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1. RELAZIONE SUL GIOCATORECAPITOLO 1RELAZIONE TECNICA SUL GIOCATORENon esiste un modello di relazione standard ma, a seconda delle direttive imposte dalla società o dall’agente per cui si lavora, le linee guida possono cambiare.

Riteniamo che una relazione tecnica sul giocatore basata su valutazioni numeriche (stile pagella) sia piuttosto impersonale e poco efficiente in quan-to non lascia spazio alla parte descrittiva dell’osservatore.

In realtà di scouting maggiormente organizzate (con dei parametri di valu-tazione prefissati e condivisi dall’intero team di lavoro) la relazione è spesso concepita come ibrida, ovvero con una sezione dedicata ai voti e una dedi-cata a giudizi e commenti personali dell’osservatore; questa risulta così dal nostro punto di vista sicuramente più pratica ed efficace.

In ambienti di livello esistono inoltre dei software che consentono la stesura immediata della relazione in questo modo archiviata e fruibile dai responsa-bili di area.

In ogni caso, soprattutto all’inizio, pensiamo sia importante realizzare una relazione che sia il più completa possibile e che comprenda descrizioni det-tagliate e commenti personali. Tenete presente però che le relazioni ufficiali che consegnerete non dovran-no superare mediamente le 20 righe.

Sarebbe buona cosa inoltre creare un proprio archivio personale delle rela-zione redatte, utile come biglietto da visita per rapporti lavorativi futuri.

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2. RELAZIONE SUL PORTIERECAPITOLO 2RELAZIONE TECNICA SUL PORTIERE (di Mister Scarpello)Il ruolo del portiere è molto diverso dai ruoli di movimento e richiede qualità tecniche, fisi-che e caratteriali non indifferenti. È necessaria quindi competenza specifica da parte sia degli allenatori sia degli osservatori che si ritrovano a dover valutare le qualità dell’estremo difen-sore.Per dare degno spazio a questo affascinante e complesso ruolo, abbiamo ritenuto indispen-sabile l’intervento di Mister Ferdinando Scar-pello, Allenatore professionista dei portieri per la Juventus FC.Il suo curriculum vanta, oltre ad importanti esperienze come Allenatore dei portieri, un’in-vidiabile competenza a livello di scouting re-gionale come collaboratore tecnico della Rap-presentativa Siciliana(Comitato Regionale Sicilia - FIGC), Nazionale ed Internazionale: ricordiamo infatti i cinque anni dedicati all’Aspire Sport Academy in Qatar, quattro dei quali svolti come Responsabile dell’area tecnica portieri (Accademia fonda-ta nel 2004 dal Principe Sheikh Jassim Al Thani) e impegnato nel progetto dell’Aspire Football Dreams, creato da Josep Colomer e Andreas Blicher con l’obiettivo di ricercare, selezionare e valorizzare giovani talenti. Mister Ferdinando Scarpello afferma che: “Come già avete accennato, il ruolo del portiere è complesso, di responsabilità e spesso determinante. Per questo motivo sono richieste agli allenatori professionalità, competen-za, aggiornamento e ricerca, oltre che capacità intellettive per comprendere appieno la psicologia dell’allievo.

Nell’arco della mia carriera ho avuto la possibilità di girare il mondo e vivere molte esperienze e tutte diverse tra loro: ho lavorato per esempio in real-tà povere e degradate, segnate dai conflitti e dalla fame dove il calcio era concepito non solo come semplice gioco, ma come possibilità di salvezza e riscatto.

Tutto questo ha lasciato in me un segno indelebile soprattutto per emozioni e insegnamenti che amo tuttora ricordare e rivivere come fosse ieri.

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3. RELAZIONE SULLA SQUADRA AVV.CAPITOLO 3RELAZIONE SULLA SQUADRA AVVERSARIAPrima di addentrarci nel dettaglio della relazione tecnica sulla squadra av-versaria, riteniamo opportuno fornire alcune informazioni che speriamo possano incuriosirvi e stimolarvi circa il vasto mondo della video-match analisys, le sue diverse applicazioni e il derivato modello prestativo del cal-ciatore.

La video-match analysis è una tecnica di analisi della prestazione che ha come finalità quella di fornire informazioni di tipo quantitativo e qualitativo sulla performance dei singoli giocatori e della squadra.

Questa moderna tecnica di studio, inizialmente manuale e oggi invece sem-pre più tecnologica e informatizzata, ha permesso di individuare con mag-gior precisione il modello prestativo del calciatore.

Oggi infatti conosciamo la prestazione fisica media del giocatore di alto li-vello nell’arco del match: sappiamo per esempio che percorre circa 9-12 Km (Bradley et al., 2009; Mhor et al.,2003; Rampinini et al.,2007b), di cui 2200-2400 m ad alta intensità (velocità di corsa maggiore di 15,0 Km/h), 850-950 m ad altissima intensità (velocità di corsa maggiore di 19,8 Km/h) e 250-350 m sprintando (velocità di corsa maggiore di 25,0 Km/h) (Rampinini et al., 2007b); conosciamo l’influenza del ruolo tattico sulla prestazione fisica (Di Salvo et al., 2007; Mohr et al., 2003; Rampini et al., 2007b), sappiamo che un giocatore cambia mediamente attività ogni 4-6 s (Mohr et al.,2003), l’influen-za dell’avversario sulla prestazione (Rampini et al., 2007b), della fatica (Mohr et al. 2003; Krustrup et al., 2006; Rampinini et al., 2008) e molto altro ancora.

Questa capacità di analisi e valutazione ha proiettato il gioco del calcio in una “nuova era” dove osservatori e video-match analisti hanno un ruolo cardine sia nell’analisi tecnico-tattica, sia per lo staff di preparatori per la programmazione e la preparazione fisica dei giocatori.

Per quanto riguarda nello specifico la figura dell’osservatore calcistico, quando si fa riferimento alla match analysis si intende semplicemente l’ana-lisi tecnico-tattica della squadra avversaria (o eventualmente della propria).

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4. DALL’INTUIZIONE ALLA SCELTACAPITOLO 4DALL’INTUIZIONE ALLA SCELTA

Arrivati a questo punto del manuale, è interessante annotare come il lavoro dell’osservatore, sia inteso come collaboratore del mister con le relazioni sulla squadra avversaria (o sulla propria), sia come scout alla ricerca del talento, inneschi un iter di lavoro.

Nel primo caso, come detto, mirato alla preparazione e all’ottimizzazione dell’allenamento, in vista dell’avversario; nel secondo, invece, alla selezione del giocatore. In quest’ultimo caso in particolare è bene sapere che il vostro lavoro (relazione), genera una vera e propria procedura di osservazione, sud-divisa generalmente in 3 prove che portano alla selezione del/i giocatore/i.

Prova 1: l’osservatore osserva, in partite e/o allenamenti, i vari giocatori nel proprio club (il loro ambiente naturale) e seleziona i migliori.

Prova 2: i ragazzi selezionati vengono provati insieme a tutti gli altri se-gnalati dall’area scouting tramite un raduno organizzato appositamente (articolato in esercitazioni/partite).

Prova 3: Il calciatore (o calciatori) che supera le selezioni precedenti, in ultima valutazione, viene esaminato insieme alla squadra ufficiale con i possibili futuri compagni.

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5. CONSIGLI PER IL GENITORECAPITOLO 5CONSIGLI PER IL GENITORECapita spesso che al provino del ragazzo selezionato a rovinare la presta-zione, e di conseguenza l’eventuale inserimento in squadra, non sia il ragaz-zo stesso, ma i genitori. Le storie di polemiche di vario genere post provino sono molteplici: per questo motivo con un simpatico paragrafo ci permet-tiamo di lanciare un messaggio.

Il calcio è cambiato non solo per quanto riguarda gli aspetti tecnico-tattici ma anche da un punto di vista “culturale”. Si è smarrito, fortunatamente, il substrato sociale che negli anni ‘30 - ‘40 portava pugili e ciclisti a lottare e a sudare per “scappare”, più che “arrivare”, dalla quotidianità ardua del tempo. Fare chilometri in bicicletta, come allenamento, per andare al lavo-ro, o farsi distruggere gli zigomi risultava più confortevole rispetto alla vita quotidiana. La cultura della fatica, del sacrificio e la loro relativa percezione erano radicalmente diverse.

Oggi invece il giovane calciatore cresce in una realtà che, nonostante la crisi, è per certi aspetti meno complicata. Viene spesso coccolato e “pom-pato” da una famiglia che, convinta di avere per le mani un fuoriclasse, lo ricopre di aspettative e tensioni premature, privandolo di quelle esperienze necessarie alla formazione umana e calcistica. Ci riferiamo al rispetto dei ruoli, all’accettazione della sconfitta e alla reazione alla stessa, al riconosci-mento della superiorità dell’avversario come strumento per crescere, op-pure ancora al “vivere una panchina” non come una bocciatura, ma come spunto di riflessione e ripartenza. Detto questo, ben vengano i genitori che seguono i figli più da sportivi che da tifosi.

Anche per questi motivi siamo certi che cresceranno giocatori tecnicamente bravi ma caratterialmente deboli, “molli”, che si perdono una volta approdati al calcio che conta, convinti d’essere arrivati e privi di una cultura sportiva che permetterebbe loro di comprendere come nel calcio ogni punto di arrivo è una ripartenza (soprattutto ad alti livelli).

I mass media spesso filtrano lo sport e i suoi messaggi, lasciando trapelare solo l’aspetto economico ed esaltando il successo del calciatore, omet-tendo però nel contempo quelli che sono i valori sportivi e i requisiti come dedizione, sacrificio e umiltà, che sono necessari per poter arrivare e, so-prattutto, dimostrare e confermare il proprio valore, analogamente a quanto accade in altri ambiti professionali.

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