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SACRO CUORE D I NEGRAR

Tumori al cervello,una nuova terapia PAG27

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NEGRAR. Pubblicato lo studio su 64 pazienti trattati con il macchinario radioterapico all'avanguardia de[ Sacro Cuore che distrugge le metastasi

Tumori al cervello, la terapia funziona«Il 99 per cento delle 381 lesioni encefaliche a duemesi dall'intervento risponde bene: registrati bloccodella crescita, remissione parziale o completa»

Camilla Madinelli

Funziona. Una nuova tecni-ca di radioterapia applicatasulle metastasi cerebrali chevede l'Italia all'avanguardianel mondo, con Verona e laValpolicella in prima linea, siè dimostrata in grado non so-lo di colpirne molte contem-poraneamente, ma anche diriuscire a bloccarne la pro-gressione.

Lo stanno a dimostrare i pri-mi dati raccolti dall'Unitàoperativa complessa di Ra-dioterapia oncologica dell'Iress Sacro Cuore Don Cala-bria, diretta dal professor Fi-lippo Alongi, e pubblicati inquesti giorni sul Journal ofCancer Research and Clini-cal Oncology.

Questi dati positivi arriva-no dopo l'avvio nel 2017, all'o-spedale di Negrar come pri-mo centro al mondo, di un in-novativo sistema di tratta-mento delle metastasi cere-brali multiple studiato per of-frire un'alternativa valida al-la sola terapia palliativi, fino-ra usata per prevenire o leni-re i sintomi neurologici.

Questo sistema si avvale diun software - si chiama Hype-rarc ed è stato prodotto dallamultinazionale statunitenseVarian - che è stato integratoall'apparecchiatura di radio-chirurgia.LA RICERCAIl team di ricerca guidato dalquarantenne primario negra-rese ha raccolto gli studi sultrattamento di 64 pazienti,per un totale di 381 metastasiencefaliche.A una prima visita di con-

trollo, avvenuta a distanza didue mesi dall'intervento, nel99 per cento dei casi si è ma-nifestata una risposta al trat-tamento.

«Ciò significa che in quasitutti i pazienti seguiti in que-sta ricerca», spiega il profes-sor Filippo Alongi, «si è verifi-cato un blocco nella crescitadelle metastasi, un ridimen-sionamento delle loro dimen-sioni oppure una remissioneparziale o completa delle le-sioni trattate. Inoltre, non so-no stati riportati effetti colla-terali significativi».

Secondo il direttore dellaRadioterapia oncologica, cheè anche professore associatoall'Università di Brescia, si

tratta di «risultati ragguarde-voli» che ora aprono nuovi einteressanti scenari. «Lo stu-dio fotografa una situazionemolto positiva e porta versopotenzialità che possiamo ul-teriormente esplorare», affer-ma Alongi. Lo specialista ri-vela infatti che la ricerca nonfinisce qui, anzi. «Stiamo con-tinuando ad arruolare pa-zienti e ad oggi siamo arrivatia trattare 500 lesioni tumora-li cerebrali. Rimangono inrealtà ancora da capire moltecose, a partire dalla duratanel tempo degli effetti di que-sta terapia radioterapica».LA TECNICALa radiochirurgia è una tecni-ca radioterapica non invasi-va che permette di irradiarepiccole lesioni tumorali conun'elevata dose di radiazioni.

Da alcuni anni questa tecni-ca viene utilizzata al postodella radioterapia convenzio-nale in alcuni tipi di metasta-si e si è iniziato a utilizzarlaanche per quelle al cervelloin pazienti selezionati.Finora, però, era possibile

curare una sola metastasi al-la volta e le sedute dunqueerano non solo lunghe, maanche numerose. Con il ri-

schio, inoltre, di dilazionaretroppo i tempi di cura.

Grazie al software Hype-rarc, invece, in certi casi è pos-sibile trattare contempora-neamente più gruppi di cellu-le maligne nel cervello. «Que-sta metodica permette di col-pire in un' unica seduta di treminuti fino a 10 metastasi in-tracraniche contemporanea-mente, in modo non invasi-vo, senza anestesia e senza bi-sogno di bisturi», spiega ilprofessir Alongi.

Per chi deve curarsi, questatecnica rappresenta un'op-portunità enorme, non soloin merito alle prospettive te-rapeutiche, ma anche sulfronte dei costi e dei proble-mi logistici che spesso accom-pagnano l'accesso a tali tera-pie.

L'ospedale di Negrar è statoil primo al mondo a usare ilsoftware della Varian e vuoletenere per sé anche il prima-to scientifico nello studio cli-nico in questo campo.«Dopo di noi sono partiti

ospedali e centri di ricerca ne-gli Stati Uniti e nel RegnoUnito, che tutt'ora hannouna casistica di pazienti mi-nore della nostra», concludeil primario di Negrar. •

Ritaglio stampa ad uso esclusivo dei destinatario, non riproducibile.

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II macchinario per il trattamento delle metastasi cerebrali e l'équipe di Negrar

II professor Filippo Alongi primario di radioterapia oncologica

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