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Protocollo per il diritto allo studio
degli alunni con DSA
a cura della Commissione DSA
“Raramente il destino degli individui
è determinato da ciò che essi NON sono in grado di fare.
E’ molto più probabile che la loro vita sia forgiata
dalle capacità che essi hanno sviluppato.
Coloro ai quali è affidato il compito dell’educazione, dovrebbero prestare una
particolare attenzione alle doti ed alle inclinazioni dei giovani dei quali sono
chiamati ad occuparsi”. Howard Gardner, L’educazione delle intelligenze multiple, Erickson.
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Sommario PREMESSA ...................................................................................................................................................... 4
FINALITÀ......................................................................................................................................................... 4
1. COSA E QUALI SONO I DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO ................................................................. 5
1.1. Aspetti salienti delle tipologie di DSA .................................................................................................. 5
a) La dislessia ........................................................................................................................................... 5
b) La disgrafia e la disortografia .............................................................................................................. 5
c) La discalculia ........................................................................................................................................ 6
d) DSA non ancora riconosciuti ................................................................................................................ 6
2. AZIONI PER LA PREVENZIONE E L’INDIVIDUAZIONE PRECOCE DEI DSA ..................................................... 7
2.1 Osservazione in classe e raccolta di dati predittivi ....................................................................... 7
2.2 Attività di screening per il monitoraggio del corretto apprendimento della letto – scrittura ..... 7
2.3 Interventi mirati ............................................................................................................................ 8
3. IDENTIFICAZIONE E COMUNICAZIONE ALLA FAMIGLIA ................................................................................... 9
3.1 IL PERCORSO PER LA DIAGNOSI............................................................................................................. 9
3.2 L’ITER DIAGNOSTICO ....................................................................................................................... 11
4. QUANDO IL NOSTRO ALLIEVO HA UNA DIAGNOSI .......................................................................... 12
4.1 INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE ................................................................................................. 12
4.2 IL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO ................................................................................................. 12
4.3 I DISPOSITIVI PREVISTI DALLA L. 170 ................................................................................................... 13
a) Didattica individualizzata e personalizzata ........................................................................................ 13
b) Strumenti compensativi e misure dispensative ................................................................................. 13
c) Adeguate forme di verifica e valutazione .......................................................................................... 14
d) Prove INVALSI: ................................................................................................................................... 15
e) Suggerimenti operativi per l'ultimo anno di corso ............................................................................. 15
5. SOGGETTI COINVOLTI: CHI FA CHE COSA ............................................................................................. 17
Dirigente Scolastico .................................................................................................................................... 17
Ufficio di Segreteria .................................................................................................................................... 17
Gruppo di lavoro per l’inclusione (in sigla GLI) / Commissione DSA ........................................................... 18
Docente Funzione strumentale .................................................................................................................. 18
I Docenti ..................................................................................................................................................... 18
La Famiglia .................................................................................................................................................. 20
6. PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI ....................................................................................................... 21
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7. BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO ............................................................................................................... 22
1. SITOGRAFIA .......................................................................................................................................... 23
ALLEGATI ............................................................................................................................................ 23
GUIDA PER GLI INSEGNANTI ................................................................................................................ 23
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PREMESSA
Il Protocollo di Accoglienza nasce dall’esigenza di individuare regole comuni, condivise e univoche
per promuovere l’accoglienza e l’inclusione degli alunni DSA.
La legge sui disturbi di apprendimento (legge n. 170 del 8/10/2010) e le “Raccomandazioni della
Consensus Conference” impongono alla scuola una riflessione didattica complessiva che, partendo
dalla norma e dalle nuove teorie scientifiche, affronti il disturbo di apprendimento all’interno del
contesto più generale dell’apprendere, per poi concentrarsi sui metodi e le strategie che le
consentono di affrontare i bisogni educativi speciali dei propri alunni.
Il nostro Circolo fa proprio quanto enunciato dall’art. 3 della Costituzione sul principio di
uguaglianza, dall’art. 34 sull’accesso per tutti alla scuola pubblica e dal DPR 275/99 là dove dice
che: “ Le istituzioni scolastiche … riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le
potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo
formativo;… usando tutte le forme di flessibilità ritenute opportune attraverso …. l’attivazione di
percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell’integrazione degli alunni
nella classe e nel gruppo”.
Il protocollo definisce una serie di terminologie condivise e azioni che i soggetti coinvolti (scuola,
famiglia, sanità) si impegnano a mettere in atto per assicurare all’alunno con DSA gli strumenti
adeguati per conseguire il successo scolastico.
Inoltre vuole essere uno strumento operativo che verrà integrato e rivisto periodicamente, sulla base
delle esperienze realizzate. Gli allegati e la Guida per gli insegnanti ne sono parte integrante.
Al Collegio dei Docenti spetta la delibera e al Dirigente Scolastico, in collaborazione con il
referente DSA e tutti gli altri soggetti coinvolti, la sua promozione.
FINALITÀ
Questo documento, che diventa parte integrante del POF, si propone di:
definire pratiche comuni all’interno del Circolo;
facilitare l'accoglienza, l'inserimento ed un proficuo percorso formativo degli alunni con
DSA;
prevenire eventuali forme di disagio;
favorire un clima di accoglienza;
promuovere iniziative di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglie ed enti
territoriali coinvolti nelle problematiche dei DSA;
coordinare, ciascuno per le mansioni che gli sono proprie, ogni iniziativa affinché possa
avere buona riuscita e divenire patrimonio comune condiviso.
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1. COSA E QUALI SONO I DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO
I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) sono disturbi neurobiologici che riguardano solo
circoscritte aree di apprendimento, senza compromettere l'intelligenza generale. Interessano solo
alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo
adeguato all’età anagrafica .
Sono coinvolte in tali disturbi: l’abilità di lettura (dislessia), di scrittura (disgrafia/disortografia), di
fare calcoli (discalculia).
Questi disturbi possono essere presenti contemporaneamente nello studente (comorbilità).
I DSA si manifestano nell’età evolutiva, in concomitanza al processo di alfabetizzazione. Sono
perciò un’atipia dello sviluppo. Il disturbo non è guaribile ma le prestazioni collegate alle abilità
compromesse sono migliorabili attraverso interventi mirati. Per ottenere ciò devono essere usati
strumenti e strategie che aiutino a compensare il disturbo e a raggiungere gli obiettivi
d’apprendimento previsti dall’iter scolastico.
Si rimanda al fascicolo “Guida per gli insegnanti”, alla bibliografia ed alla sitografia, per
indicazioni operative e approfondimenti su strategie, strumenti compensativi e metodologie
didattiche utili per i DSA.
1.1. Aspetti salienti delle tipologie di DSA
a) La dislessia
“Da un punto di vista clinico, la dislessia si manifesta attraverso una minore correttezza e rapidità
della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione
ricevuta.
Risultano più o meno deficitarie - a seconda del profilo del disturbo in base all’età - la lettura di
lettere, di parole e non-parole, di brani. In generale, l’aspetto evolutivo della dislessia può farlo
somigliare a un semplice rallentamento del regolare processo di sviluppo. Tale considerazione è
utile per l’individuazione di eventuali segnali anticipatori, fin dalla scuola dell’infanzia.”1.
b) La disgrafia e la disortografia
“Il disturbo specifico di scrittura si definisce disgrafia o disortografia, a seconda che interessi
rispettivamente la grafia o l’ortografia. La disgrafia fa riferimento al controllo degli aspetti grafici,
formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; la
disortografia riguarda invece l’utilizzo, in fase di scrittura, del codice linguistico in quanto tale.
La disgrafia si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura, la
1 vedi “Le difficoltà specifiche nell’alunno con DSA “ - Guida per gli insegnanti
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disortografia è all’origine di una minore correttezza del testo scritto; entrambi, naturalmente, sono
in rapporto all’età anagrafica dell’alunno.
In particolare, la disortografia si può definire come un disordine di codifica del testo scritto, che
viene fatto risalire ad un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di scrittura,
responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto.”2.
c) La discalculia
“La discalculia riguarda l’abilità di calcolo, sia nella componente dell’organizzazione della
cognizione numerica (intelligenza numerica basale), sia in quella delle procedure esecutive e del
calcolo.
Nel primo ambito, la discalculia interviene sugli elementi basali dell’abilità numerica: il subitizing
(o riconoscimento immediato di piccole quantità), i meccanismi di quantificazione, la seriazione, la
comparazione, le strategie di composizione e scomposizione di quantità, le strategie di calcolo a
mente.
Nell’ambito procedurale, invece, la discalculia rende difficoltose le procedure esecutive per lo più
implicate nel calcolo scritto: la lettura e scrittura dei numeri, l’incolonnamento, il recupero dei fatti
numerici e gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio”3.
d) DSA non ancora riconosciuti
Sono stati individuati altri DSA, ma non tutti gli studiosi sono concordi nel loro riconoscimento. Di
seguito proponiamo un breve accenno.
- Il disturbo di comprensione del testo consiste in una difficoltà a cogliere in modo adeguato il
significato di un brano scritto, imputabile non a una lettura stentata, ma a processi linguistici di alto
livello.
- Il disturbo di espressione scritta è caratterizzato da difficoltà a produrre un testo coerente,
lessicalmente appropriato, sintatticamente e ortograficamente corretto.
- Il disturbo di soluzione dei problemi matematici è contrassegnato da difficoltà nella soluzione dei
problemi matematici.
- Il disturbo non–verbale dell’apprendimento (NLD o DANV) è contraddistinto da carenze
specifiche in compiti di natura non verbale, soprattutto visuo-spaziali, con prestazioni sufficienti nei
compiti verbali.
2 vedi “Difficoltà prevalenti nella disgrafia ed errori disortografici” Guida per gli insegnanti
3 vedi “Errori nella discalculia” Guida per gli insegnanti
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2. AZIONI PER LA PREVENZIONE E L’INDIVIDUAZIONE PRECOCE DEI DSA
2.1 Osservazione in classe e raccolta di dati predittivi
Le difficoltà di scrittura e lettura possono essere osservate già dall’ultimo anno della scuola
dell’infanzia, nelle Linee Guida 12/07/2011 si afferma che per individuare un alunno con un
potenziale DSA può bastare, almeno in una prima fase, ricorrere all’osservazione delle prestazioni
atipiche nei vari ambiti di apprendimento (lettura, scrittura, calcolo …).
Scuola dell’Infanzia - sezione 5 anni :
Un alunno con DSA può essere diagnosticato solo al termine della classe seconda della scuola
primaria, ma nella Scuola dell’Infanzia è importante osservare eventuali difficoltà grafo-motorie,
spazio-temporali, percettive, di memorizzazione, di linguaggio. Esistono dei “campanelli d’allarme”
che predicono la possibilità di trovarsi di fronte ad un probabile e futuro alunno con DSA: difficoltà
di linguaggio e scarse abilità metafonologiche4.
Scuola Primaria e Secondaria di Primo grado
L’insegnante, già all’inizio del primo anno della scuola primaria, assume un ruolo essenziale
nell’osservazione delle modalità di acquisizione della letto scrittura. L’attenzione verso il bambino
che apprende, facilita l’impostazione didattica e farà emergere le prime difficoltà nell’acquisizione
delle strumentalità di base.
Monitorando la scrittura e la lettura si arriva ad un’osservazione più sistematica. Per favorire
un’efficace azione osservativa al Protocollo vengono allegate le seguenti schede per la registrazione
di dati predittivi:
Allegato 1 scuola dell’infanzia
Allegato 2 classe I primaria
Allegato 3 classe II primaria
Allegato 4 classi III-IV-V primaria e scuola secondaria di primo grado.
2.2 Attività di screening per il monitoraggio del corretto apprendimento della letto – scrittura 5
Il progetto prevede di monitorare i pre-requisiti che dovrebbero essere interiorizzati in età
prescolare e lo sviluppo dell’apprendimento delle abilità della letto-scrittura nel corso del primo e
4 vedi “Come riconoscere i DSA: caratteristiche più frequenti”
5 Cfr al Progetto screening a.s. 2013/14
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secondo anno di scolarizzazione e seguire con metodo i bambini che presentano difficoltà.
Scuola dell’Infanzia
L’attività di screening in questa fase favorisce l’individuazione dei fattori di rischio (senza
effettuare diagnosi) – e permette un eventuale invio più appropriato ed in tempo utile ai servizi
specialistici.
Scuola Primaria
Le attività progettuali focalizzano l’attenzione sull’apprendimento delle abilità di base nel primo e
secondo anno della scuola primaria con la finalità di fare acquisire agli insegnanti di classe la
capacità di individuare precocemente i bambini che presentano difficoltà di apprendimento
fornendo loro approcci metodologici didattici più idonei e adeguati ai bisogni apprenditivi degli
allievi. Nei mesi di febbraio e maggio tutti i bambini verranno osservati attraverso prove
standardizzate (dettato di 16 parole a gennaio; dettato di 16 parole e lettura di non-parole a maggio);
gli alunni che risultano ancora in difficoltà, continueranno ad essere osservati e monitorati molto
attentamente nel corso della seconda classe. Solo in questa fase, infatti, è possibile ipotizzare un
disturbo e quindi l’azione della scuola sarà quella di indicare un’ indagine sanitaria per un’
eventuale diagnosi.
Scuola Secondaria di primo grado
All’inizio della scuola secondaria, il problema può essere “mascherato” da: demotivazione allo
studio,comportamenti di reattività,atteggiamenti di sfiducia. Gli indicatori comportamentali possono
essere i primi elementi osservabili ; il problema può manifestarsi attraverso: parziale comprensione
dei testi , difficoltà nell’acquisizione di termini specifici , difficoltà a prendere appunti, a compilare
il diario, a completare le attività nei tempi richiesti.
2.3 Interventi mirati
Se gli insegnanti rilevano delle difficoltà, confermate anche dagli esiti dello screening, attiveranno
un percorso di di recupero didattico mirato (potenziamento fonologico e linguistico).
Scuola dell’infanzia
Il linguaggio è il miglior predittore delle difficoltà di lettura, perciò, oltre alle opportune pratiche di
pregrafismo, è bene proporre ai bambini esercizi-gioco metalinguistici e metafonologici sulla
segmentazione del parlato: scandire parole a livello sillabico (capacità “innata”), isolamento
dell’iniziale con prolungamento dell’emissione vocale, ecc.
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Supportare con attività personalizzate o individualizzate i bambini di 5 anni che mostrano ancora
un’espressione linguistica non adeguata senza precorrere le tappe dell’apprendimento della letto-
scrittura.
Scuola Primaria
Sui bambini identificati a “rischio” vengono proposte attività di recupero mirato che possono
coinvolgere tutta la classe. In questa fase progettuale gli insegnanti da un lato, arricchiscono le loro
competenze professionali e dall’altro operano direttamente con i propri allievi impostando
interventi personalizzati in base al livello di apprendimento e alla tipologia degli errori del singolo
alunno. Gli interventi si articoleranno orientativamente in tre ore settimanali fino alla sommi
stazione dello screening di maggio, utilizzando le risorse umane e/o economiche del Circolo.
Nel corso della classe seconda gli alunni a rischio seguiranno laboratori linguistici con l’ausilio di
esperti.
In sintesi per la prevenzione e l’individuazione precoce si prevedono le seguenti azioni :
osservazione e raccolta di dati predittivi
attività di screening
intervento mirato
Scuola Secondaria di Primo grado
Gli interventi mirati si articoleranno sostanzialmente in un :
o approccio di tipo meta cognitivo allo studio con la presentazione di strategie e
metodologie di studio didattiche e disciplinari che favoriscano la costruzione di un
efficace metodo di studio.
o Si solleciterà la creazione di momenti di condivisione per favorire l’accettazione
del disturbo da parte dei ragazzi coinvolti.
o Lo scopo degli interventi proposti è di promuovere l’autonomia nello svolgimento
dei compiti scolastici a sostegno di un senso di autoefficacia che favorisca la
motivazione e l’accrescimento dell’autostima.
3. IDENTIFICAZIONE E COMUNICAZIONE ALLA FAMIGLIA
3.1 IL PERCORSO PER LA DIAGNOSI
Se un alunno arriva alla fine della seconda classe senza aver almeno parzialmente automatizzato i
processi di decodifica, è lecito e ragionevole supporre che abbia un problema. Non è detto che
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questo alunno sia necessariamente affetto da un disturbo specifico di apprendimento, le sue
difficoltà potrebbero essere di altra natura, ma occorre che uno specialista lo sottoponga alle
indagini del caso.
Di fronte a questo tipo di difficoltà è importante che i docenti si impegnino al massimo facendo
ricorso alla loro professionalità e alla loro esperienza: informare la famiglia6 delle difficoltà
riscontrate ed indirizzarla verso
l’iter diagnostico è compito
inderogabile della scuola. (Art. 3
L.170; art. 2 D.M. 12/07/2011).
Lo schema, tratto dalle Linee
Guida, sintetizza le varie fasi,
previste dalla Legge 170/2010,
che vedono coinvolte la scuola, le
famiglie e i servizi.
6Vedi “Cosa dire ai genitori dell’alunno a rischio” Guida per gli insegnanti
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3.2 L’ITER DIAGNOSTICO
Il percorso prevede le seguenti tappe:
1. La famiglia si rivolge al medico (o al pediatra) e richiede un’impegnativa per una visita ai sensi
della L.170/2010.
I genitori con l’impegnativa prenotano la visita presso i servizi territoriali di competenza (dal 1
settembre 2012 non è più possibile accettare diagnosi rilasciate da specialisti privati: la diagnosi
può essere effettuata solo dalle équipe delle strutture pubbliche (ASL) e dalle strutture
accreditate dalla Regione (attualmente il Centro FARE e il Centro di Neuropsicologia Clinica
dell’Età Evolutiva di Perugia).
2. Lo specialista rilascerà una diagnosi che dovrà essere presentata alla segreteria della scuola e
protocollata sul Riservato.
3. Il Dirigente Scolastico verifica che la segnalazione diagnostica sia conforme alle disposizioni
vigenti (Nota MIUR 25/10/2010). Sono validi solo i codici del Manuale Diagnostico ICD-107
(categoria F81). Le diagnosi redatte prima dell’ 1 settembre 2012 invece dei codici possono
contenere le diciture equivalenti specificate dalla Legge 170, ad es. “ Disturbo specifico di
apprendimento della lettura”, ecc.
4. Infine il Dirigente condivide la segnalazione diagnostica con il gruppo docente.
La diagnosi di DSA rientra nei dati sensibili secondo la normativa sulla privacy, quindi, senza
l’autorizzazione della famiglia, questa condizione non può essere resa nota. È cosa importante
informare della situazione tutti i docenti della classe, affinché si comportino in maniera adeguata
rispettando l’obbligo della riservatezza e della privacy.
Se la relazione specialistica segnala una difficoltà di apprendimento e non un disturbo, non si
applica la L.170/2010 ma si fa riferimento al D.M. del 27/12/20128 che stabilisce di prendere atto di
questa difficoltà dello studente e di predisporre un percorso didattico personalizzato.
Classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi sanitari correlati- Decima
revisione
7 ICD-10 è la decima revisione della classificazione ICD, ossia la classificazione internazionale delle malattie e dei
problemi correlati, proposta dall'OMS 8 D.M. 27/12/2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali (BES) e organizzazione territoriale
per l’inclusione scolastica”
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4. QUANDO IL NOSTRO ALLIEVO HA UNA DIAGNOSI
4.1 INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE
È necessario:
condividere la situazione diagnostica, non solo all’interno del gruppo docente ma anche con
il referente sui DSA e il Dirigente Scolastico;
predisporre con i soggetti coinvolti il Piano Didattico Personalizzato (Allegato 5 PDP), che
verrà poi presentato e condiviso con la famiglia e costantemente monitorato per verificare
l’efficacia delle misure in esso adottate;
mettere a punto strategie didattiche adeguate in quanto gli alunni con DSA richiedono un
input didattico adatto alle loro caratteristiche;
essere più flessibili ed accettare le differenze di prestazione nei diversi contesti funzionali,
ricordando che non esiste un dislessico uguale ad un altro;
sostenerne l’autostima;
stipulare un patto di alleanza con lui e con la famiglia;
valutare i contenuti e non la forma delle sue produzioni;
applicare le misure dispensative e far usare all’allievo gli strumenti compensativi adatti.
4.2 IL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
Il PDP è un documento vincolante per l’applicazione della L. 170 e costituisce un contratto
formativo fra docenti, famiglia ed allievo (se in età adeguata) per il successo scolastico dello
studente con DSA. Viene redatto dal team dei docenti all’inizio di ogni anno scolastico, entro il 15
novembre, per gli alunni in possesso della diagnosi.
L’iter da seguire per redigere questo documento prevede:
1. Deposito della diagnosi in segreteria, protocollo ed archiviazione nel fascicolo personale
dell’alunno.
2. Acquisizione della diagnosi da parte dei docenti e incontro con la famiglia e gli specialisti per la
fase preparatoria (scambio di informazioni e accordi preliminari in merito alle scelte educative e
didattiche da esplicitare nel PDP).
3. Stesura collegiale del documento, utilizzando l’allegato modello di Istituto9 proposto dalla
Commissione DSA.
4. Il PDP dovrà essere sottoscritto dalla famiglia che può proporre integrazioni e/o modifiche. La
famiglia può anche decidere di non rendere note le difficoltà del figlio alla classe o potrà
9 Il PDP Allegato 3 , è reperibile anche nel sito www.diredagualdo.it alla pagina web Dislessia
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rifiutare l’adozione del PDP, ma, in questo caso, dovrà presentare una dichiarazione scritta di
tale rifiuto, per assumersi la responsabilità di un eventuale insuccesso formativo del figlio.
5. Entro la metà del mese di novembre il PDP dovrà essere inviato agli uffici di segreteria in
duplice copia sottoscritte dai docenti, dalla famiglia e dal Dirigente scolastico: una per il
fascicolo personale dell’alunno e una per la famiglia, una copia in digitale dovrà essere inserita
nel Registro adottato dall’Istituto.
6. Il PDP, custodito nel fascicolo personale dell’alunno, diventa il documento di riferimento per gli
anni successivi. In considerazione della matrice evolutiva dei DSA, il PDP deve essere
aggiornato all’inizio di ciascun anno scolastico e, qualora nuovi elementi suggeriscano
l’opportunità di effettuare modifiche alle scelte educative e didattiche effettuate.
4.3 I DISPOSITIVI PREVISTI DALLA L. 170
I dispositivi che la L. 170/2010 prevede per l’attuazione del PDP sono:
a) Didattica individualizzata e personalizzata
Didattica individualizzata Didattica personalizzata
Modula la didattica, i tempi, gli strumenti
rispetto alle caratteristiche dell’alunno per
potenziare determinate abilità o per acquisire
specifiche competenze.
Calibra l’offerta didattica, e le modalità
relazionali, sulla specificità ed unicità a livello
personale dei bisogni educativi che
caratterizzano gli alunni della classe,
considerando le differenze individuali
soprattutto sotto il profilo qualitativo.
b) Strumenti compensativi e misure dispensative10
Strumenti compensativi Misure dispensative
Qualsiasi prodotto in grado di bilanciare un
eventuale disturbo, riducendo gli effetti
negativi.
Rappresentano una presa d’atto della situazione
e hanno lo scopo di evitare che il disturbo possa
comportare un insuccesso.
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Per la specificità degli strumenti si rimanda alla Guida per gli insegnanti
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c) Adeguate forme di verifica e valutazione
Verifica Valutazione
Le prove di verifica devono considerare il fatto
che gli studenti con DSA si stancano facilmente.
La valutazione deve tener conto delle
caratteristiche personali del disturbo, del punto
di partenza, degli obiettivi raggiunti cercando
di premiare i progressi e gli sforzi.
- Differenziare le verifiche (scelta multipla,
V/F, verifica ingrandita, testo in digitale,
ecc.);
- Lettura del testo della verifica scritta dall’insegnante (a tutta la classe);
- Dare più tempo o diminuire la quantità di
compiti da svolgere;
- Non giudicare l’ordine o la calligrafia, ma
privilegiare i concetti;
- Interrogazioni programmate;
- Prove orali al posto di prove scritte;
- Uso di mediatori didattici durante le interrogazioni (mappe, schemi, ecc.).
- Valutazione effettuata in base ai progressi
acquisiti, all’impegno, alle conoscenze
apprese e alle strategie operate;
- Valutazione del contributo che l’alunno ha dato e del percorso effettuato.
Indicazioni per le singole discipline:
Prove scritte
o Matematica:
o dare più tempo nelle verifiche scritte o diminuire il numero di esercizi; far usare la
calcolatrice; fornire formulari con assortimenti di figure geometriche, formule e
procedure o algoritmi.
o Inglese:
o per le verifiche scritte somministrare esercizi di completamento o a risposte multiple,
privilegiare la produzione orale.
o Italiano:
o per il compito di italiano far utilizzare, ove è possibile, il computer con il correttore
automatico, nelle prove di grammatica fare consultare schede specifiche.
o Per tutte le altre materie, qualora si facciano delle verifiche scritte, dare più tempo oppure un
minor numero di domande e permettere l'uso del computer.
o Prove orali
o programmare le interrogazioni specificando gli argomenti che saranno chiesti e
ridurre il numero delle pagine.
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o Durante l'interrogazione permettere l’utilizzo sussidi cartacei quali:
o tabelle (date, eventi, nomi, categorie grammaticali, ecc.)
o linea del tempo, cartine geografiche fisiche, politiche, grafici e strumenti di calcolo
come calcolatrice, linea dei numeri relativi, formulari di figure geometriche e
algoritmi.
d) Prove INVALSI:
o gli allievi con DSA possono utilizzare strumenti compensativi e dispensativi;
o è possibile prevedere un tempo aggiuntivo;
o è possibile fare richiesta delle prove in formato elettronico o audio;
o il Dirigente Scolastico:
o può consentire che le prove vengano effettuate in un locale diverso dall’aula
per permettere all’insegnante la lettura ad alta voce;
o può dispensare lo studente dallo svolgimento delle prove.
o Qualora si trattasse di una classe campione, si deve avvisare l’osservatore esterno
della presenza di un alunno con DSA affinché possa prendere nota del codice (codice
4).
Quanto indicato va integrato con il Manuale del somministratore/Osservatore che annualmente
viene pubblicato dall’INVALSI.
e) Suggerimenti operativi per l'ultimo anno di corso
In attesa delle disposizioni in merito allo svolgimento degli esami conclusivi del primo ciclo di
istruzione da parte degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) si deve tener conto
della normativa relativa a “ Istruzioni e modalità organizzative e operative per lo svolgimento
degli esami di stato”.Il Consiglio di classe dà indicazioni alla commissione attraverso il documento
del 15 maggio, dove viene inserito il Piano Didattico Personalizzato o altra documentazione ai sensi
dell'articolo 5 del decreto 5669 del 12 luglio 2011.
ART.6 DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE DEL 15 MAGGIO
c.1. I consigli di classe dell'ultimo anno di corso elaborano, entro il 15 maggio, per la commissione
d'esame, un apposito documento relativo all'azione educativa e didattica realizzata nell'ultimo anno
di corso.
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c.2. Tale documento indica i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo,
i criteri, gli strumenti di valutazione adottati, gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che
i consigli di classe ritengano significativo ai fini dello svolgimento degli esami.
Art.12.7 La Commissione terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative
ai candidati affetti da dislessia, sia in sede di predisposizione della terza prova scritta, che in sede di
valutazione delle altre due prove scritte, prevedendo anche la possibilità di riservare alle stesse
tempi più lunghi di quelli ordinari. Al candidato sarà consentita la utilizzazione di apparecchiature e
strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno. Nello
svolgimento delle prove scritte, i candidati potranno utilizzare gli strumenti compensativi previsti
dal PDP. Ad esempio dispositivi per l'ascolto della prova in formato "MP3", l'utilizzo di un
membro della commissione per la lettura dei testi delle prove, inserimento del testo su supporto
informatico ai fini dell'utilizzo della sintesi vocale. Importante sarà, ai fini della predisposizione
della prova scritta, ed in particolare per l'accertamento delle competenze nella lingua straniera, di
adottare criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto che alla forma.
Regolamento per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi
degli articoli 2 e 3 Valutazione CdM del 13 marzo 2009 - Schema di regolamento concernente
“Coordinamento delle norme vigenti del D.L. n°137 del 1/09/2008, convertito con modificazioni
dalla L. n° 169 del 30/10/2008” art. 10
Art. 10 Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (DSA)
1. Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la
valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame
conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali
fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove d’esame, sono adottati gli strumenti
compensativi e dispensativi ritenuti più idonei.
2. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di
svolgimento e della differenziazione delle prove.
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5. SOGGETTI COINVOLTI: CHI FA CHE COSA
Soggetti coinvolti Ruoli e compiti
Dirigente Scolastico
▶ garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le
realtà territoriali;
▶ stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le
indicazioni condivise con gli Organi collegiali e le famiglie,
precisamente :
o attiva interventi preventivi;
o trasmette alla famiglia apposita comunicazione;
o riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, l’acquisisce al protocollo e la
condivide con il gruppo docente;
▶ definisce, su proposta del Collegio dei Docenti, le modalità di
documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati di
alunni e studenti con DSA;
▶ promuove rapporti efficaci tra i docenti e le famiglia di alunni con DSA,
favorendone le condizioni e prevedendo idonee modalità di
riconoscimento dell’impegno dei docenti;
▶ individua all’interno e all’esterno del Circolo, risorse adeguate per
rispondere ai bisogni di tutti gli alunni e nello specifico, di quelli con
particolari esigenze;
▶ promuove e valorizza progetti mirati assicurando il coordinamento delle
azioni (tempi, modalità, finanziamenti).
Ufficio di Segreteria
▶ Accogliere la pratica d’iscrizione e la fa protocollare;
▶ raccogliere e conservare il materiale con le notizie personali dello
studente;
▶ garantire che le informazioni relative al funzionamento della scuola
(orario didattico, orari di ricevimento degli insegnanti ecc.) giungano in
modo adeguato alla famiglia.
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Gruppo di lavoro per l’inclusione (in sigla GLI) / Commissione DSA
▶ fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti;
▶ fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure
dispensative;
▶ collabora, ove richiesto, alla elaborazione di strategie volte al
superamento dei problemi nella classe con alunni con DSA;
▶ offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di
valutazione;
▶ cura la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno del Circolo;
▶ diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di
aggiornamento;
▶ fornisce informazioni riguardo ad Associazioni /Enti/Istituzioni/
Università ai quali poter fare riferimento per le tematiche in oggetto;
▶ fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on-line per la
condivisione di buone pratiche in tema di DSA;
▶ insieme agli altri insegnanti della classe stabilisce i contatti fra scuola
e famiglia e collabora, se necessario, alla stesura del PDP ;
▶ svolge, all’occorrenza, il ruolo di mediatore fra la famiglia, l’alunno
e i docenti;
▶ aggiorna e/o modifica il presente Protocollo e i materiali ad esso
allegati e lo presenta al Collegio per l’approvazione;
▶ organizza, somministra, legge e restituisce le prove anche con la
consulenza e la collaborazione di esperti esterni;
▶ organizza i laboratori linguistici per gli alunni a rischio delle classi II
con il supporto di esperti esterni;
▶ organizza e gestisce lo sportello di ascolto e consulenza DSA.
Docente Funzione strumentale
▶ prende visione della documentazione;
▶ collabora con il GLI/ Commissione DSA.
I Docenti ▶ sensibilizzano la classe all’accoglienza del compagno e
favoriscono l’inclusione nel gruppo classe fornendo
informazioni adeguate sui disturbi di apprendimento;
▶ fruiscono del Protocollo e della Guida operativa;
▶ analizzano la documentazione dello studente e collegialmente
elaborano il Piano Didattico Personalizzato;
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▶ segnalano alla Commissione eventuali casi sospetti non
diagnosticati;
▶ analizzano la situazione del singolo alunno, selezionano e
modulano gli obiettivi dei programmi in modo progressivo, in
base al potenziale di sviluppo dell’alunno;
▶ sono tenuti a utilizzare gli strumenti compensativi e dispensativi
concordati con la famiglia ed eventualmente con l’alunno;
▶ attuano strategie educativo - didattiche di potenziamento e di
aiuto compensativo;
▶ attuano modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti;
▶ favoriscono l’interazione con i compagni promuovendo
strategie di lavoro di coppia e per piccolo gruppo;
▶ ogni insegnante della classe è tenuto a rispettare quanto scritto
nel percorso educativo stabilito;
▶ definiscono, con la famiglia, le modalità più adeguate per lo
svolgimento del lavoro in classe e a casa;
▶ definiscono i necessari incontri con la famiglia.
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La Famiglia ▶ provvede, di propria iniziativa o su segnalazione del pediatra o
su indicazione della scuola a far valutare l’alunno secondo le
modalità previste dall’ all’Art. 3 della Legge 170/2010;
▶ consegna la diagnosi in segreteria facendola protocollare;
▶ condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi
didattici individualizzati e personalizzati e formalizza con la
scuola un patto educativo;
▶ sottoscrive il PDP assumendosi responsabilità e compiti per
garantire continuità al percorso scolastico personalizzato;
▶ sostiene la motivazione e l’impegno dell’alunno nel lavoro
scolastico e negli eventuali compiti a casa;
▶ verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati;
▶ verifica che vengano portati a scuola i materiali richiesti;
▶ incoraggia l’acquisizione di un sempre maggiore grado di
autonomia nella gestione dei tempi di studio, nell’impegno
scolastico e delle relazioni con i docenti;
▶ considera non soltanto il significato valutativo, ma anche
formativo delle singole discipline;
▶ fa presente la necessità dell’utilizzo dei libri di testo in versione
digitale (tramite Biblio AID);
▶ mantiene regolari contatti con gli insegnanti.
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6. PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI
Legge 517/77 art. 2 e 7 La Legge prevede ATTIVITÀ SCOLASTICHE INTEGRATIVE, organizzate per gruppi di alunni della
stessa classe o di classi diverse, finalizzate a realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni (art. 2). La programmazione educativa può comprendere periodiche attività scolastiche in sostituzione delle normali attività didattiche fino ad un massimo di 160 ore,
secondo un programma di iniziative di integrazione e di sostegno elaborato dal Collegi dei Docenti (art. 7).
Legge 59/97 art. 21 La Legge precisa che l’autonomia didattica è finalizzata al raggiungimento degli obiettivi generali del Sistema Nazionale d’istruzione, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta
educativa da parte delle famiglie e del diritto ad apprendere. Essa si sostanzia NELLA SCELTA LIBERA E PROGRAMMATA DI METODOLOGIE, STRUMENTI, ORGANIZZAZIONE e tempi di
insegnamento, da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche e in ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale.
DPR 275/99 Il Decreto sancisce la natura e gli scopi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. L’art. 7 precisa che le istituzioni possono promuovere accordi di rete o aderire ad essi per il raggiungimento delle
proprie finalità istituzionali. Viene prevista la valorizzazione della diversità e delle potenzialità di ciascuno attraverso l’adozione di iniziative utili al raggiungimento del successo formativo nel rispetto del principio generale dell’integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo.
Nota MIUR 4099/A/4 del 5.10.2004 La Nota delinea le caratteristiche del disturbo ed individua gli strumenti compensativi e dispensativi.
Nota MIUR n. 26/A/4 del 5.10.2005 La Nota stabilisce che per l’utilizzo delle misure compensative e dispensative è sufficiente la diagnosi di uno specialista. Estende l’efficacia della nota 4099 a tutte le fasi del percorso scolastico,
compresa la valutazione finale.
Nota MIUR n. 1787 del 1.03.2005 La Nota fornisce indicazioni alle Commissioni d’esame sull’adozione, nel rispetto delle regole generali, di ogni iniziativa idonea a ridurre il più possibile le difficoltà degli studenti con DSA.
Nota MIUR n. 4798 del 27.07.2005 La Nota richiama l’attenzione sulle modalità di programmazione degli interventi in favore della qualità dell’integrazione scolastica degli alunni disabili. Il successo dell’integrazione rappresenta un
aspetto caratterizzante dell’ordinaria programmazione didattica, oggetto di verifica e valutazione. È fondamentale, in quest’ottica, la collaborazione tra scuola e famiglia.
CM n. 4674 del 10 Maggio 2007 La Circolare precisa che gli strumenti compensativi, per la loro funzione di ausilio, sono particolarmente suggeriti per la scuola primaria e nelle fasi di alfabetizzazione strumentale, mentre
le misure dispensative possono avere un campo di applicazione molto più ampio e sono indicate per gli studenti di scuola secondaria. Non è possibile dispensare gli alunni dalle prove scritte di
lingue diverse da quella materna, ma può essere assegnato più tempo e si può procedere in valutazioni più attente ai contenuti che alla forma.
Legge 170/10 La Legge riconosce i DSA e regola le disposizioni volte a garantire a tali studenti il diritto all’istruzione. Gli alunni con diagnosi potranno usufruire di appositi provvedimenti dispensativi e
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compensativi, di flessibilità didattica e sono previste specifiche modalità di verifica/valutazione
degli apprendimenti adeguati alle necessità formative degli studenti con DSA.
DM 5669/11 Nel Decreto sono state definite le disposizioni attuative della L.170/10 e fornite in allegato le Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.
Direttiva MIUR del 27.12.2012 Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica
C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per
l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative Regolamento per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 Valutazione CdM del 13 marzo 2009 - Schema di regolamento concernente
"Coordinamento delle norme vigenti del D.L.n. 137 del 1/09/2008, convertito con modificazioni
dalla L.n. 169 del 30/10/2008 art.10.
7. BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
AA.VV., Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti - LE GUIDE ERICKSON, 2013.
G C. CORNOLDI, S. ZACCARIA, In classe ho un bambino che… L'insegnante di fronte ai Disturbi Specifici
dell'Apprendimento, GIUNTI SCUOLA, FIRENZE, 2011.
STELLA, L. GRANDI, Come leggere la dislessia ed i DSA, GIUNTI SCUOLA,FIRENZE, 2011.
D. IANES, Disgrafia e disortografia, Apprendimento della scrittura e difficoltà ERICKSON, TRENTO,
2011.
C. VIO, P. E. TRESSOLDI, G. LO PRESTI, Diagnosi dei disturbi specifici dell'apprendimento,
TRENTO, ERICKSON.
G. STELLA, La dislessia, IL MULINO, 2004.
A. CANEVARO, Le logiche del confine e del pensiero, TRENTO, ERICKSON, 2009.
L. D'ALONSO, Gestire la classe, GIUNTI SCUOLA, FIRENZE, 2012.
AA.VV., Psicologia e scuola, GIUNTI, FIRENZE, ANNATA 2012-2013.
C. CORNOLDI, R. DE BENI, GRUPPO MT, Imparare a studiare 2, ERICKSON, TRENTO, 2012.
F. FOGAROLO, Costruire il PDP, ERICKSON,TRENTO, 2012.
L. ALONSO, Come fare per gestire la classe nella pratica didattica, GIUNTI SCUOLA, FIRENZE 2012.
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1. SITOGRAFIA
www dislessia.it o www.aiditalia.org
www.dislessia.org (sito dell’’AID di Roma)
www.dislessia.org/forum/
www.erickson.it
www.libroparlato.org
www.anastasis.it
www.ivana.it
ALLEGATI
Allegato 1 Raccolta di dati predittivi - scuola dell’infanzia
Allegato 2 Raccolta di dati predittivi - classe I primaria
Allegato 3 Raccolta di dati predittivi - classe II primaria
Allegato 4 Raccolta di dati predittivi - classi III-IV-V primaria e scuola secondaria di primo grado
Allegato 5 PDP- Piano didattico personalizzato
GUIDA PER GLI INSEGNANTI
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