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gennaio-aprile 2012anno Xviii — n. 86

mensile di ComuniCazione, Cultura e attualita nella Citta metropolitana di venezia

Copia omaggio

Ideazione di Gianni De Luigi, elaborazione grafica di Massimo Cremolani

2 neXus gennaio-aprile 2012

Voce

alle

immagini

reportage sulla Citta di renato pestriniero

Cittagennaio-aprile 2012 3 neXus

LETTERA APERTA A CHI DI DOVERE

Venezia, non ostante la sua media anagrafica non proprio bassa, non ècerto un paese per vecchi, dato che le strutture ospedaliere del centrostorico e del Lido sono in via di smantellamento o di alienazione. Enemmeno per giovani, dato che è stato perseguito con successo l’esodoin massa verso la terraferma, grazie ad una lungimirante politica per lacasa e alla proliferazione delle licenze ad alberghi e B&B, fermo restan-do che per abitare in città sarebbe auspicabile anche potervi nascere. Edi questo passo, non ostante i suoi 24.000.000 di visitatori l’anno e lasua ormai incontrollabile struttura ricettiva, Venezia perderà anche lasua vocazione turistica residenziale, dato che prima o poi, fra coloroche possono permettersi di soggiornare nel centro storico, si spargerà lavoce che “Morte a Venezia” non è solo un libro, ma una opportunitànon troppo remota, in una città-isola senza un vero ospedale.Su questo tema, la Commissione Regionale Sanità sostiene che, in rispet-to alla normativa vigente e non riconoscendo alcuna specificità all’insula-rità e al turismo endemico, a Venezia, per risolvere i problemi della sa-nità, non serva un ospedale di rete ma sia sufficiente garantire 3 ordini diprestazioni: l’emergenza, buoni servizi territoriali, trasporti efficienti. Viene da chiedersi se chi governa la sanità a Venezia abbia la più pallidaidea di cosa significhi vivere sulla propria pelle la quotidianità e l’emer-genza nella città insulare o l’abbia invece vista solo in cartolina o dal taxi.Veniamo al punto: non solo i servizi di emergenza e territoriali non ri-spondono a requisiti di eccellenza, ma lo scoglio dei trasporti, se non af-frontato come punto nodale e propedeutico, renderebbe non solo ineffi-ciente ma soprattutto inefficace ogni tipo di intervento sulla sanità.Vale la pena ricordare in premessa, a chi ne sta fuori, quello che chivive nella città lagunare conosce molto bene, vale a dire primo: che perrecarsi all’Angelo ad assistere un malato o curarsi c’è un’unica via difuga (o di salvezza), secondo: che per i veneziani non è possibile spo-starsi sul territorio con mezzi propri, terzo: che, al di là degli scioperi,per i quali non è previsto un servizio minimo “diretto“, neanche all’in-terno delle fasce garantite, il territorio prevede nebbie (e i radardell‘Actv sono spesso optional), acque alte (NB: basta che la marea su-peri i 95 cm e le linee 2, 4.1, 4.2, 5.1, 5.2 e 6 subiscono modifiche efrazionamenti) e acque basse (qui il terreno è più fluido, anchenell‘informazione), lavori in corso ricorrenti (v. Scomenzera), manife-stazioni varie ecc. Il tutto in una città piccola, fragilissima, con unflusso turistico fuori controllo, in cui residenti e turisti viaggiano incerte fasce orarie in condizioni disagiate, non riuscendo spesso ad en-trare nei mezzi gremiti. Consideriamo ora i tempi di percorrenza medi, in condizioni ottimali,per un veneziano che voglia raggiungere l’Angelo partendo dal Lido(16.625 abitanti al 16.6.11), da Burano (n. ab. 2.724) o dalla Giudec-ca. (n. ab. 4.792).

Primo percorso: partenza da Lido Piazzale Sant’AntonioPartenza autobus Linea A h. 7.12 arrivo a SME h. 7.19Da SME Linea 6 h. 7.22 con arrivo a Piazzale Roma alle 7.55.Da P. Roma Autobus 24H h. 8.10 con arrivo all’Angelo alle 8.37.TOTALE h. 1.25 (A/R 2.50). NB partendo da Pellestrina (ab. 4063)bisogna aggiungere un’ora all’andata e un’ora al ritorno, per un totaledi circa 5 (cinque!) ore.

Secondo percorso: partenza da BuranoPartenza Linea 12 h. 6.55 con arrivo alle F.te Nove h. 7.37Da F.te Nove Linea 52 h. 7.44 con arrivo a P. Roma h.8.08Da Piazzale Roma Linea 24 H h. 8.30 con arrivo all’Angelo alle 8.57TOTALE h. 2.02 (4 h. A/R)

Terzo percorso: partenza dalla GiudeccaPartenza Zitelle Linea 2 h. 6.45 con arrivo a P. Roma h. 7.17Da P. Roma Linea 24 H h. 7.30 con arrivo all’Angelo h. 7.57TOTALE h. 1.12 (h. 2.24A/R)

In pratica, ben che vada, per andare a fare una visita all’Angelo servealmeno mezza giornata di ferie! E la domenica? Incredibile: nella gior-nata in cui è maggiore il flusso turistico, sono tagliate alcune linee dinavigazione e automobilistiche e, tra queste, quella che prevede il col-legamento diretto da Piazzale Roma all’Angelo, ragion per cui bisognarecarsi in centro a Mestre e da lì aspettare la linea urbana per l’ospeda-le, allungando ulteriormente i tempi di percorrenza.

NB Il trenino SFMR ha degli orari non compatibili con quelli di visitaperché quello delle 8.26 arriva all’Angelo alle 8.45, più di un’oraprima dell’orario di visita, e quello del pomeriggio parte alle 15.18con arrivo alle 15.36 quasi alle fine dell’orario di visita.E se c‘è un‘emergenza di notte? Disastro: sia l’Ospedale Civile chequello all’Angelo di notte, anzi già dalla sera, non sono raggiungibilicon mezzi pubblici ‘diretti‘, perché la Linea 5.2 è sospesa dalle 20.40alle 6 del mattino, come pure le 2 linee che da Piazzale Roma condu-cono all’Angelo la 24H (dalle 19.10 alle 6.50) e la linea 80 (dalle18.55 alle 7.20). Mariuccia Regina

LA SCOMMESSA DI ALBERTO SONINOSulle ali del Vento dalla Certosa alla Coppa America

È la più vicina al Lido e al centro storico di Venezia. Per seicento annila Certosa è stata sede di un monastero, poi fu adibita ad uso militare,infine è stata abbandonata. Ma non è naufragata come in passatomolte altre isole della laguna. Dopo un destino per molti anni incerto,oggi, gestita da ‘Vento di Venezia’, si è trasformata in polo nautico,compatibile con il costituendo Parco della Laguna Nord ed elementoportante del suo sviluppo. Ne parliamo con l’imprenditore AlbertoSonino, amministratore delegato della società, velista e artefice deidue appuntamenti di Coppa America che si terranno a Venezia tramaggio 2012 e aprile 2013.

Quale è stato il motivo ispiratore del suo progetto?“Volevamo restituire l’isola alla città. Oggi la Certosa è polo dellanautica da diporto e sportiva, e luogo naturalistico e monumentale digrande interesse. Ci sono presenti attività formative, spazi per l’arte eper la ricerca, ma anche orti, un albergo, un ristorante e un centrocongressi. L’isola si presenta come un parco multifunzionale in gradodi soddisfare varie esigenze. Il progetto ha ottenuto il partenariato delComune e l’attenzione di varie istituzioni. La mia maggior soddisfa-zione è proprio questa: aver dato vita ad un connubio pubblico-priva-to, una ‘strada ‘virtuosa’ che può essere percorsa anche da altri. E’molto importante aver recuperato l’isola non solo per i turisti, maanche per i veneziani, averne fatto un laboratorio ambientale e socioe-conomico in cui convivono le più radicate potenzialità di Venezia edella sua laguna.”

Come è nata questa idea? “Volevo mettere a frutto le esperienze maturate nel passato. La deno-minazione Vento di Venezia si collega simbolicamente al vento comeelemento di rinnovamento, di pulizia, di freschezza da associare peròstrettamente a Venezia, una città alla quale per troppo tempo è man-cato il coraggio di riappropriarsi del suo golfo, come un tempo sichiamava l’Adriatico, e del suo mare, che è stato il luogo della suapassata grandezza e della sua storica potenza.”

Assieme al sindaco Orsoni lei è stato uno degli artefici della vit-toria di Venezia su Napoli nella sfida per lo svolgimento degliActs di Coppa America. Quale il segreto di questo successo?“La decisione presa dal sindaco, di procedere con le trattative senza ec-cessiva pubblicizzazione, come chiedevano gli americani. Credo cheabbia avuto un ruolo determinante anche la ‘semplicità’ del nostroprogetto. L’intero programma si basa sull’utilizzo di spazi e risorse checi sono già in città. Per una volta Venezia ha deciso di farsi ‘usare’mettendo in gioco le sue qualità per ottenere una serie di benefici,come la riorganizzazione degli spazi dell’Arsenale. Fattore decisivonella scelta è stato, indubbiamente, il prestigio internazionale di cuigode ancora la città.”

Come mai pur essendo gli italiani grandi appassionati dell’Ame-rica’s Cup, tra le squadre partecipanti non ce n’è nemmeno unadel nostro Paese? “Certo pare contraddittorio per un paese come il nostro, definito di‘santi, poeti e navigatori’… Speriamo che l’entusiasmo per la scelta diVenezia possa portare alla formazione di un team italiano e possa so-prattutto stimolare i giovani ad intraprendere questo sport. Noi ci ab-biamo creduto da sempre e già da anni abbiamo una scuola di vela,perché il mare va vissuto, oltre che con gioia, con rispetto e sicurezza.”

Cosa vede nel futuro della Certosa?“Vedo giovani che vengono da tutto il mondo per seguire le scuole divela, design e pianificazione paesaggistica; vedo occasioni professiona-li collegate a nuove attività produttive nel settore dell’agricoltura edell’artigianato; vedo un modo nuovo di fare turismo che sarà soprat-tutto turismo culturale, vedo i veneziani godersi la bellezza della loroisola e della loro laguna.”

E nel futuro di Venezia?Penso che ci sia bisogno di recuperare la tradizione marinara. ci sonoistituzioni e associazioni che possono promuoverla: l’Arsenale, l’Istitu-to Studi Militari Marittimi, la Scuola Navale Militare Francesco Mo-rosini, il Museo navale, l’Istituto Nautico ed in generale le Remiere,la Bucintoro e la Querini, la Compagnia della vela. Venezia è intrisadi cultura marinara ma non l’ha mai valorizzata. Vorrei una città ospi-tale, conscia del proprio valore e riconciliata con se stessa.

Daniela Zamburlin

VOLPI E BARATTIERI

Due uomini, seduti all’internodel Florian, sorseggiando uncaffè ed un orzo, parlavano diquestioni di lavoro. Mario ePino, attivi nel campodell’editoria, si erano dati ap-puntamento nell’antico caffèper discutere di alcuni nuoviprogetti e scambiarsi gli au-guri per le festività natalizie.Conversavano amichevolmentequando s’intromise, congarbo, nel dialogo un signoreseduto ad un tavolino accanto.“Perdonatemi la sfacciataggi-ne, ma non ho potuto fare ameno di ascoltare le vostre ri-flessioni e in riferimento adesse vorrei mettervi in guardiada un possibile furto; viviamo,purtroppo, in un mondo doveci sono molte bocche a parlaree pochissime teste a pensare.Dato che voi appartenente allastretta cerchia dei pensantisiete soggetti a ruberie…delresto le colpe degli ignorantisono colpa dei sapienti.”“Lei deve essere un grandeestimatore di Victor Hugo,visto che ha citato dei passidella sua opera principale, Imiserabili. Cosa potrebberoportare via a due persone comenoi?” Intervenne Mario.“La cosa più preziosa del dena-ro, mio caro. Il mio nome èSauro, ho avuto la scostuma-tezza di non presentarmi.”“Ovvero, signor Sauro?” Chie-se Pino.“Le vostre idee!” Esclamòl’uomo, attirando l’attenzionedegli altri avventori.“Il mondo è pieno di volpi daquattro soldi che per un effi-mero, unico momento di glo-ria arraffano, senza ritegno, ciòche hanno sottomano. Comepuoi dopo dimostrare chequello di cui si sono imposses-sate fosse tuo?” BofonchiòSauro.“Vero o falso, ciò che si dicedegli uomini occupa spessonella loro vita, e soprattuttonel loro destino, un posto pa-ragonabile a quello delle loroazioni.” Commentò Mario.“Anche lei conosce I miserabi-li.” Disse Sauro.“Non solo l’opera…anche incarne ed ossa.”“Queste volpi avranno unasorte pari a quella dei barattie-ri descritta da Dante nelCanto XXI dell’Inferno.” Ag-giunse Pino.“Non lo recita?” DomandòSauro.“No, temo che qualcuno sen-tendo declamare i versi delsommo poeta vada a racconta-re in giro di essere l’autore.”Concluse Pino.“Signori… è stato un piacere.”Disse Sauro congedandosi.I due colleghi si fecero unagrassa risata.

Gabriele Prigioni

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a letteratura medica è con -cor de nell’individuare iltem po massimo di un’ora,

entro cui qualsiasi emergenza, car-diaca, neurologica o di altra naturapuò risolversi, se opportunamentesoccorsa, o degenerare irreversibil-mente portando alla morte. Unasanità efficiente deve dunque ga-rantire brevi tempi di intervento,trasporto, diagnosi e cura. Per questo motivo anche la distri-buzione dei presidi ospedalieri nelterritorio è fondamentale per ga-rantire il diritto alla salute soprat-tutto in contesti come quello ve-neziano in cui la specificità insula-re, con la sua particolare dimensio-ne spazio-temporale, necessita disoccorsi acquei, di trasporti lenti ecomplessi e di un ospedale insula-re attivo e funzionante. I venezia-ni, infatti, in caso di emergenzanon possono ricorrere come i me -stri ni al mezzo proprio per rag-giungere un ospedale a scelta fraMestre, San Donà, Treviso, Dolo,Mirano e Padova, tutti vicini.Quante volte fanno in tempo a mo-rire i residenti al Lido o a Veneziaprima di arrivare all’ospedale del -l’Angelo? Venezia necessita dun -

que di una struttura ospedalierapresente nel territorio lagunare perla sicurezza non solo dei suoi90.000 abitanti e dei 10.000 delCavallino, ma anche di oltre 20milioni di visitatori l’anno. Eppure in questi ultimi anni ab-biamo assistito a una continua sot-trazione di spazi e di servizi ospe-dalieri, con la liquidazione del -l’Ospedale al Mare e oggi con lacontrazione del Santi Giovanni ePaolo, con un processo di depau-peramento pericoloso per venezia-ni e foresti che pagano sulla loropelle la sbagliata scelta di costrui-re il nuovo ospedale all’Angelo vi-cino ad altri 4 ospedali di terrafer-ma e lontano dalla conterminazio-ne lagunare. Quando il dott. Pa-doan 10 anni fa ha assunto la diri-genza dell’Ulss, l’ospedale SantiGiovanni e Paolo aveva 30 prima-ri (dati ufficiali1999) solo 5 lavo-ravano anche a Mestre e gli altri 25erano dedicati esclusivamenteall’Ospedale Civile. Ora i primariesclusivi di Venezia sono solo 16.Sono sparite o ridotte a sempliceservizio ambulatoriale divisionicome: ematologia, pneumologia,geriatria, lungodegenza, fisiatria,

anatomia patologica e istologia,gastroenterologia, medicina nu-cleare. È preoccupante che l’azienda Ulssabbia soltanto liquidato strutturee servizi nella città insulare e nonsia stata in grado di sfruttare laespo nenziale attrattiva che Vene-zia esercita sul mondo intero perqualificare l’ospedale attraendol’utenza anche forestiera con spe-cializzazioni di eccellenza. Sarà bene ricordare che la Regioneda decenni eroga per l’assistenzasanitaria un contributo pro capitemaggiorato del 25% per i circa100.000 cittadini insulari (Vene-zia, isole e Cavallino) e che, a dif-ferenza di precedenti amministra-zioni che lo utilizzavano per imaggiori costi dei servizi nella Ve-nezia anfibia, l’amministrazionePadoan, invece, ha spalmato que-sto contributo anche sui circa200.000 abitanti della terrafermaveneziana che, evidentemente, nonhanno i problemi legati alla speci-ficità veneziana e sono uguali atutti gli altri cittadini veneti.Anche sul versante patrimoniale laspecificità è stata tradita. La Ulss12 veneziana, infatti, possedeva un

cospicuo patrimonio immobiliarein gran parte ereditato con vincolomorale dai secoli passati; di essonella Venezia insulare ha vendutoun centinaio di piccole proprietà ecomplessi di gran pregio come ilcomplesso del Rio Novo (18 mi-lioni), l’isola delle Grazie (10 mi-lioni), l’Ospedale al Mare (24 mi-lioni) reinvestendo nella Veneziaanfibia solo 10 milioni di euro nel -l’estemporaneo acquisto del CarloSteeb, acquisto che non corrispon-deva ad alcun piano di program-mazione sanitaria e che è intestatoa Venezia Sanità srl, una societàvenduta all’Ulss 12 il 14/10/ 2003con il nome di Progetti Immobi-liari srl da un’altra società, la Fra-da dei fratelli Danieli, per oltre tremilioni di euro. La legge italianasaggiamente stabilisce che le Ulssdebbano tenere bilanci separati peril patrimonio e per i servizi sanita-ri, perché, dati i costi della sanità,si rischierebbe di trovarsi in breveanche senza contenitori, ma alloraci si chiede: tutta la liquidità ot-tenuta vendendo parte del patri-monio insulare in quali migliora-menti strutturali è stata reinvesti-ta nel territorio che l’ha prodotta,

se per i lavori dello Iona si ricorreai privati con un progetto di fi-nanza che indebita la Ulss per iprossimi 24 anni? In questa carambola di imprese fi-nanziarie e immobiliari, per la sa-nità del centro storico pare ci siasempre di meno ed è certo che laRegione vorrebbe negare la speci-ficità ai veneziani perché fannoparte di un comune che, di fatto,per metà è di terraferma come ilresto del Veneto. Intanto a Venezia si muore. Forseper risolvere questa ed altre situa-zioni analoghe bisognerebbe capi-re che l’unica area metropolitanaterritorialmente omogenea e dun-que gestibile nei modi adatti allacomplessità e al valore inestimabi-le di Venezia e agli effettivi biso-gni della popolazione può realiz-zarsi solo nella riorganizzazioneamministrativa e nella gestioneautonoma dell’intero ambito lagu-nare, compresa la zona umida del-la sua conterminazione.

Nelli-Elena Vanzan Marchinistorica

LA SANITA NEGATA ALLA VENEZIA ANFIBIA

L

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ì alle grandi navi, ma senzafar danni, nel pieno rispettodell’ambiente e con l’imme-

diata costituzione di polmoni ver-di in attesa della fornitura di ener-gia elettrica da terra alle navi or -meg giate ed evitare così che le na-vi, ferme alla banchina, evitino ditenere i motori accesi.Le navi sono sempre servite e ser-vono alla portualità veneziana per-ché alimentano non soltanto il tu-rismo, ma anche tutta quella gam-ma di attività che, partendo dagliuffici tecnici della Capitaneria diporto e quindi della sicurezza, siestende ai servizi di assistenza allanavigazione, alle attività degliagenti raccomandatari, ai Registridi classificazione, ai rifornimenti,alla cantieristica, alle delicate ope-re di controllo e manutenzione agliapparati di propulsione per finire aprogrammi di assistenza delle ap-parecchiature elettroniche edell’informatica.Ecco perché a buona ragione il Sin-daco Orsoni ha detto che le naviso no una ricchezza. Sì, le navi sonodavvero una ricchezza specialmen-te per gli armatori e poi per chi lecostruisce, per i porti che le ospi-tano e per gli equipaggi che le fan-no navigare.Tutte le navi, comprese quelle dadiporto che ben spesso superanoanche i cento metri di lunghezza,sono degli autentici capolavori diarchitettura, di sperimentazioniidrodinamiche, di design e di tec-nologia davvero all’avanguardia.Ecco che un grande porto, degnodi questo nome si pone come uncomplesso industriale che, supe-rando la semplice e veloce movi-mentazione delle merci, assumel’importanza e il valore produttivi-stico, commerciale e dei servizi difondamentale importanza e di va-sto respiro. La nostra laguna è un grande por-to senza risacca diviso in tre baciniidraulici ben distinti. Ognuno diquesti, insiste in una delle tre boc-che di porto (Lido, Chioggia e Ma-lamocco) attraverso dette bocche sisviluppa un costante ricambioidrico governato da flussi e riflussimareografici del tipo semidiurno.Cioè due alte e due basse mareenelle 24 ore.La laguna è anche un porto sicuro.Tanto è vero che, nonostante siasoggetto a correnti di marea, aneb bie e forti venti da bora e dascirocco e a lunghi e pure tortuosipercorsi non ha mai registrato in-cidenti navali di qualche rilevanza.Grazie a un’agibilità dinamica bengestita, tutto è sempre filato drit-to. Infatti, in laguna, non si sonomai verificati notevoli sversamen-ti di idrocarburi nonostante oltrecentoventi anni di storia di trafficipetroliferi che in parte, e davveroassurdamente, si sono svolti ancheattraverso i canali del Centro Sto-rico. Ricordo benissimo di essere transi-tato più volte per il Bacino di SanMarco pilotando, come tutti gli al-tri colleghi, navi cisterna carichedi crude oil e anche di benzina del-la portata di 20 mila tonnellate econ pescaggi massimi anche di 31piedi. Durante la crisi dei noli del 1975nei Canali di Malamocco, di Pove-glia e del Fisolo, per incaricodell’allora Ammiraglio Vignani, iostesso, con l’ausilio dei miei figliNicola e Andrea, idrografi in erba

della nascente C.A.M. idrografica, econ il placet della Corporazione esenza mai far danni, ho redatto ipiani e diretto e collaborato diretta-mente alla stesura delle catenarie inbarena e di altri ormeggi con anco-re e ancoresse da 6 e 7 tonnellate perle due superpetroliere gemelle Ani-ta e Caterina Monti lunghe metri330 e larghe 48,50.Allora, non al corrente di altri pro-getti, pensavo che due grandi uni -tà di quelle dimensioni, opportu-namente adattate e sistemate incoppia alle bocche di ciascuno dei3 porti potessero funzionare daporte vinciane contro l’acqua alta.Comunque, e bando ai sogni, a se-guito dell’ammirevole sistemazio-ne di quelle due prime grandi si-ster ship sono entrate e uscite daquegli ormeggi improvvisati an-che altre grandi cisterne ore-oil co-me la Irfon e la nuova Nai MarioPerrone. Insomma, da allora, la portualitàveneziana si è aperta alle grandinavi. Navi meravigliose e sorpren-denti. Una sola elica da 7 metri didiametro mossa da una forza mo-trice di 32 mila cavalli. Un timo-ne della superficie di circa 110 me-tri quadrati, cioè quanto un appar-tamento di buone dimensioni.

Racconto queste storie per far me-glio intendere certe problematichemarittime, per ricordare a chi havisto, e per far sapere a coloro chenon hanno avuto il piacere di am-mirare quello spettacolo, triste estupendo insieme. Grandi unitàinoperose. Capitali in rovina.Equi paggi sbarcati. Tuttavia unavicenda memorabile. Una bella di-mostrazione di professionalità daparte dei Piloti dell’Estuario Ve -neto, dei Rimorchiatori e degli or-meggiatori. Un vero onore per lamarineria veneziana. Senza il nostro impegno quellesplendide navi quasi nuove, avreb-bero dovuto andare nei fiordi dellaNorvegia con spese colossali. An-che le prime petroliere da 80 milatonnellate a doppio scafo della se-rie Almare costruite dalla Fin can -tieri di porto Marghera sono sta teferme in quelle acque in attesa didifficile noleggio giacché le prime

cisterne a doppio scafo, avendo mi-nor portata di quelle convenziona-li, non erano concorrenziali e quin-di remunerative.La crisi dei noli era grande e tal-mente grandi anche le potenzialitàdel nostro porto al punto che il Co-mandante della Capitaneria diPor to mi fece preparare i piani diormeggio nel canal Fisolo dellaMammuth tanker italiana Coraggiolunga metri 378, larga 69 e dellaportata lorda di 450 mila tonnella-te! Anzi, perché io conoscessi inanticipo quel gigante, fui invitatodall’armatore e dal Capo Pilota diAugusta, Capitano Giannossi adandare in quel porto per assistere eper partecipare ad una manovra. Lacosa mi emozionò tantissimo. Lanave manovrava bene. Era agile eaveva un equipaggio di sole trentapersone! Fortunatamente, lasplendida Coraggio trovò un carico,credo parziale, e così non venne indisarmo da noi.

LE NAVI DA CROCIERAPer il nostro porto la ripresa eco-nomica di 30 anni orsono ha vissu-to il principio e il progressivo svi-luppo di vecchie navi da passegge-ri che ogni sabato imbarcavano ivacanzieri per le isole della Greciae ce li riportavano il sabato succes-sivo. Ora siamo a dei colossi di ac-ciaio di stazza lorda anche di 80mila tonnellate e oltre, lunghe cir-ca trecento metri, larghe da 32 a38 metri e con pescaggi ai limitidei nostri massimi fondali.Giova precisare che una tonnellatadi stazza è l’equivalente di metricubi 2,83. Ossia una misura di vo-lume e non di peso giacché il pesonave viene definito dislocamento.La stazza lorda definisce l’impo-nenza della nave e tutti i suoi spa-zi interni. Sono navi che, in certipunti, procedono quasi smelling theground, come dicono gli inglesi.Sollevano anche del fango special-mente quando mettono i timoniquasi alla banda.

NAVI MODERNEQueste grosse unità, quando navi-gano in mare aperto, bruciano cir-ca 250 tonnellate di combustibileal giorno e circa 50 quando sono

ormeggiate e devono tenere in mo-to i gruppi elettrogeni per alimen-tare la complessa rete elettrica dibordo. Ecco il maggiore impatto!Minore è il contenuto di zolfo didetto combustibile e maggiore èl’efficienza di pompe e polverizzato-ri e minore o quasi impercettibile èla fumosità delle loro ciminiere checontribuisce alla gessificazione delnostro patrimonio lapideo.Tuttavia, anche in condizioni diideale funzionamento, ogni com-bustione produce anidride carbo-nica che viene scaricata nell’atmo-sfera. Quindi bisogna intervenire.I sistemi di raffreddamento dei no-minati gruppi elettrogeni, cioè gliscambiatori di calore, innegabil-mente riscaldano l’acqua in corri-spondenza degli scarichi più o me-no percettibilmente se la nave sitro va ormeggiata in un bacinochiu so o a lento ricambio idrogeo-logico. Altro impatto.Se nei canali interni, le navi vannopiano specialmente con correntecontraria e se osservano, come os-servano e come possono fare ancormeglio, sia le ordinanze della Ca-pitaneria di Porto che quelle deldovuto rispetto ambientale, nonfanno danni. Spostano soltantol’ac qua che le fa galleggiare, cioè ladislocano intorno senza crearepressioni abnormi o erosivi risuc-chi da rive e fondazioni di banchi-ne e palazzi. In normali condizioni meteo mari-ne dette navi sono assai manovrie-re perché generalmente dotate di 2eliche di propulsione, di due timo-ni e di almeno 2 eliche trasversalisia a prua che a poppa. È ben difficile se non impossibileche agli 8 motori elettrici che muo -vono le sopraccitate eliche venga amancare la necessaria energia giac-ché essa proviene da almeno 6gruppi diesel elettrici. Apparatiche assolutamente non possono an-dare in contemporanea avaria.Queste navi sono progettate perscalare in porti anche poco protet-ti e dove non esistono rimorchiato-ri di assistenza. Le più moderne unità da crocierasono ancor più manovriere perchéprive di timoni, ma dotate di eli-che azimutali, a trazione e a spinta

nelle direzioni volute dal mano-vratore. Siamo al massimo della si-curezza e della manovrabilità. Ap-parati versatili e sicuri.

IMPATTO AMBIENTALEAlla luce di quanto sopra esposto sicomprende che i Giganti del Ma regenerano un impatto ambientaleche può e che deve essere ridotto alivelli ecocompatibili:1° Se gli armatori si impegnano adusare combustibili più costosi, maa minimo contenuto di zolfo già adalmeno 5 miglia dalle bocche diporto.2° Se i radar vengono tenuti spen-ti o in posizione di stand by quan-do vi è buona visibilità.3° Se viene accelerata l’entrata infunzione dei sistemi Cold Ironingdi banchina. Cioè se viene fornitaenergia elettrica da terra come av-viene nei porticcioli in modo dafermare gli inquinanti gruppi elet-trogeni di bordo 4° Intanto ciascuna nave deve di-sporre un servizio di vigilanza alleciminiere volto all’immediata se-gnalazione in macchina di even-tuali fumosità.5° Onde evitare inquinamento edanche minimo moto ondoso daparte dell’andirivieni di rimor-chiatori di assistenza per ciascunanave potrebbe venire esaminatal’opportunità di tenere pronti efermi dei rimorchiatori in certipunti strategici dei canali che per-corrono le navi.6° Ritengo urgentissimo che ilComune metta subito a dimoratanti alberi in ogni sito possibile especialmente nell’isola del Lido inmodo che le loro foglie assorbanoalmeno una parte dell’anidridecarbonica che ci fa ammalare emet-tendo salubre ossigeno. In sostanza, per il momento le na-vi da crociera stanno bene allaMarittima. Il loro impatto am-bientale può essere mitigato sechi è maggiormente interessato aitraffici, come l’Autorità Portualeo i maggiori operatori dello scalosi dedica alla costituzione di salu-bri polmoni verdi sollecitando inquesto senso la Civica Ammini-strazione.

LE PROSPETTIVE1° Togliere un po’ di traffico daicanali del centro storico è certa-mente bene e si realizzerà prestosia con la deviazione a Marghera,via Malamocco dei traghetti e siaospitando i grandi e i piccoli Yachtnel costruendo porto turistico diSan Nicolò del Lido. 2° Non sono favorevole al pro-spettato senso unico delle naviperché ingrandire e approfondireil Canale Vittorio Emanuele non ècosa semplice come non è sempli-ce realizzare un canale dalla Ma-rittima a Fusina. Comunque que-sta materia è di specifica compe-tenza del Magistrato alle Acque inquanto, in entrambi i casi potreb-bero venire alterato l’attuale equi-librio dei bacini idraulici con con-seguente spostamento delle lineedi spartiacque.3° Giudico negativamente anchelo spostamento delle grandi navi aFusina perché le loro lunghe e fre-quenti percorrenze dalla bocca diporto di Alberoni a quel sito op-pure a Porto Marghera verrebbead interferire pesantemente con il

LE GRANDI NAVI A VENEZIAl’opinione del capitano Ferruccio Falconi già capo pilota del Porto

S

Una grande nave dirige verso il Bacino di San Marco, ma secondo Ferruccio Falconi che l’ha fotografata dal suo Osservatorio dovrebbe ancorarsi a S. Nicolò segue a pagina 6

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Venezia è una città sporca. E finda piccolissima la ricordo para-gonata ad altre realtà d’Italia fa-mose per il loro sudiciume.Perché è ancora un problema ir-risolvibile? Forse ci sono pochi operatoriecologici? Forse lavorano male? Forse nella programmazionedell’azienda preposta alla raccol-ta si pensa esclusivamente aiturni da gestire e non alle neces-sità degli utenti?

I tempi per disporre le spazzatu-re, rigorosamente vicino allapropria porta, dalle 6.00 alle8.00 sono medievali o, forsesette, ottocenteschi. Già perchésolo le famiglie con i servi dellagleba o quelle patrizie, con do-

vizia di domestici avrebbero po-tuto ottemperare alla richiestadel comune. Quali sono le perso-ne anziane che possono scendere,magari da tre piani, a depositarei sacchetti della spazzatura aquell’ora. Chi è in ferie come fa?In quei dieci giorni non puòneanche riposarsi e dormire finoalle 9! Assolutamente no, la mo-rale calvinista che si manifestamolto raramente nel nostroPaese, in questa città sembra at-tivarsi per dare il meglio di sésulla tematica delle scoasse!Tanto la maggior parte degliamministratori comunali abitaal Lido o in terraferma dove cisono i cassonetti per la raccoltadifferenziata, quindi il problemanon li tocca minimamente. Op-pure hanno figli che vanno a

scuola presto o la moglie casa-linga tuttofare. Venezia è unacittà unica al mondo, anche perla raccolta dei rifiuti e solo quiil cittadino non può scegliere ache ora andare a depositare lespazzature nei cassonetti perchénon ci sono! E se uno si amma-la? E se l’anziano è solo? e se cisono in casa dei neonati chefanno di tutto a tutte le ore?Inoltre i turisti che possono ac-cedere al privilegio di utilizzarei cestini che si trovano in tutti i

campi, al contrario buttanotranquillamente lattine e botti-glie ovunque, mentre gli abitan-ti, che pagano le tasse anche perquei cestini, devono stare a de-bita distanza come dalla peste.Ma perché non siamo più seri?!E’ forse uno spettacolo esaltanteentrare in negozi, anche di uncerto pregio, e vedere che in al-cune parti il passaggio è ostruitoda valanghe di cartoni ben pie-gati in attesa di essere dispostifuori dai negozi la mattinadopo? Oppure sapere che tutti iristoranti devono tenere i sacchicon le spazzature rigorosamenteall’interno degli eleganti am-bienti, tra sedie imbottite diseta rossa e tavolini con zampearcuate, dove la sera prima qual-che innamorato ha regalato

l’anello di fidanzamento allapersona del cuore o imprenditorisi sono scambiati i ricchi doniaziendali? Vengono i brividi. Lesoluzioni ci sarebbero, prima ditutto bisognerebbe affidare gliincarichi che riguardano la cittàdi Venezia Centro Storico a chivi abita veramente, poi control-lare che gli amministratori pren-dano delle decisioni “sensate” enel rispetto di tutti, residenti elavoratori, e se le decisioni nonsono all’altezza del buon viverein città, che si cambino gli as-sessori! Nel periodo storico dellaSerenissima si agiva in manieraviolenta e inequivocabile per ilbene comune; ma erano tempi incui si combattevano la corruzio-ne e il malcostume. Quelli eranoassolutamente altri tempi.

RAPPORTO PULIZIA A VENEZIA

CENTRO STORICOdi Cristiana Moldi Ravenna

traffico mercantile di Porto Mar-ghera, petroliere comprese, con ivincoli delle maree e in particola-re con la giustificata fretta chehanno le Portacontainer perchéspesso im pegnate anche negli ora-ri dei convogli da Port Said a Suez.4° Giudico marinarescamente dif-ficoltoso fare un grande approdoin mare aperto o in punta delle di-ghe del Lido perché strutturetroppo distanti sia da piazzale Ro-ma che dalla ferrovia e dall’aero-porto Marco Polo.

UN NUOVO PORTO A SAN NICOLO’ Pur di non perdere la linfa vitaledelle navi giacché per Venezia lasola monocultura turistica non ba-sta e anzi consuma, deprime e svi-lisce, propongo l’idea di realizzareun grande complesso crocieristiconell’ambito del vecchio porto diSan Nicolò.Per sommi capi, si tratta di studia-re la sistemazione di approdi pernavi lunghe anche più di trecentometri nei seguenti posti. Una Na-

ve è affiancata all’estremità Norddell’isola del Lido. Una seconda difronte alla Chiesa di San Nicolò.Almeno 2 lungo il lato Sud Est del-la Certosa. Una quinta lungo la ba-rena del Canale delle Navi. La sestalungo barena lato San Servolo.Questi approdi implicano degli in-terventi di dragaggio e nessuna co-lata di cemento, possono e devonoessere realizzati su pali di acciaiocome il terminal petrolifero di SanLeonardo e con strutture amovibi-li. A questo punto servono dei pro-

getti ingegneristici di fattibilità ead eventuali spese di armatori chevolessero garantirsi il proprio ap-prodo esclusivo per un determina-to numero di anni. Si potrebbe ini-ziare con un pontile e poi procede-re con la dovuta gradualità. Imbarco e sbarco passeggeri merci emovimento equipaggi dovranno av-venire su appositi lancioni studiatialle vasche navali, a fondo piatto,elevato numero di persone a bordo,velocità moderata e nessuna forma-zione o quasi di moto ondoso.

L’ambito di evoluzione di questicolossi è quello che rappresenta laconfluenza dei canali segnati dallaboa gialla che sta di fronte all’edi-ficio del Tiro a Segno del Lido.Eliminato così il transito delle na-vi nei canali interni non si verificapiù il temuto e possibile effettostantuffo. Per i croceristi, e senzapericoli per la città, resta il pienogodimento delle sue bellezze pae-saggistiche dall’alto.

Capitano Ferruccio Falconi

Le grandi navi a Venezia – continua da pagina 5

Casinò: intervista a

Mauro Pizzigatidi Gianni De Luigi

Parliamo del Casinò...Molti mi chiedono che cosa penso del-la situazione attuale del Casinò di Ve-nezia e della nuova gestione, dopo cheha lasciato la Presidenza con alcunimesi di anticipo rispetto alla scadenzadel mandato, avendo ritenuto di la-sciare libero il sindaco Orsoni, che ave-va idee diverse su come indirizzare lagestione del Casinò. Mi è difficile daredei giudizi e considero chiusa quellafase: preferisco guardare a nuove espe-rienze, che tra l’altro continuo a farenell’ambito della mia professione diavvocato e nell’ambito della mia do-cenza universitaria a Ca’ Foscari. Se posso, però, derogare a questa miaregola di condotta, debbo dire che que-sta gestione si è indubbiamente trova-ta di fronte ad una crisi che sembravadovesse terminare, secondo gli econo-misti più ottimisti, nel 2011 e che, in-vece, non solo è continuata, ma, secon-do me, continuerà ancora per un pezzo.Se la situazione degli incassi e degli in-gressi al Casinò è precipitata in manie-ra progressiva e addirittura verticale,rispetto agli strepitosi e da tutti rico-nosciuti record d’incassi e di ingressieffettuati durante la gestione del pre-cedente Consiglio d’amministrazionee sotto la mia Presidenza, mi sembrache questo crollo sia in larga parte daascrivere a questa crisi. Altro fattore significativo è legato allapresenza dei Casinò transfrontalieri e,soprattutto, al fatto che negli ultimidue anni si sono affermati, in manieramassiccia, i giochi “online” e, altresì,le “location” da gioco con giochi elet-tronici che sono, sostanzialmente,molto vicini a quelli del casinò. Sono queste le concause, a mio avviso,del crollo di cui sopra, anche se sonoconvinto che, sul piano della promo-

zione e del marketing, si potrebbe faredi più. Ed infatti si deve evidenziareche il Casinò di Venezia ha perso quo-te di mercato e questa perdita non può,certamente, essere addebitata alla crisi. Tutti coloro che mi parlano ancora delCasinò, osservano che il Casinò, prima,era presente dappertutto ed ora non sene dice più nulla, se non in negativo. Vorrei dire, poi, che all’inizio dellanuova gestione, quando si cominciavaa comprendere che le cose non andava-no bene, anziché approfondire le realicause della situazione e individuare glistrumenti attraverso i quali superare ledifficoltà, si è cercato di attribuire allaprecedente gestione delle responsabi-lità, con critiche del tutto infondate. È fin troppo facile addossare le colpe achi c’era prima ed avremmo potutofarlo anche noi, mentre, invece, noi ab-biamo preferito non dire nulla e, lavo-rando sodo, abbiamo realizzato queirecord di cui sopra dicevo. Basti pensare solo a un dato significa-tivo: nel 2006 (primo anno della miaPresidenza) vi sono stati 30 milioni diincassi in più rispetto al 2005 (ultimoanno della precedente gestione). Sono del tutto infondate le critiche re-lative ad un preteso eccessivo indebita-mento della vecchia gestione: non sipuò considerare come un debito vero eproprio quello che si verifica quando lavolontà è quella di realizzare un inve-stimento. Mi spiego meglio: la società, per esem-pio, si è indebitata per acquistare il pa-lazzo sul Canal Grande, ma erano lebanche a dire che il Casinò di Venezianon era un soggetto (anche se può sem-brare un paradosso) del tutto “affidabi-le”, perché, dal punto di vista patri-moniale, non aveva patrimonio immo-biliare (cespite molto appetito comeelemento oggettivo di garanzia per gliaffidamenti e i finanziamenti). L’operazione di acquisto di Ca’ Ven-dramin Calergi ha eliminato il canonedi locazione, che era di circa un milio-ne di euro all’anno, oltre ai 107 mln dieuro dati annualmente al Comune diVenezia quale corrispettivo della con-

venzione che lega la casa da gioco aquest’ultimo, che è il reale titolare del-la licenza. Dunque, anche questo è sta-to un investimento volto a patrimo-nializzare, in concreto, la società. Un’altra situazione è stata determina-ta dal fatto che il “parco slot” è statocompletamente rinnovato sotto la pre-cedente gestione (fatto che non ho tro-vato mai indicato in nessuna fonte distampa): per cui credo che questa ge-stione non avrà molto da spendere intermini di acquisto di nuovi giochielettronici, a meno che non si voglianointrodurre delle novità prima inesi-stenti sul mercato. E, anche qui, se gli incassi derivanti dagiochi elettronici rappresentano circail 65%-68% della totalità degli incas-si, questo vuol dire che il rinnovo del“parco slot” ha riguardato una parte as-sai consistente ed importante dei benistrumentali che generano la maggiorparte degli incassi in entrambe le sedidel Casinò. Da ultimo è stato realizzato un am-pliamento per circa 750 mq della sededi Ca’ Noghera, senza chiedere un cen-tesimo di euro al Comune di Veneziaed esclusivamente, quindi, con l’impe-gno delle casa da gioco.Non mi sembra poco, visto che ora, perrealizzare degli investimenti, il Casinòsi rivolge al Comune.Inoltre, se è vero che il Casinò dava“troppo” al Comune, cosicché talora hachiuso “tecnicamente” i bilanci in per-dita, va però evidenziato che, tenutoconto anche di questo, mai il comunedi Venezia ha avuto meno di 85/90mln. circa.

Il fatto di avere due sedi: cioè quel-la di Ca’ Noghera e di Venezia, co-me la vede, dato che questo è avve-nuto in epoca precedente alla suaPresidenza?Sì, la creazione della nuova sede di Ca’Noghera è opera di gestioni preceden-ti a quella facente capo alla mia Presi-denza ed è stata, sicuramente, un’ope-razione intelligente, perché, indubbia-mente, la maggior parte degli incassi

proviene dalla sede di terraferma e nonda Ca’ Vendramin Calergi.

E come risponde alle critiche chedicono che era meglio manteneresolo la sede di Ca’ Vendramin?È un’osservazione priva di fondamen-to, che può essere fatta solo da chi nonconosce bene i meccanismi del Casinòdi Venezia, che ha, invece, avuto la for-tuna di poter realizzare queste due se-di, solo grazie alla particolare confor-mazione della città, con Mestre in ter-raferma e Venezia sull’acqua.Una cosa che ancora non si è riusciti arealizzare, nemmeno sotto la mia Pre-sidenza, è di cercare di differenziareCa’ Vendramin Calergi facendolo di-venire un Casinò di eccellenza, perché,in effetti, se non si riesce a far sì che laclientela del Casinò sull’acqua emergacome qualità e Ca’ Vendramin diven-ti, quindi, un luogo di élite, è eviden-te che avere le due sedi può essere uti-le ma non, certamente, in una visionesquisitamente economico – produtti-va, perché i costi della sede sull’acquasono notevoli e in un contesto in cui lafrequentazione di quest’ultima avvie-ne, praticamente, solo nel weekend,cosicchè, alla fine, gli incassi che sirealizzano, com pensano, a malapena, icosti di gestione. Il discorso sarebbe lungo e complessoanche per la parte che riguarda i rap-porti Comune-Casinò. Ci sarebbero molte cose da precisare,ma vorrei ricordare solo che di “priva-tizzazione” del Casinò aveva parlatoanche il Sindaco Cacciari e che, comePresidente, in alcune riunioni con leOrganizzazioni Sindacali ed i dipen-denti avevo fatto presente che anche icroupiers e gli altri dipendenti dellacasa da gioco avrebbero potuto creareuna società per gestire il Casinò. Ed infatti, partendo dalla considera-zione che il Casinò non si può “vende-re”, perché la licenza deve, per legge,fare sempre capo all’ente pubblico diriferimento e se l’idea è quella di affi-dare la gestione ad una società che nonsia in mano pubblica (come è adesso)

ma in mano privata, perché i croupiere i dipendenti del Casinò non potreb-bero costituire una società per gestirela casa da gioco? Penso che una solu-zione di questo tipo potrebbe metterlinella condizione di realizzare quelloche loro, a livello di suggerimento,hanno sempre pensato, dialogando coni gestori (penso che lo stiano facendoanche ora, nei confronti dell’attualegestione) e, quindi, potrebbero indi-rizzare il Casinò verso una crescita euno sviluppo sui quali io credo. Sia ben chiaro: è solo un pensieroespresso in libertà ed in via del tuttosubordinata. Ritengo, invece, di più alla possibilitàdi sviluppare una crescita di incassi edi ingressi con l’attuale formula, pri-ma di procedere ad un frettoloso affi-damento a privati. Occorre raddrizza-re il timone della nave, che mi sembrastia abbastanza sbandando e solo quan-do si è ripresa la rotta si può comincia-re a pensare ad un discorso di questo ti-po, che una sua logica potrebbe, co-munque, averla.Certamente il corrispettivo che i pri-vati dovrebbero pagare non può, però,essere collocato sui 40/50 milioni dieuro: ai tempi del Sindaco Cacciari ungrande gruppo australiano aveva offer-to 90 milioni di euro.

Il rapporto con gli altri Casinò?Il Casinò di Venezia, nonostante lagrave flessione, resta il primo casinòitaliano sul piano degli incassi. AncheSanremo, come incassi, non sta andan-do bene, mi sembra e Campione eSaint Vincent hanno avuto flessionicontenute, come è emerso, anche re-centemente, dagli organi di stampa.

IN MEMORIAM

FLORIANO GRAZIATI(1939-2012)

giurista poeta e saggistaautore di Supernova

Ti sia lieve la terra

riCeviamo e pubbliChiamogennaio-aprile 2012 neXus 7

Ciao Nexus,

La Madonnina degli esposti di Venezia, cosiddetta per l’offerta agliesposti che presso di essa si poteva elargire, è un rilievo in pietra, ospi-tato in un'edicola marmorea esterna, ubicata a Venezia all'imbocco diCalle della Pietà, sulla parete del palazzo a fianco della “vivaldiana”Chiesa della Pietà. Viene ritenuta copia antica di una Madonna dello scultore quattrocen-tesco Antonio Gamberelli, detto Rossellino (Settignano, Firenze 1427-Firenze 1479).Il rilievo, negli ultimi anni, sta subendo una rapida polverizzazione edè presumibile che – salvo un rapido restauro – fra poco tempo appariràilleggibile, in altre parole sarà definitivamente perduto.Attualmente – dicembre 2011 – questa Madonnina e il suo Bambino,per come si stanno sfigurando, credo evochino, in chi si soffermi a con-templarli, un'indicibile malinconia, certo ancor maggiore e amara incoloro che dell'immagine conoscano l'appartenenza storico-culturale, ecioè l'aver simboleggiato per secoli la tradizione della Serenissima Re-pubblica – tradizione risalente alla metà del Trecento – di darsi e ditutelare un'istituzione di pietà – che aveva e ha tuttora sede nella stessaCalle della Pietà – per l'accoglienza e la cura dei neonati abbandonati.

William Vitali

A GENNAIO IN LIbRERIA

A NORD DI EDENromanzo di maurizio Fontanella (Supernova)

REIKI 3saggio di massimo medoro che continua ecompleta Reiki 1 e 2 (Supernova)

CANTO D’AMORE pER HAIKAmille versi dedicati a un canedi gabriella Tiso (granviale e Supernova)

NEI DISEGNI DEL pADREpoesie di aldo Vianello (Supernova)

SpRITZ&LOvE romanzo di antonio Vellèca (Supernova)

vENICELANDromanzo di antonio casagrande (granviale eSupernova)

AMERICAN GONDOLIERromanzo di angelo Tumino de Rothenfeld (Su-pernova)

TESTIMONIANZA PER PAOLO CARDAZZO

Caro Paolo,una sintesi di pensiero per l’ulti-mo saluto, forse è più giusto affi-darla al sentimento di gratitudinedi tutti noi che abbiamo avuto lafortuna di condividere insieme lavocazione per un pensiero creati-vo, com’è tutto il pensiero del -l’arte e di apprezzare in questo latua generosità di iniziative, la tuasempre coerente onestà intellet-tuale.

Non potremo mai dimenticare letue attenzioni: tante sono stateche ci mettono in una posizionecontrita per la tua grande supe-riorità di amichevole offerta; of-ferta senza ricambio, senza chemai tu ti aspettassi qualcosa chenon fosse la soddisfazione di ve-derci appagati.E questo è grande, perché è unsentimento che risiede solo in unanimo nobile, in una educazioneantica risultante da un portatoumano, molto umano.Questa la tua rassicurante imma-

gine che ti ha e ci ha accompa-gnato, anche nei momenti piùdif ficili della tua sofferenza: equesta, per tutti noi, continuerà arimanere impressa nell’intima no-stalgia del ricordo, anche a orien-tamento di senso nel nostro vive-re spirituale e umano.La nostra sentita partecipazione aldolore della tua famiglia e di Ga-briella. A te, caro e stimato ami -co, grazie… grazie.Che il riposo ti sia lieve.

Romano Perusini

POESIA D'AMORE E CIVILEin diretta sul Web

Cominciai per caso, mio figlio Ja-copo volle a tutti i costi farmil'account facebook. Io lo accon-tentai ma per mesi non lo apersi.Sino a quando una fatidica matti-na, non sapendo che fare, comin-ciai a scannerizzare foto e altrocon cui rimpinzare le mie info.Cominciai a navigare in questasorta di supermarket dell'infor-mazione attingendo quà e làqualcosa di sfizioso da raccontarea mia moglie e farmi passare iltempo.Vidi comunque nascere un po’per volta attorno a me un orto diamici. Io non ho mai dato unasola amicizia ragionata, chiunqueme l'abbia chiesta gliel'ho data:perché no! Ciononostante dopoalcune settimane mi accorsi di es-sere circondato di artisti di ognigenere che manco farlo appostami condividevano in continuazio-ne pezzi di musica, teatro e tante,tante poesie d'autore e non.Un bel giorno mi capitò fra lema ni una poesia da me scritta tra

i dieci e i tredici anni dal titoloac cattivante: non piangere bim bo.Ne feci un video e lo postai nellamia bacheca.Dopo poco fioccarono i mi piace ei commenti a riempire la paginaintera.Tutti mi chiedevano come mainon avessi continuato a scrivere etante altre belle cose.Il giorno dopo la mia bacheca eraintasata di condivisioni di poeti escrittori e persone che proponeva-no l'esame di pezzi di letteraturao poesia di rilevanza mondiale masoprattutto tanti poeti facebook:poeti nati nell'humus sparso dallarete.Penserete poeti da poco! ennò si-gnori! questo è il punto: sono veripoeti, ricchi di fascino, di pathos,di tematiche cogenti, di cui lastragrande maggioranza con dueo tre pubblicazioni alle spalle.Mi consultai con Alessandra Pra -to, coordinatore responsabile del-l'Associazione Culturale Il Giar-dino del Principe (cui fa capo laCompagnia Teatrale La platea cheio dirigo), sul fatto di fare una pa-gina facebook anche per la Com-pagnia Teatrale e dedicare tempoe risorse alla compilazione di vi -

deo di poesia e incipit di opereletterarie, di novelle e chi più neha più ne metta. Sicuramente ciavrebbe portato lavoro.Il lavoro ci fu veramente e conti-nua, completamente gratuito egiornaliero, un'attività che ci haportato a dar vita a quasi trecentovideo che se non altro danno lu-stro e pubblicità al sottoscritto eal la compagnia che fornisce imez zi.Ecco cosa racconta l'incontro te-nuto da me e Alessandra Prato alBistrot de Venise dedicato a Poe-sia d’amore e civile in diretta sul Webche investiga su che cosa sta na-scendo in questo nuovo mondoribollente di fermenti nuovi e ge-nuini. Un grazie a Sergio Fragia-como, titolare del Bistrot, che or-ganizza da anni questi incontri dialto profilo culturale.Oggi come oggi, dopo il successoal Bistrot, di Venezia, questaperfomance ci viene richiesta unpo’ dappertutto e noi siamo lietidi aderire a quanti vogliono seria-mente avere l’opportunità diinvi-tarci.

Gianni Moi riferimenti compagnia

[email protected]

CLUB UNESCO DI VENEZIAIl Club Unesco veneziano festeg-gia nel 2012 i suoi vent’anni diattività dalla fondazione. Sarà proprio la città di Venezia adospitare la XXXIII AssembleaNazionale della Federazione Ita-liana dei Club e Centri Unesconelle giornate dal 1° al 4 marzo2012. Il tema scelto è l’acqua, partico-larmente consono alla natura stes-

sa della città nata sull’acqua enell’acqua.Grande cura e attenzione alla pre-disposizione di questo prestigiosoappuntamento è dedicata dallapresidente Evi Spero, infaticabileanima di questo Club, e dai suoisoci collaboratori.Dai 110 Club e Centri Unesco ditutta Italia arriveranno numerosipresidenti, consiglieri e soci cui ilteam veneziano vuole lasciare unricordo indelebile dei giorni chetrascorreranno a Venezia tra visi-te, incontri e conferenze tenutedal mondo culturale e scientifico.Per l’avvio dei lavori del primogiorno è stata messa a disposizio-

ne la Sala del Consiglio di Ca’Far setti. Gli incontri dei giornisuccessivi si svolgeranno a Palaz-zo Zorzi, sede del Club Unesco diVenezia, a Palazzo Grimani epresso l’Hotel Danieli.Sabato 3 marzo 2012 a PalazzoZorzi si terrà la lectio magistralisdel professor Andrea Rinaldo,dell’Università di Padova aventeper oggetto “Il governo del l’ac -qua e la Serenissima”.I temi propri dell’Unesco, Educa-zione, Scienza e Cultura troveran-no, dunque, adeguato risalto gra-zie all’attività del Club veneziano.

Rosanna Mavian

VENEZIA EDITORIassociazione culturale senza scopo di lucro

È sorta all’inizio del 2011 conl’intento di arricchire la vita cul-turale lidense e dal 1° dicembre siè dotata di una sede, in via S.Gallo 5A, aperta ai soci. Per autofinanziarsi, l’Associazio-ne, che ha curato la rassegna Libriin Spiaggia e le presentazioni diautori presso il Grande AlbergoAusonia & Hungaria, ma anchepresso Villa Laguna, l’Hotel Pan-nonia e l’Hotel Riviera, ha inizia-

to a stampare in facsimile libricome Il Lido nascita di una città diAchille Talenti e Il Lido cenni sto-rici di Giuseppe Tassini. I proventi del primo libro sonogià andati in beneficenza allaScuola di Malamocco con una ce-rimonia tenutasi nella Sala Bura-no presso l’Hotel Excelsior. Nelle intenzioni i proventi del se-condo libro saranno devoluti allaScuola Media del Lido.Ogni domenica, dalle 11:00 alle12:00 l’Associazione presenta unautore e offre un drink agli inter-venuti.Nel mese di dicembre sono statipresentati l’antichista e sag gista

Letizia Lan za, Emma Ciang e isuoi romanzi, Maurizio Fontanel-la e il suo nuovo libro.A gennaio saranno di scena AldoVianello, Antonio Vellèca e Ales-sandro Casagrande.L’Associazione si propone anche diorganizzare serate e/o pomeriggidi letture e incontri culturali vari.Gli appassionati e i simpatizzantisono invitati ad associarsi. Per questo primo anno di attivitàla tessera, che offre diversi van-taggi, viene attivata con un con-tributo simbolico di un euro.tel. [email protected]

IL REPORT DI RENATO PESTRINIERO“Venezia / crisalide d’incanto” ha scritto un poeta, ma ha aggiunto anche, epurtroppo: “Misero avello ormai / in orchico luto”. Il linguaggio arcaicizzantetradotto in ruvida prosa, significa questo: c’è una città – ed è questa – chepassa dallo stato di crisalide (cioè promessa di vita) a una tomba (vita spenta)stretta nella morsa di una fanghiglia mostruosa. La sua doppia realtà, liquida esolida, diventa parola e metafora.

Ho richiamato questi versi della scrittrice tosco-veneta Letizia Lanza perché vitrovo un’assonanza con l’intima struttura di Report al quale ho dedicato l’In-troduzione.A fare buona compagnia alle idee e al sentire del nostro autore chiamo ancoraun poeta, il grande Andrea Zanzotto, là dove dice: “Venezia è un mostro. È fi-nita, anche nel senso di limitata: e sarà ben difficile ridarle vita, riinserirla inun contesto che le è innaturale. [...] Eppure bisogna che Venezia sia salvata, eche si salvi da essa la terraferma. Questa terribile bellezza, questa stupendamummia è come un vampiro che ha bisogno di sangue vivo per affacciarsi dallamorte sulla soglia del nostro tempo e che in qualche modo emunge questo san-gue dai caotici tessuti che pur le si formano intorno, ci sta davanti come un in-cubo, come un problema su cui dovranno fallire mille geni dell’urbanistica e ditutte le scienze sociali insieme”. (Da Il mestiere di poeta di F. Camon)Questo nuovo libro di Pestriniero si può leggere – contro l’apparenza – comeun atto d’amore alla sua (e nostra) città. Per parlarne ha trovato in sé le paroleadeguate” ad esprimere “il mistero dell’oggetto amato”. Il suo, veramente, èun amore speciale: cioè un amore critico: e gli amori critici sono propri deipoeti, degli artisti, degli scrittori come lui quando interpretano la realtà in cuivivono, di cui sono parte e il loro “parteggiare” io lo sento come una forma dipassione civile, di diario in pubblico.Mi spiego: È amore saper vedere nell’oggetto amato l’aggressione del Tempo.E’ amore condividerne ogni giorno il male che lo insidia come si fa con unapersona cara. È amore salvarne l’onore e la bellezza. È amore non soccombereal disastro portato da forze potenti. È amore rispettarne – ma anche il temerle– le “forze misteriose” che governano questa città, forze cosmiche, non banal-mente politiche. È amore scriverne con sofferenza e con rabbia.“Lo sguardo” del visitatore, “è sedotto” dai colori, dai barbagli, dalle forme ri-vestite di luce riflessa e cangiante… Seduzione, dunque amore per questa cittàsimbolo e mito che troviamo in un altro autore, o meglio autrice. Si tratta diuna voce appassionata, proprio come quella del nostro Pestriniero. Alludo allagiornalista Erla Zwingle che scrive per la rivista americana National Geo-graphic: veneziana di adozione, l’autrice vive qui, ospite del sublime e anoma-lo organismo che si chiama Venezia alla quale ha dedicato pagine precise e do-lenti su uno dei mali eclatanti (non certo oscuro, anche se spesso sommerso) ilmoto ondoso: “Chi ama Venezia”, scrive, è portato a credere che il suo nemico“sia l’acqua alta” ecc. Non è così: e chiama “schiaffi, pugni e tonfi” i colpi dimaglio vibrati dalle onde contro le fondamenta a produrre guasti simili allametastasi provocata dai tumori negli organismi viventi. Coincidenze che nonpotevo ignorare, basta andare a pag. 128 del Report.Ancora la Zwingle: “Venezia è l’esempio, il risultato lampante di tutti i peri-coli che mettono a repentaglio i tesori d’Italia: degrado ambientale, sterili ma-novre politiche, elefantiasi della burocrazia, l’impatto del turismo di massa e,nei cittadini stessi, una curiosa combinazione di cinismo, d’impotenza, e unapressoché sublime inconsapevolezza dell’ironia delle proprie azioni”. Sembradi leggere il Montanelli della “battaglia per Venezia” che, nello spazio segretodel suo Diario, sparava a zero sui veneziani accusandoli in massa di fiacchezza,di miseria, mentre li bocciava senza appello in civismo, cioè in quella qualitàdell’essere cittadino che significa “coscienza dei propri doveri”, e dunque con-sapevolezza non solo dei propri diritti, come troppo spesso ormai si vede inmezzo a noi italiani, ma degli impegni che la convivenza comporta.Questo libro, aggiungo, è costruito anche da noi, in qualche modo. Voglio direche Pestriniero nella sua prosa civile – un corrusco pamphlet ma anche un pate-tico cahier de doléance – fa ricorso continuo ai suoi concittadini meno spenti,meno rassegnati ascoltandone e registrandone la voce. Detto in chiaro: quellepagine sono il risultato di un intarsio di parole sue e di parole infiammate delcosiddetto uomo della strada che si sfoga sui giornali. Il che per un Reportfatto di documenti, di narrazione e – aggiungo – di sentimenti, è come il sale.E qui dobbiamo aprire una parentesi: Pestriniero è scrittore (e anche giornali-sta, aggiungo), ma non è uno scrittore classificabile nell’ambito del main-stream: il motivo è che i suoi temi, i suoi personaggi e le situazioni sono collo-cati e individuati nella sua narrativa visionaria, avvolta nelle nubi del misteroe proiettata fuori dalle gabbie del presente, del qui e adesso. Sta nell’altrove,ma è partito dalle crepe e dalle inondazioni di qui e le ha trasportate in unaltro tempo, che è futuro per lui e per noi (o passato, sprofondando nell’epocadei dogi…). Lui sta effettivamente fuori dalla narrativa corrente e si serve delfilone fantastico, utopistico se volete, per inventarsi una Venezia diversamentevera, mitizzata e desertificata, diciamo altra, cioè aliena. La potete incontrare –e riconoscere - in vari suoi testi letterari, e io la penso a volte – vedendola congli occhi della mente - come un incubo che potrebbe essere illustrato con le fi-gurazioni estreme di Ludovico De Luigi, che tutti credo conoscete, la dipingetrasfigurata, puro reperto archeologico: le immagini visive di Ludovico e leimmagini romanzesche di Renato sono entrambe frutto di un’arte combinato-ria che si spinge oltre i confini della Storia.Ma in questo libro non c’è letteratura (ma il suo giornalismo, io dico, è lettera-tura d’inchiesta) non c’è fiction: la realtà lo tormenta, così come la soffrono ipoeti con cui ho cominciato questi appunti. La sua passione e l’immaginazionedi romanziere lo aiutano a elaborare, esasperandoli, i dati dell’esperienza quoti-diana che sono le acque alte, le muffe, diciamo pure la lebbra sul corpo dellacittà la cui “sacralità” evocata in Report è, purtroppo, violata continuamente: equi lo scrittore e il giornalista si fondono e si confondono nel documento.Il retroterra letterario ci porta a considerare con occhio acuto questo documentonel quale vediamo lievitare una bellezza precaria, e qua e là – ahimè – sfregiata.

Ivo Prandin

reCensioni8 neXus gennaio-aprile 2012

MAGIC VENICEUn tassello speciale, Magic Venice, n°11 della collana VeneziaStory di Su-pernova. Nel quale, sotto gli pesudo-nimi di Luxia de Ven e Ombrix deMarg, Fiora Gandolfi Herrera e Cri-stiana Moldi Ravenna disquisisconosul futuro della città già Serenissima. Certamente esasperare la virtualità fi-no alle conseguenze estreme è un mo-do efficacissimo per distruggere Ve-nezia, e lo affermano le autrici in que-sto libello epistolare all’apparenza sor-ridente e scherzoso ma in realtà pun-gente e, in certi casi, caustico, chevuole essere espressione di due vociautenticamente femminili.A differenza di altre autrici anche au-torevoli o a rinomate critiche lettera-rie – penso, di recente, a Lucia Guido-rizzi durante la presentazione al Bi-strot de Venise della nuova sillogepoetica di Fabia Ghenzovich – sonoconvinta di due cose: 1. non basta cheun’opera sia scritta da una donna per-ché sia un’opera “femminile”; 2. il

pensiero, la produzione così detti digenere non rappresentano un qualcosadi limitato o di limitante, una ridu-zione, una parzialità rispetto all’ipote-tica ri-conquista della “persona tota-le”, ovvero di una soggettività che puòsembrare più ricca e completa mentreè più povera proprio per la presuntaneutralità. Se infatti, nell’arco dei se-coli, al di là della sempreviva censuramaschile non poche opere sono uscitedalla penna muliebre, è soltanto nelNovecento che la donna acquista pie-na consapevolezza della sua identità ela rivendica, in chiave prima femmi-nista poi femminile, anche se non ne-cessariamente contrapposta all’uomo;importante è la nuova coscienza delladonna e la nuova possibilità di nomi-nare il suo desiderio, di vivere, alme-no in larga misura, la conquistata li-bertà attivando quella creatività ancherelazionale che inventa, che circola,che fa politica. Si tratta in somma, e lo dice TizianaAgostini in Alle radici della disugua-glianza, “di poter essere pienamente sestessi e se stesse, mettendo a tema ladifferenza di soggetti incarnati in uncorpo di uomo e in un corpo di donna,per liberarci dalle costrizioni inconsa-

pevoli e realizzare il nostro disegno divita”. Ciò, pure a mezzo della parola: quellaparola che consente alle autrici di Ma-gic Venice di esprimere, da un lato, illoro amore, la loro complicità di don-ne verso questa città bella ma fragile,strumentalizzata, addirittura violen-tata da un turismo aggressivo, di ma-nifestare dall’altro una viva preoccu-pazione nei confronti di un’epocaspesso disumanizzata e disumanizzan-te, solo apparentemente evoluta dalpunto di vista tecnologico, vice versain balìa di quegli appetiti crematisti-ci che da sempre caratterizzano le so-cietà androcentriche e androcratichema che, al giorno d’oggi, sfruttano lamistificazione della virtualità perpeggiorare l’essenza della vita. Ecco, direi che tramite l’ironia –un’ironia intelligente, acuta, che sem-bra impercettibile tanto è sottile, main realtà feroce – si consuma una sor-ta di immedesimazione tra le autrici eVenezia, di maniera che è la stessa vit-tima, attraverso la loro voce, a “sug-gerire” ai carnefici come colpire più afondo e con maggiore crudeltà.

Letizia Lanza

ALCHIMIEdi Daniela Milani Vianello

Libro molto affascinante – pubblicaoda Granviale e Supernova per la colla-na venezianarrativa – che riesce a co-niugare temi e problemi di carattereumanistico e scientifico con la ric-chezza immaginativa di storie acca-dute in tempi lontani – nell’ultimoquarto del secolo XVI – inanellandostorie e leggende che si susseguono ri-svegliando l’interesse del lettore.Rigorosa la corrispondenza cronolo-gica tra vicende inventate, romanze-sche, e personaggi realmente esistiti aconferma di una preparazione accura-ta del tessuto testuale.La vicenda principale è quella che se-gue il protagonista Theo dal primovagito accompagnandolo, sia con nar-razione cronologica sia con alcuni fla-sh-back, nei suoi rapporti di affetto,ma anche di studio con il padre e ilfratello Ermete – il suo nome haun’origine ben precisa, da ErmeteTrimegistro, fondatore dell’alchimia– che lo iniziano agli studi alchemici.Poi ci sono i viaggi che lo portanolontano dal castello di Habsburg, untetro maniero isolato proprio adattoalla “Grande Opera” tra scienza e ma-gia con filtri, alambicchi, storte, finoa Basilea, luogo dei suoi studi univer-sitari prima di teologia, poi di logica. Più avanti un viaggio a Parigi, che gliappare come una città assai diversa daquelle fino ad allora conosciute. Eraandato alla ricerca di notizie su unpersonaggio vissuto, secondo la leg-genda, un tempo lunghissimo, Nico-la Flamel, e il destino gli fa incontra-re Costanza, una giovane bella e gen-tile che lo conduce da suo padre unostampatore editore di grande valoreprofessionale e umano.I vari personaggi, oltre al protagoni-sta e suo fratello, rappresentati a tut-to tondo anche nei loro pensieri, sonocostruiti con pochi tocchi incisivi eprecise caratterizzazioni.Notevole è il rilievo dato ad alcunetematiche, oltre a quella principaledell’alchimia volta alla ricerca dellapietra filosofale. L’importanza delladiffusione del libro nella cultura enella religione, la lotta per preservar-ne la libertà di edizione e di diffusio-ne e impedirne la distruzione volutanei vari momenti da forze oscuranti-stiche.

Altri personaggi arricchiscono le vi-cende, come il Dr Dee ed EdwardKelly, degli strani individui – real-mente esistiti – che arrivano al castel-lo per fare degli esperimenti e im-pressionano negativamente Theo, ilquale, tra l’altro, nota che anche suofratello Ermete non si fida di loro enon rivela le risultanze dei suoi studi.Importante per la maturazione delprotagonista l’incontro in una circo-stanza in cui Theo subisce un vero eproprio shock – il rogo di una pre-sunta strega in una piazza di Parigi –con l’inglese Bruce Godfrey che glioffre un’immediata e calorosa amici-zia, di quelle che in poche ore valgo-no quasi quanto una vita trascorsa in-sieme. Il poeta, così si definisce l’uo-mo che lo ha soccorso e ristorato, glioffre importanti notizie sugli studi ele attività politiche scientifiche filo-sofiche del suo connazionale Sir Fran-cis Bacon che ha avuto come finalitàquella di operare per il benedell’umanità mettendo in comune leproprie esperienze senza la segretezzadi altri ricercatori e inaugurando unnuovo metodo, quello dell’induzionebasato sugli esperimenti e non sullededuzioni della logica aristotelica. Inseguito, in una frequente corrispon-denza, gli rivelerà la sua intenzione direcarsi in America, definita una don-na nuda perché ricca di tante poten-zialità da sviluppare con le idee euro-pee.A riprova dell’impostazione storica

del romanzo, vengono ricordati neicontesti opportuni i famosi studiosicome Erasmo, Newton, Galileo,Giordano Bruno, Paracelso, Coperni-co, Campanella e Cardano.Alcuni brani mi hanno particolar-mente colpita, forse per affinità di gu-sti o di vicende biografiche. Nel per-corso parigino di Theo ho ritrovatomolti dei luoghi che in varie occasio-ni mi hanno affascinato creandomi undesiderio sempre ripetuto di riveder-li, come i portali di Notre Dame el’incanto della potenza costruttivadella Grande Cattedrale, foresta dicolonne che sembrano additare al cie-lo o l’umile bellezza di Saint Julienl’ospitaliero, ora detto des Pauvres..Il libro è scritto con una prosa diffe-renziata secondo gli argomenti tratta-ti: precisa e oggettiva quando descri-ve studi scientifici e alchemici, ap-passionata e molto coinvolgente in al-cune bellissime descrizioni di luoghinaturali o simbolici.Interessante e ben articolato è il ruo-lo della donna e chiara la concezioneche in quei tempi differenziava il ma-go e la strega.Un tema ricorrente è quello del tra-scorrere del tempo legato alle vicendedel protagonista; fondamentale ilmodo di proporre come nasce lascienza nel senso in cui come la in-tendiamo attualmente e di spiegarnele finalità a beneficio di tutti gli esse-ri umani.

Matilde Caponi

IN MEMORIAMEdo braga

pittore venezianoil tuo viaggio terreno si è concluso il 16 novembre 2011

ti sia lieve la terra

bruno Rosadastudioso e critico veneziano

il tuo viaggio terreno si è concluso il 21 novembre 2011ti sia lieve la terra

Franco batacchipittore, scrittore e creativo

il tuo viaggio terreno si è concluso il 25 dicembre 2011ti sia lieve la terra

nero lavagnagennaio-aprile 2012 neXus 9

HOTEL GABRIELLI SANDWIRTHdi Gabriele Prigioni

ustode del talento petrar-chesco, accarezzato dalle alidei gabbiani che lo sorvola-

no domina la Riva dei Schiavoni:l’Hotel Gabrielli Sandwirth.Numerosi corpi di fabbrica costi-tuiscono la struttura dell’albergo.Tra questi spiccano i Palazzi Ga-brielli e Molin che derivano i nomida due famiglie nobili: i Gabriellie i Molin. Palazzo Gabrielli, l’edificio dimaggiori dimensioni, fu erettonella prima metà del XIV secolo,

Palazzo Molin, nel Trecento, ven-ne dato in dono dalla Repubblica aFrancesco Petrarca a condizioneche l’umanista s’impegnasse a la-sciare, dopo la sua dipartita, l’inte-ra biblioteca privata alla Basilicadi San Marco.L’attuale struttura alberghiera è ilfrutto dell’acume imprenditorialedi Andreas Perkhofer e di sua mo-glie Elisabetta Kapterer, originaridel Tirolo, che dopo la caduta indisgrazia delle due nobili proge-nie, poste in essere delle opere di

restauro, il cui frutto fu la piccolaLocanda Sandwirth, così chiamataper rendere onore alle proprie ori-gini, impressero per sempre il loronome nella memoria di Venezia,trasformando la minuscola strut-tura in uno dei più rinomati alber-ghi della città. L’opera dei due co-niugi è stata portata avanti dai di-scendenti che in seguito a numero-si restauri hanno dato vita al com-plesso alberghiero odierno.

L’Hotel Gabrielli Sandwirth è dotato

di 103 camere, di cui 27 affaccia-no sulla laguna e sul Bacino di SanMarco, ammobiliate con arredi cherendono onore allo stile venezianoe ai mastri vetrai di Murano.

Il libro d’oro dell’albergo annove-ra un canzoniere di artisti tra iquali risaltano lo scrittore praghe-se Franz Kafka, il disegnatore ita-liano Giuseppe Novello e il pitto-re parigino André Hambourg.

Gabriele Prigioni

Questa rubrica di GabrielePrigioni è dedicata agli al-berghi storici di Venezia.

Sono già apparsi i seguenti articolidedicati a: Hotel Danieli (Nexus 73) Hotel Gritti (Nexus 74)Hotel Palazzo Priuli (Nexus 75) Hotel Bauer (Nexus 76)Hotel Ca’ Sagredo (Nexus 77)Hotel Europa&Regina (Nexus 78)Hotel Luna Baglioni (Nexus 79)Hotel Ausonia&Hungaria (Nexus 80)Hotel Cipriani (Nexus 81)Hotel Molino Stucky (Nexus 82)Hotel Cavalletto e Doge Orseolo (83)Hotel Metropole (84)Hotel Centurion (85)

Hotel Gabrielli Sandwirth

SLANCIdi Cristiana Moldi Ravenna

Suggerimenti su come fareper aumentare le entrate delComune di Venezia

Si è già riscontrata l’abilità nelraccogliere multe restringendo itempi massimi entro cui esporrele spazzature (6:00-8:00). Quin-di si suggerisce:

1) esposizione delle spazzaturetra le 5:00 e le 6:00, così si mul-tano quasi tutti i residenti;

2) multe agli utenti ACTV sesostano per più di 5 minuti negliimbarcaderi, al riparo, nellegiornate di pioggia;

3) multa ai veneziani che attra-versino Piazza San Marco sullepasserelle quando c’è acqua alta;

4) multa a chi attraversa più di 5ponti al giorno (i veneziani simuniranno di contaponti di pro-duzione comunale);

5) multa a chi guarda gli orariACTV per più di 10 minuti;

6) multa a chi fuma nelle calli;

7) multa a chi attraversi le callida solo o da sola e non in gruppodi almeno 7 persone;

8) multa a chi porta i carrellidella spesa;

9) multa a chi respira troppo;

10) multa a chi ancora non hacapito che deve necessariamenteessere multato.

C

LATITUDINI VPer la Casa Editrice “Granviale Editori” Luca Ferrari ha pubblicato il suo li-bro di poesie LATITUDINI V (parole in viaggio). La prefazione è di Gior-gia Meloni, particolarmente attenta alle istanze e politiche giovanili comeMinistro della Gioventù nel Governo Berlusconi, lei stessa giovane e com-battiva romana.Ferrari, giornalista e poeta veneziano classe 1976, è autore di altre raccolteche ho avuto modo di leggere e recensire negli anni scorsi. In questa sua nuova opera ritrovo la cifra stilistica dell’autore, qui più chemai reporter pellegrino di viaggi, latitudini, paesi. Sempre in giro per ilmondo, con questo suo nuovo libro ci offre le sue suggestioni poetiche an-notate come schizzi di viaggio in luoghi remoti del nord Europa, dei PaesiBaltici, dalla vecchia Inghilterra alla Croazia, dalla Germania a Venezia, trastazioni ferroviarie, aerei, laghi, treni e aeroporti…Luca con i suoi versi ci fa percepire le sue sensazioni, riesce a farci “udire” lemusiche che fanno da leitmotiv ai suoi incontri, ai suoi vagabondaggi.Intensità di immagini, onde di vita che partono da queste pagine e conqui-stano il lettore, spalancando orizzonti…

Rosanna Mavian

Lento venezianoUno studioso di Paolo Sarpi si fermò a osservare la statua dedicata alservita perché camminando aveva avuto l’impressione che gli avessesorriso.“Potrei rimanere ore a fissare questo monumento carpendo, in un de-lirio, varie espressioni di quell’immobile volto” pensò tra sé l’uomo.Volgendo lo sguardo a destra, vide sopraggiungere quattro donne, di-sposte in fila indiana, claudicanti: due affette da zoppia al piede de-stro e le altre a quello sinistro. Nell’insieme apparivano come unagondola cullata dalla laguna. Lo storico rimase catturato dal ritmodelle signore ancor più che dal passo obliquo e il pensiero che attra-versò la sua mente in quell’istante lo udì!“Questo è il classico ritmo slow che accompagna in tutte le azioni quo-tidiane i veneziani.” Girò, repentino, il capo verso la statua del frate… sghignazzava! Delirio,vagheggiamento, fantasia per descrivere i tempi del motore che muoveVenezia: gli stessi dell’acqua di un canale; pacata, lenta, slow… appunto!

Gabriele Prigioni

LA MOSTRA ARMENIAIMPRONTE DI UNA CIVILTA

E IL GEMELLAGGIO YEREVAN-VENEZIA

Il 14 dicembre 2011 si è inaugurata,alla presenza del presidente della re-pubblica d’Armenia Serzh Sargsyan edel sindaco di Venezia Giorgio Orso-ni, nonché di numerosi rappresentan-ti del mondo politico, religioso e cul-turale, la grande mostra Armenia. Im-pronte di una civiltà. Con tale evento,organizzato dal Ministero della Cul-tura armeno e dalla Fondazione Mu-sei Civici di Venezia e promosso dalComitato Nazionale per le Celebra-zioni del Cinquecentenario dellaStampa Armena, prendono l’avvio leiniziative, che culmineranno l’anno

prossimo in Armenia e nella sua ca-pitale Yerevan, dichiarata dall’Une-sco capitale mondiale del libro per il2012. Le celebrazioni sono infatticonnesse con la stampa del primo vo-lume in caratteri armeni, edito pro-prio a Venezia nel 1512, data che se-gna l’avvio della proficua secolareproduzione dell’editoria armena, daallora attiva anche in numerose loca-lità della diaspora, oltre che presso lacittà lagunare, dove, in particolaredal XVIII al XX secolo, la tipografiadell’isola di San Lazzaro degli Arme-ni, funse da centro propulsore. Lamostra, curata da Gabriella Uluhlo-gian, Boghos Levon Zekiyan, VartanKarapetian, si snoda tra le sedi delMuseo Civico Correr, del Museo Ar-cheologico Nazionale e della Biblio-teca Nazionale Marciana, lungo unpercorso integrato, organizzato cro-nologicamente e per tematismi, den-

so di tesori e testimonianze della cul-tura armena, che espone oltre 200preziose opere, tra libri, documenti,steli, reliquiari, bassorilievi, mappe,provenienti da biblioteche e museid’Europa e di Armenia. Il visitatore èaccompagnato da suggestive installa-zioni sonore, che inducono il pensie-ro a spingersi lontano; la strutturaespositiva, nel contempo, sa trovarele note della lievità, grazie ad alcuneproposte, quali la possibilità offertaai visitatori di interagire, ad esempio,con l’alfabeto armeno, digitandone lelettere e di udirne la pronuncia o diassistere, sostando di fronte alla ri-produzione in rilievo dell’area cauca-sica, anatolica e medio orientale, aldivenire e all’estendersi geograficodelle varie fasi storiche dell’Armeniaquale entità politica. La sera del 14dicembre è stata coronata, nella basi-lica di San Marco, dal un concerto di

musica sacra di compositori armeni,veneziani e/o maestri di cappellapresso la basilica. La mostra sarà visi-tabile fino al 10 aprile 2012, mentrela sua sezione a stampa sarà accessibi-le fino all’estate 2012 presso il Museodell’isola di San Lazzaro. L’evento di maggior rilevo, con cui sisono suggellati e rinsaldati gli storicirapporti di amicizia, di ospitalità e dicollaborazione intercorsi tra la nazio-ne armena e la città lagunare e cheschiude nuovi percorsi congiunti traVenezia e l’ Armenia è il gemellaggiotra Yerevan e Venezia, sancito dal do-cumento sottoscritto il 15 dicembre2011 a Ca’ Farsetti, alla presenza delPresidente della Repubblica d’Arme-nia Serzh Sargsyan, dai Sindaci TaronMargaryan e Giorgio Orsoni.

Linda Mavian

Linda Mavian e Guido Sartorelli a Milano

Sabato 21 gennaio, pressola sede della Casa Armenadi Milano, in Piazza Velasca4, alle ore 21.00, si terràuna serata di poesia e im-magini.

Paola Mildonian e Annama-ria Samuelli presenterannoil libro di poesie di LindaMavian, Aliante del mattino(2008), immagini di GuidoSartorelli tratte dalla serie“Cattedrali europee”, prefa-zione di Francesco Zambon,e Dove la città diviene cielo,poesie di Linda Mavian, im-magini di Guido Sartorelli,prefazione di Toni Toniato,Supernova settembre 2011.Saranno presenti gli autori.

10 neXus gennaio-aprile 2012

ponte dei sospiri[Venezia Multimediale]

Un viaggio fotografico a Creta nell’arte veneto-bizantinadiDanilo Reato

Nel 1897, in seguito ad alcuni incidenti, scoppiati tra la popolazione loca-le di Creta e le autorità turche, il Regno Unito, la Francia, l’Italia e la Rus-

sia si videro costrette ad intervenire, poiché l’Impero ottomano si dimostravaincapace di mantenere il controllo della situazione e fu allora che le grandi po-tenze europee decisero di occupare e di ripristinare l’ordine nell’isola che fu sot-toposta ad un comitato retto da ben quattro ammiragli. Le forze turche eranostate espulse e fu istituito lo stato autonomo di Creta, rimasto tuttavia formal-mente sotto la sovranità ottomana. L’ordine era garantito solo dalla presenza diuna forza militare internazionale.La situazione politica si presentava alquanto tormentata, fragile ed incerta, mapreoccupava ancor più lo stato di rapido degrado dei numerosi monumenti ve-neto-bizantini presenti nell’isola e nel 1898 il Ministero della Pubblica Istru-zione del Regno d’Italia decretava di inviare a Creta una missione archeologicasotto la direzione del noto archeologo ed epigrafista professor FedericoHalbherr, nativo di Rovereto. I soci del Reale Istituto Veneto, vista l’occasione par-ticolarmente propizia, accolsero con entusiasmo l’idea di finanziare almeno l’in-vio, in quell’antico possedimento veneziano, di un proprio delegato che, ap-poggiandosi all’importante missione italiana, avesse il compito, come testimo-nia il verbale, di “esplorare ed illustrare i monumenti, che ancora vi si trovano, delladominazione veneziana”. Su suggerimento dello stesso direttore della missione lascelta cadde su Giuseppe Gerola.Il giovane Gerola, nato ad Arsiero, in provincia di Vicenza, il 2 aprile 1877 daagiata famiglia roveretana, si era da poco laureato presso la facoltà di Lettere diFirenze, conseguendo un diploma in paleografia e successivamente si era perfe-zionato negli studi frequentando le prestigiose università di Berlino e Fribur-go. Ricevuto il prestigioso incarico, Giuseppe Gerola si recò dapprima a Vene-zia, ove trascorse due mesi all’Archivio di Stato e alla Marciana per approfondi-re le sue conoscenze sull’arte veneto-bizantina e poi alla Biblioteca Nazionale diFirenze per consultare le più antiche mappe dell’isola esistenti in un antico co-dice laurenziano. Giunse a Creta il 18 gennaio 1900 e vi rimase fino al 24 lu-glio del 1902 inviando periodicamente relazioni sullo stato di avanzamento del-la campagna archeologica, preziosi dati che confluiranno nei quattro ponderosivolumi dei Monumenti veneti nell’isola di Creta, opera che ancor oggi è una dellefonti primarie per la conoscenza del Levante greco-veneto. Il suo vero capolavo-ro però è costituito dall’enorme mole di fotografie, scattate durante questa mis-sione che gli permisero di documentare capolavori, in parte oggi perduti, maanche di osservare quel mondo lontano e fascinoso insieme a paesaggi allora deltutto incontaminati e personaggi fissati dall’obiettivo della fedele macchina fo-tografica, una Kodak Folding tascabile a rullo, prodotta dalla Eastman di Roche-ster, che lo aveva accompagnato durante le numerose escursioni a cavallo attra-verso tutta l’antica isola di Candia.Oggi il Fondo Giuseppe Gerola, grazie al contributo della Regione Veneto eall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti che conserva gli originali presso ipropri archivi, è stato catalogato e sarà presto consultabile digitalmente nel si-to: www.istitutoveneto.it/cretaveneziana/ e, per il momento, nel cd-rom “DaVenezia a Creta”, presentato nell’ultima edizione del Salone dei Beni e delle atti-vità Culturali e del Restauro, tenutosi, nei primi giorni dello scorso dicembre, aVenezia. Il materiale è formato da mille foto originali, 394 trascrizioni di graffiti e di epi-grafi veneto-cretesi, su veline e carte assorbenti ed oltre cinquanta calchi in ges-so di leoni marciani e stemmi araldici delle più rilevanti famiglie veneziane pre-senti a Creta durante i quattro secoli di dominio veneziano del Levante.

Da Venezia a Creta. Documenti d’arte veneto-bizantina nell’isola di Creta del Fon-do Giuseppe Gerola – CD-Rom; Produttore: Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, SanMarco, 2945; tel. 0412407711; e-mail: [email protected]

ANALISI LOGICAdi Renato Pestriniero

Ho pubblicato con Supernova un nuovo libro di poesie. Forsel’ultimo. S’intitola Nei disegni del padre. il lettore vi trova le poesieche ho scritto nel corso del 2011. comincia con questa Letterina:

Spettabile ufficio della posterità, leggendo questa lettera più o meno in-teressata a suscitare un sospiro, La prego di non fare una grinza.Pur essendo grato alle voci autorevoli che si prestarono a lenire le miecosmiche pene, devo dire ciò che si fa largo tra le stesse ulcerate verità.Qualora fossi destinato a rinascere su questo animalissimo pianeta, sa-rei lieto soltanto nei coloriti, grotteschi panni di un capo tribù, oppurenella grintosa, ghignante fascinazione di una genia che si fa gioco dellagiustizia italiana. Così avrei l’“onore”, se fossi un criminale, di vederepubblicizzate cubitalmente le tristi azioni; e se nello stesso tempo aves-si il cosiddetto privilegio di scrivere libri, ebbene, avrei l’immediato in-teressamento di una critica non consolatoria e di più lunga durata.Soltanto in questo modo riesco a non farmi vincere dalla balbettante ne-cessità di dover, ancora una volta, vendere le mie prese di coscienza lun-go le tortuose vie di una città che per i suoi figli non è più serenissima.Comunque, dopo cinquant’anni di scrittura non tanto rispettosa dellemode, forse un pertugio della strettissima porta del suddetto ufficio misarà concesso di vederlo spalancato.

Deferenziali saluti.

PAROLA MIAAldo Vianello

RIFLESSIONESULLA 68° MOSTRA DEL CINEMA PENSANDO ALLAPROSSIMA

La selezione dei film in Concorsoe delle pellicole presentate nelleSezioni Collaterali e Retrospetti-ve è stata sicuramente di alto li-vello. Commenti lusinghieri sullaqualità delle opere proiettatenelle varie sale sono venuti dastampa e media internazionali,ma anche enti come l’Anicahanno promosso questa edizione,che, grazie all’impegno dellaBiennale e di tutte le categoriecoinvolte nell’organizzazione delFestival, ha saputo superare l’han-dicap di quello scomodo “buco”ereditato dal fallimentare proget-to del nuovo Palacinema. Quella

voragine transennata di fronte alPalazzo del Casino rischiava diinghiottire la Mostra del Cinemapiù antica e prestigiosa delmondo. L’intelligente e tempestivo inter-vento di restauro della storicaSala Grande, realizzato dal Presi-dente della Biennale Paolo Barat-ta, la scelta ben calibrata dei filmrappresentanti le più varie cine-matografie del pianeta, il miglio-ramento dei collegamenti, la col-laborazione delle istituzioni citta-dine e isolane hanno dato i lorofrutti. Il verdetto, come sempre,non ha certo potuto accontentaretutti, anche perché oggettiva-mente, sarebbero serviti moltipiù Leoni per premiare gli ultimiprodotti presentati nell’edizione2011. Il Leone d’Oro è andato al Faustdi un grande maestro russo,Alexander Sokurov, il PremioSpeciale della Giuria a EmanueleCrialese per Terraferma (non a casopoi prescelto dall’Anica a rappre-sentare l’Italia alle nominationdel migliore film straniero per gliOscar 2012) e il Leone d’Argento

al film cinese People mountain Peo-ple Sea. Ma come non ricordareCarnage di Polanski, Killer Joe diFriedkin o Le Idi di Marzo diClooney, piaciuti a critici e pub-blico in egual misura. Come, pa-rimenti, tutti si sono trovati d’ac-cordo nell’applaudire il Leoned’Oro alla Carriera conferitoquest’anno a Marco Bellocchio,autore italiano rigoroso, coerente,intenso, operativo da oltre 40anni con opere significative, luci-de, pregevoli sotto ogni punto divista. Due suoi film sono tra imiei cult da sempre: Marcia trion-fale e Il Gabbiano (Bellocchio scel-se proprio il Veneto per ricreare leatmosfere di Cecov al meglio…).L’interesse per i film, la giusta at-mosfera creatasi al Lido si sonoespressi in un piacevole mix diglamour e eventi culturali edhanno avuto per set l’hotel Excel-sior, la Pagoda del Des Bains, laTerrazza a mare del Casino, leProcuratie con il Lion’s Bar torna-to a nuova vita sotto la gestionediretta della Biennale.

Rosanna Mavian

ANALISI LOGICADicesi logica la configurazione diun fatto e di un fenomeno in rela-zione al rapporto di interdipenden-za tra i suoi elementi costitutivi.

OSPEDALE CIVILEDeve essere chiuso perché nonrientra nel bacino di utenza di200mila abitanti. E gli "equiva-lenti"? Non contano. E i 21milio-ni di turisti? Non contano.

OSPEDALI A VOCAZIONE TURISTICA A questi ospedali vengono ricono-sciuti appositi servizi e posti letto.Allora l'Ospedale Civile dovrebberientrare a occhi chiusi in questacategoria per la presenza turisticadi cui sopra. No. In questa catego-ria rientrano, nella prima versionestrategica, Cortina e Jesolo; nellaseconda versione emendata è statoincluso Asiago. "È impensabileche una città candidata ad esserecapitale mondiale della culturanon abbia un ospedale efficiente!"Di chi sono queste sante parole, diun politico avverso o di un cittadi-no esasperato? Sono di AntonioPadoan, l'hospital-terminator.Una folgorazione? Non si sa. Ma,anche fosse, è pronta la dichiara-zione di Leonardo Padrin, presi-dente della Commissione Regio-nale Sanità, il quale non vede unaspecificità veneziana tale da per-mettere il Civile: "Va garantital'urgenza emergenza. Trasporti ef-ficienti. Se ho bisogno di un inter-vento mi posso anche spostare.Quello che deve funzionare bene,sottocasa, è il territorio. Questovale per tutto il Veneto, anche perVenezia. Insistere sull'ospedale èsbagliare obiettivo." Per non of-fendere lasciamo la parola al sinda-co: "Padrin dimostra scarsa cono-scenza della situazione venezianaper non dire scarsa sensibilità. Ve-nezia va conosciuta e capita. Il pre-sidente della Commissione Regio-

nale Sanità ha parlato un po' a van-vera dicendo che Venezia è unacittà di 60mila abitanti. Forse noncapisce che in centro storico gravi-tano ogni giorno 200mila personese si considerano le persone cheven gono a lavorare e i turisti, sen-za considerare Mestre."

PRONTO SOCCORSO11 novembre 2011. Un anzianocade dal ponte davanti all'Ospeda-le Civile e perde conoscenza. Qualè l'unica soluzione? Soccorrerlo,fare due passi ed entrare all'ospe-dale. Alcuni ragazzi fanno così mavengono respinti. Non si può ac-cettare il malcapitato. Per barella esoccorso medico bisogna chiamareil 118. Allora che si chiami, ma su-bito! Non è competenza del por-tiere chiamare il Pronto Soccorso.A telefonare provvedono i ragazzi.Risposta dell'operatore al centrali-no: In che sestiere si trova l'Ospe-dale Civile? Una ragazza vede or-meggiata a una decina di metriuna lancia del 118 e corre. Ma glioperatori non possono muovere labarca se non ricevono l'ordine dal118. Dicono che nel frattempol'anziano aveva ripreso conoscenza.Non si conoscono le sue condizio-ni dopo aver appreso la situazione.CollegamentiPadrin dice che bisogna garantirel'urgenza emergenza con trasportiefficienti. Quanto tempo è neces-sario per arrivare all'Angelo con imezzi disponibili da Venezia e iso-le senza dover chiamare un taxi?Qualcuno ha fatto il calcolo: daPellestrina circa 2 ore calcolando itempi teorici, in pratica circa 3ore. Da Burano circa 1 ora e mezzodi tempo teorico. Un'altra ora emezzo dal Lido ma dipende, l'iso-la è lunga una decina di chilome-tri. A questo bisogna aggiungere(oltre al notevole costo dei varibippamenti) il percorso a piedi perraggiungere l'ospedale usando lescale del sottopasso se non si è in

grado di attraversare i binari. Peròc'è l'ascensore. Che non funziona.Recentemente un cardiopaticonon ce l'ha fatta ed è morto dopoaver fatto l'ultimo gradino. Non èl'unico a non aver potuto raggiun-gere in tempo il maestoso Ospeda-le dell'Angelo completo di foltaforesta amazzonica. Ci sono tantimodi per condizionare vite altrui.Comunque, tranquilli! Abbiamonotizia che nell'immensa hall aimargini della foresta amazzonicaaprirà un parrucchiere che penserà"prima di tutto ai ricoverati, alpersonale e alle persone che ognigiorno vanno in ospedale. Essere aposto dal punto di vista della puli-zia e anche dell'estetica aiuta a sen-tirsi meno malato." Non ci saranno collegamenti néascensori ma un bel taglio di ca-pelli a cresta o una messinpiega sì.MoSE Leads è il nuovo sistema di previ-sioni maree realizzato dal CentroEpson Meteo in società con Ips-Meteostar, sistema già in uso allaNASA e presso le maggiori istitu-zioni di ricerca scientifica a livellomondiale. Verrà usato per metterein azione le paratoie del MoSE almomento giusto, operazione co-stosissima. Il problema è: chi daràl'ordine di premere il pulsante dimessa in moto? Il Porto, Il Magi-strato alle Acque o il Centro Ma-ree? Prima che il MoSE sia com-pletato passerà ancora parecchiotempo e parecchi miliardi, ma sipresume che nel frattempo vengafatta la scelta.Prossime analisi logiche riguardano:* Ferry Salamina* Bippamento Imob* Nuovo Ponte dell'Accademia* Ultime sull'ovovia* Palacinema* Terminal ACTV Lido* Tram* . . .

Anno nuovo vita nuova! Buon 2012 a tutti!

Serenissima:Lettere dal passato

3. FISIONOMIA DI VENEZIA

Oltre la situazione topografica, ciòche dà a Venezia una fisionomia sin-golare si è l’indole de’ suoi abitanti.Bi sogna credere che i vapori pregni disale che esalano continuamente dallamarina, esercitino grande influenzasulle fibre del loro cervello. Gestisco-no con vivacità, animansi nel discor-so; ridono volentieri e frequentemen-te; godonsi con passione la musica;s’abbandonano con trasporto ai diver-timenti, dimenticando in mezzo aquesti le loro disgrazie; mostrano, inuna parola, un brio che non si trovain altra parte d’Italia, e a cui aggiun-ge grazia particolare il dolcissimodialetto che di frizzi, sali e proverbiridonda. Torna questo particolarmen-te grato in bocca delle donne venezia-ne, delle quali, più dell’avvenenza, ècertamente la cortesia ornamentoprincipalissimo. Prefericono nel vesti-re ad una elegante semplicità l’accoz-

zamento di diversi e vivaci colori. Ilcostume che hanno di raccogliersi neibellissimi caffè della Piazza e sedersiin giro, mentre in quelli si cambiacontinuamente la folla dei curiosi,non può essere più favorevole per lostraniero onde fornirgli grato passa-tempo, e porlo nell’opportunità diformarsi aggradevoli conoscenze.In conseguenza del carattere che hoac cennato, i Veneziani inclinano assaia vivere alla giornata; e del presente,senza molto al passato od al futuropensare, principalmente occuparsi. LaRepubblica, a intenderli, pare cheabbia cessato d’esistere da varii secoli:se ne ricordano appena.Il carnevale di Venezia non ha perdu-ta ancora del tutto la celebrità di cuigodeva in tempi migliori. In quellastagione dell’anno il carattere dei Ve-neziani si mostra, nella sua vera lucequale io appunto te lo descrissi. Rac-colgonsi nel dopo pranzo sulla rivadegli Schiavoni ingombra per granparte di saltimbanchi e casotti, e chepresenta in que’ giorni uno spettacoloanimatissimo; poi si riconducono inPiazza, dove le maschere affollansi; dilà concorrono al teatro della Fenice adascoltarvi l’Opera in musica, e passa-no verso la mezzanotte in Ridotto. Sipasseggia in quelle ampie sale per

molte ore; raccolgonvisi tutti gli stra-nieri; vi si incontrano tutti i cono-scenti; si ciarla, si balla, si fanno com-menti, si mangia: si fa, in una parola,tutto quanto più aggrada; il fioredella società vi interviene senza ma-schera. Mentre io seduto una sera in un ango-lo del Ridotto stava tranquillamenteriposando ed osservando, mi si poseaccanto un vecchio Gentiluomo concui spesi piacevolmente alcune ore di-scorrendo [...].Venezia, egli disse, è oggi città chesomiglia all’altre rispetto a’ suoi co-stumi. Molti anni di dipendenza daGoverni stranieri hannoli modificati.Ma egli è appunto prima di questicambiamenti, e io era allora giovinet-to, che la mia patria, circa a ciò chevoi mi richiedete, offriva all’osserva-tore uno spettacolo curioso.Fecemi qui un quadro assai bene inte-so della Repubblica negli ultimitempi; del rilasciamento nell’Aristo-crazia di que’ principii di severità edispotismo che aveanla per tanti seco-li sostenuta; dello sviluppamento mo-rale della classe media, dell’urto in-cessante e crescente delle massime an-tiche colle moderne [...]

a cura di Giovanni Distefano

Curiositagennaio-aprile 2012 neXus 11

stampato il 17 gennaio 2012

editore: Supernova

GIOvANNI DISTEFANO (direttore editoriale e amministratore unico) NICOLA FALCONI (direttore responsabile)

DANIELA ZAMbuRLIN (condirettrice)LETIZIA LANZA, CRISTIANA MOLDI RAvENNA, MARIuCCIA REGINA

(comitato di redazione)

Hanno collaborato a questo numero

MATILDE CApONI, MASSIMO CREMOLANI, GIANNI DE LuIGI, GIOvANNI DISTEFANO, FERRuCCIO FALCONI, LETIZIA LANZA, LINDA MAvIAN, ROSANNA MAvIAN,

GIANNI MOI, CRISTIANA MOLDI RAvENNA, TAZIA NuvOLARI, ROMANO pERuSINI, RENATO pESTRINIERO, GAbRIELE pRIGIONI, DANILO REATO,

NELLI-ELENA vANZAN MARCHINI, MAuRO pIZZIGATI, IvO pRANDIN, MARIuCCIA REGINA, ALbERTO SONINO, ALDO vIANELLO, WILLIAM vITALI,

DANIELA ZAMbuRLIN.

DiRezione, ReDazione, amminiSTRazione

SupeRnoVa eDizioni srl, via orso partecipazio, 24 – 30126 Venezia-lidoTel/fax 041.5265027 – email: [email protected] – website: www.supernovaedizioni.it

TipogRaFia

grafiche iTe, Dolo (Venezia)

Aut. del Tribunale di venezia n. 1114 del 23.3.93

le opinioni eSpReSSe negli aRTicoli FiRmaTi e le DicHiaRazioni RiFeRiTeDal gioRnale impegnano eScluSiVamenTe i RiSpeTTiVi auToRi

Mensile di Comunicazione cultura e attualità nella città metropolitana di Venezia

GENNAIO-MARZO 2012

ARIETE. Prima decade ancora alle pre-se con Plutone e Urano, bramosi di cam-biamenti e di revisioni generali. Gli ulti-mi gradi del segno invece non potranno sot-trarsi allo sguardo indagatore di Saturno,che richiama alle proprie responsabilità.Ma tranquilli: i transiti stagionali sonobuoni, anche per le questioni economiche.

TORO. Sarà un buon inverno, cari To-ri, con postazioni astrali favorevoli sia ve-loci che lente. In più l’aiuto di Giove nelsegno vi favorirà fino al 12 giugno. Fa-tene buon uso, adesso che potete!

GEMELLI. Parole d’ordine per tutti:ponderazione e discernimento, perché, conMarte in quadratura fino a luglio, visentirete come un toro provocato dalla mu-leta. E non è tutto, perché i primi gradi delsegno saranno agitati da venti di cambia-

mento soffiati da Urano, congiunti all’ef-fetto obnubilante dell’ingresso di Nettunonei Pesci. Per fortuna i transiti stagiona-li sono più che accettabili e inoltre, fra nonmolto, Giove farà il suo ingresso nel vostrosegno e saranno momenti di gloria.

CANCRO. Marte e Giove, in aspettopositivo, dispenseranno energia e buonechances a tutti voi. Solo i primi gradi delsegno saranno ancora sotto pressione per-ché, non fosse bastato il lento pendolo esi-stenziale imposto da Plutone in opposizio-ne e la voglia di nuovo sollecitata da Ura-no in quadratura, si è aggiunta anche lavariabile nettuniana dai Pesci, che rendepermeabili e sognanti ma poco concreti.

LEONE. I transiti stagionali sarannoun po’ freddini e anche Giove in quadra-tura consiglia prudenza, soprattutto aiprimi gradi del segno, già sotto la spintadi Urano. Il quadro complessivo comun-

que si sta evolvendo positivamente. Ba-sterà non mordere troppo il freno.

VERGINE. Imperativo: non strafare,con quella doppia dose di energia di Mar-te nel segno per i prossimi 6 mesi. Quantoal resto, consiglierei di approfittare dei fa-vori di Giove, vostro alleato fino al 12giugno. Per la cronaca: inizierà in questigiorni il lento viaggio di Nettuno nei Pe-sci che si concluderà …nientemeno che nel2026. Ma ne riparleremo.

BILANCIA. I nati in settembre do-vranno tener fronte alla furia uraniana,che vorrebbe con un colpo di mano capovol-gere la situazione, mentre chi è nato neiprimi 7 giorni di ottobre cercherà un nuo-vo centro di gravità permanente, sotto laspinta di Plutone. Detto ciò, avrete tran-siti stagionali positivi, in un quadro ge-nerale che va migliorando a vista d’occhio,con Giove positivo da giugno e Saturno in

uscita, dato che lo sfratto esecutivo scadràil prossimo mese di ottobre.

SCORPIONE. Nel complesso non male,a parte l’opposizione di Giove che sconsi-glia scelte poco ponderate e superficiali.Per i primi gradi del segno c’è una novità:Nettuno inizierà il suo lungo percorso neiPesci, in aspetto di trigono al vostro Sole.Per tutti voi sarà l’inizio di una lenta re-visione e maturazione ideologica, l’imma-ginazione sarà fertile e alimenterà il vo-stro lato creativo.

SAGITTARIO. Andrà ancora allagrande, fortunati arcieri dello zodiaco!Unico neo quel Marte in quadratura dal-la Vergine per i prossimi 6 mesi, che po-trebbe portarvi alla ricerca di una o piùvittime sacrificali. In più, per i primi gra-di del segno, qualcosa di nuovo si profilaall’orizzonte con l’inizio del lentissimotransito di Nettuno in quadratura daiPesci, che avrà implicazioni ideologiche edesistenziali, e di Urano in assetto grinto-so dal segno amico dell’Ariete.

CAPRICORNO. I transiti lenti conti-nuano ad essere impegnativi per la primadecade, ma i pianeti veloci, uniti ai favori

di Giove dal Toro e di Marte dalla Vergi-ne, vi daranno l’energia e la fortuna per farvolgere a vostro favore ogni accadimento.

ACQUARIO. Transiti stagionalisenz’altro buoni, in un quadro generalepiù che positivo. Solo Giove richiederà me-no baldanza e più ponderatezza nelle de-cisioni, ma varrà la pena di aspettare per-ché da giugno sarà al vostro servizio.

PESCI. Inizia per voi il lunghissimopassaggio di Nettuno, transito generazio-nale che durerà fino al 2026. La sua va-lenza si manifesterà essenzialmente sotto ilprofilo psicologico e dell’immaginazione.Per citare un maestro dell’astrologia“sarà come un fiore di loto che emerga dal-le profondità stagnanti della psiche e siapra in superficie per ricevere la luce”.Quanto ai transiti del periodo, sarannopositivi, con Giove favorevole, anche sel’opposizione di Marte potrebbe renderviun po’ nervosi e impulsivi.

Avviso ai gentili lettori: le previsioni con-siderano i transiti unicamente rispetto alSole di nascita.

Le stelle di Taziaˆ ˆ

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Riprendiamo la rubrica sospesa nel nu-mero precedente (ottobre-dicembre) permotivi di spazio

GIUGNO22 annega alla Quattro Fontane 82enne.La regina del Belgio visita la Biennale.23 Dopo 80 anni tornano gli idrovolanti:a San Clemente si presenta il nuovo ser-vizio per visitare dall’alto Venezia e laLaguna con un Cessna per 9 persone. 25 Investito e ucciso 59enne da un’autopirata a Mestre. Trovato a San Basilio ilcorpo di un 33enne accoltellato a morte.26 Travolto e ucciso sulle strisce daun’auto pirata a Mestre giovane 23enne.28 Il Vaticano annuncia che il patriarcaAngelo Scola prenderà il posto di Tetta-manzi come arcivescovo di Milano ilprossimo 8 settembre.30 Pensionato ucciso a Mestre da duesuoi amici del bar allo scopo di derubarlo.LUGLIO5 La stampa riporta la notizia che il presi-dente Brugnaro non ha iscritto la Reyerfemminile al campionato di A1 per la pocaattenzione delle istituzioni che non inve-stono in educazione e crescita sportiva.La stampa annuncia che il Comune rega-lerà l’ex Liceo Severi del Lido alla Feniceper salvare i conti dl teatro.

Sempre dalla stampa si apprende che le li-cenze dei gondolieri sono 425+8 nuove.8 La stampa riporta la protesta dei tifosiper la mancata iscrizione della Reyerfemminile al campionato di A1.10 Muore in barca il 49enne RaimondoFerraro, direttore di Palazzo Grassi.13 Operaio muore schiacciato al Petrol-chimico.14 Muore il musicologo Giovanni Morel-li. Era nato a Faenza nel 1942. Dal 1985era direttore dell’Istituto per la musicadella Fondazione Cini e dal 1990 profes-sore di Storia della musica a Ca’ Foscari.14 Muore Fabio Amadi, campione parao-limpico.18 Restaurata la fontana di San Giaco-meto dalla famiglia Rado. 21 Rinvenuto un cadavere non identifica-to nel fiume Marzenego a Mestre. 57ennesi schianta in moto a San Giuliano.26 Cambierà la direzione dei Musei civicidal 31 agosto prossimo. Il Gazzettino tito-la: “Dopo 32 anni finisce l’era Romanelli.Gabriella Belli nominata nuova direttrice”.Nel Brentella a Marghera annega una51enne bulgara.28 Il capitano Falconi confermato a 84anni console del Lesotho. AGOSTO3 È morta Giannina Blanfi, stimata do-

cente della Scuola Media Dante Alighieri.11 La prof.ssa Liana Giordano Isnenghicompie cento anni. Abita al Lido.12 Enrichetta “Colomba” Mason compie105 anni. Abita a Favaro.13 Apre a Castello 4419 un nuovo conso-lato onorario, quello della Thailandia. Ilconsole è Andrea Marcon.15 Compie 100 anni Adone Pierazzoli.Abita al Lido.17 Muore a 103 anni compiuti GenoveffaBeccegato. Abitava a Mestre.30 In Fondamenta Bernardo 2196 (S.Polo) il sindaco Orsoni scopre una targaposta sulla facciata della casa che fu diFran cesco Pasinetti in occasione del cen-tenario della nascita.Lina Faraguna, prima donna cavaliere nelVeneto, festeggia i 100 anni a Carpenedo. SETTEMBRE1° Inizia la 68. Mostra del Cinema2 Incredibile ma vero, il Gazzettino titola:“I vu’ cumprà accerchiano i finanzieri”.3 Alla Certosa gli allievi del corso d’asciavarano una gondola su modello secentesco.Gastone Capitanio, nato a Venezia nel1911 festeggia i cento anni a Mestre.3 A Mestre Antonietta Scaramuzza vienefesteggiata per i suoi 101 anni.Due tappe della prosisma Coppa Americasi svolgeranno davanti al Lido.4 Giampaolo D’Este e Ivo Redolfi Tezzatvincono la Regata storica.9 Vigile minacciato da facchini abusivi.11 Vu’ cumprà prende a pugni due vigili.17 Ai piedi del Ponte dei Scalzi un corteonon autorizzato dei centri sociali e dellasinistra radicale si scontra con la polizia.

Per tutta risposta i manifestanti, che vo le -vano raggiungere Riva dei Schiavoni peraspettare l’arrivo dei leghisti, occupanoper mezz’ora la stazione ferroviaria.23 L’Alta Corte del Coni accoglie il ricor-so del club e riporta la Reyer in serie A. 24 Funerali per il 23enne che alla guida diun barchino si è scontrato con un taxi.30 Compie 100 anni Maria Longo di Ma-lamocco.OTTOBRE8 Il principe Alberto di Monaco visita laBiennale.11 Due agenti arrestano uno spacciatoretu nisino, ma accerchiati da una trentinadi nordafricani devono desistere. 13 Gli indignados protestano davanti al -la Banca d’Italia a Rialto. 19 Tre balordi irrompono nell’Hotel An-tony (Campalto) aggrediscono, picchianoe derubano il portiere di notte.20 Qualcuno ha contato i sotoporteghi:so no 240.23 Si corre la 26. VeniceMarathon che perla prima volta arriva in Piazza San Marco.26 I giornali scrivono: due rapine neipressi della Stazione. Un 35enne forza laporta di casa della fidanzata, la picchia epoi aggredisce gli agenti che sono interve-nuti. Bancomat clonati. La delinquenza èsenza freni, perché? NOVEMBRE1° Rapporto criminalità: la provincia ri-sulta la maglia nera del Veneto e i furtinei mezzi pubblici in grande aumento.2 Rivoluzione nei numeri dei vaporetti.3 Tredicenne minacciata e picchiata datre bulle che poi si vantano su facebook.

Muore, Nino Memo (1941-2011), pitto-re dell’esoterismo.14 Muore Gianmichele Raccanelli(1928-2011), decano dei giornalisti Rai.16 Muore il pittore Edo Braga. A Burano Maria Costantini festeggia i100 anni.A Mazzorbo un branco di imbecilli tentadi dar fuoco alla casa di due invalidi.21 Muore lo studioso Bruno Rosada. A Ma lamocco Maria Longo festeggia i100 an ni.27 Nella Chiesa di San Biagio si accogliela statua in legno di cedro di santa Bar -ba ra, scolpita da Emilio Verziagi (classe1946), a dicembre riceverà in dono undipinto di santa Barbara eseguito daGiuseppe Frascaroli.30 Tunisino accoltellato al cosiddettoPonte dei Giocattoli.DICEMBRE16 Faida cinese a San Lio. Malviventi inazione di notte a San Marco.19 Addolorata Lo Savio festeggia i 100anni al Carlo Steeb degli Alberoni.25 Muore il pittore e scrittore Franco Ba-tacchi, fondatore di diversi periodici tracui Venezia7.27 Alberto Barbera nuovo direttore del laMostra del Cinema dopo Marco Muller.30 I giornali danno i numeri: VeneziaCentro Storico 58.993, Murano e Sant’E -ra smo 5.368, Burano, Mazzorbo e Tor-cello 3.034, Lido 17.261, Pellestrina4040. Totale 88.696. Quest’ultimo è ildato esatto: le isole sono da 1590 anniparte integrante e vitale di Venezia, mol -ti lo dimenticano.

La Città raccontaGIOVANNI DISTEFANO

noVità editoriàli noVità editoriàli Cataloghi - Depliants - Libri

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DOVE SI TROVA

NEXUSVENEZIA

Archivio di Stato

Biblioteca Correr

Biblioteca dei Calegheri

Biblioteca Marciana

Biblioteca Querini

Bistrot de Venise

Libreria Bertoni

Libreria Emiliana

Libreria Goldoni

Libreria Toletta LT2

Fiorella Gallery

Telecom Future Centre

San Servolo – Viu

MESTRE

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Centro Candiani

Libreria Don Chisciotte

Libreria Feltrinelli

LIDO

Biblioteca del Lido

Cinema Astra

Corner, via S. Gallo 5/A

Lidolibri, via Cerigo 3

ENCICLOPEDIA STORICA DI VENEZIAdi Giovanni Distefano

Pubblicata da Supernova è statapresentata a Ca’ Vendramin Caler-gi da Giovanni Pelizzato e Vit-torio Pierobon con una testimo-nianza di Virgilio Boccardi.

Formato 17x24, cartonato, 1312pagine, 1213 immagini, prezzo60 euro, l’Enciclopedia storica diVenezia segue e completa il lavo-

ro di recupero della memoria ini-ziato da Distefano con l’Atlantestorico di Venezia (edito da Su-pernova nel 2007 e ristampato nel2008).Un’enciclopedia, come si sa, è ilten tativo di raccogliere e sistema-tizzare il sapere nei vari campidella conoscenza o in un determi-nato settore e quindi può offrireuno strumento di consultazioneper non partire, come diceva ungrande poeta australiano (AlecHope) sempre da zero.L’Enciclopedia storica di Venezia è ilprimo tentativo mai fatto prima aVenezia di recuperare la memoriadi una città che vanta oltre mille ecinquecento anni di storia. Essarappresenta per Distefano la chiu-sura di un cerchio, il cerchio delsuo sapere sulla Serenissima Re -pubblica di Venezia e sulla città dioggi cominciato quasi trent’annifa con L’ultimo dei dogi (in collabo-razione con Mario Massironi),proseguito con Storia di Venezia1797-1997 (scritto con Giannan-tonio Paladini) in tre volumi, ri-spettivamente dedicati al Sette-cento, al l’Ottocento e al Novecen-to, primo tentativo di raccontarein modo unitario i duecento anniposteriori alla fine della Repub-blica per sottolineare che la storiadi Venezia continua...

L’Enciclopedia storica di Venezia è indefinitiva un’enciclopedia genera-

le sulla storia della città, sugli uo-mini che hanno fatto grande la Se-renissima, sulla storia e ancora su-gli uomini che hanno assicuratoche la vicenda storica di Venezianon si esaurisse nel 1797 con la fi-ne della Repubblica e con il Trat-tato di Campoformido. La storiadi Venezia continua e questa enci-clopedia vuole testimoniarlo.“Tra i rammarichi di questo miolavoro enciclopedico, che sintetiz-za la mia conoscenza di Venezia edella sua storia – dice Distefano –c’è il mancato inserimento di tan-ti personaggi particolarmente vivinel tessuto sociale della città, ma,non avendo io avuto la possibilitàdi incontrarli nelle mie letture odi storicizzarli al meglio, ho rite-nuto opportuno lasciarli da partenella speranza che in seguito qual-cuno possa recuperarli, com’è insi-to nella struttura di un’enciclope-dia con il suo essere in naturaleevo luzione. La compilazione diquesta Enciclopedia ha avuto inizioquasi per divertimento, un vero eproprio tentativo di soddisfare lemie tante curiosità, poi il diverti-mento si è nel tempo trasformatoin un vero e proprio lavoro, diven-tando una sfida contro quegli ele-menti cardinali che sono i quattrocaratteri di un’enciclopedia:– trattare in modo specifico e set-toriale i vari argomenti; – la difficoltà pratica di interte-stualizzare ovvero la creazione dei

rimandi da una voce all’altra;– non perdere di vista il metodod’organizzazione; – seguire sempre gli stessi criteridi redazione delle voci.L’Enciclopedia storica di Venezia, allaquale ho interamente dedicatoquattro intensi anni di lavoro,comprende schede organizzate inordine alfabetico (spesso accompa-gnate da immagini) e queste in-cludono tra l’altro notizie su dogi,artisti e scrittori, personaggi fa-mosi, eventi storici come battagliee guerre, ma anche eventi cultura-li come la Biennale e le sue artico-lazioni, poi schede sull’organizza-zione del governo della Serenissi-ma e le sue magistrature, ma ancheschede sulle chiese e sui palazzi piùimportanti, infine innumerevoliliste riguardanti dogi, procuratoridi San Marco, cavalieri di San Mar-co, condottieri, patriarchi, vesco-vi, prefetti, sindaci, direttori diistituzioni e di giornali. Non man-ca naturalmente la toponomasticao stradario e le tante curiosità le-gate alla città e tra queste il prege-vole saggio di Lorenzo Bottazzosui numeri di Venezia, inseritosotto la voce Venezia”.L’Enciclopedia storica di Venezia sipone dunque come un contenitoredi notizie sulla città e sulla suastoria, sulle pietre e sugli uominiche hanno fatto grande la città ehanno lavorato e lavorano per ga-rantirle un futuro degno.

LE PUBBLICAZIONI DI SUPERNOVA

NEL 2011

A BLUE RHAPSODYdi Monica Seleghin

ETA D’ARGENTOdi Armando Pajalich

VENEZIA breve storia illustrata di Giovanni Scarabello Paolo Morachiello

Mario Piana

AAA VENEZIA CERCASI di Gianfranco Spinazzi

DALLA FABBRICA ALLA BIENNALEdi Angelo Bacci

TI RACCONTO LA MIA STORIAdi Barbara Gervasuti

MILAGROSdi Lucia Guidorizzi

IN FORMA DI LETTEREdi Magda Campanini

VARIAZIONI OMERICHEdi Letizia Lanza

DOGI IN CONTROLUCEdi Daniela Zamburlin

DOVE LA CITTA DIVIENE CIELOdi Linda Mavian Guido Sartorelli

IN VENICE AND IN THE VENETO

WITH ERNEST HEMINGWAYdi Rosella Mamoli Zorzi

Gianni Morianicon un contributo di Arrigo Cipriani

libro tradotto in italiano A VENEZIA

E NEL VENETO CON

ERNEST HEMINGWAY

ENCICLOPEDIA STORICA DI VENEZIAdi Giovanni Distefano

MAGIC VENICEdi Fiora Gandolfi HerreraCristiana Moldi Ravenna

LE PUBBLICAZIONI DI SUPERNOVAE GRANVIALE

NEL 2011

Frattanto, in fiduciosa attesa di Renato Pestriniero

Il nido dei draghidi Emma Ciang

Alchimie di Daniela Milani Vianello

A GENNAIO IN LIbRERIA

MaurizioFONTANELLA

A NORD A NORD DI EDENDI EDENe altri racconti

u p e r n o v aS

up e rn ovaS

AALLDDOOVVIIAANNEELLLLOONEI DISEGNI DEL PADRE

NEI DISEGNI DEL PADRE

S

uu pp ee rr nn oo vv aaS

AALLDDOO VVIIAANNEELLLLOO

ANTONIO VELLECA

SPRITZ&LOVE

up e r n o v aS

16:11 Pagina 1

ALESSANDROCASAGRANDE

A

venezianarrativa

VENICELAND

8:43 Pagina 1