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STORIA DEL MOVIMENTO

“MENTAL TESTING”

“Il movimento del mental testing è stato parallelo a quello della psicologia

sperimentale”

Dalla seconda metà del XIX sec. La psicologia si avvia a diventare una disciplina

autonoma, basata non più sull’intuizione, sulla introspezione, sulla percezione e sulla

speculazione filosofica, ma sul metodo sperimentale.

Inizio della psicologia scientifica: nel 1974 Wundt crea il primo laboratorio di

psicologia e ne 1979 apre un corso di psicologia come studio della coscienza. Infatti

per lui la psicologia è la teoria dei fatti della coscienza umana ( al contrario delle

scienze naturali che hanno come oggetto la realtà oggettiva).

Le prime rudimentali forme di testing risalgono al 2200 a.C. per selezionare le

persone con la carica di mandarino nell’impero cinese. Si trattava di prove difficili

con procedure standardizzate per eliminare errori sistematici. I soggetti venivano

isolati in capanne, gli elaborati venivano ricopiati da scrivani per eliminare il

riconoscimento attraverso la grafia, il voto espresso da due giudici indipendenti.

Interesse per le differenze individuali nel greco Ippocrate (460-377 a.C.) il quale

riteneva che il temperamento fosse regolato da quattro fluidi o umori. Ancora nel

‘500 e nel ‘600 presso Cartesio, Locke, Berkeley e Hume.

Il test psicologico nasce 100 anni fa nei laboratori di Galton.

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1880-1890

L’esigenza di definire il concetto di “anormalità” e di devianza induce gli psichiatri a

costruire strumenti diagnostici:

1885 batteria di valutazione della memoria di Grashey

1889 test di Riegel con sezioni di : ricognizione simboli visivi, prove di

memoria a breve e lungo termine, imitazione immediata e ritardata di movimenti e

sequenze orali, formazione di frasi.

Questi hanno introdotto la necessità di procedure standardizzate.

1880 e il 1890 Galton (Gran Bretagna) cugino di Darwin e seguace di Wundt, testò

circa 17.000 ss per studiarne le differenze fisiche e comportamentali ( altezza,

larghezza della testa, lunghezza del dito medio, acutezza visiva, tempi di reazione a

stimoli visivi e uditivi).

Accreditò l’idea che soltanto attraverso procedure oggettive e standardizzate si

potevano acquisire risultati scientifici in psicologia.

Studiò la correlazione tra test diversi, poi perfezionata da Pearson.

Scrive: Inquires into Human Faculty, 1882

Cattell (USA, Pensylvania), allievo di Wundt a Lipsia, come Galton, è convinto che

gli indici di discriminazione e i tempi di reazione sensoriale siano misure di

intelligenza. Interesse per la misurazione di differenze individuali.

Scrive: Mental Test and Measurement; 1890

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1901 Wissler, allievo di Cattell, mette in evidenza i limiti di tali procedure. Raccoglie

dati su 300 ss alla Columbia University e al Barnard College, dimostrando che c’è

una bassa correlazione tra tali test considerati di intelligenza e altri indici esterni,

come il profitto scolastico e il giudizio di merito degli insegnanti.

All’inizio del XX sec. Si diffonde l’opinione che dovrebbero essere misurate abilità

più specificamente cognitive.

1900-1910

La nascita della scala metrica di Binet

Binet ed Henry nel 1894 –95 pubblicarono su una rivista (Année Psychologique) una

serie di articoli che dimostrano che i test sensoriali sono inadeguati a misurare

l’intelligenza.

Nel 1904, sulla spinta dell’istruzione di massa il Ministero dell’istruzione francese dà

mandato a Binet di mettere a punto uno strumento che identificasse i bb con deficit.

Nel 1905 compaiono i primi 30 item di Binet in scala di difficoltà, che misurano

capacità di giudizio, comprensione e ragionamento; la correlazione con il rendimento

scolastico è alta.

1908: lo strumento è rivisto e migliorato: viene introdotto il concetto di Età Mentale.

La prestazione ad una serie di prove viene considerata “normativa per l’età”, quando

viene superata dal 75-80% dei soggetti di quella età. 6 diverse prove (o subtest)

vengono attribuite come normative per ogni età.

CALCOLO DELL’ETA’ MENTALE

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A titolo esempio,considerando che il valore di una prova è di 2 mesi, si conteggia

quante prove per età il soggetto supera: quando il b; supera tutte le prove per una

certa età, questa viene considerata l’età base, si continua a sottoporgli le prove , fino a

che non sbaglia tutte le prove di una certa età

Un bambino di 6 anni pari a 72 mesi

Supera 6 le prove dei 4 anni 48 mesi età base

5 prove dei 5 anni 10 mesi

4 prove dei 6 anni 8 mesi

3 prove dei 7 anni 6 mesi

1 prova degli 8 anni 2 mesi

0 prove dei 9 anni 0 mesi

Totale 74 mesi pari a 6 anni e 2 mesi

Età Mentale

Si ottiene una buona correlazione della scala Binet-Simon con misure di rendimento

scolastico

1908 lo strumento è rivisto e migliorato

1911: la scala viene estesa anche all’età adulta

1900: Stern in Germania aveva inventato il QM come rapporto tra Età Mentale ed

Età Cronologica. QM = EM/EC

1916 Terman della Stanford University traduce la scala in inglese e introduce il

concetto di QI di rapporto (Intelligence Quotient) come indice di valutazione di

prove cognitive verbali e non – verbali.

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QI = EM/EC x 100

ES: 74/72 x 100= 103

- Solo nel 1960, in una revisione della Scala Terman -Merrill forma L-M venne

introdotto il Quoziente Intellettivo riferito alla deviazione standard: Media 100;

Deviazione Standard 16 (poi diventerà 15)-

-

In Francia i test vennero utilizzati in campo scolastico, in America per selezionare i

ritardati mentali tra gli immigrati e per la classificazione delle reclute.

Otis in USA seleziona grandi masse di soldati per la I guerra mondiale con i test a

somministrazione collettiva ARMY ALFA e ARMY BETA. ARMY ALFA ha item

di tipo verbale, ARMY BETA utilizza stimoli non verbali per essere somministrato a

ss. Analfabeti o di lingua non anglofona.

Le condizioni di somministrazione non erano ottimali, ma ebbero il pregio di

raccogliere molti dati.

1903 Thorndike (Educational Psychology, ) studia gli effetti della fatica

sull’apprendimento, contesta che l’apprendimento di materie umanistiche sia

trasferibile ad altri settori intellettuali e che migliori l’intelligenza.

1904 Spearman enuncia la teoria del fattore “g”.

De Sanctis in Italia presenta un test psichiatrico per lo screening dei frenastenici

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1920 – 1930

Studi di Terman

COS’E’ L’INTELLIGENZA?

Si sviluppa nell’ambito di una cultura

Non è immutabile

1927 Terman (Genetic Studies of genius) studia trasversalmente e longitudinalmente

bambini superdotati.Conclude che:

- il genio si distribuisce a caso

- l’ambiente educativo e soprattutto l’allevamento materno è importante ma

non determinante; non sono determinanti gli avi.

- Non si può predire come sarà in età adulta, per la rilevanza dell’ambiente

culturale in cui il b. crescerà.

Nascono con la Psicotecnica una moltitudine di test destinati alla decadenza.

1930 – 40

1940 – 50

Gli anni della ricerca fattoriale e degli studi sulla personalità

1935 Vectors in the Mind

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1938 Thurstone in USA a Chicago, studia varie attività della mente con l’analisi

fattoriale

Primary Mental Abilities

Esistono delle abilità “primarie” che sono indipendenti le une dalle altre e tutte

importanti per spiegare il funzionamento della mente umana.

I test di intelligenza si cominciano a chiamare test di “attitudine scolastica”.

Le prime batterie multifattoriali si applicano in ambito bellico, per la selezione di

corpi speciali. Test Army e Navy costruite dall’esercito americano.

Test di personalità e tecniche proiettive

Galton (1883) e Kraepelin (1895) usano il metodo delle libere associazioni. Tecnica

perfezionata da Kent e Rosanoff (1910) e da Jung (1910)

Primo test di personalità Personal Data Sheet (1919) di Woodworth per identificare

soldati con disturbi nevrotici. Composto da 116 domande: si risponde si o no.

Il difetto è di distorsione di sé in base alla desiderabilità sociale.

Fornisce la base di altri test di personalità:

- Thurstone Personal Schedule(1930)

- Bernreter Personality Inventory (1931)

- Minnesota Multiphasic Personality Inventory (1940) di Harthaway e

McKinley

Fioriscono i test proiettivi:

- 1921 Rorschach :stimoli formati da macchie di inchiostro simmetriche

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- 1935 Murray e Morgan costruiscono il Thematic Appercetion Test (TAT)

- 1939 si costituisce il Rorschach Institut a New York

- 1944-49 Rosenzweig costruisce il Test di Frustrazione

- 1948 Buck test grafico Casa-Albero-Persona

Nascono le migliori batterie multifattoriali:

1949 DAT

1950 GATB

1960 – 1980

IL MOVIMENTO ANTITEST

1962 - Hoffman condanna il “National Defense Educational Act” che stanziava

fondi speciali per testare le abilità degli studenti: lo definisce “tirannia da test.

1964 – la legge sui diritti civili nomina l’ingiusta applicazione dei test a sfavore

delle minoranze di razza, di nazionalità, di sesso e di religione.

1965 APA: commissione per lo studio degli effetti della valutazione

psicologica; si aggiorna il codice etico degli psicologi sull’uso dei test: evitare la

divulgazione dei titoli; meglio interpretare i risultati che consegnare i dati;

curare molto l’aspetto “critico” dei manuali dei test.

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1968 - “Pigmalione in classe “ di Rosenthal e Jacobson: i risultati al test

condizionano il giudizio dell’insegnante e quindi la sua azione educativa nei

confronti dell’allievo.

1969 Il programma di educazione “compensativa Head- Start “ non ha

migliorato il rendimento intellettuale dei bambini neri (Jensen in USA; Eysenck

in Europa)

I TEST OGGI

- I test possono essere discriminativi se usati male

- Lo sviluppo della psicometria serve per garantire test sempre più validi,

attendibili e predittivi, con norme adeguate a minoranze.

- Lo psicologo deve essere uno psicometrista sofisticato nella scelta ed uso

dei test.

- L’uso dei QI può essere fuorviante; più utile l’uso dei punteggi fattoriali.

- Sviluppo di test computerizzati adattati all’individuo (Adaptive Tailored

Test)

- Sviluppo di modelli matematici per migliorare la costruzione dei test: meta-

analisi, analisi fattoriale confermatoria, teoria dei tratti latenti.

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Bibliografia di riferimento

Boncori: Teoria e tecniche dei test-Boringhieri, 1993 Cap. 9

Petrabissi – Santiniello: I test psicologici. 1997, Cap II