infine al grande ami-co e combattente Maestro Pavel Codl della Scuola di Praga, Repubblica Ceca.Posso solo dire che mai nella mia vita mi sarei aspettato di diventare uno dei discepoli diretti del Maestro Chen Zhonghua che ritengo uno dei più grandi Maestri di Taiji-quan che un praticante possa avere la fortuna di incontrare e conoscere. I suoi insegnamenti spazia-no dalla teoria dell’Arte alla filosofia cinese Ta-oista al così detto “siste-ma”, cioè quello che il suo Grande Maestro Hong Junsheng ha definito, con l’approvazione del famo-sissimo e Grande Maestro di Taijiquan Chen Fake, il “Metodo Pratico” dello stile Chen.Propriamente di cosa si tratta?Altro non è che la totale pulizia dell’Arte del Taiji-quan stile Chen dai fron-zoli coreografici che tanto possono piacere ai cono-scenti superficiali dell’Ar-te ma che poco hanno a che fare con la “vera Arte Marziale” qual è dall’ini-zio della sua storia il Tai-jiquan. Ricerca quindi d’essen-zialità e in ciò d’efficacia, è questo lo stile Chen?Capisco che non sia sem-plice spiegare agli allievi

di Luigi Borgo

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21

ed alle persone comuni che il “movimento” na-sce dal “non movimento” e che l’azione energetica, nascendo dai piedi e tra-smettendosi nel corpo fino ad arrivare alle mani, deve passare attraverso una specie di “asse motore”, totalmente allineato al fine di trasmettere l’energia, ma solo così questa ener-gia si sprigiona in modo devastante, portandoti a sorprendenti risultati, sen-za alcun utilizzo della for-za. Immaginate un albero motore della vostra auto, questo deve essere assolu-tamente fermo ed elastico allo stesso modo per poter trasmettere l’energia del motore, se l’albero fosse pieno di giunti (le nostre articolazioni) che si muo-vono costantemente non in linea, allora il risultato sa-rebbe semplicemente una perdita costante di energia. Questo è quello che faccia-mo non appena ci muovia-mo, ad esempio presi dalla concitazione di una lotta, allora serve solo la forza muscolare! Noi lavoria-mo invece sull’energia e sull’allineamento energe-tico al fine di trasformare un piccolo movimento in una enorme trasmissione di potenza, per questo pos-siamo vedere un Maestro come il Maestro Chen, che indubbiamente non è nell’aspetto fisico un “Er-cole”, poter scaraventare a terra allievi di Kung Fu o Taijiquan anche veterani e molto robusti. Vero, l’ho visto con i miei occhi, e stupefacente.Al primo momento sembra impossibile e lo stupore è quello del “cavernicolo” che vede una macchina per la prima volta; pensate al primo uomo che ha sco-perto il meccanismo della leva quanto deve aver im-pressionato le persone del

tempo. Ebbene questo è lo stupore che si intravede negli occhi degli allievi che anche da anni pratica-no arti marziali, quando il Maestro Chen ti fa toccare con mano la potenzialità dell’Arte del Taijiquan.Un successo questo terzo workshop…Uno strepitoso successo e per questo volevo esprime-re un grazie particolarissi-mo, una dedica speciale al mio Maestro Giuseppe Bon, sempre disponibi-le, sempre ineguagliabile nei suoi insegnamenti che oltrepassano la pura rela-zione di Maestro-Allievo e che arrivano a farti toccare il cuore. Il Maestro Bon si aspetta sempre il meglio da te ma ti ricompensa an-che con il meglio, e questo per un allievo non può che essere il massimo! Grazie perché è solo attraverso il tuo riconoscimento che ho potuto essere oggi Di-scepolo del Maestro Chen! Io posso solo augurare a chiunque, in qualsiasi sport o arte marziale, di avere la fortuna di trovare un Maestro come lui.Vi lascio questa ultima ci-tazione che mi ha suggeri-to Steve Chan:“Quando sei di fronte al pericolo, non avere

valdagno

paura; quando sei di fronte alle difficoltà, non avere preoccupa-zioni o stress;quando sei di fronte all’ingiustizia, non avere collera;sempre affronta la vita senza sensi di colpa.Mai tirarsi indietro.Nessun compromesso.Nemmeno di fronteall’apocalisse!”

La Scuola ASD ITALIA POON ZE TEAM desidera ringra-ziare l’interprete ENRICO STAGNI per la sua preziosa assistenza e VERLATO FRUTTA per il sostegno dato alla manifestazione.

Chi è interessato a provare il corso di Taijiquan tradizionale e lo stile Chen Metodo pratico Hong può rivolgersi esclusiva-mente alla Scuola ASD Italia Poon Ze Team del Maestro Giuseppe Bon:Per informazioni rivolgersi al Maestro Giuseppe Bon cell: 328 7304862Facebook:Giuseppe BonMail:[email protected]

Page 22: Sportivissimo Aprile 2012

22valdagno Krav Maga grande successo

In data 25 marzo al Pala-sport G. Soldà di Valda-gno si è svolto con succes-so il primo stage di Krav Maga della Vallata.

Tre le ore di intenso allenamento che hanno visto circa cinquanta partecipanti destreggiarsi in vari tipi di tecniche di difesa personale, sia a mani nude che con l’uso di bastoni e coltelli. Altissimo l’entusiasmo e sep-pur stanchi e non senza qualche

Palestra Pola Fit.Via Sandri, 64 Trissino.Tel 3336062283/0445491869Centrosportivo Pegaso.Via M.Ortigara,99 Cornedo.Tel 0445480273ASD Accademia. Via Fogazzaro 31 Cornedo.Tel 3494228636ASD Armonia.Via 4 Novembre 23Sovizzo -Vi- Tel 3336062285Palestra Scuole elementari. Valle di CastelgombertoTel 3475309698Il nostro sito:kravmagaacademy360.forumfree.itE-mail:[email protected]

È un metodo semplice, veloce ed efficace, non richiede doti particolari quindi adatto a tutti.E’ un sistema cosiddetto “VIVO” perché non prevede che le tecniche siano “perfette” ma naturali e istintive, insegna a sfruttare a 360° tutto quello che l’individuo ha a disposizione: l’obbiettivo primario è la SO-PRAVVIVENZA e non esistono regole quando la ragione e la ne-cessità è questa!Bene, i ringraziamenti: a Sara della Palestra Pegaso di Corne-do che si è occupata della logi-stica e della campagna pubbli-citaria, al nostro gruppo “krav maga academy 360°” che ha completato l’organizzazione dell’evento, portando ai nostri allievi una conoscenza ancora più approfondita del Krav Maga con l’aiuto del Maestro e carissi-mo amico Claudio Artusi.Un ringraziamento particolare ai miei due allievi Thomas Boron e Erika Tregnago istruttori 1° livello che con me condividono “gioie e dolori” di questa pas-sione.Concludo presentando il nostro gruppo “KRAV MAGA ACA-DEMY 360°”, siamo presen-ti con attività e corsi di Krav Maga, Krav Maga Kid’s, Krav Maga Junior, Antiaggressione femminile, corsi per Opera-tori della Sicurezza. Tenuti da istruttori qualificati WKMA (World Krav Maga Association) presso:

“ammaccatura” nessuno si è arreso anche quando in situa-zioni di stress simulato e con il fiato corto le tecniche risultano più difficili da applicarsi.La motivazione di tutto questo entusiasmo è stata trasmes-sa dal M° Claudio Artusi, un GRANDE delle Arti Marziali e uno dei primi Maestri italiani ad aver introdotto il Krav Maga in Italia verso la fine degli anni 90.Gran Master e Direttore Tecnico

della WKMA Italia, esperto nel settore della difesa personale gira l’Europa e il Mondo per tenere stage e studiare i sistemi con i più grandi Maestri europei e israeliani.E’ infatti in Israele che nasce il Krav Maga nei primi anni 40. Viene tuttora insegnato ai mi-litari, alle unità speciali dell’e-sercito e della polizia e integra-to nelle scuole e negli istituti come sport ed educazione fisica.

DIEGO BRUGNOLOD.T.REGIONALE WKMA ISTRUTTORE KRAV MAGA 3° LIV.INFO: 3475309698MAIL:[email protected]

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23valli del pasubio

48 anniper i cacciatori

Giacomino Scocco, dopo circa mezzo secolo al servizio della riserva comunale alpina di caccia di Valli del Pasubio, lascia l’incarico:

ricordi e riflessioni di un uomo che è vissuto nel segno della passione e della tutela

dell’ambiente.

Giacomino Scocco, fi-gura storica del mondo venatorio, ha lasciato la guida della locale ri-serva alpina, dopo qua-

si mezzo secolo di onorato servizio.Un’esperienza impegnativa di lungo corso, la sua, eletto alla Presidenza della Riserva alpina di Valli del Pa-subio nel lontano marzo 1966, in so-stituzione del mitico Dott. Giovanni Pontivi, e terminata dopo 48 anni, il 17 giugno 2011. E’ stato inoltre Presidente del Comprensorio Alpino di Caccia n°2, comprendenti le Ri-serve Comunali Alpine di Valli del Pasubio e Tretto (Schio) dall’anno 2000 fino all’anno 2007.Significativi pure altri incarichi nell’associazionismo venatorio, dove è stato Presidente della Sezio-ne locale F.I.D.C. dall’anno 1966 all’anno 1989, e successivamente dell’ A.C.V. di cui ne è tuttora il Pre-sidente.Montanaro puro, appassionato cac-ciatore, profondo conoscitore dei segreti delle nostre valli, è sempre

stato in prima linea a difendere i diritti della montagna siano essi quelli del territorio, della fauna ma anche quelli del cacciatore. La sua gestione è sempre stata corretta, ispirata al più profondo rispetto delle normative vigenti in campo venatorio e ambientale. Guidato da autentica passione, è stato al centro d’importanti inter-venti di recupero e di ripristino degli ambienti in degrado delle nostre valli, quanto della cura e del monitoraggio della fauna sel-vatica.Ha lasciato la Riserva alpina di valli del Pasubio con un buon rapporto selvatico/territorio, so-prattutto per camosci e caprioli. È stato uno dei pionieri della nasci-ta, nell’anno 1980, della caccia di selezione in Provincia di Vicenza in collaborazione con il tecnico faunistico provinciale Francesco Dalla Vecchia e il Dott. Gianfer-ruccio Dal Corno.

Sempre in prima persona nello svolgimento dei censimenti del capriolo e del gallo forcello nel periodo primaverile e del camo-scio nel tardo autunno.Nell’anno 1974 ha contribuito con il Comitato Provinciale del-la caccia alla reintroduzione del Camoscio con capi provenienti dal Parco Nazionale Del Gran Paradiso, cosicché ora è presente un patrimonio di ungulati degno di nota.È stato anche molto attivo nella cultura e nella promozione del territorio, sostenendo la realizza-zione di un filmato naturalistico della sua riserva di Valli del Pa-subio: “Il camoscio dell’Alta Val Leogra” con immagini originali realizzate dal dott. Luigi Fabrello.Membro dell’U.N.C.Z.A (unione nazionale cacciatori zona alpi) quando alla presidenza vi era il fondatore dell’Unione, l’indi-

menticabile dott. Ennio Fabrello di Valdagno, segretario era il me-morabile Ruggero Faccin, Giaco-mino Scocco ne è stato anche per diversi mandati consigliere del direttivo.Ha sempre collaborato con il ser-vizio di Vigilanza sulla caccia, trovando nel comandante Mas-similiano Celegatto un uomo di grande valore.L’augurio e il monito del veterano seguace di Diana a tutti gli appas-sionati è molto chiaro: “bisogne-rebbe che la voce dei cacciatori e dei montanari si facesse più alta e forte per farsi sentire nell’ambi-to provinciale e regionale, e così per far sì che la zona Alpi ritorni a essere gestita dalle riserve alpine con le loro autonomie come era negli anni Ottanta”.

di Dorino Stocchero

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24

corre tra amiciProseguono le corse domenicali e non solo degli “Amici per la corsa”, iniziativa rivolta a tutti gli interessati e promossa dall’Assessorato allo Sport del Comune di Valdagno.

E mentre i più sgam-bettano tra vie e sentieri c’è anche chi tiene alto il nome degli sporti-

vi valdagnesi e come Martina Dogana, Filippo Dal Maso e Pietro Perin portano a casa nuovi successi.Per alcuni il 17 si può dire che porti bene perché proprio do-menica 17 marzo i nostri tre atleti si sono spartiti un bel pa-niere di ottimi risultati.Inizia Martina alla Maratona di Roma, seguita da un fol-to gruppo di valdagnesi, che chiude con un tempo di 2h e 51min, conquistando il quat-tordicesimo posto in classifica generale come prima italiana. Per lei, ormai affezionata ai percorsi Ironman, si è trattato della prima maratona da sin-gola, fonte di soddisfazione per il tempo registrato e ottima preparazione alla stagione del triathlon che prende il via il 1 maggio in quel di Barberino di Mugello. Ad aggiungersi ai festeggiamenti per lei arriva anche il terzo posto alla Puro 10.000 di Zanè dello scorso 15 aprile (tempo 36’ 51’’).Da Roma torniamo in Vene-to dove sempre domenica 17 marzo si è corsa la Ultraberi-cus 2012 e tra i corridori non potevano mancare Filippo Dal Maso e Pietro Perin.“I colli Berici tutti d’un fiato” recita la manifestazione che presenta un percorso che, par-tendo dall’affascinante Piazza dei Signori a Vicenza, si di-pana in ben 66 km e 2500 m di dislivello su strade sterrate, insomma non per tutti! Filippo, nonostante qualche piccolo disguido nella segna-letica che lo fa correre per quasi 3 km in più del dovuto, tiene duro fino in fondo e ar-riva al traguardo guadagnando un meritatissimo terzo posto assoluto con il tempo di 6h e 20 min.Ancora Ultrabericus, ma que-sta volta tocca alla staffetta. In gara un altro valdagnese, Pietro Perin, affiancato dal compa-gno e amico Marco Bortolan. Gara dimezzata per loro, ma la

fatica rimane, il percorso non è certo semplice da affrontare e richiede nervi saldi ed estrema attenzione con continui cambi di direzione e numerosi sassi che in ogni momento possono compromettere il buon esito della competizione. Pietro a 3h e 10min raggiunge Marco per il cambio, dietro di loro la se-conda squadra è a 10 minuti di distacco e allora non c’è tempo da perdere. Così anche Marco dà il meglio di sé e arriva a chiudere il tempo complessivo del team a 5h e 33min che vale

di Giulio Centomoil primo posto a squadre e il se-condo assoluto, dietro di solo 1 minuto al ligure Trincheri.Sul podio pelle d’oca per tutti, mentre da Valdagno arrivano i complimenti ed i commenti degli amici e sostenitori, sem-pre in allerta e ora pronti per i prossimi successi. Tra loro anche l’assessore allo sport del Comune di Valdagno, Alessan-dro Grainer, che si congratula con Martina, Filippo, Pietro e Marco per i loro sforzi ben ri-pagati e il grande esempio per tutto lo sport cittadino.

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Pedalare….. per molti significa sofferenza!!! Ma non per quei 100 appassionati ciclisti del Ciclo Club No-

vale che per la stagione 2012 vogliono ancora essere presenti in vallata ritrovandosi negli ap-puntamenti consueti a macinare chilometri con l’obiettivo finale di divertirsi con una comune passione.Tra i cambiamenti di quest’anno, il nome del nuovo presidente Manuele Frapiume

che con l’aiuto e l’appoggio costante dell’amico e maestro Giuliano Prebianca cerca di portare avanti questo gruppo presente da ormai 30 anni. Questa squadra infatti nasce nel 1984 da un gruppo di amici che iniziano una scalata di soddi-sfazioni sportive, sia in ambito di escursioni programmate che in risultati agonistici (anche in-ternazionali).Ricordiamo in particolare tra tutti i fondatori: Bruno e Dino Lovato, Lino Massignani, Giu-liano Prebianca, Andrea Guiot-to e Gino Cerato. Tra coloro invece che negli anni hanno reso celebre la squadra in ambito agonistico (sia su strada che MTB) i fortissimi: Giulia-no Prebianca, Omero Castagna, Fabio Pace, Donatella Brunel-

lo, Elena Zen, Giorgio Massi-gnani, Dario Sbabo, Paolo Ra-vazzolo, Vittorio Caneva, Dario Reniero e in oltre Maurizio Pellichero, Damiano Ronchi e Manuele Frapiume che selezio-nati parteciparono agli Europei di Mtb nel 1996.Ad oggi gli atleti che ancora tengono alto l’onore nelle gare mtb, udace e Granfondo sono:

Sissi Rossi, Michele Menin, Michele Visonà, Mario Ros-sato, Vittorio Caneva, Stefano Ferrara, Massimo Talin, Giu-seppe Campanaro, Giuliano Prebianca, Ludovico Prebian-ca, Manuele Frapiume, Gian-domenico Benetti, Antonio Dal Lago, Maurizio Novello, Dario Reniero e i nuovi Carlo Magrin e Matteo Tagliapietra.Un ricchissimo programma 2012 non lascia insoddisfatto nessuno. In quasi tutti i fine set-timana sia per gli stradisti che per i Bikers, sono organizzate escursioni, gare, e un sacco di gite pensate per soddisfare le esigenze di tutti trasmettendo passione per la bicicletta e il piacere di stare in gruppo. Tra gli eventi più particolari spicca-no le “passeggiate” ciclo-eno-

gastronomiche, le notturne in MTB, la Valdagno-Stelvio in bici da strada e la classica gita in ricordo del nostro indimenti-cabile fondatore, Lino Massi-gnani, scomparso due anni fa.Altre due importanti novità sono il settore MTB e un pro-getto di Trial bike.Nella prima c’è un nuovo coor-dinamento capitanato da Elena

Zen, Giuliano Prebian-ca e Michele Menin che con grande entusiasmo stanno rinvigorendo questo settore creando

con spettacolari percorsi (dise-gnati anche fuori regione) l’af-fascinante e divertente discipli-na del Mountain Bike.Nella seconda il Cicloclub sta concretizzando un progetto ide-ato dal noto atleta Fabio Pace per una nuova pista permanente di Trial-Bike situata nei pres-si di Novale. Avrà lo scopo di aggregare tutti i ragazzi e dare loro la possibilità di divertirsi e conoscere questo spettaco-lare settore. Non solo: ma su questa pista potranno essere organizzati corsi di MTB per piccolissimi futuri atleti che saranno affiancati dal socio Mi-chele Menin che è stato qualifi-cato istruttore e guida di MTB dall’Accademia Nazionale di MTB.Ad accompagnare la squadra

Il 2012 è un anno ricco d’iniziative e gare per il Ciclo Club Novale Valtermo:direttamente dal suo nuovo presidente, Manuele Frapiume, tutte le novità della stagione

a tutta bicirimangono invariati gli sponsor con il prestigioso marchio di abbigliamento francese Vionnet e lo storico sponsor Valtermo Impianti.Il Cicloclub Novale comunque non è solo bicicletta e diverti-mento ma anche sport inteso come scuola di vita e solida-rietà. Infatti è sempre dispo-sto a sostenere la ricerca sulla Fibrosi Cistica con il sostegno del socio (nonché fondatore e vicepresidente dell’ ONLUS) Matteo Marzotto.

di Manuele Frapiume

novale

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28chiampo

S ì! E’ proprio lui... Elia Sammartin, “giovane” ta-lento del campionato S1 di Supermoto, la massima categoria per questa disci-

plina.La motivazione che ci ha spinto a mettere le virgolette sulla parola gio-vane è che Elia, conosciuto da tutti a Chiampo, il suo paese d’origine, e dove ancora attualmente vive, viene considerato ormai un veterano nel mondo delle due ruote, nonostante la sua giovane età.Questo ragazzo, di appena 21 anni, inizia a guidare la moto sin dalla te-

nera età di 5 anni sostenuto dal pa-dre , appassionato da sempre delle due ruote. Già da subito fa notare ed apprezzare a tutti i centauri del-la zona la sua predisposizione per questo sport.Nel 1999 vince il suo primo titolo nel campionato Triveneto di mini-cross e da lì, sempre incoraggiato dal padre Nicola, è spinto a mi-gliorarsi anno per anno, gara dopo gara, ottenendo sempre riscontri positivi, riscuotendo quindi risul-tati via via sempre più importanti.Dal 2004 inizia a guidare in Su-permoto e porta a casa un risulta-to inaspettato quanto elogiabile: il terzo posto assoluto in campo nazionale.È festa a casa Sammartin, ma il bello deve ancora arrivare.Elia nel 2007, entrato a far parte di un vero team l’anno precedente e quindi sostenuto da un gruppo professionistico di tecnici esperti del settore, sorprende gli addetti ai lavori perché dal nulla, quasi in sordina, questo ragazzo vicen-tino riesce a strappare a piloti con molta più esperienza di lui addirittura il titolo italiano: una vittoria strepitosa su campioni blasonati come Piano e Iacoboni.Grazie al titolo conquistato, en-tra di diritto nel team azzurro nel rinomato “Trofeo delle Na-zioni”, gara a squadre dove si scontrano i migliori piloti di tut-to il mondo. Elia vince anche in questa competizione coronando la magica annata con un altro trionfo, questa volta è bene ri-cordarlo, ci riesce anche grazie all’aiuto dei suoi compagni di squadra: Andrea Ochini e Mar-co Dondi.Questo lo porta ad avere un’ul-teriore convocazione, e questa volta si tratta di una chiamata importante, infatti il giovane pilota riesce a realizzare uno dei suoi sogni di sempre, cor-rere nella categoria S1. (Si ricorda che la vittoria al titolo italiano era in categoria S3).Supportato dal “new team”, una squadra formatasi per

il talento di Elia

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Tra le oltre 200 atlete di nuoto sincroniz-zato, arrivate domenica a Vicenza da tutto il Veneto per il 1° Trofeo Charme Syncro Vicenza, spiccano le piccole sincronette del Nuoto Vicenza che con-

quistano il podio in tutte le specialità e categorie cui sono iscritte. Due ori, un argento e un bronzo coronano il loro impegno e la loro dedizione, a soli 8 e 9 anni, per una disciplina sportiva così impe-gnativa.Sotto lo sguardo vigile dell’allenatrice Ilaria Gob-bi e alla loro prima esperienza di gara, le giova-nissime Esordienti C - Emma Fantin, Benedetta Faggionato, Anna Dessì, Giulia Krochmal, Lara Bernardelle, Gaia Gonzato e Sara Rosato – si com-portano benissimo arrivando seconde nella Squa-dra, dopo Il Gabbiano, e terze nel Doppio con la coppia Faggionato/Fantin. Dimostrano invece tutta la loro “navigata” espe-rienza, nonostante i soli 9 anni, le sincronette vicen-tine Esordienti B da poco rientrate dai Campionati Italiani con due medaglie ed ottimi piazzamenti. Le giovani atlete Aurora Abbruscato, Sarah Dalla Valle Detoni, Alice Dessì, Gaia Foralosso, Alessia Girardo, Carolina Maule, Alice Moro e Alessia Piemonte sbaragliano la concorrenti più agguerrite conquistando il podio più alto sia con la Squadra sia con il Doppio Girardo/Maule e sfiorando di poco il bronzo con la coppia Abbruscato/Piemonte (Foralosso riserva). In attesa dei prossimi importanti appuntamenti, i Campionati Italiani Estivi a San Marino in giugno e i Trofei Terraglio e Montebelluna, c’è grande soddisfazione in casa del Sincro Vicenza, non solo per le prestazioni sportive e i risultati delle piccole atlete ma anche per una manifestazione che al suo debutto si appresta già a diventare un importante appuntamento annuale per il nuoto sincronizzato della regione.

sincronetted’oro

Domenica, al “1° Trofeo Charme Syncro Vicenza”, le piccole sincronette vicentine vinconodue ori, un argento e un bronzo.

29vicenza

il talento di Elia

l’occasione apposta per lui, grazie alla quale Elia poteva essere seguito e sponsorizzato trovando quindi un aiuto anche a livello economico per tutta la stagione dandogli la possibilità di espri-mersi al meglio in tutte le competizioni della “supermoto”.Elia oggigiorno risulta essere uno dei piloti top 10 del mondiale e si afferma positivamente ogni anno, sperando in risultati sempre più strabilianti per il fu-turo perché, come si dice in gergo, non si smette mai di crescere e di stupire!Ora, in un faccia a faccia amichevole con questo ragazzo umile ma di grande orgoglio e tenacia, domandiamo qual-

che curiosità e proviamo a conoscere meglio questo campione.

Allora Elia la prima domanda è quel-la che di solito si fa alla fine, ma noi vogliamo subito partire a mille all’o-ra, e quindi, come si fa a diventare Elia Sammartin? consiglio alle nuove leve Bè, mi sento di dire, forse un po’ pre-suntuosamente ma anche con orgoglio personale, che di Elia Sammartin ce n’è uno solo, per fortuna (e ride). Ma sareb-be bello per me vedere dei giovani con la mia grinta e la mia passione che porto nel più profondo del cuore per questo sport. Credo sarebbe interessante vede-re all’opera molti giovani, con magari qualità non eccezionali, ma di forte ca-rattere. Ricordo con piacere che nessu-no avrebbe scommesso su di me l’anno in cui vinsi il titolo, ma alla fine fui pro-prio io a portarlo a casa. Fu inaspettato, d’accordo e forse per questo fu anche più bello di molti altri, quindi il primo consiglio è quello di mettercela tutta e di crederci qualsiasi cosa si faccia, dalle semplici cose a quelle più impegnative e che richiedono maggiori attenzione e costanza nel farle.

Come dovrebbe allenarsi un ragazzo giovane per provare a diventare un campione?Credo sinceramente che tutto sia predi-sposto sin da quando si è piccoli, biso-gna coltivare pian piano la passione e col tempo innamorarsi di quello che si fa, al punto da poter rinunciare a qualsi-asi altra cosa pur di farla.Io, comunque, a livello fisico mi alleno facendo molta corsa, durante tutto l’ar-co dell’anno, nel periodo invernale alla corsa aggiungo anche un allenamento in-tenso in palestra per tonificare i muscoli stando attento quindi a non aumentare troppo la massa del corpo dato che l’a-gilità in questo tipo di disciplina gioca un ruolo di pesante rilievo, soprattutto ai nostri livelli basta un allenamento fat-to in maniera scorretta e puoi giocarti, come si suol dire, la stagione, soprattutto perché è importante partire bene con ca-

rica ed energia già dalle prime gare.Personalmente ritengo che l’allenamen-to più importante sia quello fatto sulle due ruote, bisogna conoscere bene la propria moto per fare una buona gara, dopo di che si può lavorare sul corpo per avere una maggiore resistenza du-rante la competizione.

Entriamo un po’ nel personale, così per conoscerti meglio, che ruolo ha giocato nella tua infanzia il supporto familiare e quello di tuo padre in par-ticolare?Ringrazio ancor prima di rispondere mio papà Nicola e tutta la mia famiglia per il sostegno e l’amore che mi hanno donato finora. Posso dire che mio padre mi è sempre stato vicino e lo è ancora adesso dato che ad ogni mia gara non manca mai la sua presenza. Credo sia importante avere dei genitori come li ho avuti io, mi hanno dato infinite oppor-tunità per potermi realizzare a livello sportivo ma d’altro canto credo di averli ripagati con egual moneta dato quello che ho fatto e quello che continuo a fare in sella alla mia moto.

Infine, mi permetto una domanda sul futuro; cosa ti aspetti dal domani data la situazione economica mondia-le che ci sta attorno e che ci attanaglia giorno per giorno riducendo sempre di più le sponsorizzazione per grandi eventi come le competizioni in cui tu ti fai tanto onore?Data la crisi mondiale le gare ultima-mente sono molto combattute per que-sto, sinceramente penso che lo sport sia prima di tutto sinonimo di divertimen-to e quindi non credo si possa ridurre una passione sana che scorre nelle vene a essere limitata da questa crisi. Io mi accontento di poter fare quello che sto facendo per me stesso e di poter cresce-re come pilota negli anni a venire così da potermi sentire realizzato in quello che faccio, premesso infatti che questo è stato sempre il mio sogno nel cassetto, correre in moto e pormi davanti nuovi obiettivi strada facendo.

di Alessandro Dal MasoFoto di Eugenio Bellotto per 2bisport.it

Intervista aElia Sammartin campionedelle Supermoto

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30recoaro

moto benedetteAnche quest’anno, nella giornata di Pasquetta, si è svolta a Merendaore di Recoaro la tradizionale benedizione delle moto: quasi un migliaio i motocilisti presenti.

Ogni anno, a Pasquetta, il Moto Club “Picco-le Dolomiti” è soli-to aprire la stagione motociclistica con la

ormai classica “Benedizione delle Moto”, che comprende la spetta-colare sfilata delle moto lungo le vie di Valdagno e di Recoaro Ter-me. Sebbene la giornata non fosse bellissima, la partecipazione dei centauri è stata decisamente alta, circa un migliaio le moto presenti, che sono giunte davanti alla chie-sa di Merendaore un po’ da tutto il Veneto e non solo. Il corteo di motociclisti è partito alle 9 del mattino da Valdagno ed è salito a Recoaro in uno spettacolare scia-me di moto. Un successo che si ripete ogni anno, molto sentito da tanti motocilisti. Infatti il Moto

Club “Piccole Dolomiti” fin dal suo inizio, che risale a 20 anni fa, non venne accolto soltanto dagli amici: fu da subito un punto di riferimento per tutti gli appassio-nati della vallata (e non solo!!). Il club si contraddistingue per lo spirito turistico con cui vengono vissute le due ruote ed è proprio questo che rende i soci così en-tusiasti. Il Moto Club è aperto a qualsiasi tipo di moto, anche se la maggior parte degli attuali soci utilizza moto del tipo turistico. La principale attività in cui il club si impegna è l’organizzazione di gite ed escursioni esclusivamente stra-dali, sia su territorio nazionale che estero. Il calendario delle gite (cir-ca una ventina l’anno) viene sta-bilito inizio anno e queste ultime si svolgono in piena tranquillità,

con partenze ad orario, su percorsi prestabiliti, in unico gruppo con andatura moderata e nel rispetto del codice della strada.

Degno di nota il fatto che, nelle gite di più giorni, il direttivo si oc-cupa di prenotare vitto e alloggio per tutti i partecipanti, nonché di stendere un programma dettaglia-to.

Una tale organizzazione richiede un direttivo ben strutturato. Im-portantissimo il vice-presidente Giuseppe Benetti , che affianca Franco Sandri nella guida del club. Numerosi, inoltre, sono i soci coinvolti nelle attività di ge-stione del club: Ferruccio Visen-tin (segretario), Mariano Cailotto (direttore sportivo), Paolo Peretti

e Ottavio Vallarsa, rispettivamente revisore dei conti e cassiere, Lo-renzi Luigi rappresentante licen-ziati, e i consiglieri Beniamino Roana, Federico Sandri, Gabriele Perin, Rosella Pianalto e Giorgio Portinari.

Il club, oltre ad organizzare nu-merosissime gite e a partecipare a vari motoraduni, si impegna in varie attività, in particolare ha svolto compiti in occasione di manifestazioni sportive. Impor-tante è, inoltre, il gemellaggio tra la cittadina di Neustadt a.d. Donau con Recoaro Terme (VI). Inutile aggiungere che questa consolidata amicizia con la cittadina tedesca è occasione di gite, incontri e feste.

Page 31: Sportivissimo Aprile 2012

31schiocascata di medaglie

Ottimi risultati della selezione scledense alla 41ª edizione dei Campionati Italiani Primaverili di Categoria.

Una ”cascata di me-daglie”, ecco come si può sintetizzare la quantità di medaglie ottenute dalla rappre-

sentativa scledense, con appunto Marta Fontana in primis, in questa 41ª edizione tenutasi presso lo Sta-dio del Nuoto di Riccione dal 30 marzo al 4 aprile.Un successo avvalorato da 2 podi e 4 piazzamenti nei primi 8 posti validi per le classifiche a squadre.Anche in questa stagione, come nelle molte altre che l’hanno pre-ceduta, una piccola realtà come Famila Schio Nuoto è riuscita a qualificare un numero importante di atleti ponendosi al livello e mol-te volte superando Società di Città molto più grandi o di quelle, ormai molto diffuse, nate come frutto di fusione di vari impianti.Con la formula del numero chiuso di partecipazione ai 30 atleti che hanno ottenuto le migliori presta-zioni nazionali stagionali, sotto la guida del Responsabile Tecnico Manuel Borga, 7 sono gli scleden-si che hanno strappato il biglietto di presenza, Alessandra Abbenite, Giulia e Marta Fontana e le matri-cole Anna Fontana ed Anna Vissa per le femmine e Filippo Gasparin e Matteo Zampese per i maschi. 7 Atleti che si sono guadagnati l’accesso ai Campionati in ben 22 gare individuali e scesi nella lo-calità romagnola con la concreta possibilità di puntare a posizioni di prestigio dati i buoni tempi di qua-lifica ottenuti nelle varie giornate di calendario svoltesi dall’inizio stagione.In questa edizione da record dove 1920 sono stati i giovani talenti del nuoto sui blocchi di partenza a rap-presentare 260 società ed a conten-dersi i 179 titoli nazionali in palio, la pattuglia scledense non ha delu-so le aspettative dando il massimo come è sempre avvenuto in occa-sione di questo prestigioso appun-tamento che ha dato al medagliere scledense, negli ultimi 3 lustri, 1 Oro, 5 Argenti ed 11 Bronzi. Ulteriore stimolo per i ns. atleti, la presenta a questa sei giorni di gare del Tecnico responsabile delle na-zionali giovanili, Walter Bologna-ni, che da queste gare definirà la squadra che parteciperà ai prossimi appuntamenti internazionali per nazionali giovanili.Anche il Comitato Regionale Ve-neto era interessato a questa ma-nifestazione, infatti servirà per la convocazione del meglio del nuoto Juniores veneto a comporre la rap-presentativa regionale che parteci-perà al 5° Trofeo Città del Trico-lore, manifestazione nazionale che si terrà a Reggio Emilia il 21 e 22 aprile.Orgogliosi della propria identità societaria/territoriale e intenzionati a ripagare la fiducia dello Sponsor principale Famila del Patron Mar-cello Cestaro, che ha permesso in questi ultimi anni di avere quella tranquillità indispensabile per il proseguo dell’attività agonistica a livello nazionale, questi nel detta-glio i risultati ottenuti. Conferma-

te le aspettative al femminile con Marta Fontana a podio già nella prima mattinata di gare con l’Ar-gento ottenuto nei 100 m rana “Ju-niores ‘96” (1’10”60) migliorando il proprio personale e la 3ª posizio-ne d’accesso a questi campionati.Nella doppia distanza ha poi otte-nuto l’8° posto (2’37”12) e relativi preziosi punti nella classifica per società.Ma la massima soddisfazione per l’atleta, tecnici e Società è arriva-ta l’ultima giornata dove Marta ha ottenuto l’Oro ed il Titolo naziona-le Juniores nei 50 m rana (32”23) migliorando anche in questa oc-casione il proprio personale e la 2ª posizione d’accesso a questi Cam-pionati.Avvisaglie che nell’edizione ri-servata ai “Categoria” qualcosa di positivo sarebbe avvenuto, si erano già viste agli ultimi Campionati Assoluti dove, ns. unica rappresen-tante, Marta Fontana si era qualifi-cata proprio nei 50 m rana.Come Juniores, in un contesto di Senior/Assoluti, nessuno si aspet-tava in quell’occasione un podio dalla ns. portacolori ma, che si mette comunque in luce, questo si.E così era stato ottenendo il 26° posto con la soddisfazione di aver preceduto altre 16 rivali e comun-que a soli 3 decimi dall’accesso alla finale B.Matricola la seconda sorella Fon-tana presente a questi campionati, Anna, in questa sua prima parteci-pazione ad una manifestazione na-zionale ed impegnata in ben 6 spe-cialità, non è stata da meno della sorella maggiore ed ha fornito ulte-riori punti alla classifica a squadre con il 4° posto nei 200 m delfino “Ragazzi ‘99” (2’22”67) specialità dove aveva ottenuto l’accesso con il 6° tempo nazionale, giunta poi nella stesso pomeriggio 18ª nei 200 m misti (2’29”30).

Ancora utile per la classifica a squadre il 5° posto ottenuto nei 100 m delfino (1’05”46), fotocopiando la posizione d’accesso ai campio-nati e 22ª poi nei 200 m stile libero (2’11”71).Giulia Fontana, terza delle sorelle, è arrivata 12ª nei 200 m delfino “Ragazzi ‘98” (2’22”87), 29ª nei 50 m stile libero “Ragazzi ‘98” (28”01) ed ha segnato il 31° posto nei 200 m stile libero (2’12”24).Anna Vissa, anche lei come l’o-monima Fontana matricola ai cam-pionati italiani, non ha de-luso le aspettative societarie piazzandosi 20ª nei 100 m rana “Ragazzi ‘98” (1’15”32).17ª posizione, infine, per Alessan-dra Abbenite nei 400 m misti “Ju-niores ’96” (5’05”10) e 27ª nei 400 m stile libero (4’34”98).Più ardua la situazione dei maschi, chiamati a migliorare o almeno confermare le presta-zione dei loro compagni negli scorsi anni ed a non far rimpiangere la mancanza di nomi come Matteo Greselin e Nicola Retis che per motivi di studio da questa stagione sono passati rispet-tivamente alla GEAS Milano ed al Plain Team Veneto.L’hanno dimostrato con strepitosi miglioramenti cronometrici, ma che non sono stati sufficienti ad ottenere podi ma comunque punti per la classifica a squadre.Mancato per un soffio il podio da Matteo Zampese con il 4° po-sto nei 100 m rana “Ragazzi ‘96” (1’04”43) dove i primi 4 si sono posizionati in uno spazio di soli 39 centesimi.Il giovane rappresentante scleden-se si è poi piazzato 11° nella doppia distanza (2’23”18). Per Filippo Gasparin invece, im-pegnato in ben 5 gare nell’arco di soli 2 dei 3 giorni, 9° piazzamen-to nei 400 m misti “Juniores ‘94”

(4’29”54), 11° nei 200 m delfino (2’05”87), 12° nei 400 m stile li-bero (3’59”10), 18° nei 200 m stile libero (1’53”93) e 20° nei 100 m dorso (59”23). I podi e piazzamenti ottenuti hanno permesso alla squadra femminile di classificarsi al 38° posto nella classifica a squadre “Ragazzi”, al 26° in quella “Juniores” ed al 41°, a pari punti con la prestigiosa La-rus Roma, su 260 società in quella “Assoluta” migliorando le posizio-ni ottenute nelle scorse edizioni.In quella maschile Famila Schio Nuoto si è classificata al 62° posto nella classifica a squadre “Ragaz-zi” ed al 68° in quella “Assoluta”.Nella classifica femminile per re-gioni i risultati delle ns. portacolori hanno dato un prezioso contributo al primo posto ottenuto dal Veneto davanti a Lombardia e Toscana.Un fine stagione invernale col bot-to che fa ben sperare nel proseguo stagionale estivo in vasca lunga.Nota di colore, nel vero senso della parola, il tradizionale “trattamen-to” subito dalle matricole Anna Fontana ed Anna Vissa che si sono presentate ai blocchi di partenza dipinte da capo a piedi dalle loro compagne di squadra.Un cenno anche agli “ex” Matteo Greselin e Nicola Retis che ben si sono comportati in questi campio-nati con Greselin che ha ottenuto il Bronzo nei 100 m stile libero “Ca-detti” (49”34), il 4° posto nei 50 m stile libero (22”61) ed il 6° nei 50 e 100 m dorso (25”56 / 55”48), men-tre per Retis da segnalare il 9° nei 100 m delfino “Cadetti” (54”55) ed il 10° nella doppia distanza (2’03”48). I due si sono confrontati nei 50 m delfino dove Retis ha preceduto di 23 centesimi l’ex compagno di squadra arrivando 9° (24”74) con Greselin 12° (24”97).

di Franco Decchino

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aumentano i ciclisti su stradaSono più di dieci i nuovi stradisti della Geko Bike. Entusiasmo da parte del team e già ottimi risultati hanno celebrato le fasi iniziali della stagione 2012

C’è chi ama partico-larmente la mountain bike, c’è chi preferi-sce la bici da strada. Sono gusti. Sta di fat-

to però che entrambe sono disci-pline sportive che richiedono una forte costanza, sacrifici e fatiche soprattutto per chi decide di de-dicarsi all’attività in modo ago-nistico. La società sportiva Geko Bike di Cornedo lo sa bene visto che anche quest’anno il numero di atleti è aumentato, non solo tra gli amatori ma soprattutto tra gli atle-ti agonisti che mettono alla prova le proprie capacità sfidando prima se stessi e poi gli avversari. “Con gli anni il gruppo è sempre più affiatato -ha commentato Marco Cracco, presidente della società ciclistica- Non siamo solo ami-ci o colleghi di sport, ma siamo tutti parte di una grande famiglia che ama certamente il ciclismo e le fatiche dello sport, ma ama so-prattutto ciò che lo sport favorisce e cioè la condivisione, l’amicizia e lo stare insieme anche dopo il giro in bici o la gara, di fronte a un buon piatto di pasta”.In questo numero parliamo del gruppo di stradisti e, considerando che la stagione è appena iniziata,

ci sono già risultati alla mano e ottime aspettative per la stagione 2012. Certamente la novità di quest’an-no è la bici da strada, basta dare un’occhiata alla lista dei nuovi iscritti, sono più di dieci gli atleti agonisti. Consigliere della Geko Bike, nonché atleta di esperienza con alle spalle un passato di forte corridore: da quest’anno Stefano Zamperetti è il nuovo responsabi-le del reparto corsa e rappresenta il punto di riferimento di tutti gli stradisti. Zamperetti organizza gli allenamenti, segue gli atleti durante le competizioni e si sta impegnando molto per far cre-sce il vivaio di atleti della società sportiva.”Volti nuovi, appassionati delle due ruote, c’è chi addirittura proviene da altri sport come l’ho-ckey su pista -ha esordito Zam-peretti- Ma anche atleti giovani come i fratelli di Recoaro Terme Giuseppe e Christian Cavion”. A questo proposito è doveroso tra-smettere a Giuseppe un forte in bocca al lupo di pronta guarigio-ne a nome di tutto la redazione di Sportivissimo; in seguito ad una caduta durante la Granfondo di Valdagno, Giuseppe si è dovuto allontanare per un po’ dalla sua

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di Chiara Guiotto

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più grande passione, la bici, per guarire e tornare presto in sella.Anche se la stagione ciclistica ha preso il via da poco più di un mese, la Geko Bike ha già rac-colto dei buoni piazzamenti? “Direi di sì -ha esordito Stefano Zamperetti-: il 3 marzo ho inaugu-rato la stagione 2012 disputando la Granfondo del Conero e su ol-tre 2 mila iscritti mi sono piazzato 109° di categoria. Assieme ai due giovani fratelli di Recoaro, che per gli amici sono i fratelli Schleck, ad Aprile abbiamo disputato le gare Udace a circuito di Bardolino, di Cerea e a San Giorgio in Salici in provincia di Verona chiamata Pic-cole Fiandre. Grinta e determina-zione contraddistinguono Giusep-pe e Christian tanto da paragonarli ai fratelli lussemburghesi del team internazionale Leopard. Devo dire che sono molto felice di poterli seguire e aiutarli a crescere come atleti -ha sottolineato Zamperetti”. Chi invece ha qualche anno in più di loro, ha molta più esperienza e una forza di volontà incredibile è Angelo Bertoldi, il cronomen del-la Geko Bike che ha iniziato la sta-gione con una marcia in più: 1° di categoria alla Cronometro di San-drigo e 4° alla gara Udace di Rosà

il 28 aprile, categoria gentleman. “Tra qualche giorno -ha precisato Zamperetti- Bertoldi parteciperà al Campionato Italiano Crono a Parma e di sicuro porterà in alto i colori della squadra”. Un altro stradista che ha iniziato la stagione con il botto è Diego Mascella che lo scorso 21 aprile ha guadagna-to la 13° posizione assoluta alla gara Udace di Soave e domenica 29 aprile ha raggiunto il secondo gradino del podio nella categoria veterani alla Cronoscalata Piana Valdagno/Cerealto (8° assoluto). Ma non ci dimentichiamo della Granfondo Liotto lo scorso 15 aprile: nonostante il tempo pes-simo hanno tagliato il traguardo ben 7 atleti della Geko Bike tra cui Diego Mascella, Fabio Zam-bon, Luigi Fusco e le new entry Christian Cavion, Stefano Zampe-retti, Pietro Pranovi e Alessandro Soldà. Alla Granfondo Bottecchia città di Vicenza il 22 aprile invece ottimi piazzamenti da parte di Fa-bio Zambon e Sandri Alberto.

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Potete scrivere al Senatore Alberto Filippiinviando le vostre e-mail a:

[email protected]

lettere

il viaggio interiore

Le vostre lettere possono essere letteanche nel sito: albertofilippi.it

Carissimo Antonio,

moltissimi manager che ho conosciuto, mi hanno confessato di praticare la corsa come cura antistress, come vaccino dalle negatività imperanti dei nostri tempi. Con risultati davvero sorprendenti. La corsa o meglio, come acutamente fai notare tu, la ricerca della fatica ci fa distogliere la mente dalle pre-occupazioni di tutti i giorni ma è anche un efficace stimolante mentale. Studi scientifici hanno dimostrato che il far fatica produce un aumento dell’energia mentale con effetti di benes-sere generale sulla persona. La corsa è diventata la disciplina sportiva per eccellenza di chi ha poco tempo libero, perché è una disciplina “anarchica”, la si pratica da soli, in qualsiasi posto, in qualsiasi momento; è easy, non è vincolata da particolare attrezzatura e poi è fa-cile, perché correre sono capaci tutti (anche se, ovviamente, c’è un sapere tecnico molto raffinato tra i veri cultori della disciplina). Questa versatilità della corsa l’ha fatta diventare la disciplina più amata da chi ha impegni di lavoro assillanti. È vero che i manager corrono nei parchi delle metropoli per disintossicarsi dallo stress, ma sono tanti anche quelli che, al-lenamento dopo allenamento, sono diventati dei veri e propri atleti, vantando partecipazioni a gare di corsa in montagna (le green running) o in qualche ultratrail (le super maratone da 70 km e più con oltre 4000 metri di dislivello), dove la perma-nenza in quella dimensione altra, di cui parli tu, diventa una grandissima sfida psicofisica. Una volta uno di questo mana-ger atleti mi ha detto, ancora con l’entusiasmo di chi aveva appena portato a termine un ultratrail, che più che una gara era stata un fantastico viaggio interiore. La definizione mi è piaciuta e la trovo molto esplicativa di cosa sia nel profondo la ricerca della fatica.

Buone corse, Alberto.

Gentilissimo senatore,

mi riaggancio alle ultime due lettere pubblicate su Sportivis-simo, quella della signora che diceva di correre per dimagrire e quella del signore che pedalava per concedersi il piacere di qualche bicchiere di vino. Brevissimamente, vorrei raccontare la mia esperienza di runner: sono un manager di una multina-zionale, il mio lavoro è fatto di riunioni e di carte in grandi pa-lazzi di vetro un po’ in tutto il mondo. Non ho tempo e modo per praticare uno sport con regolarità, né ho la possibilità di portarmi nei miei viaggi altra attrezzatura che non sia un paio di scarpe da corsa. Per cui è la corsa il mio sport e quando e dove posso, indosso le scarpe da running e mi metto a cor-rere. Direi che ne ho bisogno fisico e mentale. Anch’io mi sono chiesto più volte perché e verso quali traguardi corressi, e la mia risposta è stata: corro per cercare la fatica. Sì, corro proprio per far fatica, perché è la fatica che detiene il magico potere di farci staccare da tutti i nostri pensieri, da tutte le no-stre preoccupazioni e ansie. È attraverso la fatica che si entra in una nuova dimensione dominata da battiti accelerati, respiri che si fanno profondi, muscoli del corpo che cominciano a farsi sentire, pensieri che si concentrano su come gestire lo sforzo per il resto del percorso che ci rimane da fare. Una sfida nella sfida: non cedere con il corpo, non cedendo con la mente. Alla fine della corsa, l’affaticamento che proviamo è un dolce ricordo di quella dimensione altra in cui siamo stati, è ciò ci fa star bene. Io insomma corro per questo.

Complimenti per la rivista, Antonio De Rosa.

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