Annibale Bianchini
Prima il vuoto volevo riempirlo
Poesie
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Presentazione
Sono qui raccolte poesie che ho scritto durante il 2014, anno intenso da molti punti di vista, che in seguito ho letto durante la trasmissione Dentro il cuore di ognigiorno che conduco per Radio ECZ,e che poi ho pubblicato sul blog parolescritteavoce.wordpress.com. Le ho impaginate, così come le ho lette, secondo l'ordine cronologico in cui sono nate, con forse qualche rara eccezione, senza dividerle pertipo, stato emotivo o tema. Questo perché, a differenza di raccolte piùrecenti, mi è sembrato di nuovo importante dare a chi legge almeno
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la vaga sensazione di quale sia stato il processo espressivo, ma soprattutto di vita, che mi ha portato a scrivere una poesia prima (o dopo) di un'altra. È forse un ordine che può sembrare incoerente o magari caotico, ma in fondo ogni giorno di vita, o anche solo un'ora, non somiglia per nientea quello che l'ha preceduto.
Annibale.
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Mentre il giornomi scorre addossoed io l'attraversosento riecheggiarela voce chiarae piena di costanzadei giovanicon l'aura splendente,del vento marinoche con fausta gioiafa spumeggiare l'onda.E poi altre voci,ed altri cuoriche hanno attinto alla salvezza.
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L'erbavoglio
Sembrano di seta i tuoi capelli lisciAnch'io li vorrei cosìQuanto sono morbidi i tuoi capelli ricciAnch'io li vorrei cosìBelli i tuoi capelli lunghiAnch'io li vorrei cosìQuanti capelli che hai...Anch'io li vorrei...
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L'invidia
Che bella voce che hai(Ti venisse la raucedine)Quanto sei alto(Ti venisse la gobba)Belli i tuoi capelli(Te li strappassero uno a uno)Hai una macchina meravigliosa(Te la rigassero ben bene)Quante cose sai(Ti schiattasse il cervello)Quanta gente conosci(Ti tradissero tutti)
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Venerdì Diciassette (VIXI)
VieniSfidiamo la sorteL'amore se tornaRimane per semprePerché dubitareChe un semplice giornoCondanni gli altri a morteNon ci credo Io non credo alla sventuraQuella ciecaQuella assurdaChe si insinua nelle vertebre
VieniSfidiamo la fortunaPer un giorno che va
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C'è un ricordo che tornaE la luna è sempre làIlluminata da un riflessoSempre ugualeSempre ad arteDi un crescendo e di un calando.
VieniSfidiamo quella dataChe ogni giorno è buonoPer dire vissiE poi che contaSe per vent'anni o per centoChe ogni sera è già Un confineTi addormentiE pensi ancora sono sveglioTi risvegli
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E quello, no...Era un sogno così bello...
VieniVieni con meDentro il cuore di ogni giornoDentro il mondo Del mio tortoQuando resto inebetitoDal passaggio dei pensieriChe rovinano il tramontoIl mattino e il solo posto Dove sono in quest'istanteCon un piede in fianco all'altroCome l'ultimo dei giorniCome il sole del mattinoChe ora fuggeE chissà se fa ritorno. -
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C'è un freddo senza frettaNella frutta ad infradito E l'istanza fra le stanzeÈ distanza di pareti secolariSe parliamo di bastioni ovviamente Ma se sono dei bestioniL'asse di bastoni è la più indicataAll'occorrenzaIn quel minimo frangenteLe frangette svolazzantiNon ornavan suffragetteA cui s'era alzato l'orloIl tarlo invece urlò stupito Che dicessi: Faccia bene Tutte le faccende affacciato alla finestra Che poi nell'ora buia Viene il boia sul suo baio fiero e
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forteLo so, lo soHa tutta l'aria di un riscattoMa raccatto fogli a pezziDi un ricatto bello e buonoChiamatela coscienza civicaMagari cinica o perché no cinofilaPerché abbaiare all'abbaziaÈ abbandonarsi a un abbainoA cui la luna non dà lumeDi gran lenaE c'è da starsene sdraiatiA rimirare darseneE magariA prendersene un paio
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Ulula il vento pullulanteDi pollici e pollineChe si spargono da sporteOrmai alquanto sporgentiE così le stelle stanno In stallo nelle stalleGiocando a scacchi Con gli stacchi dell'orchestraE i tacchi che il maestro batteFra botti, bòtti e disperse ciabatteChe accadrà ancoraSe l'àncora cadeSu quelli che han coraggio da acquistare?Che ne sarà di SaraSe trova il serraglio aperto?Le risposte non mi spostanoDal posteggio dell'idea
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Che il sapore del futuroÈ sapido quanto insipienteE allora lascio la mia ascia Sulla scia dei miei passi:Sia dei posteri e dei postumiChe sulla via di PostumiaTrovassero birra e sbirri che a tutta birra Sbarrano la stradaCol berretto ben calcato in testa
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Al maestrale che su MestreSoffia e danzaIl maestro diede il la Su un diadema o sopra un denteNon ricordo esattamente E iniziò a suonare ad arteUna parte sulla portaDel poetaChe i suoi versi non versavaSe non verso la fontanaDi fantastica faticaSol chi soffre lui diceva S'offre intero per soffriggere il serenoChe intendesse non lo so Se tendesse al masochismoO a più squallido machismoQuel che è lo sa
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L'ognuno che lo gnomo Forse ignoraSe poi pensa sia un giganteBe' il gitante è aggirante di natura.
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Parto all'alba di gran lenaE dico a Luna dopo un passoPorta subito la lanaChe la Lina ti ha ordinato.Fa sì sì con la testaMa chissà se è al posto giusto.Dopo ore giungo a LenoMa già l'una suona a toccoE della lana non v'è traccia.Dov'è mai quella svanita?Sarà mica andata a LennoQuella Luna allampanata?Ecco lo sapevo, giunge Lina.E la lana? Chiede un poco allarmata.Non rispondo, guardo altrove,Lei capisce tutto al volo.Nell'orgoglio tutta lesa
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Trae una lista dalla tascaE frignando se la leggeMentre si toglie dalla vista.Nel frattempo giunge LunaColla faccia vergognosa.Scusa Lucio, c'era un lupoLa cui voce mi ha stregata.Senti bella dico ioDammi subito la lanaChe la porto in fretta a LinaSai com'è che se non filaPerde il filo dei pensieri.Tu magari cerca LisaSenza andare in capo al mondo.Caricato della lanaSulla strada incontro Livio.Dove vai con quella in spalla?Dice con un bel sorriso
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E la Luna cosa fa là? Io mi giro, guardo in sbieco e dicoL'ho mandata a cercar Lisa.Ma di là non leva i piedi!Giustamente osserva Livio.Va a capirla quella lìDico sospirando mestoÈ perduta senza un sole.Ma se ispira lupi e muse?! Non ci crede il caro LivioE si muove verso lei mentre diceProvo a offrirmi come luce.Chissà che sia luiIl bel sole che la illuminaPenso un poco trasognato...Basta adesso con i sogniChe ora proprio devo andare,C'è la Lina che mi aspetta
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Che la lana vuole in fretta.Se nemmeno vede LisaSe ne parte fino a ViesteGiaculando la sua lista.A quel punto a me non restaChe arrivare a casa prestoE se Rosa - la mia Rosa... - non è làRassegnarmi: tocca proprio a me filarlaQuesta lana ancora in spalla!
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E tuQuand'è che troveraiUna compagna?
Quando aprirò la portaPrima che lei suoni il campanello.
E comeLa riconoscerai?
Da uno sguardo che diceFinalmente ti ho trovato.
Che cosa le dirai?Risponderò no
Alla sua domandaÈ molto che aspetti?
E cosa le regalerai?La canzone
Che non ho ancora scritto.E come gliela canterai?
A tu per tu
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Sul palco di un teatro gremito.
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Non mi crediSe ti dico che il cuorePuò contenereIl mondo interoIl mio sìNon è per vanto che lo dicoSolo che oraSo quanto è grandeTanto da contenereLe montagne e i vulcaniLe foreste e gli uraganiI deserti e i piccoli e grandi fiumiLui accoglieÈ così, non è per direNon è lui dentro il mio pettoChe batte fra i polmoni e lo sternoSono io, io sono dentro al mio cuore
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Che danzo come mai è successoE da lì...Ah quanta bellezza che non vedevoQuanta grandezza non ascoltavoQuanto amore non riconoscevoE per cosaPerché pensavo d'esser ioIl depositario del mio cuoreIo l'impulso e la circolazione...Quant'è grande il mio cuoreOra lo vedo e mi sento perdonatoOra ascoltoQuant'è aperto il mio cuoreE mi sento portatoAl centro della vitaDove niente è nascostoE tutto è risonanza. -
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Apro il libro sul tavoloIl titolo anche Sulla prima paginaLa giro, oltre Dedica, presentazione,Prologo e finalmenteCapitolo uno La storia comincia e poiCapitolo dueLa storia continuaCapitolo tre e quattroGli occhi scorrono eLe pagine giranoCapitolo cinque, sei, setteCambia l'equilibrioFra le maniLe dita sempre attenteChe le righe siano intere
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Sul foglio e quello a latoCapitolo otto e seguentiLa storia avanza Il libro si sbilanciaFino al capitolo ultimoUltima pagina Ultimo puntoLa storia finisceIndice, note eMese di fine stampaGiro la quarta di copertinaLa rileggoIl libro è chiusoLo pongo sulla libreriaFra gli altri In verticale.
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In Via delle Parole SparseNon serve dire moltoPer capirsi, un salutoÈ sufficiente e il nomeDi chi ricambia eventualmenteChe lo scambio è negli sguardiNegli occhi che san direE ascoltare ciò che contaTutt'al più si cantaIn coro o mentre ci si svegliaE s'improvvisanoParole su canzoni senza tempo
In Via delle Parole SparseC'è una donna che donaI suoi pensieriLe intuizioni, i sogniLe preoccupazioni
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Quando sospesaTra un soffritto e panniStesi al soleLe sue dita voglion direRestando forse mute
In Via delle Parole SparseIl silenzio è antico residenteE si lasciano parlareNeve fresca e ombrelli apertiPerché da quelle partiNiente si disperdeOgni seme porta fruttoE ogni frutto rende altro seme
In Via delle Parole SparseCi abita poca genteSe chiedi perché non traslocate
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Loro ridono sommessamenteNon c'è altro da direIl messaggio è chiaroNon servono note esplicative
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Fare Fare Fare… Fare!Che sarà mai questo fare?Produrre inventare disfareCombinare dipanare ingarbugliareDispiegare rivedere intervenireProgettare programmare prolungareFare Fare, sempre FareSenza sostaPer dovere e per dilettoUn motivo per l'incontroBasterebbe Il solo occhi dentro agli occhiLa sola voce nelle orecchieIl buon silenzio ed un sorrisoE magari imparareLa vera dolce arte Del far niente. -
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Che cosa avrà mai il mio piccolo invernoDa piangere sempre così sconsolato?Prova a farmi un sorriso, dai. Ecco, vediCome ti illumini tutto e come tuttoIntorno a te cambia luce e colore?Eh no, adesso ricomincia. Non ce la faiProprio eh? Che sarà mai che ti rendeCosì triste? Vediamo di pensarci unpo'…Ah, forse ho trovato: ti mancaLa tua amica neve, vero? Eh già,Da queste parti non è ancora venuta.
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D'altronde inverno mio quest'annoHai sempre un po' di febbriciattolaE se venisse anche alla tua bianca amicaPer lei sarebbe un vero guaio, non trovi?Eh sì, lo so che tu capisci. E alloraAsciuga questi lacrimoni adessoE tieniti ben caldo, che tra un po' arrivaLa primavera, sai? Eh, non puoi farti trovareInfreddolito e raffreddato, altrimentiSi busca un malanno anche lei."Ninna nanna ninna o, questo invernoA chi lo do? Lo darò al sole d'oro
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Che lo asciughi un anno intero…"
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Sixto Rodriguez
Non credoNel successoCredo nell'impegno per il beneDel mondoCredo nell'impegnoPer il mondo a cui appartengoLe strade che percorroLe persone che saluto, non conoscoO incontroHo scritto le canzoniSu corde di chitarraCon le ditaChe raccontanoQuel che gli occhiHanno vistoLe orecchie ascoltato
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Al di là del battitoDel mio cuoreCon la voce Di chi parla della vitaDi ogni giornoNon credo nel successoAdesso che ce l'hoSono vivoQuesto è il mio mottoChe altro conta Pur se mi arrabattoE canto ancora canto sempreIn concerto o soloDavanti alla finestraLe canzoni sono quelleDel mio fallimentoQuelle nuove sono dentroLe parole e la musica
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A cui già ho messo il punto Se sai ascoltarle Comprenderai il restoTi sentiraiVibrare e tremare fino al midollo
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Ah le parole... Questi suoniDella voceAssonanti e dissonantiAlchimie sonore diVocali e ritmate consonantiIl senso È così sfuggente a volteCome fossero non detteLetteralmente Dovrei allora ricordare PiùIl riverbero a mezz'ariaNel silenzio sopraggiuntoE lasciarmi cullareDalla danza delle sillabeCome il palco e la platea Piene
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Del vibrare dell'accordo Di chiusura Così pregnanteChe per qualche istanteGli applausiNon sanno che tacere
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Parlato
Stillano Le noteDalla voceGocce di rugiadaSulle foglieSuoni a filastroccaDalle mani cheSi incontranoDalla linguaE dalle labbraNel respiroGretaCantaAd occhi chiusiCon leggerezza Di preghiera
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La danza sacraDell'essereDimentico di sé
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E di nuovoPioveCigolaLa porta socchiusaPassiDi sopraIl merlo chiacchieraFebbraio finisce
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Il dolore fisicoTi uccideIl dolore fisicoTi annientaIl dolore fisicoTi toglie ogni volontàIl dolore fisicoTi riduce a un ammasso di nerviIl dolore fisicoTi fa cercare fuori di teIl dolore fisicoFa desiderare di sparireIl dolore fisicoSe non ci fosse nessuno dovrebbe inventarlo
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Futuro
Scrivo poesieChe nessuno leggeràNon ho dita perLa pennaNé voce perIl palcoNon occhi perLa luceMa l'anima parlaL'anima canta, ha sempreDa dire di coseIneffabili Una fonte continuaPiena di fiducia e diSapereE mi conduce l'anima
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Mi guida senza sostaMi rapisce coi suoi raccontiE non c'è tempo, non c'èTempo per scrivereSe il modo ci fosseDovrei dire AnimaAspettamiLei è paziente, sa aspettareMa non può piùComprimersi, deve fluire,Andare, come l'acqua del fiumeChe salta dirupi,Attraversa rocce,Penetra la terra pur di arrivareAl mareSarò l'unicoLettore delle mie poesieMa sono certo, ne godrai
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Anche tu Se mi starai vicino Le sentiraiRiempire la stanzaIn una danza che impregnaLe coseE il tuo cuore magariE più di tutto sentiraiLa mia anima Che niente di meglio sa fare Che amare.
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Lo scalpelloScalfisce la pietraIn un caos di scheggeIl flessibileLeviga il marmoIn una nube di polvereLa fornaceLiquefa il bronzoIn un brodo lucenteChi può dire che nascaQualcosa di belloIn tutto quel disordineC'è solo confusioneAttrezzi sparsiMateria in pezziLe mani dell'artistaSanno già che ne verràSanno già
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Quanto tempo ci vuoleHanno fiduciaLe mani dell'artistaMetteranno al mondoUna nuova creaturaSarà o non saràUn lungo travaglioLa creatura vedrà la luceE il resto Non avrà più importanza
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Sono una complicazionePerché ti regalo giorni faticosiSono una complicazionePerché sono fragile oltremodoSono una complicazionePerché aspiro a farmi polvereSono una complicazionePerché ragiono nel delirioSono una complicazionePerché non ho molti giorniSono una complicazionePerché arrivo alla tua portaSono una complicazionePerché sono un faro spentoSono una complicazionePerché ho bisogno di giocareSono una complicazionePerché non corrispondo al tuo
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disegnoSono una complicazionePerché sto pagando il mio barattoSono una complicazionePerché spezzo mode ed evidenzeSono una complicazionePerché non posso farci niente
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Benedetta sia la vitaChe gli ischi cantano stonatiBenedetta sia la vitaChe la schiena artiglia i fianchiBenedetta sia la vitaChe la colpa non dà sensoBenedetta sia la vitaChe non so che cosa fareBenedetta sia la vitaChe l'amore è sempre oltreBenedetta sia la vitaChe il perché non ti rispondeBenedetta sia la vitaChe lo stomaco è in tempestaBenedetta sia la vitaChe ora sono qui piegatoBenedetta sia la vitaChe le guance son bagnate
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Benedetta sia la vitaChe libertà è un'altra cosaBenedetta sia la vitaChe non posso farci nienteBenedetta sia la vitaChe deludo per le scelteBenedetta sia la vitaChe il sentiero è uno e soloBenedetta sia la vitaChe sono appeso a questo chiodoBenedetta sia la vitaChe è battaglia in un bel campoBenedetta sia la vitaChe la voglia ha preso il largoBenedetta sia la vitaChe mi manca quasi tuttoBenedetta sia la vitaChe assomiglio a un quadro brutto
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Benedetta sia la vitaChe ora chiudo gli occhi belliBenedetta sia la vitaChe non ho vento fra i capelli
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Sera di un'oraBuona dopo cenaLuna a vento in poppaTutta in biancoVapore spalmatoFra due fette di vetroCuscino rosso imbevutoDi caloreFebbre di Novità fra le bolle d'aria
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PalleggioSu bolle d'ariaMentre le gambePedalanoVerso Un orizzonte immaginificoOgni volta differentePortateLibereDa un moto continuoNon proprio uniformeCertamenteCircolareCon i piedi beneAssicurati di nero e di bluPalleggioDicevoSu bolle d'aria
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Mentre pedaloSbadigliandoInsiemeA radi pensieriCome piumini sospesiRilassatiPortatiDalla brezza tiepidaDella primaveraAnticipataGraditaSorpresa di luce e caloreFinalmente naturaliPeròDicevoPalleggio su bolle d'ariaMa se rimbalzo senzaVerseggiarne
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SignificaChe il trarne ispirazioneNon è questioneFondamentale
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Troppo veloceTroppo rapidoTroppa l'attesa tra un secondoE l'altroSono svelte le ditaDa impallare l'aggeggioPiù svelta la menteA toccare con manoDigitaleChe sarà maiProcessoreNon ho pari né egualiTutto subitoNiente pauseIn anticipo semmaiE chi è il mio maestroQual è la mia fonteVelocità
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AcceleranteMi piace mi coinvolgeA perdifiatoFra le maglie Della rete che pescaIl più piccolo molluscoSetaccio che trattiene Anche l'acqua da filtrareVia viaVeloce velocePer vedere se vinceLa macchina o l'uomoNon ho dubbiVinco ioLa rete sono ioE non voglio abbandonarmi
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Il pianto per chi muoreÈ dolore vivoSgorgante fluente senza arginiSapido e densoChe bagna occhi ciglia palpebreE si mescola fra guance che stipulano Patto di lacrime
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Torno ad essere bambino ogni giorno Già Vestito lavato servito alzatoFra un po'Pulito imboccato vegliato sollevatoE il bambino non ci pensa si fida si abbandonaC'è solo adessoE gioco e stupore e vocalizziE scoperte e sguardi e brevi lacrime o strillateE l'abbraccio avvolgente e riparatoreE i primi passi incerti e sicuriE l'idea che ci sei E chi sei. -
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Io guardo Passare questo mareDi genteSenza un porto a cuiAttraccareLe onde arrivano una alla voltaI loro giorni Coi minutiDelle ore attese
Io guardo Un silenzio di farfalleIl ronzare delle apiIl cane che gioca al cacciatoreE poi ruba coccole
Io guardoDa questo posto
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Di vedetta una terraPromessa manciata Di nuvole vicinaE inafferrabile
Io guardoGli amici oltreIl tempo lo spazio le coseE ieri comeUn secondo fa
Io guardoLa schiena appoggiataUn mondo interoOltre
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I' so'l tempo pazzoChe faccio quel ch'i' voglioDi nuvole e serenoDi sole pioggia o ventoQual sia vos' desiderioI' me ne frega un cazzoNé colpa me n'accolloChe voi ne deste inizioCol folle desiderioDi correre e ricorrere A sbuffante produzionePria il vapore, po' il carboneNon bastava via al petrolioE po' via a raffinazioneCo' benzina d'ogni coloreSe siete sordi incampanati voi Al più basilico rispettoDella stessa vita vostra
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E la salute di ch'amateI' mi son fatto sordoA ciò che voi acclamateVole' la bianca neve?Vi mando acqua a sfiancaDesiate fresco luglio?Vi scaldo a sauna turcaDi sete vi morite?Vi inondo di burrasca!E 'n più ne godo assaiDe' vostri belli affanniFinché non fate cennoDi scambio a direzioneI' mi starò qui'n altoA ghignar coi me' compariE seguiremo a far baldoriaFinché schiantate tutti quanti! -
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Parlami Dolore mioRaccontamiDimmi perché stai con meDicono che tu Non hai sensoE anch'io lo pensoMa da qualche ora mi chiedoSe nascondi altroOltre il male che provoChe cosa riveliOltre l'urlo apparenteÈ quellaLa tua voce?Nient'altro?Io sentoUn suono soffocatoMesso a tacere
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Parole ovattateDette col bavaglioForse mi illudoCerco un senso che non c'èUn oltre inesistenteMa io cercoUn modo per non rifiutartiUn modo per sentirtiParte del mio esserci tuttoNon solo sintomoDi qualcosa che non vaE allora tu - forse -Sentendoti accoltoUrlerai un po' menoE potrai spiegarti meglioE io capirti di più
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Prima il vuoto Volevo riempirloFino all'orloOra il vuoto lo cercoE mi ci immergoPer sentire se è davveroVuoto come si diceInutile come si pensa
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Mi sento sospeso Tra prima e un dopoChe non si compieUn'alba che stentaA farsi auroraCome se il piede del passo successivoRimanesse lìA mezz'ariaA godersi ogni millimetroDel suo spostarsi in avantiPerché sa che toccando terraL'avrà già dimenticatoPer diventare appoggioDel passo seguente
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Il merlo
Amici miei cariEcco sono sveglioIl mattino non mi trovaInsonnolitoAppena si fa luceSono destoPronto a darvi il mio buongiornoNell'ora in cui il silenzio Ancora tiene bancoSveglia amici mieiSe mi sentiteDietro i vetriÈ iniziato un altro giornoBello o brutto non importaVe lo canto In do maggiore
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Ora ore son passateE la luce si fa tenueMentre tutto va calmandosiVoglio darvi il mio salutoAugurando che seIl giorno è andato come è andatoSiano buoni sera e sonnoE il riposo sia profondo
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Hai rallentato i tuoi ritmi di vitaLa fretta non sai più cos'èVivi attimo per attimoMa non c'è versoNon puoi starmi dietroIo sono troppo lento per te
Hai ridotto i tuoi consumiTi nutri solo del necessarioE sai condividereMa non c'è versoNon puoi stare alla mia mensaIo sono troppo povero per te
Hai cambiato punto di vistaSai guardarti intornoE vai incontro a chi è ai marginiMa non c'è verso
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Non puoi stare nella mia prospettivaIo sono invisibile per te
Hai riscoperto la semplicitàGuardi al mondo con stuporeTi perdi seguendo il volo di un'apeMa non c'è versoNon puoi stare senza pensareIo sono troppo vacuo per te
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I difetti inosservati Mi disturbanoI suggerimenti gratuitiMi disorientanoLe finte rimembranzeMi ironizzanoI pensieri confermatiMi sgrazianoLe banali incomprensioniMi irritanoLe minute dimenticanzeMi infurianoPerché?! Eccerto Sul pentagramma c'è un siCome ho fatto a leggere mi? -
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C'è da impazzire A scrivereOgni versoChe l'anima offreAlle mie ditaChe sia soltantoUn pesce d'aprileQuesto flusso continuoGiusto per direChe la mia vita èTutta sensoE non solo una fuga all'osso?O l'autoingannoÈ fifa pura di ascoltare Tutto ciò che l'anima ha da direPerché convinto che è sviante E oltre controproducente? -
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Non ho mai granché da dire E di solito converso pocoMi bastano i versi Incisi fra dita E voce
Per il restoNon ho paroleSolo un abbraccioChe annulla distanzeFra me e chi lo vuol ricevere
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LentiI movimentiPrendono tempoL'intermedio è in ritardoE il finale poco più che alla partenza
L'orologio Ticchetta soloPer dar ritmo al silenzioE le lancette giocano agli angoliMa non è mica un ammutinamento
NoÈ giustoPer godersiOgni minimo gestoChe parla di quanti sono
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Gli attimi vissuti senza sensoChe a viverli tutti la vita si adornadi una
bella collanaE la noia e la fretta rimangono appesi a un
chiodo dimenticati.
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Ogni attimoÈ un grano di rosarioRecitato tra alfa e omegaSenza affannoÈ un mantra cantatoFra le labbraChe rende la vitaUn filo perlato
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Ho scritto una canzoneD'amore che non soContinuare Manca il gestoDi una manoChe offre un fioreO forse soloLo accarezzaPer non farlo morire
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Bagna la strada L'anziana signoraCon lo sbroffinoFa ghiri gori sull'asfaltoChe la polvereNon si esaltiAl passare delle autoSe ne stia buonaA rasoterraSe passano bici o cagnoliniGià ad aprileCi si scaldaCome a luglio
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Ho letto nei tuoi occhiTutto l'amore che sai darmiIo sono quiA braccia apertePronto ad attendertiIn ogni istanteSempre che io possaIncontrarti un giornoCompagna di una vitaChe ancora non conosco
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Avrei bisogno di un ImpermeabileDa portare con meE di un cappelloA tesa largaImpermeabile anche quelloPer ripararmi dagli acquazzoniImprovvisiChe senso ha bagnarmi fradicioSe posso stareCompletamente asciuttoLa pioggerella fineÈ un contoMa se piove a diluvioRischio di inondarmi eStraripareSìHo proprio bisogno di un
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Bel impermeabileLungo fino ai piediChe salvi anche le scarpe
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Certe poesie Covano sotto la sabbiaIn silenzioOgni tanto si fanno sentireUna parola quiUn pensiero làMa se ne stanno buone buonePer giorni e giorniPoi d'improvvisoIn un attimo emergonoTutte quanteE si spargono per la spiaggiaAndando ognuna dove gli pareE io devo stare attentoUsare il grandangoloPer coglierne almenoL'ormaPrima che si tuffino nel mare. -
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Chi l'avrebbe mai dettoOra mi sposto su una gruCon quei trampoli rinsecchitiSu cui si ergeChi potrebbe dire maiQuanto peso portiE inveceQuando si libera in voloAmmiro dall'alto tuttaLa forza e la regalitàDi cui è capaceSostenuto nell'aria Non penso piùA quanto sembra goffaMi lascio portareLeggero come le piumeDelle sue ali. -
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Ti ho visto Dietro un fioreSotto una foglia di insalataTutta attorcigliataAttorno a un centro corazzatoUn sentiero curvoChe si stringeFino a un nienteChe ti ospita e proteggeFinché pioveE allora esci e ti estendi In tutta la lunghezzaE il tuo guscioDiventa zaino viaggianteVuoto di teChe ti manifestiInvidio il tuo corpoE la sua flessibilità
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Secondo le esigenzeDi spazi e forme differentiNiente più rigiditàDistorsioni o stiramentiSolo flessuosità Morbidezza e adattamentiCerto...Magari senza l'inconvenienteDi finire interoSotto i denti(Di chi apprezza...)
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Vorrei ubriacarmi di presenze umaneTracannare storie semplici e vissuteFarmi di immagini a colori viviE proprio non riuscire a smettereMa dimentico di essere astemioIl mio stomaco è inflessibileNarici e pelle hanno già da fareE la mia resistenza è un corso D'acqua che per andare Da sorgente a valleCi mette un minuto e tutt'al piùQualche altro istante
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Rwanda
Chiudi gli occhiChe i morti non esistonoQuei pezzi di corpoFra le capanneSono solo avanziDi macelleria dell'odioQuella chiazza scuraSul muroÈ gioco di neonatiLanciati e poi lasciati al suoloGli scheletri compostiSui banchi della scuola apertaSono lì per la lezioneDi anatomia sventrata
Chiudi pure gli occhi
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Che quella terra è lontanaÈ solo guerra primitivaDi gente affamataChe si nutre a colpi di macheteE di spazio nelle fosse scavateCe n'è ancora a bizzeffe
Chiudi gli occhiNon guardareNon dar retta a quell'allarmeNon è previsto ora che c'èPiù di un motivo per festeggiareCosì il cielo è rimasto bluCome sempreE dopo cento giorniNon è successo altroChe la riduzioneDi ottocentomila
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Bocche da sfamare
Chiudi gli occhiChe non voglio ricordareIo sono ferma a quella dataNon è venuto mai il domaniIo ho pagato e sono a postoIl mio debito è saldatoIo l'ho fatta franca mi sono dileguatoE oggi come ieriNon ho niente a cui pensare
Aprono gli occhiQuell'uomo e quella donnaChe si tengono per manoSono perdono richiesto e perdono dato
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Lui che ha spezzato adesso costruisceLei che ha sofferto accoglie un amicoLoro gli occhi li tengono apertiIl passato è ben vivoPerché non si ripetaSono andati oltre Ricominciando da capo
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Brutta bestiaIl senso di colpaFa mettere carneDove non c'è polpaCosì almeno pensi tuQuando ti saluto a cucùPerché ogni volta presenti la giustificaPer un atto di presenzaCi tieni a dare notificaPer un gesto d'amiciziaSai però cos'ho notatoDopo breve riflessioneHo individuato beneChi dà giustificazioneDi solito non è l'amico maschioCon cui scambio due paroleMa la femmina come fosse sotto
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torchioChe abbia o meno proleEh già perché non pensarci prima(Qui è troppo facile trovare la rima)Secondo il vocabolario italianoIl senso è termine maschileE guarda un po' il caso stranoLa colpa è giusto femminileChe sia solo un'eccezioneDa non trarne conclusioneForse devo solo smettere di farmi vivoAspettando di quelle tempi e voglieMa potrebbero pensareChe voglio farmi divoO invece... che finalmente Mi sono tolto dalle doglie...
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L'unica cosa certa Di tutte queste situazioniÈ che davvero Io non ci ho ancora capito nienteDi che son le umane relazioni
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Licenza poetica
Pesce d'aprileDisse il defuntoMettendosi sedutoNella cassa da mortoIn cui giaceva
Aprile dolce dormireDisse il primo maggioIl risvegliato dal comaPer l'incidente di fine marzo
Aprile aprilettoOgni giorno un goccettoDisse l'ubriacoDopo avere dato inizioA un nuovo tour delle osterie
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D'aprile non ti scoprireDisse la spogliarellista in scioperoPer far capire al capoChe non era bene che girasseNudo per il locale
Che liberazioneDisse la donna Quando il venticinque aprileLanciò dalla finestraTutte le cose del marito
Sono felice come una pasquaDisse l'uomo che arrivò Su un'isola con teste Più grandi della sua. -
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Sono un uomo fortunatoHo una casa che mi riparaDalla pioggia e dal ventoDal caldo e dal freddoSono un uomo fortunatoHo poco da temereO forse nienteSe questo soffittoMi crollasse addossoPotrò dire di essere mortoCon un tetto sulla testaSono un uomo fortunatoSono grato del tempoTrascorso in questa vitaE fra queste muraHo avuto spazi mieiTutti miei, li ho richiestiE mi sono stati concessi
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Sono spazi spesso vuoti Pieni solo della mia presenzaMa sono un uomo fortunatoUna chitarra un pianoforte Un violino o un violoncelloSi sentono suonare grazieAlla cassa di risonanzaUn sepolcro vuotoÈ una bocca aperta pronta A dire che la morte non esisteE il ricordo di chi è statoÈ fatto di attimi vissuti
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Tutto diventa poesiaIl conteggio dei pistilliDi una margheritaO l'orrore di una stragePer un nome
Oppure sbaglioNiente si trasformaIn versi basta leggereE trascrivereTutto è poesia
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Forse aveva ragione AldaPer il poetaDistrarsi facendo altroInterrompe il flussoDell'animaA che serveStare a togliere la polvereDa libri e suppellettili dicevaSe la togli dalle aliDi una farfallaQuella non vola più
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Come sono lontaniI piediQuando chiudo gli occhiEppure il panorama è sempreLo stesso da quassùChissà se devo scendereOppure risalireLo chiederò a una nuvolaQual è la quota giustaDel vivere
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Passano LentiDavanti alla finestraGli uomini col cappelloLe donne senza borsaNon vanno in nessun postoPortano a spasso l'etàPerché non crescaTroppo in fretta
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Quello sgorbio di nuvolaChe passa nel cieloÈ uno scheletro cangianteDi mostri preistoriciO viventi nelleStorie fantasticheE dopo tre secondiChe l'osservo passeggiareQuella si dissolveFino all'ultimo sbuffoCosì davanti ai miei occhiRimane soloL'azzurro brillanteDi questa giornata
106
Disteso diFianco sull'erbaLa testa appoggiataAd una mano e il braccioA fare triangolo irregolareCon base_____prolungata fino all'ancaLe gambe ad angolo sedutoFaccio coccole al cane Addormentato Pancia all'aria
107
Riecheggia in testa L'E poi di GiorgiaCome un discorsoInterrottoE poiRipreso intattoLa cercoLa riascolto Contraddizioni dell'amoreMi raggiungonoMentre riordino le penneUsate dagli amiciE mai riposteCome presenza ininterrottaE poiMetto il sogno che non c'eraFra gli altri sogniE poi
108
Dita e voce scrivoE poiIn silenzio rileggo
109
Un serpente azzurroMi guarda accigliatoAttraverso i vetriChe vuoi mi diceChe voglio ribattoSe non lo sai tuIn effetti non lo soE allora non guardarePotrò starmene Qua avvinghiatoSenza spettatore no
110
SperoChe domani piovaA dirotto come previstoChe un fiume dal cieloLavi questa vitaTorrenzialeE la purifichi da ciò che èInessenziale
111
Secondo me beveSecondo me spacciaSecondo me rubaSecondo me va soloA prendere il paneCerto! un pane di piomboVisto quanto pende la borsa Sulla spallaNo, secondo me tracannaMh, secondo me si fa alla grandeSecondo me è solo in ansiaCerto! non vede l'ora di arrivare A casa per tirarsi su Con un bel festino
112
Non pioveCome pensavo ieriNon piove per nienteIl vento stanotteHa tenuto concertoCon porte a percussioneE flauti di fessuraStamane soffiaFreddoIn silenzioSarà lui a pulire Questo sabato in sospeso? I merli hanno sempreDa dirsi un sacco di cose
113
Io vado disse il corpo Dove gli chiesiAlla deriva mi risposeE io come faròDomandai sgomentoHai l'anima con teMi disse sorridendoIn lei troveraiTutte le risposteLo so dissi abbassando gli occhiMa tu mi mancheraiNon è vero disse il corpoSenza affannoScoprirai tante di quelle novitàDa chiedertiCome hai fatto finoraA tenerle nascosteE a me non penserai più. -
114
Il sole splendeTutti sono contentiGià Non sarebbe PasquaLa burrasca del GolgotaCosì il lavacroÈ rimandatoC'è così bisognoDi luce e di caloreChe ci si accontentaDel giorno e dell'estate
115
Sento freddoNon ho di che coprirmiAvrei vestiti adattiPersi in armadiChe non posso raggiungereDevo accontentarmiDi ciò che è a portata di manoMa non sono contentoVorrei ripararmi meglioHo tutta un'altra idea diCalorePerciò devo prepararmi Perché mi basti Il guardaroba a disposizioneIl clima continua a cambiareE tutto fa pensareChe non si può
116
Tornare indietro
117
Luce chiara Luce arcana
Luce di notteLuce lontana
Luce di soleLuce che rifulge
Luce di lunaLuce che rifrange
Luce di fuocoLuce soffusa
Luce di stelleLuce degli occhi
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Luce per vedereLuce per scaldare
Luce riflessaLuce di fiammella
119
Mi doterei di un pulsantePer spegnere i pensieriInutiliE trovare cosìLo spazio silenziosoPer dar forma di lettere e paroleAlle visioni dell'animaMa il pulsante devo Ogni volta reinventarloE ora accontentarmiDi una storiaRipetuta a martelloIn testa con nuove sfumatureAd ogni ripassoFinché il narrare senza sensoEsaurisca il suo bisogno
120
Spilli appuntanoIl modello alla stoffaForbice ritaglia le parti Una alla volta Filo le uniscePer la prima prova Addosso spilli correggonoNuove imbastiture permettonoAltre prove sul corpo Finché Filo di cucituraRende pronto l'abitoPer indossaggio e défilé
121
Non c'è sabato non c'è domenicaPer la vitaNon c'è vacanza non c'è riposoPer l'amore
122
Sono feliceCome fosse PasquaFinalmente pioveCome mi aspettavoBasta mani secche eLabbra screpolateUn po' d'acqua dal cieloOltre al sole È quello che ci vuolePerché il mondo si dissetiFiorisca dia fruttoE la vita si rinnovi
123
Non c'è separazione non c'è solitudine Per cuore e polmoniNon c'è indipendenza non c'è autonomiaPer sangue e ossigenoNon c'è noi di qua e voi di làPer vene e arterieNon c'è pausa non c'è fermataPer bocca stomaco e intestinoNon c'è prima noi e dopo voiPer piedi e gambe
124
Io sono È il suono che sgorgaIo sonoÈ tutto ciò che contaIo sonoÈ l'unità dell'essereIo sonoÈ la voce consapevole Io sonoÈ l'attimo presenteIo sonoÈ il canto perenne
125
Il sole brilla sempreChe sia notte al di là del mondoO piova a dirottoNon ha dubbi chi lo saÈ sotto gli occhi di chi non vedeOgni inverno od estateCon le fragole o vendemmiaSi mantiene vivo e attivoPer chi gli ruota intornoScalda anche i cuori freddiChe non badano ai suoi raggiImpegnati ad ascoltare solamenteIl vociare dei pensieriChe li hanno sequestratiDa millenni
126
Non sono la viteNon sono il tralcio Non sono nemmeno le foglieSono un semplice vinaioRaccolgo l'uvaAl tempo giustoLa spremo con il torchioE lascio tutto a fermentareQuando smette il ribollireFiltro il vinoA suo tempo lo travaso Dalla botte alla bottigliaE lo metto ad invecchiareQuando è prontoChiamo gli amici e stappoÈ per loro il primo assaggioPoi dispenso a chiLo chiede e ama sorseggiare
127
Da intenditore o solo per piacereIntanto aspetto Settembre nuovoLa prossima vendemmia Non è mai così lontana
128
Ora che il vino è imbottigliatoChe ne faccioDi questo ben di DioDi bucce graspi e semiSembra tutto mortoBuono solo a concimareForse se lo spremo ancoraE poi lo faccio riscaldareChissà mai che goccia a gocciaNon ottenga un nuovo nettareMagari forte e più aromaticoDa gustare a sorsi piccoli
129
L'acqua fischia quando strisciaFra le spire della casaUn boeing rimbalza fra le nuvoleCome un djembe rimbombanteIl sole suona meglio soloChe in assolo fra le nubiIl canto Si fa re làNel cuore d'ogni giorno senza farMi fare soldoMa che importaConta farmi cembalo sonanteE la vita trasformarlaIn suono d'alleluia perenne
130
Lascia andareNon trattenere il fiumeTi si rivolterà controNon costruire la digaÈ del tutto innaturaleLascia correre l'acquaFatti portare a vedere Cosa c'è a fondovalle
131
Alle sette di seraIl sole m'illumina da estVerso fine giornata Si specchiaE mi regala l'illusione che sia Mattina presto
132
Piumini viaggiantiDi pioppi fioriti Nell'aria di primaveraTempesta di fiocchiSul confine tra luce e ombraDa sembrare maggio innevatoPasseggeri casualiDietro la finestra assolataOgnuno con un'imprecisa rottaGermi di vitaAppoggiati sul ventoVerso terra accoglienteLa mosca sul vetroStupita di non trovare una viaCamminando sul niente
133
Strisce di pioggiaSui vetri Spruzzi di pennelloDa asciugare Ferite di frustateAppena inferteDirezioni appuntateA matitaProiettili luminosiNella notte
134
Non solo mani non solo piediPer le ditaNon solo anche non solo labbra Per il bacinoNon solo vulva non solo bocca Per le labbraNon solo orecchie non solo maniPer sentireNon solo testa o percezioniPer il senso
135
Sette piccioni sullo spiazzo becchettanoBriciole d'asfaltoMi vedono e scartano lestiDi qualche passoNon faccio un gestoSeguo la mia strada e guardoLoro prudentementeIn sincrono perfettoVirano in volo D'un balzo
136
Le violette stannoAdoranti al soleLe violette stannoOdoranti all'ariaLe violette stannoColorate al sacroLe violette stannoAlla bellezza comeL'occhio alla visione
137
Mi rapisce l'animaCon le sue visioniMi conduceIn abissi profondissimiE su vette celestialiPer un tempo d'estasiCrescente Ogni giorno tutti i giorni
138
Forse posso dirmi poetaOra che la realtàMi rivela verità nascosteContinuamenteSuggerisce paroleChe non comprendoO frasi banali troppo evidentiPieno di fiduciaTrascrivo tutto e poi dimenticoFino a che torna davantiAd occhi cambiatiE allora capisco
139
È notte di S. LorenzoSul vetro della finestraMiriadi di stelle d'acquaTrapuntano un cielo trasparenteEcco una goccia cadenteEsprimo un desiderioAnche se in ritardoChissà se si avvera lo stessoEccone un'altraChe attraversa tutto lo spazioStavolta il desiderio giungeIn tempoMa forse non valePerché è solo maggio
140
Non si può vivereSempre col patemaDel funestoE nemmeno ogni tantoÈ scavarsiA suon di picconeÈ consumarsiCon la carta vetrataNon ci si puòVolere così male
Non si può vivereSempre in attesaDel tutto beneNemmeno ogni tantoÈ chiudersi
141
In una gabbia dorataÈ vedersiIn un sogno continuoNon ci si puòVolere così male
142
Fra gli occhi ne è spuntatoUn altroE col terzo fannoQuattroMa è l'occhio di unoPoco in formaÈ sporgente, cerchiato di rossoLa pupilla è giallaE tra un po' potrebbe scoppiare
143
La primavera profuma d'estate Metto la camicia nuovaE arrotolo le manicheMi stendo su questo prato invitanteLe mani sotto la nucaE le gambe incrociate
144
Mi ha preso al guinzaglioLa scritturaMi porta a passeggioA sentire profumiA vedere coloriA correre libero in mezzo all'erbaFacendo l'aeroplanoA trovare gli angoli giustiPer lasciare la mia improntaLa fluidità di stare al mondoSenza niente da perdereNé da guadagnare
145
Una goccia scendeLungo il vetro Senza lasciare tracciaMentre il ventoLe spettina i contorniScende LentaSenza deviare dal sentieroFinché giunge alla sua meta
146
Chissà se un giornoRivedrò il tuo voltoIl tuo sorriso apertoI tuoi occhi scuriQuel modo di danzareQuasi non toccassi terraTi ho fatto una promessaE aspetterò un tuo cennoQuel giornoTi darò un bacio sulla guanciaCome facevo un tempo
147
Da quanto tempoNon vedevo le stelleBrillare lassù nel cieloÈ un'emozionePiccolaIneffabileTrascendente
148
Lo scialle della nonnaSulle spalle mi scaldaCome un abbraccioMi tornano in menteGli occhi screziatiDi una bambina spensierataQualche giorno primaDi partire per un lungo viaggio
149
Mi prende per il nasoIl profumo delle pescheAll'improvviso senz'avvisoMi fa girar la testaA guardarleTanto lisce e variopinteVorrei subito addentarleCon un morso indugianteA sentire buccia e polpa
Mi prende per la golaL'idea del succo languidoChe inonda la boccaE scende rinfrescandoI canali digerentiE brividi s'innalzanoIncrespano la pelleDai piedi su fino alla nuca
150
Mi fa rizzar la schienaQuel gusto che s'impastaFra lingua dentiPalato e guanceMa per ora basta sogniA momenti giunge in tavola la cenaE in questi giorni rinfrescatiNiente di meglio che un minestroneTripudiante di verdure E bello fumante
151
Il ragnetto scende e sale Appeso chissà doveViene giùTorna suVa di làPoi si dondolaIlluminato dal soleSembra in voloE quel filo trasparenteCon cui tesse reti e pontiCome non finisse maiChissà dove lo prende
152
Cerco ogni raggio di soleChe possa riscaldare questa casaSenza sole è freddaDa sembrare disabitataAvvolta in una coltre grigiaCome fosse esiliataQuando il sole finalmenteLibera un raggioSpalanco tuttoLe stanze riprendono coloreE le invade la luce
153
Dai dimmi come si chiamaNon lo so
Ma la conosci beneCerto
E non sai il suo nomeNo
Com'è possibileÈ così
Ma è bellaMolto
È altaIl giusto
È una donna tutta d'un pezzoSì
E non ha preteseNessuna
Cioè ti ama più di se stessaSpero non fino a quel punto
154
Sai tutte queste coseE non sai come si chiama
No ti dicoDovresti andare a chiederglielo
Non è possibilePerché
Quando sarà prontaSarà lei a dirmelo
E se non vieneSarà stato comunque amore
155
Mi sembravi un reSeduto sul poggioloI piedi ben a terraIl busto da guerrieroL'espressione di chi ha visto moltoPotevo vedereLa spada alla cintura Lo scettro nella manoIl mantello sulle spalleE sulla testa la coronaPoi mi vedevi arrivare sul vialettoIl tuo volto si apriva in un sorrisoE tu eri di nuovo nonno Carlo
156
Non è un vantoAver raggiunto quota centoE di una superarlaÈ stupore per un viaggioIniziato quest'invernoImpensato per i luoghiChe ho potuto visitareÈ bastato abbandonarmiArrendermi alla voglia d'espressioneDiventare parafulmine poeticoSecondo merinica visionePonte fra cielo e terraFra l'immensità dell'universo E un pianeta piccoloMa pieno di sorprese
157
Ho voglia di viverePur se stanco e affaticato Non di morirePur se dovrò versare lacrimeQuando il giorno si presenteràLo accoglierò come si deve un ospiteMa sarà sempre troppo prestoOra che imparo a vedere il mondo Da dentro il cuore
158
Vola il tempo quando pedaloVola quando sono distesoQuando sto in piediQuando chiudo gli occhi e mi sembra Di essere piccolissimoIl tempo vola la seraQuando in un attimo è mattinaVola quando i versiSi compongono in testaO un racconto prende formaVola quando cantoSe solo guardo dalla finestraVola il tempo Sì vola quando un'amica passa Senza avvisareAnzi non c'è piùEd è volato via
159
Ora che ho di nuovo sette anniE penso che la vitaÈ un tempo troppo lungoPer diventare grande
160
Sai che scrivoCon una penna specialeNessunoCe l'ha come la miaVa su e giùScivola e saltaScrive da re e non macchiaQuando scrivo la mia pennaVibra tutta di emozioneDavveroIl suo inchiostro Libera parole e frasiChe poi un'onda incide nell'ariaLasciandole viaggiareÈ proprio specialeLa mia pennaPensa che per leggere ciò che
161
scriveNon servono gli occhi
Ma orecchie attente e buone
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Quanto sono feliceNon so dirloVedo e sentoBellezza ineffabileIntorno e dentro
163
Che bei fioriVedi un po' che allegriaMettono addossoQuesto però sta giàSfiorendoE quell'altro non è piùCosì brillante
Quest'erba mattaInvece prosperaSenza averla seminataCresce in frettaE resisteAnche senza curarla
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Mi piace ascoltareL'intenso scrosciareDella pioggia sui vetriSul selciato del cortileSulle foglie della siepeSopra il tetto gommatoChe protegge il pullminoDal rosicchio del tempoChiudo gli occhi estasiatoPer godermelo tutto Che mi sento lavareFino giù nel profondo Ma dopo manco un minutoDi saette e rimbombiSi ritira sgocciolanteSu cieli adiacentiFino al silenzio bagnatoIn cui lascia ogni cosa
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E me che torno a leggereDi spie e di segreti di stato
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7 x 7 49Anni al quadratoPronti ad accogliere buone nuove7 volte x 7 anniPassati fra musi lunghi e gioie Soddisfazioni e affanni7 anni x 7 volteUn compimento E occasioni non sempre colte
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