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Rassegna Economica del PolesineRassegna Economica del Polesine

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Attualità

Editoriale ...........................................................................................3

Intervista a Pizzo ................................................................................4

Il repertorio delle aziende polesane .......................................................5

Bilanci più uniformi ( le regole XBRL per la paragonabilità dei dati

economici) .........................................................................................6

Intervento finanziario straordinario per l’economia polesana ....................7

NO alle estrazioni in Adriatico ...............................................................8

Il bilancio di previsione 2009: le linee portanti e i dati più significativi .......9

Innovazione:la posta certificata per le imprese diventa obbligo ...............10

Polesine e Delta finalmente nella guida Touring .....................................11

“Credito e imprenditoria femminile: quale futuro ?”, 10 dicembre 2008.....12

La comunicazione unica: una tappa verso la semplificazione per le imprese

.......................................................................................................13

Al via le operazioni di rinnovo del Consiglio camerale .............................14

Il Salone del grano: un progetto lo fa risorgere .....................................15

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l contesto economico in cui si è svolto il mandato che sta per concludersi è stato caratterizzato da un quadro di sostanziale stagnazione che, dopo l’avvento della crisi finanziaria che ha

investito il sistema finanziario mondiale, è sfociata in una gravissi­ma recessione.

INei cinque anni trascorsi l’economia ha accusato notevoli

difficoltà, particolarmente accentuate nei primi mesi del 2005, tan­to che allora si parlò di emergenza occupazionale.

Solo due sono stati i momenti di vivacità, il primo alla fine del 2005 e il secondo nel terzo trimestre del 2007, che si prolungò nel 2008, fino all’avvento della fase recessiva, in atto dall’autunno scorso.

Gli indicatori di cui disponiamo attestano che la recessione ha colpito l’economia polesana in maniera pesante, anche se più contenuta rispetto al Veneto e ad altre aree d'Italia.

Questo non significa che la crisi non abbia avuto, come con­tinua ad avere, pesanti ripercussioni sul territorio, ma nonostante ciò l’economia polesana non appare a rischio di cedimenti struttu­rali.L’eccezionalità della crisi, la più grave da molti anni, ci ha convinti che occorreva mettere mano ad un intervento straordinario, ade­guato alla gravità della situazione e specifico per l’area polesana.Da qui la costituzione del Fondo che, con una dotazione di 1,5 mi­lioni di euro, consentirà l’erogazione di crediti per un ammontare di 30 milioni di euro, assistiti da garanzie al 70 % fornite dai consorzi fidi.E’ questo un risultato straordinario ottenuto grazie a un gioco di squadra tra pubblico e privato, reso possibile dall’impegno che ha accomunato Istituzioni, categorie produttive, banche e consorzi fidi.Il Fondo è divenuto operativo proprio in questi giorni, con l’adesio­ne della maggior parte delle banche e dei confidi operanti in Polesi­ne.Esso non è uno strumento per la sopravvivenza delle imprese, in specie di quelle marginali: esso è stato concepito per traghettare le aziende fuori dalla crisi, perché questa è la prospettiva con la quale occorre operare.Dalla crisi non si esce da soli, ma tutti assieme! Il Polesine ha molte carte da giocare e molte opportunità da sfrut­tare, grazie alle potenzialità del suo territorio e alle occasioni che deve saper cogliere.La Camera di Commercio ha programmato di avviare già da que­st’anno iniziative per contribuire alla redazione di un nuovo Proget­to strategico di sviluppo, che dovrà coinvolgere le rappresentanze economiche e sociali, le agenzie di sviluppo, gli enti operativi e le Istituzioni.Occorre fare presto, perché solo con scelte chiare e appropriate, gli imprenditori potranno guardare con rinnovata fiducia al futuro e in­vestire in Polesine.

Edit oria le

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Intervista a Gianpietro Pizzo, presidente ASCOM

Il commercio è spesso guar­dato con oc­

chio critico, se non ad­dirittura con diffidenza, perché gli si imputa di creare un costo per i consumatori che è su­periore al servizio for­nito: che cosa si può dire al riguardo?

1)

Il commercio esiste da quando esistono gli uomini, come da allora esiste la critica conte­nuta nella domanda. Il prezzo di vendita di qualsiasi prodotto è dato dalla sommatoria del costo di acquisto iniziale cui si devono aggiungere i costi ge­nerali di gestione, degli ammortamenti e, tenu­to conto del gravame fiscale, di un margine necessario alla fami­glia dell'imprenditore ed al futuro dell'azien­da stessa.La somma così ottenu­ta viene posta al vaglio dell'accettazione del consumatore e della concorrenza: quest'ul­tima è la miglior garan­zia per il cliente finale è sarà più efficace quanto più la distribu­zione potrà essere arti­

colata.

2) Ritiene che il settore commerciale sia adat­to a esprimere suffi­cientemente le poten­zialità delle piccole e medie imprese?

Non vi è dubbio che, in una condizione di buo­na salute dell'econo­mia, anche il commer­cio possa prosperare.Al contrario, quando l'artigianato non tira e l'agricoltura ha il fiato­ne è del tutto evidente come anche il com­mercio non possa go­dere di un andamento soddisfacente:Imprenditori che vedo­no diminuire i fatturati e dipendenti che sen­tono l'incertezza del posto di lavoro non

possono avere alcuna propensione alla spe­sa.Il commercio è a sua volta formato nella maggioranza dei casi da piccole e medie im­prese le quali sono, nel loro complesso, l'asse portante dell'e­conomia nazionale, e costituisce la cartina di tornasole di questo si­stema che come sap­piamo in questo mo­mento sta attraversan­do il periodo meno feli­ce dal dopoguerra ad oggi.

3) Ritiene che ci siano dei correttivi da pren­dere? E se sì, da parte di chi - indicando i vari soggetti responsabili, a partire dal più grande -?

Attualità

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6 L'Azienda Italia pre­senta dei costi di ge­stione troppo elevati che non consentono alle imprese di mante­nere la competitività internazionaleLe aziende oberate da oneri fiscali tra i più alti al mondo , e intralciate da una burocrazia bi­zantina si trovano in grande difficoltà nell'af­frontare i mercati. E' urgente sfrondare e snellire le pratiche bu­rocratiche e ridurre l'o­nerosità della macchi­na amministrativa e conseguentemente di­minuire sensibilmente il carico fiscale sia di­retto che indiretto. Chi lo dovrà fare? Non vedo altri soggetti se non chi è deputato a governare e ad ammi­nistrare.

4) Come vede la clas­se imprenditoriale po­lesana? E, per comin­ciare: trova che sia sufficientemente pre­sente sotto l’aspetto quantitativo?

La classe imprendito­riale polesana ha pro­blemi comuni al resto dell'Italia per i motivi sopra richiamati: fisca­lità oneri sociali e co­sto dell'energia troppo elevati rispetto ai nuovi competitors che sotto­posti a costi che talvol­ta sono inferiori del 90%, vengono a tro­varsi oggi nella condi­

zione di poter entrare nel nostro mercato, ed in quello europeo più in generale, senza più alcuna barriera doga­nale: è difficile, se non impossibile competere sulla base di condizio­ni così impari.Sotto l'aspetto qualita­tivo ho una grande sti­ma dell'imprenditore polesano che ha sapu­to e sa esprimersi su livelli buoni raggiun­gendo punte di eccel­lenza in tutti i settori.Dal punto di vista quantitativo sarebbe interessante veder au­mentare il numero del­le aziende e per que­sto motivo la Camera di commercio per il tra­mite di Polesine Inno­vazione con il contribu­to significativo della Fondazione della Cas­sa Risparmio Veneto sta avviando dei per­corsi idonei a diffonde­re nei giovani studenti delle scuole di ogni or­dine e grado la “cultura di impresa”.

5) In un territorio con un buon livello di reddito il commercio è una realtà che soprat­tutto ne beneficia (come mercato) o è un fattore di sviluppo?

Tutte e due le cose: ne trae vantaggio potendo così procedere ad ulte­riori investimenti anche in termini di occupazio­ne, generando così ul­

teriore sviluppo.

6)Trova adeguata la ri­partizione del reddito prodotto e dell’occupa­zione fra i vari compar­ti economici che c’è nella nostra provincia?

Vedo soprattutto che alcuni settori sono in crisi più di altri: la ri­partizione sarebbe più equilibrata se ad esempio il tessile po­tesse tornare ad esse­re importante come al­cuni anni fa e se l'agri­coltura potesse trovare ristoro da prezzi più elevati delle produzio­ni intensive ed estensi­ve: se così fosse avre­mo riequilibrio occupa­zionale e reddituale.

7) Quanto conta la preservazione dell’am­biente e la sostenibilità delle scelte produttive per dare continuità e far crescere il nostro turismo?

Conta moltissimo e convinta di ciò l'Ascom -Confcommercio pole­sana ha iniziato alcuni anni orsono un per­corso per introdurre­nella nostra provincia la certificazione am­bientale EMAS. Pos­siamo con soddisfazio­ne affermare di ave trovato la più ampia condivisione presso le altre Associazioni di categoria, Enti Pubblici ed imprese. Con la

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7partecipazione della Amministrazione Pro­vinciale, della Camera di commercio, del Consvipo, e di 12 Co­muni, abbiamo finora raggiunto il risultato di portare a certificazione 2 Comuni e 5 aziende turistiche: un traguardo molto soddisfacente e soprattutto se rappor­tato alle carenti dispo­nibilità economiche. Questa certificazione comporta l'utilizzo di pratiche ambiental­mente positive per il raggiungimento di quella sostenibilità che tutti auspicano: un ri­sultato di alto valore sociale e civile che consentirà al nostro territorio di presentarsi in una luce di qualità al residente ed all'u­tente turista.

8) Che propensio­ne alle attività com­merciali e di servizi ter­ziari c’è nei giovani? Come è fatto l’impren­ditore adatto ad affron­tare il futuro?

Ci sono ancora giovani che amano la sfida, che vogliono investire su stessi avendo l'au­tostima necessaria.Dico loro di coltivare questo coraggio colti­vando contempora­neamente la consape­volezza che l'impresa non è soggetto utile unicamente per il tito­lare ma innanzitutto va protetta dal punto di vi­sta economico e finan­ziario. Va consolidata con il costante impe­gno ed attenzione, deve essere conside­rata come una cellula basilare della società

verso la quale ha una grande responsabilità.La caparbietà e l'intelli­genza determineranno il successo di cui potrà godere, alla fine, l'im­prenditore.

9) Il Polesine deve mantenere le sue tipi­cità per svilupparsi?

Le conoscenze e le sapienze peculiari di coloro che popolano qualsivoglia territorio, costituiscono quei pa­trimoni senza i quali non si può estrinseca­re quella caratteristica distintiva che tutti chia­miamo “tipicità”. Que­sto elemento esprime chi siamo e come sia­mo e se ben presenta­to può diventare moti­vo di preferenza da parte del consumatore e del visitatore.

Attualità

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Bilanci più uniformi, le regole XBRL per paragonare i dati economici

ilanci in for­mato XBRL: il “via libera”

al nuovo formato elaborabile (acroni­mo di Extensible Business Reporting Language) è un passo avanti impor­tante per garantire maggiore traspa­renza al mercato. Il varo del decreto sulle specifiche tec­niche per l’inoltro alle Camere di Commercio dei bi­lanci nel formato XBRL – a firma dei ministri Brunetta e Scajola – costitui­sce dunque un tas­sello del processo di modernizzazione della Pubblica Am­ministrazione e at­traverso questa, per il Paese.

B

Già dal 2006 le Ca­mere di Commercio – con il coordina­mento di Unionca­

mere, il supporto tecnico di InfoCa­mere e la collabo­razione delle asso­ciazioni e dei pro­fessionisti – hanno svolto una diffusa ed ampia speri­mentazione delle nuove modalità di compilazione e de­posito dei bilanci, ricevendo nel solo 2008 oltre 10mila documenti nel nuo­vo formato. Poiché bilanci vuol dire imprese e regi­stro delle imprese vuol dire P.a., ecco nel divenire degli strumenti tecnici concretizzarsi un obbiettivo relazio­nale che è politica­mente importante: un’amministrazione che dialoga sempre più da vicino e me­glio con i cittadini , in questo caso: im­prenditori , profes­

sionisti e consulen­ti.Il sistema permette di analizzare i bi­lanci in tempo rea­le, senza dispen­diosi caricamenti manuali. In questo modo il tradizionale e statico formato Pdf, utilizzato finora per l'inoltro dei bi­lanci alle Camere di commercio, andrà in soffitta. Questo è funzionale ad una maggiore - anzi: una ben maggiore – circolazione del­l’informazione.Infatti, la possibilità di disporre di infor­mazioni finanziarie rapidamente elabo­rabili, sulla base di criteri standardizza­ti, rappresenta una garanzia di maggio­re trasparenza ed efficienza per tutti gli operatori del mercato – imprese,

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professionisti, ana­listi - e per la stes­sa Pubblica Ammi­nistrazione, affin­ché le attività pro­duttive possano svolgersi in un con­testo in cui l’acces­sibilità delle infor­mazioni diventi concretamente la base di una com­piuta democrazia economica. Alcune precisazio­ni, e delimitazioni della novità così in­trodotta, vanno però fatte. Come sempre, infatti, l’in­novazione comin­cia applicandosi ad alcuni casi mag­giormente suscetti­bili di attuarla in se stessi, e poi si ap­plicherà , in una progressione che si dilata verso i casi meno tipici, all’in­sieme dei bilanci. La pubblicazione sulla “Gazzetta Uffi­ciale” concerne la n. 48 del 27 febbra­io 2009 : col comu­nicato del ministero dello Sviluppo eco­nomico relativo al sito internet ufficia­le per la pubblica­zione delle specifi­che tecniche del

nuovo formato, sono state comple­tate le regole per l'introdurre l'obbligo di redigere i bilanci delle società di ca­pitali.L'entrata in vigore dell'obbligo è solo per i bilanci e relati­vi allegati, il cui esercizio sia stato in corso al 31 mar­zo 2008, con chiu­sura successiva al 16 febbraio 2009. Per la maggioranza delle imprese, con chiusura dell'eser­cizio al 31 dicem­bre l'utilizzare il nuovo formato è ri­masta tuttora come semplice facoltà. Le Camere di com­mercio, proprio per agevolare l'uso di questo formato per il più vasto numero di bilanci con chiu­sura a fine anno, hanno messo in li­nea tutte le istruzio­ni operative e gli strumenti per la realizzazione del file (cosiddetta istanza) Xbrl, an­che nel formato open source “Ope­noffice”. La tassonomia di ri­ferimento, pubbli­

cata, è relativa ai “Principi contabili italiani” dicembre 2008 e riguarda la redazione del bilan­cio civilistico con ri­ferimento allo stato patrimoniale, al conto economico, al conto d'ordine (è in fase di predispo­sizione la tassono­mia relativa alla nota integrativa) re­lativamente a:1. Bilancio di eser­

cizio;2. Bilancio consoli­

dato;3. Bilancio in forma

abbreviata;4. Bilancio in forma

abbreviata sem­plificata.

In fase di prima ap­plicazione l'obbligo di Xbrl si è applica­to comunque alle società di capitali e alle cooperative (in cui vanno compre­se le situazioni pa­trimoniali dei con­sorzi di cui all'arti­colo 2615 Codice civile).Sono rimaste però escluse dall'obbligo nella fase di prima applicazione, in at­tesa di una tasso­nomia ad hoc, le società di capitali

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quotate, le società anche non quotate che redigono i bi­lanci di esercizio o consolidato in con­formità ai principi contabili internazio­nali, le società esercenti attività di assicurazione e riassicurazione, le banche, e relative

società controllate o comunque nell'a­rea di consolida­mento del bilancio.In un momento successivo sil for­mato elaborabile si estenderà agli “al­tri atti” soggetti a deposito nel Regi­stro imprese. Per questi il Dpcm del

10 dicembre pre­vede la rappresen­tazione in formato Xml secondo speci­fiche da definire (art.6). Nell'attesa, gli “altri atti” do­vranno essere de­positati al Registro imprese nel forma­to Pdf/A.

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Bilanci …...............

La Camera di Com­mercio è impegna­ta, in qualità di sog­getto capofila, nella realizzazione di progetti di coopera­zione internaziona­le, in collaborazio­ne con la Regione del Veneto, che ne garantisce il finan­ziamento.Tra questi progetti, vi è anche un pro­getto per la valoriz­zazione delle risor­se idriche della re­gione di Odessa in Ucraina.Odessa, infatti, che è la terza città del­l'Ucraina in ordine di grandezza e di numero di abitanti, si affaccia sul Mar Nero e la sua costa è ricca di piccole e grandi insenature naturali che ne fan­no un luogo carat­teristico per il turi­smo e la villeggia­tura. Per questo motivo, un ambito impor­tante di coopera­zione è stata indivi­

duato nel settore turistico, che appa­re in crescita co­stante e che può diventare un impor­tante volano di svi­luppo di quel terri­torio.In questa prospetti­va, l’ambiente vie­ne progressiva­mente ad essere interpretato come un fattore fonda­mentale per lo svi­luppo sul medio e lungo periodo, in­vece che un vinco­lo aggiuntivo dei processi economi­ci.Il progetto, pertan­to, si prefigge di ac­crescere la consa­pevolezza delle

amministrazioni lo­cali nelle tematiche emergenti legate al turismo vocaziona­le, definito come un turismo caratteriz­zato da speciali in­teressi ed attitudini soggettive delle gente: patrimonio culturale, natura, sport e benessere etc.In questo quadro, incontro con una delegazione di rap­presentanti di istitu­zioni e di tour ope­rators della regione di Odessa il giorno 15 settembre p.v ha consentito di av­vicinare i due terri­tori. Il tema potreb­be essere definito

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“dall’acqua alle ac­que” perché il tema della valorizzazione turistica delle risor­se fluviali era stato preceduto dalla

realizzazione di progetto di coope­razione sulla ge­stione delle risorse idriche della regio­ne Ucraina, che ha

avuto lo scopo di migliorare la qualità dell’acqua.

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A Rovigo l’ AIPO, si ag­giornano le prospettive per il PO

L’incontro con AIPO Autorità interregionale per il fiume Po , orga­nismo avente sede a Parma, ha portato nel settembre 2009 il qua­lificato apporto dei tec­

nici in un incontro di approfondimento pro­mosso dalla Camera congiuntamente alla Provincia per conosce­re e far conoscere, ap­profondire e valutare le prospettive per il fiume così come vengono aggiornate nell’ottica del manifestato inte­resse della Regione Lombardia circa le condizioni ed il regime

padani per il tratto di propria pertinenza: uno studio di fattibilità commissionato all’Aipo che ha per oggetto la regimazione del corso del fiume. L’ente ca­

merale ha inteso assi­curare alla comunità economica polesana, in sintonia con gli enti territoriali, i principali comuni del Polesine, Consorzio di bonifica, Ente parco del Delta del Po, un luogo ed un’occasione di tem­pestivo coinvolgimento nelle tematiche che emergono. Questo perché è - e non può

che essere, del resto - attenta a riconoscere fra gli interessi genera­li delle imprese quelli che sono anche inte­ressi della collettività locale nel suo insieme, perchè legati alla pre­servazione delle condi­zioni di buon assetto idrogeologico, di sicu­rezza e di portata, alle misure volte a contra­stare e prevenire gli ef­fetti deteriori delle ma­gre, stagionali o dovu­te a ragioni sedimenta­te di sfruttamento e derivazioni eccessivi delle acque nel lungo tratto a monte del no­stro Polesine. Tutto ciò nella consapevolezza, condivisa dai soggetti istituzionali e dalle as­sociazioni di categoria intervenute che il Pole­sine non può essere - né essere inteso – come il terminale che raccoglie quanto pro­viene dalle zone a monte in termini di qualità acque ma an­che in termini di deci­sioni inerenti il corso del Po e il suo regime; ma deve - il Polesine inteso come collettività espressa attraverso le

Cultura

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14sue rappresentanze appropriatamente coordinate - agire per essere protagonista nelle decisioni che im­pattano sul suo territo­rio. La partecipazione da parte degli enti locali, delle associazioni di categoria e di organi­smi economici ha co­stituito un segno del­l’attenzione nutrita a questo tema. La do­manda che ha costitui­to l’ossatura della mo­tivazione ad indire questo incontro è stata insomma: quali conse­guenze produrrebbe per il territorio polesa­no un simile progetto se attuasse ciò che lo studio di fattibilità deli­nea ?

La necessità che è av­vertita è di coltivare un costante attenzione verso il Po, elemento costitutivo del territorio polesano e non solo nei periodi di siccità o di piena; questa ne­cessità ha trovato oc­casione per essere sottolineata, si è in questo incontro osser­vato come il grande fiume oggi costituisca una risorsa irripetibile sulla quale investire, non solo per agli aspetti di salvaguardia ambientali, ma anche per le opportunità di sviluppo economico che possono originarsi lungo la sua asta, la

quale è vero perno di un sistema naturalisti­co che rappresenta un contesto favorevole per lo sviluppo di tutta una serie di attività le­gate in particolare al cosiddetto “turismo lento”, con le piste ci­clabili, il diportismo nautico, le ippovie, cui affiancare percorsi per la scoperta delle eccel­lenze, anche gastrono­miche, del territorio.Serve, però, un'azione sinergica e coordinata: da qui è emersa la proposta di un docu­mento d'intesa, che se sottoscritto dagli enti locali e dalle forze so­ciali, contribuirebbe a fare del Polesine un soggetto unito e forte, in grado di incidere ef­ficacemente sulle deci­sioni strategiche che riguardano il Po.Il documento, peraltro, ricalca quello già pre­sentato in occasione del convegno sulle Terre di mezzo, che si svolse a Polesella nel febbraio 2008, che ha costituito un'ottima oc­casione per l'avvio di una collaborazione, sulle problematiche del Po, con la provincia di Ferrara. Un’ iniziativa, quest’ultima, che di­mostra, anche alla luce di questi ulteriori sviluppi, quanto siano attuali e non rinviabili un’azione e una pre­senza del Polesine su questo tema, il tema

del Po. Valorizzare e preservare appaiono, all’atto pratico, alla luce dell’esperienza concreta, due esigen­ze indivisibili, due ob­biettivi che rientrano in una medesima finalità: dare futuro a questa immensa risorsa, la cui esistenza e la cui adeguatezza alle ne­cessità dell'uomo è data troppo spesso per scontata e evidente­mente non viene capi­ta adeguatamente da parte di troppi, tra i quali anche molti che dovrebbero avvertire in altra e ben maggiore maniera la sua impor­tanza che le deriva dall’essere davvero bene comune e i rischi che corre.Dopo la lettura della bozza del documento d'intesa sul Po, si é aperta la discussione, nella quale sono inter­venuti Merchiori, Sin­daco di Rovigo, Sac­cardin, Presidente del­l'Ente Parco e Astolfi, Sindaco di Polesella, i quali, dopo aver espresso apprezza­mento per l'iniziativa, hanno evidenziato la necessità di organizza­re degli strumenti per concretizzare le enun­ciazioni contenute nel docu­mento proposto.E' seguita, quindi, l'illu­strazione a cura del Direttore AIPO Ing. Fortunato del progetto

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15per la regimazione del­le acque del Po da Cremona alla foce del Mincio. L’idea sarebbe quella di elevare l’at­tuale livello idrico di magra del fiume Po, ri­portandolo mediamen­te alle quote di circa 50 anni fa, senza pe­raltro produrre alcuna alterazione del regime idraulico di piena, me­diante la costruzione di quattro traverse, posi­zionate lungo il tratto lombardo; una quinta traversa sarebbe pre­vista dopo la confluen­za con il canale di Fer­rara.Tale intervento assu­me, a detta dei propo­nenti, un ruolo fonda­mentale per il riassetto del fiume e per avviare il processo di recupero ambientale, in quanto attraverso di esso sarà possibile raggiungere il riequilibrio idraulico/morfologico del fiume, il migliora­mento delle condizioni di navigabilità, la pro­duzione di energia idroelettrica da fonte rinnovabile, il migliora­mento delle possibilità di derivazione a fini ir­rigui, l'innalzamento e stabilizzazione delle falde idriche, una mag­giore disponibilità di ri­sorsa idrica da gestire durante i periodi sicci­tosi, migliorando an­che le possibilità di contrastare la risalita del cuneo salino nell’a­

rea del Delta e, non ul­tima, una riqualificazio­ne paesistica ed am­bientale. Si tratta, dunque, di un intervento di valenza strategica, che non può non essere segui­to con attenzione an­che dalle istituzioni po­lesane.Conclusa l'esposizione del relatore, si é aperto un partecipato ed inci­sivo dibattito. Ma dal dibattito seguito dalla relazione svolta dal Di­rettore dell'A.I.PO, è emerso che il Veneto non ha ancora preso in debita considerazione la proposta progettuale in fase di studio, nono­stante la sua rilevanza strategica,dal momen­to che essa potrebbe a riassettare l'attuale configurazione morfo­logica e idrogeologica del fiume, assicurando sicuri benefici per le aree rivierasche della Regione Lombardia (compresa la possibili­tà di produrre energia da fonti idrauliche), ma non per i territori attra­versati dal Po posti a valle del fiume Mincio, e cioè, per il Polesine e, quindi, per la nostra Regione.Sono state formulate, infatti, notevoli per­plessità in ordine alla possibilità che nei mo­menti di minore porta­ta, in particolare nei periodi di siccità, si possono verificare ri­

duzioni dei flussi d'ac­qua lungo il tratto flu­viale che scorre lungo il Polesine, tali da compromettere le di­sponibilità idriche per gli usi civici e produttivi da parte delle comuni­tà e delle attività eco­nomiche insediate nel territorio della nostra provincia. L'iniziati­va, è stato considerato ed espresso, qualora realizzata ridisegne­rebbe il volto del fiume con un forte impatto sul tratto terminale, in particolare per quanto concerne l'ultima parte dell'asta fluviale che scorre nel territorio del Polesine formando, prima di sfociare nel mare Adriatico, quel complesso naturalisti­co unico in Italia che è il Delta del Po. Ora, senza togliere il rico­noscimento alla pro­gettualità lombarda, che viene asserito es­sere rivolta, qualora attuata - per ora non di un progetto stiamo parlando , ma di uno studio di fattibilità - a rinaturalizzare il fiume e una sua gestione più funzionale, a vantag­gio dell'intera pianura padana, quel che sicu­ramente in questo mo­mento manca è ciò di cui si avverte la caren­za: un’attenzione da parte della Regione del Veneto a seguire con la dovuta attenzio­ne la proposta del pro­

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16getto di regimazione delle acque del Po promosso dalla Lom­bardia e l’adoperarsi, perchè nella definizio­ne delle scelte pro­grammatiche e proget­tuali, che riguardano il grande fiume, siano coinvolte le istituzioni e le rappresentanze dei territori interessati. Non è pensabile, in­somma, dar corso a in­terventi sul fiume Po che non siano ideati, progettati e attuati sul­la base di una visione integrata di tutto il per­corso che il fiume compie dalla sorgente al mare Adriatico, valu­tando gli effetti che si producono lungo tutto il corso dell'asta fluvia­le, in specie lungo il tratto terminale, in spe­cie il Polesine, che non può più essere il collet­tore che raccoglie in maniera indiscriminata quanto fluisce a valle, né il segmento che in posizione subordinata deve sottostare alle conseguenze delle scelte e dei comporta­menti dei territori che stanno a monte.Al termine dei lavori, le istituzioni e le compo­nenti sociali hanno ri­cevuto l’invito da parte della Provincia a for­malizzare dei pareri sullo studio dell'AIPO.

L’ente Provincia, del resto,ritiene che l’inte­sa che si intende con­dividere coi comuni e con le altre componen­ti territoriali non interfe­risce con quanto stan­no realizzando l’Ente Parco Veneto del Delta e le altre amministra­zioni per valorizzare il Po.E’ seguita anche la de­cisione di costituire un apposito gruppo di la­voro che giunga a indi­viduare le proposte operative per dare concretezza al docu­mento d'intesa, in ordi­ne al quale è stata ri­marcata l’indispensabi­lità dell’apporto fornito dei comuni. Dai lavori è emersa con chiarezza la con­sapevolezza dello

stretto legame che in­tercorre tra le possibili­tà di intervento per va­lorizzare i territori rivie­raschi del Po e l’asset­

to che il fiume potrà acquisire una volta che questo progetto per la regimazione del­le acque venisse at­tuato. Situazioni come questa hanno operato nel produrre conver­genze fra i soggetti del territorio polesano verso una cooperazio­ne per affrontare que­ste importantissime te­matiche presentandosi come “sistema” locale: ad esse tematiche il futuro, e in particolare il nostro futuro, è inevi­tabilmente legato. Il tutto consente infine di essere letto come se­gno evidente che nel caso del Po le prospet­tive di preservazione e quelle di valorizzazio­ne non solo viaggiano legate, ma devono es­

sere messe anche dai polesano al centro del­l’attenzione senza rin­vii.

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