Progetto “Educare alla legalità e alla
convivenza civile” a.s. 2013/2014
ISTITUTO COMPRENSIVO CARIATI
Classe 5^B
Plesso “G. DI NAPOLI”
ALUNNI COINVOLTI
Calbi Margherita Chiurco Andrea Donnici Cataldo Filareti Daniele Fortino Isabella Gentile Margherita Kandil Youssef Lettieri Veronica Liguori Cataldo Martellino Stefano Paletta Giacomo Pignataro Domenico Pirillo Cataldo Scalioti Angela
La nostra classe in prima …
La Costituzione è la legge più importante dell’Italia.
La Costituzione noi bambini la vediamo così…
Questa legge è nata il 1° gennaio 1948
Il Presidente Enrico De Nicola che firma
la Costituzione.
Questo disegno rappresenta la Signora Italia e le ricchezze del nostro territorio …
Articolo 1:
“ L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
L’ Italia è una Repubblica Democratica fondata
sul lavoro.
C’è un lavoro comune
e c’è una fede per tutti
un compito per ognuno.
Ogni uomo al suo lavoro.
(T. Eliot)
… ma il diritto al lavoro coincide troppo spesso con la necessità di
emigrare.
Questa poesia mi ha emozionato … è troppo doloroso il fenomeno dell’emigrazione per
poterlo ignorare. Lettieri Veronica
“Il dolore ha il volto dell’emigrante ed io l’ho visto, stamane, accanto al treno che tossiva bianco vapore. Ho visto una casa intera in due valigie di cartone nero e un pacco a spago; ho respirato odore di stalle e campi. Abiti di velluto e scarpe a chiodi. Quel giorno la speranza vestiva così.” (F. Martignon)
…. e la nostra classe a causa del “non lavoro” ha perso dei pezzi……
Il primo pezzo del puzzle a staccarsi è stata Lucia
Lucia era una bambina molto sensibile, un’amica sincera, introversa e molto intelligente. Era sempre pronta ad aiutarci quando qualcuno aveva bisogno. Lucia, oggi si trova con la sua famiglia in Alto Adige . La ricordiamo con affetto e simpatia. Margherita Gentile e Fortino Isabella
Poi è toccato a Leonardo
Leonardo è dovuto emigrare a Siena perché i suoi genitori non
avevano abbastanza lavoro. L’ho conosciuto all’asilo, eravamo
piccolissimi e passavamo le giornate a giocare e a disegnare.
Eravamo grandi amici e mi bastava guardarlo negli occhi per
capire quello che pensava. Gira e rigira ci trovavamo sempre
seduti vicini e i suoi occhi espressivi mi seguivano dappertutto. In seconda lui andò via, piansi….
Ora vorrei incontrarlo di nuovo per vedere come è cresciuto, se è cambiato, e se ogni tanto pensa a noi.
Domenico Pignataro
Il terzo pezzo del puzzle è stato Cinzia
Cinzia, la mia migliore amica, è emigrata in Germania. Era ed è ancora un’amica speciale che conoscevo dall’asilo e da cui non sarei voluta separarmi. Eravamo molto legate e il solo pensiero di staccarci ci faceva piangere il cuore. Per me la parola amica significa: Amicizia Migliore In ogni Caso Aiutandosi
Calbi Margherita
…altro pezzo mancante del puzzle Chantal
La mia migliore amica si chiama Chantal.
Anche lei è un pezzo del puzzle che si è spezzato.
Per me è stata dura perderla, ma so che è
andata via perché i suoi genitori non trovavano
lavoro a Cariati.
Spero tanto che si trovi bene nella sua nuova
scuola in Germania e di poterla rivedere
molto presto.
Angela Scalioti
Cristoforo…ultimo pezzo mancante del puzzle
L’emigrazione è una cosa brutta specialmente se una persona che ti sta a cuore parte. L’ultimo a lasciarci è stato mio cugino Cristoforo. Con lui ho trascorso dieci anni di vita a ridere, a piangere, a scherzare, a giocare e a litigare. Non posso perdonarmi mai di averlo fatto partire senza muovere un muscolo. Quando l’ho visto l’ultima volta, Cristoforo aveva gli occhi rossi e gonfi, mentre io provavo dispiacere e nello stesso tempo rabbia.
Donnici Cataldo
Ricordo spesso i compagni di classe che nel corso degli anni di Scuola Primaria, per motivi di lavoro sono stati costretti ad emigrare con le rispettive famiglie. Penso a Cinzia, a Leonardo, a Lucia, a Chantal, ma soprattutto a Cristoforo. Doverli salutare è stato molto triste. Speriamo che in futuro il Diritto al Lavoro sia assicurato a tutti i cittadini.
Cataldo Liguori
Andrea Chiurco
L ‘emigrazione a Cariati Nel 1861, quando i cariatesi non riuscendo più a vivere semplicemente coltivando la terra e con la pesca, emigrarono prediligendo la Germania e l’America Latina. Queste mete rappresentavano la “Terra Promessa” per una vita migliore. Agricoltori, muratori, calzolai, domestiche e nutrici tutti lavori umili che i nostri concittadini svolgevano per poter migliorare le condizioni di vita molto povere nel paese. Allora partivano solo i capi famiglia, mentre i bambini venivano lasciati ai nonni. Oggi con la crisi economica e la chiusura dell’ospedale, Cariati si è spopolata di nuovo. Le famiglie si spostano sia in Germania che nel nord Italia. Tutto questo ha provocato la chiusura di molti esercizi commerciali, di attività artigianali e marinare . Il paese assume così un aspetto triste e malinconico: case chiuse e abbandonate, strade vuote e buie, anziani e pensionati che restano da soli aspettando le feste per potersi riunire con i propri figli.
Giacomo Paletta e Pirillo Cataldo
Immigrazione
Mi chiamo Youssef, i miei genitori sono arrivati a Cariati dal Marocco per trovare lavoro. I miei fratelli sono nati in Marocco ed io sono nato a Cariati. Mio padre fa l’ambulante e mamma lavora nella cucina di un ristorante. Si sono integrati bene, soprattutto mio padre e noi ragazzi abbiamo tanti amici italiani. Ogni anno andiamo tutti in Marocco, perché ai miei genitori manca la loro terra dove incontrano i familiari . Io sto bene in Italia, ma non rinnegherò mai le mie origini marocchine.
Kandil Youssef
Oggi la nostra classe è così!
I bambini vengono tutelati dalla convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Secondo me i legislatori hanno pensato così…
Convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Art.32 Hai diritto a non svolgere lavori
pesanti e pericolosi per la tua salute o che
ti impediscono di andare a scuola.
Io bambina futura cittadina
anche se un po’ piccolina riesco a capire
l’impegno di un bambino come me mentre lavora e non va a scuola
Il suo dovere adesso è lavorare, anche se lui vorrebbe studiare. I suoi diritti sono in fumo ormai
e con solidarietà lo dovremmo aiutare e lo sai.
Ogni bambino ha un sogno, anche se a volte si scoraggia,
anche se lui ha la pelle più scura, è uguale a te ed ha sempre paura.
Calbi Margherita
Io bambina futura cittadina
Ci sono bambini che vogliono studiare,
ci sono dei bambini che devono lavorare.
Bambini poveri
costretti a lavorare in un paese povero
dove non hanno niente da mangiare.
Gentile Margherita
Io bambina Futura cittadina Ci sono bambini che devono lavorare
per guadagnare qualcosa da mangiare. Molti bambini muoiono di fame
e pur volendo a scuola non possono andare.
San fabbricare scarpe, bambole e palloni e anche delle case di mattoni. Delle persone molto cattive
li sfruttano con il lavoro minorile.
Ogni bambino ha un sogno da realizzare come andare a scuola per studiare. Anche se hanno la mia stessa età
non c’è uguaglianza e diversità Fortino Isabella
Io bambino futuro cittadino.
Il sangue versato per noi non verrà sprecato.
Il futuro insieme costruiremo
e l’Italia salveremo. Il grande sacrificio dei nostri avi
sacrificio che la Patria ha salvato.
La frase “I have a dream” dobbiamo ricordare, così che veramente il nostro sogno si possa realizzare,
Che la nostra Patria non cerchi di tirare avanti, ma avanzi marciando verso un futuro migliore.
Chiurco Andrea
Tutti i bambini per me sono degli amici e quindi non dovrebbero essere costretti a lavorare e nemmeno
essere soldati e costretti a combattere. Pirillo Cataldo
School the best place to work.
Filareti Daniele e Martellino Stefano
Il Progetto è stato realizzato e ideato dagli alunni
della 5^ B e dalle insegnanti di classe
Limido Brunella e Branca Innocenza
del “plesso G.Di Napoli”.
Il montaggio del video con Power Point è stato
eseguito dall’Ins. Oliverio Donatella.
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