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Page 1: Presentazione smaltimento olio

Smaltimento e riciclaggio

dell’olio

Page 2: Presentazione smaltimento olio

IndiceIntroduzione

Vari tipi di oli

La cultura della raccolta

differenziata e lo smaltimento

Effetti inquinanti dell’olio

Organizzazioni

Possibili impieghi dell’olio

esausto

Innovazione

Page 3: Presentazione smaltimento olio

Introduzione

Non tutti sappiamo che gesti quotidiani come gettare l’olio -usato

per friggere o per altri scopi – nel water o nei rubinetti di scarico,

può apportare serissimi danni all’ambiente che ci circonda, è

pertanto nostro dovere in quanto cittadini di una società civile,

adottare sistemi di prevenzione e abitudini sane a norma d’igiene

che permettano un corretto smaltimento di questi rifiuti, che, se non

trattati adeguatamente finiscono per essere tra le più nocive

tipologie di rifiuti.

Eppure basterebbe un po’ di coscienza civile, ed educazione

ambientale per farsì che rifiuti talmente inquinanti possano essere

messi a disposizione della società in modi costruttivi e creativi, basti

vedere esempi come la Spagna o gli Stati Uniti: altre culture che

hanno saputo rendere gli oli esausti vere e proprie risorse per la

creazione di saponi e pitture varie. In seguito nella presentazione

analizzeremo i diversi aspetti del riciclaggio dell’olio nelle sue

diverse fasi e le tipologie in cui l’olio può essere suddiviso,

tratteremo le diverse organizzazioni nazionali e internazionali che

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La cultura della raccolta differenziata e lo smaltimento

Il recupero dell’olio esausto coinvolge quasi esclusivamente i grandi utilizzatori come ristoranti, fast food e mense. Il problema riguarda, quindi,

prevalentemente i privati.Smaltire l’olio usato è facile. Basta telefonare all’azienda che si occupa dello

smaltimento dei rifiuti nella propria città e chiedere informazioni. Altri dati utili si trovano sui siti dei due consorzi che si occupano del riciclo degli oli

alimentari (Conoe, consorzioconoe.it) e di quello motore (Coou, coou.it).RICICLARE L’OLIO USATO

Dal riciclo di questi oli si possono avere nuovi prodotti utili. Dall’olio motore esausto è possibile ottenere nuovo olio motore (spesso di qualità superiore), mentre da quello alimentare si ottengono sapone, olio lubrificante vegetale,

grasso per concia, biocarburanti.

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Vari tipi di oli esaustiGli Oli esausti si dividono in 3 categorie:• gli Oli chiari che provengono delle industrie• gli Oli scuri che derivano soprattutto dalle macchine e contengono quindi metalli e residui di

combustione e ossidati• gli Oli esausti solubili come olio vegetale per frittura.

Per ogni tipo di olio si usano metodi diversi di ritiro e smaltimento.Oli esausti di fritturaLa struttura degli Oli alimentari viene modificata dopo la frittura, l'olio viene ossidato e assorbe le sostanze inquinanti dalla carbonizzazione dei residui alimentari. La densità degli Oli ossidati fa sì che l'olio galleggia sull'acqua delle fognature. Questo comportamento degli Oli esausti è causa di inquinamento ambientale.Il ritiro degli Oli esausti consente di riciclare l'olio per l'uso industriale, p.e. per la produzione di lubrificanti, bio-diesel, tensioattivi e saponi.Oli chiari e Oli scuriAnche questi Oli sono soltanto in parte biodegradabili e versati nelle fognature causano un inquinamento, in quanto riducono l'ossigeno disponibile per pesci e alghe. La loro combustione incontrollata inquina ugualmente generando emissioni e residui dannosi per l'ambiente.Gli Oli chiari provenienti delle industrie sono facilmente rigenerabile usando un processo di purificazione come il filtraggio e/o la centrifuga.Gli Oli scuri, come l'olio motore, sono particolarmente pericolosi in quanto pieni di metalli pesanti e altre sostanze inquinanti. Per il ritiro e lo Smaltimento di questi Oli esausti bisogna chiuderli dentro contenitori stagni senza mischiarli con altri liquidi (fluidi antigelo, fluidi di trasmissione).

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Effetti inquinanti dell’olio

Quante volte abbiamo scaricato l’olio avanzato dalla frittura in un lavandino o abbiamo deciso di cambiare l’olio al nostro motore, spargendo quello

usato sul terreno? Facendo così, abbiamo causato gravi danni alll’ambiente. Basti pensare che 4 chili di olio motore usato inquinano un’area grande come

6 piscine.Non tutti sanno che ciò che resta in padella, l'olio esausto, può far danni

ancor maggiori se non smaltito correttamente. Dal lavandino, attraverso la rete fognaria, l'olio esausto raggiunge gli impianti di depurazione

causandovi gravi danni dagli elevati costi economici.Versato in uno specchio d'acqua, un solo litro d'olio è capace di formare

una pellicola inquinante grande quanto un campo da calcio riducendone pericolosamente l'ossigenazione e di rendere non potabile un milione di litri d'acqua (più o meno il consumo di acqua di un individuo per ben 14 anni). E' capace, disperso nel suolo, di impedire l'assunzione delle sostanze nutritive

da parte della flora e, rientrando nella catena alimentare, come mangime per gli animali ad esempio, ha conseguenze nefaste anche sulla nostra salute.

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L’abitudine da sradicare assolutamente è proprio quella di versare l’olio frittonegli scarichi. Quali sono, però, le alternative a questa prassi?Innanzitutto, dopo averlo fatto raffreddare, l’olio fritto può essere versato inun recipiente che, una volta piena pieno, verrà portato alla più vicina isolaecologica o ad un ristorante in zona da cui poi sarà prelevato per essereriutilizzato. Infatti, se versare l'olio esausto negli scarichi rappresenta unaprassi sbagliata, altrettanto dannoso è gettarlo nei cassonettidell'indifferenziata: qui il recipiente potrebbe rompersi e l'olio dispendersi. Leisole ecologiche, invece, sono aree attrezzate per la raccolta differenziata deirifiuti, disponibili in molti comuni italiani. A Roma, ad esempio, questevengono gestite dall'AMA: nel sito dell'azienda è possibile reperire tutte leinformazioni in proposito. Ovviamente, recarsi in un'isola ecologica dopo ognipasto a base di fritto è un'impresa impossibile anche per i più volenterosi!Quello che si potrebbe fare è, però, raccogliere l'olio in un grande recipiente(ad esempio un fustino da 5 litri di detersivo): in tal modo ci dedicheremoall'operazione di smaltimento solo pochissime volte in un anno.

Come evitare, dunque, questi danni?

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Smaltimento Oli EsaustiIn base alle caratteristiche qualitative dell'olio usato, il prodotto raccolto può essere

sottoposto a:

Rigenerazione

CombustioneTrattamento

Termodistruzione

La rigenerazione consiste nell'ottenere

nuove basi lubrificanti con le

stesse caratteristiche delle basi ricavate

dalla raffinazione del petrolio. Dalla

rigenerazione si ottengono anche altri

prodotti petroliferi quali il gasolio, l'olio

combustibile ed il bitume.

Quando l'olio raccolto è riutilizzabile, ma non rigenerabile, è

sottoposto al processo

di Combustione, prevalentemente eseguito

nei cementifici, impianti in grado di sfruttarne

il potere calorifico (circa 9.500

kCal/kg), nel rispetto dei limiti di legge

sulle immissioni in atmosfera.

Gli oli usati che non possono essere né rigenerati né inviati alla combustione, in alcuni casi vengono inviati ad impianti

di Trattamento, che attraverso dei

processi fisici e/o chimici sono in grado

di far rientrare le caratteristiche della

frazione oleosa entro i limiti, per cui si può poi procedere al suo recupero inviandolo alla rigenerazione o alla combustione.

Nel caso in cui le caratteristiche dell'olio non consentano né la

rigenerazione né la combustione né il

trattamento, il prodotto viene inviato

agli impianti di Termodistruzione,

dotati di sistemi di abbattimento delle

emissioni ancora più severi.

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Organizzazioni per lo smaltimento degli oli usati

Il tentativo di disciplinare la materia riguardante l'eliminazione ed il riutilizzodegli oli da parte della Comunità Europea risale già al 1975, ma in Italia è solonel 1982, con l'istituzione del Consorzio Obbligatorio degli Oli usati, il Coou,che si muovono i primi, faticosi passi in tale direzione ed unicamente peril riciclo degli oli lubrificanti. Solo 13 anni dopo, con il D.Lgs 95/ 1995,vengono finalmente stabilite competenze, autorizzazioni e modalità disvolgimento dell'attività di raccolta e smaltimento e dovranno passare ancoraquattro anni perché vengano decise tecniche e fissati parametri in materiadi eliminazione degli oli e della loro corretta destinazione.Finalmente nel 1997, il Decreto Ronchi stabilisce che tutti gli oli e leemulsioni debbano essere trattati come rifiuti pericolosi, innescando, l'annosuccessivo, la creazione delConsorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta etrattamento oli e grassi vegetali e animali esausti, il Conoe, attivo dal 2001che raggruppa associazioni di raccoglitori (ANCO), di rigeneratori(Anirog e Aroe), di produttori (Confcommercio, Confartigianato, Coldiretti,CNA, Federalberghi, Fipe e Una-Confindustria) coinvolgendo all'incirca 12.000imprese.

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Possibili impieghi degli oli esausti

La raccolta di olio usato non contribuisce solo alla protezione dell’ambiente. Occorreinfatti considerare anche i vantaggi economici legati a questa importante attività direcupero. Gran parte del lubrificante raccolto viene utilizzato negli impianti dirigenerazione come materia prima per produrre nuovo olio base - con le stessecaratteristiche di quello originario - gasolio, combustibile e bitume. L’olio usato nonrigenerabile viene, invece, inviato a impianti industriali autorizzati - principalmentecementifici - dove è utilizzato come combustibile, in sostituzione soprattutto dicarbone e coke. Solo una piccolissima parte di olio non riutilizzabile, perchéirrimediabilmente inquinato, viene avviata a termodistruzione.

Non dimentichiamoci poi i modi fai-da-te per riutilizzare gli oli esausti: con l’olio fritto sipuò fare anche il sapone fatto in casa. Ecco una valida ricetta per prepararne uno (èconsigliabile usare l’olio d’oliva fritto):

Il sapone fatto in casa a base di olio usato- Per realizzare un sapone di circa 2 Kg occorrono: un 1,5 litri di olio frittofiltrato (aiutatevi per il filtraggio con un colino o una calza di nylon), 200 grammi di soda caustica e 50 cl d'acqua.Iniziate con il preparare una soluzione alcalina mettete in una pentola smaltata i granuli di soda caustica ( leggisotto come si maneggia la soda caustica) e versate molto lentamente l'acqua senza fare schizzi. Badate bene aversare i granuli nell'acqua e non viceversa, questo per evitare rischiose bruciature a voi stessi e che la soda facciadei "blocchi" difficilmente diluibili.

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Nel 2010 i centri di riciclaggio nella sola città di Barcellona, denominati “Green Point”, hannoraccolto 195.136 litri di olio da cucina, all’incirca il 2,5% del totale dell’olio utilizzato in città durantel’anno. Al fine di rendere più facile il riciclaggio di questo materiale, il Comune di Barcellona ha lanciatol’Olipot, un contenitore, facile da usare, distribuito gratuitamente, e che aiuta le massaie a portare illoro olio esausto presso i centri di riciclaggio. In questo modo non contamina l’acqua, ma invece puòessere trasformato in sapone, biodiesel e vernice.Si può riciclare ogni tipo di olio: di soia, di girasole, di verdura o d’oliva. L’Olipot facilita il trasportodell’olio da cucina fino ai punti verdi dislocati in città, invece di versarlo nel lavandino dove provoca,oltre al noto cattivo odore, anche problemi ai canali di scolo, contaminazione dei fiumi e perfinodel mare. Per rendere semplice il riciclaggio dell’olio, l’Olipot ha una serie di caratteristiche che lorendono più pratico di una bottiglia d’acqua o un vasetto di vetro che potrebbero essere utilizzati inalternativa.Un filtro, contenuto all’interno, separa l’olio dai pezzi di cibo e una pelle isolante protegge le ditaquando lo si versa ed è ancora bollente. Esso può contenere fino 750 ml e sopporta una temperaturafino a 180º C. Un tappo a vite assicura la tenuta stagna e una piccola maniglia facilita il trasporto, anchea piedi, fino al centro di riciclaggio dove verrà svuotato per poter essere riutilizzato nuovamente.L’idea sembra ottima, e per fortuna non è l’unica che circola in questo periodo in cui si tenta di riciclaredavvero di tutto. I cittadini di Barcellona hanno dimostrato di apprezzarla, e speriamo che anche nellealtre città, non solo spagnole, l’idea possa presto diffondersi.

InnovazioneImpariamo dalla Spagna

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Impariamo dagli Stati Uniti

Negli Stati Uniti l’olio fritto va letteralmente a ruba, dal momento che può essere trasformato in biocarburante. L‘italiano medio ne produce quattro chili all’anno: e di regola lo butta nel lavandino.

Quindi mentre un certo numero di americani si è attrezzato per trattare in casa l’olio fritto in modo tale che risulti digeribile per il serbatoio delle auto diesel, ci rendiamo conto che in Italia è vietato produrre autocarburante.

Ci sono però almeno altre due strade perfettamente legali per il riciclaggio domestico fai-da-te dell’olio fritto. La prima consiste nell’utilizzarlo per accendere la stufa, il caminetto o il barbecue, al posto delle pastiglie tipo Diavolina.

Basta versare un cucchiaio di olio fritto (non di più, mi raccomando!) su un tovagliolo di carta usato, o sul sacchetto del pane accartocciato. Metterci sopra la legna in bell’ordine e accostare il fiammifero.