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Page 1: Prospetto Odro 2011 Tenero

Fieno selvatico e fili sospesiItinerario etnografico nel territorio:Vogorno - Odro – Bardüghè - Vogorno

L’itinerario qui proposto permette l’incontro con un pae-saggio a tratti impervio, soprattutto nella parte alta, ma digrande suggestione e bellezza. Inoltre esso consente, a chilo desidera, di entrare in contatto con alcune forme assaisignificative dell’attività umana di un tempo, in particolarmodo, con quella della raccolta del fieno selvatico. In unterritorio come quello della Val Verzasca, dove scarseggia-vano i prati sul fondovalle, le superfici erbose sui fianchidei monti erano molto preziose. Venivano perciò, più omeno integralmente, falciate. Si trattava di un lavoro duroe spesso pericoloso. Il fieno selvatico serviva a foraggiaremucche e capre – essendo generalmente di qualità inferio-re a quello falciato sui maggenghi – specialmente nei peri-odi in cui le mucche e le capre erano “asciutte”, cioè nonproducevano latte. L’attività agricola di sfalcio e raccoltadel fieno, ancor oggi praticata a Odro – dove esiste pureuna possibilità di ristoro e di alloggio – fa di questomaggengo un modello di turismo ecosostenibile.

Fieno selvatico e fili sospesiOdro era uno dei centri dell'attività di raccolta del fieno sel-vatico. I ripidi e dirupati pendii del Pizzo Vogorno, inacces-sibili al bestiame più grosso, venivano regolarmente falciati, equesto fino agli anni ‘50 ca.. Il fieno selvatico così ottenutoveniva prima ammucchiato e poi trasportato, con i fili sospe-si, fino al monte di Odro o verso il villaggio di Vogorno. Glisprügh erano i rifugi temporanei per gli alpigiani che si reca-vano sulle zone alte per procedere al taglio del fieno. Si crea-va così un modo di operare che consentiva il foraggiamentodel bestiame su tutto l’arco dell’anno. Tracce evidenti diquesta attività (fili in disuso; “battute”; sentieri sulla roccia)sono ancora visibili. Per comprendere l'importanza di questaattività, ci permettiamo di citare alcuni passaggi del volumedi F. Binda, I vecchi e la montagna (Locarno 1983): "Unavolta andavano tutti a bosch senza eccezione. Se ti dico chesfalciavano tutto il Pizzo Vogorno. (…) Quando hanno smes-so di andare a bosch, anche i fili a sbalzo sono andati allamalora. Io avevo un filo a sbalzo della lunghezza di 1000metri, che arrivava quasi sul Pizzo Vogorno, all’altezza dica. 2000 m, poi c’erano diverse tracce fino a giungere aCosta Piana."

OdroOdro è un insediamento rurale situato a 1200-1300 metridi altitudine, sulle pendici del Pizzo Vogorno. Esso è collo-cato tra il villaggio di Vogorno (500 m) e l’Alpe Bardüghè(1600 m). Vi si accede tramite un ripido ma agevole sen-tiero che, seguendo un lungo crinale che separa la Valle delMolino dalla Valle della Porta, tocca una lunga serie dinuclei intermedi (Colletta, Torlètt, Stavéll, Pidoo). A suavolta Odro, che nel sistema di sfruttamento alpestretradizionale svolgeva la funzione di monte alto, è compos-to da quattro piccoli nuclei (Técc Fond, Ticc Zòtt, Sert,Cim’al Prov). L'antichità di questo nucleo è attestata dallapresenza di un bel masso cuppellare, al centro del nucleo diTicc Zòtt, come pure dalle datazioni riscontrabili su alcuniedifici (XVII°/XVIII° secolo).

Punti di interesse etnografico e paesaggistico

1. MuliniTracce di un vecchio mulino sono ancora visibili sotto lacappelletta (v. pto. 2), sulla sinistra orografica del ruscellodella Valle del Molino. A metà dell’Ottocento vi erano duemulini in funzione, di proprietà della famiglia Anselmi.

2. Cappella e scalinataLa cappella è collocata poco oltre il ponticello, ai piedi diuna notevole scalinata. Se si osserva bene la forma delmonte Calvario rappresentato nell’affresco, si nota che essaè simile a un grande mucchio di fieno (termine dialettalemèda). All’esterno, le due rustiche croci in legno appese aimuri (che un tempo erano almeno tre) alludono, comeconfermano numerosi informatori, a persone morte fal-ciando il fieno di bosco nei monti sovrastanti. La scelta deltema (la salita al Calvario) e la forma dello stesso Calvarionon sembrano casuali.

3. OratorioIn località Colletta si erge l'oratorio secentesco dedicatoalla Madonna Addolorata. Sembra che l'origine della cap-pella sia da ricollegare ad un'apparizione della Vergine

avuta da un abitante di Vogorno in quel luogo. A tutt’oggi,l'oratorio è raggiunto processionalmente da Vogorno unavolta l’anno, il venerdì di Passione (ossia il venerdì che pre-cede la Domenica delle Palme).

4. Selva castanileIl sentiero si snoda nella bella selva castanile con imponenticastagni monumentali presenti fino a quota 900 m s./m.

5. Percorso di crinaleIn questo tratto il sentiero diventa un vero percorso dicrinale. Gli insediamenti sono disposti in modo tale daapprofittare, per quanto possibile, dei vantaggi dati dall’es-posizione al sole e in modo da ridurre al minimo i pericolidovuti a scoscendimenti, valanghe, inondazioni, ecc..

6. Fili sospesi a StavéllAppena raggiunto il crinale in prossimità del monte diStavéll si notano il punto di partenza e di arrivo di alcunifili sospesi o “a sbalzo”. Il filo che scende a valle è ancora-to ad un grosso masso ed è sostenuto da tre pali. Due sonole "battute", i punti di arrivo dei fili sospesi che scende-vano da Odro.

7. Massi cuppellariSu di un masso affiorante al centro dell'insediamento diOdro sono ben visibili alcune coppelle. Si tratta di segniparticolari eseguiti dall'uomo in un passato remoto. Laloro datazione, così come il loro significato, sono tuttoraincerti.

8. L'azienda montana agrituristica di OdroDal 1996 J.-Louis Villars e Marlis Solèr risiedono stabil-mente a Odro. Alcuni edifici sono stati restaurati e la pic-cola azienda agricola, con una quarantina di capre verza-schesi, provvede allo sfalcio delle superfici prative delmonte che viene così mantenuto pulito. Le piacevoli strut-ture d'accoglienza ricavate negli stabili alpestri e il senso diospitalità mettono a proprio agio l'escursionista che potràsostare per ristorarsi e pernottare. L'installazione di unapiccola turbina produce l'energia sufficiente per coprire il

fabbisogno proprio e quello degli ospiti. La captazione dauna sorgente assicura costantemente la disponibilità diacqua.

9. Il piccolo Museo del fieno di boscoIl punto centrale dell'itinerario è costituito dal piccolomuseo situato nel nucleo di Sert. In realtà si tratta del-l'abitazione temporanea di Luigi Berri (1904 - 1988), chealla cessazione della sua attività alla fine degli anni Sessantalasciò intatto il locale in cui era vissuto, con gli utensili egli attrezzi da lui utilizzati. Nel piccolo locale vengonocosì presentati gli oggetti che gli servivano per svolgerevarie funzioni, in primo luogo la raccolta del fieno dibosco.

10. Muri a seccoLa superficie prativa di Odro è delimitata verso l'alto daimponenti muri a secco.

11. “Battute” di fili sospesi attraverso la valle Nella parte alta di Odro è possibile osservare alcune “bat-tute” di fili sospesi che attraversavano la Valle del Molino.L'ancoraggio di questi fili è stato reperito sotto l'AlpeBardüghè, sul versante opposto, a dimostrazione di cometali fili costituivano una vera e propria rete di trasporto.

12. Alpe BardüghèA quota 1600 m si apre un vasto pianoro utilizzato untempo quale alpe. Il sistema di sfruttamento alpestre utiliz-zava questa fascia altitudinale elevata per il pascolo estivodel bestiame.

13. FaggetaAssai affascinante è la faggeta residua di forma grossomodocircolare presente sotto l'insediamento alpestre diBardüghè, a quota 1520 m, indicata con il toponimo Faìsc(altra denominazione: Merìsg da Bardüghè). Essa era chia-mata, dalla gente che risiedeva sui monti, “bosco sacro”.Tale denominazione – che ricorre frequentemente nell’arcoalpino – potrebbe avere una duplice origine. Essa potrebbealludere, da un lato, alla funzione protettiva (almeno indi-

retta) di questo bosco da sempre possibili e temibilivalanghe. Dall’altra parte, se è vero che la faggeta venivapure denominata Merìsg da Bardüghè, la sacralità, ovverointangibilità del bosco, potrebbe anche essere dipesa dallasua funzione di riparo dal sole, durante il periodo estivo,per il bestiame dell’alpe poco discosto. Nel “bosco sacro”nessuno poteva recarsi, per nessun motivo, a tagliare legna.

14. Castagni monumentaliA partire da quota 900 m si scende attraverso una selvacastanile ormai abbandonata da parecchi decenni e di con-seguenza trasformatasi in bosco fitto e misto. A testimoni-anza delle selve castanili che ricoprivano gran parte diquesta fascia montana (soprattutto attorno ai nuclei abi-tati), sopravvivono, qua e là, dei grossi ed affascinanticastagni secolari. Non è possibile soffermarci qui suglisvariati e un tempo indispensabili prodotti di questa speciearborea (ricordiamo però l’interessante fascicolo, a cura diLaura Sofia, sul tema appunto della castagna, apparso nellacollana “Le Voci” del CDE). Merita inoltre una menzionel’indagine condotta di recente dall’Istituto federale di ricer-ca WSL (www.wsl.ch/sottostazione), intesa a censire e stu-diare gli esemplari più vecchi di castagno – i cosiddetti“castagni monumentali” – ancora presenti sul territoriodella Svizzera italiana. Il castagno che si osserva a lato delsentiero, purtroppo decisamente malridotto, è uno dei 310censiti. Esso sorge, non casualmente, vicino al tracciatooriginale del sentiero che lo aggirava (la conformazione delterreno ed alcuni sassi come luogo di ristoro avvaloranoquesta ipotesi). Era inoltre l’albero che segnalava, lungo ilsentiero principale, l’ingresso ai terreni più pregiati, prossi-mi agli insediamenti. Secondo la ricerca svolta, ben il 23%di tutti i castagni monumentali censiti si trova in una situazione simile.

15. La viteSopra Costapiana si può osservare la vite, coltivata ancoracon metodi tradizionali. Vecchi ceppi resistenti che, con ilcastagno, completano il paesaggio vegetale, di grandeimportanza per l'uomo nell'ambito dell'economia disussistenza.

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Ideazione dell'itinerario, fotografie e testi:

Museo di Val Verzasca e Tourist Office Tenero e Valle Verzasca,

in collaborazione con il Centro di Dialettologia e Etnografia, Bellinzona

e Paolo Crivelli, Melano

Con il sostegno di:

© Copyright 2006

Museo di Val Verzasca / Tourist Office Tenero e Valle Verzasca

AccessoL’itinerario parte in prossimità del Ristorante PizzoVogorno. Vista la scarsità di posteggi sul posto, si consiglial’accesso con l’autopostale. Fermata Vogorno (rist. PizzoVogorno).

Ristoro e alloggioAgriturismo di Odro, J.-Louis Villars,6632 Vogorno, tel. +41 (0)91 745 48 15www.odro.ch

InformazioniTourist Office Tenero e Valle Verzasca6598 Tenero, Tel. +41 (0)91 745 16 61www.verzasca-tourism.ch

Museo di Val Verzasca6637 Sonogno, Tel. +41 (0)91 746 17 77www.verzasca.com/museo

Tourist OfficeTenero e Valle VerzascaCH-6598 Tenero

[email protected]. +41(0)91 745 16 61

M U S E O D I V A L V E R Z A S C A

Odro.Itinerario etnograficoEthnografischer Rundgang

Page 2: Prospetto Odro 2011 Tenero

Ethnografischer Rundgang im GebietVogorno-Odro-Bardüghè-Vogorno

Auf diesem Rundgang entdeckt man eine Landschaft vongrosser Anziehungskraft und Schönheit, die in höherenLagen jedoch nur teilweise zugänglich ist. Gleichzeitigkann man auch einiges über die frühere Beschäftigung derTalbevölkerung erfahren, im Besonderen über dasWildheuen. Im Verzascatal, wo die Viehweiden auf demTalboden nur spärlich vorhanden sind, waren dieGrasflächen an den Berghängen sehr wertvoll. Diese wur-den darum auch mehr oder weniger vollständig abgemähtund eingebracht. Es handelte sich dabei um eine harte undoft auch gefährliche Arbeit. Wenn die Kühe und Ziegenkeine Milch gaben, wurden sie mit Wildheu gefüttert, dasvon minderer Qualität war als das der Maiensässe. Dielandwirtschaftliche Tätigkeit, wie sie heute noch in Odroausgeübt wird, kombiniert mit den Verpflegungs- undUebernachtungsmöglichkeiten, macht aus diesemMaiensäss ein umweltverträgliches Tourismusmodell.

Wildheu und HeuseileOdro war eines der Zentren für die Gewinnung vonWildheu. Die steilen und schroffen Flanken des PizVogorno, die für das Grossvieh nicht zugänglich sind,wurden regelmässig gemäht, und dies bis ungefähr in dieFünfzigerjahre. Das so gewonnene Wildheu wurde zuerstin Bündeln zusammengehäuft und dann mit denHeuseilen zum Heustall auf dem Berg oder bis ins Dorfim Tal transportiert. Die sprügh (Höhlen im Fels) warendie temporären Unterkünfte für die Bergbauern, die sichin die hoch gelegenen Zonen begaben, um das Heu zuschneiden. So entstand ein System, das die Fütterung desViehs während des ganzen Jahres ermöglichte. DeutlicheSpuren dieser Tätigkeit (nicht mehr benutzte Heuseile;Pufferstellen für die Heubündel; Wege in den Felsen)sind noch sichtbar. Zur Illustration der Bedeutung dieserTätigkeit zitieren wir hier einige Stellen aus dem Werkvon F. Binda, I vecchi e la montagna [Die Alten und derBerg] (Locarno 1983): „Früher gingen alle in den Wald,ohne Ausnahme. Ich sage dir, der ganze Piz Vogornowurde gemäht. (…) Als sie aufgehört haben, in den Waldzu gehen, verkamen auch die Heuseile. Ich hatte einHeuseil, das war 1000 Meter lang, es reichte fast bis aufden Piz Vogorno, bis auf ungefähr 2000 Meter Höhe,dann gab es verschiedene Strecken bis nach Costa Piana.“

OdroOdro ist ein auf 1200–1300 Meter über Meer gelegenesMaiensäss an den Abhängen des Piz Vogorno. Es liegtzwischen dem Dorf Vogorno (500 m) und der AlpBardughè (1600 m). Man erreicht es über einen steilen,aber bequemen Weg, der einem langen Grat, der das Valledel Molino vom Valle della Porta trennt, folgt und durcheine ganze Reihe dazwischen liegender Weiler (Colletta,Torlètt, Stavéll, Pidoo) führt. Odro seinerseits, das imSystem der traditionellen Alpbewirtschaftungdie Funktion der Bergsiedlung innehatte, besteht aus vierkleinen Siedlungskernen (Técc Fond, Ticc Zòtt, Sert,Cim’al Prov). Das historische Alter dieser Besiedlung wirdbelegt durch das Vorhandensein eines schönenSchalensteins im Zentrum von Ticc Zòtt sowie durchdie an einigen Gebäuden angebrachten Jahreszahlen(17./18. Jahrhundert).

Interessante ethnografischeund landschaftliche Schwerpunkte

1. MühlenUnterhalb der kleinen Kapelle (siehe Punkt 2), auf demlinken Ufer des Baches, der durch das Valle del Molinofliesst, sind noch Mauerreste einer alten Mühle sichtbar.Mitte des 19. Jahrhunderts waren dort zwei Mühlen, imBesitz der Familie Anselmi, in Betrieb.

2. Kapelle und TreppenwegDie Kapelle befindet sich unweit der kleinen Brücke, amFusse eines eindrücklichen Treppenweges. Bei genauererBetrachtung bemerkt man, dass der Kalvarienberg einemHeuhaufen (in der Mundart mèda) gleicht. An derAussenwand der Kapelle sind zwei rustikale Holzkreuzeangebracht, früher waren es mindestens drei. LautUeberlieferung erinnern diese Kreuze an die Leute, diebeim Wildheuen den Tod fanden. Sowohl das Motiv derMalerei, der Aufstieg zum Kalvarienberg, wie auch dieForm des Kalvarienbergs, wurden anscheinend nicht zufäl-lig gewählt.

3. KapelleIm Ort Colletta befindet sich eine Kapelle aus dem17. Jahrhundert, die der schmerzensreichen Madonnageweiht ist. Es scheint, da ss der Ursprung der Kapellezurückgeht auf eine Erscheinung der Jungfrau Maria, dieein Bewohner von Vogorno an diesem Ort hatte.Noch Heute gibt es eine Prozession von Vogornozur Kapelle.

4. KastanienselveDer Weg windet sich durch eine schöne Kastanienselve mitimposanten monumentalen Kastanienbäumen, die bis zueiner Höhe von 900 Meter über Meer vorkommen.

5. GratwegIn diesem Abschnitt wird der Weg zu einer wirklichenGratwanderung. Es handelt sich um eine im Verzascatalziemlich verbreitete Besonderheit. Dies zeigt,wie die Besiedlungsorte genau dort gewählt wurden,wo das Terrain Vorteile aufwies (Ausrichtung,weniger steiler Boden, Schutz vor Erdrutschen undLawinen).

6. Heuseile in StavéllSobald der Grat in der Nähe des Monte di Stavéll erreichtist, sieht man den Ausgangs- und Ankunftspunkt einigerHeuseile. Das Seil, das ins Tal hinunterführt, ist an einemgrossen Felsbrocken verankert und wird von drei Pfählengestützt. Es gibt zwei Aufprallstellen, die Ankunftspunkteder Heuseile, die von Odro herunterkamen.

7. SchalensteineAn einem Felsblock im Zentrum der Siedlung von Odrosind einige kleine, schalenförmige Vertiefungen gut sicht-bar. Es handelt sich um besondere Zeichen, die vomMenschen hinterlassen wurden, um das Territorium zukennzeichnen.Diese Zeichen sind weder genau datier- noch deutbar.

8. Agrotouristischer Bergbetrieb in OdroSeit 1996 leben J.-Louis Villars und Marlis Solèr ständig in

Odro. Einige Gebäude wurden restauriert und der kleineLandwirtschaftsbetrieb, mit ungefähr 40 Verzasca-Ziegen,ist für das Mähen der Bergwiesen besorgt, die so saubererhalten werden. Die einladenden Unterkünfte, die in denAlpgebäuden eingerichtet wurden, und dieGastfreundschaft sorgen dafür, dass sich der Gastwohlfühlt, der hier Rast machen und sich verpflegen undübernachten kann. Die Installation einer kleinen Turbineproduziert genügend Energie, um den Eigenbedarf undden der Gäste zu decken. Die Fassung einer Quelle stelltdie permanente Wasserversorgung sicher.

9. Das kleine Wildheu-MuseumDie Hauptattraktion des Rundgangs stellt das kleineMuseum dar, das in der Siedlung Sert liegt. Eigentlich han-delt es sich dabei um die zeitweilige Unterkunft von LuigiBerri (1904-1988), der nach Aufgabe seiner Tätigkeit Endeder Sechzigerjahre das Haus intakt hinterliess, in dem ergelebt hatte, mit den von ihm verwendeten Geräten undWerkzeugen. In dem kleinen Lokal werden so die Objekteausgestellt, die er bei der Ausübung verschiedenerTätigkeiten brauchte: vor allem beim Einbringen desWildheus.

10. TrockenmauernDie Wiesenfläche von Odro wird bergwärts von eindrück-lichen Trockenmauern begrenzt.

11. Ankunftspunkte der Heuseile quer über das TalIm oberen Teil von Odro kann man einige Ankunftsstellenvon Heuseilen sehen, die das Valle del Molino über-querten. Die Verankerung dieser Seile wurde unterhalb derAlp Bardüghè auf dem gegenüberliegenden Abhang gefun-den, dies zur Demonstration wie die Heuseile einwirkliches Transportnetz darstellten.

12. Alp BardüghèAuf 1600 Metern über Meer öffnet sich eine Hochebene,die als Alp genutzt wird. Das Alpbewirtschaftungssystembenutzte diese hochgelegene Fläche als Sommerweide fürdas Vieh.

13. BuchenwaldIn seiner Art faszinierend ist der kreisförmige Buchenwald,der sich unterhalb der Alp Bardüghè auf 1520 Meter überMeer befindet. Er wurde von den Bewohnern derMaiensässe “heiliger Wald” genannt. Diese Bezeichnung,die man sehr oft im Alpenraum antrifft, könnte zwei ver-schiedene Ursprünge haben. Einerseits könnte es einHinweis sein auf die Schutzfunktion des Waldes vor dengefürchteten Lawinen, andererseits auf seine Funktion alsSonnenschutz für das Vieh der benachbarten Alp. Wenn esstimmt, dass der Buchenwald auch Merisg da Bardüghègenannt wurde, hatte diese Bezeichnung auch mit derHeiligkeit, d. h. der Unantastbarkeit des Waldes zu tungehabt. Es war strikte verboten, im “heiligen Wald” Holzzu fällen.

14. Monumentale KastanienbäumeUnterhalb einer Höhe von 900 Meter über Meer geht mandurch eine Kastanienselve, die leider seit Jahrzehnten nichtmehr gehegt wird und nun ein dichter Mischwald ist. Inder Vergangenheit erstreckten sich Kastanienwälder überweite Teile dieses Berggebietes und im Besonderen um dieSiedlungen. Heute gibt es da und dort noch einzelne,riesige, faszinierende, hundertjährige Kastanienbäume.Erwähnenswert ist die neueste Studie der EidgenössischenForschungsanstalt für Wald, Schnee und Landschaft, WSL(www.wsl.ch/sottostazione). Die ältesten Kastanienbäume,die sogenannten „monumentalen Kastanienbäume“, die inder italienischen Schweiz noch bestehen, wurden inven-tarisiert und untersucht. Hier kann man einen der 310inventarisierten Kastanienbäume betrachten, leider ist er inschlechtem Zustand.

15. RebenOberhalb von Costapiana befinden sich Reben, die nochnach traditionellen Methoden kultiviert werden. AlteWeinstöcke von resistenten Reben, die zusammen mit derKastanie die Pflanzenwelt vervollständigen, die für denMenschen im Rahmen der Subsistenzwirtschaft vongrosser Bedeutung war.

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ZugangDer Rundgang beginnt in der Nähe des Ristorante PizzoVogorno. Aufgrund der wenigen Parkplätze amAusgangsort Vogorno wird empfohlen, das Postauto zubenutzen. Haltestelle Vogorno (Ristorante PizzoVogorno).

Verpflegung und Übernachtungsmöglichkeit: Bauernhof OdroJ.-Louis Villars, 6632 Vogorno, Tel. +41 (0)91 745 48 15www.odro.ch

InformationenTourist Office Tenero e Valle Verzasca6598 Tenero, Tel. +41 (0)91 745 16 61www.verzasca-tourism.ch

Museo di Val Verzasca6637 Sonogno, Tel. +41 (0)91 746 17 77www.verzasca.com/museo

Konzept des Rundgangs, Fotografien und Texte:

Museo di Val Verzasca

Tourist Office Tenero e Valle Verzasca,

unter Mitwirkung von CDE, Bellinzona und Paolo Crivelli, Melano

Unterstützt durch:

© Copyright 2006

Museo di Val Verzasca / Tourist Office Tenero e Valle Verzasca