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SPORT MANTOVAwww.reportermantova.it

IL MONDIALE CARIOCA

IL 12 GIUGNO PARTE L’AVVENTURABRASILIANA. PER L’ITALIA GIRONE DI FERROCON INGHILTERRA, URUGUAY E COSTA RICA

CARIOCA

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3SPORT MANTOVA

5. » MANTOVA CALCIO C siamo 7. Una stagione sulle Montagne Russe 8. Il � lm del campionato11. Lo stratega Al� o Pelliccioni13. Il capitano Manuel Spinale15. Il bomber Roberto Floriano13. Giovanili - Sergio Fincatti

21. » MONDIALI 2014 FIFA World Cup Brasil22. Città28. Stadi32. Gli Azzurri34. Calendario degli incontri37. I gruppi40. Il pallone41. La mascotte42. I Mondiali in TV44. Le scommesse47. Francesco Borriello » CALCIO51. Castiglione54. Castellana - Asola55. Governolese » BASKET56. Dinamica » 1000 MIGLIA61. Giordano Mozzi » VOLLEY62. Mantova » RUGBY65. Viadana » TAMPURELLO66. Mantova, la capitale

» sommario

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Editore:Reporter srl - Via Acerbi, 10/12 - MantovaTel. 0376 367622 - Fax 0376 310107e-mail: [email protected]

Supplemento a “Reporter” n. 21 del 6 Giugno 2014Iscritto al n. 1220 del registro Nazionale della Stampa - Aut. del Tribunaledi Reggio Emilia n. 1220 del 21/01/2009Progetto gra� co e impaginazioneMassimo Galetti Beatrice FaganStampaLitocolor - Guastalla (RE)Ha collaborato in redazioneAndrea Murari - Nicola AntoniettiPaolo Salvaterra - Nilla Balboni

- POMPEA- COMPAGNONI IMPIANTI- MANTOVA ORO- TAPPEZZERIA MAGNANI- MALAVASI DEMOS- CIBO FIDO.IT- MIRAMONTI PIZZERIA RISTORANTE- FAROIL CILINDRI OLEODINAMICI- DECATLHON CURTATONE- COPYGRAPH- TIMBRIFICIO MANFREDINI- A.F. AGENZIA INTERMEDIAZIONE IMMPOBILIARE- FABIO FEDERICI LABORATORIO ODONTOTECNICO

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SPORT MANTOVA

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4 SPORT MANTOVA

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COMPAGNONI IMPIANTI SRL opera nel settore degli impian-ti termotecnici civili ed industriali dal 1983, proseguendo

l’attività iniziata nel lontano 1968 da Graziano, padre di San-dro attuale titolare dell’azienda. La costante espansione dell’attività ha consentito nel tempo l’acquisizione di Commesse di Lavoro sempre maggiori ed im-pegnative nonché una crescita della struttura aziendale al ser-vizio di una Clientela molto variegata che spazia dal privato al pubblico, dal residenziale al terziario ma soprattutto nel com-parto industriale dove da oramai più di 40 anni la Compagno-ni Impianti presta il suo servizio con prontezza ed affi dabilità. La sede legale ed operativa copre una superfi cie di 910 mq dei quali 170 destinati ad uffi ci modernamente attrezzati e 740 disponibili come area magazzino e offi cina per le lavorazioni di assemblaggio pre-cantiere e per la realizzazione a disegno di skid con tubisteria speciale (sottostazioni di teleriscaldamento, torce e componenti per impianti petroliferi, sottostazioni di im-pianti biogas, ecc). Avvalendosi di collaboratori, personale e attrezzature di primo livello la Compagnoni Impianti con l’esperienza acquisita nel campo delle installazioni industriali realizza indistintamente impianti di medie e grandi dimensioni per ciò che compete il riscaldamento e il condizionamento, l’antincendio, il teleri-scaldamento, la cogenerazione e la trigenerazione, l’idrico sa-nitario, il trattamento dell’acqua e l’arredo bagno, il convoglia-mento di fl uidi quali vapore, olii e grassi, aria compressa, olio diatermi-co, gas metano e gas tecnici di processo. Il campo delle Energie Rinnovabili (solare termico, geotermico, ventilazione meccanica controllata, pompe di calore di varia natura, recupero acque piovane) risulta essere poi l’ultimo fi ore all’occhiello delle installazioni realizzate. Punto di forza della Compagnoni Impianti sono le realizzazioni industriali a servizio delle linee di produzione di serie e di pro-cesso quali i comparti della lavorazione del pannello in legno, degli elettrodomestici, della produzione petrolchimica, della produzione di energia elettrica, della lavorazione dei prodot-ti alimentari e caseari e altro ancora grazie alla possibilità di disporre di personale in grado di affrontare qualsiasi soluzione idraulica proposta dal Committente (dal collegamento di tu-bazioni in prodotto termoplastico come il multistrato, o il polie-tilene per esempio sino alla realizzazione di giunzione saldate in opera di linee in rame, in acciaio al carbonio o in materiali speciali quali acciaio inox o l’inconel a qualità radiografi ca con personale patentato a procedura certifi cata). Nell’ottica del costante miglioramento del servizio fornito alla Clientela e con l’intento di assicurare alla stessa il massimo gra-do di soddisfazione l’Azienda si è dotata dal 2001 di un Sistema di Qualità Aziendale conforme alla Normativa UNI ISO 9001. La Compagnoni Impianti ha poi ampliato il proprio mercato at-testandosi SOA nelle categorie OS3 e OS28 a partire dal 2004 e proponendosi quindi anche al mondo degli appalti con gli Enti Pubblici. Non da ultimo, la COMPAGNONI IMPIANTI può van-tare di aver consolidato del tempo la realizzazione di una strut-

tura aziendale con un team di collaboratori e fornitori in grado di soddisfare la Clientela a 360°: dal business plan per lo studio energetico ed economico della Commessa, alla progettazione della soluzione tecnica più vantaggiosa sino alla realizzazione in opera dell’impianto in conformità alle leggi e normative vi-genti sia più comuni (DM 37/2008 “la Regola dell’arte”, F-GAS) che meno frequenti ( INAIL EX ISPESL, PED, VVFF, ASME, ecc). La soddisfazione economica, energetica e tecnica del Cliente è la mission principale della COMPAGNONI IMPIANTI e rappre-senta per l’Azienda stessa il miglior biglietto da visita possibile: compito di tutto lo Staff coinvolto, dalla fase progettuale sino alla realizzazione e conduzione dell’impianto, è raggiungere in ogni situazione e con la massima professionalità tale traguar-do.

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SIAMOCon le unghie e coi denti il Mantova conquista un posto tra i professionisti. Stagione travagliata, ma dal lieto � ne. Società al lavoro per costruire una rosa all’altezza di un campionato che si preannuncia durissimo

IL MARTELLI ESPLODE DI GIOIA PER IL GOL DI FLORIANO ALLO SCADERE NELL’ULTIMO MATCH CASALINGO CONTRO LA SPAL

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7SPORT MANTOVA

Tre allenatori e due direttori sportivi. Tanto basterebbe a dire del travaglio vissuto nella stagione appena conclusasi in viale Te. Di so-lito con elementi del genere si ragiona di sta-gioni disastrose e invece non è così. Perché, al netto delle enormi sofferenze, il Mantova ha raggiunto l’obiettivo di stagione: centrare un piazzamento tra le prime otto, valido per la promozione in C unica. Strano campionato, anomalo ancor prima di cominciare, con la singolarità di una classifica cortissima fino all’ultimo. Arrivare primi o otta-vi era di fatto la stessa cosa, se non per la tran-quillità di un finale di campionato già deciso. Tra l’ottavo e il nono posto invece cambiava tutto, successo o fallimento: lì intorno è stata vera bagarre. Con il Mantova mai al riparo. Era fondamentale farcela, per non ricominciare ancora una volta dai dilettanti. E, ripetiamo, l’obiettivo è stato centrato, anche se all’ultima giornata. I complimenti alla squadra sono per questo meritati e doverosi. Quando le cose si mettono male spesso anche i valori tecnici mutano e di-

venta quasi più importante lavorare sulla testa che sui muscoli o gli schemi di gioco. Sulla carta il Mantova doveva essere tra le più forti, addirittura dopo lo splendido precampio-nato qualcuno immaginava potesse dominare il campionato. È chiaro che dopo simili presup-posti trovarsi a combattere nella parte bassa della classifica è stato un shock col quale fino all’ultimo si è dovuto convivere. La solidità mentale della squadra però è stata sfidata soprattutto dalle scelte societarie. Qui con i complimenti è doveroso essere più par-chi, se non altro pensando al futuro. L’avvento di patron Lodi era stato salutato con molto entusiasmo, ripagato da un mercato che sem-brava riportare al Martelli un’ambizione quasi dimenticata. L’ambizione però ha presto assunto i pericolosi contorni dell’impazienza, della fretta eccessi-va, quasi dell’isteria. Non è certo la prima volta che nel mondo del calcio si prova a sostituire l’allenatore per dare un scossa ad una squadra pericolosamente sotto tono. Se però succede tra volte in un anno si è portati a pensare che i

limiti non vadano cercati solo in panchina.La speranza è che l’esperienza controversa di questa annata sulle montagne russe possa portare ad una gestione più oculata. Perché è chiaro che la C unica rappresenterà per gio-catori e società un importante innalzamento dell’asticella. Si ricomincia daccapo, dopo la parentesi Sensibile-Sabatini, con il DS Alfio Pelliccioni, impegnato a cercare un nuovo mister con cui pianificare il mercato. Difficile però che possa muoversi prima che si sia fatta chiarezza sul nuovo assetto societario. Sono in atto infatti trattative ben avviate per l’ingresso di un nuo-vo importante socio. Per capire quali possano essere le ambizioni del club e di conseguenza il budget per il mercato sarà necessario dunque aspettare. Per il momento si parla di salvezza e di un progetto di tre anni per costruire il salto di categoria. È chiaro che se i tempi dovessero dilatarsi il rischio è quello di una nuova parten-za ad handicap. In questo caso sì sarebbe ne-cessario avere fretta.

CAMPIONATO - GIRONE A CLASSIFICA Punti G V N S GF GS +/-1 Bassano Virtus 69 34 20 9 5 62 35 272 Renate 57 34 15 12 7 43 26 173 Alessandria 57 34 16 9 9 59 39 204 Monza 54 34 15 9 10 57 43 145 Santarcangelo 53 34 13 14 7 44 26 186 Spal 53 34 13 14 7 52 42 107 Real Vicenza 52 34 15 7 12 51 48 38 Mantova 52 34 13 13 8 57 46 119 Forlì 49 34 14 7 13 53 45 810 Delta Porto Tolle 48 34 12 12 10 45 36 911 Cuneo 47 34 11 14 9 43 32 1112 Torres 47 34 12 11 11 40 44 -413 Rimini (1) 45 34 11 13 10 38 38 014 Vir Vec Verona 44 34 10 14 10 35 32 315 Pergolettese 36 34 7 15 12 27 35 -816 Castiglione 30 34 6 12 16 37 54 -1717 Bellaria (2) 15 34 4 4 26 24 79 -5518 Bra 12 34 3 3 28 29 96 -67

PlAy-OuTRetrocessione - Penalizzazione del campionato(1) Rimini -1 punto, per violazioni al regolamento CO.VI.SO.C (2) Bellaria -1 punto, per violazioni al regolamento CO.VI.SO.C

Incertezza sul futuro: assetto societario, obiettivi e budget ancora da definire.Il tempo stringe, impensabile un nuovo inizio ad handicap

Obiettivo raggiunto, ma quanta fatica.

Dal sogno di dominare

il campionato all’incubo retrocessione

Una stagione sulle

Montagne Russe

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MIChELE LODI

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8 SPORT MANTOVA

La nuova societàA Mantova arriva un nuovo presidente, Mi-chele Lodi, imprenditore veronese nel campo della sicurezza, già patron di una squadra di calcio: la Sambonifacese. Benché al suo arrivo dichiari: “Niente follie, non farò la � ne di Lori”, il Mantova cambia quasi tutti i giocatori e dal Renate arriva mister Antonio Sala, che si fa subito conoscere per la passione per la bicicletta e il gioco o� ensivo. Intorno a capitan Spinale viene costruita una squadra di notevole esperienza per la seconda divisione, e a sorpresa arriva nella terra di Virgi-

Dopo la vittoria con il Renate la stagione sembrava in ghiaccio, poi le 4 scon� tte in � la e l’incubo

di avere compromesso tutto. Decisive le vittorie negli ultimi minuti con Santarcangelo e Spal

Il FILM DEL CAMPIONATO

lio, direttamente dalla serie A, il trentasettenne Luciano. L’idea è quella di costruire un gruppo in grado di conquistare bene la C unica e di rappresen-tare l’ossatura anche del campionato successi-vo. Al ritiro di Cles non mancano entusiasmo e tifosi. Sulle montagne trentine, il 4-3-3 di Sala sembra funzionare a meraviglia. Il Mantova si presenta alla prima di campionato sulla scia di un ottimismo che non si percepiva da tempo.

Le prime di� coltàe l’esonero di SalaL’esordio con il Bellaria, ritenuto alla vigilia alla portata dei biancorossi, riserva però la

prima sorpresa. Pirotecnico 3 a 3 al Martelli con i biancorossi avanti due a zero e tre a uno. La squadra appare poco equilibrata e so� re moltissimo in fase difensiva. Lodi già amaro: “Non mi aspettavo il pari”. L’occasione per ri-farsi arriva con la trasferta di Vicenza contro il lanciatissimo Real. Il Mantova subisce altre 4 reti, conclamando la propria fragilità difensiva. Lodi non ci pensa due volte: per Sala è già eso-nero. La società sceglie la soluzione interna e promuove il secondo Gianni Migliorini.

Il Mantova precipitaIl cambio in panchina peggiora se possibile il rendimento dei biancorossi che perdono male in casa contro la Virtus Vecomp. Il tentativo di risollevarsi nella trasferta di Forlì cozza con la solita disattenzione difensiva che costa il pa-reggio dei padroni di casa. Lodi torna sui suoi passi, Sala sulla panchina dei Virgiliani. Il Man-

2013 - 2014

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9SPORT MANTOVA

Dopo la vittoria con il Renate la stagione sembrava in ghiaccio, poi le 4 scon� tte in � la e l’incubo

di avere compromesso tutto. Decisive le vittorie negli ultimi minuti con Santarcangelo e Spal

Il FILM DEL CAMPIONATO

tova trova il primo successo contro il fanalino di coda Bra, ma dopo un deludente pareggio a Crema contro la Pergolettese è un altro bian-corosso eccellente a fare le valigie: Luciano, per lui rescissione consensuale del contratto e stop all’avventura mantovana.Il derby vinto con il Castiglione sembra poter rappresentare la svolta per i virgiliani, che però in� lano due pareggi consecutivi contro Rimini e Renate, prima della disfatta casalinga contro il Porto Tolle.

Arrivano Sensibilee SabatiniPer patron Lodi può bastare così. I tifosi as-sediano il Martelli in aperta contestazione. L’imprenditore veronese questa volta estrae il coniglio dal cilindro: via Sala e Pelliccioni, arri-vano Sensibile e Sabatini, elementi abituati a ben altre categorie. Per il Mantova chiuso de-� nitivamente il progetto Sala, sembra aprirsi una nuova a� ascinante prospettiva con il Ds arte� ce del Novara dei miracoli e delle ultime stagioni della Sampdoria. Intanto però servo-no punti sul campo per salvare una stagione

partita nel peggiore dei modi. Esordio col bot-to per mister Sabatini che espugna il di� cile campo di Monza, con la doppietta del sempre più decisivo Floriano.Il Mantova sembra aver preso il via, batte in casa l’Alessandria e ottiene un buon pari sul campo del Cuneo. Alla decima arriva la pri-ma scon� tta per mister Sabatini in casa con il Santarcangelo, seguita dal pareggio esterno a Ferrara con la Spal. I Biancorossi reagiscono bene e in� lano due vittorie di seguito con Torres e Bellaria. Ma il campionato non smette di mostrare le sue in-sidie e il Mantova rallenta di nuovo: tre pareggi consecutivi e, dopo la vittoria con il Bra, scon-� tta in casa nel big match contro la capolista Bassano.La media punti del Mantova guidato dalla coppia Sensibile Sabatini resta comunque de-gna delle primissime della classe, a maggior ragione dopo le vittorie contro Pergolettese e Castiglione, il pareggio a Rimini e la nuova vittoria in casa con il forte Renate. La classi� ca comincia ad avere un aspetto più rassicurante, ma sono vietati i cali di tensione.Che invece puntualmente arrivano. Quattro scon� tte in � la: Porto Tolle, Monza, Alessan-dria e Cuneo precipitano la squadra di nuovo nel baratro, quando ormai il peggio sembrava alle spalle.

Ritorna Pelliccionie il Mantova trova lo sprintRitorna la contestazione dei tifosi, il campiona-to sembra compromesso. Lodi torna decisio-nista. Qualche testa deve saltare. Questa volta tocca a Pasquale Sensibile, mentre mister Sa-batini resta sorprendentemente al suo posto. Nel ruolo di Direttore Sportivo torna Al� o Pel-liccioni che era rimasto in società con il ruolo di osservatore.Il Mantova deve vincere, non ha alternative. A Santarcangelo passa nel � nale con un gol di Fioretti e si gioca tutto in casa con gli eterni rivali della Spal. Partita di� cile bloccata e te-sissima. La sblocca a tempo scaduto con una rasoiata di sinistro il capocannoniere Roberto Floriano facendo scoppiare di gioia il Martelli. I risultati dagli altri campi dicono salvezza, anzi no. Il Forlì segna al 94’, rendendo necessario tornare con almeno un punto dalla trasferta di Sassari. In Sardegna praticamente non si gioca, i padroni di casa segnano su un rinvio sbagliato di Festa, Floriano ristabilisce imme-diatamente la parità. Ai Sardi il punto serve per assicurarsi i play out, al Mantova per la certez-za della promozione: non si vedono più tiri in porta. Il Mantova ce l’ha fatta, ma quanta so� erenza.

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11SPORT MANTOVA

Alfio PelliccioniIl ritorno ad aprile dopo essere stato sollevato dall’incarico e sostituito con Pasquale Sensibi-le. Una vicenda che non ha guastato i rapporti con Patron Lodi che lo ha voluto come prima pedina non solo per la prossima stagione ma per i prossimi tre anni.In questi giorni lavora freneticamente per pre-parare la prossima stagione, nell’attesa che si faccia chiarezza sull’assetto societario, sugli obiettivi e, non da ultimo, sul budget a sua di-sposizione.Pelliccioni, si aspettava che con la rosa del Mantova fosse così dura centrare l’obiettivo promozione?“No, sinceramente mi aspettavo facessimo molto meglio”.I continui cambi tra panchina e assetto di-rigenziale possono aver influito negativa-mente sulla squadra?“Sempre, quello succede sempre. Quando si decide di cambiare e si rimette tutto in discus-sione, bisogna sapere che la cosa ha un impat-to negativo sul rendimento della squadra”.Come mai giocatori che venivano da cate-gorie superiori hanno faticato tanto a calar-si nella parte?“Credo sia stata una conseguenza della pres-sione che c’è stata sui ragazzi dopo l’ottimo precampionato. La squadra ha dimostrato qualche difetto di personalità ed ha subito molto l’importanza della piazza e le aspettative che si erano create. Basta prendere ad esempio un ragazzo come Niccolò Zanetti che nei due anni precedenti aveva segnato trenta gol in categoria mentre quest’anno ha reso pochis-simo”.Se dovesse fare un podio dei migliori gioca-tori del Mantova chi sceglierebbe?“Sicuramente Floriano, che ha fatto una stagio-ne straordinaria pur venendo da una categoria più bassa. Poi Festa che una volta subentrato non è più uscito, ed ha avuto un rendimento molto lineare. Infine direi Cardin che ha fatto un girone di ritorno molto al di sopra di quanto mostrato nella prima parte di campionato”.E tra gli avversari chi l’ha colpita?“Sul mio taccuino ho segnato moltissimi atleti, ma per il momento non faccio nomi”.Quanto è caldo il suo telefono in questi pri-mi giorni di calcio mercato?“Non è caldo: scotta”.

Toto-allenatori. Dobbiamo fidarci dei nomi che girano sui giornali o potrebbero esserci delle sorprese?“Potrebbero anche esserci delle soprese. Qual-cuno di cui si era parlato è già saltato e verran-no fuori certamente altri nomi. Magari alla fine verrà scelto qualcuno che sui giornali non ci è mai finito”.Quanto cambierà la rosa nella prossima sta-gione?“Abbiamo 14 giocatori sotto contratto, per pri-

ma cosa bisogna vedere quanti resteranno. La base per il prossimo anno è certamente que-sta, a cui si aggiungeranno sei o sette giocatori nuovi”.Quando avremo notizie più chiare?“Io penso che l’unica urgenza da affrontare sia la scelta dell’allenatore. Poi sulla base di quello si può lavorare con il nuovo tecnico sui gioca-tori che ci sono già e sugli eventuali acquisti. Per i giocatori c’è tempo, senza un tecnico inve-ce è impossibile impostare il mercato”.Movimenti societari: ha la sensazione che ci siano possibilità che Michele Lodi ceda la maggioranza della società? “Io mi auguro di no, ma sono cose che è diffici-le prevedere”.Quanto si alzerà il livello qualitativo del campionato nella prossima stagione?“Dipende, come livello di base si è già alzato. Però ci sono anche squadre che vengono dalla D e che faranno per il primo anno la C. Preve-do che ci sarà un livellamento tra una decina di formazioni verso l’alto e poi un gruppo di coda. Mi aspetto un campionato spaccato in due”. Cosa servirà per fare bene nella C unica?“L’idea per affrontare bene un campionato sen-za troppe pretese è quella di creare un buon mix tra giocatori di esperienza e giovani fre-schi”.La Beretti ha disputato un’ottima stagione: il vivaio può essere uno dei punti di forza del Mantova del futuro?“Quello di sicuro: deve essere così. Quest’anno porteremo in ritiro 4 o 5 dei migliori ragazzi della Beretti. Sarà poi l’allenatore a valutare se siano già pronti per la Prima Divisione. Manuel Spinale. Il capitano resta o parte? “Penso che Spinale vada ringraziato pubblica-mente per tutto quello che ha fatto, parliamo di un professionista esemplare e di un grande giocatore, ma per tutti arriva il momento di cambiare”.Il suo contratto con il Mantova è di tre anni. Un progetto a medio termine: quali pensa possano essere le ambizioni della società?“Proprio perché il progetto è sui tre anni, la mia idea è quella di un primo anno di stabilizzazio-ne in categoria, un secondo per sistemare ciò che non è andato, per alzare l’asticella nel ter-zo. Bisogna però crescere con gradualità”.

Andrea Murari

Lo stratega

Su Spinale: Un grande

professionista, va ringraziato, ma

per tutti arriva il momento di cambiare

In attesa che la società chiarisca

obiettivi e budget, il Direttore

Sportivo prepara il terreno per la

prossima stagione

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SpinaleA lui sono stati riservati i cori più intensi e ca-lorosi anche nell’ultima apparizione al Martelli in cui i biancorossi hanno festeggiato la pro-mozione sfidando Beretti e Allievi Nazionali. Per il Capitano, quella appena terminata non sarà ricordata come la migliore stagione del-la sua strepitosa carriera. Il che, come ovvio, dopo 12 anni e 375 presenze, non ha affatto scalfito l’affetto e la stima dei tifosi nei suoi confronti. Al contrario, a Mantova tutti atten-dono notizie sul rinnovo del suo contratto che è in scadenza. Ma su questo il Capitano anco-ra non si sbilancia.Spinale, a inizio stagione si aspettava fosse così dura?“Sì, quando si cambia tanto è difficile fare su-bito bene e noi non avevamo tanto, avevamo cambiato tutto”.Cosa non ha funzionato nei primi mesi?“Troppa fretta di vedere risultati immediati. Avevamo sposato un progetto che poi si è interrotto. Era davvero difficile a quel punto rimettersi in carreggiata”.Giocatori che hanno fatto grandi cose in categorie superiori hanno faticato a calarsi in seconda divisione. Quanto è difficile es-sere efficaci a questo livello?“Sicuramente non è facile. Io ho avuto la fortu-na di provare, esclusa la A, tutte le categorie. La B è un altro calcio, più veloce più tecnico, molti meno errori. In seconda divisione si gio-ca meno a calcio e più a calci”. Che voto dà alla sua stagione?“Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo no-nostante le difficoltà, io ho sempre giocato: è stata una stagione positiva”.Qual è stato il momento più difficile?“Sono stati molti. Potrei dire l’inizio perché si pensava di partire bene. Potrei dire la fine quando sembravamo più di là che di qua. O al terzo cambio di allenatore a metà stagione”. Quando ha capito invece che ce l’avreste fatta?

Il capitano

Se ho indossato per dodici anni la stessa

maglia e ho accettato di ripartire dalla D

è per il pubblico del Martelli

MANuEL SPINALE

“Sinceramente solo all’ultima partita. Erava-mo sempre lì sul filo. Partendo male è stata una rincorsa tutto l’anno, ed è stata una vera impresa da tutti i punti di vista. Con un cam-pionato così livellato non era facile recupera-re”.Anche quest’anno il Mantova è stato soste-nuto da un grande pubblico. Quanto vale il Martelli in un campionato così equilibrato?“Penso che il pubblico sia davvero encomiabi-le. Se sono stato dodici anni a Mantova, se ho accettato la serie D dalla B, è esclusivamente per il pubblico e i tifosi, che sono il vero valore aggiunto. Meriterebbero altri palcoscenici”.Tra i giovani della rosa chi ha più possibilità di fare il salto di categoria in futuro?“Eravamo un squadra mediamente matura ed esperta, con molti giocatori ormai abituati a giocare in C. Per l’età direi che quello che ha più possibilità di fare il salto è De Respinis”.Dopo dodici anni in biancorosso, quanto si sente mantovano?“Tanto, una parte importante della mia vita calcistica ma anche personale è qui. Dodici anni con la stessa maglia sono davvero tanti. Mi sento adottato: è la mia casa”.Parliamo di mondiali. Chi prende come fa-vorita?“La mia preferita è la Spagna, ma dubito possa vincere di nuovo, sarebbe incredibile. Dietro metto Brasile e Germania”.Chi può fare la differenza per gli azzurri?“L’Italia nelle manifestazioni importanti ten-de a far bene, può sempre essere la sorpresa. Bisogna avere fiducia e sperare che Immobile ripeta quello che ha fatto vedere durante la stagione. È un ragazzo davvero forte”.A proposito di grandi giocatori, qual è il compagno di squadra più forte che ha avu-to nella sua carriera?“A Mantova ho avuto la fortuna di incontrare atleti che hanno fatto la storia del calcio. Ne cito quattro: Hubner, Poggi, Fiore e Locatelli”.

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15SPORT MANTOVA

Roberto

FlorianoDiciannove gol non gli sono bastati per vince-re la classifica dei cannonieri, chiusa al secon-do posto. Ma le sue reti e i suoi assist sono stati decisivi per portare il Mantova alla promozio-ne. La sua straordinaria rapidità nello stretto e il suo spunto in allungo gli sono valsi il sopran-nome di Flash e il terrore dei difensori avversa-ri. Suoi i gol pesantissimi nelle ultime decisive sfide, quello allo scadere con la Spal e l’ultimo nella trasferta di Sassari. Da qualche anno a Mantova non si vedeva un giocatore così do-minante nella tre quarti avversaria. Ora il timo-re è di poterlo perdere per una grande piazza di serie B. Floriano, quanto si sente protagonista della stagione del Mantova?“Sicuramente ho dato un contributo impor-tante, ma il traguardo raggiunto è stato me-rito di tutti: i miei com-pagni, il mister, tutto lo staff”.È stata la stagione migliore della sua carriera?“Sì, credo sia stata nel complesso la migliore. Mi era capitato in passato di avere ottimi mo-menti, ma mai con la continuità che ho rag-giunto quest’anno”.Quanto è grande il rammarico per non aver vinto la classifica cannonieri con 19 reti?“Il rammarico c’è. Quando arrivi lì non ti nego che ci speri. Forse è mancata un po’ di fortuna e qualche calcio di rigore. L’obiettivo più gran-de però l’abbiamo centrato e questo mi rende felicissimo”.Qual è stato il gol più importante della sta-gione?“Sicuramente quello contro la Spal, l’ultima partita in casa. Quando rivedo le immagini mi

emoziono ancora. Tutto lo stadio esplode di gioia e la panchina mi corre tutta incontro”.Cosa ha provato al primo anno in una piaz-za importante come Mantova a indossare la fascia?“Sicuramente quest’anno avevo parecchie responsabilità, ma è stato un grande piacere rappresentare i miei compagni e la città intera vestendo la fascia. È stato un grande attestato di stima anche da parte del mister”.I tifosi si sono subito innamorati delle sue serpentine, si è abituato ad esser un idolo della tifoseria?

“I tifosi mi hanno fatto capire in modo molto caloroso la loro stima e il loro affetto: è una cosa bellissima”.Si dice che molte so-cietà anche di serie B le abbiano messo gli occhi addosso, ha fretta di fare il gran-de salto?“Credo di avere di-mostrato di essere pronto durante tutto quest’anno e fa piace-re che ci siano atten-zioni su di me. Però

sono legato al Mantova fino al 2017 e qui sto benissimo. Non ho ancora parlato con il mio procuratore, per il momento voglio godermi le vacanze”.Com’è stata la sua prima stagione a Manto-va fuori dal campo: le è piaciuta la città?“Non si trova parcheggio in centro e vedo pro-prio ora i vigili che fanno le multe. Al di là delle battute, l’ho trovata una città bellissima, una realtà piccola e accogliente. È stato bello co-noscere tante persone nuove”.Mondiali in Brasile: a quale grande campio-ne si ispira di più?“I campioni sono moltissimi: Bompieri mi dice che assomiglio a Messi, un complimento più

grande non poteva farmelo”.Chi è la sua favorita?“Sono stratifoso dell’Italia, quindi spero che gli azzurri arrivino fino in fondo. Le più forti mi sembrano Spagna e Germania”.

Il Bomber

Quando rivedo le immagini del gol

allo scadere contro la Spal

mi emoziono ancora

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Il settore giovanile

Il responsabile del settore giovanile può trac-ciare un bilancio più che soddisfacente del lavoro fatto sui giovani talenti biancorossi. Un elemento che magari fa poco scalpore media-tico, ma che può costituire la base della solidità futura della società. Un campionato da record

per la Beretti, tradita sorprendentemente nel-la fase � nale nel derby con la Cremonese. Un � nale ancora tutto da scrivere per gli Allievi Na-zionali. Quest’anno i tifosi hanno avuto anche una ragione in più per sostenere i ragazzi del-la Beretti e degli Allievi Nazionali: in panchina

siedono due ex beniamini della Curva Te, Elia Pavesi e il bomber Ciccio Graziani, che da alle-natori sembrano poter ripetere le imprese fatte vedere in campo.Fincatti, è stata complessivamente una bella stagione per i ragazzi del settore giovanile.

SERGIO FINCATTI

GLI ALLIEVI NAZIONALI DI CICCIO GRAZIANI

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19SPORT MANTOVA

“Direi una stagione esaltante. Abbiamo com-piuto un percorso di crescita eccezionale. Sia-mo partiti con modestia e molta determinazio-ne, lavorando su un materiale tecnico che non conoscevamo e che era il frutto del lavoro di ricostruzione impostato l’anno precedente.Abbiamo organizzato un team di lavoro che vede in testa il sottoscritto, con Graziani e Pa-vesi alla parte tecnica e a cascata tutti gli alle-natori e i preparatori atletici. A metà percorso è arrivato anche Alessandro Zaninelli che ha dato ulteriore impulso come responsabile dell’attivi-tà di base”.Quanto è attenta la società a costruire un vi-vaio di qualità?“In tutte le società professionistiche il setto-re giovanile è guardato con attenzione. Noi quest’anno sapevamo però che tutte le atten-zioni erano per la prima squadra che aveva l’obiettivo di salvare la categoria. Abbiamo la-vorato a testa bassa e i risultati ci hanno fatto guadagnare attenzione. La Beretti non ha mai perso una partita nei tempi regolamentari in tutta la stagione. L’eliminazione è arrivata con un gol a un minuto e mezzo dal termine dei supplementari. Ha segnato una media di tre gol a partita e molti osservatori di squadre pro-fessionistiche di alto livello hanno messo gli occhi sui nostri giocatori. Gli Allievi addirittura sono ancora in corsa per la finale. Anche le altre squadre hanno fatto campionati da metà clas-sifica in su, ma siamo soprattutto soddisfatti del lavoro interno fatto dagli allenatori e della cre-scita dei ragazzi”.

Un vivaio forte può essere la soluzione per costruire rose solide anche per la prima squadra?“Certamente. Non ci si può aspettare però che i risultati arrivino nel giro di un paio d’anni. Noi dobbiamo continuare a lavorare e a fare sele-zione. Quest’anno abbiamo già centrato un

grosso obiettivo in questo senso, riallacciando il rapporto con tutte le società della provincia che rappresentano il bacino di utenza a cui dobbiamo puntare. Noi infatti non abbiamo convitto: i nostri ragazzi finiti gli allenamenti tornano a casa, dove possono essere più sere-ni. Stiamo provando a valorizzare al massimo le risorse del nostro territorio”.Come si costruisce un grande vivaio?“Servono tempo, programmazione e qualità degli istruttori. Ciò che oggi manca a noi sono

impianti all’altezza. Lavoriamo con tre squadre al Migliaretto, una sul laterale del Te, e cinque sul sintetico del Go Park di Bagnolo. È chiaro che se avessimo un solo impianto avremmo meno spese e meno complessità organizzativa. Stia-mo lavorando per avere il prossimo anno una squadra di scouting che possa coprire un’area importante intorno alla nostra provincia”.Quali sono a suo avviso i migliori settori gio-vanili d’Italia da prendere ad esempio?“Direi Atalanta i primis, ma sono molti i vivai importanti a livello di professionisti. Il fatto che molti dei nostri giocatori, oltre ad andare nelle rappresentative nazionali, siano stati cercati da grandi club è la prova che anche noi siamo sulla strada giusta”.Quanto l’ha sorpresa la sconfitta della Beret-ti contro la Cremonese?“E’ stata tanto dolorosa quanto inaspettata. Par-liamo di un gruppo maturo, solido, che aveva dimostrato di saper affrontare e superare anche le situazioni difficili. I ragazzi poi erano molto carichi. Il pianto di un quarto d’ora a fine partita dice molto della delusione provata dai ragazzi. Se ci ripenso mi commuovo anch’io. L’amarezza però non può cancellare la soddisfazione per il grande lavoro fatto da Elia Pavesi”.Qualche ragazzo della Beretti potrà trovare spazio in prima squadra?“E’ sicuro e lo avrebbero trovato anche quest’anno se non ci fosse stata una rosa così ampia. Sono ragazzi che hanno grande qualità e fame di mettersi in mostra”.

(am)

“Stagione esaltante, grande amarezza per l’inaspettata

eliminazione della Beretti”

LA BErETTI DI MISTEr ELIA PAvESI

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22 SPORT MANTOVA

RIO DE JANEIRO Il 1 ° gennaio 1502, l’esploratore portoghese Gaspar de Lemos raggiunse con la sua nave una baia della costa brasiliana, che ora si chia-ma Baia di Guanabara. Erroneamente prese la baia per la foce di un � ume, e la chiamò Rio de Janeiro – letteralmente tradotto come il � ume di gennaio.

La città di Rio de Janeiro stessa è stata fonda-ta il 1 ° marzo 1565 da Estacio de Sa, e fu sede della politica brasiliana dal 1764 � no al 1960, quando fu sostituita da Brasilia. Tuttavia, rima-ne la più popolare destinazione turistica e cul-turale, oltre ad essere la seconda metropoli più popolosa con poco più di 6 milioni di residenti.La città è nota per la sua incomparabile bellez-za naturale, ricca storia e la gioia che contagia i suoi visitatori. I carioca hanno contribuito a rendere la città conosciuta e amata in tutto il mondo. I punti salienti del calendario di Rio comprendono i festeggiamenti di Capodanno ed il famoso Carnevale. Questa metropoli viva-ce, situata tra una foresta tropicale e una serie di magni� che spiagge, è una base ideale per chi desideri una vita urbana moderna.Calcio. Rio de Janeiro è la rappresentazione stessa del calcio brasiliano: le sue strade, i par-chi pubblici e le spiagge immense sanno di

calcio. Non è quindi certo una sorpresa, che la città abbia dato i natali a calciatori di fama mondiale, come Jairzinho, Zico, Ronaldo e Ro-mario, solo per citarne alcuni. Quattro dei club più grandi e più popolari del Brasile hanno sede nella Cidade Maravilhosa (Città Meravi-gliosa): Botafogo, Fluminense, Vasco da Gama e Flamengo, quest’ultimo è il club con la base più grande di tifosi in tutto il Paese, oltre 30 mi-lioni. Il calcio è come una religione per i carioca, e il suo tempio è senza dubbio il mitico Mara-canã di proprietà dello Stato, probabilmente il più famoso ed il più grande stadio del mondo. U� cialmente chiamato Mário Filho Stadium, dal nome di un famoso giornalista sportivo, il Maracanã è stato inaugurato poco prima del-la Coppa del Mondo FIFA 1950 in Brasile, ed ha ospitato cinque partite su sei del Brasile in quella competizione, compreso il fatidico 1-2 contro l’Uruguay, nella � nale persa del Torneo.

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23SPORT MANTOVA

BrasìliaLa costruzione di questa città ultra-moderna, situata nel centro del Brasile, è iniziata nel 1956. Fin dalla sua fondazione ufficiale il 21 aprile 1960, la città ha assolto lo scopo per il quale è stata costruita: essere la capitale del Paese in sostituzione di Rio de Janeiro. La maggior par-te dell’Amministrazione Federale del Brasile e del potere politico sono quindi concentrati qui.Una delle caratteristiche principali della città sono i suoi ampi viali, che circondano i suoi edifici pubblici e i suoi due quartieri, uno a nord e l’altro a sud.Al centro c’è la Praça dos Três Poderes (delle Tre Potenze) dove si possono trovare i luoghi del potere esecutivo e del potere legislativo, non-ché la sede del Tribunale federale.Ampiamente considerata come città all’avan-guardia in termini architettonici: la Cattedrale Metropolitana di Brasilia ed il Ponte di Jusceli-no Kubitschek sono senza dubbio le strutture più importanti. Entrambi sono stati progettati da Oscar Niemeyer, l’uomo che sta dietro la maggior parte degli edifici, punto di riferimen-to della nuova capitale.

Grazie alle sue meraviglie architettoniche, Brasilia è l’unica città al mondo costruita nel 20° secolo, che sia stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità, dall’UNESCO.Calcio. Il distretto federale di Brasilia, è sede di due club calcistici, che hanno avuto recen-temente picchi di successo nel Brasile di elite: la Sociedade Esportiva fare Gama ed il Bra-siliense. Brasilia è stata una delle città che ha ospitato il FIFA World Cup 2008, presso il Mané Garrincha Stadium, che può accogliere fino a 45 mila spettatori.La città vanta anche due altri stadi calcistici importanti: il Serejão, dove gioca le sue partite casalinghe il Brasiliense e la Bezerrão, che è sta-to completamente ridisegnato ed inaugurato nel novembre 2008 con la presenza della Se-leção, che in quell’occasione ha sconfitto 6-2 il Portogallo.

Belo HorizonteBelo Horizonte è la sesta città più popolosa del Brasile con oltre 2,4 milioni di residenti, men-tre la sua area metropolitana si colloca al terzo posto nel paese, alle spalle di São Paulo e Rio de Janeiro.Della bellezza delle sue aree verdi è stato te-nuto conto nella pianificazione della moderna

città, senza dimenticare la vasta gamma di atti-vità culturali e le naturali meraviglie della Serra do Curral che la circonda.Belo Horizonte ha dunque parecchi motivi per essere costantemente nominata come una delle metropoli latino-americane che fornisco-no la migliore qualità della vita.Calcio. La domanda numero uno quando qual-cuno arriva a Belo-Horizonte è spesso la stessa: Atlético Mineiro e Cruzeiro? La città è innamo-rata del calcio e vive sotto un costante clima di rivalità tra le due contendenti, che si è svilup-pata nel corso degli anni. L’Atlético Mineiro è stata la squadra vincitrice dell’edizione inau-gurale del Campionato Brasiliano nel 1971, e la sua storia è stata impreziosita dal talento di Reinaldo, Toninho Cerezo ed Eder, tra gli altri. I trofei del Cruzeiro vanno da un Brasileiro nel 2003 a quattro Copa do Brasil e due Copa Li-bertadores (1976 e 1997).

Porto alegrePer il clima subtropicale e le abitudini cultura-li, Porto Alegre è abbastanza diversa da altre capitali di stato in Brasile. Fondata nel 1742 da immigrati sull’arcipelago portoghese delle Azzorre, la capitale del Rio Grande del Sol fu la meta di migliaia di immigrati provenienti

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24 SPORT MANTOVA

da Portogallo e Italia, come molte altre città del Brasile, ma anche da altri paesi europei, in particolare Germania e Polonia. Porto Alegre si trova sulla riva orientale del � ume Guaíba, pro-prio nel punto di convergenza di cinque altri � umi, che insieme formano l’enorme Lagoa dos Patos. I suoi 497 chilometri quadrati sono ricoperti da più di un milione di alberi, che la rendono una delle città più verdi in Brasile, no-nostante sia la quarta area metropolitana più popolosa del Paese, con circa quattro milioni di abitanti.Gli inverni a Porto Alegre sono freddi, con re-cord storici di temperature che arrivano anche sotto lo zero e non è raro veder nevicare. Du-rante l’estate invece le temperature possono andare ben oltre i 35 ° C.Calcio. La popolazione che segue il calcio nella città di Porto Alegre, si divide perfettamente a metà: quella nero e blu del Grêmio di Porto Alegre e il rosso e il bianco dell’International di Porto Alegre, che sono due dei club più impor-tanti della storia del calcio brasiliano.Sia Grêmio che Internacional hanno propri sta-di da oltre 50.000 spettatori, separati circa 2,5 km l’uno dall’altro: il Monumentale Olimpico e il Beira-Rio. Le loro divisioni giovanili sono anche tra le più proli� che in Brasile, per aver prodotto campioni del calibro di Ronaldinho Gaúcho, Emerson, Renato Gaúcho (Grêmio), Falcão, Ta� arel e Alexandre Pato (Internacio-nal).

SAN PAOLOCentro � nanziario e commerciale del Brasile, San Paolo è la città più grande del Paese e si colloca anche tra le più popolose del mondo, con poco più di 11 milioni di abitanti entro la propria area di 1.523 chilometri quadrati. Si-tuata nella regione sud-orientale del Paese, è celebre per la sua instabilità meteo e le abbon-danti precipitazioni.La vocazione al lavoro della città ha attratto enormi contingenti di immigrati dopo la � ne del 19° secolo. Di conseguenza, San Paolo è di gran lunga la città più etnicamente composita del Brasile, e ospita circa 100 diverse etnie che hanno contribuito a fare grande l’economia della città, responsabile del 12,26% del prodot-to lordo nazionale.San Paolo non è solo commercio e lavoro, ma anche un centro di alto pro� lo culturale che consente di usufruire di una vasta gamma di opzioni: da vari concerti di altissimo livello a mostre a manifestazioni gastronomiche. Calcio. San Paolo è la città natale del calcio brasiliano e tre dei club più potenti del Brasile sono della regione di San Paolo: Corinthians, Palmeiras e São Paulo, garantiscono la cifra di 14 Campionati Brasiliani vinti. Sia il Corinthians che il San Paolo hanno alzato il trofeo FIFA Club

World Cup, nel 2000 e nel 2005 rispettivamen-te. Lo stadio di casa di San Paolo, il Morumbi, è il più grande stadio della città e fu una delle sedi della FIFA Club World Cup del 2000.

SALVADORLa città costiera del nord-est è stata uno dei principali poli di commercio di schiavi in Sud America. Di conseguenza, è cresciuta sotto l’in-� uenza profonda di portoghesi, afro-discen-denti e indigeni: una situazione che ha contri-buito alla ricchezza culturale che caratterizza la città di oggi.La presenza di elementi africani a Salvador è ovunque, dai circoli di capoeira (una combina-zione di arte marziale e danza portata in Brasile dagli schiavi africani), ai riti del Candomblé – una religione sincretica concepita in Brasile. La topogra� a privilegiata di Salvador è uno dei suoi attributi più attraenti, con una chiara di-stinzione tra la Baixa Cidade e Cidade Alta, che sono collegate tra loro da una delle attrazioni più importanti della città, il Lacerda Elevador. Ma l’ultima icona della città è il Pelourinho, che è il suo centro storico: le sue chiese e gli edi� ci coloniali colorati sono stati dichiarati Patrimo-nio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1985.

SAN PAOLO

SALVADOR

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25SPORT MANTOVA

Oltre ad essere un gioiello storico e il luogo di nascita di alcuni dei più signi� cativi artisti del Brasile, la capitale dello stato di Bahia è cre-sciuta e si è sviluppata per diventare il centro economico nel nord-est della nazionale e rap-presenta la terza città più popolosa del Paese, con circa tre milioni di residenti.Calcio. Le cifre mostrano che una squadra del Salvador – sia Esporte Clube Bahia o Espor-te Clube Vitória – è in vetta alle classi� che di presenza media di spettatori: si può dire che i soteropolitanos sono pazzi per il calcio come nessun altro in Brasile.Le due rivali dominano comodamente la scena del calcio all’interno dello Stato di Bahia, e pos-siedono anche un background nazionale: Ba-hia, il tricolore, ha vinto il Campionato Brasilia-no nel 1988 e la Taça Brasil nel 1959 (nel torneo predecessore dei campionati nazionali), men-tre Vitória ha raccolto tre titoli del Nord-Est Cup ed è stata la � nalista nel Brasileiro del 1993. Uno dei momenti più importanti per un abi-tante di Salvador – paragonabile solo alle cele-brazioni vivaci della città, durante il Carnevale – si tiene nel corso di una Ba-Vi, il famoso derby tra le due rivali. Questo si tiene regolarmente presso il Fonte Nova, uno stadio che è chiuso e aspetta di es-sere completamente ricostruito.

FORTALEZAFortaleza (in portoghese signi� ca ‘fortezza’) deve il suo nome al periodo tra il 1637-1654,

quando era controllata dagli olandesi, che co-struirono il Forte Schoonenborch. O� re 34 chilometri di spiagge meravigliose, è sempre stata quindi una delle principali desti-nazioni turistiche nel nord-est del Brasile. Essa si è sviluppata come un importante centro economico e metropolitano: oltre 2,4 milioni di persone risiedono nei suoi 313 chilometri quadrati. La maggior parte delle attrazioni turistiche di Fortaleza ruotano attorno alle sue spiagge: la Praia do Futuro (Future Beach) famosa per i suoi numerosi barracas, semplici chioschi-ristoranti costruiti sulla sabbia, che servono piatti di pesce tipici, mentre Iracema è il posto per bar e discoteche . Vi è anche il più bucolico Mucuripe Beach, dove si avventurano in mare i pescatori con le loro jangadas (barche di legno fatte a mano). Calcio. Due dei club più popolari del nord-est del Brasile provengono da Fortaleza: il Ceará Sporting Club e la Fortaleza Esporte Clube. En-trambe le squadre hanno storicamente condi-viso l’attenzione degli appassionati di tutto lo Stato del Ceará, così come i trofei di Stato.La città di Fortaleza o� re due stadi per le par-tite che coinvolgono il Ceará, il Fortaleza ed il Ferroviario Esporte Clube.

MANAUSLa posizione della città di Manaus costituisce senza dubbio una delle sue attrazioni più note-voli: la con� uenza dei � umi Negro e Solimões.

Le acque di colore scuro del primo e le acque fangose del secondo per oltre 18 chilometri, danno vita ad uno dei luoghi più maestosi del Rio delle Amazzoni.Da quando è stata abitata nel 1669, Manaus si è costantemente evoluta � no a diventare la capitale dello stato di Amazonas. Manaus è la dodicesima città più popolosa del Brasile, con poco più di due milioni di abitanti, ed è diven-tato una potenza economica nel corso del 20° secolo, dopo la costruzione del polo industria-le di Manaus.Il clima equatoriale di Manaus è un altro dei suoi tratti più interessanti, con una temperatu-ra media annuale di 28 º C, l’umidità dell’aria è di oltre l’80 %. Nella città ci sono due stagioni ben de� nite: quella delle piogge (da dicembre a maggio) e la cosiddetta stagione secca, tra giugno e novembre, quando le precipitazioni non sono così intense e le temperature posso-no raggiungere anche i 40 º C.Calcio. La città di Manaus è sede di molte squa-dre di calcio nello stato di Amazonas e, di con-seguenza, di rivalità varie. Il Nacional Futebol Clube detiene il record di titoli, ma nel corso degli ultimi anni il São Raimundo Esporte Clu-be ha guadagnato l’attenzione nazionale, con buone prestazioni in Copa do Brasil. Le altre contendenti tradizionali sono Atletico Rio Ne-gro Clube, Nacional Fast Club e l’America Fute-bol Clube.

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26 SPORT MANTOVA

RECIFERecife è la capitale dello stato di Pernambuco, nel nord-est del Brasile, e il centro della quar-ta area metropolitana più grande del paese. A causa della sua importanza economica per la regione, la città è spesso chiamata ‘la capi-tale del Nord-est’. La popolazione di Recife è aumentata notevolmente con l’arrivo degli olandesi nel nord-est del Brasile. Con il domi-nio della regione da parte della Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, Maurizio di Nassau, sbarcato a Recife nel 1637, ordinò la costruzione di canali, ponti e argini della allora chiamata Mauritsstad, che era la capitale del-le colonie olandesi nelle Americhe. Maurizio di Nassau termina il suo lavoro nel 1644, ma Recife ha ereditato il suo patrimonio architet-tonico che porta il soprannome de ‘la Venezia del Brasile’.Alcune delle spiagge più belle in giro per la capitale dello stato sono Boa Viagem e Porto de Galinhas, che si distingue tra le destinazioni turistiche del paese, situata a circa 70 chilome-tri da Recife. Tuttavia, a causa della presenza olandese e degli intrecci culturali diversi nella sua storia, oltre al clima tropicale e alle spiagge spettacolari, che sono comuni in tutta la costa nord-orientale del Brasile, la regione di Recife è

anche proli� ca di attributi storici, come il Forte Orange e la stessa città di Olinda, che è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNE-SCO, nel 1982.Calcio. Sarà di� cile trovare un’altra città del Brasile pazza per il calcio come Recife. E un compito altrettanto di� cile è determinare quale delle tre migliori squadre dello stato di Pernambuco possa contare su una base di fan più appassionati: Sport Club do Recife, Santa Cruz Futebol Clube o Clube Náutico Capiba-ribe. Tutte e tre le squadre hanno avuto mo-menti di gloria nel calcio brasiliano, anche se lo Sport vanta una leggera preminenza, grazie ai due titoli principali conquistati.

NATALLa capitale del Rio Grande do Norte ha regi-strato una crescita moderata � no al 20° secolo, quando le sue innumerevoli spiagge suggesti-ve e le sue dune di sabbia sono state circonda-te da strutture adeguate costruite per i turisti. La costruzione del Costeira Via – un grande viale costiero – nel 1980, fu una pietra miliare per lo sviluppo di Natal, che è oggi una delle mete preferite per gli stranieri che visitano il Brasile. Vengono per vedere meraviglie come Ponta Negra, Genipabu, Redinha, Pipa, Pirangi

e diverse altre spiagge spettacolari all’interno della città o proprio accanto ad essa. Natal è orgogliosamente nota come la Città del Sole, grazie al suo clima tropicale che fornisce una temperatura media annuale di 28 º C, e circa 300 giorni di sole all’anno. La sua posizione, più vicina all’Europa rispetto a qualsiasi altra città del continente americano, ha anche incentiva-to il turismo internazionale.Calcio. Le tre squadre principali della zona sono: l’Alecrim Futebol Clube e le eterni rivali, América Futebol Clube ed ABC Futebol Clube. Lo stadio di casa dell’ABC è la Maria Lamas, o stadio Farache, popolarmente conosciuto come il Frasqueirão, mentre sia l’America che Alecrim normalmente giocano le partite casa-linghe presso lo stadio João Machado, detto il Machadão.

CUIABÀCapitale dello stato del Mato Grosso, Cuiabá si trova esattamente nel centro geogra� co del Sud America, in posizione equidistante (2.000 chilometri) dagli oceani Atlantico e Paci� co. Fondata nel 1719, il suo centro conserva anco-ra numerosi edi� ci storici che sono stati dichia-rati patrimonio nazionale nel 1992.Per circa 250 anni, Cuiabá è stata tranquilla-

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27SPORT MANTOVA

mente una piccola città della regione centro-occidentale del Brasile. Lo scenario è cambiato rapidamente nel 20° secolo, quando il governo federale ha progettato un piano di espansione verso l’interno del paese, che ha portato strade di collegamento dal Mato Grosso agli stati di Goiás e San Paolo. In 30 anni, la popolazione è aumentata da circa 57.000 abitanti nel 1960 a 400.000 nel 1990. La vasta area di 3.538 chilo-metri quadrati di Cuiabá, ospita attualmente la casa di 544.737 persone. Cuiabá sorge in una posizione privilegiata per i turisti, in quanto si confronta con tre degli ecosistemi più impor-tanti e caratteristici del Brasile: le savane del Cerrado, le zone umide del Pantanal e l’Amaz-zonia. Con una presenza così massiccia di na-tura, non c’è da stupirsi, quindi, che Cuiabá sia stata soprannominata ‘Città verde’. Cuiabá è considerata la capitale della regione più calda del Brasile, con temperature superiori ai 40 º C durante l’estate.Calcio. Mixto Esporte Clube, da Cuiabá, è il club più importante all’interno dello stato del Mato Grosso con una delle basi più grandi di fan del-la regione centro-occidentale del Brasile. Lo stadio José Fragelli, noto anche come il Ver-dão (Big Green), è il tempio del calcio in Mato Grosso. La struttura ha 45.000 posti, costruita nel 1976, e ha ospitato quattro amichevoli del Brasile, la più recente è stata il 6-1 sull’Islanda nel marzo del 2002.

CURITIBALa città di Curitiba è uno dei migliori esempi di sviluppo economico e industriale e� ettuati con responsabilità e organizzazione. Da quando è stata dichiarata la capitale dello stato del Paraná nel 1853, la città è passata at-traverso diversi importanti progetti urbanistici, per evitare la crescita incontrollata e quindi è diventato un modello internazionale nel trat-tare questioni delicate come il trasporto e l’am-biente.Curitiba è la città più popolosa della regio-ne meridionale del Brasile, con 1,8 milioni di abitanti, e si trova proprio al centro di un’area

metropolitana la cui economia è la quarta in termini di contributo al prodotto nazionale lor-do del paese. Con tutto ciò, Curitiba conserva ancora le condizioni strutturali per o� rire un notevole benessere ed un’elevata qualità della vita ai suoi abitanti, grazie ai suoi innumerevoli parchi e ad un programma di alto pro� lo cul-turale.Calcio. Curitiba è sede di due club tradiziona-li del calcio brasiliano: Coritiba Football Club e l’Atlético Paranaense, che si incontrano per uno dei derby più interessanti del Paese, deno-minato l’Atletiba (il primo incontro tra le due squadre si disputò nel 1924).

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Stadio Maracanã - rio de JaneiroIl Maracanà è certamente lo stadio più famoso del Brasile. Seconda attrazione turistica più po-polare di Rio, il Maracanà continua ad attrarre gli appassionati di calcio di tutto il mondo. Una volta il più grande stadio del mondo, il Maraca-na ha 73.531 posti ed è il più grande campo di calcio del paese.Nel corso dei mondiali del  2014, ospiterà sette partite in tutto. Tra questi incontri, la finale del 13 luglio.

Rispettando il layout originale dello stadio, il progetto per la sua ristrutturazione compren-de la demolizione dell’anello inferiore di posti, la costruzione di un nuovo anello per offrire una migliore visibilità, l’espansione delle ram-pe di accesso e la sostituzione di tutti i posti a sedere. Lo stadio avrà anche un nuovo tetto completo di un sistema di raccolta delle acque piovane. La facciata, che è sotto tutela dell’Isti-tuto Nazionale del Patrimonio Storico e Artisti-co, rimarrà intatta.

Stadio Mineirão - Belo HorizonteUno dei luoghi più storici del  calcio brasilia-no: situato nel quartiere di Pampulha di Belo Horizonte è stato inaugurato il 5 dicembre del 1965. Lo Stadio Mineirão ha una  capacità di 57.483 posti e ha subito una revisione comple-ta prima di ospitare sei partite della Coppa del Mondo, tra cui la semi finale.Il progetto di modernizzazione include l’ab-bassamento della superficie del campo e mi-gliorie per l’accessibilità allo stadio.

Ecco le 12 arene in cui

si svolgeranno le gare

del torneo. Inaugurazione

a Brasilia, finale

al leggendario Maracanã

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29SPORT MANTOVA

ArenA PAntAnAl - CuiAbALo stadio di Cuiaba  sorge in una zona molto ricca di flora e fauna e non è una sorpresa che la sostenibilità sia il tema centrale della costru-zione e della manutenzione dell’Arena Pantal. Questo approccio sostenibile è stato applicato ad ogni dettaglio lungo la strada, con il legno utilizzato nella costruzione proveniente da fonti certificate e tutti i rifiuti prodotti vengono riciclati e riutilizzati nell’ambito del progetto di costruzione delle vie di accesso.

Qualità dell’aria e del suolo del sito sono inol-tre costantemente monitorati, tanto che lo sta-dio è soprannominato ‘ O Verdão ‘.Per la Coppa del Mondo del 2014, l’Arena Pan-tanal ospiterà quattro partite e ha una una ca-pacità di 42.968 posti.Questo stadio polivalente sarà anche una struttura adattabile ad altre manifestazioni una volta che i mondiali di calcio saranno ter-minati. L’arena coperta è infatti, il luogo ideale per ospitare una serie di eventi quali spettacoli, mostre e fiere.

StAdio CAStelAo – FortAlezAGli abitanti di Fortaleza hanno una forte pas-sione per il calcio, oltre a due grandi club della città, Ceara e Fortaleza. E sicuramente la passione crescerà con la ri-strutturazione del principale stadio di calcio della città, il Castelao. Costruito nel 1973 e ufficialmente conosciuto come il Estadio Go-vernador Placido Castelo, il Castelao è la patria di entrambe le squadre ed è stato interamen-te ristrutturato per ospitare partite della FIFA Confederations Cup Brasile 2013 e il 2014 FIFA World Cup Brazil.Oltre ad avere la capacità aumentata a 58.704 posti, lo stadio rinnovato vanterà un parcheg-gio sotterraneo con 1.900 posti, una zona VIP, centro media, e spogliatoi completamente rin-

novati. Inoltre, un nuovo tetto copre ora tutti i suoi livelli, compreso l’anello di bordo campo con i posti a sedere. L’accesso al Castelao è stata ampliato, con la creazione di quattro corsie esclusive, una linea di LRV e due stazioni della metropolitana, il che rende molto più facile per i tifosi di raggiunge-re lo stadio e l’intreno del complesso ospiterà ristoranti, cinema, un hotel e un centro olim-pico.

StAdio dAS dunAS – nAtAlDa quando è stato inaugurato nel 1972, l’Esta-dio Joao Claudio de Vasconcelos Machado  - meglio noto come Machadão - ha accolto i più grandi incontri di calcio di Natal.

In occasione del Mondiali 2014, lo stadio subi-rà una completa trasformazione. Verranno de-moliti sia il Machadão che il vicino palazzetto dello sport, noto come il Machadinho .Al loro posto ci sarà il nuovissimo  Stadio das Dunas che prende il nome dalle dune di sabbia che sono sia una delle principali attrazioni turi-stiche della regione Natal, sia dalla particolare

TuTTi gli STADiDel monDiAle

StADIO MINEIRÃO

StADIO CAStELAO

StADIO DAS DuNAS

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30 SPORT MANTOVA

forma architettonica che avrà la struttura dello stadio, che si ispira proprio alle dune.

ArenA PernAmbuco – recifeRecife è la patria di tre storici club brasiliani, Nautico, Santa Cruz e Sport.  L’arena Pernam-buco ospiterà cinque partite per i Mondiali di calcio 2014.L’Arena Pernambuco, comprendente anche ri-storanti, centri commerciali e cinema, si trova a São Lourenço da Mata nella zona metropolita-na di Recife, a soli 19 km di distanza dall’aero-porto internazionale di Guararapes.Il progetto è visto anche come una opportuni-tà economica per la continua espansione della Grande Recife, una zona che è considerata eco-nomicamente depressa. Con spazio per 42.849 spettatori e costruita grazie ad una partnership tra il settore pub-blico e privato, l’Arena Pernambuco ora ospita le partite del Nautico - a seguito dell’accordo raggiunto con il club nel mese di ottobre 2011.

ArenA fonte novA – SAlvAdorLa prima capitale nella storia del Brasile, Sal-vador accoglierà per la Coppa del Mondo, con uno stadio tutto nuovo, costruito apposita-mente con una capacità di 52.048 posti. La nuova arena ospiterà sei partite  ed è stata co-struita sul sito della Fonte Nova.Ufficialmente noto come il  Estadio Octavio Mangabeira, il Fonte Nova è stato inaugurato il 28 gennaio 1951 e ha ospitato per molti anni un derby tra il Salavador Esporte Clube Bahia e Esporte Clube Vitoria. E’ stato chiuso nel no-vembre 2007 demolito tre anni dopo. Lo sta-dio edificato al suo posto, l’Arena Fonte Nova, è stato modellato sul suo predecessore ed è coperto da un tetto in metallo. Frutto di una joint-venture tra pubblico e pri-vato, il complesso ospiterà un ristorante pano-ramico, un museo del calcio, parcheggi, nego-zi, alberghi e una sala da concerto.

StAdio nAcionAl - brASiliAL’imponente  Estadio Nacional Mane Garrin-cha  è un’arena con una capienza di 68.009 spettatori, ed è il secondo stadio più grande del Brasile. Lo Stadio vanta una nuova facciata, tetto in metallo e si distingue anche per un campo ribassato che permette vista libera da ogni sedile.Fondato sulla neutralità carbonica, riciclaggio e completo accesso con i mezzi pubblici, que-sto progetto di costruzione ecologica consoli-da lo status di Brasilia come leader mondiale nella progettazione urbana sostenibile.L’Estadio Nacional ha ospitato la partita inau-gurale della FIFA Confederations Cup Brasile 2013 e sette partite della Coppa del Mondo.Arena da Baixada - CuritibaDa quando i lavori di ristrutturazione sono sta-ti completati nel giugno 1999, lo storico Stadio Joaquim Américo - meglio conosciuto come l’Arena da Baixada  - è stato considerato uno degli stadi più moderni e meglio attrezzati del Brasile. Prima di accogliere i Mondiali 2014, tuttavia, lo stadio sarà sottoposto ad un’altra serie di lavo-ri di ristrutturazione. Inclusi in questo processo sono una serie di miglioramenti nelle strutture e l’aggiunta di file di sedili supplementari in parallelo al ter-reno di gioco. Questo si tradurrà in un aumento della capa-cità di 40.000 posti, con lo stadio pronto per accogliere quattro partite della Coppa del Mondo.

StAdio beirA-rio - Porto AlegreSituato in un paesaggio da cartolina, su terreni bonificati sulle rive del fiume Guaiba, lo stadio Beira-Rio è la casa dell’Internacional, rivali sto-rici dei loro vicini del Porto Alegre Gremio.  Lo Stadio Beira-Rio è il  più grande campo di calcio nel sud del Brasile ed è soprannominato il “Gigante di Beira-Rio”.

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31SPORT MANTOVA

Lo stadio è ufficialmente conosciuto come sta-dio José Pinheiro Borda ed è stato inaugurato nel 1969. Ci sono voluti voluti quasi dieci anni per costruirlo, grazie anche al contributo dei tifosi dell’Inter che hanno donato mattoni, ce-mento e ferro.La caratteristica principale del progetto è l’installazione di un tetto in metallo innovati-

vo per coprire gli stand, rampe e aree tornello. Il progetto di costruzione è stato suddiviso in diverse fasi, con l’idea di consentire il suo uso continuato durante la sua ristrutturazione, al

termine della quale il Beira-Rio avrà una capa-cità di 50.287 posti.

ArenA de SAo PAulo Dei tre grandi club a San Paolo, l’unico che in precedenza non possedeva uno stadio con le dimensioni e le infrastrutture necessarie per i giochi era lo  Sport Club Corinthians Pauli-sta. Con l’arena de Sao Paulo un sogno diventa realtà. I lavori dello stadio sono tenuti a dare impul-so allo sviluppo della zona orientale, che è una delle aree più svantaggiate di San Paolo e sede di quasi quattro milioni di persone, oltre a garantire lavoro a centinaia di lavoratori. Un totale di quasi 6.000 persone saranno impiega-te direttamente o indirettamente, nel corso del processo di costruzione. L’Arena de Sao Paulo è stato scelto per ospitare la partita inaugurale di Brasile 2014 e accoglie-rà anche altri cinque incontri, tra cui una semi- finale.

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32 SPORT MANTOVA

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AZZURRI LA TECNOLOGIA IL NOSTRO TOP PLAYERUna nazionale senza stelle punta sulla forza del gruppo e su una preparazione� sica curata nei minimi dettagli, con il supporto delle migliori tecnologie

Dopo la stagione deludente di Balotelli, l’infor-tunio di Giuseppe Rossi, l’anagrafe dei campio-ni del mondo Pirlo e Bu� on, si preannuncia una nazionale senza grandi stelle del panorama internazionale. Per questo lo sta� degli azzur-ri sta curando la preparazione ai mondiali nei minimi dettagli sapendo che spesso ai massi-mi livelli sono i particolari a fare la di� erenza.Demetrio Albertini  presidente del Club Ita-lia  nonché capo delegazione degli azzurri ha spiegato tutti gli accorgimenti presi per prepa-rare la spedizione.

Tutto è nato dalla � nale persa contro la  Spa-gna agli Europei dove l’Italia arrivò con i gioca-tori esausti e stremati. Ora la federazione non vuole che questo avvenga ancora e si lavora per ottimizzare il recupero tra un incontro e l’altro. A Coverciano sono numerose le novità a partire dalle telecamere sui campi di allena-mento che permettono ai calciatori di rivedere i propri errori, il  Gps  posto su ogni calciatore che permette di monitorare costantemente la velocità di corsa e gli spostamenti.Inoltre è stato siglato dall’Italia un accordo con

il politecnico di Milano per dei sensori che mi-surano la forza di ogni singolo calciatore ed è stata creata un’App apposta per l’Italia a cui far con� uire tutti i pro� li degli avversari. Sono stati introdotti inoltre i Test Tmg, che identi� cano la “fatica focale” e un’analisi del battito cardiaco grazie all’istituto di Biotecnica.Si è parlato inoltre molto della casetta Manaus, una palestra dotata di tapis roulant e cyclette dove sono state ricreate le condizioni climati-che di Manaus, città che accoglierà l’Italia nel Nordest del Brasile.

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33SPORT MANTOVA

Cesare Prandelli ha scelto i 23 azzurri che partiranno per la spedizione sudamericana. Esclu-sione forzata per lo sfortunatissimo Montolivo che ha subito la frattura della tibia nell’ami-chevole di Londra contro l’Irlanda. Per scelta tecnica invece il ct lascia a casa Destro e a sor-presa Rossi, aprendo un dibattito che rischia di avere qualche strascico. Ranocchia chiamato come riserva qualora Paletta o Barzagli non dovessero recuperare dai loro acciacchi.

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Dopo tante parole è arrivata anche la � rma. Contratto di altri due anni, � no agli Europei del 2016. Cesare Prandelli non è discussione dun-que, quale che sia il risultato della nazionale in questi mondiali brasiliani in cui non parte con i favori del pronostico. Un’operazione che testi-monia certo il feeling, mai in discussione, tra la federazione e il tecnico, ma anche la volontà di lanciare un messaggio di massima serenità al gruppo in partenza per il Brasile. Non è un caso che la � rma sia arrivata proprio a Cover-ciano durante il ritiro con il ct che ha ironizzato sul suo ritardo in sala: “Il ritardo con cui stiamo cominciando è dovuto al fatto che stavamo � rmando questo contratto”. “Da settembre – ha proseguito – potremo parlare in manie-ra particolareggiata di progetti e programmi. Come abbiamo detto, c’era la disponibilità già due mesi fa e due mesi è il tempo necessario per formulare un contratto che non è partico-larmente di� cile ma la Federazione ha voluto coinvolgermi anche dal punto di vista dei dirit-ti d’immagine”.

PRANDELLI: C’è IL RINNOVO

Il CT resteràsulla panchina dell’Italiaanche dopo il mondiale

PORTIERI: Bu� on - Perin - SiriguDIFENSORI: Abate - Barzagli - Bonucci - Chiellini - Darmian - De Sciglio - PalettaCENTROCAMPISTI: Aquilani - Candreva - De Rossi - Marchisio - Parolo - Pirlo Thiago Motta - VerrattiATTACCANTI: Balotelli - Cassano - Cerci - Immobile - Insigne

CESARE PRANDELLI

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34 SPORT MANTOVA

Belo HorizonteEstadio Mineirao

BRASILIAEstadio Nacional

CuiabaArena Pantanal

CurtibaArena Da Baixasa

FortalezaEstadio Castelaio

MonausArena Amazonia

NatalEstadio das Dunas

Porto AlegreEstadio Beira-Rio

RecifeArena Pernambuco

Rio de JaneiroEstadio do Maracana

SalvadorArena Fonte Nova

San PauloArena de Sao Paulo

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L’urna certamente non ha sorriso agli uomini di Prandelli che dovranno presentarsi al mondiale già al massimo della forma per uscire indenni dalle di� cili prime tre s� de. Analizziamo uno a uno gli otto gironi sorteggiati provando a capi-re quali sono quelli più di� cili. Fare un prono-stico non è semplice ma provare a indovinare quali saranno le squadre che staccheranno il bi-glietto per gli ottavi è un esercizio sicuramente divertente. Altrettanto interessante è dare uno sguardo al tabellone per capire quali potrebbe-ro essere le s� de dagli ottavi di � nale in poi.

GRUPPO A BrasileCroaziaMessicoCamerunIl girone dei padroni di casa, tra i favoritissimi al trionfo � nale, non è semplicissimo. La pri-ma partita del Mondiale sarà proprio quella tra  Brasile  e Croazia che dovrà rinunciare a Mandzukic nei primi due appuntamenti, que-sta potrebbe essere una buona notizia per i verdeoro che poi a� ronteranno il Messico

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38 SPORT MANTOVA

prima di chiudere con il Camerun. Dando per scontato il passaggio del turno dei brasiliani, la lotta per il secondo posto sarà più accesa che mai. Il Messico è sempre competitivo quando si presenta all’appuntamento mondiale, il Ca-merun sta rinascendo superando il periodo non fortunato attraversato negli ultimi anni, per questo la Croazia non avrà vita facile. La lotta per il secondo posto sarà molto equilibra-ta e il turno potrebbe passarlo chiunque.

Gruppo B SpagnaolandaCileAustraliaÈ senza dubbio il girone più complicato del Mondiale, dentro ci sono i  campioni e i vice campioni del Mondo  che automaticamente saranno anche i favoriti per un posto negli ottavi di finale. Ma attenzione alle altre due, il Cile sta attraversando un ottimo momento, forse il migliore della sua storia, la generazione di questi anni sta facendo dimenticare i tempi d’oro di Salas e Zamorano. L’Australia è sicuramente un avversario ab-bordabile, ma il calcio a quelle latitudini sta prendendo piede e il passaggio del turno non sarebbe una novità per i Canguri, che nel 2006 incrociarono agli ottavi di finale proprio l’Ita-lia, la partita fu decisa da un contestato rigore guadagnato da Grosso e trasformato da Totti nei minuti finali.

Gruppo C ColombiaGreciaCosta d’AvorioGiapponeIl Gruppo C sarà sicuramente molto equilibra-to, la testa di serie è la Colombia squadra rive-lazione in Sud America, i  Cafeteros  possono contare sui gol di un campione assoluto come Radamel Falcao e potrebbero essere la sorpre-

sa migliore in Brasile. La Grecia la conosciamo tutti, storicamente è molto competitiva in Eu-ropa ma nella competizione iridata ha sempre mostrato limiti evidenti rimediando figure non proprio eccelse, ma si tratta comunque di una formazione ostica, difficile da superare. La Co-sta d’Avorio è forse la più forte tra le africane, mentre il Giappone di Alberto Zaccheroni è sicuramente la nazionale più quotata nel con-tinente asiatico, i nipponici non a caso sono i campioni d’Asia in carica.

Gruppo D uruguayCosta ricaInghilterraItaliaDel girone dell’Italia  ne abbiamo già parla-to  come uno dei più duri, dove la lotta per le prime due piazze utili per il passaggio del turno sarà serratissima. La Costa Rica sembra destinata a essere la vittima sacrificale, mentre Uruguay e Inghilterra daranno sicuramente filo da torcere agli Azzurri di Cesare Prandelli. Sulla carta gli ottavi sono alla nostra portata ma tutto dipenderà ovviamente dagli scontri diretti, un passo falso con buona probabilità potrebbe essere fatale. A rendere più difficile il tutto ci sono le sedi degli incontri, lontane tra loro, si giocherà anche in piena Amazzonia, la prima partita con gli inglesi sarà infatti a Ma-naus.

Gruppo E SvizzeraEcuadorFranciaHondurasEcco invece uno dei raggruppamenti meno av-vincenti. La testa di serie era la Svizzera, forse la meno forte del mazzo, con le ci è finita la Fran-cia che a rigor di ranking Fifa sarebbe dovuta finire al posto dell’Italia nell’urna 2 e quindi avrebbe dovuto trovare un girone molto più

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39SPORT MANTOVA

to più impegnativo. Polemiche a parte, il desti-no di questo Gruppo E sembra scritto, le due europee dovrebbero avere vita facile, di sicuro non sarà un avversario pericoloso l’Honduras, qualche problema potrebbe crearlo l’Ecuador, ma il divario teorico è comunque molto alto e non andare agli ottavi sarebbe un grandissimo fallimento per elvetici e francesi.

GRUPPO F ArgentinaBosnia HerzegovinaIranNigeriaAnche Messi e compagni possono dirsi abba-stanza fortunati, il girone dell’Albiceleste non è tra quelli più duri. Ci sarà l’esordiente Bosnia-Herzegovina, forse la più debole tra le euro-pee che sbarcheranno in Brasile. La Nigeria potrebbe creare qualche grattacapo in più, stiamo parlando dei campioni d’Africa in cari-ca, una squadra che all’inizio degli anni 2000 si era totalmente smarrita, ma oggi è tornata a fare paura grazie ad un gruppo di giocatori di ottimo livello, molti dei quali militano in club europei di prima fascia. L’Iran si dovrà invece accontentare di un ruolo da comparsa.

GRUPPO G GermaniaPortogalloGhanaUSAInsieme al Gruppo B il girone dei tedeschi è quello più equilibrato e competitivo. Sulla stra-da della squadra di Loew ci sarà infatti il Por-togallo di Cristiano Ronaldo, sono queste due nazionali le favorite al passaggio del turno ma se la dovranno vedere con Ghana e USA. En-trambe facevano parte del girone dell’Italia ai Mondiali del 2006 e da un po’ di anni dimostra-no di aver raggiunto un livello assolutamente rispettabile, se una delle due riuscisse a fare lo

sgambetto a una delle big allora si potrebbero aprire scenari sorprendenti.

GRUPPO H BelgioAlgeriaRussiaCorea del SudChiudiamo con l’ultimo raggruppamento, quello del Belgio testa di serie, squadra di cui tutti parlano molto bene e che forse mai è sta-to così forte nella sua storia. E sono stati anche fortunati perché avranno grandi possibilità di arrivare agli ottavi. C’è anche la Russia di Fabio Capello, anche per il ct italiano l’urna non è sta-ta certo sfavorevole, i russi con i belgi appaiono favoriti ma c’è sempre la mina vagante rappre-sentata dalla Corea del Sud. Un gradino più in basso l’Algeria che ha raggiunto i Mondiali fa-ticando non poco contro il Burkina Faso e che anche in Brasile avrà le sue di� coltà contro le tre avversarie che le ha riservato il sorteggio.

La parte più interessante del tabellone è si-curamente quella alta dove c’è il Brasile, ma anche i campioni del mondo della Spagna e i vice campioni dell’Olanda, senza dimenticare l’Italia di Prandelli. I verdeoro si troveranno su-bito di fronte una tra Spagna e Olanda, se per assurdo la squadra di Del Bosque non dovreb-be vincere il girone andrebbe infatti ad a� ron-tare i padroni di casa. Gli Azzurrri se arrivano secondi potrebbero dover giocare al Maraca-na con la Colombia che potremmo ipotizzare come prima nel Gruppo C, vincendo il girone invece i nostri potrebbero avere un ottavo fa-cile, ma poi si potrebbero trovare di fronte ai quarti il Brasile o la Spagna. Nella parte bassa del tabellone gli ottavi potrebbero regalarci un’a� ascinante Argentina - Francia, mentre la Germania e il Portogallo quali� candosi avreb-bero di fronte Belgio e Russia. Ma sono tutti discorsi ipotetici, il campo puntualmente sarà bravo a smentire ogni pronostico.

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40 SPORT MANTOVA

Brazuca, che signi� ca “brasiliano“, è il nome scelto, tramite una votazio-ne avvenuta nel settembre del 2012, del pallone u� ciale dei Mondiali di Calcio 2014. Il design di Brazuca è ispirato ai colori, alla passione e alle tradizioni brasiliane, infatti la gra� ca dei pannelli simboleggia i braccia-letti portafortuna di� usi in Brasile e ri� ettono l’allegria e il divertimento che indubbiamente caratterizzano questo Paese.Adidas lo ha presentato, al Parque Lade di Rio de Janeiro, proiettando sui muri del palazzo uno spettacolo unico fatto di luci sgargianti e im-magini in 3D, facendo ripercorrere agli spettatori (tra cui Seedorf, Bel-lucci, Edmundo, e altri) tutta la storia dei palloni utilizzati nei Mondiali precedenti, � no ad oggi.Come per i vecchi palloni, anche Brazuca è stato sottoposto a dei test per oltre due anni, preso a calci da 600 giocatori, tra cui Messi e Zidane, 30 squadre in tutto il mondo, tra cui Milan e Bayer Monaco. La tecno-logia utilizzata per la camera d’aria e la carcassa di Brazuca rispecchia le stesse caratteristiche di Tango 12, pallone utilizzato durante i cam-pionati Europei 2012, Cafusa (Confederations Cup 2013) e del pallone u� ciale della Champions League.La vera novità sta nella simmetria, Brazuca, infatti è formato da sei pan-nelli identici e la diversa struttura della super� cie garantisce grip miglio-re, quindi miglior stabilità, aerodinamica e miglior controllo in campo.

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41SPORT MANTOVA

La mascotte dei prossimi mondiali di calcio ha un nome, il simpatico armadillo “portafortuna” di Brasile 2014 si chiama Fuleco. A scegliere il nome sono stati i tifosi che l’hanno votato sul sito internet della Fifa: Fuleco ha raccolto  1,7 milioni di preferenze pari al 48%, battendo la  concorrenza di “Zuzeco” (31%) e “Amijubi”

(21%). Come spiega la Fifa, il signi� cato del nome è una fusione delle componenti princi-pali che la competizione promuove, nascendo dall’unione di “futebol” ed “ecologia”. Sul sito della Fifa c’è un’intera sezione dedicata alla mascotte brasiliana. L’armadillo, della spe-cie “Tatu-bola”, ha la capacità di ripiegarsi su se’

stesso trasformandosi in un pallone (azzurro come il colore del cielo, delle acque chiare del Brasile e del suo mare pieno di vita). Fuleco è nato il primo gennaio del 2000, quando si gio-cheranno i mondiali avrà 14 anni, e, fedele alla tradizione calcistica verdeoro, ha per idoli Pelè e Ronaldo.

FULECO IL NOME DELLA MASCOTTE DI BRASILE 2014

I tifosi hanno scelto il nome dell’amadillo portafortuna

del Mondiale di calcio brasiliano votandolo sul sito u� ciale della Fifa.

Fuleco ha 12 anni, i suoi idoli sono Pelè e Ronaldo

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42 SPORT MANTOVA

I Mondiali 2014 sono sempre più vicini, e giu-stamente ci si inizia a chiedere, oltre  a che ora si giocheranno le partite, come si potran-no seguire le avventure degli uomini di Pran-

delli  e di tutte le altre nazionali impegnate. Non bisogna farsi illusioni: per vedere tutte le partite in programma, bisognerà essere ab-bonati alla pay-tv, in particolare a Sky. Fortu-

natamente, le partite degli  azzurri  saranno visibili in chiaro sui canali  Rai. L’emittente di stato infatti ha acquisito i diritti per trasmet-tere in diretta 25 partite su 64.

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Come detto, la Rai manderà in onda tutte le partite dell’Italia più un’altra partita al giorno.Il canale che sarà dedicato interamente ai  Mondiali 2014  sarà  Rai Sport 1, cana-le 57 del digitale terrestre.

IL MONDIALE IN CHIAROLa Rai ha comunicato il programma relativo alla copertura dei Mondiali di Calcio 2014, che si terranno in Brasile dal 12 Giugno al 13 Lu-glio. Le partite trasmesse in chiaro saranno in tutto 25, e comprenderanno tutto il girone di quali� cazione dell’Italia, oltre alle fasi � nali. Le partite saranno tutte trasmesse sia su Rai Uno, sia su Rai HD, ovviamente in alta de� nizione.La programmazione RAI comprenderà, ov-viamente, uno spazio decisamente nutrito per programmi di approfondimento, e  sa-ranno inoltre proposte le sintesi delle parti-re trasmesse in diretta da Sky  (che dispone dell’esclusiva sulla trasmissione di tutti gli in-contri).

SKY, PER NON PERDERE NEANCHEUN MINUTO DI GIOCOI grandi appassionati di calcio, invece,  con Sky potranno vivere le emozioni di tutte e 64 le gare di Brasile 2014, di cui 39 in esclusiva e con la qualità dell’Alta De� nizione. La piatta-forma satellitare, attraverso i canali Sky Sport HD, o� rirà ai propri abbonati una full immer-sion calcistica di 32 giorni, tra gare in diretta e repliche, programmi di approfondimento e gli ormai immancabili plus di Diretta Gol e del mosaico interattivo.

LE PARTITE IN TV• Giovedì 12/6/2014 ore 22.00 Gruppo A: Brasile vs Croazia 

• Venerdì 13/6/2014 ore 21.00Gruppo B: Spagna vs Olanda

• Sabato 14/6/2014 ore 24.00 GRUPPO D: INGHILTERRA VS ITALIA

• Domenica 15/6/2014 ore 21.00Gruppo E: Francia vs Honduras

• Lunedì 16/6/2014 ore 18.00 Gruppo G: Germania vs Portogallo

• Martedì 17/6/2014 ore 21.00Gruppo A: Brasile vs Messico 

• Mercoledì 18/6/2014 ore 21.00Gruppo B: Spagna vs Cile 

• Giovedì 19/6/2014 ore 21.00Gruppo B: Uruguay vs Inghilterra

• Venerdì 20/6/2014 ore 18.00Gruppo D: Italia vs Costarica

• Sabato 21/6/2014 ore 21.00Gruppo G: Germania vs Ghana

• Domenica 22/6/2014 ore 18.00Gruppo H: Belgio vs Russia

• Lunedì 23/6/2014 ore 22.00Gruppo A: Camerun vs Brasile

• Martedi 24/6/2014 ore 18.00Gruppo D: Italia vs Uruguay

• Mercoledi 25/6/2014 ore 22.00Gruppo D: Ecuador vs Francia 

• Giovedì 26/6/2014 ore 22.00Gruppo H: Algeria vs Russia 

• Sabato 28/6/2014 ore 22.00Ottavo di Finale: 1°C vs 2°D 

• Domenica 29/6/2014 ore 22.00Ottavo di Finale: 1°D vs 2°C 

• Lunedì 30/6/2014 ore 22.00Ottavo di Finale: 1°G vs 2°H 

• Martedì 01/7/2014 ore 22.00Ottavo di Finale: 1°H vs 2°G 

• Venerdì 04/7/2014 ore 22.00Quarto di Finale: Vincente 1°E/2°Fvs Vincente 1°G/ 2°H 

• Sabato 05/7/2014 ore 22.00Quarto di Finale: Vincente 1°A/ 2°Bvs Vincente 1°C/2°D 

• Martedì 08/7/2014 ore 22.00Prima Semi� nale 

• Mercoledì 09/7/2014 ore 22.00Seconda Semi� nale 

• Sabato 12/7/2014 ore 22.00Finale 3°- 4° Posto 

• DOMENICA 13/7/2014 ORE 21.00FINALE 1°- 2° POSTO

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Chi vincerà il mondiale? Quali squadre supere-ranno la fase a gironi? Chi sarà il capocanno-niere del torneo? Ad ogni appassionato di cal-cio la sua personalissima previsione, che solo il campo potrà avverare o smentire. Ma se vi sentite insuperabili nell’arte di anticipare l’esito degli eventi sportivi, con ogni probabilità siete anche appassionati di scommesse.

Le quote dei bookmakers per Brasile 2014 pre-miano le favorite di sempre, vediamo di chi si tratta.

CHI PASSARA’ I GIRONI?GIRONE A Per le agenzie di scommesse nes-sun dubbio per il passaggio del turno del Brasi-

le, quotato tra 1.20 e 1.30; per il secondo posto, la Croazia è leggermente favorita sul Messico, mentre sono poche le speranze del Camerun.

GIRONE B. Nel girone B la grande favorita è la Spagna (data a 1.80), seguita dall’Olanda (3,25) e dal Cile (tra il 4.50 e il 5.50); quote altissime per l’Australia.

E TU SU CHI SCOMMETTI?Brasile, Argentina e Germania le favoriteche “pagano” meno. Outsider l’Italia di Prandelli

Il mondiale nelle profezie dei bookmakers

NEYMAR, SARÀ LUI IL CAPOCANNONIERE?

LIONEL MESSI - ARGENTINA BALOTELLI LA SPERANZA AZZURRA

CRISTIANO RONALDO REDUCE DA UNA GRANDE STAGIONE CHE GLI È VALSA IL PALLONE D’ORO È UNO DEI GRANDI FAVORITI PER IL TITOLO DI CAPOCANNONIERE

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45SPORT MANTOVA

GIRONE C. Nel girone senza grandissime squadre regna l’incertezza: la favorita è la Co-lombia (1.80), seguita dalla Costa d’Avorio (4.50-5.50) e dal Giappone (5.50-6.00); chiude la Grecia, data anche a 10.00.

GIRONE D. Nel girone dell’Italia, gli azzurri sono di poco favoriti sulle avversarie (2.60); dietro agli uomini di Prandelli si colloca l’Uru-guay (2.90) e l’Inghilterra (3.25). Quote alte per Costa Rica.

GIRONE E. Strafavorita la Francia (1.80), segui-ta dalla Svizzera (3.25-4), poi l’Ecuador (4.50-5.50) e l’Honduras.

GIRONE F. La grande favorita del girone F è l’Argentina (1.20); Bosnia Erzegovina e Nigeria hanno poche chance di arrivare prime (quote tra 7.50 e 10), mentre l’Iran sembra fuori dai giochi (50.00).

GIRONE G. La favorita del gruppo G è la Ger-mania (1.80), seguita dal portogallo (3.75); per Ghana e Stati Uniti quote tra il 10.00 e il 13.00.

GIRONE H. Anche il girone H è molto incerto: il Belgio è favorito per la vittoria � nale (1.65), ma occhio alla Russia (3.00); Più distanti Corea del Sud (10.00) e Algeria (25.00).

CHI SARA’IL CAPOCANNONIERE?I grandi favoriti (tutti pagati a 13 volte la quota scommessa) sono Cristiano Ronaldo del Porto-gallo, Lionel Messi dell’Argentina e Neymar del Brasile, che avrà anche il sostegno del pubblico e si è già messo in luce alla Confederations Cup dell’anno scorso.Attenzione però ai 4 vincitori dell’edizione 2010 in Sud Africa: se Diego Forlan e David Vil-la non sono ancora sicuri della convocazione,

Thomas Muller della Germania e Wesley Snei-jder dell’Olanda potrebbero essere giocatori su cui puntare.Ci sono anche numerosi giocatori che, pur non partendo con il favore del pronostico, potreb-bero rivelarsi una sorpresa: calciatori del cali-bro di Higuain, dell’uruguaiano Cavani, di Ben-zema, del duo del Manchester United Rooney e Van Persie, e di molti altri. La speranza rimane quella di vedere uno dei nostri azzurri esultare più volte in Brasile: pun-tare su Balotelli è così una pazzia?

CHI ARRIVERA’ FINO IN FONDO?Incrociando le quote di tre fra le più importanti agenzie di scommesse restano pochi dubbi: la grande favorita per alzare la coppa è il Brasile padrone di casa. A seguire Argentina o Ger-mania, lontana l’Italia che paga piuttosto bene e quindi potrebbe risultare una puntata non solo da tifosi.

Snai Le favorite per la vittoria � nale del Mondiali 2014 sono: Brasile 4.00, Argenti-na 6.50, Germania 7.00, Spagna 8.50, Bel-gio 15.00, Italia, Francia e Colombia 20.00, Uruguay 25.00, Olanda e Inghilterra 30.00, Portogallo 35.00, Cile 40.00 e Russia 60.00.

William Hill La favorita è il Brasile 4.00, poi seguono Argentina 6.50, Ger-mania 8.00, Belgio 15.00, Francia 21.00, Colombia 23.00, Italia 26.00, Olanda e Uru-guay 29.00 e Inghilterra 34.00.

Sisal matchpoint I padroni di casa sono sempre favoriti a 4.00, poi Ar-genina 6.00, Germania e Spagna 7.50, Belgio e Italia 16.00, Francia 20.00, Colom-bia, Olanda e Uruguay 25.00 e Inghilterra 33.00.

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Figlio d’arte del mitico Gennaro, Francesco Borriello è uno dei più talentuosi arbitri di serie B. Non a caso ha già debuttato nella massima serie. A soli 33 anni, per il talento di Sarginesco, l’obiettivo dichiarato è entrare a far parte del gruppo dei migliori arbitri d’Italia.Borriello, perché ha scelto di fare l’arbitro?“Sono sempre stato appassionato di calcio, ma come giocatore non ero un granché. Vedere mio padre arbitrare ai massimi livelli certamen-te ha influito e mi sono chiesto sono potesse essere anche la mia strada”.Chi tiferà ai mondiali?“Ai mondiali farò il tifo per Rizzoli, il direttore di gara che rappresenta l’Italia. Il mio sogno purtroppo però non si potrà avverare: Italia in finale con arbitro Rizzoli. Purtroppo se gli az-zurri andranno avanti Rizzoli tornerà a casa e viceversa”.Chi è l’arbitro presente ai mondiali che ritie-ne più forte?“Il giudizio a questo livello diventa molto per-sonale, sono tutti preparatissimi. Diciamo che il migliore sarà quello che saprà sbagliare meno, il che dipende molto anche dalla difficoltà della partita. Vi faccio un esempio: se guidate su un rettilineo è difficile che possiate andare fuori strada, in una strada piena di curve è più facile. Così, in una partita con dieci episodi da rigore è più facile che ci sia un errore del diret-tore di gara rispetto ad una partita senza con-tatti in area”.È vero che ci sono stili diversi nel modo di arbitrare che dipendono dalla nazionalità?“Il modo di arbitrare non dipende dall’arbitro

ma dai giocatori. Ogni arbitro quando vede un fallo fischia. In Spagna e in Inghilterra sono i giocatori a non fare fallo non gli arbitri a non fischiare. Per la stessa ragione finiscono con molti più falli le partite a livello di dilettanti che non in serie A”.Quali sono le squadre favorite?“Credo che le favorite siano Brasile, Spagna, Ar-gentina, Germania. Le solite che arrivano quasi sempre fino in fondo. Io, che se non sono un tifoso, mi auguro che l’Italia possa fare bene,

anche se ci sono avversari davvero forti. E mi auguro che vincano davvero i migliori e non i più fortunati”.Quanto cambia vedere la partita dal campo e da fuori?“Sono due partite diverse. Quando le vedo da fuori mi viene naturale guardare l’arbitro, come si posiziona, come si relaziona con i gio-catori: c’è sempre molto da imparare. In campo è molto diverso. Anzitutto la visuale è una sola, e non venti come in televisione. Noi

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arbitri siamo obbligati a rivedere in tv le par-tite che dirigiamo. Rivedendomi mi è capitato spesso di chiedermi come avessi fatto a non vedere un certo episodio. Ma è molto sempli-ce: se mi passa davanti un giocatore e dietro avviene un fallo, per quanto netto, io non lo posso vedere”.Quanto hanno aiutato gli addizionali in questo senso?“Per noi sono stati davvero una manna dal cielo. È evidente che più occhi ci sono e più è difficile sbagliare”.Cosa pensa quindi della moviola in campo?“Se è fatta per aiutarci, ovviamente, ben ven-ga. Se deve diventare un ulteriore oggetto di polemiche meglio lasciar perdere”.Come sempre una questione di cultura: solo nel calcio l’arbitro è così al centro delle polemiche.“Negli altri sport c’è una cultura diversa, non c’è dubbio. Però c’è anche una ragione tecnica per cui arbitrare il calcio è così difficile. Pren-diamo il rugby, sport straordinario per corret-tezza e spirito sportivo. Lì i contatti fisici sono autorizzati, per quanto duri. Poi prendiamo il basket: il contatto non è autorizzato, l’arbitro li punisce quasi tutti. Il calcio è una via di mezzo invece. Non basta il contatto perché sia fallo, lo si deve interpretare per capire se ha creato un danno a chi lo ha subito. Per questo la di-screzionalità è maggiore. Resta il fatto che nel calcio l’errore non viene ammesso, il che è di nuovo un problema culturale e non tecnico”.Com’è la vita dell’arbitro ai massimi livelli?“Ci alleniamo ogni giorno, solo dopo la gara abbiamo un giorno di riposo. Ogni due setti-mane siamo a Coverciano per uno stage con quiz tecnici e test atletici. Se non li superiamo ci mandano a casa. Si tratta di tre giorni di stu-dio profondo tra regolamenti e filmati, con particolare attenzione a tutti gli errori che ab-biamo commesso. Il giovedì mattina escono le designazioni e si organizzano le trasferte con gli assistenti. Il giorno prima della gara dob-

biamo essere nella città che ospita l’incontro, due ore prima allo stadio. Prima di arrivare allo stadio si fa un briefing con gli assistenti per preparare la partita”.Studiate il comportamento dei diversi cal-ciatori?“Più conosci i giocatori più è facile, non nel senso che parti prevenuto, ma perché puoi anticipare alcune mosse. Faccio un esempio: quando c’era Ronaldo si sapeva che la sua ca-ratteristica era la grande velocità. Il direttore di gara cercava di muoversi prima per anticipar-lo”.Qual è il suo obiettivo sportivo?“Entrare a far parte degli arbitri di serie A, gli internazionali sono uno step successivo. Il so-gno nel cassetto è arbitrare un derby di Roma

per l’atmosfera straordinaria che si crea allo stadio”.Come si viene promossi alla categoria su-periore?“Ogni domenica siamo seguiti da osservatori, spesso ex arbitri, che ci valutano. Alla fine della stagione quelli con i voti più alti salgono, quelli con i voti più bassi retrocedono”.Il Mantova ha raggiunto soffrendo la C uni-ca. Può fare bene la prossima stagione?“Più che i singoli sarà decisiva l’organizzazio-ne, a questo livello. Sarà un campionato molto duro, ma per il Mantova la C unica è già una bella piazza”.Cosa fa quando non arbitra?“Ho una trattoria a Sarginesco, dove vivo. È sempre stato l’altro sogno della mia vita”.

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Castiglionedue stagioni uniche (nel bene e nel male)

Una matricola terribile, capitata forse nel perio-do meno fortunato per le matricole: solo così si può descrivere la parabola del Castiglione, che ha saputo stupire tutti – in primis gli sportivi mantovani – nella stagione 2012-13, per poi andare incontro, nella stagione successiva, a una retrocessione carica di sfortuna. Un prima-to però non potrà mai essere tolto agli aloisiani, ovvero quello di essere stati la prima squadra della provincia di Mantova a classificarsi prima del Mantova al termine di un campionato: noni i biancorossi, ottavi i rossoblù, i quali avevano menato la danza per lunga parte del campio-

nato, forti di una difesa che, guidata dall’ex-capitano del Mantova Mattia Notari, risulterà la meno battuta del torneo con appena 29 gol subiti. Purtroppo un attacco meno brillante rispetto ad altre compagini risulterà il punto debole di una squadra che dal primo posto sci-volerà più indietro, dando l’addio all’ipotesi di playoff dopo un derby perso contro il Mantova per 1-0. Ma in quella stagione saranno proprio i derby a rappresentare il momento più fulgido dell’an-nata, con un 2-0 al “Lusetti” in campionato e addirittura un 1-0 al “Martelli” in Coppa Italia.

Di diverso sapore questa stagione, aperta da un 1-4 rimediato in casa contro il Real Vicenza, e con la prima vittoria che arriva solo alla dodi-cesima giornata a Rimini. Un campionato difficile, in cui gli aloisiani han-no espugnato il campo di casa solo alla sesta giornata di ritorno, riuscendo poi a vincervi solo un’altra volta: arriva così la retrocessione ma anche qualche soddisfazione come il dop-pio successo sul Rimini e la vittoria per 2-1 al “Mazza” contro la Spal, e con il rammarico che, se ci fosse stato un pizzico di fortuna, questa retrocessione poteva essere evitata. (nic)

Calcio

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In serie D ma con tanta soddisfazione per ave-re regalato a Castiglione e ai castiglionesi due stagioni comunque indimenticabili: Ernesto Valerio, direttore generale dei rossoblù alosia-ni, commenta con noi una stagione sfortunata ma che non può – e aggiungiamo non deve – fare passare in secondo piano ciò che di buono questa squadra e questa società hanno costruito.Una retrocessione fa sempre male, ma il Ca-stiglione ha ben poco da rimproverarsi…“Confermo. Avevamo messo in conto che po-tessimo anche retrocedere ma abbiamo fatto tutto il possibile per onorare il campionato e raggiungere la “C” unica. Non è successo e ci dispiace, ma ci sono tante cose positive che abbiamo costruito.Analizzare questa stagione dimenticando la precedente ci farebbe peccare di incom-pletezza: possiamo parlare di una lunga in-dimenticabile stagione?“Assolutamente sì: Castiglione in questi due anni, al di là dei risultati, ha dimostrato di pote-re stare con onore tra i professionisti, confron-tandosi con società più blasonate e ottenendo il plauso di tutti gli addetti ai lavori. Abbiamo valorizzato giovani che l’anno prossimo gio-cheranno in Lega Pro e migliorato uno stadio che non ha nulla da invidiare a quello di altre piazze.”

Si poteva comunque fare qualcosa di più? Il Castiglione non è sembrato inferiore a mol-te squadre…“Non ci piace tirare in ballo la sfortuna, ma quando perdi un’infinità di partite per 1-0 o 2-1 è il segno che ti manca anche quel pizzi-co di buona sorte necessario per fare bene. Lo scorso anno tutto girava per il verso giusto, in questa stagione è andato tutto storto, sporti-vamente parlando, ma non vuole essere una giustificazione.”Di queste due annate cosa ricorda con più piacere?“Da sportivo i successi nel derby contro il Mantova e quelli in casa di Venezia e Spal – quest’ultimo di fronte a 3500 spettatori. Come dirigente i complimenti degli addetti ai lavori che abbiamo raccolto un po’ ovunque.”Tra le dolenti note mettiamo un pubblico che poteva essere più numeroso, anche se quello che c’è stato vi è rimasto fedele ovunque.“Forse qualche tifoso occasionale è stato per-so qua e là a causa dei risultati non positivi ma sono convinto che ne recupereremo altri in una serie D che si preannuncia molto com-petitiva e con tanti match interessanti. Detto questo un grazie a tutti i tifosi che ci hanno seguito con passione, e ovunque.”Quando una squadra che è salita così velo-

cemente, va incontro ad uno stop si teme sempre il contraccolpo: come cercherete di evitarlo?“La storicità di alcune cadute verticali è fuori discussione, ma altrettanto vera è l’unicità del modello-Castiglione. Siamo consapevoli che il prossimo anno ci attende una D molto difficile e quindi non facciamo nessun tipo di procla-ma, ma stiamo lavorando per fare un campio-nato all’altezza.”Nel frattempo patron Zilia va in anno sab-batico. Che novità sono previste all’oriz-zonte?“Il Presidente si è preso una pausa necessaria dopo anni ad altissimo livello ma ha costruito uno staff preparato e di cui ha grandissima fi-ducia. Ripeto: il modello-Castiglione ha pochi eguali nel panorama calcistico.”

Nicola Antonietti

Ernesto VALERIODirettore generale dei rossoblù

ERNESto VALERIo

RIPRoVIAMoCI, StRISCIoNE tIFoSI CAStIgLIoNE uLtIMA gIoRNAtA

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Calcio

Salvezza doveva essere, e salvezza è stata, ma che fatica: La Castellana, partita benissimo, si è poi smarrita in corso di stagione e solo nel fi-nale ha trovato l’abbrivio giusto per portare a casa la permanenza in serie D. Per il decimo anno consecutivo, con grande gioia di tifosi, dirigenza e del presidente Sergio Pezzini, che abbiamo sentito a margine di que-sta stagione.

Presidente, tutto è bene quel che finisce bene, anche stavolta obiettivo salvezza rag-giunto…“A dire il vero non pensavamo di affrontare tut-ti questi patemi, ma il bello – ribadisco, il bello – del calcio è che non è una scienza esatta, e che per quanto tu possa programmare non sai mai quello che può succedere. La squadra si è un po’ persa ma si è poi ritrovata nel finale.”

Una stagione con prestazioni di alta qualità alternate ad altre di incom-prensibile “black-out”.“Era solo un proble-ma di testa, anche perché abbiamo battuto formazioni blasonate come il Piacenza perdendo con altre che sono poi retrocesse. In

più la rosa poco “ampia” non ci lasciava molti margini in caso di infortunio. Bravi comunque i ragazzi, il mister Cogliandro e il preparatore atletico, verso i quali avevamo e abbiamo la massima fiducia.”Che serie D si aspetta il prossimo anno, data la novità della “C” unica?“Staremo a vedere cosa faranno le altre socie-tà. Per quanto ci riguarda faremo sempre passi commisurati alle nostre gambe cercando di prenderci anche qualche soddisfazione. Se poi ci saranno tante piazze importanti da affronta-re ben vengano, per noi sono solo soddisfazio-ne e stimoli in più.” Nicola Antonietti

Dopo un campionato fattosi improvvisamen-te più sofferto del previsto, l’Asola è riuscita nell’impresa di centrare la salvezza. Al playout, più sofferta ma forse anche più bella, dopo una stagione che ha riservato ai ragazzi di mi-ster Franzini tanti complimenti ma pochi punti, come ci conferma il presidente Massimo TozzoPresidente, qualche patema di troppo ma possiamo parlare di salvezza meritata?“Direi proprio di sì, anche perché se è vero che il girone di ritorno è stato sicuramente tribola-to, nella prima parte del campionato avevamo fatto benissimo. Poi sono subentrati alcuni

problemi e nonostante tante ottime prestazio-ni ci siamo ritrovati a lottare per non retrocede-re: bello ricevere i complimenti ma poi i punti li intascavano i nostri avversari, anche se poi i ragazzi hanno conquistato la salvezza con un playout eccezionale per gioco e carattere.”Cosa non ha funzionato invece, visto che l’Asola ha comunque un organico all’altezza della categoria?“Più che qualcosa che non ha funzionato, direi che c’è stata una serie di eventi che non ci han-no aiutato. Eravamo a dire il vero con pochi ri-cambi in attacco, e sappiamo benissimo quan-

to sia importante segnare, al di là di non prenderle. Poi qualche infortunio ci ha ulteriormen-te danneggiato e un pizzico di ine-sperienza si è fatta sentire.”Ora siete rimasti l’unica mantova-na in Eccellenza: orgoglio, pressio-ne o tutte e due?“Pressione, finchè

sarò io presidente dell’Asola, non ce ne sarà: facciamo quello che possiamo fare, se va bene siamo tutti contenti, se non otterremo risultati in proporzione pazienza. Orgoglio invece tan-tissimo, anche se ci spiace per la retrocessione della Governolese, ma faremo il massimo per tenere alta la bandiera di questa provincia nel campionato di Eccellenza.”Che Asola dobbiamo attenderci per il pros-simo anno?“Non ci saranno stravolgimenti, bensì una ocu-lata gestione di tutta la macchina in continuità con quanto fatto finora. Avremo un po’ di espe-rienza in più da mettere in campo, e la consa-pevolezza che, quando la vittoria non vuole arrivare, anche un punticino fa sempre bene.”(nic)

CASTELLANA, salva per il decimo anno di fila

ASOLA, orgoglio “d’eccellenza”

Intervista al patron biancazzurro Sergio Pezzini

Dopo la salvezza la gioia di patron Massimo Tozzo

SErGIO PEzzINI

LA rOSA AL COMPLETO DELLA CASTELLANA

LA FOrMAzIONE DELL’ASOLA

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Dopo tante stagioni ricche di soddisfazioni è arrivato lo stop per la Governolese, che dopo un solo campionato di Eccellenza retrocede malinconicamente in Promozione. Ma i rosso-blù, che non ha caso vengono chiamati “i Pirati del Mincio”, non hanno nessuna intenzione di piangersi addosso e hanno una gran voglia di ripartire, come ci conferma patron Marzio

Guernieri.Una stagione iniziata male, proseguita peg-gio e conclusa con la retrocessione. C’è qual-cosa in particolare che rivedrebbe se potes-se tornare indietro?“Quando si retrocede si sono sempre commessi degli errori, ma parlarne ora non serve e non ci riporterebbe in Eccellenza; perciò è molto più

GOVERNOLESE: retrocessi ma non sconfi ttiIl presidente Marzio Guernieri pensa già al futuro

LA FORMAZIONE DELLE GOVERNOLESE

importante guardare avanti e cercare, come sto facendo, di rinsaldare il gruppo storico di persone che vogliono bene alla Governolese. Abbiamo un nuovo mister, e presto ci saranno altre novità.”Cosa si può salvare di questa stagione come base per ripartire?“In questa stagione abbiamo avuto diversi giocatori, che costituiscono lo “zoccolo duro” della squadra, che hanno reso alla grande, ci sono dei giovani molto bravi che arrivano dalla juniores. La retrocessione c’è stata e ci ha dato dispiacere, ma non ha assolutamente spento la nostra voglia di fare e di puntare a un campio-nato più che dignitoso.” A livello societario sono attese importanti novità?“No. Tutti i consiglieri restano al loro posto, ab-biamo un nuovo vicepresidente – Fabio Bron-zatti – mentre il direttore generale Davide Fon-tanesi è passato al settore giovanile.”Cosa si sente di dire ai tifosi, che non vi han-no mai abbandonato?“Nell’ultima giornata di campionato, quando ho visto e sentito i tifosi applaudire e incitare i ragazzi nonostante la retrocessione, mi sono commosso: abbiamo un pubblico stupendo, degno della Lega Pro, e che tante altre squadre ci invidiano. È anche per loro che ci impegnere-mo al massimo per mettere in campo una Go-vernolese all’altezza del paese che la ospita, dei suoi colori e dell’amore della sua gente.”

(nic)

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Della Dimamica Generale Mantova che ha stupito tutti in questa stagione è il “presiden-tissimo”, appassionato di basket e tifosissimo della squadra: Adriano Negri, patron della Pal-lacanestro Mantovana, passa in rassegna con noi una stagione che, al di là di come si con-cluderà, resterà a lungo negli annali dello sport mantovano.Presidente, dalla retrocessione dello scorso

anno, poi cancellata, al sogno promozione di questa stagione. Un po’ sorpreso sarà an-che lei, al di là di ogni ottimismo…“Onestamente sì, perché quando ci siamo at-trezzati per affrontare la nuova stagione pen-savamo ad una salvezza tranquilla e un posto nei playoff ci sembrava un traguardo ambizio-sissimo. E invece sono arrivati il secondo posto, i playoff e prestazioni di altissimo livello. Una

Coach, dopo un inizio terribile la Dinamica ha saputo ritrovarsi e inanellare una se-quenza impressionante di vittorie. Quale è stato, secondo lei, il punto di svolta della stagione?“Seguo sempre attentamente il corso delle partite perché le partite raccontano tante cose al di là della prestazione e del risultato; e credo che la svolta della stagione sia stata Treviglio: in quella trasferta vidi e compresi fino in fondo che avevo un gruppo speciale e anche se dopo arrivarono altre sconfitte e qualche momento difficile, da quel momento ebbi la certezza che alla fine avremmo mostrato tutto il nostro va-lore.”Come è riuscito a non perdere mai la sua calma anche nei momenti più bui?

“Chi mi conosce sa che sono così e non riuscirei a comportarmi diversamente. In più ero consa-pevole di avere a che fare con grandi professio-nisti e veri uomini e che il lavoro avrebbe dato i suoi frutti solo dopo qualche tempo.”Poi la stagione ha preso una piega diversa, e per lei è anche arrivata la soddisfazione di guidare una delle due rappresentative per l’All Star Game…“Una grande soddisfazione che voglio dividere con i ragazzi, la società e i tifosi: l’All Star Game è stato un grande momento di sport, in cui chi è venuto ha potuto gustare l’essenza più pura del basket senza la paura del risultato. Ci siamo divertiti e abbiamo divertito il pubblico, e poi vedere il PalaBam pieno in ogni ordine di posto non ha prezzo…”

Dinamica:una stagione da incorniciare

Basket

Intervista all’allenatore della Dinamica Generale Mantova“TAKE IT EASY”: QUESTO È ALBERTO MOREA

sorpresa, ovviamente positiva.”Con questa stagione si sono poste basi soli-de per il futuro della squadra?“Secondo me è ancora presto per dirlo: è in-dubbio che abbiamo “seminato” bene e abbia-mo già raggiunto l’obiettivo di sensibilizzare il territorio sulla nostra volontà di fare crescere il basket nel mantovano. Ma sicuramente la stra-da da fare è ancora lunga.”Nel frattempo il successo dell’All Star Game è sulla bocca di tutti: Mantova nuova “ba-sket city”?“Me lo auguro di cuore, anche perché a Manto-va vi sono tanti ragazzi che fanno attività. Il no-stro compito è valorizzare questo patrimonio, coinvolgendo al massimo anche le altre socie-tà e tutti gli attori interessati affinchè cresca il livello qualitativo dei praticanti con positivi ef-fetti per tutto il movimento.”Indipendentemente da come andrà la sta-gione che giudizio dà a staff, squadra e al-lenatore?“È un mese ormai che ringrazio tutti ma non è esagerazione, quanto l’espressione della mia felicità per avere visto costituirsi un gruppo di persone che lavorano tutte nella medesima di-rezione. Non è facile gestire una squadra in un campionato del genere, ma con questo grup-po è stato reso più semplice anche quello che sembrava complicato.”Che novità dobbiamo attenderci per il pros-simo anno?“Un po’ prematuro dirlo adesso ma di idee ne abbiamo tante. Ci piacerebbe organizzare an-cora l’All Star Game, oppure un torneo interna-zionale giovanile; di sicuro non staremo fermi e proseguiremo questo bellissimo progetto.”

Nicola Antonietti

AlBErTO MOrEA

ADrIANO NEGrI IN MEzzO AI SUOI GIOCATOrI

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Una squadra di vertice nasce anche da un at-tento lavoro nella stanza dei bottoni…“Un attento lavoro dei vertici della società ha portato alla creazione di un roster che nel cor-so della stagione ha espresso il proprio valore e potenziale, raggiungendo buoni risultati. Il lavoro del Presidente,  dei suoi collaboratori e dello staff tecnico è stato importante nella scel-ta del giocatori giusti collocati al posto giusto.”La formula di questo campionato ha esalta-to ancora di più l’equilibrio tra le squadre in campo a vantaggio dello spettacolo?“La formula del campionato ha condotto ben 9 squadre ai playoff, 8 in silver e una in gold, con

la qualificazione alla post season e la salvezza in forse fino all’ultima giornata, segnale dell’eleva-to equilibrio. La qualità dei giocatori in campo nelle squadre di gold e silver è stata sotto gli oc-chi di tutti, pubblico e addetti ai lavori, con buo-ni dati di pubblico a conferma dello spettacolo che le società sono state in grado di offrire”.Questa Dinamica punta a diventare la squa-dra di tutti i mantovani. Quali altre iniziative

avete in cantiere?“Mantova ha dimostrato di avere un interesse nel basket davvero sostanzioso, soprattutto nelle fasce più giovani di praticanti che sono un numero considerevole sia in città che in pro-vincia. L’auspicio è che le nostre gare interne diventino un momento di confronto e incontro tra le varie realtà, organizzando anche attività collaterali dedicate soprattutto ai giovanissimi

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Infatti lei ha sottolineato l’importanza del pubblico: cosa prova a vedere il PalaBam sempre più pieno ed entusiasta?“Chi non c’è non può saperlo: è come vedere un concerto dal vivo anziché in tv. Un pala-sport vivo e vissuto ti entra dentro, è da vedere

e sentire pienamente, è una soddisfazione che non ha eguali, e non tanto per gli applausi che puoi ricevere, quanto per la gioia della condivi-sione che esso comporta.”La stagione deve ancora concludersi, ma lo chiediamo lo stesso: dove vuole arrivare Al-

berto Morea con questa Dinamica?“Io credo che sia bello non porsi mai limiti e cercare sempre di migliorarsi, ma mi sto anche godendo questa bellissima avventura: intanto finiamo questa meravigliosa stagione e poi pensiamo al prossimo traguardo.”

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Con Luca Pignatti è uno dei due membri “sto-rici” della Dinamica che centrò una doppia promozione approdando in Adecco Silver. Da quest’anno è pure capitano aggiungendo una grande esperienza alla consueta combattività che sa mettere in campo, in grado di galvaniz-zare i compagni, intimorire gli avversari ed esal-tare il pubblico. In due parole, ecco Jordan Losi:Jordan, la stagione non si è ancora conclusa ma verrà ricordata come una delle più belle nella storia della Dinamica. Che voto dai a questa annata?“I voti si danno alla fine, ma il giudizio comples-sivo può essere solo: molto bene! Abbiamo sa-puto restare uniti nonostante i tanti infortuni del girone di andata e così quando siamo stati al completo abbiamo raccolto i frutti.”

E a te che giudizio dai in questa stagione che per la prima volta ti ha visto con i gallo-ni di capitano?“Sono stato onorato di sentirmi ancora di più responsabile nei confronti del gruppo. Credo di aver fatto un buon lavoro, ma nessun capi-tano è un grande capitano senza grandi com-pagni.”C’è stato un momento in cui sembrava tutto compromesso?“No. Questo è un ritornello che gira perché per la gente che osserva da fuori è normale vincere le partite. Ci sono stati indubbiamente anche dei momenti difficili che il gruppo ha sempre affrontato con grande maturità.”Quale è il segreto di questa squadra che ora sembra davvero impermeabile a qualun-

que sollecitazione negativa?“Credo che i valori umani di questi ragazzi sia-no la qualità principale. Tutti vedono le schiac-ciate, le triple, gli assist...ma pochi sanno quan-ti incitamenti,quanti aiuti una vera squadra sa darsi. E noi questo lo abbiamo sempre fatto.”Un tuo messaggio ai tifosi, visto che non manchi mai di incitarli durante le partite…“Il messaggio è facile: venite al Palabam a ve-derci giocare. Quest’anno per le partite che restano, e l’anno prossimo per quelle che ver-ranno. La crescita di questa società nel pano-rama cestistico italiano passa molto attraverso la grande affluenza di pubblico al palazzetto. E un’ultima cosa: Forza Stings!”

(nic)

JORDAN LOSI, “CAPITANO, O MIO CAPITANO”

tifosi degli Stings”.Quanto può incidere, in proiezione futura, il successo organizzativo dell’All Star Game?“A detta di tutti è stato l’evento sportivo più im-portante di Mantova e noi siamo felici di aver potuto offrire uno spettacolo unico alle società della provincia e delle regioni vicine. L’entusia-smo riscontrato durante l’All Star Game, in par-te minore, è stato quello visto anche nei playoff,

con tanti nuovi appassionati che si sono avvici-nati alla pallacanestro ed alla Dinamica Genera-le. L’obiettivo della società, nel futuro prossimo, è sicuramente quello di ripetere un evento così particolare”.E nel frattempo lei incassa anche il titolo di miglior General Manager della stagione. Che soddisfazione si prova?“Un premio che va più alla società stessa, soli-

da e strutturata, che alla singola persona. Non posso nascondere che aver organizzato l’All Star Game e aver concluso la stagione regolare al secondo posto, con l’accesso ai playoff, sono già una gratificazione di assoluto valore. Rin-grazio la società per l’occasione che mi è stata data, sperando di aver ripagato la fiducia dimo-strata nei miei confronti”.

(nic)

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Un bis carico di significati: il successo di Gior-dano Mozzi e della moglie Stefania Biacca nella XXXII° edizione della Mille Miglia storica non è solo il prestigioso riconoscimento alle qualità di una coppia che da anni è protagonista della più celebre competizione di regolarità storica; per Giordano e Stefania è stato un viaggio da sogno inseguendo il mito per eccellenza della velocità, ovvero il mantovano Tazio Nuvolari, anch’egli vincitore della corsa (quando era de-stinata alle velocità) per due volte a distanza di tre anni da un successo all’altro.Mozzi, vincere la Mille Miglia è un’emozione unica. E ripetersi?“Emozione doppiamente unica. Io e Stefania tenevamo moltissimo a questa edizione, e ci piaceva l’idea di ripercorrere – senza confon-dere il Mito con la carriera di due semplici pi-loti come noi – quella che era stata l’impresa di Tazio Nuvolari. Per me, mantovano e cresciuto

con la leggenda del grande “Nivola”, una soddi-sfazione immensa.”La Mille Miglia è un grandissimo evento me-diatico e di spettacolo. Dal punto sportivo che difficoltà comporta?“Prima di tutto tanta stanchezza perché si corre per 15-16 ore su macchine che, qualora siano del periodo anteguerra e scoperte richiedono anche molta resistenza per essere manovrate. A ciò occorre aggiungere che, quando par-liamo di gare di regolarità, la concentrazione deve essere massima perchè basta sbagliare i tempi anche solo di pochissimo e la gara può risultare compromessa. In sostanza una gara di regolarità le cui difficoltà già significative ven-gono amplificate dalle caratteristiche tecniche delle vetture, che non hanno e non possono avere le comodità della modernità”Con sua moglie il feeling è eccellente: non poteva trovare un coéquipier migliore…

“Vero. Ci sono piloti che fanno a meno di un na-vigatore “attivo” e fanno tutto da soli facendosi accompagnare da un passeggero, ma con Ste-fania non è così: lei è senza dubbio uno dei tre miglior navigatori al mondo, e non sono solo io a dirlo, bravissima in ogni tipo di competizione e in grado di trasmettere al pilota quella neces-saria sicurezza che gli consente di rendere al massimo.”Come giudica questa edizione, al di là del suo successo?“Una “Mille Miglia” con novità importanti, che ci ha permesso di attraversare luoghi che non avevamo mai visitato prima, e con una parte tecnico-sportiva di grande interesse e con no-tevoli difficoltà. In più avere introdotto il quar-to giorno di gara è stata un’altra idea ben pen-sata dall’organizzazione e che è piaciuta molto al pubblico.”Pubblico sempre numerosissimo. Cosa ren-de affascinante questa corsa?“Al di là del fatto che è un marchio che si ven-de da solo, “Mille Miglia” è: percorsi stupendi, emozionanti per chiunque; una presenza di auto che hanno fatto la storia che non si vede altrove e il calore di un pubblico straordinario.”Giordano Mozzi: dopo la seconda vittoria si sente più pilota o più imprenditore?“Entrambi. La vittoria ci ha dato notorietà ma io e Stefania rimaniamo gli stessi di sempre, anche se con tanta soddisfazione in più e sicu-ramente arricchiti come piloti ma soprattutto come persone.”Tenterà il tris l’anno prossimo?“Certamente. Io mi sto godendo il successo di questa edizione, ma chi mi conosce sa che sto già pensando a quella del 2015…”

Nicola Antonietti

Giordano Mozzi1000 Miglia

Emozioni uniche in una gara unica. Mi godo il successo

ma penso già al 2015

L’imprenditore mantovano vince

per la seconda volta, in coppia

con la moglie, la celebre corsa

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PALLAVOLO MANTOVANA annata da dimenticare

Volley

Due retrocessioni, e tre campionati piuttosto grigi. C’è da porre rimedio

Una stagione in chiaroscuro, con comunque pochissima luce e tante, tantissime delusioni. Se il basket virgiliano sta vivendo (per ora di luce riflessa) un grande momento grazie alle imprese della Dinamica Generale Mantova, la

pallavolo sta attraversando un momento dav-vero negativo: lontanissimi (e ci mancherebbe altro) i fasti del Virgilio Gabbiano, sono comun-que ancora ben distanti sia la A2 del Top Team che (nel volley femminile) della Pallavolo Volta

e la stagione 2013-14 andrà in archivio come una delle più grigie nella storia mantovana di questo sport. Due retrocesse, due salve per un soffio, e una che è annegata dopo un buon inizio in un campionato senza infamia e senza

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PALLAVOLO MANTOVANA annata da dimenticare

lode: e stiamo parlando di B2. Partiamo dal Via-dana che, dopo un inizio a dir poco prometten-te (cinque successi consecutivi e complessiva-mente sette vittorie nelle prime otto giornate), è andata incontro a ben otto rovesci consecuti-vi – di cui solo uno al tie-break – ed è progres-sivamente affondata in una mediocrità che di aureo non aveva un bel niente mentre era foriera di parecchie delusioni: un vero peccato perché la formazione viadanese ha mostrato di avere ottime qualità e forse, con qualche pic-colo aggiustamento, si può pensare in grande.

Tira un sospiro di sollievo il Top Team Volley che solo all’ultima giornata, perdendo al tie-break proprio contro Viadana e conquistando un punticino, raggiunge una salvezza che non sembrava a rischio ma lo era diventata nel cor-so del campionato. Per la squadra che aveva fatto sognare per un po’ i mantovani in A2 un brusco ridimensionamento che va avanti da parecchio tempo; retrocede la Pallavolo Man-tova di patron Carlo Negri, autrice di alcune pregevoli prestazioni ma che non si è mai sol-levata dai quartieri bassi della classifica. In B2

femminile salvezza senza molto altro da “salva-re” per il Volta e retrocessione scontata ma con qualche buono spunto per Curtatone. Il volley mantovano ha evidentemente bisogno di una scossa, il numero di praticanti e appassionati è ancora alto, forse occorrerebbe un aiutino per fare sì che questo patrimonio umano, atletico e tecnico non rimanga troppo in naftalina. Si parla di qualche “grande manovra” di una delle squadre succitate per il prossimo anno, ma al momento siamo ancora nel campo delle ipo-tesi. (nic)

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Stagione soddisfacente, obiettivo minimo centrato, ma si poteva fare di più: Antonio Za-nichelli, direttore generale del Rugby Viadana commenta con noi l’annata 2013-14 che ha visto i gialloneri arrivare ai playoff ma dopo parecchie delusioni incontrate sul loro cammi-no. Il futuro riserverà importanti cambiamenti a livello societario, ma nel frattempo, insieme a Zanichelli, passiamo in rassegna questa an-nata.La stagione, al momento di andare in stam-pa, non si è ancora conclusa però un bilan-cio può essere tracciato: che stagione è sta-ta per Viadana?“Una stagione segnata da tanti alti e bassi, e purtroppo i “bassi” sono stati parecchio delu-denti; più in generale non c’è stata né conti-nuità di risultati né di prestazioni, ma al con-tempo abbiamo centrato i playoff che erano il nostro obiettivo. Per cui, pur potendo parlare di “bicchiere mezzo pieno”, la metà del bic-chiere che è piena ci ha dato qualche impor-tante soddisfazione.”Ultima stagione per Rowland Phillips, un uomo che ha dato molto al Viadana…“Senza dubbio: quattro anni a Viadana, di cui due con l’esperienza Aironi, e tante cose buo-ne lasciate in questo club. Credo che Rowland lasci Viadana con un bilancio che per lui è da considerare comunque molto positivo.”

La semifinale con il Calvisano ha visto la presenza di un pubblico molto numeroso. Un entusiasmo che ripaga dopo una sta-gione che vi ha costretto ad ingoiare anche qualche boccone amaro?“I tifosi, e lo dico con soddisfazione, non ci hanno mai abbandonato, neanche nei mo-menti più bui della stagione, sostenendoci sempre con grande entusiasmo. Il numeroso pubblico della semifinale con Calvisano è sta-to un ulteriore motivo di soddisfazione.”Peccato la sfortuna che ha privato Viadana di tanti giocatori di mischia nel momento clou della stagione…“La sfortuna non arriva mai da sola, specie se parliamo di infortuni, ed è un vero peccato non avere potuto affrontare Calvisano ad or-ganico pieno o quasi. La stagione è stata mol-to logorante e quando arrivi al finale c’è sem-pre il rischio di fare i conti con infortuni che si rivelano molto pesanti.Va rivista la formula del campionato?“Diciamo che può essere migliorata, maga-ri premiando di più chi – come noi lo scorso anno e come Calvisano in questo – è stato più costante per tutta l’annata. Però, piuttosto che soluzioni pasticciate è me-glio tenerci questa formula che è sostanzial-mente molto equa.”

Nicola Antonietti

RUGBY VIADANA,stagione in “chiaroscuro”

Cinque domande per il dg Antonio Zanichelli

Rugby

LIPPeRLey e RobeRtSon

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Tamburello: più che uno sport tout court, una cultura e uno stile di vita. Che nell’Alto Manto-vano ha sempre avuto grande tradizione e che quest’anno sta conoscendo un vero e proprio boom, con ben sei squadre in serie A di cui tre – Castellaro, Medole e Solferino – che lottano nei primi posti. E chi meglio di Emilio Crosa-to, mantovano (di Castellaro Lagusello), e dal 1977 presidente della Federazione Italiana Pal-la Tamburello può spiegare questo momento così felice?Più che al presidente federale qua ci rivolgia-mo al mantovano innamorato del tamburello: cosa si prova a vedere tre squadre della no-stra provincia che dominano il campiona-to dopo anni di Callianetto interrotti solo dall’exploit del Medole?“Una soddisfazione immensa, perché Mantova è attualmente il baricentro del tamburello ita-liano, e non per caso. Tutte e sei le squadre si sono rinforzate al massimo delle loro possibilità

– alcune, come Medole e Castellaro attingendo a giocatori provenienti proprio dal Callianetto – dimostrando di avere una base societaria mol-to forte. Ma, del resto, il tamburello in questi paesi non è solo uno sport, ma un elemento di forte identificazione culturale.”Questo buon momento potrebbe tradursi in un periodo più o meno lungo di soddisfa-zioni per i club virgiliani?“Sicuramente, soprattutto se ci saranno impor-tanti soddisfazioni sportive quest’anno sia a li-vello di campionato che di Coppa Italia. Il fatto che un successo si traduca in un trampolino per competizioni europee può scatenare una emulazione che non può che far bene al movi-mento tamburellistico mantovano.”L’Alto Mantovano ha ospitato di recente i mondiali di tamburello indoor: mai prima d’ora Mantova era stata teatro di un mon-diale di sport di squadra. Che benefici ef-fetti potrà avere questa manifestazione sul

movimento tamburellistico?“Il tamburello indoor ha molte potenzialità per diventare uno sport di successo su larga scala. Questi mondiali sono stati un bel momento or-ganizzativo e una grande vetrina che non può che fare bene anche al tamburello open.”Che cosa si può fare per far sì che dall’Alto Mantovano la pratica di questo sport inco-raggi la formazione di altre società nel resto della provincia?“Si tratta di uno degli obiettivi che ci siamo proposti da sempre. Il tamburello è il quarto sport più praticato nelle scuole di ogni ordine e grado con ben 100mila ragazzi. Quello che occorre fare è non disperdere il patrimonio di talenti che si possono trovare in un materiale umano così abbondante e indirizzarli verso so-cietà sportive. Ma per fare questo, oltre al no-stro lavoro, occorrebbe un maggiore sostegno da parte del Coni.”

nic

MANTOVAcapitale del Tamburello

Tamburello

Intervista al presidente federale Emilio Crosato

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