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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma
IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 20 26 maggio 2011 1€
EditorialeTra intercettazioni telefoniche, falsa morale e discriminazione
Giacomini
L’IntervistaIl presidente della LND
Carlo Tavecchio Redazione
Gli 85 tecnici della Lega Pro hanno votato i migliori girone
per girone del 2010/2011
Miglior SquadraMiglior AllenatoreMiglior Under 23Miglior Calciatore
“Serve gente funzionale al sistema”. FIGC la morale dov’è? Chi ha la coscienza sporca? E perchè discriminare chi è diversamente abile? Potrebbe servire la candeggina per ripulire le loro coscienze?«È chiaro che i comportamenti illeciti sono soggetti
a prescrizioni ma non è così per i comportamenti
morali». Queste sono le parole di Giancarlo Abete, presi-
dente della Federcalcio, riguardo le radiazioni di Moggi
e compagnia “cupolando”. La questione morale è sem-
pre stata uno dei cavalli di battaglia del vice presidente
nazionale Vicario dell’Unione cristiana Imprenditori
Dirigenti. Sì, perché il numero uno di via Allegri, non es-
sendo legato alle logiche della poltrona, ne accumula
diverse per stare più comodo. La morale rappresenta la
condotta diretta da regole, la via o guida secondo il quale
ogni uomo dovrebbe agire ogni uomo, ma sappiamo
bene tutti che ogni uomo è diverso dagli altri non sotto il
profilo umanista del termine ma solo per le conoscenze,
le amicizie da cui è contornato e protetto. Altrimenti è
difficile spiegarsi come mai Antonello Valentini, ora di-
rettore generale della Federcalcio e da sempre braccio
destro di Giancarlo Abete, quando era capoufficio stam-
pa della Figc durante una telefonata a Luciano Moggi,
dopo aver chiesto dei biglietti omaggio per un suo amico
(su questo nulla da ridire), iniziò un vero e proprio stilli-
cidio nei confronti dell’allora Procuratore Federale Emidio
Frascione definendolo, in un’intercettazione telefonica
pubblicata dall’Espresso (copiate e incollate questo link
per ascoltarla: http://espresso.repubblica.it/multime-
dia/home/5306010): «un pazzo giustizialista», «un ne-
mico in casa, un indiano» (dimenticandosi che gli Indiani
d’America si trovavano a casa loro ed erano i cowboy gli
estranei). Aggiungendo che Frascione «è un D’Artagnan
dei miei coglioni» e che bisogna mettere nei posti giusti
«Delle persone intelligenti, ma intelligenti veramente
nel senso che abbiano il senso della misura e capiscano
i problemi….perché sennò ci facciamo male da soli…..».
Poi l’apice della moralità viene toccata quando il capouf-
ficio stampa afferma che: «Bisogna mettere della gente
funzionale al progetto (?), al sistema, non dei pazzi».
L’allora capoufficio stampa continua sulla linea: «o lui (si
riferisce al Frascione) capisce che è uno di noi funzionale
al sistema salvaguardare la faccia, per carità nel rispetto
delle autonomie ma senza fare il D’Artagnan, sennò ve-
ramente diventa complicato». Valentini parla di rispetto
delle autonomie ma poco prima a Moggi diceva che: «Poi
è difficile andare a discutere con questi non ti credere che
tu lo chiami e dici fai così eh? (ride)». Ma il passaggio che
lascia maggiormente allibiti è quando Valentini afferma
che: «Bisogna mettere gente funzionale che capisca
che abbia il senso qui dello Stato (?), dello Stato sportivo
(??), non gente che va per i cazzi suoi….La nostra è una
giustizia sui generis, se ci mettiamo in mano all’opinione
pubblica, che facciamo ci buttiamo in faccia la merda da
soli….». Uomini funzionali al sistema, in pratica teste di
legno, persone-spugne che recepiscono gli ordini e si mu-
ovono di conseguenza. Da mesi scriviamo che la Procura
Federale della FIGC si muove come fosse un braccio
armato della casa madre, punendo chi dice la verità e
venendo smentita ad ogni successivo grado di giudizio.
L’AIA, come abbiamo scritto nello scorso editoriale, ha
negato anche solo la possibilità di tornare in campo per i
test fisici ad un giovane arbitro disabile, costretto da una
malattia all’amputazione di una gamba. L’arbitro avrebbe
voluto una nuova occasione per poter tornare in campo
e riprendersi la sua vita e le sue passioni, ma in un primo
momento, anche se adesso si parla di una nuova doman-
da al Comitato Nazionale, L’Associazione presieduta da
Nicchi si è comportata in maniera discriminatoria e la
Federcalcio che è la madre di tutte le componenti non
ha commentato l’accaduto. Qualcuno dirà che le com-
ponenti hanno un loro regolamento, ma in nessun pas-
saggio di quello dell’AIA si parla di vietare ad un arbitro
disabile di poter tornare in campo se questo avesse pas-
sato i test fisici. Al giovane arbitro della sezione di Torino,
però, non è stata data neanche questa possibilità e il “non
legato alle logiche della poltrona”, che si è fatto “crociato”
della morale calcistica, ha dimostrato ancora una volta di
non occuparsi di quello che accade all’interno del movi-
mento. Intanto Andrea Agnelli ha apertamente accusato
“qualcuno” di avere la coscienza sporca riguardo allo
scudetto del 2006. Ma non preoccupatevi. Non è stato,
almeno per il momento, deferito visto che Palazzi è forte
con i deboli e debole con i forti o forse come disse Valen-
tini a Moggi è “funzionale al sistema”. Ma di chi parlava
Agnelli? Di Abete? Di Palazzi? Di Nicchi, di Pisacreta, di
Rossi? Chi avrà la cosceinza sporca? Un mio amico affer-
ma che: “Bianco, bianchetto, sbiancante, nemmeno con
la candeggina alcuni personaggi del panorama politico
sportivo italiano, riuscirebbero a ripulire la
propria anima”. (M.G)
NUMERO 20 - 26 maggio 20112 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
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Hanno collaborato Guido Del Re, Mauro Gasperini
Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com
Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma
T C A STattica Curiosità Approfondi-
mentoStatistica
Ormai i giochi sono fatti, ed ogni casella è andata al
suo posto, così come era previsto. L’Udinese dei
miracoli approda in Champion’s con Milan, Inter ed il sor-
prendente Napoli. Lazio e Roma (con il Palermo grazie alla
finale di Coppa Italia) alla Europa League, dalla quale ri-
mane fuori la deludente Juventus guidata dall’inadeguato
nocchiero Delneri. Fuori da tutto, ora in casa bianconera
si progetta l’ennesima rivoluzione, per tenere su il morale
degli indispettiti tifosi juventini che hanno assistito all’en-
nesimo pareggio interno. Ma la battaglia della Juventus
non si ferma solo al presente ed al futuro che la vedrà
operare in uno stadio nuovo di zecca ma desolatamente
privo di sfide europee. Si guarda anche al passato con una
decisa presa di posizione, educata ma chiara, di Agnelli
che si è rivolto al “Sor Tentenna” Abete affermando: “Se
ancora non si è risposto alla nostra richiesta di revisione
del titolo indebitamente assegnato all’Inter nel 2006, si
deve pensare alla malafede”. Ovvero ad un tentativo di in-
sabbiamento. E sì che Andrea Agnelli dovrebbe conoscere
la tattica dilatatrice dell’Abete di turno, ossia decidere di
non decidere, dare un colpo al cerchio ed uno alla botte. Il
Nostro aspetta e spera che si avvicini l’ora della prescrizio-
ne. La battaglia è ancora lunga, ma l’Illustre attende: non
risponde, non fa proclami, trama dietro le quinte, ha pau-
ra ad inimicarsi il potente petroliere che, allo stato delle
cose, al momento conta molto di più, come peso politico,
dell’erede Agnelli. Quale migliore tattica per Lui? C’è solo
da mettersi le mani nei capelli al solo pensiero che il calcio
italiano sia nelle mani di siffatto personaggio. Di questo
re da operetta che pontifica circondato dai suoi tirapie-
di fregandosene di tutto ciò che lo circonda. Professione
Calcio è sempre stata una voce indipendente che non ha
mai avuto paura di dire quello che pensa, e mi auguro che
possa continuare così non rimanendo, però, un grido nel
deserto. Ora comincia il calciomercato vero e proprio e
sarà interessante vedere se certe promesse saranno man-
tenute e quante panchine verranno assegnate a nuovi al-
lenatori. Intanto Delneri ha mollato, dice
che andrà alle Maldive. Beato lui...
La Juve contro “Sor Tentenna”, che con la sua tattica dilatatrice decide di non decidere4 NUMERO 20 - 26 maggio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Mauro Gasperini
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26
Per gli spareggi brividi in 90’
Classifica P G V N S GF GS
Atalanta 78 41 22 12 7 60 34Siena 77 41 21 14 6 67 34
Novara 70 41 18 16 7 61 35Varese 65 41 15 20 6 50 34
Reggina 61 41 15 16 10 44 37Padova 59 41 14 17 10 61 48Torino 58 41 15 13 13 49 46Empoli 56 41 13 17 11 45 38Livorno 56 41 14 14 13 47 45Pescara 53 41 14 11 16 42 45Vicenza 53 41 15 8 18 43 53Modena 52 41 11 19 11 43 49Crotone 51 41 12 15 14 42 48Grosseto 50 41 12 14 15 42 49Cittadella 48 41 11 15 15 47 52Sassuolo 48 41 12 12 17 39 44Ascoli-7 46 41 13 14 14 41 48
Albinoleffe 46 41 12 10 19 54 66Piacenza 46 41 11 13 17 50 62Triestina 40 41 8 16 17 34 54
Portogruaro 40 41 10 10 21 37 60Frosinone 38 41 8 14 19 45 62
41° Giornata 20-21-23/05/2011Atalanta-Cittadella 2-2Crotone-Grosseto 0-0Empoli-Torino 1-1Frosinone-Sassuolo 1-2Modena-Portogruaro 3-1Padova-Livorno 3-2Pescara-Novara 1-2Piacenza-Albinoleffe 1-3Reggina-Ascoli 2-2Siena-Varese 5-0Triestina-Vicenza 0-1
MARCATORI21 Gol: Piovaccari (Cittadella, 8r)19 Gol: Bianchi (Torino, 3r)18 Gol: Abbruscato (Vicenza, 2r) Calaiò (Siena, 4r)17 Gol: Cacia (Piacenza, 2r) Bonazzoli (Reggina, 2r) Coralli (Empoli, 4r) Bertani (Novara)15 Gol: Succi (Padova, 5r) Gonzalez (Novara)
42° Giornata 29/05/2011Albinoleffe-SienaAscoli-Triestina
Cittadella-PescaraGrosseto-AtalantaLivorno-FrosinoneNovara-Modena
Portogruaro-CrotoneSassuolo-Reggina
Torino-PadovaVarese-PiacenzaVicenza-Empoli
Penultima giornata del torneo cadetto che
ha decretato numerosi verdetti, sia per
l’alta che per la bassa classifica. Se la scorsa
settimana il Frosinone era con un piede e mez-
zo nella vecchia Serie C ora, dopo la sconfitta
interna per mano del Sassuolo, il “passi” per la
Lega Pro è stato ufficializzato e dopo cinque sta-
gioni di Serie B i gialloblu retrocedono in Terza
Serie. Con la squadra di Campilongo, fanno ri-
torno il Lega Pro anche Portogruaro (che saluta
alla sua prima esperienza in cadetteria dopo la
clamorosa promozione dello scorso anno) e la
Triestina (che la scorsa estate era stata ripes-
cata, quindi niente ciambella di salvataggio per
i friulani quest’anno). Per i play-out la bagarre
è apertissima: l’Albinoleffe espugna il Garilli
di Piacenza in rimonta e raggiunge proprio
la formazione di Madonna a 46 punti; l’Ascoli
(anch’esso a quota 46, ma con sette (!) punti
di penalizzazione sul groppone: se non ci fos-
sero stati il campionato dei bianconeri di Cas-
tori sarebbe stato ben diverso) coglie un ottimo
pareggio Reggio Calabria e la prossima gara in-
terna con la Triestina è la più semplice fra quelle
che vedranno impegnate le compagini in lizza
per evitare le forche caudine degli spareggi (Va-
rese-Piacenza e Albinoleffe-Siena le altre sfide).
Più “tranquille” Sassuolo e Cittadella (Piovac-
cari ancora sugli scudi) a 48 punti, mentre nella
zona-promozione già sicura la partecipazione
alla post-season di Novara, Varese e Reggina
(splendida la stagione degli amaranto di Atzori,
che con una formazione fra le più giovani del
campionato ha messo in mostra ottimi elemen-
ti e un calcio godibile). L’ultimo posto per i play-
off se lo giocheranno Torino e Padova: il destino
ha voluto che queste due squadre si incon-
trassero proprio all’ultima giornata all’Olimpico
di Torino. I veneti di Dal Canto hanno a dispo-
sizione due risultati su tre, e il successo colto
a tempo strascaduto contro il Livorno ha dato
loro un’iniezione di fiducia enorme. Partita vi-
etata ai deboli di cuore, quindi, con il Toro che
nell’anticipo del venerdì aveva buttato alle or-
tiche la possibilità di partire favorito in quello
che si profila un pre-spareggio con
il pari ad Empoli.
Allenatore: Emiliano Mondonico (Albinoleffe)
Russo(Vicenza)
Viviani(Cortone)
Rea(Sassuolo)
Fabbrini(Empoli)
Grossi(Albinoleffe)
Magnanelli(Sassuolo)
Danilevicius(Livorno)
Acerbi(Reggina)
Italiano(Padova)
Hetemaj(Albinoleffe)
Bertani(Novara)
Flavio Grisoli
La Prima Divisione girone A ha trovato
nuova linfa in questa stagione 2010/2011
e, dopo un campionato avvincente, i pro-
tagonisti possono rendere l’onore delle armi
ai loro avversari e la tavola rotonda degli al-
lenatori può nominare i più bravi. Le catego-
rie premiate sono migliore squadra, miglior
allenatore, miglior giocatore under 23 e
miglior giocatore in assoluto. Il presidente
del Gubbio, Marco Fioriti, incassa l’ennesimo
trionfo e parla del titolo attribuitogli visto
che, secondo gli addetti ai lavori, la sua
squadra ha avuto un rendimento nettamente
superiore alle altre: «Abbiamo fatto un buon
campionato ed è piacevole ricevere i compli-
menti dagli avversari. Abbiamo espresso il
miglior gioco, andando a vincere in trasferta
e mostrando una continuità notevole che ci
ha premiato». Al di là dei meriti in campo,
l’asso nella manica della compagine umbra è
stata l’organizzazione societaria, ma con um-
iltà il massimo dirigente rossoblu condivide
i suoi meriti con tutti i suoi collaboratori: «È
vero, abbiamo fatto un percorso di valoriz-
zazione degli under, vincendo due campi-
onati con il gruppo più giovane del girone. Lo
staff di alta qualità ha permesso di lavorare
a questo progetto e il mix di questi fattori è
stato vincente, regalandoci una brillante pro-
mozione». La prossima stagione approder-
anno in Serie bwin e alla domanda se punta
alla massima serie, il numero uno umbro
risponde così: «Non esageriamo, quest’anno
abbiamo raggiunto un risultato importante.
Cercheremo di non illuderci e portare avanti
una politica che premi i giovani. Sono convin-
to che ci toglieremo qualche soddisfazione e
potremmo essere la matricola terribile. L’ho
detto anche lo scorso anno e ci ha portato
fortuna». Chissà che il rito scaramantico di
Fioriti non venga preso da esempio anche
da altre squadre. Se il Gubbio è la migliore
squadra, la palma di più bravo non poteva
che andare al suo tecnico Vincenzo Tor-
rente: «Mi fa molto piacere e mi gratifica. È
davvero un anno storico per questa città per
quello che abbiamo fatto vedere, grazie ai dei
I mIgliori: Torrente trascina il Gubbio, Ragusa stella degli Under 23, Paulinho il giocatore simbolo
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Il Gubbio 2010/2011 (Foto Sito)
Paulinho è il migliore
del Girone A
(Foto Archivio)
Fabiola Rieti I mister hanno votato: Miglior Squadra; Miglior Tecnico; Miglior giocatore; Miglior giocatore under 23
ragazzi eccezionali non soltanto dal punto di
vista tecnico, ma anche dal lato umano». Il
mister eugubino è rimasto molto stupito e
piacevolmente colpito da questa investitura
conferitagli dai suoi colleghi. Però il progetto
Gubbio non è stato improvvisato, ma creato
con meticolosità. Infatti l’allenatore rossoblu
ha ribadito la nascita e l’evoluzione avuta dal
suo gruppo: «È un piano di lavoro iniziato
due anni fa con un obiettivo soprattutto tatti-
co: giocare un calcio propositivo. Con un 4-3-
3 offensivo e ci siamo riusciti. In questi due
anni abbiamo sempre mostrato grande spiri-
to di gruppo e anche cambiando alcuni gioca-
tori, i neo arrivati hanno subito assimilato le
linee tattiche stabilite e si sono inseriti facil-
mente. È un anno davvero
da incorniciare». Il premio
come miglior giocatore un-
der 23 è stato assegnato
ad Antonino Ragusa della
Salernitana, che purtroppo
non siamo riusciti a contat-
tare per una breve interv-
ista a causa dei problemi
societari presenti in quel
di Salerno. Il giovane gioca-
tore è in prestito dal Genoa
dove si è fatto le ossa nelle
giovanili rossoblu ed ha
disputato un’ottima sta-
gione con maglia granata.
L’attaccante classe
1990 ha totalizzato
31 presenze, gi-
ocando quasi tutte
le partite e ha seg-
nato 7 gol. In gener-
ale però il giocatore
che ha stupito di più
in questa stagione è
stato Paulo Sérgio Betanin, noto come
Paulinho, attaccante del Sorrento. Il
bomber brasiliano ha segnato 24 gol
ed è il miglior realizzatore dell’intera
Lega Pro. I mister lo hanno eletto qua-
si con un plebiscito come il giocatore
più decisivo e probabilmente avreb-
bero voluto averlo in squadra anche
loro: «Fa piacere, è sempre bello per
un calciatore ricevere questi attestati
di stima», dice il centravanti. Ringra-
zia anche i suoi compagni per il lavoro
che fanno: «Tecnicamente mi met-
tono in condizione di segnare e se ho fatto
tutti questi gol è merito anche della squadra.
Il gol più bello che ho segnato è il primo in
casa contro il Ravenna». Intanto molte so-
cietà di serie A si sono affacciate dalle parti
della costiera amalfitana per tentare l’assalto
a questo promettente attaccante, ma lui cosa
ne pensa? «Tutti i giocatori che militano nelle
categorie inferiori sognano la serie A. Io sto
bene a Sorrento, perché è un ambiente che
mi dà fiducia, ma spero che con questi play-
off riusciamo a centrare il salto di
categoria».
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Torrente giudicato dai suoi collleghi come
il trainer migliore del 2010/2011
(Foto Archivio)
Ragusa. l’Under 23
votato dai tecnici
(Foto Archivio)
Sara Sbaffi
La Nocerina saluta la Lega Pro dopo una
stagione dominata fin dall’inizio ed è elet-
ta migliore squadra del girone B. Gli allena-
tori, interpellati per eleggere la migliore com-
pagine della stagione appena conclusasi, non
hanno avuto dubbi sull’attribuire il proprio
voto ai molossi di Nocera. Il presidente Gio-
vanni Citarella commenta il premio e la sta-
gione: «Bene, sono contento. Non potevamo
immaginare di condurre un campionato del
genere soprattutto per il poco tempo che ab-
biamo avuto per costruire la squadra con il
ripescaggio che è avvenuto il 4 agosto. Il diret-
tore sportivo Ivano Pastore e il mister Gaetano
Auteri si sono rimboccati le maniche e hanno
messo su un gruppo competitivo. Dovevamo
affrontare una stagione tranquilla, poi do-
menica dopo domenica ci siamo resi conto
che potevamo ambire a qualcosa di più». Il
numero uno rossonero, che di mestiere fa
l’imprenditore edile, ci spiega qual è la marcia
in più che ha fatto volare la Nocerina tra i ca-
detti: «Auteri è stato fondamentale ma anche
il direttore sportivo ha gli stessi meriti, ha tro-
vato ragazzi che avevano dentro tanta voglia
di fare. È stato un connubio di varie cose che
messe insieme hanno portato alla vittoria del
campionato». E proprio sul mister di Floridia
conferma il prolungamento del contratto:
«Aveva un contratto di un anno, lo abbiamo
stracciato e ne abbiamo fatto un altro che lo
lega a noi per i prossimi due anni». Per non
farsi trovare impreparati all’appuntamento
con la Serie bwin c’è da risolvere la questione
stadio: «Abbiamo provveduto a consegnare
al comune il progetto per ristrutturare il San
Francesco, ora dobbiamo aspettare l’esito
dei ballottaggi. Entro i termini massimi pre-
visti per iniziare i lavori di ammodernamento
dello stadio». Mister Gaetano Auteri, l’uomo
in più di questa Nocerina, ha aggiunto un tra-
guardo importante ad un palmarès già di tut-
to rispetto, è la prima volta che ottiene una
promozione che lo proietta in serie bwin e il
suo impegno è stato premiato anche dai col-
leghi che quasi all’unanimità lo hanno eletto
migliore allenatore del girone. Il suo straor-
dinario lavoro è stato notato anche da piazze
illustri: ha avuto parole di elogio per lui il
Nocerina e Auteri Show. Insigne e Bellomo i top
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La Nocerina (Foto Ciro Pisani)
Gaetano Auteri, votato come
il miglior tecnico dai suoi colleghi
(Foto Archivio)
I mister hanno votato: Miglior Squadra; Miglior Tecnico; Miglior giocatore; Miglior giocatore under 23
presidente del Palermo, Maurizio Zamparini.
Nonostante il suo carattere schivo, il tecnico
dei molossi si mostra compiaciuto: «Ringrazio
quelli che mi hanno votato. L’apprezzamento
dei colleghi che mi hanno affrontato sul cam-
po è un attestato di stima che mi fa molto
piacere soprattutto perché si basa su fatti
concreti. Mentre le parole di Zamparini sono
sì gradite, ma rimangono comunque parole,
io mi baso sui fatti». È una persona concre-
ta Auteri e l’accoppiata con l’imprevedibile
presidente rosanero potrebbe essere a dir
poco scoppiettante. Riguardo a possibili in-
nesti per affrontare al meglio la serie cadetta,
il mister siciliano non si sbilancia su nessun
giocatore in particolare: «I miei me li tengo
ben stretti. Tutti hanno fatto molto bene sia
sotto il profilo tecnico ma soprattutto umano.
Qui c’è un gruppo fatto di uomini veri con val-
ori importanti». Sulla querelle che l’ha visto
protagonista nella gara di Foggia (valsa per
la matematica certezza del passaggio di cat-
egoria) con Pasquale Casillo, presidente dei
satanelli, afferma: «C’è una querela in corso.
Dopo i fatti avvenuti ognuno tragga le proprie
conseguenze, Casillo ha detto che io mentivo
e lui è stato squalificato quindi non avevo poi
tutti i torti». Gli stessi allenatori del girone B
hanno votato per noi anche il miglior gioca-
tore under 23. Ad emergere è stato il dician-
novenne Nicola Bellomo in forza al Barletta. Il
fantasista barese traccia un bilancio della sua
esperienza in biancorosso: «Intanto ringrazio
per la preferenza, sono soddisfatto visto che
è il mio primo campionato nella vecchia se-
rie C. L’inizio della stagione è stato dif-
ficile, poi piano piano ci siamo ripresi
ed abbiamo ottenuto la salvezza che
è l’obiettivo a cui puntavamo». È stato
definito “il nuovo Cassano” ma lui ci
tiene a sottolineare le differenze con il
campione del Milan: «Da quando ero
piccolo me lo dicono, perché siamo nati
entrambi a Bari vecchia, però c’è una
grande diversità tra noi ed è tutta nella
testa, io ho i piedi ben saldi a terra». Il
suo sogno è chiaro e farà di tutto per
trasformarlo in realtà: «Io vorrei arriv-
are a giocare più in alto possibile. Seg-
uo le orme di Messi, è lui il mio calcia-
tore preferito. Sei volte in gol in questa
stagione: «Quello più bello a discapito
del Cosenza». Infine come miglior gi-
ocatore in assoluto i mister del girone
B hanno scelto Lorenzo Insigne, bomb-
er proveniente dalla primavera del
Napoli e in prestito al Foggia: «È un bel risul-
tato essere scelti anche da altri allenatori».
L’attaccante rossonero, classe 1991, e il suo
compagno Marco Sau sono stati ribattezzati
“i gemelli del gol”: insieme hanno realizzato
trentanove reti, non si smentisce quindi il la-
voro di Zeman: «C’è parecchio del mister in
questo risultato, gli attaccanti con lui si sono
sempre esaltati, lo ringrazio per il suo metodo
di gioco, gli devo tanto». Il Foggia ha mancato
i play-off per gare perse o pareggiate in malo
modo, ma Insigne non ha recriminazioni: «Si-
amo una squadra molto giovane, abbiamo
fatto il massimo per centrare gli spareggi pro-
mozione, ma non siamo abbastanza esperti.
Forse potevamo fare qualcosa di
più, ma non ho rimpianti».
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Bellomo del Barletta, miglior
Under 23 del Girone B
(Foto Archivio)
Insigne, del Foggia, eletto top
player del Girone
(Foto Archivio)
Andrea Cardinaletti, presidente dell’Istitu-
to per il credito sportivo, ha parlato per
noi dell’impegno della banca per la crescita
dello sport e dell’economia sportiva. La po-
litica aziendale dell’Ics si fonda su due punti
cardine: innovazione e valori. Fondamentali
per dare prospettiva ai progetti, come spie-
ga il suo numero uno: «La nostra banca è un
istituto pubblico che si occupa di impiantistica
sportiva. Ora siamo in una fase di evoluzione
interessandoci anche al sistema sportivo. L’I-
stituto nasce nel 1957, in preparazione dell’e-
vento olimpico del ’60, che è stato un punto di
partenza per lo sport italiano. Da un approccio
centralistico con accesso a contributi a fondo
perduto, ci stiamo modificando con una pro-
iezione più territoriale e di servizio al cliente».
L’istituto è molto legato al calcio, che è il con-
testo più ricco economicamente, ma anche
quello che necessita maggiormente di soste-
gno. Per questo sono state proposte iniziative
interessanti: «Siamo attivi anche in altri sport,
ma il calcio è in continua evoluzione. Le società
devono diventare imprese non cercando solo
sostegni esterni, ma reinventando un modo di
generare valore. Per assistere a 360° il mondo
del pallone siamo entrati nell’ottica della fat-
torizzazione dei crediti delle società sportive,
che sono le grandi sponsorizzazioni, i diritti
televisivi e le cessioni dei calciatori. Le Leghe
- prosegue Cardinaletti - in questo contesto
possono svolgere un ruolo centrale come ca-
mera di compensazione sui trasferimenti dei
giocatori, perché sono in grado di riferirci sulla
qualità della società sportiva per la gestione
dei numeri. L’anticipo è molto semplice: inter-
veniamo sulle azioni di compravendita estiva
pagando il 30% e per il mercato invernale il
70% di quanto rica-
vato dalla vendita».
È stata una stagione
triste per il calcio
professionistico mi-
nore, tante penaliz-
zazioni dettate dai
disagi economici.
L’Ics può essere la
soluzione per molte
realtà? «Non siamo
un ente assistenzia-
le, contribuiamo al
buon funzionamen-
to di un progetto e
la strada della produzione è ormai un percorso
inevitabile per le società calcistiche. Non pos-
siamo tenere in piedi carrozzoni che non han-
no nessun fondamento. Stiamo facendo una
progressiva attività di comunicazione su tutto
il territorio e con tutte le leghe abbiamo fatto
una convenzione per favorirne la diffusione».
L’Ics ha finanziato il nuovo stadio della Juven-
tus e da allora in molti hanno bussato alla por-
ta dell’Istituto, come conferma il presidente:
«Questo progetto ci ha dato visibilità e consi-
derazione. Infatti le squadre ora ci interpellano
non solo come fornitore di denaro, ma come
partner propositivo». Eppure in Italia per ve-
dere stadi adeguati ai livelli europei, sembra
ci sia bisogno di una legge: «La legge sarebbe
importante per creare un incentivo verso ope-
razioni necessarie. D’altro canto credo che le
iniziative più virtuose possano procedere an-
che in attesa dell’emanazione, perché quando
il progetto viene costruito bene trova soste-
nibilità. A condizione che gli enti locali, liberi
da vincoli di conflittualità politica, possano
lavorare all’unisono con le società». I progetti
dell’Ics sono sempre all’avanguardia, infatti si
sono resi promotori di un’iniziativa appoggia-
ta dalla LND per costruire impianti ecologici.
Andrea Cardinaletti sottolinea lo spunto da cui
nasce quest’idea: «È molto importante che i
nostri impianti interpretino il futuro e l’impat-
to zero rientra in quest’ottica. Un impianto tra
50 anni dovrà essere moderno e favorendo le
energie rinnovabili ci inseriamo in
un percorso di prospettiva».
Il presidente dell’ICS, Andrea Cardinaletti: “Interpretiamo il futuro”Fabiola Rieti
Andrea Cardinaletti
(Foto Archivio)
1313w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 20 - 26 maggio 2011
“And the winner is…”, sono le tre parole
magiche che identificano il premio più
ambito per i protagonisti del mondo del
cinema: l’Oscar. In questo numero l’ambita,
ideale, statuetta verrà assegnata invece agli
sportivi della Seconda Divisione girone A, se-
lezionati dai mister dello stesso raggruppa-
mento. Le categorie premiate sono miglior
squadra, miglior allenatore, miglior gioca-
tore under 23 e miglior giocatore in assoluto.
Il presidente del Tritium, Ercole Ghezzi, rac-
coglie il riconoscimento come miglior squad-
ra e non c’erano dubbi visto che il suo team è
entrato in punta di piedi in Lega Pro da neo-
promossa, per poi sbaragliare le concorrenti
con una continuità e una compattezza in-
vidiabile. Il numero uno degli abduani si dice
soddisfatto di questo riconoscimento: «È un
piacere ancora più grande, perché ci siamo
meritati questa vittoria sul campo e gli av-
versari ne sono consapevoli e ce ne rendono
merito». Dopo il trionfo nel campionato di
serie D lo scorso anno, la squadra di Trezzo
sull’Adda si è riorganizzata in modo preciso e
attento, anche dal punto di vista societario:
«Noi siamo un’organizzazione che non ha un
presidente padrone che investe, ma siamo
un gruppo di persone molto affiatato e ci
troviamo bene. Abbiamo costruito uno staff
che è riuscito a far vedere in campo il pro-
prio valore e a portarci all’inaspettato salto
di categoria. Poi il mister è stato in grado di
tessere trame di gioco benissimo, dirigendo
meravigliosamente questa orchestra. Abbi-
amo scelto prima degli uomini e poi dei gi-
ocatori». Il lavoro del tecnico Stefano Vecchi
è stato riconosciuto unanimemente anche
dai suoi colleghi ed è la ciliegina sulla torta
di un anno da incorniciare: «È bello ricevere
i complimenti dai competenti del calcio. È
stata una stagione stupenda, proprio perché
non l’avevamo programmata. Ora dobbiamo
Tritium e Vecchi coppia d’oro. Under 23 roba da...Santoni...il miglior calciatore è un....Fabbro
1414 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 20 - 26 maggio 2011
La festa del Tritium (Foto Monzani-Tinelli)
Mister Vecchi (Foto Archivio)
Fabiola Rieti I mister hanno votato: Miglior Squadra; Miglior Tecnico; Miglior giocatore; Miglior giocatore under 23
rimboccarci le maniche per prepararci alla
Prima Divisione». La mossa vincente del Trit-
ium in questa stagione, secondo l’allenatore,
è stata: «Confermare il gruppo della scorsa
stagione ed inserire alcuni elementi che ci
hanno dato una grande mano». Il tecnico
lombardo, in questo periodo di calciomer-
cato, viene affiancato a panchine molto bla-
sonate, ma lui precisa: «Tutti gli allenatori
sono ambiziosi, ma credo che il prossimo
anno siederò ancora su questa panchina
– anche se, è notizia recente, del rinnovo
annuale del contratto di Vecchi con il sodal-
izio abduano – e al momento di programmi
per la prossima stagione ne stiamo facen-
do pochi, ma cercheremo di dare il meglio
anche lì, con l’obiettivo di mantenere la cat-
egoria». Sono le stesse prerogative dell’anno
passato, quando dalla D sono arrivati in Lega
Pro, poi il risultato è stato diverso, chissà che
non possano riuscire a fare il tris. Il calcio
italiano, sempre alla ricerca di giovani tal-
enti, ne può riscoprire molti proprio in Lega
Pro. Stefano Santoni della Pro Vercelli è una
promessa del calcio, secondo gli esperti del
settore, tanto da meritarsi la palma come
miglior under 23: «Ad inizio anno ero partito
con la voglia di giocarmi un posto, perché
non ero certo di essere titolare. Il riconosci-
mento degli allenatori avversari è un grande
traguardo per me». L’attaccante classe ’89,
dopo essersi fatto le ossa nelle giovanili del
Torino e poi con la Canavese, è approdato
a Vercelli carico di speranze e i 7 gol in 30
presenze sono un buon punto di partenza
per il futuro: «Rimango qui, ho firmato un al-
tro anno di contratto per la Pro Vercelli». Di
questa stagione sono molte le immagini da
ricordare, ma su tutte ce n’è una per il gioca-
tore vercellese: «Il gol contro la Sacilese è
stato il più bello, dopo un calcio d’angolo ho
tirato dal limite dell’area e messo in rete».
Un collega a cui si ispira?: «Jeremy Menez, mi
piace perché abbiamo delle caratteristiche
simili». Per un talento in cerca di conferme
c’è un calciatore che dopo tante dicerie fi-
nalmente si riscatta, trovando l’affetto di una
tifoseria e l’apprezzamento degli avversari.
Filippo Fabbro, attaccante del Lecco, ha rice-
vuto attestati di stima da parte dei tecnici
che lo hanno giudicato il miglior giocatore
del girone: «Sono contento, mi fa molto pi-
acere, perché detto dagli allenatori ha un va-
lore doppio. È la testimonianza che in questo
campionato mi sono impegnato e ho fatto
bene». Nel 2010/2011 per l’attaccante classe
1984 i numeri dicono 28 presenze e 13 reti,
ma lui non è soddisfatto e avrebbe preferito
qualcosa in più: «Sono ambizioso e dopo i 9
gol dell’andata speravo di farne altrettanti
nel girone di ritorno». Invece per la seconda
parte dell’anno è andato a segno solo quat-
tro volte, di cui due dal dischetto. Tra tutti i
centri, quale è stato quello più significativo
della stagione? «Per un attaccante i gol belli
sono quelli che si rivelano importanti e deci-
sivi per la squadra. Il primo stagionale, però,
nello stadio di Lecco è stato quello più emozi-
onante e l’ho segnato contro il Savona». In
prospettiva per questo calciatore ci sono
diverse possibilità: «Sono di proprietà della
Spal e mi farebbe piacere restare qui a Lecco,
perché mi trovo bene. Ancora non so quale
sarà la mia destinazione per il prossimo cam-
pionato. Certo, ho voglia di mettermi in gioco
e vorrei anche fare un “saltino” di
categoria».
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Santoni, top Under 23
(Foto Sito)
Fabbro, scelto dai mister
del Girone A come miglior
calciatore (Foto Archivio)
Cos’altro può chiedere di più il Carpi a
questa stagione spettacolare? La pro-
mozione diretta in Prima Divisione è arrivata
all’ultima giornata grazie al concomitante
pareggio della Carrarese, diretta inseguitrice.
La compagine modenese è stata una delle
difese più forti dei professionisti con quasi
un gol incassato ogni due partite. Inoltre i ra-
gazzi di Sottili non hanno mai subito sconfitte
tra le mura casalinghe e contano 33 incontri
consecutivi dall’esito positivo. Oltretutto con
la vittoria in semifinale contro la Nocerina, il
Carpi ha conquistato per la prima volta nella
sua centenaria storia la finale della Coppa Ita-
lia di categoria, persa però contro una Juve
Stabia troppo superiore. Grazie a questi mer-
itati primati i tecnici del Girone B della Secon-
da Divisione hanno espresso la propria pref-
erenza in tutto e per tutto a questa squadra:
migliore compagine del girone, miglior allena-
tore (Stefano Sottili), miglior giocatore under
23 (Vincent Laurini) e miglior giocatore in as-
soluto (Alessandro Cesca). Se la ride Marcello
Rossi quando ascolta le nomination del suo
Carpi: «Che dire, grazie sono contentissimo».
Dal ripescaggio alla Prima Divisione, tutto è
accaduto in un anno, un merito che il patron
biancorosso distribuisce equamente a tutta la
società: «La nostra marcia in più è stata una
squadra costruita bene dal direttore sportivo
e dallo staff tecnico, che hanno creato un
amalgama perfetto. Tutti hanno collaborato
a questa vittoria, è stata un’unione di tante
cose che ci ha portato ad arrivare a questo ri-
sultato. Ci fa molto onore che gli altri allena-
tori ci abbiano votato, è la dimostrazione che
il lavoro è stato fatto bene». Sui possibili in-
nesti e le conferme per organizzare la squadra
nella ex C/1 il numero uno carpigiano non si
sbilancia: «Ci si affeziona a tutti, però ci sono
delle regole nel calcio. Io però non me ne oc-
cupo, rimando tutto al direttore sportivo. De-
Tutti i tecnici d’accordo: Carpi stellare
1616 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 20 - 26 maggio 2011
Il Carpi durante la festa promozione (Foto Vecchi)
Sottili, eletto miglior tecnico
(Foto Vecchi)
Sara Sbaffi I mister hanno votato: Miglior Squadra; Miglior Tecnico; Miglior giocatore; Miglior giocatore under 23
ciderà lui come costruire la squadra». Intanto
c’è fermento per la questione stadio: all’inizio
della settimana è previsto un incontro tra Co-
mune e Società per sciogliere i nodi principali
sui lavori per la messa a norma del “Cabassi”.
L’adeguamento dello stadio sarà fondamen-
tale per disputare gli incontri della prossima
stagione a Carpi. La patata bollente è rimessa
all’amministrazione comunale. Grande è la
soddisfazione di Stefano Sottili per l’attestato
di stima da parte dei suoi colleghi: «Se pensi-
amo che è il primo anno che alleno tra i profes-
sionisti non posso che essere contento. Anche
la maggior parte della rosa dei giocatori a dis-
posizione era al primo campionato profession-
istico. Questo è un vanto per la società e per
il direttore sportivo, oltre che un orgoglio per
l’allenatore, vuol dire che le cose sono state
fatte nel modo giusto. Meglio di così non si
poteva». Si rincorrono le voci sul suo possibile
addio alla panchina biancorossa, c’è chi lo vu-
ole a Spezia e chi all’Empoli, ma il giovane tec-
nico toscano (classe 1969) smentisce di essere
stato contattato da altri club: «Non ho ricevuto
telefonate da nessuno. In questo momento
ancora non ho rinnovato. Aspetto che il Carpi
mi chiami per discutere del contratto. Per ora
hanno altri problemi, in primis la questione
stadio. Quando saranno definite situazioni so-
cietarie più importanti rispetto al discorso tec-
nico valuteremo il discorso sul futuro». Ma il
mister lascia aperte tutte le porte: «Se nel frat-
tempo dovessero chiamarmi altre società farò
le mie valutazione con il massimo della seren-
ità e dell’attenzione. Comunque la priorità ce
l’ha sempre il Carpi». Nell’ipotesi di lasciare la
squadra dei record, Sottili scherza su quale ra-
gazzo vorrebbe portarsi dietro: «Loro andran-
no in categorie in cui io non posso allenare.
Sono tutti molto bravi, calciatori esemplari dal
punto di vista professionale e non solo. Io me
li porterei tutti appresso, proprio per questo
duplice aspetto, quello umano e quello del
rendimento domenicale». Il miglior giocatore
in assoluto del Girone è risultato essere Ales-
sandro Cesca, votato quasi all’unanimità dagli
allenatori delle dirette avversarie. È il miglior
realizzatore biancorosso con quindici reti ed
è secondo nella classifica marcatori (ha fatto
meglio di lui solo Gaeta della Carrarese con
ventuno gol). Purtroppo non è stato possibile
complimentarsi con lui, il trentunenne attac-
cante di Udine non rilascia interviste telefon-
iche. Curioso che presidente e allenatore si
rendano disponibili e sempre molto cortesi
al telefono, mentre ad un semplice tesserato
si conceda il lusso di non farlo. Invece il suo
compagno di squadra, Vincent Laurini, classe
1989, è stato eletto miglior calciatore under
23 del girone e, raggiunto telefonicamente,
esprime tutta la sua sorpresa: «Ringrazio chi
mi ha votato, questa è stata una stagione
fantastica, siamo rimasti sempre davanti. Il
gruppo è stato fondamentale». Il promettente
difensore di origini francesi, nato a Thionville,
è approdato in Italia da poco (la scorsa sta-
gione era in forza al Fossombrone) e subito
si è fatto notare: «Sono arrivato tre anni fa,
nel 2008, e comunque l’Italia la conosco bene
perché ho alcuni parenti originari di Gubbio».
Molti dubbi sul futuro, soprattutto per un gio-
vane che fa gola a molti club. Vedremo cosa
riserverà per lui il mercato estivo, anche se le
ultime indiscrezioni lo vorrebbero
già sulla strada per Bologna.
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Cesca, attaccante del Carpi
(Foto Vecchi)
Laurino, miglior Under 23
(Foto Vecchi)
Con la fine del campionato è tempo di
bilanci e in questo numero gli allenatori
della Seconda Divisione girone C hanno pas-
sato ai raggi X le avversarie per assegnare il
titolo di migliore squadra, miglior allenatore,
miglior giocatore under 23 e miglior giocatore
in assoluto. Dal sondaggio, la compagine che
ha conquistato il premio è il Trapani e il diret-
tore generale Domenico Lipari ha commenta-
to così: «È molto importante ricevere attestati
di stima e noi effettivamente, durante la sta-
gione, abbiamo espresso il miglior gioco, gra-
zie al nostro tecnico Roberto Boscaglia. Anche
durante la stagione ci sono arrivati meriti
per il nostro modo di stare in campo. Poi, per
vincere un campionato, contano anche al-
tre variabili: la for-
tuna e gli episodi. Il
Latina ha fatto più
punti e dunque ha
meritato questa vit-
toria». Il valore dei
granata, però non si
riduce solo al valore
tecnico, ma anche
a quello societario,
come conferma il
dg trapanese: «Per
far bene sul campo
serve una società alle spalle. Noi cerchiamo
ogni anno di aggiungere un tassello in più alla
nostra organizzazione. Per esempio, abbiamo
già pagato gli stipendi di aprile con tutti i con-
tributi. Insomma, professionismo e profession-
alità per il nostro credo vanno di pari passo.
La nostra organizzazione viene da lontano, fin
dai campionati di Eccellenza ci siamo adeguati
ad un assetto societario ben definito che si è
costruito passo dopo passo». Un modus oper-
andi che dovrebbe essere preso come mod-
ello da molte società di Lega Pro che sono ar-
rivate al professionismo senza avere, dietro le
quinte, un organigramma adeguato di dirigen-
ti a sostegno dell’organizzazione. In questo
raggruppamento regnano le anomalie, infatti,
dopo aver premiato come squadra la seconda
classificata, il premio come miglior allenatore
va a chi ha raggiunto un meritatissimo terzo
posto: Antonio Venuto del Milazzo. Il mister
dei mamertini ribadisce quanto già detto da
Perrone,Tortolano, Venuto e il Trapani: The Best
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Il Trapani, miglior squadra del Girone C (Foto Archivio)
Venuto, tecnico del Milazzo, i suoi colleghi
lo hanno eletto come il migliore dell’anno
(Foto Archivio)
Fabiola Rieti I mister hanno votato: Miglior Squadra; Miglior Tecnico; Miglior giocatore; Miglior giocatore under 23
altri: «Quando arriva un riconoscimento da
parte dei colleghi è sempre gradito. È stata
una stagione incredibile, neanche il più ot-
timista fra noi ci credeva. Se fossimo partiti un
po’ meglio, avremmo potuto fare qualcosa di
più». Il tecnico, al debutto in Lega Pro, si toglie
qualche sassolino dalla scarpa spiegando: «La
mia è una squadra giovanissima, che ha fatto
qualcosa di eccezionale, siamo felicissimi. Per
me è il primo anno da allenatore in un cam-
pionato professionistico ed ho dimostrato che
ci posso stare». Spesso le squadre di serie A
cercano talenti in giro per il mondo e si attinge
soprattutto ai bacini sudamericani per rinfor-
zare i gruppi, ma anche i nostri giovani calcia-
tori hanno qualcosa da donare ad un calcio
italiano in declino che avrebbe bisogno di
parlare di più la lingua di Dante, soprattutto in
prospettiva Nazionale. Emiliano Tortolano, ca-
pocannoniere del Latina, è il miglior giocatore
under 23 del raggruppamento C della Secon-
da Divisione. Il giovane giocatore romano si
è messo in mostra per
qualità tecniche, conti-
nuità e carattere: «È ve-
ramente una bella sod-
disfazione, quest’anno
ho giocato bene, sono
stato presente in quasi
tutte le partite ed è
stata una stagione ap-
pagante». Questo pro-
mettente centrocam-
pista con il fiuto per
il gol ha disputato 27
gare segnando 12 gol
e vuole ancora stupire i
suoi tifosi: «Spero di mantenere questi livelli,
poi dipende dagli eventi. Ad inizio stagione mi
ero infortunato in ritiro e non pensavo di ri-
uscire ad avere questo rendimento». La rete
più bella della stagione per il giovane neraz-
zurro è stata: «Il pareggio 1-1 a Vibo Valentia
con la Vibonese. Ho tirato da fuori area e la
palla si è infilata sotto l’incrocio». Il cuore di
Emiliano Tortolano è giallorosso e il suo de-
siderio è di arrivare in serie A con la squadra
che lo ha allevato nelle giovanili, ma che con
la vecchia società non è riuscita tenere alla
sua corte i gioielli di famiglia: «Il mio sogno,
da romanista, è giocare all’Olimpico con la
maglia della Roma, ma non chiudo le porte
alle altre squadre». Appello al duo Baldini-
Sabatini lanciato, chissà che non venga rac-
colto. Il titolo di miglior giocatore in assoluto è
stato assegnato a Giuseppe Perrone, in forza
nelle fila del Trapani, che con emozione ha ac-
colto la notizia: «È molto bello quando sono
gli allenatori a dire queste cose, è un onore
per me». L’attaccante classe ’75 ha una lunga
esperienza alle spalle in serie B con Cosenza,
Pistoiese, Foggia e negli ultimi dieci anni si è
imposto nell’ex serie C cambiando molte ma-
glie. Prima con Spal, Brindisi, Sangiovannese,
poi con Latina, Valenzana, Sudtirol, Sansovino
e Colligiana: «Sto vivendo una seconda gio-
vinezza, già quello dell’anno scorso è stato un
campionato strepitoso». In questa stagione ha
segnato 14 gol in 30 presenze, ma uno gli è
rimasto nel cuore: «Con l’Aversa Normanna, il
gol più bello di tutta la mia carriera calcistica
oltre che di questa stagione». Il futuro? «Sono
in scadenza, aspettiamo le semifinali spero di
rimanere, le premesse ci sono. Ho ancora tan-
ta passione e voglia di continuare a giocare,
sto bene fisicamente e mentalmente. Forse
dovrei cominciare a pensare al futuro, ma mi
sento un ragazzino che vuole ancora giocare.
In futuro vedrò se intraprendere
altre strade sempre nel calcio».
1919w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 20 - 26 maggio 2011
Tortolano, il top Under 23
(Foto Archio))
Perrone, votato miglior calciatore
della stagione
(Foto Archivio)
Il campo ha dato ragione al Sora e nello spareggio di Ec-
cellenza laziale con la Lupa Frascati la rete di Scarpato
proietta i bianconeri in Serie D. Pasquale Luiso ha vestito
i panni da allenatore sempre nel suo Sora portandolo nel
massimo campionato dilettantistico: «Abbiamo fatto una
stagione strepitosa, 25 vittorie e solo 3 sconfitte, 57 gol
fatti e 20 subìti. Mi sono fatto un po’ di calcoli, in 50 par-
tite da allenatore ho conquistato 110 punti. Poi vincere a
casa tua è una soddisfazione doppia». Il tecnico allena da
soli due anni ma i frutti del suo lavoro già si fanno notare,
anche se le incognite sul futuro sono parecchie: «L’anno
scorso la squadra era praticamente retrocessa e ci siamo
salvati, quest’anno abbiamo raggiunto la D. Io rimango
seduto su questa panchina se cambiano le cose. I raga-
zzi sono cinque mesi che non prendono un euro. Bisogna
fare qualcosa se no qui non ci rimane proprio nessuno». Il
presidente Giovanni Fiorini risponde sulla situazione sti-
pendi: «Stiamo cercando di sbloccare il problema. Quello
che ha detto il mister corrisponde al vero, ma solo in mini-
ma parte. La squadra va ringraziata ancora di più. Io sono
un presidente e non un magnate, ci metto la passione».
Il “Toro di Sora” non si smentisce e riesce ad infondere la
carica che lo contraddistingue anche da bordo campo,
soprattutto dopo la decisione di restituire i punti di penal-
izzazione alla Lupa Frascati e quindi disputare lo spareg-
gio: «Noi avevamo già festeggiato. Non ho aggettivi per
descrivere questi ragazzi. Hanno giocato solo per i tifosi,
hanno portato l’entusiasmo in una città morta (calcisti-
camente) da anni». Il numero uno dei volsci attribuisce
i giusti meriti al mister e non si dice sorpreso per la pro-
mozione in D: «Sinceramente me l’aspettavo, ci abbiamo
creduto da subito, conoscendo il mister e il gruppo messo
in piedi nel mercato di riparazione sapevamo di farcela».
Ma, vista la situazione economica, ci saranno problemi
per l’iscrizione al campionato Interregionale? «No, è un
torneo impegnativo e abbiamo bisogno di un riassetto
economico. Stiamo lavorando per dare alla città il calcio
che merita». Il servizio completo sul Sora sarà pubblicato
sul nostro sito internet www.professionecalcio.eu a par-
tire da venerdì.
Il Sora del “Toro” Luiso festeggia la Serie DSara Sbaffi
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Dipartimenti, Comitati regionali, Statuto e tanti altri argo-
menti che abbiamo trattato con il presidente della Lega Di-
lettanti Carlo Tavecchio, l’intervista completa l’abbiamo mandata
in onda sul nostro canale Sky Blu Professione Calcio 926 ma po-
tete anche guardarla sul nostro sito www.professionecalcio.eu.
Beach Soccer: «Intanto noi siamo arrivati a questa location
(Ravenna) con una grande “sofferenza” perché per essere
sinceri noi avevamo puntato molto su Roma, ma sono sorte un
sacco di polemiche sul posto. Per alcuni giornali di Roma il Circo
Massimo veniva dissacrato da questi giochi sulla sabbia, anche la
stessa amministrazione ha cerato di scivolare sul problema. Noi
abbiamo cercato di tornare su Milano, dove avevamo trovato un
buon finanziamento dall’Amministrazione Comunale di Milano e
la FIFA non ha voluto che si realizzasse nelle città non di mare.
Abbiamo quindi scelto Ravenna che non è assolutamente un ri-
piego e lì stiamo operando. Il fatto è che le risorse sono notevoli,
la Lega si sta impegnando in maniera enorme. Speriamo che tutti
capiscano l’importanza di questa manifestazione visto che è l’uni-
co Mondiale che abbiamo ottenuto e non si pensi che per la FIFA
questo sia un Mondiale di secondo piano, visto che per il massimo
organo calcistico del mondo questo Mondiale è equiparabile a un
Mondiale di Calcio a 11». Come mai ci sono state problematiche
per il Circo Massimo, visto che nell’antichità in quel sito veniva-
no organizzati dei giochi? «L’intellighenzia di Roma ha detto che
all’interno della struttura si sarebbero creati dei problemi, ma in
realtà non c’è stato un veto, c’è stato un disinteresse della situa-
zione. Questa è una manifestazione da 2milioni di Euro, pensa-
te al lavoro che stiamo facendo, questo è un impegno non solo
nostro ma anche della Federazione. Attualmente il presidente fe-
derale ha dato la sua disponibilità a vedere nel quadro generale
del budget finale delle risorse federali che però quantificheremo
nel momento opportuno (in pratica Abete ha detto “passate col
piattino a fine stagione vediamo quel che si può fare”, mentre la
LND risponde che non ne avrà bisogno, e “il non legato alle logi-
che della poltrona” ha dimostrato ancora una volta che in campo
Internazionale la sua politica è disastrosa, ndd). Noi stiamo la-
vorando con le nostre forze e pensiamo di farcela senza ulteriori
interventi».
Comitati Regionali: Una “porzione” della sede del Comitato
Regionale Umbria è stata sottoposta a sequestro, ci può
parlare di questo caso che coinvolge direttamente il presidente
del Cr Luigi Repace? «La Lega Dilettanti da sei mesi-un anno, per
quanto riguarda la sede, ha valutato sul territorio la situazione.
La sede è stato un grosso investimento che, portato a livello di
parametrazione della congruità dei prezzi, è ottimale sotto ogni
aspetto. Noi siamo stati presi in contropiede dalla questione del
campo, perché il campo è una questione che è nata tra la Srl
locale e la Regione per una convenzione di cui non sapevamo
nulla». Non sapevate nulla di questa convenzione? «Si sapeva
che bisognava fare un campo ma non si sapeva che il campo
era finanziato per un terzo del valore del campo stesso. Adesso
ci sono due grandi realtà, i termini per la realizzazione del campo
non son mica spirati. Sono fino al 31 dicembre del 2011, quindi il
Comitato, a parte le considerazioni di natura burocratica-ammi-
nistrativa che dovrà vederle il giudice, dovrà far fronte a questa
responsabilità che ha assunto nei confronti della Regione. Nel
prossimo consiglio prenderemo due decisioni importanti: tutte
le decisioni assunte sul territorio che investono, obbligano, con-
corrono a delle responsabilità nazionali dovranno essere portate
in seno al Consiglio direttivo della Lega Dilettanti. Valuteremo
più attentamente ogni aspetto sia economico che burocratico.
Arriveremo a fare controlli più specifici sulla questione sedi e su
altre situazioni. Tornando all’Umbria, noi siamo in attesa delle
decisioni del Procuratore che dovrà, a mio avviso, valutare anche
se ci sono i termini della consegna dell’impianto a fine 2011. Se
l’impianto resta sequestrato non si può portare avanti il lavoro».
Quando è stata costruita la nuova sede del Cr Umbria? «Due anni
fa ed è stato consegnata poco tempo fa». Allora c’era il tempo per
fare il campo…. «Si – afferma Tavecchio – c’era tempo per fare il
campo (lo ripete più volte). Noi come Lega Dilettanti come obbli-
gazioni lecite noi faremo fronte». Certamente presidente, ma su
questa “obbligazione” del campo voi come Lega non ne eravate
al corrente e questo è un fatto molto grave. «Noi sapevamo che
si doveva fare il campo attiguo, perché si doveva solo ripristinare
l’impianto. Però non sapevamo che si doveva fare un riprestino
in quei termini: spogliatoi, tribune, erba artificiale, lei capisce che
un impianto di questa portata ha un costo enorme per il quale la
Regione ha stanziato 300mila Euro». Crede che il presidente del
Cr Luigi Repace abbia fatto il passo più lungo della gamba? «Per
quanto riguarda l’introito delle prime tranche io credo che sia per-
fettamente legale perché se lui dimostra che ha fatto l’inizio lavori
la Legge Regionale, che abbiamo controllato, deve erogare il 50%
del valore che ha destinato di contributo. Poi stabiliranno i giudici
se ha fatto gli altri stati di avanzamento lavoro, questo non è più
un problema nostro. Quello che mi preme dire è che noi manter-
remo i patti e il campo sarà fatto». In Campania il Consigliere Fe-
derale Gagliano ha apertamente accusato di truffa, per poi ritrat-
Carlo Tavecchio: “Non capisco perché all’AIA si voglia barattare una presunta autonomia di sistema nel designare
essenzialmente quelli della Can A, B e Pro perdendo tutto il resto ’”
Massimiliano Giacomini
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(Foto Archivio)
tare con un comunicato stampa, il Cr Campania, andando contro
all’art. 3 e 1 del CGS. e il presidente del Cr Colonna ha deciso di
querelare il Gagliano, ma per fare questo deve chiedere l’autoriz-
zazione al Consiglio Federale di cui fa parte il grande accusatore
che così dovrebbe dire: ma sì Colonna mi quereli pure…. «Credo
che non sarà concesso, non ho elementi ma non sarà concesso».
Sicurezza: Alcune cose sono state fatte altre sono da fare,
ma resta il problema delle dimensioni dei campi, alcuni
presidenti di Comitato ci hanno detto che basterebbe accorciare
le dimensioni del campo, ma così facendo non interverrebbe la
FIFA? «Sì, ma io ho dato delle deroghe e le darò ancora perché
possiamo essere certi che un campo con 1,5metri di destinazio-
ne non è un campo sicuro. Se il campo non è 100metri sarà 98.
Non cambia nulla a livello di gioco, ma cambia molto per quan-
to riguarda la sicurezza. Noi faremo sottoscrivere degli accordi,
un patto d’onore tra le società». Alcuni mesi fa un fiduciario del
Comitato Lazio è stato condannato in primo grado di omicidio
colposo ad 1 anno e 6 mesi per la morte di Alessandro Bini, dopo
che la giustizia sportiva aveva scagionato il fiduciario. Com’è pos-
sibile una disparità di giudizio così evidente? «La magistratura è
sovrana e fa le sue giuste considerazioni. Noi stiamo aumentan-
do l’attenzione, già abbiamo numerose proteste là dove andiamo
a controllare. Questo è un sistema dove per mille euro spese per
la sicurezza accade di tutto mentre poi si spendono 150mila euro
per fare una squadra». Resta sempre il problema da chiarire se
c’è da parte del Comitato una responsabilità oggettiva su quanto
accaduto.
Statuto: 20 Giugno, data importante, ma che servirà solo a
trasformare l’Interregionale in Dipartimento. «È incredibile
che dopo dieci riunioni abbiamo solo questo accordo. Il problema
è che se non si entra nell’ottica che il 66,6% è una garanzia per
la democrazia all’interno del sistema allora le componenti non
hanno capito niente. Come fa a stare in piedi un progetto dove
l’organo vigilato ha uno strumento più rigido dell’organo vigilante
perché il CONI cambia al 75%, più un terzo che fa il diritto di veto.
Questa che è la madre di tutte le questioni è stata accantonata.
Lo Statuto nuovo deve ridare alla Federazione la dignità federale
che interviene e redime le questioni di sistema. Volevano lasciarmi
con il cerino in mano, ma io ho reso le carte al presidente federale
chiudendo con la frase: Io ritengo, comunque, che tutta questa
situazione deve essere posta all’attenzione dell’organo vigilante.
Il CONI dovrà essere investito perché altrimenti si farà un’assem-
blea solo per dire che l’Interregionale diventerà un Dipartimento
e noi facciamo venire qui tutta questa gente spendendo migliaia
di Euro solo per dire una cosa che sappiamo tutti? Il diritto di veto
è una spada che hanno in mano chi non vuole le riforme».
Associazione arbitri: Ha sentito della Sezione di Grosseto
dove la Commissione disciplinare territoriale Toscana ha
azzerato i vertici di quella sezione? «Vede, queste cose fanno
male, però danno l’idea che nessuno di noi può essere assolu-
tista e che nessuno di noi può dire che siamo vergini, bianche e
immacolate. Tutti abbiamo il peccato originale, si tratta di capire
come si può riparare. Quello che è accaduto a noi dispiace moltis-
simo perché non si può gioire quando accadono cose del genere
ad una componente». Gioire no presidente, però quello che sta
accadendo nell’Associazione arbitri fa capire ancora di più che la
vostra riforma potrebbe essere una soluzione. «Sì. Quello che
non hanno capito è che noi vogliamo dare all’AIA la dignità e la
dignità si ottiene anche con l’economia, perché se uno non ha i
soldi e deve girare sempre col piattino a chiederli perde in dignità.
L’AIA se potesse fare marketing, se potesse avere una partita IVA
propria , se potesse gestire la propria immagine, forse non avreb-
be i problemi che si sono sul territorio di un Associazione che non
è Santa ma Sacrosanta, perché se lei va ad un raduno dei ragazzi
dell’AIA lei vede in maniera pulita persone per bene, addirittura
concorrono per fare le sedi dell’Associazione, tirano fuori di tasca
loro. Non capisco perché si vuole barattare una presunta autono-
mia di sistema nel designare essenzialmente quelli della Can A,
B e C, perdendo tutto il resto perché la dichiarazione di Nicchi è
stata questa: A fronte di questa nostra autonomia non chiediamo
più niente». Un nonsense in piena regola quella del discusso e
discutibile presidente dell’AIA Nicchi.
Il Calcio femminile:Tempo fa si parlava di commissariamento
della Divisione calcio femminile, ora c’è silenzio, questo vuol
dire che allora che è stato tutto risolto? Mi spiego meglio, avete
deciso di “tirare” fuori i 300mila Euro l’anno per la DCF oppure
Abete ha deciso che ci penserà la Federcalcio? «Noi non abbia-
mo nessuna velleità di assorbire il calcio femminile. La mia opi-
nione è che il calcio femminile è una disciplina particolare per
la quale la Federazione dovrebbe impegnarsi maggiormente.
Purtroppo la DCF, non per colpa propria, ma per una sua scelta,
insiste nel ridurre o fare operazione di lifting che sono di poca
consistenza. Qui ci sono dei fondi che bisogna recuperare annual-
mente se si vuole mantenere la Divisione. La DCF ha la necessità
di avere almeno 300mila Euro all’anno. La Lega ha fatto fronte
finora con interventi consistenti. Noi non dobbiamo correre il
rischio che non se ne parli più di questi problemi. Noi arriviamo
a chiudere l’operazione al 30 giugno, bisogna sapere chi copre il
pregresso. La LND ha detto se noi dobbiamo coprire il pregresso,
e ne abbiamo le risorse, la Divisione diventa dipartimento, ma se
la Federazione:impegna, stanzia e dà alla Divisione i fondi, resta
autonoma e noi ne siamo contenti». Ma non fondi una tantum,
ma anno dopo anno. «Certo. Noi non possiamo permettere che,
la Lega, in un discorso patrimoniale sia un finanziatore di fatti che
non può gestire. Siccome per la gestione, come è stato per l’Inter-
regionale, per gestirla bisogna “averla in mano”, l’unica soluzione
è il Dipartimento. Tutte le altre sono chiacchiere e le storie metro-
politane dell’immagine e tutto il resto. Le società a mio avviso non
tireranno fuori un Euro, perché le 71 società come fanno a copri-
re un disavanzo che a fine anno supererà i 400mila Euro, extra
la loro gestione. Se non chiudiamo l’operazione ora al prossimo
campionato chi si iscriverà?». Non ci sarà un prossimo campio-
nato…. «Non ci sarà, oppure ci sarà se qualcuno copre il banco».
Dipartimento Interregionale: Al 20 giugno la Divisione In-
terregionale diverrà un Dipartimento, avrete già pensato al
nuovo organigramma. «Al prossimo Consiglio di Lega porteremo
l’ipotesi organizzativa e vi posso anticipare che a grandi linee il di-
partimento dipenderà dalla presidenza della Lega direttamente
in primis dal presidente o suo delegato. Il delegato del presidente
dovrà quindi essere scelto tra i sui vice presidenti. Nascerà un Con-
siglio del Dipartimento che sarà composto da tre rappresentati
area Nord, tre Area Sud e tre Area centro. All’interno di questo
Consiglio ci sarà un coordinatore che terrà i rapporti con la pre-
sidenza di Lega o con il suo delegato. Non potranno far parte del
Consiglio di Dipartimento coloro che vengono retrocessi, visto
che ai tempi d’oro c’era gente che militava in Promozione ed era
Consigliere della Serie D». I vice presidenti della Lega Nazionale
Dilettanti sono Alberto Mambelli, Benedetto Piras e Antonio Co-
sentino e da uno di questi uscirà fuori il delegato della presidenza
per il Dipartimento Interregionale e nei prossimi numeri di Pro-
fessione Calcio andremo ad analizzare ognuno di questi tre vice
presidenti, in pratica faremo le pulci a chi dovrà
gestire l’Interregionale.
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Comitato regionale Toscana
Flavio Grisoli
Il presidente Fabio Bresci:“La sicurezza è la nostra principale
battaglia. La sentenza della CDT sulla sezione AIA della Toscana? Rispetto
le istituzioni e la giustizia”
Incontro con il presidente del Comitato regio-
nale Toscana Fabio Bresci. Insieme a lui, come
è stato per gli appuntamenti precedenti con i
numeri uno dei massimi organi territoriali della
LND, andiamo a fare un bilancio di metà man-
dato della FIGC Toscana: «Per quanto riguarda
il tema fondamentale delle omologazioni e la si-
curezza – risponde sollecito Bresci, rieletto all’u-
nanimità nell’Assemblea di due anni fa – posso
dire che siamo all’avanguardia e primo baluar-
do, perché abbiamo da poco rinforzato l’organi-
co dei tecnici della Commissione Impianti spor-
tivi per provvedere ad un monitoraggio sempre
più preciso dei circa 1200 campi che abbiamo.
Siamo tra i promotori per l’innalzamento del li-
vello di sicurezza, e innalzare l’asticella significa
affidarsi all’esperienza e alla competenza di per-
sone che da anni si occupano di queste temati-
che. E poi, naturalmente, il tempo delle deroghe
e delle concessioni è finito. Si comunica la pre-
scrizione una volta sola, ma se non si ottempera
si prendono i dovuti provvedimenti». Il riferi-
mento agli Enti locali, nel 99% gestori dei campi
non è peregrino, e tantomeno velato: «Quella
della sicurezza è una battaglia che non si può
combattere da soli. Serve la disponibilità politi-
ca, altrimenti è una lotta impari, nella quale le
società si trovano in mezzo. Noi stiamo portan-
do avanti un’opera molto importante di sensibi-
lizzazione delle amministrazioni pubbliche, che
in linea generale sono sempre d’accordo con noi
– e vorremmo ben vedere, diremmo noi – però
poi, quando c’è da mettere mano al portafoglio,
vanno in difficoltà». Un refrain, questo, che sen-
tiamo da settimane, purtroppo: «Comunque, a
loro discapito – conclude il concetto Bresci – vo-
glio aggiungere che non troviamo mai le porte
chiuse quando vogliamo discutere di sicurezza
e omologazione». E meno male. Argomento
di discussione – se mai una proposta di questo
tipo sarà mai attuabile – in queste settimane di
interviste, è la possibilità o meno di restringere
i campi da gioco per aumentare di conseguenza
l’area di campo per destinazione, per favorire la
sicurezza. Bresci, a differenza della maggioranza
dei suoi colleghi è favorevole, anche se con dei
distinguo: «Se Maometto non va alla monta-
gna, allora dovrà accadere il contrario. Va bene
la Serie D e l’Eccellenza, dove ci sono grandi co-
muni, con grandi piazze e grandi società. Ma
sotto, in un campo dove magari da un lato c’è
il costone della montagna e dall’altro la valle,
si può anche pensare al ridimensionamento del
campo. Sono tutte cose, queste, come l’impos-
sibilità per il nostro sistema di continuare con
le deroghe, che devono essere sempre dettate
dal buon senso. Se non è garantita la sicurezza
degli atleti, il campo va chiuso». Il giudizio del
presidente Bresci sull’erba sintetica e il natu-
rale rinforzato: «Da noi c’è un discreto utilizzo
di campi in erba artificiale, dipende comunque
dalle zone. Ce ne sono alcune con una percen-
tuale più alta, altre meno. Il vantaggio, come
tutti sappiamo, è che sul sintetico ci si gioca tutti
i giorni, tutto l’anno. La nostra situazione clima-
tica, tuttavia, ci permette di poter utilizzare en-
trambe le superfici senza nessun problema. Per
quanto riguarda il naturale rinforzato ammetto
di non essermi informato a sufficienza. Me ne
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hanno parlato molto bene, e credo che tra qual-
che anno potrà essere una soluzione per molti».
Gli argomenti “caldi” di questi ultimi tempi de-
vono ancora arrivare, però. Il primo, è la riforma
dello Statuto federale. Che cosa succederà il 20
giugno? Il lavoro di concertazione del presiden-
te Tavecchio avrà sortito gli effetti sperati (dal-
le parole dei vari protagonisti sembrerebbe di
no, ma in politica, sebbene calcistica, mai dire
mai), oppure alla fine, come spesso accade nel-
la nostra Repubblica, gli interessi particolari la
faranno da padrone e non si arriverà a nulla?
«Voglio dire prima di tutto che il presidente Ta-
vecchio ha svolto un’opera a dir poco ciclopica
di mediazione fra le componenti. Ha affrontato
con grande spirito argomenti inderogabili per
il rinnovamento del nostro calcio. Purtroppo,
come diceva lei, si guarda sempre al proprio
orticello senza preoccuparsi del bene comune.
Mi auguro – prosegue quasi romanticamente
il presidente del Cr Toscana Fabio Bresci – che
la notte porti consiglio a chi dovrebbe far sì che
queste riforme vengano attuate. Anche se sono
scettico, purtroppo, perché le riforme statuta-
rie qui in Italia sono state sempre apportate in
regime commissariale». Insomma, come al so-
lito, i buoi scappano dal famoso recinto e solo a
danno fatto si pensa al futuro: «Esattamente, e
il paradosso è che nel 2011 è più blindato lo Sta-
tuto della Federcalcio che la Costituzione Italia-
na. Da professionista, dico che uno Statuto deve
essere protetto da ampie maggioranze, ma non
così alte». L’ultimo argomento che sottoponia-
mo all’attenzione del nostro interlocutore è il
recente “caso” legato all’AIA di Grosseto, con lo
scandalo legato alla manomissione dei referti
arbitrali delle gare e le successive opere da par-
te dei vertici arbitrali per coprire le “malefatte”:
«Lì c’è stata una sentenza della Commissione Di-
sciplinare Territoriale – commenta Bresci – che
ha concluso un periodo di indagine che durava
da due anni circa. Le sentenze si eseguono e non
si discutono, il mio parere è questo. Ci sono poi
altri gradi di giudizio ai quali gli imputati si pos-
sono appellare per cercare di ribaltare la senten-
za della Disciplianre. Da parte mia, ho sempre
avuto, e chiaramente anche in futuro sarà così,
grande rispetto delle istituzioni e della giustizia.
Se questo rispetto non ci fosse non saremmo
buoni cittadini. Poi, a livello umano – conclude
la conversazione il numero uno del Cr Toscana
– mi spiace per le persone interessate, ma quan-
do viene coinvolta una componente interna al
sistema e indispensabile per il corretto funzio-
namento della macchina organizzativa, allora si
tratta di una sconfitta di tutti, non
solo di quella componente».
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Cos’è il fair play finanziario? Perché se ne è par-
lato tanto e se ne parlerà ancor di più? Il fair
play finanziario è esattamente quello strumento
che segnerà una svolta nel mondo del calcio, e
tale svolta ha una data: stagione 2013/2014. Per
la prima volta nella storia verrà posto un limite
alle spese da “Zio Paperone” sostenute da pro-
prietari di vari club durante le annate precedenti,
in cui vigeva solo la regola: chi è più ricco compra
e vince. Per venire incontro ad un mondo reale e
soprattutto per limitare i forti esborsi finanziari
da parte dei presidenti dei club europei, verrà po-
sto un semplice limite: spendi quello che guada-
gni, con l’obiettivo di pareggiare i bilanci. Spese
pazze ed ingaggi stratosferici hanno portato club
della caratura di Manchester United e Liverpool
su tutti, a non avere un bilancio in attivo da anni,
e con debiti che ammontano a centinaia di mi-
lioni di euro. Situazione che ha portato l’Uefa a
pensare ad un provvedimento ad hoc. Il principio
su cui si basa il fair play finanziario è stato arti-
colato in 11 punti: 1. Calcio in primo piano: deve
tornare ad essere considerato uno sport e non un
business; 2. Struttura piramidale e sussidiarietà:
la FIFA è al vertice della piramide, seguita dall’UE-
FA e dalle altre organizzazioni continentali, a cui
fanno capo le organizzazioni nazionali, le quali
devono darsi una mano vicendevolmente per
far sì che il meccanismo funzioni alla perfezione;
3. Unità e leadership: nasce il Consiglio Strate-
gico del Calcio Professionistico per migliorare i
rapporti tra tutte le componenti del mondo del
calcio; 4. Buon governo e autonomia: democra-
zia, trasparenza e responsabilità guideranno i
capi dell’esecutivo; 5. Calcio di base e solidarietà:
usare il calcio per far crescere la cultura a livello
sociale; 6. Protezione ed istruzione dei giovani:
tutela dei minori che non possono essere sradi-
cati dal loro Paese prima dei 18 anni; 7. Integrità
dello sport e scommesse: controllare che l’attività
delle scommesse sia sempre lecita e trasparente;
8. Regolarità delle competizioni: evitare i debiti
che possono modificare l’andamento dei campio-
nati; 9. Nazionali e club: migliorare l’equilibrio tra
questi due impegni; 10. Rispetto: no al razzismo,
alla violenza e al doping, sì al rispetto dell’avver-
sario e delle regole; 11. Modello sportivo europeo
e specificità dello sport: rispetto del modello di
promozioni, retrocessioni e quant’altro esistente
oggi, difendendo l’essenza del calcio. Concreta-
mente, il fair play finanziario vuol fare si che un
club non spenda più di ciò che guadagna. Se ad
esempio un club incassa in un anno tra sponsor,
biglietti, diritti televisivi, cartellini dei calciatori
ed altre entrate in tutto cento milioni di euro, da
lì dovrà detrarre tutte le spese, e solo il budget
rimanente potrà essere investito sul mercato,
pena l’esclusione dalle competizioni UEFA nel-
la stagione successiva. La sua applicazione sarà
graduale poiché, anche se in vigore dalla stagio-
ne 2013/1014, prenderà in considerazione i dati
degli ultimi tre anni. I club verranno valutati an-
che per un “coefficiente di rischio”, il quale tiene
in considerazione i debiti precedenti, il monte sti-
pendi, il rispetto delle scadenze, la pianificazione
ed il miglioramento/mantenimento del settore
giovanile e delle infrastrutture sportive. Per valu-
tare questo coefficiente è stato fondato il Panel
di Controllo Finanziario, che si occuperà di fare i
conti in tasca ai club europei, per evitare even-
tuali ricapitalizzazioni da parte di sceicchi ed im-
prenditori vari. Ricapitolando, sono cinque i crite-
ri che un club deve soddisfare per poter ottenere
la licenza: sportivo, infrastrutturale, personale e
amministrativo, legale e finanziario. Durante una
prima sperimentazione del Panel di Controllo per
capire come sarebbe la situazione se le norme
entrassero in vigore già oggi, è stato rilevato che
il 70% dei club europei non otterrebbe la licenza
UEFA. Per fortuna, in questi tre anni di tempo, al-
meno un buon 50% ha la possibilità di recupera-
re, visto che solo il 20% risultava avere delle gravi
perdite. I nomi dei club non sono stati fatti, ma
è evidente che potrebbero rientrare proprio quel-
li già citati, più diversi altri come Chelsea e Real
Madrid che negli ultimi anni hanno speso delle
vere e proprie fortune, raccogliendo fra l’altro, in
ambito europeo, nient’altro che cocenti delusioni.
www.studiolegaledelre.it
Dal campo al ForoGuido Del Re
Il fair play finanziario
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È ancora Tre Fiori-Tre Penne. Queste due forma-
zioni monopolizzano le partite che contano sul
monte Titano un po’ come Inter e Roma hanno fatto
all’interno degli italici confini negli ultimi cinque anni.
Ma, se i nerazzurri qualcosina per strada ai romani
l’hanno lasciata, i gialloblu guidati da Floriano Spe-
rindio hanno letteralmente cannibalizzato i trofei
sammarinesi lasciando tanto fiele in bocca ai bian-
coazzurri di mister Stefano Ceci. Quest’anno, nella
finale del campionato che si giocherà giovedì (a gior-
nale appena uscito, il servizio sulla gara sarà pubbli-
cato sul prossimo numero), le due regine della pic-
cola enclave si ritroveranno ancora faccia a faccia, e
il tecnico degli sfidanti non si dà certo per vinto: «L’a-
spettavamo questa partita, perché il fatto di giocare
ancora una volta contro questa squadra contro la
quale abbiamo sempre perso ci offre grandi stimoli.
Anche se, devo ammettere, nonostante le sconfitte
non abbiamo mai perso la faccia, anzi. Questa sarà
l’occasione per verificare se e quanto siamo cresciu-
ti». Le insidie che può nascondere questa partita
sono note: «Per la qualità dell’organico che hanno
– prosegue Ceci – loro sono da palcoscenici supe-
riori, e questo campionato possono perderlo solo
loro. Noi abbiamo due assenze pesanti (Valli e il
centrale difensivo russo Mikhajlovski) per squa-
lifica, però ho recuperato diversi infortunati. Ven-
deremo cara la pelle». Questa finale arriva dopo
che il Tre Fiori ha giocato due gare di play-off e il Tre
Penne ben cinque, da ultima la semifinale vinta ai
supplementari sabato scorso contro il Cosmos per
2-1 ai supplementari: «Fisicamente stiamo bene,
tant’è vero che siamo riusciti a spuntarla al 115’.
L’unica mia preoccupazione – confessa il trainer del
Tre Penne – è che, raggiunto l’obiettivo europeo, ci
possa essere un senso di appagamento a livello psi-
cologico. Mi auguro di no, anche perché abbiamo
vissuto questi mesi nella speranza di ritrovare il Tre
Fiori. E batterlo». Come impostare tatticamente la
gara, Ceci lo sa già: «Non dando la possibilità alle loro
fonti di gioco a centrocampo di innescare le punte.
Quindi grande aggressività in mezzo al campo, ma
sempre propositivi, mai remissivi». Ceci si augura
di chiudere la partita entro il 90’: «No, fa lo stesso.
Solo che stavolta mi auguro di vedere un Tre Penne
brutto, ma vincente». Mostra cautela e un pizzico di
preoccupazione il tecnico campione in carica, Floria-
no Sperindio: «Non credo che aver giocato meno in
questi spareggi possa rappresentare un vantaggio.
Noi siamo una squadra di vecchietti terribili, e non
giochiamo una partita vera da dieci giorni. Parados-
salmente, tenere il ritmo partita può aiutare. Anche
per la concentrazione». Quindi c’è il rischio che il Tre
Fiori arrivi un po’ scarico di testa alla gara decisiva?
«Sì, c’è questo rischio. Questa, ad inizio stagione, era
per noi la finale più scontata viste le avversarie, ma è
stata la più difficile da raggiungere. Avremo Buono-
core a mezzo servizio – partirà dalla panchina – Aruta
da verificare perché non sta attraversando un buon
momento di forma. Cercheremo di mettere in cam-
po una squadra equilibrata». Il tono della voce, e le
parole di mister Sperindio, lasciano trasparire molto
chiaramente una preoccupazione che forse mai ave-
vamo sentito: «Sì, sono preoccupato. Loro sono una
squadra giovane e fresca che ci ha sempre messo
in difficoltà. Ceci dice che sono sempre stati belli ma
perdenti? Bé, mi auguro che anche stavolta sia così».
Poi Sperindio conclude rivelando che quella di gio-
vedì sarà l’ultima partita sulla panchina del Tre Fiori:
«È stata una stagione dura, molto equilibrata, nella
quale abbiamo avuto momenti di sofferenza anche
fuori dal campo. Sono contento, anche se si ricorda
solo chi vince. E se non vinceremo, possiamo consi-
derarlo un mezzo fallimento. Mi piacerebbe quindi
finire in bellezza questa esperienza al Tre Fiori. Se ho
altri contatti? No, per il momento an-
cora no».
Floriano Sperindio, mister
del Tre Fiori (Foto Archivio)
Stefano Ceci, trainer
del Tre Penne (Foto Archivio)
Tre Fiori-Tre Penne: è la finale déjà vu Flavio Grisoli Campionato Sammarinese
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