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numero 1 — anno XXIV – redatto a cura della CASA DI RIPOSO S. SPIRITO — FONDAZIONE MONTEL — PERGINE — PASQUA 2007

L’ECOL’ECO DELLA CASA DI RIPOSODELLA CASA DI RIPOSO

Francio Elena (Ospite della Casa di Riposo) “Paesaggio” (2006-2007) - pennarello

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Dall’edizione precedente il periodico ha assunto una nuova veste editoriale e grafica con l’introduzione di alcune novità; nella direzione di questo cambiamento nei prossimi mesi è proposta dal Comitato Redazionale e dall’Amministrazione della Casa di Riposo un concorso di idee per creare la nuova copertina del nostro periodico.

Con la collaborazione di alcuni colleghi, in questo numero si propone una rubrica dedicata agli amanti delle competizioni agonistico/sportive con il calendario delle manifestazioni, i resoconti dei risultati conseguiti e l’organizzazione di eventi sportivo-ricreativi.

Per la rubrica “il racconto”, grazie alla disponibilità dei familiari continua la collaborazione con Emma Valcanover, in questa edizione si pubblica uno stralcio di storia vissuto dalla scrittrice.

L’UPIPA ha indetto il concorso “Amici animali nella memoria e nel quotidiano” per stimolare la narrazione, la rielaborazione e l’esperienza diretta degli anziani rispetto al tema degli animali. La Casa di Riposo partecipa all’iniziativa. Nelle prossime settimane, l’animazione proporrà degli incontri a tema rivolti agli Ospiti, ai familiari, ai volontari e a tutti gli interessati. Già in questa edizione dell’ECO nella rubrica Approfondimento viene presentato uno studio sul rapporto uomo-animale. A ottobre il materiale sarà presentato al concorso. I migliori lavori complessivamente prodotti saranno inseriti in una pubblicazione finale e saranno premiati.

Nel mese di marzo, è stata allestita in Sala Maier una mostra dell’Associazione “Atelier”, come da locandina a lato, per far emergere le creatività di quanti operano e vivono la Casa di Riposo. Il riscontro di tale evento è presentato a pagina 10.

Si sta già lavorando per il prossimo numero del periodico che uscirà in concomitanza alla festa della Pentecoste (festa patronale). Si chiede fin d’ora collaborazione per la riuscita dell’edizione prossima con l’invio dei vostri scritti .

L’editoriale di Cristina Bolgia e Silvano Brol

“Tutto quello che produce il gruppo, organizzato in uno spazio-mostra, ha lo scopo di presentare l’attività, di gratificare chi partecipa in prima persona e di informare chi volesse e potesse eventualmente collaborare. “

“Atelier” Centro Aperto di Attività

Creativo-Espressive

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Pasqua di Maurizio arch. Mattivi

Come di consueto sof-fermiamoci un attimo per e-sprimere qualche pensiero sull’attività della nostra Casa.

La vita della nostra co-munità trascorre tranquilla e ordinata nelle due sedi; mal-grado qualche “sana” preoc-cupazione l’attività è contras-segnata da speranze, richieste, bisogni, che, nel limite del possibile, ci si prefigge e ci si sforza di esaudire.

Non vengono mai meno i contributi di tante persone che si dedicano con passione all’attenzione, alla cura e all’-ascolto di chi sta loro profon-damente a cuore.

Sono convinto che un ringra-ziamento doveroso vada alle Suore e a tutto il personale che si dedica quotidianamen-te per il bene degli Ospiti; ai

tanti volontari e ai familiari che visitano giornalmente con pazienza e amore i loro cari.

Le forze al nostro attivo sono dunque presenti e in vario modo operanti per offrire all’-Ospite un ambiente il più a-datto possibile alle sue richie-ste.

Non mancano momen-ti in cui è possibile esprimere la propria creatività ed espres-sione; la Casa di Riposo è in-fatti una struttura che intende inserirsi nella comunità in ma-niera dinamica, sempre alla ricerca di nuovi modi per far emergere nuove e nascoste

capacità e dare un senso al “tempo”.

Dal 10 al 19 marzo “Atelier” e Casa di Riposo hanno pro-mosso l’evento “Le creatività sommerse della Casa di Ripo-so” inteso a dimostrare che l’Istituzione è un mondo vivo, creativo ed espressivo e che, grazie alla dedizione e profes-sionalità di molti volontari, tali capacità possono trovare risposta.

Eccoci approdare allo-ra alla Pasqua. Il mio augurio vada quindi a tutti: Ospiti, familiari, volontari, Suore, personale.

\Ç Évvtá|ÉÇx wxÄÄt Ü|vÉÜÜxÇét ÑtáÖâtÄx ÑÉÜzÉ tÇv{x t ÇÉÅx wx| vÉÄÄxz{| wxÄ VÉÇá|zÄ|É w| TÅÅ|Ç|áàÜté|ÉÇx?

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Le persone anziane ricordano volentieri il passato, quello rimane scolpito nella loro memoria e spesso dicono: “ai miei tempi …”. Il presente non li attira molto, forse per i ritmi frenetici del mondo d’oggi e che non riescono ad accompagnare. Un pomeriggio passando un po’ di tempo con i miei Ospiti, ricordavamo il tempo passato, quando erano giovani, il loro matrimonio, i loro figli bambini e i loro nipotini. Alcuni mostrarono segrete fotografie conservate con tanta gelosia nei loro armadi, provocando tanta nostalgia da fare imperlare di lacrime i loro occhi. Anch’io mostrai una fotografia della mia famiglia patriarcale, con nonni, genitori, zii, zie, fratelli, sorelle e tanti, tanti cugini e cuginette. Ecco la mia provenienza, cercatemi!

Nostalgia del passato di Suor Graziella

In mezzo a tante bimbette ci sono anch’io. Incuriositi, scrutarono la grande fotografia cercando qua e là il viso della loro suora quando era bambina. E’ sempre bello ricordare le proprie origini! Possono essere state segnate dalla povertà, dalla ristrettezze finanziarie e dalle privazioni, ma l’esempio dei nostri anziani, intriso di tanta fede e preghiere, ci fa essere orgogliosi di essere figli di grandi Padri e di grandi Madri.

Ricordi ...

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Quanti ricordi la

vecchia foto

di Ines

I bordi dentellati del bel ritratto in bianco e nero incorniciano una giovane famiglia a passeggio in bicicletta in un

sereno pomeriggio d’estate.

La mia famiglia.

Sul retro con chiara calligrafia, mio padre ha scritto

Verona – Lung’Adige - luglio 1942 – XX

Lianella e io la contempliamo profondamente emozionate. A sinistra la mamma con viso sorridente, un semplice vestitino scuro con colletto bianco alla foggia del tem-po, foulard a turbante, avanza sulla sua vecchia bici (comunque una ricchezza per quei tempi tanto diffici-li!). In centro Lianella, la figlia maggiore - 9 anni - con la sua bicicletta mezza misura dai cerchioni di legno, autarchica, è tutta compunta nel grave compito di portare me (2 anni) sul seggiolino davanti a lei. Il papà, anch’egli sorridente, a destra nella foto, con Roberta - 5 anni - sul seggiolino, indossa un abito “da città”: camicia bianca con maniche lunghe fermate sopra il gomito da elastico; porta la cravatta, i calzoni sono grigio chiaro, la giacca è ripiegata sul manubrio. Le tre sorelline vestono semplici abitini di tela chiara confezionati dalla mamma o dalla nonna e portano in testa uguali cappellini di tela bianca contro il sole, le scarpine sono di vernice, le calzine bianche. I genitori ai lati di Lianella le fanno protezione. La mamma non mi portava più dopo una brutta caduta fatta attraversando le rotaie della ferrovia Verona - Caprino - Garda in una precedente gita dalla città al lago. Le sue doti ciclistiche erano scadenti avendo imparato in età adulta. Erano infatti note le sue partenze e i suoi arrivi “al salto”, inoltre temeva le discese ma, devo ammettere in salita era fortissima: avrebbe potuto competere con Coppi. Perciò Lianella - tanto giudiziosa nonostante la giovane età – fu delegata all’importante incombenza. Il fotografo autore del ritratto deve essere senz’altro Luigi, un giovane collega di mio padre trasferito da Firenze e ospitato da noi, lo ricordo pattinare nel corridoio di casa. Una ridda di ricordi mi affollano la mente! Abitavamo a Verona dal 1940 dove papà era stato trasferito per motivi di lavoro da Brescia, la mia città nata-le. Quel “Lungadige” è senza dubbio l’“Attiraglio”: un percorso da Verona a Parona di circa 7 km; un tempo, quando l’Adige era navigabile, vi venivano trainate le chiatte che risalivano il fiume. Tutto il mondo viveva le angosce e i lutti di una guerra devastante in quel lontano 1942, gli eventi bellici si protrarranno ancora per lunghi terribili anni, ma il mio piccolo mondo infantile fu protetto dalle attenzioni amorevoli dei miei cari genitori e delle mie sorelle e la mia vita trascorse ancora per qualche tempo com-pletamente felice.

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Il rosario nella chiesetta di Leone Chilovi (un amico nativo di Taio ma perginese da 38 anni!)

La nostra storia umana è fatta di pro-positi e ripensamenti, crescita e involuzio-ne, cedimenti e maturazione. E' in questo modo di vivere che i nostri coetanei ricorda-no la generazione che usava la matita co-piativa, il calamaio e la penna con il penni-no che, incrociando le punte, spruzzava d'inchiostro il foglio. Ricordano quando i maestri ordinavano "mani in prima" e "mani in seconda". Ricordano quando alla dome-nica c'era la Messa al mattino, la Dottrina ed i Vespri nel pomeriggio e il Rosario alla sera. Un mondo un po’ angusto, la cui ap-parente serenità copriva i preannunci della catastrofe (seconda guerra mondiale).

Tuttavia non si può disconoscere che regnava una dolce atmosfera generale che, ripensandola oggi, ci appare quasi un sogno. Tante sono le vicende che questi nostri coe-tanei possono mettere a disposizione delle generazioni attuali, con la ricchezza della

L’ora del vespro di A. Milesi (olio su tela)

propria memoria. Sono immagini di avveni-menti, episodi di cronaca quotidiana, perso-naggi, luoghi, attività e mestieri perduti. Era il grande miracolo che la giovinezza donava alle creature. Oggi il mondo ci appare ogni giorno più ampio e ci illude di appartenerci meglio del mondo ristretto della nostra in-fanzia. E' con una punta di nostalgia che af-fiorano alla nostra mente questi ricordi. For-se uno dei ricordi più struggenti e cari di quelle stagioni era quello legato alla prima-vera ed al mese di maggio.

Dopo il lungo sonno invernale la natu-ra si risvegliava e prorompeva in un trionfo di fioritura rigogliosa. Dagli alberi tutti in fio-re cadevano i maggiolini (= "zorle", oggi gra-zie ai pesticidi e veleni vari non si vedono più). C'era un tepore che rendeva quasi ma-giche le serate. Come ormai tradizione, nel mese di maggio, erano frequentatissime le funzioni serali nella bella chiesetta di Santa Maria a Taio. La recita del santo Rosario era un appuntamento quotidiano al quale nessu-no voleva mancare. Era uno di quei momenti che, per un attimo, faceva dimenticare la du-ra fatica del lavoro dei campi. L'antico altare ligneo ornato di fiori primaverili, emanava un soave profumo di rose delle quali era sem-pre abbondantemente adornato. Le ragazze cantavano le dolci canzoni Mariane. Al termi-ne, uscendo dalla chiesetta, si poteva gode-re un'aria tepida impregnata di profumo di fiori di campo. Nella piazzetta antistante, sotto i grandi tigli, era un rincorrersi festoso

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Come passa il tempo di Lidia Carmi

I ragazzi di 15 - 16 anni sognano che il tempo voli per diventare “grandi”.

Io mi ricordo, quando avevo quell’ età: sognavo di arrivare ai 20 anni. …. Quante meraviglie

mi sarebbero accadute! Sogni favolosi!

Invece, quando quei giorni arrivarono, era scoppiata la guerra. Quante rinunce e quante

lacrime! Poi, finalmente, quel periodo è finito. Io ho sposato il mio grande Amore, ma i nostri sogni erano diversi!

Dovevamo allevare il nostro bimbo. Gli anni sono poi volati via ed io sono diventata vecchia,… ma non mi lamento perché, intorno a me, ho tante persone che mi vogliono bene.

Come passa il tempo!

Ieri era Natale e domani è già Pasqua! Accogliamo Gesù Risorto con un bel sorriso e

occupiamoci delle persone che sono tristi ed hanno bisogno di una parola gentile.

Auguri a tutti!

di bimbi in allegria tra il garrulo sfrecciare delle rondini. L'inizio dell'imbrunire era allie-tato dal vagare ondeggiante e fosforescente di un mare di lucciole (minuscoli coleotteri notturni). Qualche vecchietto si tratteneva sul vicino muretto per un'ultima fumatina di pipa. Intanto la sera era già scesa. Dai prati saliva il suono ritmico, monofonico dei grilli. La valle era un immenso mare di luci che segnavano i vari paeselli. Suonava allora la campanella dell'Ave Maria della sera. Era come un augurio di buon riposo per tutti. Si ritiravano anche i vecchietti. Ognuno nel far ritorno alle proprie case avvertiva un senso di grande serenità. Così si chiudevano le

giornate. Sono ricordi che ci fanno rivivere il fascino di un'epoca che, nel nostro inquieto presente, si ricorda con sempre più nostal-gia.

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L’Amministrazione della Casa di Riposo ha individuato quale fattore strategico di gestione il miglioramento continuo della qualità dei servizi svolti.

Tale obiettivo, peraltro in continua evoluzione e adattamento, presuppone un costante coinvolgimento di tutti gli attori presenti all’interno dell’organizzazione (amministratori, personale, ospiti, familiari, volontari, fornitori, enti istituzionali, …) in modo da riuscire ad individuare il livello di qualità del servizio in quel momento corrispondente ai bisogni e alle aspettative dei soggetti coinvolti.

Dopo l’ottenimento e il mantenimento della certificazione del sistema qualità aziendale secondo la norma ISO 9001:2000 (Vision 2000), che rappresenta il punto di partenza per qualsiasi analisi interna della qualità aziendale, nel corso del 2006 la Casa di Riposo di Pergine ha deciso di aderire ad un progetto sperimentale promosso dall’U.P.I.P.A. s.c. di Trento (Associazione delle Case di Riposo del Trentino) per la realizzazione partecipata di uno strumento innovativo per la valutazione della qualità della vita e del benessere degli Ospiti delle R.S.A. (Residenza Sanitaria Assistenziale).

Tale percorso, partendo da un’idea di qualità e benessere costruita in modo partecipato da ospiti, familiari, dipendenti e amministratori, ha individuato dei criteri metodologici, delle linee guida e delle modalità condivise per valutare la qualità dei servizi e la soddisfazione degli utenti delle R.S.A..

I fattori ritenuti importanti per una corretta valutazione della qualità della vita e del benessere all’interno della Casa di Riposo sono risultati i seguenti:

1. RISPETTO: rispetto della dignità della persona e delle esigenze dell’ospite;

2. AUTOREALIZZAZIONE: continuità degli stili di vita, possibilità di coltivare desideri e passioni;

3. OPEROSITA’: mantenimento dell’operosità quotidiana, attenzione alle capacità residue;

4. AFFETTIVITA’: qualità delle relazioni, valorizzazione della memoria nel presente;

5. INTERIORITA’: riflessione, senso della vita e spiritualità;

6. COMFORT: qualità dell’ambiente residenziale;

7. UMANIZZAZIONE: ascolto, attenzione, cura della persona e non della malattia;

8. SOCIALITA’: relazioni sociali con il territorio e la comunità;

9. SALUTE: garanzia di cura e salute, competenza del personale;

10. LIBERTA’: possibilità di scegliere e decidere, di muoversi senza restrizioni;

11. GUSTO: cura del servizio ristorazione, varietà e gusto del cibo;

12. VIVIBILITA’: (atmosfera) qualità del clima interno, impatto con l’ambiente residenziale.

La valutazione di tali fattori di qualità si basa sull’osservazione ambientale, sulla verifica documentale e sulla percezione degli ospiti e del personale, rilevata attraverso interviste a gruppi di ospiti e/o familiari nonché di dipendenti.

Aspetto innovativo di tale metodologia valutativa è rappresentato dal fatto che le verifiche

Dalla qualità certificata alla qualità della Vita di Giovanni dott. Bertoldi

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vengono effettuate da soggetti esterni all’organizzazione ma facenti parte del sistema R.S.A. provinciale e quindi a conoscenza della realtà dei servizi residenziali ad anziani non autosufficienti (operatori e professionisti di altre case di riposo).

Tale modello di valutazione – denominato “Marchio qualità U.P.I.P.A.” – una volta sperimentato e validato dalla Provincia potrà essere usato quale strumento di verifica della qualità delle prestazioni erogate e dei risultati di benessere ottenuti a favore dell’utente nell’ottica del benchmarking e quindi della crescita reciproca.

L’utilizzo di tale ulteriore strumento di valutazione della qualità, che nel corso di questo anno vedrà coinvolte maggiormente tutte le persone presenti all’interno della nostra casa di riposo (ospiti, familiari, personale, volontari,…), consentirà sicuramente di monitorare costantemente il livello di gradimento dei servizi e di benessere complessivo in modo da indirizzare l’organizzazione e la struttura verso il soddisfacimento degli utenti e di chi, a vario titolo, presta la propria opera per gli ospiti di questa nostra casa.

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Il Comitato Famigliari Ospiti di Paolo Bonini

Il 17 febbraio si è svolta l’annuale assemblea del Comitato Famigliari e Ospiti della Casa di Riposo S. Spirito.

Dopo la relazione economica e dell’attività svolta, si è articolato un dibattito fra i presenti in sala sul ruolo che ha il Comitato stesso. Si è analizzato il ruolo che ha nell’attuale “organizzazione” della Casa di Riposo, e il ruolo che dovrebbe avere nella costituenda Azienda per i Servizi alla Persona.

E’ ribadita dall’assemblea la volontà che i due membri rappresentanti gli ospiti e famigliari all’interno del CdA abbiano un ruolo più pregnante e significativo rispetto all’attuale, che è di pura e semplice informazione.

Viene al tal fine formulata la richiesta che nello statuto della costituenda azienda venga “istituzionalizzato” tutto ciò.

Essendo la situazione “in evoluzione” è dato mandato all’attuale CFO di proseguire nel lavoro fin qui svolto.

Il presidente, altresì, ribadisce che qualsiasi familiare e ospite può essere di fattiva collaborazione partecipando agli incontri mensili o mettendosi in contatto con i membri del comitato stesso.

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Bilancio di previsione—anno 2007 di Tito dott. Beber

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POSTI LETTO TOTALI: 206 Posti letto accreditati con il Servizio Sanitario Provinciale:

178 posti letto base

2 posti letto di sollievo 200 di cui:

20 posti letto per nucleo ad alto fabbisogno assistenziale Finanziamento spesa sanitaria a carico del Servizio Sanitario Provinciale:

posti letto base € 70,32

posti letto nucleo demenze € 104,06

posti letto nucleo sanitario € 116,92 Retta unica alberghiera: € 42,20 Retta mantenimento posto letto: € 29,60 (ricovero in ospedale o rientro temporaneo a domicilio) Supplemento stanza singola: € 4,00

PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO

Nella predisposizione del Bilancio di Previsione 2007 il costo del personale è stato

adeguato dell’aumento contrattuale previsto pari al 2,1% così come per le spese generali sono

stati mantenuti i contratti in vigore o assicurato il tasso di inflazione programmato del 2%.

Il totale delle entrate del bilancio di previsione 2007 pari ad € 11.271.800,00 è per il 49%

costituito da contributi da parte della Provincia Autonoma di Trento e per il 30% da rette pagate

da Ospiti o Enti pubblici. Il rimanente 21% è costituito da entrate della gestione del Centro Diurno

per anziani (3%), da partite di giro (11%) e da altre voci (7%).

Le spese totali di € 11.271.800,00 a pareggio con il totale delle entrate sono costituite per la

maggior parte da spese per il personale (68%). Le partite di giro di spesa pareggiano con le

relative partite di giro in entrata così come le spese per il Centro Diurno.

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ENTRATERette30%

Contributi P.A.T.49%

Altro7%

Centro Diurno3%

Partite di Giro11%

SPESE

Personale68%

Vitto3%

Altro15%

Centro Diurno3%

Partite di Giro11%

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Uscendo sul territorio, in pieno centro culturale (sala Maier a Pergine), con questa manifestazione fortemente voluta dall’Associazione “Atelier”, si è voluta sottolineare l’appartenenza della struttura S. Spirito alla Comunità perginese, evidenziandone valori sconosciuti alla maggior parte del paese e rinnovandone stereotipi e schemi mentali scontati.

Innanzitutto ricordiamo gli espositori che hanno partecipato: operatori, animatori, ospiti, volontari, con potenziali creativi diversi e laboratori differenziati in un concerto di relazioni armoniche e ricadute socio culturali positive.

Il risultato pertanto non è stata una “patetica mostra di anziani” ma la proiezione di un’attività organizzata che sollecita a fare, ad esprimere valori interiori che non hanno età, che ti rimette in gioco aiutando a reagire ad eventuali noie e depressioni.

Una piccola “Grande” famiglia da gli Ospiti del Centro Diurno

Sono passati ormai due anni dall’apertura del Centro Diurno, un cammino fatto di esperienze ed emozioni nuove. Ci siamo improvvisati artisti, pitturando grandi fogli e modellando la carta crespa, il tutto per rendere più accoglienti e festevoli sale e corridoi. Abbiamo così unito l’utile al dilettevole, sperando che ciò sia stato e sia gradito anche a coloro che saltuariamente ci fanno visita. Queste attività ci hanno permesso di collaborare e socializzare, rendendo colorate e gloriose le nostre giornate.

Al Centro Diurno sono arrivati recentemente dei nuovi ospiti, (ora siamo ben tredici) che condividono con noi il quotidiano, scandito dalle varie attività (lettura del giornale, lavori a maglia, tombola, ecc …) e che si fanno compagnia in attesa della bella stagione …

Col passare del tempo siamo diventati così, una piccola “Grande” famiglia ...

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Le creatività sommerse di M. Teresa Natale (Presidente dell’associazione “Atelier”)

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Il letto a castello e la nonna di Emma Valcanover

Arriva la nonna, che sia benvenuta; non mi ha ancora visto con la cartella a tracolla. So-no contento cara nonnetta, ma c’è un problema. Piccoletta è la casa! Dove di solito si faceva un lettino, sorride beato, dal presepe, Gesù Bambino.

La mettiamo a dormire in salotto, ma poi papà … sul tardi conteggia e lei poveretta … col son-no che ha …

Risolvo il problema, senza complotto, con naturale generosità. Nel letto a castello ci sta Chia-retta, sopra sto io, dimesticato con la scaletta. Ti cedo il posto nonnetta mia, senza altri fini, che sia ben chiaro, parola mia di bravo scolaro. Mi aspetto un diniego, arzilla com’è … la sca-letta sale, due pioli per volta, due più due più uno fa tre. Buonanotte a tutti!

Nel silenzio che segue la nonna pensa: “Qui gatta ci cova” e non si addormenta. Al primo ru-more scenderà in fretta, per cogliermi subito sul fatto che ho in testa.

Pa ta cricch – pa ta cracc – che gran ruzzolone!

Chiaretta grida, la nonna geme … io ho il fiatone. Mi trovo là, prima che arrivino mamma e pa-pà. Babbo Natale … doveva portarmi un bel regalo; nessuno s’accorge che ce l’ho in mano.

La nonna soffre, sta nel lettone. Ha le costole rotte, dice il dottore. E’ arrabbiata, ma strizza l’occhio, con me non ce l’ha! Sarà arrabbiata col letto a castello o con la sua curiosità? Meglio tacere, vero nonnetta? . . . Altrimenti ti accusano di complicità.

Fine (con qualche verità e un po’ di fantasia)

Bentornato Paolo! di Emma Valcanover Mentre Tu

sotto le dita sciogli meravigliosamente

le note del pianoforte, noi mettiamo le ali al cuore,

facciamo si, che ogni nota ricada

come di medicina sui nostri affanni,

sulle nostre angosce … gocce di musica gocce di salute!

Il racconto

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Questo è quanto è emerso da un momento di confronto con gli ospiti della lettura e discussione del giornale…

È arivà marz…, questo ’l vol dir che l’è drio a arivar la Primavera… Eviva!!! Anca se gh’è

da dir che st’an de fret no ghe n’é stà…

Marzo ne fa pensar ala festa dela dona a l’oto… ma no eren usadi a festezar… l’è na

festa nova… ma la ne piass… co stà usanza de regalar la mimosa… stan però i a dit che

l’è ‘n problema perché le è za sfioride…

Sto mess ‘l ne mete ‘n ment anca la festa del papà: el disnove… con S. Giusepe e

spezialment la fera…

Stì ani se neva a Trent a pè, o con i cari…con

i mateloti sule spale… no gh’era ancor le

coriere…

L’era n’ocasion importante…, per la nova

stagion se neva a curiosar per veder se se

trovava qualcos de nof da meter… n’abit, na

camiceta…

La fera l’era belisima… La Piaza del Dom, co

la fontana del Netuno, l’era piena de fiori…

Tuti se neva contenti… na fola… mateloti, adulti e signorine…

Chi che zercava bestie…, che le era zo vizin all’Ades…, chi somenze, strapianti e piantine

per far l’ort…, anca se per le nosse zone l’era massa prest: L’era ancora fret…

Gh’era chi che zercava alberi da fruto…, chi el mandorlato…

I boci i deventava mati per le carobole e spezialment per le nosele americane, i bagigi

‘nsoma…, che i era vendudi a filo… per no parlar dei paloncini… che se i scampava dale

man, se ghe vardava drio fin che i era sparidi ‘n ziel.

Dei bancheti i vendeva el polastro arosto e ghe nera zerti che neva ala fera aposta…

‘Nsoma, l’era proprio na gran festa…, e a ricordarla ne mete na zerta nostalgia…

Però non sen i soli a pensar a stà fera…, ‘nfati, nè arivà na poesia del Fellini che descrive

i sentimenti che aven apena rivissù e ve la proponen sperando che la ve piasia anca a

voi…

Bona letura e bon S. Giusepe a tuti!!!

E’ arrivato marzo … dagli Ospiti del gruppo lettura del giornale di Via Marconi

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Quando i vende per le strade de l’incens a migolote,

se pol dir: “Felize note”, chè ven prest le nevegade:

quel incens che l’è tut rasa che vol dir: “Tireve ‘n casa!”.

Ma se i vende sui banchetti somenzine d’erba e fiori,

de ogni sort de boni odori messi ‘n fila ‘n dei sacheti,

sianca gh’è ‘n arieta fina, primavera l’è vezina!

Se po’ a forza de butade San Giusepe alfin l’ariva,

no gh’è pù stagion cativa! Che ‘l sia pur brute giornade,

San Giusepe co la fera el ne porta primavera!

L’è ‘na fera fra le bele, la pu bela che ghe sia,

che i gà tuti ‘n simpatia, veci, zoveni e putele.

San Giusepe senza fera, no ‘l par gnanca primavera!

Su per tut contrada larga fighi e corde de castagne,

produzion de le montagne, casse e sachi i ne descarga:

‘na gran sfilza a ogni persona, ‘l par che i diga la corona.

Se se vol comprar frutari basta nar en piaza granda;

lì, se ‘n trova da ogni banda: alti, bassi, a muci, a cari,

zape, forche, podaroi ghe n’è lì fin che te ‘n voi.

Fiori a vasi e a bei mazeti, co l’odor de primavera, i è l’adobo de la fera.

E che s-ciass fa sui bancheti, con colori variopinti,

viole, primole e giazinti!

Che beleza: siore e siori, artesiani e contadini,

li ala bona, senza inchini, i pasegia ‘n mez ai fiori.

Soto i porteghi a muciati, zuga ai ovi i matelati.

E ‘l Netuno sui delfini, co’ la forca sul ginocio,

‘l par lì che struca l’ocio a sta fola de Trentini

e che ‘l ziga a tut la fera: Primavera, primavera!”.

La fera de San Giusepe di V. Fellini

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L’angolo della poesia

Do rime al coro S. Maria ho volest far

che ‘el ma cantà la messa quando ho portà all’altar,

quela bela mora come na brisa

che dopo 16 ani l’ei vegnuda grisa.

L’è tanti ani che son en de sta bela compagnia

me par algeri e me trovo come a casa mia,

cantar l’è come do volte pregar

anca se a volte se sente stonar.

El nos maestro l’è el Giorgio Dalmaso

che come Pinocchio el gà el naso,

pien de monade sempre en allegria

l’è bon de far rider la Anna e la Maria.

L’Enrico el sceglie sempre le canzon

per tutte le domeneghe e per ogni occasion,

a volte dirige anca la Paoleta

la ne dà el temp e anca la sculeta.

Che dir dela Gabriella sempre famada

anca dopo tesa la magna la panada,

e del nos cassier el Severino

magro e lizer come el Cirillino.

Per farve la rima a tutti voi

averia scrit de not fin le doi,

ma si le vera, a conti fatti

trovava la rima anca per la Silvia Refatti.

En grazie che disen a quel maestro cantor

che l’è restà nel nos cor,

n’applauso al Mario che l’è en pension

ensema ala so sposa el ne dis n’orazion.

Con tanta nostalgia lasame ricordar

tanti nosi amizi che no se pol desmentegar,

sento ancor la voze che la me dis

sen chi ensema che cantan en Paradis.

Grazie a tutti voi amizi cantori

soprane, contralte, bassi e tenori,

bone ferie a tutta la compagnia

un grande evviva al coro S. Maria.

Masetti di Pergine, 19 giugno 2005

L’Eco della Casa di Riposo 16

Al coro S. Maria di Giorgio Oss Papot

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Era del Perzenal na voze sceta: gaveva quela pressa maledeta

de dir la mia, temprada da ani e ani, pasadi for ‘ntra speranza e afani.

Cola me bicicletta neva ‘n giro E se me capitava, propri a tiro,

n’ veciot, na siora n’ po’ posada, subito ghe domandava:

- “Ndo èla stada? Come vala a so cà? Haii podà ben? Avè taia la legna?

Ave fatu su ‘lò fen? Gavè? … sa feo? … ‘Ndo neo? …”

… e ‘l tempo ‘l neva, come sgoli de rondole lì ‘n fiera!

Spetava che butase Primavera per piantar fiori

per meter sui balconi i me gerani e po’ parlarghe su.

G’ho ‘n po’ destrani, for per l’inverno, co i è lì fiapi, sechi, zaldi, bruti, coi fiori ‘nrizolai, tuti distrutti.

Ve lasso le me foto, scriti e poesie, testi de teatro: li no gh’è bosie! Ve parlo de matei e de matele, de zii, noni, fradei e de sorele, de tante storie e usi de sti ani,

de zento e pù fadighe e mile afani, ma se era ‘n po’ pù bòni,

pù da ben, rispetosi e laorentoni. Sì, gh’era anca faolenze,

le era poche, savè le madurenze po’ le guarisce e ‘n niente po’ le va!

Me venze ancor la voia de restar chi sempre con voi, nar … e girar per tuta le me Val,

nar ai laghi de tuto l’Perzenal … respirar storie lì, su ai Montesei, …

vedere noar neodi e altri matei zo al Sontachi o dentro ‘l lago,

‘ndo che gh’è le trote e forsi ‘l drago.

Ah, come l’era bel de tuto scriver … scriver … scriver … scriver

scriver de artesani e qualche tresca de Contrada Taliana opur Todesca,

po’ del vetrinario e del dentista, de Spettacolo Averto o del turista

che giravo coi popi e so fradel per tute le frazion e al Marcadel … Sentir le voze, ogni sabo, ‘n fiera saludar ‘l bonèra e quel lingera, vardar tuti i presepi che i fasu

coi pastori, i Re Magi e quel Gesù, che ‘l me rideva coi brazoti averti,

solo co na maiota e i pei descuerti … M’è restà ‘ndrio le storie dele strie,

de nani o re e zerte poesie che sa de amori, sogni opur de fiori …

Ma voi esere lì con Voi a respirar Tuti i profumi che fa ricordar:

odor de rose, odor de persemol, odore de muscio su verso Nerdemol,

odor de spico, odor de fresco de rasa … vardar ‘l finco che salta sula dasa

e saver po’ che sta bela e vecia Val, ogni paesoto del me Perzenal,

ogni porta e oni sasso che ho tocà l’è sta, l’è ancora e sempre la me cà!

(‘N quei momenti misteriosi, che se pensa ai nostri cari, ale persone che aven conosù, capita de sentirli lì vizini che i ne dis qulacoss che i voleva dirne e no i ha podù dirne, per tanti motivi, itoble!)

Ne scrive da lassù la siora Maria di Luciano Decarli

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Ciao a tutti … Maria

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Amor di Massimo Dorigoni

Eren do pòpi epur te me piasevi

i cavèi longhi e mòri, do sganasote rosse, i òci grandi e neri,

Cucavo de scondon da dre a le coltrine per vederte passar, vegnirte dre coi òci e po’ la sarte nar,

Ricordi?

…….. RICORDI? …… Era solo ieri ……

Eri bambina …. giovane donna … mamma … Ricordi?

La tua pelle era porcellana, i capelli lucidi e fluenti, il corpo sodo e flessuoso ….

Ora sul tuo viso la vita ha tessuto una trama fittissima di giorni, mesi, anni ….

Gli occhi, un tempo così attenti, fissano vacui il vuoto,

appannati dal velo della nostalgia.

Fragile ombra al calar della sera ti guardi, …. a fatica ti riconosci,

ti affanni, inseguendo la memoria alla ricerca del tuo passato e,

sgomenta, sussurri: “non ricordo”….! ……… come ….. non ricordo?

Eppure …. era solo ieri!

Poesia scritta per la signora Bertoni Maria

da un familiare.

ero n’ombra, te vardavo, te ridevo,

fevo ‘l grant con i amizi ma per ti no esistevo.

Tò rivista dopo ani, no te conosevo pù

con i bafi e i cavèi corti qualche chilo parà su,

voleo ben sat tòi parlarte, el so ben che no te mordi, ma ho pensà, forse vilàn,

“meio viver de ricordi”.

L’Eco della Casa di Riposo 18

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Il legame che unisce uomo e animale vanta una storia di migliaia di anni, tanto da dover essere considerato una parte integrante della vita umana stessa. Tale rapporto spesso non si esaurisce solo in una reciproca utilità (aiuto nel lavoro per l’uomo, protezione e fonte di cibo per l’animale), ma va anche a smuovere fattori emotivi molto profondi.

Numerosi studi hanno dimostrato che la qualità della vita degli individui anziani che possiedono un animale da compagnia è migliore di chi non lo possiede (in termini di miglioramento di: tono dell’umore, controllo pressorio, frequenza cardiaca, infarto cardiaco, disturbi comportamentali …).

I motivi di tale effetto benefico possono

Approfondimento

L’attività terapeutica con animali di Andrea dr. Moser

essere ricercati in diversi fattori: la stimolazione mentale negli individui (rievocazione di ricordi, intrattenimento, gioco) che riducono il senso di isolamento, il senso di responsabilità che impone il prendersi cura di un altro essere, la facilitazione a entrare in rapporto con altre persone che spesso un animale costituisce, l’empatia che si crea condividendo le esperienze con “un altro da se”, il miglioramento dell’attività fisica di chi possiede un animale …

Si trovano documentazioni scritte dell’uso dell’animale come mezzo terapeutico risalenti addirittura al 1792, quando in Gran Bretagna furono usati animali domestici in un “asilo per lunatici” allo scopo di “alleviare le condizioni subumane e incrementare l’autonomia” dei ricoverati. Nell’ottocento si trovano prove dell’uso di alcuni animali per curare gli epilettici e in tempi moderni (dal 1944 al 1999) l’Army Air Corp Convalescent Center (USA) ha usato gli animali da compagnia per i propri ricoverati.

Il termine “Pet Facilitated Therapy” è stato coniato negli anni sessanta da uno psicologo che osservo’ come “l’affetto e l’accettazione incondizionata da parte dell’animale potessero ritenersi terapeuticamente utili”. L’interazione tra essere umano e animale si basa infatti su profonde componenti emozionali che

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Fisioterapia cinofila … dopo 1 anno di esperienza di Matteo Quinto

Sono passati 14 mesi da quando ab-biamo iniziato questa attività inserita nel pro-gramma di miglioramento della qualità della vita degli ospiti. Questo lavoro ha una sua specificità nell’ambito riabilitativo in quanto media con il fisioterapista migliorando la mo-tivazione e l’interesse dell’ospite nel fare.

Spesse volte la simpatia e perché no, l’affetto verso un animale, agisce come intermediario riducendo momenti di difficoltà ed ansie nell’-attuare il programma terapeutico proposto. Il cane diventa stimolo e impegno alla parteci-pazione nelle sedute riducendo “l’assenteismo”. Se vero è che l’attività di fi-sioterapia ha un ruolo nel migliorare la vita dell’ospite, altrettanto vero è che la fisiotera-pia cinofila garantisce continuità consolidan-do la motivazione e quindi di conseguenza i risultati ottenuti.

Entrando più nel concreto possiamo raccon-tare di aver lavorato in questo periodo portan-do avanti un programma con 3 ospiti con l’o-

biettivo sostanziale di mantenere i migliora-menti ottenuti. Dopo aver valutato i risultati la direzione del S. Spirito ha deciso di aumenta-re il tempo a disposizione per l’attività stessa. Quindi da metà gennaio 2007 il mercoledì si aggiunge alla già “rodata” mattina lavorativa del giovedì. Scegliendo i nuovi ospiti con cui lavorare abbiamo optato di operare sui piani di appartenenza degli ospiti stessi, per como-dità ed esigenze inderogabili. Questo ha mi-

possono avere ricadute positive sia a livello affettivo che di salute generale e tale interazione è possibile indipendentemente dalle capacità dell’individuo di esprimersi e relazionarsi in modo razionale o congruo.

In una realtà come l’RSA, in cui la gravità clinica degli ospiti presenti è sempre maggiore, soprattutto per problemi legati alla sfera cognitiva (si stima che fra non molti anni gli ospiti con qualche forma di demenza supereranno il 60% dei ricoverati) è

fondamentale rendersi conto che le terapie relazionali occuperanno un ruolo sempre maggiore, essendo le uniche in grado di dare risposte ai bisogni emozionali e affettivi di persone spesso non in grado di comunicare. Offrire stimoli per togliere dall’apatia, dall’isolamento, dalla solitudine e dalla depressione è quello che sempre più verrà chiesto alle nostre strutture, e in questo ambito le attività assistite con animali offrono sicuramente una grande opportunità.

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re a migliorare la qualità della vita dei nostri ospiti.

Vorrei qui brevemente descrivere alcuni prin-cipi che seguiamo nel trattamento per fare capire alle persone non addette ai lavori cosa fanno questi “vecchietti” che stanno seduti ad accarezzare un cane…

Le persone in carrozzina lavorano su una sedia senza sostegno per il tronco in modo da stimolare il controllo posturale.

In presenza di emiplegia-emiparesi si orga-nizza il lavoro per stimolare maggiormente il lato “patologico” in quanto, oltre alle evi-denti difficoltà di mobilità, queste persone presentano problematiche cognitive ri-guardanti l’attenzione e la percezione del-lo spazio e del corpo omolaterale alla le-sione.

Vengono scelti esercizi-modalità di approc-cio al cane personalizzati in base alle esi-genze fisioterapiche dell’ospite.

Cerchiamo sempre di facilitare situazioni-esercizi che la persona preferisce.

Anche per l’anziano vale la regola dell’alle-namento allo sforzo: seguendo questa li-nea di principio cerchiamo di stimolare al massimo le capacità motorie residue.

schiato la nostra attività al lavoro di piano su-scitando interesse tra il personale al punto di invogliare alcuni di loro ad avvicinarsi alla no-stra esperienza. Diverse sono state le propo-ste per partecipare attivamente ai corsi di for-mazione di operatori di Pet Therapy che sono in fase di programmazione.

Mi sembra importante ricordare anche in questa occasione che il lavoro che stiamo portando avanti vede coinvolte diverse figure professionali che lavorano in equipe quali, oltre al fisioterapista, il cinotecnico, (selezionatore ed educatore dei cani) e l’ope-ratore cinofilo che affianca materialmente il terapista nella seduta di trattamento permet-tendo la massima resa delle risorse impiega-te. In questa sede riveste il ruolo di cinotecni-co nonché coordinatore del progetto di Pet Therapy il sig. Enzo Vezzoli, mentre come o-peratore cinofilo abbiamo la sig.ra Germana Bertotti.

Questa esperienza di fisioterapia cinofila in RSA risulta essere l’unica in provincia ad ope-rare e in animo di dar vita ad un corso speri-mentale di fisioterapia cinofila.

Concludendo mi auguro di poter continuare in questa stimolante esperienza sperando di raggiungere l’obiettivo per noi principe, aiuta-

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“Cani” di Brol Silvano pastello

“Chi non ha mai posseduto un

cane, non può sapere che

cosa significhi essere amato.”

Schopenahauer

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Le associazioni

L’associazione AVULSS di Pergine e la collaborazione con la RSA S. Spirito “Fondazione Montel” di Francesco Lunelli (Presidente AVULSS di Pergine)

Auguri dal Circolo di Carmen Osler (Presidente)

Dai Soci del Circolo Comunale Pensionati e Anziani di Pergine, giungano a Voi tutti i migliori auguri per le prossime festività pasquali. Vi siamo vicini con tutto il cuore.

Ancora buone feste.

Quando Silvano mi ha chiesto di scri-vere un articolo riguardante la nostra colla-borazione con la R.S.A. ho pensato: “Ed o-ra? Io non ho mai svolto servizio di volonta-riato in questa RSA, che contributo posso portare con il mio articolo?”

Fortunatamente quel giorno era con me u-na Volontaria, una persona davvero specia-le che collabora con me e tutti gli altri com-ponenti volontari dell’associazione che mi ha detto: “Vieni con me che ti presento al-cune delle signore che ho iniziato a fre-quentare e che soggiornano qui.”

Nel poco tempo in cui sono stato in compa-gnia di quelle fantastiche “nonnine” ho vi-sto come opera e ne sono rimasto affasci-nato, sembrava che lei avesse fatto da sem-pre quel tipo di servizio, tanto era l’affetto con cui si esprimeva e tanto era l’affetto che riceveva.

Sono sicuro che anche tutti gli altri nostri volontari sono bene accetti e voluti sia dalle persone che soggiornano nella Casa sia da-gli operatori di ruolo con cui andiamo a svol-gere un importante scambio di sinergie.

Per questo motivo sono felice che la colla-borazione con la struttura continui e magari aumenti, visto l’inizio di un nuovo corso ba-

se di volontariato a Civezzano nel mese di Febbraio.

Tale corso si propone di formare nuovi vo-lontari che possano dedicare un poco del loro prezioso tempo a chi è meno fortunato e vive delle situazioni di disagio o a chi ha semplicemente bisogno di un po’ di compa-gnia.

Sicuro che la collaborazione con la Casa di Riposo S. Spirito continui nel migliore dei modi, auguro a nome di tutta l’associazione a tutti gli utenti ed a tutto il personale e ai volontari una serena Pasqua di Risurrezio-ne.

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Immagini di primavera dai Volontari CRI

La Direzione e i Soci del Movimento Pastorale Decanale, particolarmente quelli che frequentano abitualmente la Casa di Riposo, che collaborano direttamente alle attività programmate per gli ospiti e che cercano di intrattenere con questi rapporti di amicizia e di benevolenza formulano a loro, al personale di assistenza, religioso e laico, agli animatori e agli amministratori

i migliori auguri per le prossime Feste Pasquali. Colgono l’occasione di questo incontro per assicurare anche per il futuro il loro interessamento e la loro collaborazione per le iniziative di animazione promosse all’interno della Casa, pur nei limiti fissati dalle loro possibilità, dalle loro capacità e dalle loro competenze. Considerano, infatti, questo donare uno spazio del loro tempo per questi nostri fratelli più poveri, non solo il “fiore all’occhiello” fra tutte le attività della loro associazione, ma anche un privilegio quello di poter collaborare a rendere più confortevole e meno problematico e amaro il soggiorno in Casa di Riposo di chi deve lasciare la propria abitazione e ricorrere alle cure pur efficienti e premurose di un istituto di assistenza.

La Direzione e i Soci del Movimento

Maestosi monti, pareti imponenti, nevai e ghiacciai scintillanti, alti prati vasti e ondulati, che emergono dai rigori tenebrosi dell’Inverno per approssimarsi alla prima gaiezza della Primavera, in un’aria non più troppo fresca, ma ancora non giudicabile come calda. Desiderio di svestirsi del pesante abbigliamento spento e protettivo, per indossare quello più leggero e colorato e finalmente salutare il nuovo ingresso della bella stagione.

Tiepida brezza che accarezza le campagne, dalla pianura sino alle basse valli, percorrendo invi-sibili strade tra colline, vallette, praterie e dolci pendii, per impennarsi decisamente verso l’azzurro cielo.

Timidi olezzi gentili e delicati presagio delle prime fioriture, che punteggeranno di brillanti co-lori i prati della vallata, ornamento dei verdissimi mantelli vellutati e compimento del miracolo della bellezza della Natura, rinnovato ogni anno e pur sempre nuovo e meraviglioso.

Impalpabile nebbiolina di vapore acqueo sollevata dalle impetuose acque di un piccolo torrentello, ir-ruente nello scrosciare di mille cascatelle, che si inoltra tra ombrosi cespugli.

Tutto invita alla sosta ed alla riflessione nell’idillio naturale. Tutto è gioia del cuore e dell’ani-ma, stato di grazia perfetta e fonte di ristoro dei sensi, pienamente appagati dai colori, odori e suoni della natura che rinasce, cullata dalla Primavera.

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Ala Madona

Le Madone che pregan le è tante

ma ela lei una sola.

Nen a Lourdes a Pinè e a ogni capitel

ma quando ghe ne aven de bisogn nen col pensier.

Ti Madona te ne ascolti e te tasi

te ne capisi perché anca ti te sei mama.

Te ne lasi parlar pregar e sangiozzar

e ala fin na voze en del cor la me dis

sta tranquila.

Mi soto el me grande mantel protego tuti,

basta che anca lori i se ricorda de mi.

A volte ne vergognan a far veder che te pregan

ma en del mal ti sola te podi darne na man.

El nos grazie le poc o Maria

aiutene … così sia.

Parenti e volontari che visitano i vari reparti con un sorriso e una cara-mella, alternando un bic-chiere d’acqua ad un cuc-chiaio di minestra. Ti rendi conto di quanto siano impor-tanti queste piccole cose e di come basta poco per ren-dere le persone più indifese felici.

A volte la nostra boc-ca è come un’autostrada a quattro corsie, piena di pa-rolone dove ognuno vuole superare l’altro.

E’ difficile saper a-scoltare in silenzio, come è difficile andare piano e la-sciarsi sorpassare.

Una giornata con gli amici della Casa di Riposo di Anna Maria Bebber (volontaria di Ospitalità Tridentina)

Oggi viviamo in un mondo propenso a criticare e a giudicare. Me se solo ci soffermiamo un attimo ad osservare e riflettere vedia-mo che non tutto è negativo, ci sono nel quotidiano an-che momenti ed azioni che meritano di essere ricorda-te, raccontate e perché no, presa a modello, come una giornata tipo alla casa di ri-poso.

Il lavoro, la pazienza ad ascoltare gli acciacchi giornalieri di ogni ospite, i sorrisi, il braccio allungato per sorreggere chi ha biso-gno di sostegno e tante e tante parole dette con dol-cezza, tutto questo è quello che offre giornalmente il personale addetto agli am-malati.

Le suore che con de-vozione invitano a pregare e partecipare alla Messa tutti i pazienti che hanno un po’ di salute e mente chiara.

I preparati dottori che vorrebbero avere una medi-cina che cura tutti i dolori e per tutte le età.

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Servizio Civile in R.S.A.

Ciao a tutti,

sono Anna, ho 21 anni e da ottobre sto svolgendo il Servizio Civile Nazionale presso la R.S.A.

S. Spirito di Via Pive a Pergine,

il S.C.N. ha lo scopo di formare i giovani alla pratica della solidarietà; è stato istituito con la

legge 6 marzo 2001 n. 64.

E’ della durata di 12 mesi da svolgere presso enti o comunità in vari settori (assistenza, pre-

venzione, reinserimento sociale, protezione civile, ecc.).

Si può svolgere in Italia o anche all’estero.

E’ questa una grande opportunità per noi giovani, per conoscere varie realtà e adoperarsi per

il bene sociale.

Io sono inserita nel gruppo animazione per partecipare e collaborare alle varie attività ricrea-

tive rivolte agli Ospiti della Casa di Riposo.

Il primo periodo è stato piuttosto difficile perché c’erano tante persone da conoscere, Ospiti,

familiari e personale.

Ora mi trovo meglio grazie alla paziente collaborazione e disponibilità di tutti.

Ho l’occasione di conoscere un mondo nuovo per me, in quanto stare in compagnia degli an-

ziani, ascoltarli e parlare con loro, apprendo cose nuove e vengo a conoscenza di molte cose

del tempo passato.

Non immaginavo che all’interno di una Casa di Riposo si

svolgessero così tante attività.

Tutte queste, assistenza, alimentazione, animazione , biso-

gni vari, ecc. sono progettate e organizzate da parte delle

varie figure professionali che lavorano nella struttura.

Sono contenta di questa esperienza e spero di migliorarmi

nel tempo.

Grazie a tutti, un caro saluto,

Anna

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Nella fotografia a lato: Anna con la signora Lidia Pintarelli

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… può essere un buon inizio …! di Alfonso Vinciguerra

Il 16 settembre scorso, alcuni di noi operatori hanno aderito all’invito della Casa di Riposo di Povo, a partecipare ad un torneo di Calcetto svoltosi a Bosentino. La giornata, nonostante alcune sane gocce di pioggia, e’ stata vissuta allegramente con forte partecipazione gogliardica ed è culminata con la conquista, da parte del nostro gruppo, di un’onorevole e, forse, inaspettato piazzamento al secondo posto. A parte il lato sportivo della cosa, sicuramente positivo e’ stato il fatto che si e’ riusciti a coinvolgere un discreto numero di operatori che hanno accettato di buon grado la manifestazione. Proprio quel giorno, e’ nata in alcuni di noi, l’idea di creare anche nella nostra R.S.A. di Pergine, un Circolo Ricreativo con lo scopo principale di offrire occasioni ricreative, specie agli operatori che si trovano nella difficoltà psicologica di assistere e curare, quotidianamente, le persone anziane e disabili ospiti della R.S.A.. L’idea, pienamente appoggiata con entusiasmo dal nostro Direttore Bertoldi Giovanni, sarebbe quella di mettere in essere all’interno della nostra R.S.A., un’ Associazione senza fini di lucro unendo le sinergie degli operatori in un gioco di squadra allo scopo di favorire la nascita di nuove esperienze di solidarietà e di animazione. Si verrebbe a creare, in pratica, un solido ed affiatato gruppo (in rappresentanza di tutti gli Operatori che aderiscono) capace di organizzare diverse attività (corsi di computer, corsi di ginnastica per la schiena, corsi di ballo, tornei di calcetto e/o pallavolo, gite in montagna, attività di atletica ……) che andrebbero a beneficio di tutti gli operatori.

Certamente servirà, da parte di tutti noi, una discreta partecipazione e una buona volontà nel divulgare e portare avanti l’iniziativa …… una bella scommessa, ma sicuramente

… “un buon inizio”.

Ecco la formazione scesa in campo nel torneo: in piedi da sinistra Eccher Luca, Beber Tito, Vinciguerra Davide, Vicentini Nicola, Vinciguerra Alfonso. Accosciati da sinistra Dalmaso Giorgio, Piva Mauro e Acquisti Luca.

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"Improvvisamente ci fu un terremoto, un angelo del Signore scese dal cielo e fece rotolare la grossa pietra e si sedette sopra. Aveva un aspetto splendente e una veste candida come la neve. Le

guardie ebbero tanta paura di lui che cominciarono a tremare e rimasero come morte".

A Maria Maddalena e a Maria di Giacomo, accorse di buon mattino alla tomba di Gesù, l'angelo disse: " Non abbiate paura. So che cercate Gesù, quello che hanno crocifisso. Non è qui perchè è risuscitato come aveva detto. Venite a vedere dove era il suo corpo. Ora andate, presto! Andate a

dire ai suoi discepoli: "E' risuscitato dai morti e vi aspetta in Galilea".

Il dono della vittoria sulla morte, ci è stato offerto da Gesù nel giardino davanti alla sua tomba vuota. E’ quello il luogo della nascita per l’umanità nuova, redenta e risorta.

A partire dal mattino di quella domenica benedetta, la nostra storia è segnata dalla gioia. La grazia della gioia pasquale rende effusiva ogni persona, che si apre all’amore e si dedica al servizio degli altri fratelli nei vari sentieri del volontariato. Lo spirito umano diventa maturo e benefico nell’esercizio dell’amore, si lascia guidare da Dio nei luoghi della sofferenza e così si prepara all’incontro ultimo col Cristo Risorto.

Mosaico del Cristo Risorto di Don Vito Ragusa (Chiesa di San Nicolò di Bari)

Dal Vangelo secondo Matteo 28, 1-10

di Padre Albano La Resurrezione è il dono dei doni che Gesù ci ha fatto, che ci gratifica già in questa vita e dà ad essa la nota ineffabile della gioia e fa di noi “uomini e donne pasquali”. Il clima messo nella nostra vita dalla Pasqua dilata, rinfresca e diffonde sentimenti di buona convivenza e sana armonia. E ciò non si conclude con la vita terrena, ma la trasporta alla vita gloriosa del Risorto. La nostra storia personale non finisce nel nulla, ma si innesta nell’eternità al seguito di Cristo. La sua parola è verità affidabile e sicura da accogliere con gratitudine e fede: essa ci rivela il senso della vita sulla strada dell’amore. La verità ci fa servi spontanei e autentici nel nostro rapporto con Dio e con i fratelli che vogliamo servire e amare. La gioia della Pasqua porta la nostra vita ad essere compenetrata dalla luminosità del Cristo Risorto.

IL DONO DEI DONI = LA PASQUA

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CURA REDAZIONALE, IMPOSTAZIONE GRAFICA E STAMPA A CURA DI

Cristina Bolgia, Silvano Brol, dott. Andrea Moser e Giuseppe Zambotti

SI RINGRAZIANO TUTTI COLORO CHE HANNO DATO IL LORO APPORTO PER LA REALIZZAZIONE DEL PERIODICO

L’ECO

Buona Pasqua

Attraverso questo spazio portiamo gli auguri di una lieta Pasqua da parte del Comitato Redazionale.