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Partire, arrivare.

Le migrazioni tra XIX e XX secolo

facoltà di scienze della comunicazione – corso di storia contemporanea

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Facoltà di Scienze della Comunicazione - Storia contemporanea Angelo Tommasi, Gli emigranti (1895)

Le migrazioni di massa: un fenomeno ottocentesco?

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Movimenti migratori

0 2000 4000 6000 8000 10000

1876-1900

1901-1915

1916-1945

1946-1975

1976-1988

Espatriati per area di destinazione (in migliaia)

totale paesi extraeuropei paesi europei

• 1876-1900: nel 1876 c’è la primarilevazione statistica ufficiale. Partonoin maggioranza maschi soli (81%),spesso molto giovani (il 16% ha menodi 14 anni)

• 1900-1915: la grande emigrazione.In media partono 600.000 personel’anno. Nel 1913 c’è il picco, con870.000 espatri

• 1916-1945: forte riduzione dei flussidovuta alle politiche restrittive

• 1946-1975: ritorno prepotente dellemigrazioni, molto più controllate eoggetto di accordi bilaterali di naturaeconomica. I flussi diventanocontinentali e aumenta la quotadell’emigrazione femminile. Il saldotorna ad essere positivo, ovverorientrano più persone di quante nepartano

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Emigrazione maschile e femminile

0 100000 200000 300000 400000 500000 600000

1966-1975

1956-1965

1946-1955

1936-1945

1926-1935

1916-1925

1906-1915

1896-1905

1886-1895

1876-1885

femmine maschi

L’emigrazione è fatta anche di uomini senza donneall’estero e di vedove bianche in patria: è statocalcolato che le vedove bianche presenti in Italia nel1911 fossero più di 327.000

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Strategie familiari

Le mie 545 lire farete così: L.10 le darete al mio padrigno;L. 10 per voi, caro padre; L. 10per la mia cara mamma chemi prega Iddio; L. 5 a miasorella; L. 7,50 alla miaconsorte Maria; L. 2,50 ledarete all’Arciprete per diredue messe secondo la miaintenzione. L. 500 vi rimanelibere e ve ne servirete perquello che vi bisogna e ilregalo ognuno è padrone difarne quel che gli pare.

Bisogna che guarti subitoche si aprono le scuole dimandar Fiorendo da capoa scuola a Codroipo (…)che la scuola è la baseprincipale per un uomo,tunque ti recomando diquesto

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La «meridionalizzazione» dei flussi

Si assiste ad una progressiva meridionalizzazione dell’emigrazione, che si rinforzerà ancora nel secondo dopoguerra

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Le forme della migrazione

Lewis Hine, Famiglia di emigranti in arrivo ad Ellis Island (1905)

Un processo senza cesure significative

abitudine alla mobilità stagionale

«i campi della Puglia si coltivano dagliabruzzesi, né si potrebbe mietere se nonvi andasse gente dal Sannio e dallaprovincia di Lecce»

Giuseppe Maria Galanti in Nuova descrizione geografica e politica della

Sicilia , Napoli 1789

Alla fine del ‘700 i contadini abruzzesi che lavoravanonelle Puglie erano circa 10.000; cinquant’anni dopo, nel1854, le cose non erano cambiate. All’incirca 30.000pastori e 10.000 zappatori ogni anno, nel mese di ottobrelasciavano l’Abruzzo per le Puglie e rientravano a maggio,quando gli davano il cambio altri 30.000 lavoratori dallaBasilicata, dal Principato Ultra, dal Barese, dal Molise, dalPrincipato Citra, che tornavano a casa in agosto

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Movimenti migratori

Jacob Riis, Famiglia di immigrati a New York, 1889 circa

diaspora

famiglie transnazionali

circolarità migratoria

«all’inizio della prima guerra mondiale quasiquattordici milioni di persone avevanoespressamente dichiarato l’intenzione di lasciarela patria. Di questi, il 44 per cento oltrepassò leAlpi e migrò in altri paesi europei; più del 30 percento si recò in Nord America (per la maggiorparte negli Stati Uniti) e il 24 per cento in SudAmerica. Dato che il numero di uomini eracinque volte superiore a quello delle donne, sitrattò per lo più di migrazioni temporanee dilavoratori maschi, detti shallows (rondini) o birdsof passage (uccelli migratori). Di solito questiuomini trovavano lavoro in occupazionitemporanee, poco pagate e stagionali nel campodell’agricoltura e dell’edilizia»»

D. Gabaccia, L’Italia fuori d’Italia

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Emigranti e clandestini

Il processo di costruzione degli Statinazione rende più frequentel’emigrazione illegale o irregolare:infatti da un lato, la nascita dello statonazionale porta ad una più precisadelimitazione dei confini statali e a undiritto di cittadinanza sempre piùlimitato alla sola popolazione nativa;dall’altro lato, la rivoluzione industrialeattira masse di stranieri sempre piùnumerose e non permette piùl’accertamento della loro eventualepericolosità attraverso il meccanismodella reputazione individuale e rendecosì necessaria una “identità di carta”,ovvero una reputazione astratta,basata sulla nazionalità d’origine etestimoniata dai documentid’identificazione

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Condizioni di vita

Jacob Riis, New York 1888Jacob Riis, New York 1897

A New York c'è quasi da vergognarsi di essere italiani. La grande maggioranza dei nostri compatrioti, formatadalla classe più miserabile delle provincie meridionali, abita nel quartiere meno pulito della città, chiamato iCinque Punti (Five Points). È un agglomeramento di casacce nere e ributtanti, dove la gente vive accatastatapeggio delle bestie. In una sola stanza abitano famiglie numerose: uomini, donne, cani, gatti e scimmiemangiano e dormono insieme nello stesso bugigattolo senz'aria e senza luce. In alcune case di Baxter eMulberry Street, è tanto il sudiciume e così mefitica l'atmosfera da far parere impossibile che ai primi caloridell'estate non si sviluppi ogni anno un colera micidialissimo (…)

Adolfo Rossi, Un italiano in America, 1894

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Condizioni di vita

1

2

3

1: «la stanza misura 7 metri per 4 e vi sono sistemati 16 operai. Ciascuno di essi paga, al mese, per il materasso, 60 franchi, ossia 8640 lire», Corriere della Sera, 19622: Tv Sorrisi e Canzoni, 19733: Un bimbo italiano ritratto nella desolata zona di Lanklaar, dove i tedeschiavevano creato un campo di concentramento per i prigionieri di guerrasovietici. In queste squallide baracche vivono 35 famiglie di nostriconnazionali (..) insieme con emigrati greci, spagnoli e turchi. Oggi, 5 marzo1964

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Le migrazioni interne

Principali flussi 1955-1961 Principali flussi 1956-1971 Principali flussi 1972-1981

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Milano, Corea

La Corea nasce come un insieme di casettemonofamiliari popolate al massimo, esempi diarchitettura spontanea, col tetto quelle dei veneti,a terrazzo quelle dei meridionali perché al paesele case sono fatte così, e inoltre la casa si fad’estate – fare la casa a terrazzo vuol dire negarepsicologicamente il freddo e la neve, scongiurarnei pericoli, chiamare il sole. E infine permette dielevarla di un piano entro un paio d’anni. Perchél’immigrato non intende più uscire dalla Corea pertornare al paese. Con i soldi che altrove civogliono per l’affitto qui si acquista una Lambrettausata; ormai anche l’immigrato è un «milanese».(…)Una casa di fronte, una di traverso, una di fianco,una isolata, nasce la Corea, lontana, disorganica,disagiata, una frazione del paese che non haancora un nome ufficiale, senza strade, senzaservizi. Quando i vuoti saranno riempiti salteràfuori un intrico di vicoli; i vicoli prima delle strade.

Franco Alasia, Danilo Montaldi, Milano, Corea

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Torino, Italia

A Foggia, la provincia meridionaleche ha più oriundi presenti nelcapoluogo piemontese - ma noncerto la più povera del Sud - ilreddito netto pro capite prodotto nel1951 era di 98.695 lire; nel 1959 di165.402 lire. A Torino, provincia didestinazione, nel 1951 era di 298.794lire e nel 1959 di 403.574 lire. Pochecifre, che sono sufficienti a spiegareda sole perché si parte da Foggia,perché si viene a Torino (…)

Ma le cifre non possono esprimere, da sole, le realtà di quelle zone di una miseria così simile a quelladella maggior parte delle campagne meridionali. Dieci ore di zappa - o più, dall'alba al tramonto - suterra non propria o su spezzoni di pietraie, dall'età di 8-9 anni. (…) E allora ecco l'emigrazione, lapartenza, la speranza. Ecco la chiacchiera nella piazza, l'amico che torna da militare, la televisione, la Fiatdel turista che attraversa il paese, l'esperienza altrui. Nasce il nuovo mito: la città del Nord, la fabbrica.Vuol dire lo stipendio alla fine del mese, la casa con l'acqua corrente e col gabinetto, i figli a scuola, ilmotorino. (…)

Goffredo Fofi, L’emigrazione meridionale a Torino