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LE PROVETOYOTA AURIS1.2 TURBO ACTIVE

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ANNO 3 - n° 19 - 6 OTTOBRE 2015 - € 1,OO

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LE NOVITÀ

MERCOLEDI alle 21:20E VENERDI alle 21:05 SU 177 DTT

canale 177

HONDA CIVIC TYPE-R (PAG.10)MINI CLUBMAN (PAG.11)MERCEDES CLASSE A (PAG.16)

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VW-GateConseguenze pericolose

Sarà davvero ricordato come l’anno zero, il punto di non ritorno, del mondo dorato dell’automotive? È ancora troppo presto per stabilirlo e, forse, anche troppo difficile che ciò avvenga realmente. Fatto sta che lo scandalo diesel-gate che ha inghiottito numeri, azioni, vetture e credibilità del gruppo Volkswagen di spunti, ancor prima che notizie, ne lascia e come in eredità. Tralasciando una tempistica che sfiora il paradossale, a due mesi dal sorpasso da parte del marchio di Wolfsburg nei confronti di Toyota come primo produttore di auto al mondo, e praticamente in contemporanea con un Salone di Francoforte in cui le case automobilistiche, tedesche in primis, si sono specchiate nella loro cherubina bellezza, quel che resta (e resterà) è innanzitutto il dubbio diffuso che Volkswagen e il suo “software trucca-emissioni” non siano gli unici protagonisti cattivi di un settore dove spesso la linearità comunicativa non sempre risulta scontata. Che un vaso di Pandora sia stato scoperchiato dopo la denuncia portata alla luce dalle autorità statunitensi, e la conseguente ammissione

di colpa di Volkswagen, appare un’ipotesi credibile, soprattutto se controlliamo i nomi, e i marchi, che nei giorni a seguire hanno cominciato a passare sotto l’inesorabile lente di controllo dell’opinione pubblica. Il dubbio tuttavia rimane tale, perché fino a prova contraria al par di Volkswagen, almeno per ora, nessuno. Ed allora giusto focalizzarci su quello che rischia di capitare a chi all’interno di Volkswagen, da anni, ha sacrificato anni, tempo e fatica, a tutti coloro verso cui si è rivolto nei giorni scorsi il nuovo CEO Matthias Muller, qualcosa di molto vicino all’uomo meno invidiato del momento, dicendo che il percorso di ripresa sarà doloroso, che i 6,5 miliardi di euro accantonati non basteranno a pagare multe e risarcimenti e che saranno previsti tagli netti su tutto ciò che non sarà valutato strettamente necessario. Ciò nonostante, sempre Muller ha garantito che si farà di tutto per salvaguardare i posti di lavoro (che nel caso di Volkswagen, in cifre, si legge come migliaia di possibili licenziamenti), rinnovando che almeno da un punto di vista della sicurezza, per le motorizzazioni e le vetture incriminate, il suo gruppo non ha davvero nulla da farsi rimproverare. A questo si aggiunga pure che, sempre in questi giorni, è stato stimato l’avvio dei richiami delle auto diesel per la sostituzione dei dispositivi truccati ad inizio Gennaio, così da provare a sistemarle tutte entro la fine del 2016, e che il gruppo tedesco sta lavorando, come prima opera di rilancio, su una nuova e più che mai rivoluzionaria piattaforma modulare per motori trasversali di nome Mqb. Ma queste, almeno stavolta, rimangono solo notizie. Spunti, preoccupazioni e dubbi sono ben altri.

di FILIPPO [email protected]

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AmministrazioneVia Carlo Emery, 47 - 00188 Roma

Tel./Fax [email protected]

Direttore ResponsabileFilippo Gherardi

[email protected]

In redazioneDelfina Maria D’Ambrosio

Maurizio ElvirettiFederico Gianandrea de Angelis

Hanno collaboratoFlavio Grisoli

Realizzazione graficaElisabetta Di Paolo - [email protected]

Impaginazione e creativitàRocco Lotito - [email protected]

Reg. presso il Tribunale dell’Editoria Roma n° 38/2013

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Come conciliare la velocità e le corse con impatto ambientale “0”? Semplice, creando delle macchine stile Formula 1 totalmente elettriche. Se nel mondo del “Circus” in molti hanno storto (e storcono ancora) il naso di fronte alla deriva ibrida (in qualche modo a ragione, se vogliamo), questa nuova categoria creata dalla FIA (la Federazione Internazionale dell’Automobile) sta invece raccogliendo molti consensi dopo la prima stagione, conclusasi questa estate con un doppio GP a Londra. Stiamo parlando della Formula E, categoria di vetture completamente elettriche, che vale la pena scoprire. Intanto, come in certe categorie americane, le macchine sono tutte uguali: telaio Dallara e costruite da Spark Racing Technology in collaborazione con Renault; motori McLaren (gli stessi montati sulla supercar P1); cambio Hewland a 5 marce con rapporti di geometria definiti e fissi per ridurre i costi; gomme Michelin scanalate sia da asciutto che da bagnato. Questi bolidi fanno da 0-100 Km/h in appena 3 secondi e raggiungono i 230 Km/h di velocità massima. Nell’assoluto silenzio.

O quasi: perché la FIA ci tiene a far sapere come queste vetture siano ben lontane dall’essere “mute”. Ad alte velocità, infatti, producono un suono di 80 decibel, che è superiore di oltre il 10% di quello che produrrebbe una qualunque auto da strada a combustione. Questo per la prima stagione: per quella che inizierà il prossimo anno, si apre la battaglia fra i costruttori. Infatti sarà data la possibilità di sviluppare le macchine (all’interno di un regolamento tecnico, chiaramente). La potenza massima sviluppata da queste vetture è di 200kw (270 cv), e può essere utilizzata solamente durante le qualifiche. In gara, per abbattere i consumi, viene limitata a 150kw. Le gare durano circa 45 minuti, e le batterie non hanno capacità a sufficienza per garantire tale percorrenza. Pit-stop? Sì, ma per cambiare auto: infatti per ricaricare completamente queste batterie sono necessari 50 minuti circa. Quindi ogni scuderia ha a disposizione 4 vetture (2 per pilota). L’esperienza di guida è diversa rispetto ad una Formula 1, sia per le caratteristiche delle piste (si corre esclusivamente su circuiti cittadini,

anche per attrarre più pubblico), sia per le caratteristiche delle vetture (nei cambi di direzione si comportano in maniera diversa: sono più morbide di sospensioni e più maneggevoli, proprio per districarsi nei tracciati più tortuosi); ma chi le ha guidate giura che sono divertenti come le “sorellone” oggi turbo-ibride. La prima stagione ha ospitato molti piloti che hanno avuto poca fortuna in Formula 1: Bruno Senna, J.E. Vergne, Nicolas Prost, Jerome D’Ambrosio, Lucas di Grassi, Sebastien Buemi e Nelsinho Piquet. Proprio quest’ultimo ha vinto il primo campionato di Formula E, con un solo punto di vantaggio sullo svizzero Buemi e undici sul connazionale di Grassi. Il calendario si snoda come quello del calcio (dall’autunno all’estate), e non nell’anno solare come nella Formula 1: si parte quindi il 24 ottobre in Cina a Pechino; Putrajaya (Malesia), Punta del Este (Uruguay), Buenos Aires (Argentina), una sede da decidere, Long Beach (USA), Parigi (Francia), Berlino (Germania), Mosca (Russia) per poi chiudere con il doppio appuntamento a Londra (Regno Unito) il 2 e 3 luglio 2016.

La prima stagione è stataun crescendo di successo

di FLAVIO GRISOLI

Alla scopertadella Formula E

Uno scatto di una gara di Formula E (Foto Archivio)

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Nel suo trentesimo anno di vita, Lancia Ypsilon si presenta sotto nuove vesti con la quinta generazione. La city car più amata dalle donne italiane ha registrato un incremento delle vendite ogni anno maggiore rispetto ai precedenti ed ora arriva sul mercato con un look rivistato,

interni nuovi e motori Euro 6 dalle ottime prestazioni. Al lancio vedremo un’inedita Open Edition nei nuovi colori Avorio Chic e Blu di Blu, ma anche nuovi cerchi da 15 pollici, interni Gold con fantasia Chevron e il sistema Uconnect Live Nav con radio digitale; il tutto sarà incluso nel

prezzo, l’unica cosa a non essere variata negli anni, che parte da una base di 9.950 per la versione Silver. Ovviamente la nuova Ypsilon fa dell’agilità e della manegevolezza nel traffico urbano la sua forza, sia grazie alle dimensioni tuttavia contenute di 3,84 metri (con le 5 porte non ne risente assolutamente la comodità interna) che alla coppia composta dal cambio robotizzato e dal motore benzina 0.9 TwinAir Turbo. Quest’ultimo, con i suoi 85 cavalli, dimostra una grande reattività nelle tipiche manovre del traffico cittadino, e allo stesso tempo consumi veramente invidiabili: 4,1 litri per 100 km ed emissioni di CO2 pari a 97 g/km; Ypsilon TwinAir Turbo è inoltre disponibile con il propulsore Ecochic a metano e benzina da 80 cavalli che permette di fare più di 100 km con soli 5 euro di gas. A completare la gamma motori, ci sono il benzina 1.2 da 69 cavalli (anche in versione Ecochic) e il nuovo 1.3 Multijet II da 95 cavalli.

Al salone di Francoforte, tra le tantissime anteprime mondiali, è stata esposta anche la berlina elettrica Thunder Power firmata Zagato. L’automobile del nuovo brand con sede a Taiwan è stata studiata per vantare un look dinamico e riconoscibile. Se lo stile è italiano, anche il centro di ricerca e sviluppo fa parte del Belpaese, è infatti situato nel Milanese. Disponibile in due versioni da 313 CV e 435 CV, parliamo di una vettura che può vantare 650km di autonomia e 300km per un rifornimento di solo mezz’ora. Quanto alla versione da 435 CV è capace di passare da 0 a 100km/h in meno di 5 secondi, per un velocità massima di 250 km. Dati che scendono, nella versione da 313 CV, a 210 km/h e 6 secondi per 0 a 100 km/H. Con batterie agli ioni di litio e un peso di due tonnellate

si pone sicuramente nella fascia più alta del segmento. La Thunder Power Sedan dovrebbe debuttare

in Europa nel 2017 per poi lanciarsi l’anno successivo alla conquista della Cina e degli USA.

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Lancia Ypsilon

Arriva la Thunder Power

di F. GIANANDREA DE ANGELIS

di DELFINA MARIA D’AMBROSIO

(Foto Archivio)

(Foto Archivio)

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E’ ormai da poco terminata la celebre mostra del Salone di Francoforte, Opel è passata dalla porta principale con la nuova versione della sua Astra, sia in formato station wagon che Sport Tourer, ossia berlina. Anche se a guardarla non sembra, a livello di dimensioni (4,7 metri di lunghezza, 1,87 di larghezza e 1,5 di altezza) non è cambiato moltissimo rispetto alla precedente generazione se non una minore altezza di 3 centimetri e una lunghezza ridotta di 5 centimetri, mentre per quanto riguarda l’abitabilità ci sarà molto più spazio tanto per chi siederà davanti quanto per i passeggeri posteriori: lo schienale sarà frazionabile nello schema 40:20:40 e il vano bagagli raggiunge ora i 1630 litri. Anche esteticamente è abbastanza simile al “vecchio” modello, in particolar modo nella forma delle luci, nel tetto ad arco e nel corto cofano motore, ma in realtà le nuove forme sono molto più scolpite, con nervature pronunciate che ne snelliscono la linea. Questa non è solo un’impressione , perché allo stesso tempo la nuova Astra ha veramente perso peso: la scocca ha perso 77 kg grazie all’uso maggiore e consistente di acciai e materiali ad alta resistenza, e altri 50 kg sono stati risparmiati attraverso il lavoro fatto sulle ruote, sui freni e sulle

sospensioni; in totale, la variazione in negativo di peso oscilla tra i 120 e i 200 chili, a seconda del motore che viene scelto.Ovviamente di questo ne beneficiano i consumi e le prestazioni dei propulsori, tra i quali troviamo il trre cilindri 1.0 da 105 CV già visto sulla Corsa e il nuovo quattro cilindri 1.4 da 145 CV entrambi turbo ed a iniezione diretta; ci sarà invece un solo diesel, il 1.6, ma declinabile in varie potenze comprese tra i 95 e 136 cavalli. A porsi come alternativa ai cambi manuali, poi, saranno disponibili il cinque rapporti robotizzato o un

automatico a sei marce. Per la tecnologia si parte dall’apertura Keyless del portellone posteriore fino ad arrivare alla telecamera Opel Eye con funzioni avanzate: il Lane Keeping Assist, il Forward Collision Alert, il Side Blind Spot Alert, il Traffic Sign Assist, il Collition Mitigation Braking, l’Headway Alert e il Following Distance Indicator;senza dimenticare il sistema di infotainment Navi 900 Intellilink.Per ora, la nuova Astra è ordinabile solamente nella versione cinque porte, per quella station wagon bisognerà aspettare almeno la fine dell’anno.

Una panoramica degli interni (Foto Archivio)

Presentata a Francoforte la nuova generazionePiù spaziosa ma meno pesantedisponibile sia berlina che station wagon

di F.GIANANDREA DE ANGELIS

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La nuova Opel Astra (Foto Archivio)

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Risultato incredibile per la nuova Honda Civic Type R, vettura che sul famoso e difficile circuito del Nurburgring ha realizzato un tempo pari a 7 minuti e 50 secondi, la migliore prestazione mai raggiunta da una vettura, di serie, con trazione anteriore. Sotto il suo filante cofano motore pulsa un due litri benzina turbo V-TEC, capace di scaricare una potenza massima di 310 cavalli ed una coppia massima di ben 400 Nm a soli 2.500 giri al minuti, dati questi che sulla carta si traducono in uno scatto da 0 a 100 km/h in soli 5,7 secondi ed in una velocità massima di ben 270 km/h. Esteticamente il nuovo “missile” made in Japan non fa nulla per passare inosservata, a cominciare dal vistoso ed enorme alettone posteriore, passando

per l’estrattore d’aria che separa i quattro grossi e minacciosi terminali di scarico, fino ad arrivare ai passaruota anteriori allargati, in grado di ospitare nuovi pneumatici maggiorati (235/35 R19). La nuova Honda Civic Type R è disponibile in cinque diverse colorazioni che attribuiscono al nuovo design un maggior impatto visivo. Oltre al colore Championship White, già condiviso con varie generazioni Type R, i clienti possono scegliere tra Crystal Black (perlato), Polished Metal (metallizzato), Brilliant Sporty Blue (metallizzato) e Milano Red. Una serie di cambiamenti estetici e funzionali all’interno dell’abitacolo rafforzano il carattere sportivo della Type R. Come nei modelli Type R precedenti, il pomello della leva del cambio

è realizzato in lega di alluminio lavorata. I sedili sportivi con schienale alto, rivestiti in tessuto nero effetto scamosciato e cuciture doppie di colore rosso, forniscono al conducente ed al passeggero anteriore un valido supporto laterale nelle curve più strette. Sul fronte sicurezza troviamo il sistema di frenata attiva in città, l’allarme collisione frontale, il sistema di info sull’angolo cieco, il segnalatore di traffico in manovra, l’avviso di allontanamento dalla corsia e il riconoscimento della segnaletica stradale. Completano il quadro i sensori di parcheggio e l’Honda Connect con navigatore integrato Garmin. La nuova variante estrema della Casa giapponese è già ordinabile presso le concessionarie con prezzi a partire da 37.000 euro.

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Motore V-TEC da 310 CV e 400 NmDa 0 a 100 in appena 5,7 secondiAlettone posteriore e sistema Honda Connect

di M.ELVIRETTI

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ELa nuova versione della Civic (Foto Archivio)

Honda CivicType-R

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E’ già nelle nostre concessionarie la nuova Mini Clubman, terza generazione che parte da un prezzo di 24.800 euro e che, non fosse per il nome, si allontana sempre più da quegli standard che hanno reso famosa e indistinguibile la vera “Mini”. E’ ormai difficile scegliere anche il segmento all’interno del quale posizionarla, visto che per dimensioni rimane una station wagon di tipo B, ma per tutte le altre caratteristiche si avvicina alle premium di livello C. La lunghezza è la stessa delle nuove Mercedes Classe A o BMW Serie 1, e nonostante anche internamente sia più una sportiva che una vera e propria famigliare non possiamo dire che l’abitacolo o i sedili siano scomodi; a renderla abitabile sono il passo di 2,67 metri e un bagagliaio che può raggiungere i 1250 litri, ma il confort riceve il suo maggiore contributo dai dettagli interni, come i led circolari e cangianti che abbracciano il sistema di infotainment. Ma ancora potemmo citare

equipaggiamenti come l’Head-Up display, gli abbaglianti automatici, i proiettori full LED o la telecamera anteriore per il cruise control attivo, senza considerare che per i più audaci è già disponibile il kit John Cooper Works. A differenza della generazione precedente, la nuova Mini Clubman ha abbandonato la

porta controvento e si presenta ora con le tradizionali due portiere, ma non ha cambiato il suo modo di essere con il doppio portellone apribile a libro; per il resto appare come tutte le altre Mini: plancia, guida sportiva e go kart feeling, anche se quest’ultimo risulta più delicato del solito.

Arriva in Italia il terzo restylingAumentano forme e capacità di caricoAbbandonata la portiera controvento

di F. GIANANDREA DE ANGELIS

MINI Clubman

(Foto Archivio)

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Gli interni della nuova MINI Clubman (Foto Archivio)

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Fino ad oggi eravamo riusciti solo ad ammirarla con il nuovo trucco, prima a Ginevra e poi sulle nostre strade sulle quali è approdata durante l’estate, ma ora abbiamo avuto anche la possibilità di guidarla e testarla: parliamo della nuova Toyota Auris. Prima di salire e metterci al volante, ci siamo soffermati ad osservare i nuovi dettagli che ne caratterizzano il restyling, a dir la verità non troppo distante dalla precedente generazione: partendo dall’anteriore, abbiamo subito notato un frontale reso più aggressivo dalla mascherina allargata, che allo stesso tempo permette alla vettura di fornire una maggiore impressione di “presenza su strada”. A contrastare il nero della vernice della “nostra” Auris ci sono le cromature che poi proseguono anche sulla carrozzeria laterale e sul posteriore, ma ancor di più spicca la nuova forma dei gruppi ottici, ora disponibili anche con fari a LED sia sull’anteriore che sul posteriore. Dopo

un’approfondita occhiata all’estetica, come detto non cambia moltissimo rispetto a prima, abbiamo aperto lo sportello per sederci in posizione di guida. E’ subito evidente come la nuova Auris, nonostante un look più dinamico, rimanga comunque una

berlina pensata per le famiglie, ora ancor di più grazie ad una maggiore lunghezza di 5 centimetri (per un totale di 433 cm); a beneficiarne sono soprattutto i passeggeri posteriori, che anche con un tetto non così alto possono star tranquillamente comodi

Toyota Auris1.2 Turbo ActiveLa nostra redazione al volante dell’ultimo restyling della berlina familiare giapponese Ottime doti su strada e tanto comfort al suo interno

di F.GIANANDREA DE ANGELIS

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La nuova Auris (Foto Archivio)

Nuovi gruppi ottici a LED, sia anteriori che posteriori (Foto Archivio)

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senza aver paura di sbattere la testa. I vari ritocchi hanno reso gli interni più moderni, grazie anche all’utilizzo di nuovi materiali per la plancia e per i rivestimenti, molto piacevoli al tatto, e alla nuova forma delle bocchette d’areazione o della consolle asimmetrica. Proprio al centro di quest’ultima spicca lo schermo da 7,2 pollici che ospita l’inedito sistema multimediale Toyota Touch2 che permette di controllare le informazioni di base dell’auto, o quelle del nuovo sistema di assistenza alla guida Toyota Safety Sense, optional a 600 euro, dotato della funzione Pre-Collision System: tra i 10 e gli 80 km/h avverte il conducente del rischio di impatto, mentre al di sotto dei 30 km/h attiva la frenata completamente autonoma. Ancor più lussuoso sarebbe stato

l’interno con l’allestimento top di gamma, il Lounge, che mette a disposizione cuciture a vista, finiture e inserti specifici, e dei gradevoli sedili in misto pelle-alcantara-tessuto. Messe le mani sul volante, ci siamo accorti dei tanti comandi presenti su di esso, e soprattutto del display del quadro strumenti presente davanti a noi, ora più grande, con due quadranti a binocolo ed una grafica molto più definita. Acceso il motore, ed eseguita la manovra di retromarcia con il supporto della telecamera posteriore, è iniziata la vera prova su strada: lo sterzo della nuova Auris risulta molto più preciso, frutto del meticoloso lavoro fatto proprio sulla taratura dello sterzo e delle sospensioni, e la giapponese si è dimostrata tanto agile in città quanto

decisa su strade extraurbane. Sotto al cofano avevamo il nuovo 1.2 turbo ad iniezione diretta, che con i suoi 136 cavalli ha infatti dimostrato un‘ottima agilità, anche con quattro adulti ed il bagagliaio pieno, e prestazioni da non sottovalutare: da 0 a 100 km/h in 10,2 secondi e una velocità massima di 200 km/h. Buona anche la prova e la valutazione che possiamo dare al cambio manuale a sei rapporti, al quale si può preferire l’automatico di casa Toyota. Per quanto riguarda le alternative motori invece, oltre al 1.2 da noi provato ci sono ancora i “vecchi” benzina 1.3 da 99 cv e 1.6 da 132 cv (non disponibili in Italia), mentre per i diesel è stato archiviato il 2.0 D- 4D per far spazio al nuovo 1.6 di stampo BMW da 112 cv, al quale si aggiunge il rinnovato 1.4 D-4D da 90

Linee fluide e dinamiche (Foto Archivio)

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Interni moderni e spaziosi (Foto Archivio)

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cv. Se parliamo di Auris, infine, non possiamo non parlare di ibrido: ora l’offerta propone un motore termico 1.8 VVT-i che, unito alla componente elettrica, è in grado di generare una potenza di 136 cavalli, e ha visto abbassarsi ulteriormente i consumi fino a quelli attuali, pari a 28,5 km con un litro ed emissioni di CO2 di 79g/km; attraverso questo propulsore si tocca una velocità massima di 180 km/h e si impiegano 10,9 secondi per arrivare da 0 a 100 km/h. L’allestimento che noi abbiamo potuto testare era l’Active, posto come intermediario tra il Cool e il Lounge, che con il motore benzina 1.2 è disponibile nelle concessionarie ad un prezzo di 22.000 euro, ma il listino varia dai 18.850 euro della base fino ai 27.800 della 1.8 Hybrid Lounge.

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Interfaccia da 7,2’’ con sistema multimediale Toyota Touch 2 (Foto Archivio)

Volante dalle dimensioni medie, con tasti multifunzione (Foto Archivio)

Cerchi in lega da 17’’ (Foto Archivio)

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Ottobre finalmente è arrivato, un mese che gli appassionati dei motori, e specialmente del marchio Mercedes, attendevano con ansia. Un conto alla rovescia iniziato quando, qualche mese fa, è stato annunciato il restyling della Classe A, un rinnovamento che è stato mostrato poi al Salone di Francoforte 2015 (andato in scena dal 15 al 27 settembre), kermesse di importanza internazionale. Adesso arriverà nelle concessionarie con un prezzo che parte da 23.880 euro, per la Mercedes Classe A160 102 Cavalli Executive fino ad arrivare ai 47.636 euro della Mercedes Classe A250 381 Cavalli 45 AMG 4matic. La Mercedes Classe A si rifà quindi il trucco, a soli tre anni dal lancio della terza generazione, partendo dagli aggiornamenti tecnici e tecnologici, troviamo il Dynamic Select attraverso il quale sarà possibile selezionare in pochissimi secondi la modalità di guida (Eco, sport o comfort) cambiando parametri relativi al motore, sterzo, assetto, cambio e climatizzatore. Il display, invece, passa da 7 a 8 pollici, è compatibile con Car Play di Apple e offre la possibilità di collegare lo smartphone ai sistemi di bordo e il Mirror Link. Sotto al cofano si potrà scegliere tra i benzina A160 102 CV, A180 122 CV, A200 156 CV, A220 184 CV, A250 211 CV, A250 Supersport (218 CV) e i diesel A160 d 90 CV, A180 d 109 CV, A200 d 136 CV e A 220

d 177 CV. Ma è con la versione AMG che Mercedes esprime tutta la sua potenza e la sua sportività, parliamo infatti di un 2.0 turbo da ben 381 CV per 475 Nm. Rinnovato, ma non stravolto, il design con novità negli interni e negli esterni con i paraurti che hanno prese d’aria più grandi, i fari a led ad alto rendimento e il posteriore con integrati i canali di scarico. All’interno dell’abitacolo, invece, le novità riguardano la tappezzeria,

la grafica di strumentalizzazione e un pacchetto per l’illuminazione ambientale. Un’auto che, come ha spiegato Paolo Lanzoni, Responsabile Comunicazione Mercedes e ospite nei nostri studi a fine luglio: «Colpisce nel segno, conquista un pubblico più giovane e innovativo grazie a dei contenuti importanti, un design giovanile, motorizzazioni incredibili, ottime prestazioni e consumi molto bassi».

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Modifiche tanto nel design esterno che negli interniLa versione AMG presenta un 2.0 turbo da 381 CVDa ottobre nelle concessionarie

di DELFINA MARIA D’AMBROSIO

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Interni (Foto Archivio)

Uno scatto della nuova Classe A (Foto Archivio)

MercedesClasse A

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E’ stata presentata lo scorso 28 settembre, nella Sala del Carroccio del Campidoglio a Roma, la seconda edizione di Supercar, il Salone dedicato all’auto non convenzionale. Presente anche il pilota Ferrari Giancarlo Fisichella, testimonial della manifestazione motoristica. Per tre giorni – da venerdì 9 a domenica 11 ottobre – i padiglioni di Fiera Roma ospiteranno un condensato di passioni, con la seconda edizione di Supercar: vetture da competizione, auto artigianali realizzate con dedizione sartoriale, ma anche prototipi ecologici e vetture di serie top di gamma saranno le protagoniste dell’evento. Ben 75.000 mq gli spazi espositivi, suddivisi in 35.000 mq interni e 40.000 mq di aree esterne, che ospiteranno varie attività: dalle esibizioni degli stunt alle sfilate delle Supercar, ai test drive, dove si possono provare gratuitamente le novità del mercato. «Un salone che parla di auto sembrerebbe controcorrente oggi, ma un evento come Supercar che tratta di auto non convenzionali in qualche modo rappresenta il made in Italy che fa parte della nostra cultura e la nostra artigianalità e per questo noi crediamo nel progetto Supercar», ha detto Mauro Mannocchi, presidente di Fiera Roma. «Sono molto contento di essere il testimonial di Supercar», queste invece la parole di Giancarlo Fisichella, rilasciate prima di partire alla volta di Atlanta dove

era impegnato in una gara automobilistica. «L’anno scorso fu un successo per tutti, a me personalmente Supercar è piaciuto moltissimo e anche mio figlio mi ha detto che non vede l’ora di tornarci perché si era divertito soprattutto girando in kart sulla pista nelle aree esterne di Supercar. Adesso, per il secondo anno vogliamo fare meglio. È un’opportunità fantastica per vedere dal vivo tante vetture da sogno. Sarò in Fiera Roma durante i tre giorni della manifestazione e spero che Supercar possa diventare presto un evento di portata mondiale e punto di riferimento per tutta l’Italia». «Siamo rimasti sorpresi anche noi dalla risposta del pubblico dello scorso anno, con quasi 43.000 presenze», ha spiegato Marco Galletti di Roma Auto Show, che organizza l’evento in collaborazione con Fiera Roma e che ha illustrato i contenuti della nuova edizione. «Formula vincente non si cambia, ma confermando i contenuti della prima edizione avremo anche qualcosa in più: le protagoniste indiscusse saranno le auto da sogno, ma ci sarà ampio spazio per l’area Ecotech Mobility e i convegni. Nelle aree esterne numerose le esibizioni, dove gli appassionati potranno sperimentare il brivido del drifting, a fianco di piloti professionisti. Supercar è anche vicino al sociale e ospiterà l’associazione Peter Pan Onlus, dando la possibilità ai ragazzi meno

fortunati di vivere una giornata speciale». «Supercar vuol essere sempre più uno show e un evento per le famiglie», ha aggiunto Andrea Barberis di Roma Auto Show. «Per questo abbiamo confermato l’area dedicata ai bambini e sarà presente anche la Fondazione Bioparco di Roma». «Roma Servizi per la Mobilità e Fiera di Roma hanno sottoscritto un accordo della durata biennale per lavorare insieme sui temi della sicurezza stradale, della mobilità sostenibile e delle nuove tecnologie, mediante il potenziamento del MES, il Polo Innovativo della Mobilità e della Sicurezza Stradale, della Fiera stessa», ha detto Mauro Giustibelli, Exibition Manager di Fiera Roma. «Un aspetto, questo, che sarà tra i cardini dell’evento Supercar durante il quale una sezione sarà dedicata alla guida sicura e all’educazione al volante». «Supercar ha tutte le carte in regola per diventare il Motorshow di Roma con un milione di visitatori», ha commentato Charlie Gnocchi, che sarà presente all’evento con i suoi particolari quadri dedicati al mondo dell’auto e che l’artista definisce “Alfismi”. Presente alla conferenza stampa anche il Generale di Brigata Paolo Scenna, Comandante della Scuola Trasporti e Materiali di Roma, in rappresentanza dell’Esercito che avrà un suo stand a Supercar, così come la Polizia Penitenziaria.

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Lo scorso 28 settembre la presentazione alla stampa Appuntamento dal 9 all’11 ottobre in Fiera Roma

dalla REDAZIONE

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Il testimonial Giancarlo Fisichella posa a fianco alla locandino dell’evento (Foto Archivio)

Supercarseconda edizione

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Dopo la parentesi trionfale di Vettel (e della Ferrari) a Singapore, i sogni di un mondiale ancora tutto da scrivere e dai risvolti inaspettati, almeno fino a qualche mese prima, sembravano davvero potersi concretizzare. Ed invece, come spesso è accaduto nelle ultime stagioni, è arrivata la solita freccia d’argento, guidata dal solito inglese capace di fare la differenza come nessuno in questo momento, in particolar modo se scatta dalla prima fila in griglia, a riportare tutti a quella che è la strettissima realtà. Le Mercedes rimangono le auto più veloci e competitive del circus

della Formula 1. A Suzuka è arrivato l’ottavo successo in quattordici gare per Lewis Hamilton, ed anche l’ottava doppietta Mercedes grazie al secondo posto di Nico Rosberg che nella giornata di sabato aveva mandato in bacheca la tredicesima pole position della scuderia tedesca (la sua seconda personale contro le 11 di Lewis ndr) in quattordici Gran Premi disputati. È arrivato anche il decimo podio, sempre su quattordici gare, di Sebastian Vettel nel corso di questo suo primo anno al volante di una Ferrari, il che dimostra quanto e come il binomio tra il pilota di Happenheim

e la Rossa di Maranello rimanga l’ultima alternativa credibile ad uno strapotere disarmante. La Mercedes vince, se non addirittura domina, ogni volta che la sua affidabilità si dimostra all’altezza della situazione, perché le sue prestazioni sono ancora una spanna sopra a tutti e perché, in fin dei conti è anche giusto riconoscerlo, i suoi piloti in questo momento sono i più capaci a dominare una gara. Vettel, come detto in apertura, ci era riuscito a Singapore, dove le qualifiche per una volta avevano visto le Mercedes arrancare e dove Hamilton più che

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Hamilton domina il Gp di Suzukae prende il largo nel mondiale pilotiTengono banco i casi Alonso e Red Bull

di F.GHERARDI

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Hamilton mentre taglia il traguardo di Suzuka (Foto Archivio)

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con i suoi avversari ha dovuto tribolare, in gara, con una vettura che perdeva via via potenza fino a costringerlo al ritiro. A cinque gare dal termine, i punti di vantaggio nel mondiale piloti di Hamilton su Rosberg sono saliti a 48, quelli di ritardo di Vettel, terzo, addirittura a 59. Missione impossibile, prima ancora che difficile, togliere il terzo titolo mondiale in carriera al pilota di Stevenage che dopo aver raggiunto, proprio a Suzuka, l’indimenticato Ayrton Senna al quarto posto della classifica dei piloti con più Gp vinti in carriera (41 ndr), conta di appaiarlo anche in quella dei pluri vincitori del titolo iridato. Insomma, il week end nipponico ha innanzitutto sottoscritto il dominio di Hamilton e delle Mercedes, ma non

convincetevi che questa rimanga l’unica notizia. Detto del terzo posto di Vettel e del quarto dell’altra Ferrari di Raikkonen, vale la pena spendere due battute su chi una Ferrari fino allo scorso anno la guidava, Fernando Alonso, e che quest’anno si ritrova a fare i conti con un McLaren davvero insufficiente. Il problema è che il buon Fernando ha deciso di far presente questa lacuna prestazionale a gran voce, in diretta tv e proprio nel corso del Gran Premio di casa per chi, vedi Honda, alla sua McLaren i propulsori li fornisce. “Abbiamo un motore da Gp2”, questo quanto esclamato dal pilota spagnolo, via cuffia, all’indirizzo dei propri uomini di scuderia in seguito all’ennesimo sorpasso subito in

pista da parte di un avversario. Un grido di insofferenza che fa da eco a quello, disperato, lanciato da Cris Horner team principal Red Bull che finita la corsa ha dichiarato: “La situazione attuale è piuttosto critica, non abbiamo un motore». C’è chi ipotizza una partnership con la Ferrari nel futuro, tecnico, del team austriaco e chi invece, come Niki Lauda, sostiene che dietro a tutto ciò ci sarebbe il fatto che il patron Dietrich Mateschitz starebbe sempre più perdendo la passione (e la pazienza). Alonso e la Red Bull, il meglio che questo sport proponeva fino a qualche anno fa, in questo momento parenti lontani di quel che sono stati, imbottigliati in un presente dominato dai soliti tedeschi e il solito inglese.

Il pilota inglese festeggia sul podio. Con lui Rosberg e Vettel (Foto Archivio)

Fernando Alonso, il suo sfogo via radio contro la sua McLaren ha fatto discutere (Foto Archivio)

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Successo in scioltezza per Jorge Lorenzo, primo sotto la bandiera a scacchi di Aragon, davanti ad un incredibile ed agguerrito Daniel Pedrosa, che batte in volata Valentino Rossi. Quarto Andrea Iannone, quinto Andrea Dovizioso, mentre Marquez, campione uscente in carica, è finito nuovamente sull’asfalto. Una gara noiosissima per il dominio devastante di Lorenzo, si è trasformata in un GP avvincente, grazie ad un’incredibile sfida tra Pedrosa e Rossi negli ultimi giri, con finale a sorpresa: Dani capace di battere Valentino nella sfida carena contro carena. Una determinazione mai vista quella dello spagnolo, che con questa gara accantona in qualche modo le delusioni di una stagione amara, nella quale non è ancora riuscito a salire sul gradino più alto del podio, sempre battuto dal compagno di squadra, sempre,

o quasi, dietro a Lorenzo, Marquez e Rossi. Gli ultimi quattro giri sono stati pazzeschi: mentre Lorenzo controllava facilmente dalla prima posizione con un vantaggio di oltre tre secondi, alle sue spalle la sfida per il secondo gradino del podio era d’altissimo livello: Pedrosa sfruttava al meglio l’accelerazione della sua Honda, Rossi la migliore percorrenza della Yamaha. Il tema degli ultimi giri era evidente: Pedrosa, davanti, allungava in ogni rettilineo e in ogni uscita di curva, Rossi, attaccato al suo codino, riguadagnava in piega. Passare, quindi, non era semplice, ma Valentino ci ha provato in tutte le maniere, ma sempre con lo stesso esito: il Dottore forzava alla prima staccata, ma finiva inevitabilmente un filo lungo e lo spagnolo ripassava alla seconda, nel cambio di direzione. Così fino all’ultimo giro, dove Pedrosa ha tirato fuori

una grinta mai vista prima, senza alcun timore verso il più blasonato rivale. In totale, cinque sorpassi in quattro giri. Da applausi, perché per conquistare il secondo posto, non ha sfruttato solo la superiore velocità della Honda, ma ha guidato alla grande. Per Rossi una sconfitta che vale quattro punti, per un totale di nove persi da Lorenzo, adesso a 14 dal compagno di squadra, per un finale di stagione sempre più intrigante ed avvincente, proprio come non si vedeva da diversi anni. Il successo di Jorge non è mai stato in discussione, la sua superiorità perfino devastante: un segnale importante per la fine del campionato. «Battere Marquez non sarebbe stato facile –afferma il Por Fuera- ma credo di avergli messo pressione nel primo e nel secondo giro. Fuori lui, ho comunque spinto perché sapevo che Pedrosa avrebbe recuperato.

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Lorenzo domina il Gp di AragonRossi terzo dietro ad un ritrovato PedrosaNel mondiale, il Dottore a + 14 sul maiorchino

di M.ELVIRETTI

Tirae molla

Lorenzo e Rossi sul podio di Aragon (Foto Archivio)

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E’ stata una vittoria emozionante, dopo due GP dove ho sofferto molto, ero veloce, ma avevo perso punti. Oggi ho potuto recuperarne un po’. Con Marquez in gara non so se saremmo andati troppo più forte: ho guidato aggressivo e ho spinto abbastanza». Queste invece le parole di Pedrosa, soddisfatto ma che lamenta ancora qualche problema con la sua moto: «Non è sempre facile, ma oggi cercavo di stare sempre davanti, perché Rossi aveva un bel passo. Da metà curva in poi sentivo il rumore della sua Yamaha vicino, ho capito che lui aveva più grip. Per questo ho cercato di rimanere davanti: è sempre dura tenere Valentino dietro in un finale così.

Solitamente lui batte tutti i piloti sulla griglia alla fine: sono soddisfatto. Quest’anno è dura, la Yamaha è molto forte, noi abbiamo dei problemi e se spingi di più puoi fare degli errori, siamo in difficoltà con la moto». Queste infine le parole del Dottore, capace di centrare il tredicesimo podio in stagione: «Sarebbe stato importante batterlo, fare secondo e perdere solo cinque punti. Ma è stato bravo, ci ho provato in tutti i modi, ma oggi Pedrosa era ispirato, non mi ha fatto stare davanti. Abbiamo sbagliato le mosse nelle FP4 e perso un po’ di tempo, ma il team è stato bravo per la gara, la M1 funzionava bene seguendo una strada un po’ differente,

riuscivo a guidare bene. E’ sicuramente la più bella gara della mia carriera ad Aragon: mi sono divertito anch’io. Con Dani ho capito subito che sarebbe stata dura per come mi aveva risposto al mio attacco: ero a posto, ma lui è stato semplicemente più bravo. Alla fine ho anche buttato il cuore oltre l’ostacolo, ma non è bastato. Per tutto il week end abbiamo sofferto per la velocità, la Honda va un po’ più forte». Il prossimo appuntamento del Motomondiale 2015 è quello del prossimo weekend, dal 9 all’11 ottobre, sul circuito Twin Ring di Motegi, in Giappone, con la classifica generale piloti che recita: Rossi 263 punti, Lorenzo 249 e Marquez 184.

La gioia di Lorenzo dopo una gara condotta da assoluto dominatore (Foto Archivio)

Uno scatto del fantastico duello fra Pedrosa e Rossi, vinto dallo spagnolo che chiuderà secondo (Foto Archivio)

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