Download - Periodico del Centro Studi “Guglielmo Allevi” - Offida ... Studi Allevi Addiocaro“biancoenero ... Giovanni Sforza gli commissionerà la roccadiSenigalliadoveeglinel1491 costruiràanchelachiesadiS.Mariadella

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SOMMARIO

Apertura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1Serafino Camilli

Le pratiche magiche dal rinascimentoad oggi nel territorio di Offida . . . . . . . . . . . . .1Vitale Travaglini

Offida e le “passioni nascoste” . . . . . . . . . . . . . .3Nadia Colletta

La Rocca di Offida edil suo architetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4Nadia Colletta

“Don Luciano Monsignore” . . . . . . . . . . . . . . . . .6Centro Studi Allevi

Addio caro “bianco e nero” . . . . . . . . . . . . . . . .6Alberto Premici

Righetto e Tezzitte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7Marco Mercolini Tinelli

FOLKLORE OFFIDANOI mesi dell'anno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7Michele Angelini

AVIS di Offida . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8Giuliano Ciotti

L'ANGOLO DEI RAGAZZI . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9

M'schitt . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9Lorenzo Gabrielli

OFFIDANI ILLUSTRIGiovanni Allevi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10Nicola Savini

NATURA E SCIENZABonsai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11Mauro RecchiMotociclette d'avanguardia . . . . . . . . . . . . . . . .11Italiano De SantisProve di comunicazione con altri mondi . . . . .12Simone Recchi

FACCIAMO UN PO' DI SPORTComunicati dalle associazioni sportive . . . . . .13Io Tiro a Segno... e tu? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14Bernardino Campitelli

MANGIAMO QUALCOS'ALTROPolpettine con verdure . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15Raffaela Fanesi

Padre Ilarino, dal santuario dell'Ambro . . . . . .15

Il gusto del vino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16Umberto Svizzeri

POESIALibertà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18Faye

Amministratore di sostegno . . . . . . . . . . . . . . .18Adriana Colletta

Trasgressioni adolescenziali . . . . . . . . . . . . . . .19Mirko Ciabattoni

e-CORNER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20Nadia Colletta

OPHYS NEWS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20Alberto Premici

Parole scrociate illustrate . . . . . . . . . . . . . . . . .23(Omer)

Scongiuri propiziatori, incantesimi,sortilegi, divinazioni, fatture e con-

trofatture hanno intriso la realtà quotidia-na del genere umano da tempo immemo-rabile, poiché costituivano la più sicuradifesa contro le avversità che incombeva-no sugli individui e sulla collettività.I maghi avevano credito,più o meno

marcatamente, su spazi consacrati, nelmondo antico, presso gli egiziani, i babilo-nesi, gli assiri, i fenici e gli etruschi. Anchecon lo sviluppo delle civiltà le attivitàmagiche hanno continuato ad avere unruolo di rilevo, come nel periodo rinasci-mentale. In questo mondo culturale fissa-to, contemplato e riconosciuto per la suasapienza venerabile, tradizionale ed ina-movibile, la magia che gareggiava con Dio,si manifestava alla stregua di una spintapotente che voleva o poteva travolgere emutare le cose.Nell'immaginario collettivo esercitava

il suo influsso per la capacità di poterdominare le forze della natura con il ricor-so a tecniche occulte o ad apposite ceri-monie di forma malefica (magia nera, stre-goneria) o benefica (magia bianca). Leprestazioni confidavano sulla magia natu-rale e sulla magia cerimoniale o demonia-ca. La prima era un insieme di procedureche agivano attraverso le proprietà e lequalità segrete delle cose, come il mistici-smo del talismano (oggetto che ha unpotere attivo-realizzativo) o dell' amuleto(oggetto dotato di potere passivo perallontanare il male).La magia cerimoniale o demoniaca,

invece, faceva uso di riti, incantesimi,nomi sacri, caratteri, simboli mistici edoggetti, mediante l'intervento dei demoni.Il confine tra magia naturale e quella ceri-moniale o demoniaca non è, però, deltutto semplice da definire. La ChiesaCattolica ha considerato maghi, stregoni efattucchieri come menzogneri, non nelsenso che le loro pratiche magiche eranosenza efficacia, ma perché producevano iloro effetti evocando ed utilizzando quelleforze negative, false e demoniache cheCristo aveva posto sotto la sua signoria.L'esercizio di attività magiche significava,quindi, non riconoscere il messaggio dellasalvezza ed intrattenere un rapporto privi-

Nel pieno dell'estate, mentre ilcaldo imperversa, gli offidani

hanno la possibilità di leggere il nuovonumero di “Ophys” con una serie di arti-coli che spaziano dalle pratiche magi-che, alla cultura, a manifestazioni folklo-ristiche e altre manifestazioni interes-santi. Non mancano anche notizie sucaratteristici personaggi (Mschitt, Tzzitte Righetto) che erano molto conosciutiper le loro imprevedibili avventure.Sul folklore offidano, troviamo una

interessante carrellata sui vari mesi del-l'anno di Michele Angelini, e la bellanotizia che il nostro collaboratore donLuciano Carducci è stato nominatomonsignore con delibera papale.Sull'attività dall'Avis, la benemerita

Associazione di volontariato si soffermail presidente Giuliano Ciotti e, novitàcuriosa è l'angolo dei ragazzi, che presen-ta componimenti poetici degli alunnidelle scuole medie ed elementari. A curadel prof. Nicola Savini, invece, vienepresentato il prof. Giovanni Allevi, unemerito offidano, laureato in medicina,autore di molte pubblicazioni che consi-derò il lavoro come un apostolato daesercitarsi per il bene della patria e avantaggio delle masse lavoratrici.Molto ampio l'articolo del tecnico

Simone Recchi sulle “prove di comuni-cazione con altri mondi” e non mancanoalcune brevi notizie sui vari sport che sipossono praticare adesso ad Offida.Troviamo inoltre il saluto di padre

Ilarino dal santuario dell'Ambro, dove èstato recentemente trasferito, e il prose-guimento della rubrica “Il Gusto delVino”.Prima della conclusione riportiamo

interessanti notizie di attualità con gliarticoli di Adriana Colletta, MirkoCiabattoni, Nadia Colletta e la rubricaOphys News che presenta notizie sugliavvenimenti che si sono svolti in Offidanegli ultimi mesi.Un numero, quello estivo, che sicu-

ramente sarà bene accolto da tutti colo-ro che amano conoscere quanto Offidaoffre ed ha offerto nel passato.

SERAFINO CAMILLI

Anno 4 - nuova serieNumero 9

COPIA GRATUITAOffida, Luglio 2005

Periodico del Centro Studi“Guglielmo Allevi” - Offida

1

“Centro Studi Guglielmo Allevi”: Marco Mercolini Tinelli (presidente onorario) - Giancarlo Premici (presidente) - Mario Vannicola (direttore) - Nadia Colletta (segretaria)

LE PRATICHE MAGICHE DALRINASCIMENTO AD OGGI

NEL TERRITORIO DI OFFIDAVITALE TRAVAGLINI

legiato con satana, scavalcando, in uncerto senso, Dio. La magia diventava, così,la decisione di prolungare l'efficacia deidemoni oltre i limiti concessi al tempodella salvezza, iniziata con Gesù, al di làdei mezzi sacramentali trasmessi da Gesùstesso alla sua Chiesa. Questi furono imotivi che contribuirono a sviluppare nelcristianesimo una forte ostilità nei con-fronti della magia ed una dura condannaverso coloro che la praticavano. Per tuttoil 1500 imperversò il famosissimo libroMALLEUS MALEFICARUM (Martellodei malefici), che fu la base teorica di tuttii processi, in cui la distinzione fra strego-neria e magia passava attraverso la presen-za dei demoni.Se ci soffermiamo ad osservare le tra-

dizioni, i riverberi e le notizie sugli attimagici ed i suoi effetti malefici affermatisifin dall'epoca rinascimentale nello spaziodel quotidiano collettivo all'interno dellagente di Offida, risalta la presenza di unaforma anomala posta in relazione colsovrannaturale, che entra a far parte di uncomplesso simbolico in una collocazioneben definita. Se entriamo nel vivo delladocumentazione storica e delle sanzionipenali ci rendiamo conto del ruolo svolto,nel contesto della società locale, dalle fat-ture e dagli incantesimi di spiriti mali-gni, come si può apprendere dagli Statutidel Comune di Offida, redatti nel 1524.La fattura, pratica di incantesimo, di

maleficio o di stregoneria, era fatta conbevande o filtri che si credeva potesserodanneggiarei n d i v i d u i ,piante, ani-mali e cose.Per la riuscitadella fattural'azione ritua-le era indiriz-zata o sull'ef-figie (magiasimpatica) osulle parti delcorpo (capel-li, unghie,peli) o sullevesti dellavittima desi-gnata (magiacontagiosa),in quanto sic r e d e v a ,secondo unaconcez ionemagica ,chetutto ciò cheavvenisse allaparte potessea v v e n i r eanche a tuttala persona.

Normalmente la fattura era rivolta almale, ma poteva servire, pure a scongiu-rarlo. Essa era praticata da fattucchieri omagari, cui si attribuivano poteri sovran-naturali: per giungere ad esserlo e pratica-re le arti magiche era necessario che sipotesse arrivare a disporre di un principiosuperiore alla natura umana. Incantesimoera un qualsiasi esperimento cui si attri-buiva il potere di proiettare, con tecnichemagiche, uno o più elementi o fattori delreale in una dimensione superiore odinconsueta, tramite l'intervento di spiritimaligni, ossia di esseri immateriali inquanto appartenenti ad un ordine sovran-naturale, che potessero arrecare dei dannio del male, con sottinteso riferimento adesseri demoniaci o, più genericamente,forze malefiche in rapporto col diavolo(ad esempio: leLe testimonianze storiche certificanti

la decisa presa di posizione delle autoritàoffidane contro la pratica delle fatture edegli incantesimi di spiriti maligni sonoconfermate e documentate negli Statutidel Comune di Offida.Nel Libro Quarto al Capitolo 94 De

paenis facientium facturas et incantationes sistabiliva quanto segue: “Se qualcuno inOffida o nel suo distretto fa o fa fare qualchefattura o incantesimo di spiriti maligni pernuocere, è punito per ogni volta con 400denari, se non paga entro un mese dall'emis-sione della sentenza, sia condannato a morirecol fuoco. Tale pena pecuniaria è senza dimi-nuzione e va al Comune. Se chi subisce la

fattura o l'in-c a n t e s i m omuore o diventat o t a l m e n t esciocco, furio-so, demente onon può accop-piarsi con suamoglie (vel nonposset coire cumsua uxore), chilo fa o ordina lafattura e provve-de, poi, chepossa guarire datali infermità èpunito con lapena pecuniariasuddetta. Se,invece, a causadi esse muoia onon guarisca ilr e s pon sab i l e ,senza remissio-ne, sia condan-nato a morire colfuoco”.Nel Libro

Quarto alCapitolo 65 si

trattava dei testi ammessi nei processi permalefici e della loro convocazione (detestibus qui possint testificari in maleficiiset de eorum coactione): “Stabiliamo eordiniamo che tutti, maschi e femmine,purché maggiori di 14 anni, indistinta-mente, sono ammessi a testimoniare nellecause criminali, fatta eccezione per iparenti e gli affini dell'offeso fino al terzogrado incluso, i domestici ed i nemicicapitali. Sono ammessi a difesa tutti i testiche risultino non privi di diritti. Il Rettoreo il Giudice per istruire, esaminare, inda-gare sui malefici, delitti, decessi, possonoimpunemente tenere i testi maschi, secon-do il diritto romano, rinchiusi nel palazzodella loro residenza; se sono donne posso-no essere trattenute per tre giorni nellachiesa di Sant' Antonio. Il notaio, nell'e-same dei testi circa i malefici, deve di ogniteste scrivere per esteso le affermazioni enon usare espressioni disse come sopra,disse che era la verità, sono fatti contenu-ti nel processo”. Purtroppo si sottoponeva-no gli imputati e, forse, i testimoni, percostringerli a dire la verità, a tormenticorporali, indicati, più comunemente, colnome di torture. Al Capitolo 66 del LibroQuarto degli Statuti erano così descritte lemodalità della loro esecuzione: -Stabiliamoe ordiniamo che il Podestà o il Giudice dellaTerra di Offida e i loro ufficiali non osino népossono torturare in alcun modo qualcuno,né di giorno né di notte, senza la presenza deiPriori e dei Consoli di Offida, o della loromaggior parte -. Le vittime delle fatture odegli incantesimi di spiriti maligni avreb-bero potuto essere colpite, oltre la morte,solo da forme patologiche di tipo psico-somatico (sciocco, furioso, demente edimpotente). In alcuni particolari casi ilpotersi sentire investito o posseduto dauna fattura o da una forza maligna edistruttrice poteva agire nella sfera tra ilsomatico ed il psichico: Il messaggio dellafattura o dell' incantesimo, decifrato alivello psichico dal destinatario, potevaagire come un segnale capace di determi-nare una risposta autonoma a distanza inuno stato di malattia (concetto della pisi-chiatria moderna), confermando la cre-denza della supremazia del mondo ultra-terreno su quello umano. La maggior partedegli eventi morbosi elencati, a sfondoneurologico, dovevano la loro patogenesia fattori contingenti, come la fame, l'ab-bandono, la solitudine, gli shock conse-guenti a gravi eventi bellici e saccheggi, leintossicazioni croniche (professionali odalimentari per derrate mal conservate), itraumi cranici, le encefaliti, i tumori e ledisfunzioni endocrine. Di certo le malattiementali citate negli Statuti, ad eziologiaallora sconosciuta, avevano un loro influs-so tenebroso sulla popolazione locale esulle autorità. Il male esisteva e la sua

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Malleus Maleficarum in una stampa del 1486.

forza era, certamente, all'opera nelmondo, non però al comando di qualchemalintenzionato. Non si conoscevano (enon si conoscono, ancora oggi) né formu-le, né riti che potevano sottomettere ilmaligno al volere di chicchessia, caso maiil contrario. Quando non riuscivano agovernare gli eventi e darsene una qual-che spiegazione, erano portati ad assolver-si da ogni responsabilità, attribuendone lacausa a forze negative più potenti delleloro, messe in campo da chi voleva dan-neggiarli. Le pene per coloro che avesserocommesso il male o ritenuti colpevolierano pesanti:da una multa di 400 denarialla condanna ad essere arso vivo in casod'invalidità permanente o di morte. Nonsappiamo se vi siano stati processi e sen-tenze sulla scorta dei surriferiti articoli sta-tutari. Ma si può dire, oggi, che, in gene-re, furono le disposizioni legali ed i pro-cessi a far credere nella magia, più diquanto potesse accadere nella realtà quo-tidiana. Non tutti gli Statuti, però, ripor-tavano gli obblighi penali per il reato dell'esercizio di pratiche magiche.Si sono proposti, nella società offida-

na, fino agli inizi dell'età moderna, specienel ceto contadino e borghese, le fattureed il malocchio, ossia la facoltà attribuitaad alcune persone di arrecare danno conuna semplice occhiata malevola. Tale cre-denza si riferisce alla magia dell'occhio,considerato specchio dell'anima e suaespressione. Il concetto che l'invidiapotesse arrivare a danneggiare persone ecose era radicata in diversi strati dellapopolazione (gli è piata l' anvidia - è statocolpito dall'invidia, si soleva dire). Vierano donne che si credevano dotate dallasupposta facoltà di togliere l'invidia od il

malocchio con modi e metodi diversi. Loscenario delle streghe, del lupo mannaro edei vampiri (che succhiavano il sangue aibambini, affetti, invece, da forme anemi-che) era ben presente ed evocato. Il ricor-so all'opera del mago (lu magare) e dellefattucchiere rientrava nell' abitudine didiverse persone.L'uso di tenere e portare amuleti era

quasi comune. Dagli anni quaranta aglisessanta ci si rivolgeva, sovente, aPasqualina, veggente, guaritrice in pro-vincia di Macerata. Ma vi era chi, anchein Offida, approfittando della buona fede,distribuiva dietro compenso brevi, olimedicamentosi e cartine miracolose (chead un esame chimico risultarono esseresemplice bicarbonato di sodio).

Certo oggi il magico non ha più l'a-spetto fosco che poteva avere fino allesoglie dei tempi moderni, ma incideancora sulla vita integrale dell'uomo. Inun mondo concreto, realizzato e tecnica-mente avanzato come il nostro, la magiaha ritagliato un suo spazio ampio e pre-stigioso. Specialisti dell'alta magia, ope-ratori dell' occulto, sensitivi, veggenti,cartomanti si fanno pubblicità sui gior-nali, sulle televisioni private, sulle rivistespecializzate. Promettono di fornireinfallibili prestazioni che vanno dall'eli-minazione del malocchio ai filtri d'amo-re, dalla guarigione delle malattie ai tali-smani a sfondo magico. La gente comuneche vive, soffre e muore va dal mago perilludersi di risolvere i problemi quotidia-ni che emergono dalla dura realtà dellavita, contribuendo ad alimentare un girod'interessi miliardario. Nella societàmoderna ogni sortilegio è così insiememinaccia e rassicurazione: fa percepire lapochezza delle nostre difese di fronte almale e toglie il dubbio di esserne lacausa.Se una cosa non va se ne imputa la

causa a volontà occulte o alla cattiveriadegli altri. Più onesto sarebbe, però,capirele ragioni del fallimento, analizzarne ilpercorso, i motivi, i valori che lo hannodeterminato. Nelle malattie, ad esempio,è più facile attribuire la causa al maloc-chio o fatture che non verificare se il pro-prio stile di vita sia compatibile con lasalute. Oggi la magia, anche se assolveuna funzione consolatoria e, talvolta, sor-tisce effetti psicosomatici non del tuttotrascurabili, spinge operatori e clienti inregioni nebulose di menzogne condiviseche nulla hanno a che fare con la spiri-tualità.E' più urgente affrontare le situazioni

difficili con lucidità ed intelligenza critica.Molto spesso il male attecchisce dove unalibertà umana lo incoraggia o lo sceglieconsapevolmente od in modo indiretto

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E' la più ampia passione per l'arte,per l'atto creativo in generale, amuovere il mio interesse verso chi, per suafortuna, è portatore di talento, in qualun-que forma espressiva si manifesti.Proprio nel nostro territorio, sono

numerose le persone, soprattutto tra i gio-vani, che esprimono il proprio sguardo sulmondo attraverso una forma d'arte.In particolare, sono oggetto di indagi-

ne le arti della pittura e dell'installazione,espressione d'avanguardia dell'arte con-temporanea.

Il Centro Studi organizza una piccolamostra espressamente dedicata a coloroche, “segretamente” talentati, creano opered'arte, portando avanti una passione cheraramente è manifesta, una passione cheappunto rimane spesso nascosta, segreta.Gli espositori, per la maggior parte stu-

denti dell'accademia delle belle arti, sonoparticolarmente attenti agli stimoli nuovidell'arte contemporanea; di particolareinteresse è la forma espressiva dell'installa-zione, ovvero un intervento dell'artistanello spazio, volto a coinvolgere lo spetta-tore in un flusso di emozioni-sensazioniche accarezzino contemporaneamente piùorgani di senso.Il risultato dell'istallazione è intuitiva-

mente comprensibile anche dallo spettato-re meno esperto; lo spazio cambia il pro-prio “senso” e, attraverso l'istallazione,diventa spazio comunicativo. La comuni-cazione è percepita da ognuno in mododiverso, in base alla propria esperienza e alproprio vissuto.Mi piace pensare che aldilà della con-

divisione o meno, dello smarrimento omeno di fronte ad un'opera d'arte, il talen-to che porta a quella produzione siacomunque l'unico elemento da considera-re, da valorizzare, se non infine da indaga-re per scoprire che, in fondo, la comunica-zione è l'esigenza primaria dell'essereumano, in qualunque forma essa si svolga.

Le opere verranno messe in mostra nelcentro storico di Offida, tutti i venerdì d'esta-te, in coincidenza con il mercatino. Info:347-8279504

OFFIDA E LE “PASSIONINASCOSTE”

mostra di pittura e installazioniNADIA COLLETTA

Locandina della mostra.

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Dopo aver scritto del committente(v: Ophys n.° 1, “La rocca di

Offida ed il suo committente”) continuo,ad occuparmi della rocca offidana con par-ticolare riferimento all'architetto che ladisegnò e ne diresse la costruzione.La rocca di Offida, anche se meno

nota di quelle di Mondavio, San Leo,Sassocorvaro, Senigallia, Cagli ecc., haavuto un ruolo importantissimo nella sto-ria della nostra cittadina ed è stata testi-mone di assedi ed incursioni che si sonoverificate nel corso dei secoli. Le mura e leporte determinano ancora oggi le princi-pali strade di accesso al centro storico; lestesse strade che hanno costituito il suoimpianto urbanistico. Le mura erano, nelcontempo, un dispositivo militare difensi-vo ed un efficace strumento di dominiosulla popolazione.Della rocca, fortificazione principale,

restano visibili alcuni torrioni in quanto,le costruzioni militari pertinenti furonodemolite per consentire l'edificazione del-l'ospedale. Dai documenti conosciutirisulta una lettera di Papa Innocenzo VIII(Cybo) del 12 maggio 1489 per affida-mento opera a Baccio Pontelli con auto-rizzazione al rifacimento della rocca inOffida su precedente rocca ad opera diSiniscalco su incarico di Papa Giuliano III

(1296/1307) - Biblioteca ApostolicaVaticana Reper. V vol. 16 tomi: 9° e 11°vol. dal 116 al 124.

L'architetto, oltre a consolidare lecortine ed i torrioni esistenti, aggiunse asettentrione la rocca; la pianta ha formarettangolare, con uno dei maggiori latifronteggia il nord, mentre con uno dei latiminori verso ovest va a ricongiungersialle precedenti mura castellane. Sul primotorrione sta incastrato lo stemma del com-mittente, appunto Papa Innocenzo VIII.Segue una torre quadrata poco sporgentedal filo dei muri, mentre allo spigoloopposto si alza un terzo torrione rotondo,alto e slanciato.Una quarta torre quadra sorge nell'an-

golo di giunzione tra la nuova costruzionee la vecchia. Cortine di mura a scarpataconcatenano l'insieme delle fortificazioni.Alcune caditoie, per il tiro piombante,contornano il torrione più grande, che erafornito di un parapetto di merli.Funzione particolarmente importante

era quella della porta: luogo di incontro,scambi, dogana e centro di controllo e,successivamente, quartiere economico.Torniamo a Baccio Pontelli. Durante

il pontificato di Sisto IV Della Rovere, ilPapa edile, Roma cominciò ad acquisirecarattere di città moderna; gli architetti

del Papa Della Rovere edificarono case,fortificazioni, chiese, nella città e neldistretto; lastricarono strade, restauraronole antiche basiliche, demolirono le botte-ghe e le abitazioni malsane. Tra i costrut-tori di questa nuova città, Baccio Pontelli- legnaiuolo, edile, tecnico - è colui alquale la tradizione (sulla scorta dei testidel Vasari “Le vite de' più eccellenti pitto-ri, scultori e architetti II”, MilanesiFirenze 1878) attribuisce le opere maggio-ri, per numero e qualità:

“Visse ne' medesimi tempi ed abitò aRoma, al tempo di papa Sisto IV, BaccioPontelli, fiorentino, il quale per la buona pra-tica che ebbe per le buone cose d' architetturameritò che il detto papa in ogni sua impresa difabbrica se ne servisse Fu fatta dunque coldisegno di costui la chiesa e convento diSanta Maria del Popolo, ed in quella, alcunecappelle con molti ornamenti, e particolar-mente quella di Domenico Della Rovere car-dinale di San Clemente e nipote di quel papa.

Il medesimo fece fare col disegno diBaccio un palazzo in Borgo vecchio, che fuallora tenuto molto bello e ben consideratoedifizio. Fece il medesimo sotto le stanze diNicola la libreria maggiore; ed in palazzo lacappella detta di Sisto, la quale è ornata dibelle pitture. Rifece similmente la fabbrica del

LA ROCCA DI OFFIDA ED IL SUO ARCHITETTODI GIANCARLO PREMICI

nuovo ospedale di S. Spirito in Sassia, laquale era l'anno 1471 arsa quasi tutta daifondamenti, aggiungendovi una lunghissimaloggia e tutte quelle utili comodità che si pos-sono desiderare. E dentro, nella lunghezzadell' ospedale, fece dipingere storie della vitadel papa Sisto dalla nascita insino alla fine diquella fabbrica, anzi insino alla fine della suavita.

Fece anco il ponte che dal nome di quelpontefice è detto ponte Sisto, che fu tenutoopera eccellente per averlo fatto Baccio sigagliardo di spalle e così bene carico di peso,ch' egli è fortissimo e benissimo fondato.

Parimente l'anno del giubileo del 1475fece molte nuove chiesette per Roma che siconoscono all'arme di papa Sisto. Ed in par-ticolare S. Apostolo, S. Pietro in Vincula, eS. Sisto. Fu la virtù di Baccio tanto da quelpontefice stimata, che non avrebbe fatto cosaalcuna di muraglia senza il parere di lui.

Onde l'anno 1480 intendendo che minac-ciava rovina la chiese e convento di S.Francesco di Assisi, vi mandò a Baccio; ilquale facendo di verso il piano un puntonesgagliardissimo, assicurò del tutto quellameravigliosa fabbrica; ed in uno sprone feceporre la statua di quel pontefice, il quale, nonmolti anni innanzi, aveva fatto fare in quelconvento medesimo molti appartamenti dicamere e sale che si riconoscono, oltre all'es-sere magnifiche, all'arme che vi si vede deldetto papa.”Con quest'ultima attribuzione che si

riferisce ai restauri della basilica di Assisi,il Vasari chiude la vita di Baccio Pontelliarchitetto.

Successivamente il Gaye(Carteggio inedito d'artisti dei secoli XV-XVII Firenze, 1839-1840) pubblica unalettera dell'architetto a Lorenzo De

Medici datata 1481.La lettera indirizzata al

“Magnifico et potente domino, dominomeo Laurenzio de Mediis Florentiae”accompagnava un disegno del palazzoducale di Urbino. Proprio ad Urbino allacorte di Federico da Montefeltro il nostroarchitetto fu attivo con molte opere, tracui il meraviglioso studiolo del duca.Nel IV secolo infatti la tarsia italiana

si sviluppa in una serie di decorazioni e dirappresentazioni di paesaggi e di ambientiurbani, come e più della pittura e deiprimi disegni scenografici. Baccio lavora-va in Urbino insieme con Francesco DiGiorgio Martini, impegnato anch'eglinella costruzione del palazzo. Baccio fuallievo di Francesco Di Giovanni detto ilFrancione, considerato il fondatore della

scuola fiorentina di tarsia prospettiva.Altra importante opera è certamente

la rocca di Ostia e il piccolo quartiereintorno. I lavori per la costruzione dellarocca vengono intrapresi nel 1483 dalCardinale Giuliano della Rovere per con-cludersi verso il 1486.Una preziosa iscrizione, posta in luce

alla fine del secolo XIX, sembra attribuirecon sicurezza l'opera al Pontelli, a confer-ma di quello che dichiarano i documentiromani.Sarà Innocenzo VIII a nominarlo

ispettore generale delle fortificazioni delleMarche, affidandogli la costruzione dei“castelli” di Osimo, Iesi e Offida, mentreGiovanni Sforza gli commissionerà larocca di Senigallia dove egli nel 1491costruirà anche la chiesa di S. Maria dellaGrazie.Ma assunto alla dignità papale,

Rodrigo Borgia, il fiorentino cade in dis-grazia ed è rimosso dal suo ufficio.La morte lo coglie probabilmente ad

Urbino dopo il 1492 (nella chiesa di S.Domenico in Urbino; v. iscrizione postasulla tomba di Baccio Pontelli 1450-1492:“Baccius Florentinus Vir tota ItaliaSummus Propter Ingenium Honore EtNomine Dom - A Federico AccitusAulam regionum - OminiumPulcherrimam Aedificiorum Arte Tota -Designareret Atque Illi - ……”Un breve del papa Alessandro VI nel

1494 ordina il sequestro di un fondo situa-to nel territorio di Osimo e appartenentea Baccio Pontelli fiorentino, per garantirei suoi creditori; un documento che ci rive-la gli anni tristi della vecchiaia appesanti-ti dai debiti.Resta in Offida un'interessante esem-

pio dell'opera del Pontelli di indubbiocarattere quattrocentesco, con la scarpa al

di sotto del cordone, con il predominionon accentuato delle torri sulle cortine econ le feritoie per i cannoni. Un docu-mento del 1473 chiarisce che i lavori furo-no affidati a Bartolomeo Lucchini daComo. Non è facile quindi stabilire unadata precisa. Probabilmente l'insiemedifensivo si è sviluppato attraverso varianni, con il carattere delle mura di cinta edella rocca, decisamente potente. Il tor-rione maggiore, articolato su due pianicomunicanti e recinto da doppio cordone,si presenta affine a quello della rocca diSenigallia.

La rocca di Offida merita diessere tutelata ed ulteriormente studia-ta per l'importanza oggettiva, per il suoillustre architetto progettista e per lefigure dei tanti famosi uomini d'armedel tempo che qui sono transitati:Francesco Sforza, Galeotto Malatesta,Carlo Baroncelli, Astolfo Guiderocchi,Cola Orsini a tanti altri.

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Camminamento interno alle mura

Il Torrione prima del restauro

Il nostro caro don Luciano Carducci, cappellano di sant'Agostino, nonché sociofondatore del Centro Studi Allevi, è stato nominato Monsignore con deliberapapale, il 31 marzo 2005. A lui vanno le più care felicitazioni da parte del Centro studiAllevi e della nostra redazione.Riportiamo la delibera papale con traduzione a lato.

ISTRUZIONI DELLA SEGRETERIA DI STATO,SUGLI ABITI E GLI STEMMI DEI CARDINALI, VESCOVI E PRELATI

Par. 20 - Per i Cappellan diSua Santità si conserva la veste talare filettata, con relati-va fascia paonazza, da usarsi, da usarsi anche nelle cerimonie sacre.La veste paonazza, il mantellone dello stesso colore, la fascia con i fiocchi e le fibbiesulle scarpe sono aboliti.

(Cfr. Acta Apostolicae Sedis, 61 (1969), p. 338)

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DON LUCIANO MONSIGNORECENTRO STUDI ALLEVI

ADDIO CARO “BIANCO E NERO”, FASCINO SENZA TEMPOALBERTO PREMICI

SEGRETERIA DI STATO

Il Sommo Pontefice

Giovanni Paolo IIHa eletto tra i suoi cappellani il Reverendo Signore

Luciano Carduccidella Diocesi di Ascoli Piceno

Di questa nomina ne sia data opportunanotizia al Reverendo Signor Carducci

Dalla sede Vaticana, il 31 marzo 2005

FirmatoL. Sandri

Sostituto Segreteria di Stato

La fine del bianco e nero era notiziaprevedibile, scontata e forse datagià per avvenuta. Di certo è passata tral'indifferenza di tutti.L'avvento del digitale e delle nuove

tecnologie applicate alla fotografia, sor-prendono per le possibilità che offronoalla produzione di immagini e filmati, conla creazione di effetti mirabolanti, filmcompletamente virtuali, scene improbabi-li ma accattivanti che tuttavia, dopo lostupore iniziale, si dimenticano in frettaproprio perché lontane dalla realtà.Inutile qui trattare di storia e tecnica

fotografica ma certo è che da sempre lesfumature del grigio hanno permesso ageni, come Helmut Newton o HenriCartier Bresson, di creare la loro arte rive-lando l'essenzialità di paesaggi e ritratti,senza l'invadente percezione di peso delcolore.Non avremo più l'originalità di quel

tipo di riproduzione fotografica: la Kodakinfatti ha segnato la fine di un'epoca conl'annuncio che sospenderà la produzione

della carta per il bianco e nero.Naturalmente sarà sempre possibile il

passaggio da colore a bianco e nero, estre-mamente semplice anche per chi è pocoesperto di software per ritocco fotografico.Ma chi ci restituirà il fascino esclusivo diquelle immagini che hanno segnato ilnostro tempo?Sfogliando album o frugando nella vec-

chia scatola stracolma di foto e ricordi,credo sia capitato a tutti provare quelsenso di premura già solo nel prenderle,guardarle, passarle ai nostri amici e lapacata reminiscenza che ci pervade mentrericordiamo nomi e circostanze.Quelle a colori le scorriamo con suffi-

cienza quasi fossero scontate; paradossal-mente sembrano apparirci impersonali esemplici.Per le vecchie immagini troviamo sem-

pre tempo, ben disposti a passare ore ed oredavanti a quelle piccole icone del passatoferme lì per noi, immobili per i nostriricordi e per quell'inevitabile senso dinostalgia.E che bella sensazione quando osser-

viamo foto della nostra meravigliosaOffida, della sua gente, del suo carnevale,dei nostri amici; ci accorgiamo di esserneparte attiva magari con la consapevolezzadi aver dato il nostro piccolo contributoall'energia che perpetua lo spirito vitale diogni comunità.Con il nostro continuo studio sulle tra-

dizioni locali, abbiamo arricchito l'archi-vio del Centro studi Allevi con molteimmagini del passato che non finisconomai di creare stupore e riflessione,mostrandoci dettagli che, spesso, sono ilpunto di partenza per ricerche ed appro-fondimenti. Sembra a volte che il bianco enero colga quasi l'anima del soggetto rap-presentato, stimolando interesse e memo-ria di chi lo osserva.Allora addio vecchia, cara foto ingial-

lita … Addio? No! Arrivederci. Chi ti hacreato ed ha voluto la tua fine, per meravalutazione economica, si accorgerà delvuoto che hai lasciato e, pentito, ti darà

nuovamenteil posto chemeriti, magarirelegandoti,come spessoavviene, a“prodotto dinicchia”.

La scuola diavviamento allavoro di Offida.

“Ie mo te stenne!” Col bastonealzato a mò di brando, così sbrai-tava Righetto della Penna con una ferociada intimorire Orlando Furioso eRodomonte.“Pruovace, si jè capace!” Ribatteva

con pari fierezza Silvio Tozzi detto“Tezzitte”.Entrambi i “contendenti”, sia per gra-

cilità congenita, sia per gli eccessi etilici,a mala pena si tenevan “ritti”, così conti-nuarono la tenzone verbalmente, con unrepertorio che nemmeno Pietro Aretinoavrebbe tollerato. Il giovinastro di queibeati tempi che già ha narrato un impresadi Righetto, assisteva interessato, con gliamicucci suoi.Dopo reiterati insulti vien rinnovata

la minaccia di spaccar la testa all'avversa-rio. Tezzitte, con serena incoscienza,abbassando la testicciola tonda sfida: “Edaje, orammà!” Scena indimenticabile!Righetto al colmo dell'ira, con la poca suaforza solleva il bastone per vibrare il colpofatale ma, sbilanciato dall'inerzia, cascaall'indietro, con gran botta di testa sullelastre del loggiato. Per fortuna: “li 'mbria-che e li frechì Dio li aiuta” talché le con-seguenze furon lievissime; il caduto, dopoqualche rantolo, ovvero gorgoglio vinoso,si riprese con un Ferrochina Bisleri chedona forza, grazie al leone effigiato sull'e-tichetta. Il vincitore spazzino Tezzitte,gradì anche lui qualcosa. Ma il bello è chetornati più amici di prima, con incredibi-le faccia tosta, ci chiesero altro vino.Mi venne quasi voglia di picchiarli;

invece regalai loro una bottiglia a testa,che però fu foriera di nuovi guai.Il giorno dopo infatti, alcuni vecchi

barbosi in veste di censori mi criticavanoin quanto “Tezzitte” avendo gradito il miovino era stato portato a letto da alcunipietosi “cirenei” prima di mezzogiorno.Anche i nodi di Righetto vennero al

pettine. Qualche giorno dopo, l'egregioamico dott. Pippo Antimiani, presidentedella Casa di Riposo dove stava Righetto,cortesemente mi chiese di sospendere gliomaggi di vino al sullodato, poiché, sem-pre per merito di quella bottiglia, avevaminacciato di compiere una strage deglialtri ospiti della casa che, secondo lui, loavevano atrocemente offeso.Mi ripromisi, allora, di diventare

anch'io astemio. E la sera stessa fuiaccompagnato a casa da tre amici.

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FIGURE TIPICHERIGHETTO E TEZZITTEMARCO MERCOLINI TINELLI

FOLKLORE OFFIDANO

Con questo numero di Ophys iniziamola pubblicazione del materiale ineditofacente parte degli studi folkloristici diMichele Angelini e ripetiamo l'invito, aquanti ne avessero l'interesse a collabora-re nella raccolta di testimonianze scritte eorali delle nostre tradizioni popolari.

V.T. M.V.

Feste PiceneI MESI DELL'ANNO

Carnevalata di Monsampolo

GennaioGennare è contrare a le lemoneLe povere lemanucceSta come lu sorce 'nanze la gattucaGennare se muta i viniChi li sa ben coltivarePo pijare li quattriniI so Gennare sta 'cante al focoGira l'arrosto e facce 'n bel gioco.

FebbraioFebbrare è l'allegria du pequerareCasca la neve e poco duraChe lu sole repija la calduraFebbrare rompe li geli.

MarzoMarze lu béfelco repije l'arteVa la nova da lu patròChe è campate lu marròSe ne j è campateSigne che la paje n' je l'à date.

AprileAprile, l'uomine zappe e le donne fileChi nen ha da magnàE' 'na triste fatejà'Prile tutte glie albere fa fierireTutte 'i celli facce cantareGiovane e vecchie facce allegrare.

MaggioNoi de magge cammenemepè davve la bona seraFa mazze de fiure pe regalalle a le segnoreMazze de fiure e mazze de rosePe regalalle a li pompose.Leve lu sole che spande li raggiRose e fiore lu mese de magge.Magge tutte l'erbe fa fiorireTutte le bestie mangeMai de fame po' morire.

GiugnoGiugno tutti li pequeralecomincia a mogneFa recotte e casceC'è 'bbennasia de ceraseSe pija la face 'm pugnaPe li munti e pe li pianeSe méte orze e grane.

LuglioLuglie che bella novaLu pa' fresche ognun lo provaE porta lu grane all'areLe paje e le mesguglieQuanne are vo spelare!

AgostoQuiste è lu mese d'agostoPovere e ricche se requenosceLu … porte le scrittureFa paga li debetureChe lu triste e che lu squaglieS'è 'm può puoche, ce remane la paje.Agosto è quille che secche le maggeseSe mange qualche pupe arroste,Anche è pure bone mese.

SettembreSettembre Dio ce lu dice eDie ce lu manneVelesse Die tradusse 'n anneQuiste è lu mese più quersare'Fine gli albere ce fa le speseTra uve, fiche e meloneGli altri mesi se chiame minchione.

OttobreOttobre è di mezza stagioneNé ncioccorre stare all'ombraChé lo sole è molto bono.Ottobre se prepara per la vellembiaDe malvasia e de moscatelloSe ne fa il carratello.

NovembreNovembre se semene 'l granoPè li munte e pè li pianiSe magne li castagneSe beve la nzettatellaSona tamburre e spara sartelle

DicembreDicembre: Fa un freddo acutoIo ve darò li vecchi e gran castani e sputoDicembre ce fa carna salateLa provvista pè l'istate.

Michele Angelini

A.M.A.V. b. 20.a fasc. 21

Tutti sicuramente conoscetel'AVIS e l'attività di volon-

tariato che svolge, ma pochi,forse ne conoscono la storia,almeno in chiave offida-na.L'Associazione Volontari

Italiani del Sangue, nata inItalia ufficiosamente nel 1927 eufficializzata solo nel 1946, ricono-sciuta giuridicamente con legge delloStato nel 1950, ha una sua sezione nelnostro Comune già dal 1960. Questo va amerito degli allora soci fondatori.Nel contesto mondiale della sanità la

donazione del sangue è un elemento inso-stituibile per l'espletamento delle attivitàtrasfusionali.Come noi avisini ripetiamo spesso “il

sangue non si fabbrica”, lo si può averesolo da chi lo dona.Capite bene, quindi, come sia dovero-

so per ognuno di noi, se idoneo, collabo-rare con la sanità per soccorrere chi è indifficoltà.Ecco perché spesso ci vedete con i

nostri cartelloni o postazioni a svolgereattività di proselitismo a favore delladonazione del sangue.Nel corso dei 45 anni di attività della

nostra sezione, c'è stata una crescitacostante di iscritti e quindi di donazioni.A fronte di una richiesta sanitaria cre-scente, dovuta all'aumento di trapianti etrattamenti trasfusionali, le donazioni disangue e suoi derivati coprono in Italiaappena l'ottanta per cento del fabbisogno.Da qui anche le liste di attesa o l'acquistoall'estero di sangue e suoi derivati perinterventi chirurgici.

Nell'ultima assemblea provinciale,tenutasi proprio ad Offida lo scorso 10Aprile, l'analisi dei dati associativi edonazionali della provincia registravanoun incremento di 487 donatori e di 1256donazioni, che pur ritenuti soddisfacentinon risultavano esaustivi.Guardando poi le stesse voci, a livello

regionale per il 2004 si rileva un incre-mento di 908 soci e di 3847 donazionirispetto al 2003, ma con un'insufficienzasu base regionale di 783 unità di sangue,attinte fuori regione a copertura delle esi-

genze regionali.Riportando poi quanto emersoall'assemblea regionale, doveanalizzando per proiezione lenecessità per il 2005, inprospettiva dell'apertura

di un “centro trapianti”all'Ospedale Regionale di

Torrette, le unità mancanti o inpiù necessarie, sono state stimate

nella misura di 5000.Da qui il nostro grande impegno ad

avvicinare all'Avis tutti quelli che poten-zialmente possono donare: uomini edonne con peso maggiore di 50kg; stato disalute buono; compiuto i 18 anni; inferio-re ai 60 anni.Invitiamo tutti quelli che rientrano in

questi parametri, a visitare la nostra sezio-ne in C.so Serpente Aureo 62, oppure acontattarci magari soltanto per approfon-dire l'argomento.Parlavamo sopra delle nostre attività

di proselitismo, sono queste altrettanteopportunità per avvicinarci e chiedereinformazioni al riguardo.

Diamo di seguito gli appuntamenticanonici nel corso dell'anno in cui cipotrete trovare:• Mese di Aprile in piazza a Borgo Miriamcon i giovanissimi ciclisti di tutte leMarche - quest'anno il 17 u.s.• Maggio, fine mese, in piazza del Popolocon i ragazzi delle medie - quest'annoDomenica 22• Giugno per la “Giornata Mondiale dellaDonazione del Sangue” 14 giugno. In tuttii bar del territorio troverete bustine di zuc-chero Avis con il nostro recapito.• Feste nelle frazioni, S. Lazzaro, S.Barnaba, S.Bernardino, ecc. - presenzacon nostra postazione informativa• Altre opportunità potranno essere atti-vate in funzione della disponibilità deisoci e delle ricorrenze.

Nel salutarvi tutti vogliamoancora una volta ribadire che

il sangue non si fabbrica,si dona.

Fin quando siamo in grado dipoterlo fare facciamolo.

Avis Comunale OffidaC.so Serpente Aureo 62,

tel. 0736880751,e-mail [email protected]

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AVIS DI OFFIDAGIULIANO CIOTTI - PRESIDENTE

Situazione Soci al 31/12 2003 2004 variaz.%

Soci Donatori 104 134 28.90%

Soci ex Donatori 3 3 0%

Soci Collaboratori 1 1 0%

Totali 108 138 27.80%

Situazione Soci al 31/12 2003 2004 variaz.%

Donazioni annue 228 280 22,81%

Indice donazioni/donatori 2,19 2,08 -5,05%

Da qualche anno l'impegno a lavorare tra la gente ci sta dando notevoli soddi-sfazioni, riportiamo alcuni dati degli ultimi anni anche per spronare i più renitentia darci ancora soddisfazioni.

LAMENTO D'AMORE(Jessica Lanciotti, 12 anni - classe IA)Un sogno porta la mia animaFino al cielo e leggera si scioglie;debole soffio di flebile vitami perdo su ali di ventomo torno, fedele al mio dolore,sulle orme antiche di un amore

FILASTROCCA D LU GIORNALAR(Daniele P., Stefano S., Luigi S.,Jessica L. - classe IA)“lu giornal è rscitloc l' edicola d lu fid.Lu giornal s'è strappatE lu giornalar s'è ngazzat.Va gerenn p lu fidE va cerchenn li pepit.Ma ch trova? Li frichìNnanz lu bar d Csarì.S'è piiat nu caffèC la pasta e c lu tè,da lu bar è rrscitsott na mmaccna s n'è ite lu cuoll ie s'è stuort,lu giornalar mo s'è muort”.

DIVAGAZIONI(gli stessi autori)Cosa dice una pecora quando vede unmontone affascinante?“Beeeeeeeello!”

UN ORTO COLTIVATO(i bambini della scuola primaria)Un orto coltivatoÈ sbocciatoPer la gioiaDel palato.

Insalata ricciolinaLattuga sopraffinaCicoria genuina.

Patate novelleFave lucide e bellePiselli tenerelliIn verdi baccelli.

Finocchi da condireVerze e rapeDa bollire.

Carciofi in miniaturaAi margini della verdura.

Zucchine a listarelleDa friggere nelle padelle.Zucche striatePer HalloweenSono illuminate.

Per un dessert prelibatoFragole, panna…E gelato al cioccolato.

Un irisNon ancora sbocciatoIl nostro ortoProfumeràE ancor più belloLo farà.

LA NEVE(Ilaria C. & Simone C.)Scende la neve,Scende in inverno,Fresca e leggeraCullata dal vento.

L'AUTUNNO(Ilaria C. & Simone C.)Una folata di ventoTravolge le foglieAppena cadute,Ingenue,Ignare del loro destino.

I FIORI(Ilaria C. & Simone C.)Fiori di Marzo,Vivaci con i loro colori,Ma spogli,Aridi d'inverno.

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Prim ce stie' li muort de fam, li peveritt,je pe l'elemosina pe male campa'.Une de chist se chiamie' M'SCHITT,era de lu paes nuostr, un secolo fa.

Passie' pe li case, bbessie' a li port.“E' più de do dì che ne magne,t'aitesse Ddie e la buona sorte,t'aumentasse la raccolta e lu guadagne”.

“Me sent tant stracc, me dole li pie',ciaie nu suonn arretrat, verrie' riposa'.M'allong su la paie o su lu fie',me repose necco', senza tant disturbà”.

Pe mbuò d'ann nen fu più vist.Se spannet na voce “M'schitt è it carcerat”.Lu motiv fu proprie e verament quist?Nesciun sapete che avié combinat.

Quann in giro fu rivist, dopo tant'ann,nnèra più iss, era cagnat.Era n'atr om, tescié, c'iavié l'affann,cammenié pian, recurv, s'era invecchiat.

“Ne vojo più nient!” mo decié M'schitt“me stent la vita ch lu lavorà”e facié vedé tant tip di baschitt.Guadagné, sci…ma sempre pe male campa'.

M'SCHITT(barbone offidano di un secolo fa)

LORENZO GABRIELLI

L’ANGOLO DEI RAGAZZI

In questo numero inauguriamo uno spazio completamente dedicato ai ragazzidelle scuole elementari e medie. I loro scritti, in forma di poesia, racconto oindovinello, verranno raccolti e pubblicati in forma integrale. Invitiamo pertantotutti i ragazzi a partecipare nella forma e nei contenuti che loro riteranno piu oppor-tuni.

Il nostro volume su S.Mariadella Rocca, disponibilepresso i punti vendita o

direttamente in segreteria del Centro Studi

GIOVANNI ALLEVINICOLA SAVINI

Tra gli illustri figli della terra diOffida, è, senz'altro da annoverare

il prof. Giovanni Allevi. Forse meno notorispetto all'intraprendente zio Guglielmo,ma una vera celebrità nel campo dellamedicina. Di lui riportiamo alcune notizietratte dalla rivista quindicinale “TerraPicena” del 31 Luglio 1932.Veniva da famiglia di scienziati e di

patrioti che subirono le persecuzioni delGoverno Pontificio e combatterono perl'unità d'Italia. Con tali nobili tradizioni,avendo militato da giovane nel partitosocialista, nell'epoca romantica, quandoera tutt'altro che un mezzo per far carrieraed affari, se ne distaccò al tempo dellaguerra e fu uno dei primi medici volontarie degli ultimi a far ritorno dal fronte. Ebbeanche l'incarico della propaganda fra letruppe della 2^ Armata.

Nato in Offida il 25 Novembre del1870, compì gli studi ginnasiali e liceali aFermo e quelli universitari a Bologna dovesi laureò per trasferirsi quasi subito aMilano. Nel 1909, per pubblico concorso,fu nominato consulente medico dellaSocietà Umanitaria per gli infortuni e lemalattie del lavoro, posto che abbandonòsdegnosamente in periodo di disfattismo,dando prova di nobiltà d'animo e di altosentimento patriottico. Nel 1914 conseguìla Libera Docenza per titoli in Patologiadel Lavoro presso la R. Università diNapoli. Nel 1915, essendo assessore alComune di Milano, andò con le squadredi soccorso nei territori della Marsicadevastati dal terremoto. A San Benedettodei Marsi contribuì a creare parecchie

opere civili che servirono a riportare iprimi bagliori di vita in quella plaga dovela morte aveva largamente mietuto.Questo gesto gli valse, da parte delMinistero degli Interni, la medaglia dibenemerenza.Alla vigilia della prima guerra mondia-

le lavorò instancabilmente alla “CroceVerde” per preparare, con qualche altroamico, i corsi di insegnamento per infer-mieri e infermiere. La sua opera fu apprez-zata al punto che la umanitaria istituzionevolle conferirgli una medaglia d'oro dibenemerenza. Più tardi fece parte delComitato Centrale di Assistenza per laGuerra e del Comitato Igienico-sanitarioper la propaganda fra i soldati e le lorofamiglie.In guerra fu negli ospedali da campo e

con le truppe combattenti. DopoCaporetto, il generale Giuseppe Pennella,allora comandante della 2^ Armata, più diuna volta riconobbe all'Allevi “il merito diaver portato un validissimo contributo nelpreparare l'animo della truppa alla vittoriache culminò nelle epiche giornate delMontello e alle quali egli prese viva parte”.Avvenuto l'armistizio, ebbe dal ComandoSupremo degli incarichi di fiducia.Prima fu mandato al campo di concen-

tramento degli ex prigionieri italiani diRivegno provenienti dall'Austria e dallaGermania, poi col 25° Corpo d'Armatache fronteggiava nella Venezia Giulia l'e-sercito jugoslavo.Oltre alle decorazioni di tutti i com-

battenti, gli furono conferite la medagliacommemorativa della guerra con quattrofascette, la medaglia di benemerenza deiVolontari di guerra e due croci al merito diguerra, una delle quali, con magnificamotivazione, per la ritirata di Caporetto.Giovanni Allevi spiegò ininterrotta-

mente una grande attività nel giornalismoscientifico e nella stampa politica, trattan-do questioni soprattutto di MedicinaSociale. I più accreditati quotidiani diMilano e di Roma accolsero per anni isuoi articoli, nei quali eglisostenne la necessità di unmaggiore sviluppo delleAssicurazioni Sociali e delladifesa della donna operaia nelcampo del lavoro.Propugnò, in mezzo a tutti,

l'educazione sportiva, special-mente tra gli operai. In Italia futra i primi a far conoscere l'im-portanza dell'Igiene e dellaPatologia del Lavoro. La suatesi di laurea ebbe per titolo “Ilsaturnismo cronico”, tema sug-geritogli da numerosi casi diavvelenamento da piombo,

osservati in una fabbrica marchigiana distoviglie.Fu pure tra i primi a bandire la crocia-

ta contro l'alcolismo, ma, avendo sostenu-to il principio della moderazione, fu presodi mira da vivacissimi attacchi polemicida parte dei proibizionisti.Nelle sue numerose pubblicazioni

rifulge la profonda cultura con la vastissi-ma sua pratica nell'esteso campo dellapatologia del lavoro, della infortunistica,della sociologia. Le sue memorie e pubbli-cazioni su svariati argomenti sono nume-rosissime. Tra i suoi volumi, da ricordaresoprattutto: L'Alcoolismo, Le Malattie deiLavoratori e l'Igiene Industriale, La MedicinaSociale, Sport e Igiene, L'AssicurazioneInfortuni e la valutazione dei danni, GliStupefacenti e la Medicina Sociale.Collaborò, inoltre, in due importanti

riviste edite dal Bureau International duTravail, “La tubercolosi dal lato clinico esociale” e “L'Ygiene du travail”.Fu di indole mite e modesta - dice di

lui la cronaca di allora - di carattere rettoe integerrimo, di cuore nobile e generoso,di intelligenza acuta e sagace.Fu di una operosità indefessa e consi-

derò sempre il lavoro come un apostolatoda esercitarsi per il bene della patria e avantaggio delle masse lavoratrici.Tutta la sua vasta produzione scientifi-

ca, tutti i suoi molteplici scritti di“Volgarizzazione” furono volti sempre aquesto scopo elevatoe altruista.“L'animo suo, schivo delle vane

pompe e degli affari lucrosi, raccoglieva lepiù elette doti della Stirpe Picena”.Immenso fu il cordoglio il giorno della

notizia della sua morte avvenuta a Milanoil 6 Giugno 1932. I solenni funerali sisvolsero l'8 Giugno 1932 alle ore 10. Perla circostanza, il Grand'Ufficiale prof.Luigi Devoto ricordò il suo “alto senti-mento patrio, la valorosa condotta al fron-te, le benemerenze nel campo scientifico,l'amore per gli umili”.

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OFFIDANI ILLUSTRI

Giovanni Allevi

Il funerale di Giovanni Allevi in una rarissima foto dell'epoca

BONSAI:botanica, filosofia ed arte in un vaso

MAURO RECCHI

Realizzare Bonsai, può sembrare eccen-trico, strano, inutile e, talvolta addiritturacrudele a chi di Bonsai ha solo sentito par-lare, ma senza mai approfondire l'argomen-to. L'obiezione più comune è che le pianteBonsai, “soffrono inutilmente”.

È veramente strano che si senta direquesto, quando da sempre l'uomo trapian-ta, lega, pota, innesta, concima, fa insom-ma tutte quelle operazioni che gli appas-sionati e i Bonsaisti, fanno senza che nes-suno abbia trovato nulla da ridire.Adesso, possiamo ben precisare che

quando i bonsai sono ben seguiti, possonosopravvivere alle piante della stessa specieche vivono in natura, e quindi ribadire, che“mai piante furono tanto amate e curate”.Chi coltiva Bonsai, sa bene tutto ciò, tutta-via queste polemiche sono alimentate soloed unicamente da vecchi pregiudizi .È vero che gli appassionati di bonsai,

non curano queste piante per fini utili, maessi sanno bene che amare i bonsai, arric-chisce lo spirito e allieta gli umori.Non è un caso che la parola bonsai,

universalmente nota come ALBERO inMINIATURA, ci venga da un paese comeil Giappone, il quale non ha certo bisognodi riscoperte ecologiche per capire come lavita dell'uomo sia strettamente connessa aquella natura.In un mondo che vive freneticamente,

dove il tempo si calcola in secondi, il bon-sai ci può riavvicinare alla natura ed aisuoi ritmi.

Il bonsai, è il risultato finale di quattrocomponenti: tecnica, botanica, arte e filo-sofia. Appare ovvio che la botanica e latecnica concorrano a fare un bonsai, men-tre è abbastanza difficile pensare che sidebba scomodare parole come arte e filo-sofia.Per concludere, fare bonsai non è, o

non è solamente, divertirsi con le piante,ma un qualcosa che coinvolge la personainteressata in modo ben più profondo diquanto si possa supporre.

MOTOCICLETTED'AVANGUARDIAITALIANO DE SANTIS

Tra la fine del1800 e la vigilia dellagrande guerra, poco alla volta, la motoci-cletta passa dalla fase pioneristica allamaturità, sia da un punto di vista tecnico esia come prodotto industriale.

Nascono e solo per citarne le case prin-cipali, Benelli, Garelli, Bianchi, Gilera,Frera, Della Ferrera, arrivano i primimodelli d'importazione, iniziano le compe-tizioni, le mille miglia e la diffusione delledue ruote porta a norme e regolamentazio-ni per la circolazione stradale.Tra le società Italiane note prima della

grande guerra, si distingue la FRERA di

TRADATE che sin dalla sua fondazionenel 1906, si differenzia per il suo tentativodi dare alla sua produzione una base indu-striale vera e propria.Punti di forza messi in gioco della sua

produzione l'affidabilità in tenuta, frenatacomodità e posizione di guida visto che lestrade di allora erano brecciate e con moltebuche e in ultimo la capacità di poter for-nire modelli dedicati ad usi civili e militari,campo quest'ultimo in cui si distingueràparticolarmente diventando uno dei prin-cipali fornitori del nostro esercito.Durante la guerra, anche GINO

MAGNANI, fondatore nonché editore dimotociclismo dovrà indossare la divisa gri-gio-verde dell'esercito e abbandonare perquattro anni la sua attività.Le pubblicazioni andarono avanti per la

prima metà del 1915 poi si arrestarono finoal 1919. Durante il conflitto mondiale, lamoto fu protagonista indiscussa ed ammira-ta per la sua agilità e velocità: questi duegrandi pregi furono apprezzati anche dagli

eserciti belligeranti. L'Italiadel primo dopoguerra attra-versa, come gran partedell'Europa, un periodo digran confusione e creativi-tà. Gabriele D'Annunzio èimpegnato nell'impresa diFiume. Nella letteratura enella pittura, si impongonole idee futuriste. In campomotociclistico, dall'espe-

rienza della guerra, nascono le basi per lanascita della futura grande industria inInghilterra, Italia e Germania.Il mercato Italiano si riapre anche alle

importazioni. Nel 1921, esce la primaMotoGuzzi; è passato un anno dalla presentazio-ne dell'anonimo prototipo siglato GP e laMoto Guzzi esce finalmente allo scopertocon il modello “NORMALE” che differivadal prototipo dell'anno precedente nelmotore (con testata a 2 valvole contrappo-ste, invece che monoalbero a 4 valvole) enel telaio. Con una cilindrata di 498,4 cc,il motore sviluppava 8cv a 3.400 giri/minu-to e poteva spingere sino a 85 Km/H.Il cambio era a tre marce con comando

manuale e il freno era previsto solo sullaruota posteriore. Come possiamo vedere,erano state gettate le basi dello sviluppo;ora il tempo, la pazienza e la tecnologia,iniziavano il lungo cammino verso i nostrigiorni, con grandi successi e soprattuttocon grandi consensi. La motocicletta, dasempre, ha simboleggiato e tuttora simbo-leggia la passione, l'amore e per la libertà; esoprattutto segna il divario tra le vecchie ele nuove generazioni, le quali, da sempre,ripongono nelle “due ruote” grande fiduciae, ancor di più, grandi progetti.

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NATURA E SCIENZA

Scotano - Cotinus CoggygriaStile eretto informale

Moto Guzzi, modello “Normale”

Modello Frera, adottato dalla forze armate

PROVE DI COMUNICAZIONECON ALTRI MONDI

SIMONE RECCHI

La domanda “siamo soli nell’Uni-verso?” ha fatto perdere il sonno a genera-zioni di filosofi e di gente comune. In gene-re però, quando pensiamo a forme di vitaextraterrestre, ci vengono in mente vecchifilm di fantascienza degli anni cinquanta (operché no, nuovi film di fantascenza come“Independence day”, “Signs” o il prossimofilm di Spielberg “La guerra dei Mondi”),dischi volanti ed omini verdi con straneantenne. Non ci vengono inmente dunque grandi progettiscientifici atti a trovare nuovipianeti abitati.Ovviamente molti hanno

pensato che anche altri pia-neti del nostro Sistema Solarepotessero essere abitati e daqui è nata una vasta letteratu-ra ed un profondo impattonell’immaginario collettivo(il famoso “marziano”, spessousato come sinonimo di“extraterrestre” altro non èche un ipotetico abitante diMarte). Grazie a numeroseosservazioni ed a molte mis-sioni scientifiche direttamente sulla super-ficie dei nostri pianeti vicini, oggi sappia-mo che non esistono forme di vita in altripianeti, e se ve ne fossero state in passato,sarebbero state estremamente primitive(esseri unicellulari o batteri).Dal punto di vista “filosofico”, la ricer-

ca di altri pianeti abitabili si puo’ far risali-re a Giordano Bruno nel XVI Secolo, ilquale, facendo suo il modelloCoopernicano (la Terra non è più al centrodell’Universo ma è un normale pianetache ruota attorno ad una normale stella)ipotizzò l’esistenza di altri mondi abitati.Dal punto di vista della scienza moderna,tutto ha origine da un articolo del 1959 didue astronomi (Cocconi e Morrison), pub-blicato sulla prestigiosa rivista “Nature”. Inesso si affermava che, usando onde radio,era possibile comunicare con ipotetici pia-neti abitati in stelle vicine.L’anno dopo, l’astronomo americano

Drake pubblico’ anche una formula ingrado di calcolare il numero di civiltà galat-tiche al di fuori della nostra: Nc = N x Fp xFc x Fv x Fi x Ft x L/T, dove questi stranisimboli indicano rispettivamente:• Nc: Numero totale di civiltà galattiche.• N: Numero totale di stelle nella nostraGalassia

• Fp: la probabilità che attorno a questestelle ruotino dei pianeti

• Fc: il numero di pianeti, per ogni stella,in cui vi siano condizioni fisiche adatteal sorgere della vita

• Fv: la probabilità che la vita si sviluppi

davvero in uno di questi pianeti• Fi: la probabilità che questa forma divita sia intelligente

• Ft: la probabilità che questa forma divita intelligente si sia sviluppata in unaciviltà tecnologica

• L: la durata di tale civiltà tecnologica• T: l’età della nostra GalassiaLa formula è dunque semplice: la nostra

ignoranza riguardo a tutti questi dati è peròabissale e le stime che possiamo fare al gior-no d’oggi variano da 1 (solo sulla terra c’èuna civiltà tecnologica) a diversi milioni.Dalla fine degli anni ‘90, telescopi sem-

pre migliori hanno iniziato a dare per lo

meno delle risposte parziali. Un pianetamolto grande (tipo Giove) che passidavanti ad una stella, facendogli ombra, nediminuisce (anche se di poco) la luminosi-tà. Inoltre, se il pianeta è sufficientementegrande, esso disturba con la sua gravità ilmoto della stella, la quale ondeggia lieve-mente. Sfruttando queste proprietà, è pos-sibile stabilire se attorno alle stelle vicine cisiano dei pianeti.Dal 1995, anno della prima scoperta di

un pianeta extrasolare, le scoperte si sonomoltiplicate ed oggi conosciamocirca 150 pianeti. Purtroppo sonotutti molto grandi e gassosi (comeGiove) ed in essi non può essercivita. Ma i telescopi a disposizionedegli astronomi stanno miglioran-do ad un ritmo impressionante epresto saranno a disposizione tele-scopi di nuova generazione, conspecchi di diametro da 30 a 100metri. Con questi strumenticolossali, gli astronomi saranno ingrado di vedere pianeti grandicome la nostra Terra in stelle vici-ne, aiutandoci quindi a capirequanto sia facile formare Mondisimili al nostro attorno ad altrestelle.Nel frattempo, comunque, l’i-

dea di entrare in contatto direttocon altre civiltà non ha maiabbandonato gli scienziati (e nelfilm “Contact” si descrive questotentativo in modo abbastanza rea-

listico). Ad oggi il più grande progetto perla ricerca di forme di vita extraterrestre sichiama SETI (Search for Extra-TerrestrialIntelligence). Il progetto SETI è basatoesattamente sulle idee di Cocconi eMorrison, descritte all’inizio di questo arti-colo. Il SETI impiega grandi radiotelescopiper cercare segnali radio “artificiali” (cioènon provocati da corpi celesti o da altrifenomeni naturali) provenienti dallo spazioceleste. Al momento, i segnali radio che sicercano sono “monocromatici”, ovverocomposti da una sola frequenza. Se qualcu-no dallo spazio profondo volesse intenzio-nalmente farsi "sentire" probabilmente use-rebbe questo tipo di segnale perché è moltofacile da generare e facilmente distinguibi-le dagli altri segnali provenienti dal cosmo.I radiotelescopi sono strumenti molto

grandi e molto costosi ed ogni volta che simettono ad ascoltare il cielo, costano allacomunità molto denaro. L’Istituto diRadioastronomia del Consiglio Nazionaledelle Ricerche, con i suoi grandi radiotele-scopi della stazione radioastronomica diMedicina (vicino a Bologna), potrà effet-tuare a questo scopo osservazioni a bassocosto. Questa possibilità si sta realizzandograzie ad una collaborazione con l’universi-tà americana di Berkley (California), cheha fornito un potentissimo sistema di ana-lisi dati in tempo reale per la ricerca didebolissimi segnali artificiali nascosti nellamiriade di segnali radio, di origine natura-le, provenienti dall’Universo. Il nome diquesto "mostro", in grado di effettuare deci-ne di miliardi di operazioni al secondo, èSERENDIP IV. La particolarità delSERENDIP IV è quella di non ostacolare leosservazioni in corso (quelle degli astrono-mi “seri”, non intenti a cercare E.T.) ma dilavorare allo stesso tempo. Non sapendo,infatti, esattamente a che frequenza “ascol-tare” il cosmo e dove puntare l’antenna,

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Gli astronomi Cocconi e Morrison.

Una delle antenne paraboliche della stazione di Medicina (BO)

tanto vale osservare a caso, cioè elaborarecon il SERENDIP IV i segnali che proven-gono dalla stessa zona di cielo studiata dalradioastronomo che usa l’antenna in quelmomento.Per adesso questi sforzi, analogamente a

quelli di Stati Uniti, Francia, Giappone,non hanno prodotto risultati ed, almomento, sembra che nessuno stia tentan-do di “chiamarci”. Gli scienziati del SETIperò non demordono e continuano a scan-dagliare il cielo con le loro antenne.Va tenuto sempre presente che, se un

giorno quel “segnale” tanto atteso fossedavvero rilevato, esso sarebbe l’inizio di

uno scambio di messaggi piuttosto proble-matico. La stella più vicina a noi è ad unadistanza di circa 4 anni luce, ovvero la luce(ed anche i segnali radio che stiamo cer-cando di captare) impiega 4 anni per giun-gere a noi. A voler essere ottimisti, diciamoche riceveremo un messaggio radio da unastella a 10 anni luce da noi. Esso sarà quin-di stato spedito 10 anni fa. Quel messaggioda solo non ci dirà nulla. Tenteremo dirispondere dicendo ad in nostri amici alie-ni qualcosa di noi.Data la diversa provenienza, agli alieni

il nostro messaggio apparirà incomprensibi-le. Risponderanno probabilmente con un

messaggio che nel loro mondo vuol dire“come??”. Noi probabilmente non riuscire-mo ad interpretare questo messaggio, erisponderemo con un “cosa??”. Saranno giàpassati 40 anni....Ma la ricerca di altre forme di vita

nell’Universo rimane una delle piu’ ecci-tanti sfide dell’Umanità ed una possibilerisposta parziale agli eterni dilemmi “chisiamo?” “da dove veniamo?” “dove andia-mo?”Probabilmente vale la pena perdere un

po’ di tempo e rischiare qualche intoppo dicomunicazione per avere queste risposte.

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FACCIAMO UN PO’ DI SPORT

CIRCOLO TENNIS OFFIDAGANDELLI DOMENICO - PRESIDENTE

Il CircoloTennis Offida èstato intitolato aRemo Barbizzinell'anno 2001.Abbiamo pensa-to di intitolarlo alcompianto RemoBarbizzi, essendostato lui uno dei

primi appassionati di tennis in Offida.Il circolo ha attraversato un paio di

anni di stasi, perché privato dell'unico

campo a disposizione, in occasione dellacostruzione della nuova palestra polivalen-te. Dopo una lunga attesa, finalmente, civiene affidato il primo campo (speriamonon sia l'ultimo), nella zona del BorgoCappuccini, in Via Nenni. Nell'agosto del2004, infatti, è stato inaugurato il nuovocampo in erba sintetica, permettendocicosì di avere un'attività tennistica abba-stanza continuativa.Il circolo tennis è iscritto alla F.I.T. e

partecipa al campionato a squadre provin-ciale serie D2maschile, tra maggio e giugno.Abbiamo 60 tesserati tra uomini,

donne e bambini e ed è in vigore tra gliiscritti una classifica sociale, che vieneaggiornata attraverso tre tornei sociali.

Tra le esigenze principali del nostro cir-colo, oltre ad avere un altro campo perconsentire a tutti di giocare, c'è quella piùimpellente di avere degli spogliatoi.Stiamo inoltre promovendo il tessera-

mento per poter organizzare una buonascuola per bambini ed adulti.Per la stagione estiva sono già partiti

corsi per bambini, di dieci lezioni a cuihanno aderito 40 allievi.Per qualsiasi informazione inerente il

circolo tennis, è possibile contattare ilnumero 333-3324000.Per prenotazioni e informazioni sul

campo da gioco, contattare la tabaccheriaEdda: tel 0736-880487, dalle ore 7 alle21.30.

SQUADRA DI BASKET

Vent'anni dopo lo scioglimento dellalocale squadra di basket, è ora finalmentein fase di costituzione, una associazionesportiva totalmente dedicata a questosport.A cominciare da questa estate, sono

già stati attivati dei corsi di minibasket,

per partire poi a settembre con i corsiannuali per bambini fino a nove anni.Barbara Fausti, cestista offidana, è l'al-

lenatrice designata a cominciare questanuova avventura. Attorno a lei, il suppor-to di tutte le ragazze della squadra 1984-85, che per l'occasione si sono riunite,dopo vent'anni, in una simpatica partitanostalgica.

karate organizzato dal Wadokay Club diOffida.Oltre mille le presenze e tanta soddi-

sfazione per il Maestro offidano GrazianoCiotti, 6° Dan responsabile regionaleC.s.e.n. del karate Marche, per il maestroNekoofar, docente del corso e la signoraDelia Piralli del Wadokay Club.

WODAKAY CLUB KARATE

Grande successo per il meeting delWadokay Club Karate.Con una partecipazione senza prece-

denti, si è svolto a giugno, presso il resi-dence "Le Terrazze" e l'hotel "Parco deiPrincipi" di Grottammare il meeting di

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S.P. OFFIDA

Al terminedi tutti i campio-nati, possiamodire che abbia-mo avuto unanno di durolavoro con risul-tati positivi. LaS.P. Offida conta250 atleti dai 6anni fino ad arri-vare ai 22 dellarosa della primasquadra.

Nella stagione 2004-05, l'Offida, chemili-tanel campionatodi primacategoria gironeD,si è salvata all'ultima giornata, dopo aver dis-putato i play-out. Dopo il pareggio casalingocontro il Pagliare per 3-3, infatti, l'Offida èandata a vincere la gara di ritorno a Pagliaregrazie ad un gol dell'Offidano Massi a dieciminuti dal termine, ed alle miracolose paratedel portiere, sempre offidano purosangue,Valeriano Simonetti.L'Offida ha investito le proprie risorse

sul settore giovanile, e non ha accettato lalogica di un calcio dilettantistico che stadiventando sempre più ingestibile dalpunto di vista economico.L'Offida è tra le pochissime squadre

della regione, che presenta una rosa com-posta quasi esclusivamente da ragazzi offida-ni comunque cresciuti nel proprio settoregiovanile.A fine campionato manifestazioni e

cene per tutti gli iscritti, terminata con unasimpatica gara tra Allievi e genitori/diri-genti. Un esempio di vero sport che coin-volge tutti.Un motivo in più per continuare su

questa strada, e quindi un grande grazie va atutti gli sponsor che ci permettono di esi-stere, senza dimenticare i collaboratori e idirigenti che spendono il proprio tempolibero nelle varie attività della società.

La Sezione di Offida del Tiro aSegno Nazionale, fondata nel1884, è localizzata in Offida in ContradaLava 149 (dietro la vecchia fornace). Lastruttura è composta da un edificio, alquale di recente è stato affiancato unostand che ospita il poligono di tiro a 10metri per pistole e carabine ad aria com-pressa.La vecchia struttura ospita, oltre ad

uffici amministrativi e segreteria, il poligo-no a 50 metri per pistole e carabine calibro22LR, e il poligono a 25 metri a cielo aper-to per pistole di vari calibri (fino ad unmassimo di 63 kgm di energia cinetica).Tutti gli stand sono inoltre dotati di

aree riservate al pubblico riscaldate edinsonorizzate.Le nostre strutture ci hanno inoltre

recentemente consentito di ospitare alcu-ne GARE REGIONALI valide per la qua-lificazione alle finali di COPPA ITALIA eCAMPIONATI ITALIANI, CAMPIO-NATI REGIONALI GIOVANISSIMI ealtro ancora.L'attività della Sezione si articola su

diversi fronti:attività istituzionale, amato-riale, sportiva ed agonistica e quella rivoltaallo sviluppo delle competizioni giovanili.

In ambito istituzionale la Sezione diOffida cura l'abilitazione al maneggio allearmi dei soci obbligati (GuardieParticolari Giurate, corpi di PoliziaMunicipale, Polizia Provinciale, ecc.) ed èa disposizione per gli allenamenti periodi-ci previsti dalla legge.Sempre a livello istituzionale la

Sezione cura anche l'addestramento deisoci volontari, dalle prime nozioni fino alrilascio dei certificati di idoneità almaneggio delle armi, sia “tradizionali” perereditare un'arma, che per uso caccia.Anche gli appartenenti alla Polizia di

Stato, alla Guardia di Finanza ed al CorpoForestale dello Stato hanno utilizzato gliimpianti del Tiro a Segno Nazionale diOffida per le proprie sessioni di esercita-zione.In ambito amatoriale il poligono è a

disposizione dei soci 4 giorni alla settima-na; gli amatori possono così cimentarsi siacon armi proprie, corte e lunghe, che conarmi affittate presso la Sezione, tra unavasta scelta di pistole, revolver e carabine.È altrettanto possibile cimentarsi nelle

discipline Olimpiche dell'aria compressa,anche in questo caso sia con armi proprieche con armi affittate presso la Sezione.

In ambito sportivo ed agonistico, laSezione di Offida organizza regolarmentele competizioni federali regionali; si trattadi 5 manifestazioni, della durata di duesettimane ciascuna, nelle quali si affronta-no gli atleti della Regione, con valore dipartecipazione al campionato nazionale edi qualificazione sia alle finali primaverilidi Coppa Italia che alle finali autunnalidel Campionato Nazionale Assoluto.Nondimeno la sezione organizza gare

ufficiali, esterne al campionato nazionalecitato; sono eventi sportivi di sicuro rilie-vo, basti pensare al fatto che in essi siaffrontano oltre 150 atleti, distinti nellediverse discipline e categorie di apparte-nenza, accompagnati dai rispettivi tecnicie, nel caso delle componenti giovanili,molto spesso da genitori ed amici.È, alla fine, un modo per far avvicina-

re allo sport del tiro a segno molte perso-ne che possono provare interesse ed ini-ziare, perché no, una propria “carriera”amatoriale o agonistica.A fine anno è consuetudine, ormai,

organizzare la Gara di Natale, riservataalle specialità ad aria compressa ed apertaa tutti i soci, agonisti e non, del Tiro aSegno di Offida. È un modo per incon-

IO TIRO A SEGNO... E TU?BERNARDINO CAMPITELLI (PRESIDENTE TIRO A SEGNO SEZ. DI OFFIDA)

ASSOCIAZIONEOFFIDAVOLLEY

Nel nuovo Palasport di Offida, dedica-to a Giovanni Vannicola, si è dato inizioall'attività di Pallavolo, per ragazzi/e dai 6ai 16 anni.L'attività ha inizio con un corso di

avviamento al Volley, con tecnici qualifi-cati come Rossella Cartagine, IorisanTroli, laureata in scienze motorie, FabioCiaccioni, e con i preparatori atleticiPaolo Amadio e Mauro Marselletti, lau-

reandi anche loro in scienze motorieall'Università di Urbino.Partecipano agli allenamenti anche

tecnici di squadre professioniste come laVidex Royal Pat Grottazzolina, con laquale si sta avviando una proficua colla-borazione, e che ringraziamo per la parte-cipazione della squadra durante l'inaugu-razione del Palasport.Il corso di Volley, dura un mese, da fine

giungo a fine luglio, con torneo finale chevede la partecipazione di squadre ospiti.

Previsti 3 allena-menti settimanali illunedì, mercoledì evenerdì dalle ore 18alle ore 20.A settembre si ini-

zierà con la regolareattività e l'iscrizione ai campionati FIPAV.Per Informazioni contattare l'ufficio

Servizi alla persona del Comune di Offida0736-888707, oppure Giovanni Stracci335-1367290

RAFFAELA FANESI

POLPETTINE CON VERDUREPer due persone

gr. 300 carne macinataparmigianopan grattato1 uovonoce moscata (facoltativo)sale (per l'impasto delle polpettine)1 zucchina1 melanzana piccolapomodorini pachino1 cipollasale (per condire le verdure)basilico

PREPARAZIONEAmalgamare bene la carne macina-ta con parmigiano, pan grattato,uovo noce moscata e salee formare delle polpettine grandicome noci.

Tagliare le verdure e tocchi dellastessa grandezza delle polpettine,aggiungere i pomodorini pachinointeri o tagliati a meta'.

Aggiustare di sale e disporre tutto inuna teglia da forno unta d'olio.

Cuocere in forno preriscaldato a180° per 20 minuti circa.

trarsi, competere ma soprattutto divertirsigrazie alla particolarità delle prove di tiropreviste dal regolamento della manifesta-zione.In ambito giovanile la Sezione cura lo

sviluppo sportivo dei giovani a partire dai10 anni di età; questo comporta un impe-gno molto gravoso di uomini e risorse,tutto ciò grazie a 12 direttori ed istruttoridi tiro che lo fanno per pura passione, nonessendo retribuiti.La prima formazione è di tipo stretta-

mente ludico, e viene svolta esclusivamen-te nelle discipline Olimpiche dell'ariacompressa, pistola e carabina a 10 metri; daquesta fase si passa poi ad un approccio allacompetizione agonistica, partendo daiGiochi della Gioventù (attualmente deno-minati Campionato Giovanissimi), perproseguire con il Campionato Nazionalenelle categorie Allievi, Ragazzi e Juniores.Periodicamente i nostri giovani atleti

partecipano ad incontri formativi organiz-zati dal Comitato Regionale e dall'UnioneItaliana Tiro a Segno, sia presso le nostrestrutture, che presso altri poligoni oCentri Federali.È un grande impegno, quello della

Sezione a favore dei giovani tiratori, cheviene premiato con l' ammissione deinostri “ragazzi” alle finali nazionali dicategoria.Per praticare il tiro a segno con armi

ad aria compressa è sufficiente avere com-piuto il decimo anno di età; per il tiro conarmi a fuoco è necessario avere compiuto14 anni.Commissari di tiro forniscono l'istru-

zione base per iniziare:- Norme di Sicurezza (innanzitutto!)- Funzionamento dell'arma- Tecnica di tiroIl corso di tiro a segno per giovanissi-

mi, inserito nel programma di moltiComuni italiani per i corsi di ginnasticae avviamento allo sport dei giovanissimi,consente di sviluppare la capacità di con-centrazione e controllare le emozionimentre si acquisiscono le norme fonda-mentali di sicurezza e gli elementi dellatecnica di base per raggiungere l'obbiet-tivo, il bersaglio.Praticare lo sport del tiro a segno è

facile; la Sezione del TSN ed il suo perso-nale sono pronti ad accogliervi e fornirvitutta l'assistenza per farvi conoscere que-sto affascinante sport. Potete iscrivervidirettamente o, prima dell'iscrizione,potete chiedere di effettuare una prova:siamo certi che, dopo aver provato, sareteentusiasti.

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Carissime lettrici e lettori di Ophys,mi è stato richiesto un pensiero

per la rivista, ed io vi scrivo dal mio “riti-ro”, qui, tra le montagne dei Sibillini, dalSantuario dell'Ambro in cui mi trovo, pervolere dei miei superiori dal settembre2004.Anzitutto voglio ringraziare immensa-

mente tutti gli offidani che per la mia par-

tenza hanno manifestato la loro simpatiaed il loro affetto.Ho cercato di ringraziare a voce tutti o

quasi, ma come dicono i classici, “perinchiostro”, ufficialmente, non l'ho anco-ra fatto. Questa, quindi, è l'occasione giu-sta. Grazie di cuore per la cordialità concui mi avete sempre sostenuto nella varieiniziative, ecclesiali e non. Grazie alle col-laboratrici e collaboratori parrocchiali; manon posso assolutamente non ringraziarele autorità civili ed amministrative chehanno sempre avuto un occhio attento atutto ciò che si prospettava di bene per ilcaro popolo affidano.Da settembre a tutt'oggi, molti offida-

ni sono venuti a pregare quassù, ma anchea trovarmi, quasi per non farmi sentiretroppo la lontana dell'amata terra. Vi rin-grazio di cuore.

In questi mesi ne sono certamente suc-cesse tante di cose. Purtroppo sorellamorte ha spesso bussato alla porta didiverse famiglie offidane, alle quali inviola mia solidarietà e partecipazione. D'altraparte, il gelido abbraccio della morte, nonha risparmiato nemmeno quel sant'uomodi Giovanni Paolo II, il gran papa polacco,al quale il buon Dio ha spalancato le portedell'eternità.“Non abbiate paura di nulla”, ci ha

detto più volte, e lo stesso incoraggiamen-to ci fa il nuovo papa Benedetto XVI. Unpapa, quest'ultimo, tedesco di nazionalitàma italiano e romano di adozione, che giàpiù volte ha suggerito di far cadere ognibarriera per fare dell'umanità intera uninsieme perfetto.Qui tra le montagne ho tanto tempo

per pensare a tutto e a tutti voi, ma il mio

Martedì 20.00 - 22.00

Venerdì 20.00 - 22.00

Sabato 16.00 - 19.00

Domenica 10.00 - 12.00

Festivi 10.00-12.00/16.00-19.00

Per informazioniPOLIGONO 0736/880895PRESIDENTE 347/5850512

ORARI DI APERTURAPoligono 10-25-50 metri

MANGIAMOQUALCOS’ALTRO

DAL SANTUARIO DELL’AMBROPADRE ILARINO

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Degustare significa effettuare un«esame organolettico» o una

«analisi sensoriale» di una sostanza (nelnostro caso il vino). Significa cioè effet-tuare un esame o una analisi attraversosensi delta vista, dell'olfatto, del gusto edel tatto.Possiamo distinguere due tipi di degu-

stazioni:• il piacere: degustazione effettuata dalconsumatore (degustazione edonistica);

• il controllo tecnico: degustazioneeffettuata solamente per il controllotecnico (degustazione tecnica).Nel primo caso la degustazione è sog-

gettiva, legata cioè alla sensazione più omeno piacevole provata da quel degusta-tore, su quel tipo di vino, in quel momen-to. Nel secondo caso è importantissimoottenere il massimo di obiettività.Mentre nel primo caso il degustatore

può essere del tutto impreparato, nelsecondo caso il degustatore diventa unprofessionista che deve;• essere tecnicamente ben preparato;• conoscere bene il tipo di vino inesame;

• sapere esattamente ciò che vuole rile-vare.Qualsiasi persona può degustare un

vino, ma affinché una consumazionediventi una degustazione è necessaria unagrande attenzione e una attenta analisidelle impressioni ricevute; non solo, ildegustatore deve essere in grado di ricono-scere le sostanze che compongono un vinoe descriverle con termini precisi, classifi-carle e formulare un giudizio. Deve quindiavere una perfetta conoscenza del vino,dei suoi componenti e delle sensazioni cheogni componente dà al degustatore.Deve conoscere il complesso delle sen-

sazioni che esulano dai singolicomponenti chimici, distingue-re quelle più importanti daquelle più banali per la qualità.Deve saperle classificare perordine d'importanza, dalle piùsemplici che sono alla base diogni vino, a quelle più com-plesse e significative che per-mettono di ricercarne la quali-tà, la nobiltà e l'eventuale ori-gine. L'analisi chimica, pur per-fetta, non riuscirà mai a deter-minare la qualità di un vino.Ecco quindi che la degustazio-ne diventa decisiva. Il vino èuna bevanda, la più antica enobile bevanda del mondo.Civiltà intere sono legate alvino. La sensibilità gustativa diogni individuo intervieneattraverso i suoi organi disenso: vista, olfatto, gusto,tatto.La prima impressione che

un degustatore riceve assag-giando un vino è la sua com-

plessità nella diversità dei gusti. Difficile èrilevare i vari gusti, ma più difficile èquantificarli. Difficilissimo rilevare le sfu-mature, le «nouances» ed ancor più diffi-cile descriverle e memorizzarle.Se la chimica moderna ha scoperto e

classificato oltre 400 componenti delvino, noi sappiamo che le varie sostanze,in piccolissima quantità, sono parecchiemigliaia. E sono queste le sostanze chedanno qualità, finezza, delicatezza, classe,armonia, fragranza e soprattutto caratteri-stica al vino.Il cervello umano è paragonabile a un

enorme computer con complicatissimi maperfetti circuiti e memorie, che ricerca,seleziona, trasmette, elabora, riconosce,registra, cataloga e memorizza le sensazio-ni ricevute dagli stimoli esterni. Bastasolamente usarlo; volerlo usare.Il corpo umano porta in ogni sua parte

esterna i terminali di questo calcolatore.Quindi al cervello arrivano gli stimoli

anche minimi, della vista, olfatto, gusto etatto. Le quantità dei risultati, in base aglistimoli ricevuti, sono infinite e inimmagi-nabili. Quando si pensi, nel nostro caso,che un vino può essere completamentediverso da un altro della stessa qualità,solamente per la diversa esposizione delterreno, possiamo giudicare da noi stessiquale enorme possibilità di ricezione ha ilcervello umano.Se poi calcoliamo che uno stesso viti-

gno può essere diverso per: terreno, por-tinnesto, sistema di allevamento, quantitàprodotta, concimazione, esposizione,epoca di raccolta, sistema di vinificazioneconservazione ecc., e se questi fattori ven-gono moltiplicati per le diverse qualità divitigni o uvaggi, il discorso diventa vera-mente vasto.Il lettore non si spaventi. Non si

richiede una perfezione di questo genere.Sarebbe impossibile. L'importante è cono-scere la base essenziale della tecnica degu-stativa, gli organi di senso, i componentidel vino. Esercitare i nostri organi nella

IL GUSTO DEL VINO - DEGUSTAZIONEUMBERTO SVIZZERI

pensiero di prevalenza si ferma ad Offida,dove la Provvidenza mi ha messo al servi-zio dei fratelli per 21 anni. Spesso questopensiero diventa “nostalgia”; è umana-mente comprensibile, soprattutto in alcu-ne circostanze.Ho rivisto tantissimi amici per festa di

Croce. Credetemi, che nel viaggio di ritor-no, qualche furtiva lacrima l'ho dovutaingoiare!Va bene, perché un po' di riposo fa

bene, purché sia veramente “un po' diriposo”!

Auguro di cuore pieno successo adOphys e a tutte le iniziative: sono coseimportanti, perché sgorgano da cuoriinnamorati della propria terra. Auguro atutti di passare un lieto e meritato periododi riposo, che ad Offida coincide con lefeste agostane, con i loro programmi ediniziative. Spero di essere presente, altri-menti ci sarò con il pensiero e con ilcuore.Nella speranza di rivederci presto, vi

saluto cordialmente.Qualcuno, o meglio, tutti, mi hanno

chiesto: “Ilarino, come stai all'Ambro?”Io, attraverso queste righe, a tutti rispon-do: “Io sto (voce del verbo stare, starefermo) all'Ambro”!Cordialmente,Ilarino

ricerca dei profumi, degli aromi, dei gustisemplici per poi passare a quelli più com-plessi. Dove poi non arriva la tecnica, lapreparazione, la vocazione del grandedegustatore arriverà la poesia…

EDUCAZIONE SENSORIALEPer comprendere l'educazione senso-

riale bisogna essere appassionati a questabranca di studio e conoscere bene la mate-ria; nel nostro caso il vino.L'educazione sensoriale, parte innata,

parte acquisita, inizia con la nascita etutta la vita è una ricerca, un perfeziona-mento.Diremo che è la parte meno appari-

scente, forse la più dimenticata, quella chenon si insegna mai.Una sensazione presa a se stante non

ha alcun significato se non se ne conoscela provenienza.Ogni sensazione, che è un fatto fisico,

è in correlazione con uno mentale che èpsichico.Ad esempio l'occhio vede il fuoco

(sensazione fisica) e pensa subito all'ustio-ne (sensazione psichica).L'occhio vede il semaforo rosso (sensa-

zione fisica) e pensa subito alla contrav-venzione (sensazione psichica).L'occhio vede una rosa (sensazione

fisica) e pensa subito al profumo (sensa-zione psichica).Educazione sensoriale significa pertan-

to dare un nome a ogni sensazione e dareuna sensazione ad ogni nome.ineducazione sensoriale significa non

avere abbastanza nomi per le sensazioni enon avere abbastanza sensazioni memoriz-zate per i nomi.L'uomo registra in media una sensazio-

ne al secondo. Non tutte vengono memo-rizzate. La cosa sarebbe impossibile.Vengono però registrate dal subcoscientesenza venire immediatamente ragionate.

Tutto ciò dà un bagaglio chiamatosegnale.Segnale è la sensazione convenzionale

più il significato. Il segnale diventa quindiuna forza condizionante, costringentedella vita umana.

CONSIGLI AL DEGUSTATOREPrima regola per un degustatore è

quella di non lasciarsi condizionare.Prima di iniziare una degustazione

deve decondizionarsi, diffidando di tuttociò che deve degustare, delle apparenzeesterne e di eventuali giudizi in preceden-za espressi da altre persone.E' bene avere una attitudine riflessiva

e critica.Non deve mai dire che un vino è rosso

prima di averlo degustato. Potrebbe essereun bianco colorato. In degustazione biso-gna quindi aprirsi alle nuove sensazioni.Aprirsi alle nuove sensazioni significaentrare in un mondo nuovo diverso, in unmondo a cui non avevamo mai pensato.Bisogna esasperare l'analisi sensoriale finoa voler conoscere tutto, fino in fondo,senza mai darsi per vinti. Per arricchire ilnostro archivio aromatico personale biso-gna annusare tutto ciò che ci circonda,memorizzando sempre le sensazioni colnome della sostanza che l'ha determinata.Annusare pertanto i fiori associandoli

ai profumi. Ci abitueremo quindi ad annu-sarli a occhi chiusi e a riconoscere il fioredalla sensazione.Annusare allo stesso modo le piante

aromatiche, la frutta, le piante secche, itabacchi, i diversi odori che possono capi-tare all'olfatto.Annusare i piatti del cibo, cercando,

quando si mangia di distinguere gli aromi,risalendo quindi agli ingredienti e chie-dendo conferma ai cuochi.Annusare aromi non contraffatti; pro-

fumi femminili se derivati da profumi difiori o comunque profumi semplici.Mangiando caramelle alla frutta, al

liquore, o comunque aromatizzate cercaredi riconoscere l'essenza pre-sente.

CONSIGLI PER LACOLLEZIONE DELLE

SENSAZIONIDal momento in cui si

riesce a distinguere le sensa-zioni, bisogna rifiutare quel-lo che è contraffatto e ricer-care ciò che è autentico.Cosa non facile da ottenersi,in quanto la gente non amale cose che non hanno gustoe odore; ama invece le cosecon odori e gusti artificiali.Ama le sensazioni gradevoli

ma molto forti. Ciò è caratteristico dellesensazioni volgari.Le sensazioni gradevoli sono sempre le

più tenui, le più fugaci. Le sensazioni gra-devoli sono talvolta al limite dello sgrade-vole. Diventano gradevoli solo in quantocontenute in bassa concentrazione. Siveda ad esempio la frollatura della carne,in special modo della selvaggina. La frol-latura non è che una decomposizione chedeve essere arrestata (cottura) al limitegiusto.Le sensazioni gradevoli sono talvolta

al limite dello sgradevole in quanto inu-suali. La gente, in genere, giudica cattivociò che non è usuale.Gli specialisti dell'analisi sensoriale

sono gli specialisti dell'olfatto. Minorimportanza è riservata al gusto, in quantoanche il gusto (ed è qui che avvienesovente la confusione) «sente» col naso.Di questo tratteremo più avanti.Gli specialisti dell'olfatto (fabbricanti

di essenze, di profumi femminili) riesconoa riconoscere anche duemila profumi sem-plici e distinguere trenta, quaranta profu-mi semplici in una miscela.Ricordiamo infine, per l'educazione e

la salute olfattiva, di rifuggire dagli odoriviolenti e continuati, dagli scarichi indu-striali o comunque dagli odori continuiche portano ad assuefazione e desensibiliz-zazione dei ricettori olfattori.

LA SALA DA DEGUSTAZIONEIl locale destinato alla degustazione ha

una notevole importanza sul risultato stes-so dell'esame organolettico. L'esperienzaha infatti dimostrato che le condizioni incui opera un degustatore (rumore, luce,ambiente) hanno una notevole influenzasui risultati finali indipendentemente dal-l'abilità del soggetto.Il locale dovrà quindi essere piacevole,

con tinteggiature chiare e uniformi, nonbianche. I colori chiari infatti creano unaatmosfera distensiva. La tinta biancainnervosisce.

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AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO - Una risorsa per “soggetti fragili”ADRIANA COLLETTA - ASSISTENTE SOCIALE - E-MAIL:[email protected]

Per l'esperienza maturata in tantianni di professione come assistente

sociale, alle dipendenze dell'Istituto SantoStefano di Porto Potenza Picena, inambiente ospedaliero, e sul territorio pres-so il centro ambulatoriale di riabilitazionedi San Benedetto del Tronto, voglio tra-smettere la mia soddisfazione per la nuovalegge sulla protezione dei “soggetti fragili”.Già da tempo, la legge prevede due

forme di tutela in favore di chi non è ingrado di provvedere alla gestione dei pro-pri interessi: l'interdizione e la inabilita-zione.

L'interdetto è la persona che si trovain condizioni di completa mancanza di

capacità di agire; non può compiere dasolo atti di ordinaria amministrazione, négli atti di straordinaria amministrazione. Iltribunale nomina un tutore.

L'inabilitato è la persona che si trovain condizione di ridotta capacità di agire;può compiere gli atti di ordinaria ammini-strazione mentre per gli atti di straordina-ria amministrazione deve essere assistitada un curatore stabilito dal tribunale.I due procedimenti sono assegnati alla

competenza del tribunale con l'assistenzadi un legale (spesa legale).La cultura della tutela stenta ad affer-

marsi, in quanto “marchiare” attraversoun processo con una sentenza di interdi-zione, il figlio, il fratello, il padre, la

Il locale dovrà essere facilmente puli-bile, bene illuminato e dovrà essere situa-to lontano dai rumori molesti o addirittu-ra insonorizzato.E' altresì importante che non ci siano

odori estranei; attenzione quindi all'aera-zione naturale o forzata.Nel locale da degustazione saranno

situati i box per i degustatori. Detti box,delle dimensioni di cm. 80 di larghezza, 50di profondità, 75 di altezza, dovrannoessere separati e protetti mediante dellepareti laterali, in modo che i degustatorinon possano disturbarsi a vicenda.Saranno muniti di acqua corrente, di

uno scarico sul lato sinistro, di una luceregolabile in direzione e intensità, di unpiano di appoggio per i bicchieri e le bot-tiglie, di un piano, sulla destra, per poterscrivere, e di un cassetto per riporre i fogli.Le dimensioni della sala saranno rap-

portate al numero di box che si vuole col-locare. Non è però opportuno superare le25-30 unità se si desidera operare col mas-simo successo.

ASSAGGIO TRIANGOLAREQuesto sistema d'assaggio permette di

stabilire se esistono delle differenze fra duecampioni per comparazione triangolare.Il principio si basa sulla presentazio-

ne di tre campioni, due dei quali sonoidentici.Il degustatore deve pertanto indivi-

duare il campione diverso, interpretaree descrivere le differenze e i risultatiottenuti. Questo metodo è applicabilequando si devono scoprire piccole diffe-renze fra due campioni. Tali differenzepossono riguardare sia una sola proprie-tà, ad esempio odore, sapore, dolce,salato, oppure l'insieme dei caratteriorganolettici.Questo sistema si presta ottimamente

per l'allenamento dei degustatori.

ASSAGGIO DI COMPARAZIONEL'assaggio di comparazione fra due

campioni di vino viene effettuato per iseguenti motivi:- distinguere se esiste una minima diffe-renza organolettica fra due campioni;per esempio un controllo di qualità.

- determinare la differenza fra due cam-pioni per un carattere organoletticodeterminato; per esempio l'amabilità.

- stabilire se esiste una preferenza fra idue campioni; per esempio assaggifatti dai consumatori.

- selezionare, allenare, perfezionare idegustatori.E' logico che in questo tipo di degusta-

zione, la temperatura del vino, i tipi dibicchieri, la quantità versata ecc. dovran-no essere uguali. E' altresì importante che

il degustatore sia informato sul fine del-l'assaggio.

ASSAGGIO PER ANNOTAZIONEIl metodo di assaggio per annotazione

comprende la valutazione delle impressio-ni sensoriali prodotte secondo il loro tipoe la loro intensità.Si applica normalmente per valutare

una proprietà particolare: odore, stoffa,carattere, dolce, salato ecc. oppure l'insie-me delle proprietà organolettiche di pro-dotti similari.Nel caso di un singolo vino, questo

metodo può essere applicato per determi-nare l'influenza che su di esso possonoavere determinato le modificazioni dovu-te ai diversi sistemi di vinificazione, trat-tamenti, conservazione, imbottigliamen-to, stoccaggio.I campioni vengono presentati tutti

assieme, senza un preciso ordine. La valu-tazione delle singole proprietà o la valuta-zione d'insieme si effettua mediante l'an-notazione basata su una scala precostituitain diversi punti assegnando, come valuta-zione, un numero che va dall'uno al nove.Per questo tipo di assaggio si devono

utilizzare almeno cinque assaggiatori inmodo da ottenere cinque giudizi da valu-tare in modo statistico.Prima dell'inizio della degustazione è

utile che avvenga una degustazione collet-tiva fra gli assaggiatori e colui che dirigegli assaggi, al fine di accordarsi sulla lineada seguire nei giudizi.Il vino degustato servirà da testimone

in modo da ottenere una amalgama per-fetta fra i degustatori, così come primadella sinfonia il direttore dà la nota peraccordare gli strumenti.

Di una bellezza selvaticaCamminando sulla spiaggia

Color d'estate.La tua silouhette longilineaSi bilanciava al ritmoDelle onde morenti.Il tuo passo cadenzato

Somigliava ad una giraffa d'Africa.Il tuo viso raggiante inquadratoDa un paio di occhiali scuri.Lei era bella, davvero bella,

troppo bella…Il suo bel corpo,

dal color sabbia del mare,Avanzava lentamente mentreI flutti morivano ai suoi piedi,Come per renderle omaggio.Accovacciata sulla riva,Lei respirava l'ariaDi un clima umido.

Il suo sguardo fissava l'orizzonte,Simbolo di mistero.

I raggi d'oro del sole al tramontoLa riscaldavano, dando

L'ultimo tocco alla sua abbronzatura.Lei eri lì, assorta, contemplando

Gli uccelli marini, liberiChissà a cosa pensa… libertà…

FAYE - NEGRO

LIBERTÀ

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Questo intervento vuole sollecitareun momento di dialogo all'inter-

no delle famiglie, a partire dai problemiche un figlio adolescente pone ai genitori.Chi sono oggi i nostri adolescenti?

Perché l'adolescenza è una stagione diffi-cile? O meglio perché noi genitori guar-diamo con forte apprensione i nostri figliavvicinarsi a questa stagione?Devo confessare che spesso mi viene

chiesto se esista una soluzione rapida perquei comportamenti che gli adulti defini-scono devianti, in contrapposizione aicomportamenti ritenuti, in maniera deltutto arbitraria, giusti. La domanda piùricorrente è: che cosa fare per questi ragazzidi oggi, che sempre più diffusamente si espri-mono in «comportamenti a rischio»?Anche se il modo con cui viene

espressa tale domanda sottende rimprove-ro rivolto ai giovani (e cioè di volere tuttosubito), non voglio lasciarla cadere.Piuttosto sposto il discorso su un altro

piano, perché ho imparato lavorando coigiovani che è scorretto, nonché improdut-tivo, definirli in base ai loro comporta-menti,e presumere che ponendo attenzio-ne solo a questi, si possano comprenderele loro storie.

Lo sforzo sarà quello di fornire alcunechiavi di lettura, per saper guardare«oltre» i comportamenti giovanili, e sco-prire un'efficacia educativa che partadalla ri-comprensione del proprio mododi essere genitori.Molte delle riflessioni qui riportate

sono il frutto dell'incontro con genitoriall'interno dei cosiddetti «gruppi di dialo-go», che ho condotto in questi anni, pro-prio a partire dall'esigenza, espressa daigenitori, di essere accompagnati nel lorocompito educativo.A loro va il mio grazie, per avermi aiu-

tato nel mio ruolo di genitore, nonchéper avermi insegnato ad ascoltare e com-prendere che anche i problemi più quoti-diani del rapporto genitori-figli sonodegni di riflessione. E grazie a loro possoanche dire, a tutti i genitori, di non rinun-ciare mai a sforzarsi di capire che i proble-mi dei loro figli hanno a che fare con iproblemi che riguardano il loro esseregenitori.È una lezione che ho imparato viven-

do con giovani tossicodipendenti, coiquali ho lavorato come operatore socialedi comunità. Qui mi sono trovato a segui-re anche i loro genitori e ho potuto soppe-

sare la loro sofferenza nell'accettare diavere un figlio così. Più volte ho sentitonelle loro parole la rabbia e la voglia dimorte nei confronti del figlio; ho ascolta-to, altresì, nel profondo del loro cuore, lasperanza ferita, ma non annullata, che gri-dava aiuto, perché si avverasse un cambia-mento del figlio. Accompagnando questefamiglie ho capito che i primi a cambiaredobbiamo e possiamo essere noi genitori:nel senso di crescere e avere un mododiverso di porci di fronte alla nostra vita,osservando i nostri atteggiamenti, primaancora che i comportamenti dei nostrifigli.Con alcuni di questi genitori ho potu-

to constatare che quella esperienza cosìtraumatica del figlio tossicomane, unavolta risolta, paradossalmente era statal'occasione per ritornare a crescere insie-me, per superare lo stallo di una piatta emonotona esistenza che aveva portato lafamiglia a non accorgersi della tragicachina che stava prendendo la vita delfiglio.Mi riservo di approfondire la tematica

del disagio nel prossimo numero.

madre, spaventa tutti.L'uso di questo strumento trova resi-

stenza anche se è una garanzia per gli stes-si genitori per il “dopo di loro”.A conclusione dell'anno europeo 2004

è stata approvata da parte del Senato lalegge n. 6 del 09 gennaio 2004sull'Amministratore di sostegno comefrutto di un'attenzione particolare neiconfronti di una persona disabile.Questa legge è molto importante poi-

ché attua la piena applicazione dell'Art. 3della Costituzione italiana: “Tutti i cittadi-ni hanno pari dignità sociale e sono ugualidavanti alla legge, senza distinzione di sesso,di razza, di lingua, di religione, di opinionipolitiche, di condizione personale e sociali.”

- L'Amministratore di sostegno tute-la qualunque persona che, causa infermitàtemporanea o parziale per menomazionefisica o psichica, sia impossibilitata a prov-vedere ai propri interessi.La richiesta di nomina di amministra-

tore di sostegno va presentata al Giudicetutelare del luogo di residenza o di domi-cilio dell'interessato e non al tribunale.

- Il Giudice Tutelare è la figura chedefinisce la capacità dell'amministratoredi sostegno.La domanda di richiesta può essere

inoltrata dal coniuge se non separato e con-vivente, dal padre, dalla madre, dai fratelli,dalle sorelle e dai parenti fino al quartogrado. Possono essere i rappresentanti diassociazione dotati di personalità giuridicao associazioni di volontariato, servizi socia-li e sanitari direttamente impegnati nellacura e assistenza del soggetto.- Nell'articolo 408 della legge si discu-

te come l'amministratore di sostegnopossa essere indicato dallo stesso interessa-to, in previsione della propria eventuale,futura incapacità, mediante un atto pub-blico o scrittura privata autenticata (vec-chiaia, intervento chirurgico impegnati-vo).

- L'amministratore di sostegno nonpercepisce retribuzione economica.

Il Giudice tutelare, entro 60 giorni,dalla data della presentazione delladomanda e dopo attenta valutazione,emette un decreto immediatamente ese-cutivo.Il decreto di nomina deve contenere:

- Generalità del beneficiario e dell'am-ministratore di sostegno;

- Durata dell'incarico;- Gli atti amministrativi che l'ammini-stratore di sostegno può fare a nome eper conto del beneficiario;

- Gli atti che il beneficiario può com-piere da solo o con l'aiuto dell'ammi-nistratore di sostegno;

- Limiti delle spese che l'amministratoredi sostegno può sostenere con l'utilizzodella somma del beneficiario, se ne hala disponibilità;

- La periodicità con cui l'amministrato-re di sostegno deve relazionare al giu-dice l'attività svolta.L'amministratore di sostegno nello

svolgimento dei suoi compiti deve tenerconto dei bisogni e delle aspirazioni delbeneficiario. Nel caso in cui non realizzi lapiena tutela, il Giudice tutelare provveded'ufficio alla dichiarazione di cessazionedell'amministratore di sostegno.- Il Giudice tutelare può convocare in

qualunque momento l'amministratore disostegno per chiedere informazioni o perdare indicazioni volte a tutelare gli inte-ressi morali del beneficiario.- L'Amministratore di Sostegno può

avere l'incarico per 10 anni, mentre nelcaso di un parente (madre o figlio) puòdurare tutta la vita, salvo richiesta direvoca dello stesso interessato.Il procedimento giuridico è completa-

mente gratuito.

TRASGRESSIONI ADOLESCENZIALIMIRKO CIABATTONI

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Vorrei dedicare un po' di spazio ad unodei sentimenti più forti e coinvolgenti chemai abbiano mosso l'essere umano nel suoperegrinare sulla terra. E' l'amore, l'amoreper un altro essere umano, che più di unavolta ci spinge ben aldilà di ogni nostraaspettativa o immaginazione.Cantore per eccellenza di questo auli-

co sentimento, è senz'altro WilliamShakespeare (1564-1616). Autore di altis-sima levatura e grande raffinatezza, checon garbo e sagacia descrive e coglie lepassioni, i vizi e le umane virtù.

Tra le sue righe più famose sull'amore,troviamo il sonetto 116, che vi propongoin una traduzione tratta da “WilliamShakespeareSonetit”, ed. Feltrinelli, mag-gio 2000, trad. di Lucifero Darchini.Il sonetto è anche citato, tra l'altro,

nello splendido romanzo di Jane Austin“Ragione e Sentimento”, da cui è statotratto l'omonimo film.La frase in grassetto è la mia preferita e

credo che sia un'intuizione geniale perdescrivere l'esatta essenza dell'amore, oggicome 500 anni fa.

SONNET 116

Let me not to the marriage of true mindsAdmit impediments.Love is not loveWhich alters when it alteration finds,Or bends with the remover to remove.

O no! it is an ever-fixed markThat looks on tempests and is never shaken;It is the star to every wandering bark,Whose worth's unknown, although his height be taken.

Love's not Time's fool, though rosy lips and cheeksWithin his bending sickle's compass come,

Love alters not with his brief hours and weeks,But bears it out even to the edge of doom:If this be error and upon me proved,I never writ, nor no man ever loved.

SONETTO 116

Non sarà mai ch'io ponga impedimento all'unione di due anime fedeli.Amore non e' amorese muta quando trova un mutamento nell'altro o se è prontoa recedere quando l'altro s'allontana.

Oh no, esso e' un faro sempre fissoche domina le tempeste senza mai esserne scossoEsso è la stella di ogni barchetta erranteil cui valore non si conosce sebbene se ne possa misurare l'altezza.

Amore non è lo zimbello del tempo, quantunque labbra e guance di rosa pas-sino sotto la sua falce ricurva e guance, sian raggiunte dalla sua falce ricurva.

Amore non muta con le brevi ore e con le settimane, ma dura eterno fino all'e-stremo giorno del giudizio:Se questo che io scrivo è un errore e sarà dimostrato tale coll'esempio mio,dire pure ch'io non ho mai scritto, né che alcun uomo ha mai amato.

e-CORNERNADIA COLLETTA

OPHIS NEWS A CURA DI ALBERTO PREMICI

“MISSA SANCTI BERNARDIVON OFFIDA” A S.MARIA

DELLA ROCCA

Si è svolta il 2 luglio a SantaMaria dellaRocca la “Missa Sancti Bernardi VonOffida”, eseguita da Coro e OrchestraFilarmonica di Pesaro, che hanno eseguitola celebre composizione di Haydn dedicataal beato offidano.

Il compositore frequentava il conventodei Cappuccini di Vienna. Informato dellabeatificazione (1795) dell'umile cappucci-no offidano, compose di getto la messa insuo onore e volle che fosse eseguita la primavolta nella chiesa dei Cappuccini di Viennail sabato 11 settembre 1797, giorno in cuinell'Ordine, a quel tempo, si celebrava lafesta del novello beato.

CROP CIRCLE: UFO OBUONTEMPONI ALL'OPERA?OFFIDA - Ancora si discute sullo

strano fenomeno.

Offida, Montegranaro, S.Elpidio aMare, Osimo: sembra ormai certo che gliUFO abbiamo scelto le nostre Marche per

le loro vacanze. Tra la fine di giugno e l'ini-zio di luglio, nel giro di due settimane sonospuntati diversi pittogrammi nei campi digrano dell'agro marchigiano, suscitandotanta curiosità e teorie disparate sull'originedi questi fenomeni. Viste da buona prospet-tiva appaiono come splendidi tatuaggi neicampi in attesa della trebbiatura, seppurpoco apprezzati dai proprietari dei fondi che

vedono parzialmente compromesso il lororaccolto. Indubbiamente sono delle operefantasiose, artistiche e progettate nel detta-glio. Resta sconcertante però il fatto chenessun abitante delle zone scelte per questecreazioni abbia mai sentito rumori o movi-menti strani nei campi. La vicenda dei Cropcircle si fa risalire già intorno al 1976 quan-do vennero segnalati enormi cerchi del dia-

metro di venticinque metri; poi altre operemolto più complesse e geometricamenteimpeccabili, spesso composte da figurecompenetrate e speculari. Come sempreaccade nacquero le ipotesi più disparatecondensate il libri e documentari. Poi nelluglio 1990, i volontari appartenenti alVECA (Voyage Etude Cercles Angles),associazione di ufologi francesi, tentaronodi svelare l'arcano mistero e dopo stressantiappostamenti vennero notati movimentistrani sulle colline di Westbury, luogo scel-to da tempo per queste estemporanee mani-

festazioni artistiche, rivelando con la tele-camera ad infrarossi la presenza umana.Una burla quindi, ma le certezze dei soste-nitori che fossero opere di provenienza alie-na non e furono scalfite neanche dopo unadimostrazione, è il caso di dire, "sul campo"che dimostrò come fosse possibile entraretranquillamente in un campo di grano erealizzare un cerchio con un semplice rulloda giardiniere. Gli ufologi invitati il giornosuccessivo diedero per certa la natura extra-terrestre dell'opera ma quando fu mostratoloro il filmato registrato durante l'esecuzio-

ne, alla presenza digiornalisti ed esperti,rimasero visibilmen-te sconcertati. Diesperimenti poi nefurono fatti a decinecomprovando l'ef-fettiva possibilità direalizzare cerchi etriangoli di grandidimensioni su campidi grano. L'unicacosa certa però è lagrande fantasia dicui sono dotati gli

autori di queste opere così come grande èl'irritazione dei poveri agricoltori proprieta-ri dei campi pronti per il raccolto scelticome tavolozze. Ma perché non lasciareviva un'illusione in questo tempo pieno difalse certezze? Ma sì sono gli Ufo! Magarivolenterosi di imparare le nostre tecnichedi raccolta. Non dite loro però che abbiamoinventato le trebbiatrici, altrimenti vorran-no scambiarle con le astronavi e noi nonsapremmo proprio che farcene... per ora.

UN OFFIDANO IN…LAPPONIA

Segnaliamo una iniziativa molto inte-ressante da parte di un offidano appassiona-to di pesca, che ha fatto della propria pas-sione una scelta di vita.Dagli inizi di giugno, Valerio Corsi,

ingegnere, amante della pesca da vent'anni,si traferisce in Svezia in pianta stabile, doveorganizza accoglienza turistica per appassio-nati di pesca.

Un simpatico villino, nel villaggio diVitberget, nel cuore della LapponiaSvedese è la dimora messa a disposizioneper chi vuole provare un esperienza unicanel suo genere.Un soggiorno in pieno confort, in riva

al pescosissimo fiume Vitbäcken, affluentedel Piteälven ricco di trote, temoli e lucci.Tutte le informazioni sul sito di nuova aper-tura: http://www.lappfish.com

PRESENTATO IL SITOWWW.TURISMOFFIDA.IT

Il nuovo sito del turismo Offida, inau-gurato il 12 giugno è visitabile all'indirizzowww.turismoffida.itL'amministrazione ha illustrato il nuovo

sito agli operatori turistici intervenuti,coadiuvata dall'intervento del dottor

Nazario Cesari, ideatore e progettista dellostesso.“L'intero sito - ha illustrato Cesari - è

stato progettato in un'ottica di accessibilitàsia per utenti con handicap visivi (ipove-denti) che per non vedenti ma anche perutenti che utilizzano browser che nonriuscissero a visualizzare il contenuto multi-mediale.

UNA MARCIA PER IL BEATOBERNARDO

Il primo giugno si è svolta la marcia "DaAppignano in cammino con il Beato versoOffida".Il corteo è partito dalla chiesa di S.

Giovanni Battista in Appignano alle 20.30per poi proseguire verso Bivio Appignano -Piattoni - Offida - strada intercomunaleverso Offida e risalire la vecchia strada sottola Chiesa di S. Maria della Rocca, per alsantuario del Beato Bernardo, nel Borgo

Cappuccini.Alla marcia è stata esposta "La fiaccola

della pace" che, sarà oggetto di un'altra lun-ghissima marcia: partendo da Bari il 29 ago-sto, toccando alcune città, fra cui appuntoOffida, arriverà a Colonia per la XXGiornata Mondiale della Gioventù.La finalità è proprio quella di portare la

"Fiaccola" da Bari, a Loreto e a Colonia,ripercorrendo il percorso che seguirono lereliquie dei Magi nel 1164, quando furonoportate da Federico Barbarossa dall'Italia aColonia.

Casa di Valerio a Vitberget

L'ultimo cerchio in località Lava Presenza umana?

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IX° GRAN CONVEGNOINTERNAZIONALE D'ITALIADELLA “UNION EUROPÉENNE

DES GOURMETS ITALIA”

Si è svolto a fine maggio in tutto il ter-ritorio provinciale, il IX° Gran ConvegnoInternazionale d'Italia della “UnionEuropéenne des Gourmets Italia”.

L'associazione si propone di far conoscereed apprezzare i vini, le acquaviti, i liquori,gli alcolici, i superalcolici, la birra e labuona tavola. La manifestazione ha toccatoanche Offida, dove i soci iscritti hannopotuto apprezzare le bellezze artistiche earchitettoniche, attraverso una visita gui-data della cittadina.In occasione di ogni Gran Convegno

annuale, con la cerimonia “d'Intronazione”

vengono proposti, dai Consoli Regionali alConsiglio nazionale, i nuovi soci ed a lorovengono consegnate le insegne del grado.In questa occasione , è stato “Intronato”Marcello Seghetti, che è diventato ilConsole dell'Associazione per le Marche.La cerimonia avviene con la “consacrazio-ne” per mezzo di un tralcio di vite.

ASSEMBLEA ANNUALE DELCENTRO STUDI

"GUGLIELMO ALLEVI"

L' assemblea annuale del Centro Studi"GuglielmoAllevi", svoltasi il 28 aprile u.s.,ha deliberato il rinnovo delle cariche socia-

li ed i programmi futuri dell' associazioneoffidana.Confermati all'unanimità Giancarlo

Premici, in qualità di presidente e MarioVannicola, come direttore; avvicendamen-to nella segreteria, incarico che passa aNadia Colletta.

Alla guida del periodico "Ophys", orga-no ufficiale dell'associazione, sono staticonfermati Serafino Camilli, direttoreresponsabile, Alberto Premici, direttoreeditoriale, Nicola Savini e Nadia Collettanel comitato di redazione. Ratificato poil'ingresso di tre nuovi soci.

S. MESSA SU RAI 1 DALSANTUARIO DI S. AGOSTINO

Domenica 15 maggio, presso ilMonumentale Tempio di S. Agostino -Santuario Diocesano del MiracoloEucaristico, è stata celebrata la solennità diPentecoste.

La santa messa, celebrata dal vescovoSua Eccellenza Silvano Motevecchi, DonDomenico, Don Luciano e Don Mario, èstata trasmessa da Rai Uno in diretta nazio-nale, con la regia di Ferdinando Batazzi.

L’AZIENDA AURORAPREMIATA AL VINITALY

La 39a edizione del Vinitaly, svoltasi adaprile, ha premiato l'azienda Aurora diOffida con il premio Cangrande 2005, riser-vato ai benemeriti della vitivinicoltura ita-liana.Il premio è stato consegnato a Federico

Pignati, uno dei cinque soci della cantina di

Offida, premiata per il ventennale impegnonella produzione di vino biologico.E' un ulteriore riconoscimento per l'im-

pegno profuso nella diffusione di questa tec-nica ecologica che esclude l'uso di pesticidie prodotti chimici in tutte le fasi di coltiva-zione, lavorazione ed affinamento.L'azienda ha inoltre ottenuto i Tre bic-

chieri sulla Guida dei vini 2004 delGambero Rosso per il “Barricadiero” .

APRE LA NUOVAPALESTRA COMUNALE

Il 14 maggio, ha aperto i battenti lanuova palestra comunale di Offida nell'areadegli impianti sportivi. L'AmministrazioneComunale ha voluto intitolare la struttura aGiovanni Vannicola, prematuramente scom-parso, unico figlio dei benemeriti cittadinioffidani Gaspare Vannicola e Maria Lunerti.

Dopo il convegno inaugurale presso lasala consiliare, sul tema "Amatori e dilet-tanti: i professionisti dello sport" al quale hapartecipato Josè Altafini, hanno avutoluogo la cerimonia di inaugurazione ed ilbuffet. Per due giorni, una serie di gare edesibizioni di volley, minibasket, e calcettohanno intrattenuto la cittadinanza interve-nuta all'inaugurazione.

CROCE VERDE

La sezione offidana della Croce Verdedi Ascoli Piceno, ha eletto il nuovo diret-tivo, con assemblea dei soci svoltasi inaprile.Con gli auguri del vecchio direttivo,

sono entrati in carica: Servilio Fenu - pre-sidente, Franco Castellucci - vicepresiden-te, Alessandro Antonini -segretario,

Giuliano Lucciarini - responsabile deimezzi, Paolo Forti - responsabile dei servizi,Francesco Damiani - economo, LorenzoGabrielli - responsabile del centralino.Tre le primissime iniziative del nuovo

direttivo, una festa di beneficenza, volta araccogliere fondi per l'acquisto di unmezzo polivalente. Festa che ha riscossoun grande successo di partecipazionepopolare.

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nome cognome

indirizzo

PAROLE SCROCIATE ILLUSTRATE (OMER)

Tra i solutori che consegneranno il cruciverba corretto, verrà estratto a sorte il vincitore di un buono omaggio per 1 Kgdi gelato offerto dalla Gelateria “LA ROTONDA”.

Il vincitore del premio della scorsa edizione, estratto a sorte tra tutti i solutori, è Marco Bruno Bartolomei.

© Centro Studi “GuglielmoAllevi” - Piazza del Popolo, 17 - 63035 Offida (AP) - tel. 0736.880009 - fax 0736.880907

e-mail: [email protected] - web:www.ophis

Direttore responsabile: Serafino Camilli - Direttore editoriale:Alberto Premici

Segreteria di redazione, realizzazione, grafica, web:Nadia Colletta

Impaginazione:Carla D’Angelo - Stampa: La Nuova Stampa - Offida (AP) - Reg.Trib. di Ascoli Piceno l’11 maggio 2002.

INVITIAMOTUTTI A COLLABORARE CON OPHYS inviando i propri articoli via e-mail, fax o recapitandoli direttamente in segreteria

DISTRIBUZIONE GRATUITA