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Anno IX — febbraio L966 — N, 59 M E N S I L E D I V I T A C I T T A D I N A Sped. Abb. Postale III gruppo

Grave sconfittL a Legge speciale

per Licata e Palma, s c a d r à domenica 6 marzo.

Quando tre anni fa l’As- •emblea Regionale approva* va lo strumento della rinasci ta di questi due comuni, tr i più depressi dell'isola, le nostre popolazioni hanno ti rato un respiro di soddisfa zloner molte speranze veniva no riaccese, e non solo nel l'area cui veniva interessai la Legge, ma in tutto l’Agrl- gentlnol E ciò per quella na turale associazione Ideale che anima aspirazioni diver­se e diverse atteso.

Quella Legge pertanto fu attutata come il simbolo di una concreta volontà di at­tuazione di opere, con prece­denza alla zona depressa Ll- sata - Palma, da tutti ricono- icluta come la più urgente 11 soccorsi programmati.

O ggi quella «Legge » non Miste più: è stata depennata flrtunlmente dal «corpus o- («rnnto» della legislazione •gionale.

Si. sarà possibile, ^enza lubbio, una proroga: questo l stato il pensiero, a noi ma- Mestato. dell’On, Rubino, nel torso della nostra inchiesta lell'ottobre dei ’65; e questa I stata la promessa dell’On. irtmaldi. Assessore allo Svi jppo Econom ico della Regio- e sino al 22 gennaio scorso.

Ma tutto questo non ci con- >rtu per nientel

L'avere fatto scadeio unaj leggo tanto importante, senza j la benché minima progetta­zione di quanto la legge stes­sa prevedeva, costituisce una delle più amare delusioni po­polari; una sconfitta di cui è difficile scandagliare le con­seguenze sul piano morale e sociale.

E' stata perduta un'occa­sione irrepetibile; un progetto di ouerra, contro la miseria,■ ignoranza e l’arretratezza, a ita lo mandato a monte, è Uata sconfitta la claS3» diri­gente locale, che la storia po­trebbe indiziare come espies- s’.one dì collettiva incapacità di un popolo che non può meritare, senza grave ingiù st'zia, un giudizio cosi sene ro.

In definitiva; a noi oggi è malauguratamente capitato quello che, centosei anni fa, sarebbe potuto succedere alla Sicilia se Garibaldi f o s s e stato buttato a mare nelle a c q u e di Marsala, con i suoi Mille.

Non è fuori luogo l'acco­stamento se si pensa che tutto ciò è potuto avvenire perchè da noi esistono an cora i «borboni della po­litica», i «viceré» che sono tanti, quanti sono i comuni della provincia; esistono «feudi» deH'«individuo», con tutti gli aspetti negativi della tirannia mentale.

Ci rifiutiamo di tollerare come uomini e come cattolici,

contemporanei del Vatlc no II e dell'esplorazione del­la Luna, che le nostre popo­lazioni subiscano simili cata­strofi.

Chiamiamo alla sbarra de­gli imputati tutte quelle cate­gorie di uomini politici che hanno coinvolto le ammini­strazioni di Licata e di Palma, dalla cui efficienza dipende­va, in parto preponderante l'efficienza del Comitato inter comunale: si rendano conto delle gravi responsabilità che ossi contraggono con la pro­pria coscienza, con le loro popolazioni, di fronte alla storia e dinnanzi al giudizio di Dio, giudice giusto ed Ine­sorabile.

Essi oggi, a legge scaduta, hanno respinto indietro di de­cenni il faticoso progresso verso II benessere, l'indlpon- denza dal bisogno, la reden­zione sociale della nostra gente.

Ed ora?

Verrà forse la proroga!

Ma servirà a scavare nuo­ve delusioni se non cl saran­no uomini, contemporanei di un'epoca, tanto distante da quella del Borboni, quanto prossima ad una realtà che non tollera dilazioni e— scon­fitte!

ALFO N SO DI GIO VANNA

Il bivio per una svoltarichiesta sul Magistrale

di Sambucaervizio di A. DITTA e P. MERLO

in IV e V pagina

QUESTO NUMERO

‘ f tc t 'i if i 0 P 't o l ' l u i n i * c i t t ì i t i l i tei

l i v l n z i o t i i f r o d a l i * \ f e n f i la

Un chiodo fisso

I giorni e le opere

Giuseppe M. Amorelli

rateili Costanza

passalo

Cose da salvare

La Iruvalura (poesia)

oggi, domani

pag. 2

2 3 3

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Sambuca (ebbraio

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Scritti di A. Giuliana Alaimo, Andrea Ditta, Serafino

Giacone, Pippo Merlo, Mario Risolvente, Giuseppe Salvato

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Pag 2 cAMBUCA PAESE LA V O C E DI SAM BUCA

I g i o r n i e l e o p e r eIn data 4 febbraio 1966 la G iu n ta C o m u n a le

ha d eliberato quanto segue

1) - il p ro lu ng am e n to d e ll’o rario p er il posto

p ub blico del servizio telefonico portan do l’attuale orario che p revede la ch isura del servizio alle ore 20.30 fino alle ore 24, ve­

n endo così incontro alle e sig e nze degli u - tenti del telefono. E sig en za che veniva av­vertita e segnalata già da tem po

2) - Nella stessa seduta di G iu n ta la m edesim a

deliberava di portarsi a Palerm o presso

l’E .S A ,, p er ch ie de re form alm ente l'invio sul posto di tecnici d e ll'E S A , due fondam en­tali problem i posti a ll’attenzione del d ecorso

anno 1965 e d eH 'A m m inistrazio ne C o m u n a -

J l v t t e ' i v n i

Il ch io d o fissoCaro Direttore,

li prego volere pubblicare nel nostro G io rnale <La Voce di Sam bu ca », il seguente arti* colo che tratta, in m odo par­ticolareggiato, ciò che noi p r i­vati abbiamo fatto, facciamo e faremo per m igliorare le no­stre abitazioni, la Chiesa, le vie d i acceco ai nostri fondi, l'annuale festa dell’8 settembre per la ricorrenza della N ativi­tà di M aria Vergine, il Bar con la caratteristica ed arti- litira pinta d i ballo (a totale fcpewi del proprietario eignor B o n d i), la scelta annuale della; Miss di Adragna a cura della P ro -Loco di Sambuca, le de­cine e decine di case che ogni anno ^ono forte, la gara con­tinua per m igliorare il pro prio appczzumento d i terreno con piunte fruttifere, ornamentali, con via li fiancheggiati da p ini. ' do cipressi delPArizona, da eucalipto* o con alberi sem* pre verdi per siepe,

Q uanti c quanti pozzi (con risultato favorevole) sono sorti nella Contrada?

Moltissimi. C li antichi viotto­li o t razze re im praticabili, a «pese di noi priva ti, sono sta­ti trasformati in carrozzabili P o lia m o in atto calcolare che quasi il % % dei piccoli p ro ­prietari, appartenenti a tutte 1© eia??! sociali, ha l ’immensa comodità e soddisfazione di potere accedere in macchina al p ro prio fondo specie nel periodo prim averile • estivo autunnale.

Spontanea e naturale sorge la seguente domanda* clic co­sa hanno fatto da anni ed an­ni le Autorità per questa ri | dente Contrada? Per questa località dove, specie nel pe-; riodo estivo ed autunnale, af-j fluiscvono p iù di duemila per- hone (iv i compresi i bisogne­vo li di cure, i bam bini gracili) per godere a pieni polm oni la vera aria pura della col­lina?

Le Autorità hanno disposto la costruzione dello stradale Sani buca-Adragna fino al pun­to dove in atto sorge il B a rt L o Gradale suddetto venne a contare oltre 15 m ilio n i a Km . Hanno disposto la costruzione di due fontanelle; la installa­zione del telefono; il servizio autom obilistico, ^alberatura dello «tradale

D elle huddettc opere restano

•n efficienza: le due fontanel­le — il telefono per me?i quat­tro a ll’anno — il servizio au­tom obilistico con quattro cor se giornaliere sia a llin d a ta che al ritorno da Sambuca* Adragna, per il perìodo L u ­glio-ottobre. L o stradale, per mancanza di cantoniere e ma nutenzione va di giorno in rio rn o rovinandosi. Degli al beri e rimasto qualche e<em piare di enrnliptus.

Si è mai pensato che i p ri­vati, per portare u compimen­to le opere suddette* hanno dovuto servirsi di braccianti agricoli, di operai appartenen­ti a tutte le categorie di la­voro, di fontanieri, di elettri- cisti, di pittori, di ingegnieri, di geometri, di camionisti? Che per il materiale occorren­te hanno dovuto acquistare d i­rettamente dalle fabbriche o dai rivendito ri del Paese, mat­toni, cemento, calce, gesso lattcrizi — ferro lavorato — lastre di m arm o — servizi igie­nici ecc,? 1 m iliard i spesi dai p m a ti nella Contrada hanno

I sicuramente contribuito alla valorizzazione della zona; han­no alleviato notevolmente la ihsoccupaztone delle classi che vivono di lavoro ed han­no frenato, in un certo qual m odo, la piaga dell'cmigrazio-

«e di cui oggi dolorosamente ci occupiamo e preoccupiamo, '

Da quanto sopra esposto si i deduce che gli A d rag nin i ab-, hiamo il diritto di chiedere ed ottenere (alm eno per ora), la luce nei b iv ii, qu ad riv il, nelle curve pericolose, nella Piaz­zetta della Chiesa ecc.; un can­toniere stabile, la manutenzio­ne ed alberatura dello ‘«trada­le , la sistemazione della Piaz* zetta della Chiesa che, ad ope­ra del Parroco e col contributo dei fedeli, è stata fornita di pavimento, di sedili, di lam ­padari, di neon, di candelabri in argento.

Attendiamo ancora una vol­ta, fiduciosi nelle Autorità, per1 vedere risolti i problem i elen­cati, ben lieti se, invece di tornare a riscrivere ancora al riguardo, scrivere, si, ma per ringraziarli del loro proficue» interessamento e per congra^ tnlarci con Lo ro per avere as­solto al p iù basilare ed inde­rogabile dovere di avere servi-

*o la collettività.

SERAFINO GIACONE

le e della p u b b lic a o p in io n e e c io è :

a ) p ro ge tta zio n e a c u ra d e ll'E S A , stessa d e l­

l’im pianto p er il so lle vam e nto delle a c q u e del B a c in o C a rb o y e rispettiva c a n a lizza z io n e , a

fine irriguo , dei terre ni c irc o sta n ti;b ) p ro ge ttazion e se m pre : a cu ra d e ll’E S -A - , di

un 'in d ustria casearia.S a re b b e superfluo a g g iu n g e re ch e in foco

esistono tutti i p re su p p o sti e p e r la p rim a p ro ­

g ettazione e p er la se co n d a . Infatti m entre fa

p ro ge ttazion e ed e se c u zio n e d e ll’im pia nto d i

so llevam ento delle a cq u e c o stitu ireb be una ripa ­

razione al d an no subito daff'e co no m ia di S a m ­b uca dalla stessa c o stru zió n e della D ig a ch e im poveriva la nostra zo n a m e ntre a rric ch iv a le

zon e a valle del C a rb o i, si v e rre b b e a costituire una fonte nuova di r ic c h e z z a c o n se n te n d o l'irri­g a zion e di p a re c c h ie estensioni di terre no c irc o ­

stanteP er quanto poi rigu ard a H 'caseificio è a p p e n a

il caso di rico rd a re ch e la nostra è una dèlie zon e tra le m igliori p e r la pastorizia e la p ro ­duzion e del latte da form aggi e di fo rm a g gi stessi che un tem po battevano la c o n c o rre n z a sìa p er la quantità ch e p er la qualità.3) - La G iu n ta inoltre ha d eliberato di recars i,

nei suoi e lem enti rappresentativi, p resso1 il

P rovveditorato alle O O PP di P alerm o p e r co n o sce re l’esito della g a ra di app alto e sp e ­rita tre m esi o r so no relativa al p rim o straf­

elo di lavori per l’e secuzion e dei la vo ri d i rifacim ento della rete fognante c itta d in a : se da parte del C om ita to T e c n ic o R e g io n a le è stato esam inato ed app ro vato il p rogetto presentato dal C o n s o rz io d ell’A lto e M e d io Belice per la definitiva siste m azion e della strada S a m b u ca - G u lfa p er la so m m a di L 103.000.000.

4) - Ha a ncora deliberato di recarsi presso l’A s -sessorato R egionale p er i LL . PP. per so l­lecitare la firma del D ecreto relativo alla sistem azione del Vallone del P isciare , P ia z­za C olle gio , Via Catena, Via R osario , Via

Fantasm a, S p ia zzo antistante l’edificio s c o ­lastico S. M aria

5) - Di chiedere a ll’A .N A .S . la sistem azione deim arciapiedi della via Nazionale ,

6) - A ll’Ente A cqu ed otti S iciliani (E A .S ,) perchiedere la p rogettazione per l’a m pliam ento della rete idrica cittadina p er il nuovo rione Riotto, via A rc h i, Vassallo e S . C ro c e .

7) - La G iunta ha ancora deliberato di so lle ­citare l’Ufficio T e c n ic o dell’Ente N a ziona le Elettricità (E .N .E .L .) che stà e la b ora nd o il progetto per l’a m pliam ento ed a m m o d e rn a ­m ento se co nd o gli a ccorgim e nti tecnici d e l­la rete elettrica cittadina relativa alle se­guenti v ie ; C o rs o U m be rto I co n pali a b ra c ­cio e lam pade a m e rcurio , e cosi pure per le vie N a ziona le ; con lam pade al m e rcurio al centro per le vie M a rco ni, R om a, A rc h i, Belvedere e P iazzetta della Vittoria

8) - Infine la G iun ta ha deliberato il p reventivodi spesa di L 2 0 00000 per il m uro di s o ­stegno attorno la Piazzetta antistante l’e d i­ficio scolastico «S . M a ria » p er stabilire un m igliore accesso allo stesso edificio.

G A R E DI A PPA L T O

>il In data 8 corrente è stata esperita la g ara di appalto per i lavori dei costruendi edifici s c o ­lastici della S cu o la M edia ed ex A vv ia m en to P ro ­

fessionale e considerata la m ole del finanzia ­m ento, vogliam o a ug urarc i ch e questa sia la volta buona!

Commemorato DanteN d P A u f u M agna de/ m agi

strale « E . N a v a rro » d i Sam ­buca d i S ic ilia , f re n u lo d i a- lu m ii ed in vita ti, i l P ro f. E n zo L a u re ila ha tenuto una in* tercssante conferenza sul p r i ­m o canto del P u rg a to rio d i

DanteP a r ecnzii pe rdersi in fan-

glie d iva ga zio n i, fo ra to re m nn mano che ilh u tra v a il canto affrontava i tem i sem pre n u o v i e interessanti della complessa personalità d e ir A I ig h ie r i e 6uf- la funzione e q u ilib ratrice del P u rga to rio n e lle tre cantiche. Si e soffermato- partico la rm e n ­te sul paesaggio d ì questo p r i ­m o canto, co gliendo m ilito la occasione per fare rilev a re al­cune ed essenziali differenze

con l'in fe rn o ,«U n a vastità nu ova si spa­

lanca su Dante n w ito d a ll’in - eubo d e ll’aura m o rta . G li ba­stano pochi versi p e r sta b ilire una tem perie tuttVflatto diffe­re n te ; le p rim e incertezze e le perplessità in iz ia l i vengo no superate con u n 1 prestigioso co lpo d ’ala che fa lib ra re l ’a­

nim a S u a »-E p arlando d e l paesaggio

«p e r d irla col M o m ig lia n o » esso diventa u n o stato d anf- m o ; in tim o , racco lto, riv e la la m alinconia fiduciosa d i chi si trova a m ezza’ strada nel suo faticoso ca m m ino e co­m unque si rende.’ ben conto d i aver superato la p a rte p ru

dura di esso.A n che i l c i c l o partecipa ai

nu o v i sentim enti del Poeta « r ìd e tu tto » p er il «b e l p ia ­neta che d ’am ar conforta* e «g o d e » per le quattro utelle- s im bo lo che resistono ancora nel vago c h ia ro re m a ttu tin o ».

Poi l'oratore avviando si al­la conclusione lu i illus tra to la

si pro fila davanti ai due Poe.

ti.. Dante- ha v o lu to fare di in i sem plicem ente il simbolo

della libertà e, nel tentativo d i volere afferm are l ’im portan. za in so p prittf ib ile d i essa, non esita a r ic o rre re persino ad un

paradosso.A D a n te è p ia c iu to il para,

dosso che ttf ha consentito di superare la rip ide zza del t»uo sistema m itfic o , nella certez­za che D io abbia v o lu to per­donare u n porgano che seppe capire « i l m a g g io r d o n o » da L u i rice vu to e n o n v o lle in a lcuna m a m era r in u n c ia rv i. D ante ha v o lu to p o rre in su­b lim e ribalto* la auprem a im ­portanza d e lla lib e rta p e r la ; quale si dev’essere p ro n ti a sacrificare anche la v ita , per­che l'esistenza: senza libertà no n p o tre b b e d irs i ta le, e la vita vai la j»«na di essere vi*, j ruta soltanto q u an d o si ha 13 ■ d is p o n ib ilità d i se stessi e del p ro p r io d o m a n i.

La vita e d e i lib e r i» non degli s c h iav i» e p e rc iò è la s chiavitù che dev'essere sop­pressa e non. d i certo 1# vita; per afferm are questa brillante verità e stato p u r necessari» 1 qualche d o fcro so e volontario esem pio - e questo è i l caso d ij C atone l ’U tìcense.

C o n queste p a ro le i l Prof, La u retta ha conclu so cosi li Sua co nfere nza sul p r im o can-

to del P u rg a to rio -I I P re s id e B o n ifa c io nel pre.

sentare l'o ra to re ha detto che e nei p ro g ra m m i d e l M agistra*. le c o n tin u a re periodicam ente J tntta u n a serie d i conferenze

te m i: d i carattere lettera­r io e pedojtocico. filosofico, al.lo scopo d i in d ir iz z a re g li a lim ili, e s ta b ilire e stimolare uii serio c o llo q u io con l ’am.

figura d i (C a to n e » il « V e g l io » bient<j cu ltu ra le Sambucese. solitario che im p ro vvisa m en te j G IU S E P P E MERLO

Lu n e d i p ro s s im o infine la G iu n ta e p e r essa il S in d a c o M o n ta lb a n o , il V ic e S in d a c o c o n l’As~;

se sso re atlè F in a n z e s o n o stati c o n v o c a ti presso

la C .P .C (C o m m is s io n e P ro v in c ia le d i C o n tro llo ) p er d is c u te re su l B ila n c io C o m u n a le di pre vis io ­ne p e r il 1966.

Il tratto dì s tra d a in te rc o rre n te tra la fine della via R o m a e gli A rc h i e c io è tutta la v ia Fran­

c e s c o C ris p i d iv e n u ta o rm a i im p ra tic a b ile . Trat-i tasi attu alm en te di un p ro b le m a s p ic c io lo e di facile s o lu z io n e . I fossi e le fosse tte s o n o ormai

tanti ed è e stre m a m e n te d iffic ile cam m inarci] non so lo c o n le m a c c h in e m a a n c h e a p iedi.

N e fa c c ia m o s e g n a la z io n e a l S in d a c o ed alla G iu n ta p e rc h è v o g lia n o p ro v v e d e re O g g i come o g g i un ra b b e rc ia m e n to c re d ia m o sia possibile!

ma se si p e rd e ss e te m p o o v v ia m e n te n o n si po­treb b e più p a rla re di ra b b e rc ia m e n to , m a di ri­

facim en to tota le d e ll'in te ra v ia C r is p i, E siccom e

infine la s p e s a d iv e rre b b e c o n s id e re v o le , la strai da in e vita b ilm e n te f in ire b b e co t ridiventarli • tra z z e ra » e q u a si c o m e lo e ra p rim a

E un a V ia in te rn a e p o tre b b e riso lve rs i i; p ro b le m a nel q u a d ro d e lle p re v is io n i in bilancio

p e r le o p e re di m a n u te n zio n e o r d in a r ia ' pochi operai e p o c o m a te ria le e si s a lv e re b b e quanto-' m e no p e r un a ltro p ò , p ò di te m p o la strada

a. g itanti p e r A d ra g n a e a gli a b itan ti d e lla stessa v ia C ris p i.

C . d ic ia m o certi c h e il s ig n o r S in d a c o e CAs-

o a n T T V P P s a ra n n o Pe r p ro v v e d e re co* og n i s o lle c itu d in e !

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LA V O C E DI SAM BUCA R «Pag. 3a T O R I A

• • «

Giuseppe Maria Amorelli, VescovoARCI VESCOVO-VESCOVO DI SIRACUSA PATRIZIO SAMBUCESE. PRELATO DOMESTICO DI SUA SANTITA’.

— COMMENDATORE DELL’ORDINE DI FRANCESCO I — CONSIGLIERE REGIO

di MARIO RISOLVENTE

le Visitatore alla Chiesa di

Calascibetta, allora dipendente

dalla giuTiSfliziohe della Cap-

peliamo Maggiore.

Avendone apprezzate le do­

ti eminenti di virtù e di dot­

trina. la versatilità del l'inge­

gno e T attitudine nella tratta­

zione degli affari di governo, il Re lo preconizzò Vescovo

Doluto dt virtù non comuni

e di sicura e provata dottrina

e d i vastissima cultura» fu per

jetto modello d a Pastori, Pa­

tire generoso ed insonne go­

vernante della sua gentei Dal

tratto signorile, amabile buo­

no comprensivo ed umano

seppe unire la più ammirevo­

le dolcezza di carattere con la

più inflessibile virilità Mai

\)dulgè all'ambizione , sdegnò

l'adulazione in tutte le' sue

B forme, protesse' eil incitò a

:.<emprt> maggiori conquiste lo

■ s e io , le virtù animò con i suoi

■ r a r i od incomparibih esempi.

■ Ecco come èra solito il gran-

[de Arciprete Viviano ricordare ’a i posteri Villustre Sambucese,

Monsignor Giuseppe M /Imo*| * retti, A rei vescovo-Vescovo di

|Siracusa.

Nasceva a Sambuca il gior-

J no 19 luglio 1781 dal Dottor

M Paolo Amoretti e da Donna

Maria Palmieri dei Marchesi

| di Villalba e compì gli studi

'nel fiorente. Seminario Vesco­

vile di Agrigento e per i suoi

eccezionali talenti fu ammesso

Ytiel Collegio dei SS: Agostino

W Tommaso /Incora Diacono

piaceva /tarlare di se e sbalor­

diva per la sua facondia e

B r efficacia della sua parola ,Da Sacerdote fu Predicatore

I molto noto ed apprezzato per

}la erudizione, la solidità di

I dottrina, la vastita di cultura

K & en sposate a semplicità, un-

T s io / ir e per la sua parola dol-

I r e e la eloquenza fluente pura

maschia insieme.

Canonico dello Collegiata di j

fjìisacquino prima, dal 1813 al

1817 fu il quarto Arciprete* I Parroco di S. Giuseppe lato, '

il dimostrò Parroco ze-\

ìlantissimo.

Per i suoi grandi menti e

sue eccezionali virtù, i due

presuli delle Diocesi di Paler­

emo e di Monreale lo vollero

tome loro Teologo, Convisita-

ed Esaminatore Sinodale.

1/ Vescovo Custos Emanuele

Rf< Mazara del Vallo (1816-

1829) lo nominò Suo Vicario j Titolare <in partibus

Generale residente in Palermo.' /„im > di Ellenopoli.

■ Per ben due volte sedette] nfonsignor Amore/!, però

^ c i Parlamenti di Sicilia ed ^ devoto al Trono non

<7U< la presenza non menn rhe „//„ Santa Sede Apo p / passiva, ma fece sentire e

ma sua voce ed il peso della

tzione,

Nominato Canonico del Ca­

pitolo Cattedrale di Catania,

B t i i r i ricoprì mansioni diver

ne ebbe fatta la lusinghiera of­

ferta della ISunzuitura Aposto­

lica presso il Governo Svizze­

ro% ma vi rifiatò iter la sua

umiltù e per il suo attacca­

mento ai genitori, Fu consa­

crato Vescovo il giorno 23

marzo 1823.

In Catania fu festeggiato con

ctilore ed entusiasmo e conti*

nuò

Seile in visita nllu Diocesi. | (lasserò da <emoli e nemici 1 suvi fedeli volle ed ottenne in

I l Seminario-che egli trovò\ molti» che cercavano di ren- 1 Siracusa i Padri Redentorisli

in condizioni d i grave e peno- 1 dere amara la sua vita e dif- cui cedette-/'Oratorio d ì S. Fi-i t *•*> i i * • - I .. .

sa decadenza' ebbe le sue più

attente 'aire e fu ò^jleSò delle

sue. preoccupazioni volle,

restaurato n^llq disciplina e

riordinato e potenziato negli

studi. Chiamò perciò il chia­

rissi fno Teologò' Can Prof.

„ dedicarti a molteplici Batdàssarc Viviano da Sambù-

incarichi, tra cui la direzione| ca* cui commis# Vincarico di

ficiìe la sua azione.

La sua dirittura morale

l'energia del carattere non s i

lasciavano vincere da adidazio-

ni e raggiri e tutto lo lasciava

indifferente e tutragono dinan­

zi alle ambizioni, mentre, prò-

digalizzava i suoi alti favori so­

lo al merito ed alla virtù per

niente indulgendo al resto..

Per incrementare la vita dei

lippo Neri con le relative ren­

dite: (21-2-1832) ottenne dalla

S Congregazione dei Riti la

inclusione della Festa del

li Alfonso M. de' Ltgiion nel

proprium Diocesano C7-4-1832)

cotrie pure tvièae vocis oracu•

lo t anche le :Feste del S Cuo-

M R .

(ron linu u in V I pag.)

t h l i t t i f / p W V / f / i i f / p n i i i i o

e S I v o lt t c n C o b t n n z a

Incisori, pittori e scultori di SambucaIl sac M ario Risolvente, o c -] Antonino G rano . Antonio G a e -

cupandosi — m olto lodevol- j tano e qualche altro

m ente — su -L a V oce d r a parte 11 fatto che al più S am b u ca » degli artisti sam - grande degli Incisori siciliani bucesi, ha voluto ricordare, in , (je| settecento Fr. G iu seppe alcune diligenti sue note, ì Garofalo, dedica appena c in - due fratelli Bartolom eo e que righi, citandone solo due Leoluca C ostanza, valorosi. In- opere mettendo anche in for- cisori, scultori e pittori, morti Se che operava a Palerm o in Palerm o dove tennero b o t - j— g non può fare a m eno tega alla fine del settecento, ^i citarlo, perchè il nom e del e che ebbero l am bito onore Garofalo figura nel Catalogo di essere lodati da irA b a te , de | ritratti della Biblioteca N a - G iovannl Meli In una poesia: zl0na|e di Parigi — il Pel- in dialetto a loro dedicata | |lCCÌonj non co m prende nel

Preziosissim e notizie b io - : su0 dizionario moltissimi in­grafiche cl fornisce il R isol-! c lso r i siciliani, alcuni dei q u a- vente, fra le quali le date 'di u |ra | migliori ed altri non

M o n s, G iu ­

se p p e NI. A -

m orellt. A r c i­

v e s co vo di

S i r a c u s a

(1833-1840).

4

iò , i t iu :c òri ÌU ^ O r ìu u r

infide■

| fc fu infatti Vicario Generale,

Canonico. Teologo, Ciantro

**ì$cr(tjid(i Dignità, Esaminatore

| Sinodale, Rettore del Semina-

t T io . Deputato airOspedale di

S. Marta e Vice Gran Cancel-

Ìl fiere d e ll Università degli Stu­

di

A tanti c così gravosi incari-

[ ehi egli disimpegno con virilità

e forza non meno che con prò-

| fonda conoscenza ilei metodi di

Ehmiverno e di tutte le disei• 1 # line da quelle giuridiche a

i quelle scientifiche, Teologiche

« Scrii turistiche»

Sotto il governo di Monsi-

? gnor Gabriele Gravina, Vesco­

vo di Catania e Cappellano

Maggiore di Sua Maestà, per

| m>lonta di Ferdinando /, fu

' ini iato per ben due volte qua•

stoltca, prima che fosse. ron= sacrato Vescovo, volle sotto­

porsi Roma al Collegio degli

Esaminatori dei f escovi <per

dare prova dei suoi talenti qua-

a lasciar dipendere la sua

elezione all'Episcopato piutto­

sto dal giudizio della S. Sede

che tlalla volontà del Sovra­

no In ciò fu il primo dei

Vescovi Titolari di Sicilia ad

interrompere una tradizione

sottoponendosi a tale esame>

fSuplimento a <l*a Cerere»

Giornale Officiale di Palermo

n. 105 del 30 12-1840)

Presso la Corte Romana

conquise quanti avvicinò e so

prattutto gli Esaminatori che.

ne saggiarono le eminenti vir­

tù e lo profonda dottrina c la vastissinvi cultura da par

loro Per il che lo stesso Pon

tefice Pio V II non solo lo fece

segno della sua particolare be­

nevolenza e sollecitudine, che

anzi lo onoro della sua augi*

cad interium> del Tribunale di

Regia Monarchia ed Apostoli­

ca Legazia di Sicilia-

Essendosi resa vacante la

Sede di Siracusa per la morte

del Vescovo di quella città

Monsignor Trigona, Monsi­

gnor Giuseppe Amorelli veni­

va designato a succedergli e

già nell'agosto del 1824 era in

posse.'iso del Dispaccio reale

con cui veniva nominato Ve­

scovo Residenziale di Sira­

cusa.

Lo seguirono i suoi familia­

ri: i genitori, i fratelli e le

sorelle, che presero stanza in

un grazioso palazzotto tuttora

detto <del Conte Amoretti>.Fu visitatore instancabile

della sua Diocesi ancora va

stissima, che poi sotto i suoi

successori sarebbe stata di­

smembrata ben quattro volte

Dai Registri della Cuna Ve

scovile di Siracusa si ha che

Monsignore compì al completo

la So Visita Pastorale ben tre

volte e dal Carteggio che con­

serviamo nel nostro Archivio

Parrocchiale di S. Lucia nle>

viamo che Monsignore spessoanzi lo onoro della sua ^ ,; ,l//a sua,ta amia--,a. In queWoecatio-] era dato per

Docente in Sacra Teologia

Oommatica, Diritto Canonico

e Diritto Naturale, deputando­

lo altresì come Vice Rettore

e Prefetto defili Studi. Chiamò

da fuori anche il Patire Mcz-

zasalma Reggente dei Conven

Inali di Comno pet~ In Tra

logia Morale ed il Padre Cur

rio dei Predicatori per la Fi

losofia e la Matematica Per

incrementare poi le vocazioni

istituì con il consenso reale

un Convitto per Giovinetti Lai­

ci da affiancare al Seminario

prepose come , Direttole

il Can Prof, l'iviano e conie

Docente di lettere greche, il

quale Ira l'altro alla morte del

Rettore, Con Farantello, avve­

nuta il giorno 512-1839

niva nominato anche Rettore

del Seminario nel mese di

gennaio del 1840.p rr il governo deliri Dio.

cesi si circondò dt persane di

fiducia e, chiamò presso di sè

il proprio fratello Monsign^e

Salvatore che operava già a

Catania e l’altro Sumbutese

Can. Prof. Doti Paolo l.o Giac­

cio. mentre in Palermo teneva

altre persone che lo salvaguar

nascita del due fratelli, stra hizza, pertanto, com e non ab­bia com pletato le sue Inte­ressanti note sui due artisti dell agrtgentìno, co n le date

di morte

S crive il Risolvente che Bartolom eo e Leoluca C o ­stanza, nacquero a S am bu ca di Sicilia da Don G iuseppe e da O onna G oivanna Rlgglo,

prim o il 23 gennaio 1781 ed li secondo il 5 aprile 1783.

L ’esatto co gnom e di que­sti due artisti, erroneam ente indicato dagli scrittori in Co stanzo o Costanzi, fu quello Indicato dal Risolvente Co

nativi dell'isola, ma ch e In essa operarono

SI limita a citare quelli in­dicati dalla Bessone Aureli, dal De G u berratls , dal T h ie - me, dal Bellier Auvray, dal Bryan dal Benezit. dal D la - bacz da llH e in e ck e n. dal M eyer, dal M lreur, nel loro dizionari, e quelli che figura­no nelle opere del Bartsch e del Passavant H pittori- in c is o ri-) e di alcuni altri scrittori Italiani e stranieri

D 'a cco rd o che queste ope­re dovevano essere consul­tate e citate nella bibliogra­fia del singoli artisti, m a qu an -Indicato dal Hisoivenie w i i i » ™ - ; ' » - -

stanza, cosi com e l esatto n o -, do ci si me e nam e del più giovane dei fra- un d h o nfl_ en|0 del_telll fu Leoluca e non Marco0 Luigi, co m e citato dagli scrittori

M ons. G am blno commette tutte e due le inesattezze, scrive, Infatti «D u e altri ar­tisti, fioriti in Palerm o duran­te Il regno di Ferd inando III di Borbone, diede Sam buca1 due fratelli incisori Bartolo­meo e Marco Costanzi, i qua­li ebbero l'onore di essere cantati dal nostro più grande poeta dialettale, G iovanni Meli, che ne am m irò I lavori*

Arm ando Pelliccioni, nel suo «Dizionario degli artisti Incisori Italiani dalle origini al XIX Secolo» non co m pren­de I fratelli Costanza, e si limita a citare soltanto Giu­seppe Vasi, Francesco DI Bar tolo, Tommaso Alo|slo Juva- ra, Pietro Detl'Aquila e qual­che altro incisore siciliano mi­nore, co m e Filippo Llardo

mitarsi al coordinam ento del­le v ane citazioni, m a — com e nel caso in Ispecie — rintrac­ciare le lirm e dei vari artisti anche sulle incisioni, non sol­tanto per arricchire II d izio­nario del m aggior num ero di nomi, ma anche per citare il m aggior num ero di opere de ­gli artisti stessi Nel d iziona­rio del Pelliccioni, invece, non solo m ancano moltissimi artisti, ma di ciascun artista sono citate pochissim e opere.

Per quanto riguarda gli ar­tisti Incisori della Sicilia, è com prensibile la scarsezza di citazioni nel dizionario del pelliccioni, dato II criterio te­nuto dall'autore nella co m pi­lazione del suo lavoro

Infatti, nessun scrittore si è mal dedicato alla com pila ­zione di un lavoro sull'inci-

Alessandro Giuliana Alajmo (continua In VII pag)

Page 4: N 59 ( febbraio 1966 )

Pag. 4 RELAZI OHI SOCI ALI LA V O C E DI SAMBUCA

Chi sono i giovani che frequentano l'i­

stituto magistrale di Sambuca? — Come vivono, che pensano, a cosa aspirano? —

Cercando di trovare una risposta a questi e ad altri interrogativi, ci siamo recati per

alcuni giorni nelle aule a parlare diret­tamente con i giovani, per ascoltare dalla

loro viva voce, impressioni, giudizi, criti­

che. Abbiamo articolato la nostra inchiesta

in tre punti fondamentali: scelta della car­riera; posto dei giovani nelPambiente fami­

liare e sociale; occupazione del tempo li­bero. — «Possiamo dire che nel nostro

Istituto è rappresentata «la profonda» Si­

cilia: giovani di Giuliana, Bisacquino, Pa­

lazzo Adriano, Menfi, Raffadali, Vita,

Mussomeli, Corleone, e di numerosi altri cen­

tri». — Chi dice queste parole è il Preside Bo­

nifacio, un uomo di media statura, viso roton­

do e pieno, modi cordiali, occhi mobili e vivaci

R i fo r m a r eSe il futuro si presenta tra­

ballante, il presente non sod

disfu tutti Per alcuni, certi

aspetti degli attuali programmi

dovrebbero subire, opportune

innovazioni.

*La matematica non si pre

senta come materia basilare e

anche se uno volesse apprez

zar la, non viene insegnata co­

me si deve. Infatti, a mio pa­

rere, la scuola italiana manca

di insegnanti con titolo speci­

fico si hanno, nella maggio-

rama, insegnanti non laureati

e di poca esperienza o trop­

po vecchi» . Cosi si esprime

C alogero P aim eri, un I9enne

alto e robusto..

Giacom o Cuccia aggiunge ‘

<11 latino, secondo mcT è or-

mai superato.

Non vedo la sua importanza.

Dal latino non c’è più niente

da prendere. La storia, poi, ha

ffni n< fu che ci hai

Hi, che c o n ___(ulta forma). T l> a n d ie re rosse sT

. r al grido ««Vogliamo la terra! La terra aiM a si d im en ticò

c o sa c h e ca p ij p ro p a g a n d a c h e s ii 1965 n o n e sisto no più fondi da s c o rp o ra re e.

Agraria! — E *1. p e r che tutti sappiamo, e lo sanno | sistessero. r,^ r®DP f ^ n3i noi, i nostri contadini

(c h e nessuno la vuole pi npobello di Licata, a Pa

’ in altri nostri comuni sono state iscenate simili ma- Prestazioni? ^ ^ | h e tutto ciò sia un orchestrazione bella tuona e

di farsi" vuo le e i te l ESÀ

carattere più informativo

che formativo

Certi fatti e avvenimenti do­

vrebbero essere illustrati con

la proiezione di diapositive» Troppo teorica ed umanisti-

ca più che tecnica e pratica è

la preparazione del maestro

elementare 'Sono valorizzati il

latino, Vitaliano la filosofia

piuttosto che la pedagogia, la

metodologia. il tirocinio e la

didattica m genere. Le ore di

tirocinio, che. dovrebbero esse­

re le più interessanti, si riduco­

no ad inutili passeggiate disten­

sive. I l maestro che si appresta

a sostenere un concorso magi­

strale se vuole ottenere un ri

sultato positivo, è costretto ti

r i i [ iiv ic i | jt>’s t i t i f i 1*1*11 f iServizio di ANDREA DITTA E PJPPO MERLO

studiare ex • novo argomenti

che la scuola aveva completa,

mente tralasciato e.d ignorato.

Ila tenuto a sottolineare

queste manchevolezze lo stu­

dente P ietro R a ia . « N o n sap­

piamo che cosa sia il metodo

globale e sconosciamo del lut­

to i principi su cui si Iondano i programmi delle scuole eie-

mentori»Molte id e n tic h e a lle sue so­

no State n u m e r o s e a ltr e ̂ ri-

sposte che c o n fe r m a n o l ’esi­

g en za d i una revisione d ella struttu ra p ro g ra m m a tica del

m a g istra le______ ____________

Q u e s t i o n e

«li scelta— Per quali ragioni ha scelto la

carriera magistrale? —

«Sento di avere innata lina spiccata

tendenza educativa N on m i scoraggia

la situazione doloro** in cui si dibat­

tono i maestri fuori-ruolo Aspetterò

per mettere in atto quello che ho so*

gn.ito da K.m prc : essere una maestra»

Cosi r i risponde la diciasettenne Ma­

ria Grazia Di Giorgio, una ragazza dai

capelli lunghi alla Spaak. dal vino ro­

tondo roseo, grazioso e dal portamento

piuttosto raffinato

A ltr i m otivi hanno indotto a seguire

questra strada il giovane Luciano Agueci

«N o n ho intenzione di fare il maestro

D o po il diploma andrò ad U rb in o per

te* 1 &

iscriverm i al corso di giornalit-mo>

— ■ La situazione dei maestri fuori

ruolo è drammatica si parla di circa

200.000 disoccupati C iò la scoraggia? —

cA m o i fanciulli e desidero insegnare.

H o molta pazienza e attenderò fin quan-

to s*ira necessario». Questo e il parere

d i Leone Maria, una bionda 18enne,

che sorride graziosamente mentre parla

N o n tutti, pero, sentono la passione

educativa. I casi.

Irene Varnnello ci dice, «Ta lv o lta i

bam bini sono noiosi; più che fare la

maestra preferirei im piegarm i fuori del­

la scuola».

E Maria Antonietta Cacioppo aggiun­

ge* «S tu dio al magistrale per rugioni di convenienza p iù che per amore verso

la scuola elementare»Questa scelta è maturata nel tempo per

il 23ennc Marcello Forti, presidente del

comitato studentesco «Essere stato a M i­

lano per un lungo periodo come isti* turo e in scuole speciali ed in convitti,

mi ha dato modo di affezionarmi ai

bam bini- Ora sento di fare il maestro.

Conseguito il d iplom a, spero nella v it­

toria del concordo magistrale».

Con quale anim o i futuri maestri si volgeranno all’avvenire?

G li studi magistrali sono stati consi­

derati da m olti ro ra r la via più farile per la <onqui*ta del «d ip lo m a >. e lem rn-

lo di emancipazione e d i livellam ento

di titoli scolastici Tariti pensano d i in ­

dirizzarsi a studi superiori .altri ad ini pieghi diversi II diplom a resterà per

essi un « tito lo » da sfruttare e da far valere ncH'occasione m igliore. La nobi-

Nella sinceri- M tà della con-

■ fesslone di questi giova­ni c ’è la ri­cerca di un ideale che attui, e regoli al t e m p o stesso, le lo­ro aspirazioni per realizza­re la vocazio­ne cui ven­gono chia­mati d a l l e particolari at­titudini

le figura del maestro, il p rim o educa­

tore cui viene affidata dalla società la

delirata missione di plasmare gli anim i

ancora innocenti dei fanciulli, schiuden­

do lo ro i p rim i orizzonti della vita,

si sgretola dinanzi agli occhi degli stu­denti.

U n o stato di sfiducia e di scoraggia­

mento causato dalla triste visione in cui

è costretto u dibattersi chi lascia i ban-

chi della scuola per affrontare le dure

necessità della vita, portano il giovane

a sottovalutare la nobiltà della missione

educativa, disperdendo cosi forze che

potrebbero rivolarsi preziose ed insosti­tu ib ili.

R o ttu r a col p a ssa to ?

Abbiam o voluto, q u in d i, seguire e ca­pire la giornata dei g iovuni, fuori dalle

preoccupazioni e dalle ansie scolastiche,

nei loro m om enti d i abbandono, nei lo ­

ro contatti continui con la società in mezzo alla quale v ivono .

Una Sicilia effervescente e contrastan­te si è rivelata a noi. E con essa il

volto della gioventù pro vinciale italia ­

na, circoscritta in un spazio um ano , colm o d i p regiu dizi, di p revenzio ni so­

n a li , ovunque uguali e presenti— Com e giudica I genito ri? I vostri

rapporti si «volgono su un piano di vicendevole confidenza?

Hosttria Schirò, una 19enne da C o n ­tessa Entelltna, bruna, dallo sguardo

penetrante, parlando con voce sommes­

sa ei d ice : N e l paese in cui v iv o le tradizio ni e le ab itu din i sono anrora

profondam ente radicate 1 rich ia m i della vita moderna, penetruno m olto lenta­

mente negli an im i delle persone. I m iei genitori riflettono questo am biente, che

si rivela chiuso anche nei rap porti so­ciali. Infatti non posso d ire di avere

am ici de ll'a ltro sesso e preferisco co n­fidarm i con mia madre V o rre i evadere

dal m io paese, purtroppo <1 «ono e r i sto».

Ma a potili chilom etri d i distunza,

in pac.«i della stessa pro vincia, diverse sono certe situazioni fa m ilia ri.

« I m iei genitori si sono dim ostrati com prensivi con me e g iudico soddi­

sfacente Pedm azione ricevuta da essi, Riconosco, tuttavia, che talvolta non

riescono a penetrare nel v ivo di certi p roblem i che sono p ro p ri della gioven­tù rontemporanea In mia madre ho

trovato una vera am ica. E* stata lei a

guidarm i e a consigliarm i sempre. R i­

corro più raramente u m io padre, pe r­

che riconosco che come uom o ha i suoi p ro b le m i».

Cosi, ancoro una vo lln , risponde Ma­ria Grazia D i Giorgio.

Preferiscono confidarsi con i p ro p ri genitori. La famiglia resto fortunatam en­

te un nucleo saldo, un valore che il

giovane riconosce Ma talvolta il con-

trasto tra padri e figli avviene e que-

►t u ltim i non trovano la com prensione necessaria.

Q u c-to , ad esempio, è il parere di

franco Sciurba, un giovane esile e dai capelli ricc io lu ti- «Penso chc non ci sia

nella so. i d i o g gi <■>,» perfetta con,- p rensio ne tra i g e n ito ri e > « g l i - Io preferisco co nfid a rm i con u n am ico an­

ziché con m io p a d r e ».U n a ventata d i n u o v o e d i libero

co m in cia a penetrare ne lle coscienze dei g io v a n i, protesi ad assum ere un alteg. giam ento di riv o lta verso idee , senti- m e n ti, stati d ’a n im o , g iu d ica ti superati.

I l guscio della tra d iz io n e , am m antato dai tabù e da lle in ib iz io n i de lle gene­ra z io n i p re ce denti, co m in cia a lo go rarsi.

« l o sposerei una ragazza anche dal passato poco ris pettabile . L a m b ie n te di M u s so m e li, in m ezzo a cu i v iv o , c o m m - cin a guarda re realisticam e nte certe si­

tu a z io n i» .S ono parole del giovane Gelsomino,

L e nu ove g ene razioni sentono lo ne­cessità d i conoscersi, d i scam biare le lo ro idee, critica n o le lo ro co nsu e tu d in i, n o n risp arm ia n d o g iu d iz i che possono a p pa rire spregiudicati.

Seguendo attentam ente le p a ro le di Pietro Haia a b b ia m o sentito levarsi un g rid o d i protesta. S econdo lu i a B isac­q u in o , d o v e v iv e , sussistono ancora tra­d iz io n i chc i vecch i risp etta n o re lig io ­samente « I l fidanzam ento ufficiale come frutto d i un accordo tra i p a d ri dei j ris p ettiv i gio vu n i tarpa le a li a llo sboc­ciare d i sentim enti spontanei e irre fre - ! ria b ili. I fidanzati g iu n g o n o cosi al m a­tr im o n io m entendosi l ’un l'a ltro , p r iv i d i un attim o d i in tim ità , s eguiti come sono dal codazzo in s o p p o rta b ile de i pa­re n ti» :

M a nel l'a m bie n te studentesco che r i­sente anche d i queste c o n s u e tu d in i, di 1 già si co m in cia a re a g ire . L e parole d i Lina Nìcolosi, anche essa do Bisac- * q u in o , p ro nu n cia te tra l'a p p ro va z io n e u n an im e , ne sono una p ro v a : « P r im a del j m a trim o n io è necessaria una eonoscen- j za recip ro ca tra i fidanza ti. Io sono fidanzata ma non ufficialm ente. U n fi- d a n z a m e n e ufficiale, n e ll ’a m b ie n te in ; cui v iv o n o n m i a vreb b e dato m o d o dì ! conoscere e d i a p prezza re il fu tu ro co m - i pagno della m ia v it a » .

A L F O N S O D I G I O V A N N A D ire tto re R espo nsabile e p r o n r ie in r i » j

R e d a tto re : Franco Lo Barbera j C o re d a tto ri: Andrea D i t t a . Vito i Gandolfo. P ippo Merlo, Calogero Oddo, f - 1 - - ' ° ""v iven te . Giuseppe Salvato

D Ì , T poM aIe 7fi- A g rig e n totei 26105 - R e d a zio n e - P ro Lo co !

ó f ! ‘ n " I , ( -o rb o i» ' V ia B elved e re .« u D I s I C I L I A

A ut_ lr il> di Sciacca, n. 1 del 7-1-1959 ‘

Abbonamento annuo L . 1.000; bene

™ r ° *i 2000 : sostenitore L . 3.000: j ^ o _ d o lla r , 5 , c c. n „ 7-8624

Vescovile A g r ^ T

Page 5: N 59 ( febbraio 1966 )

Uk V O C E DI SAM BUCAPag. S

A m i c i z i a<— Può esistere una amici>

zia tra i giovani di sesso op­

posto? —.4 questa domanda le ragaz­

ze hanno risposto negativa• mente. Nessuna di loro ha ma­

nifestato il desiderio di ave­

re accanto a sè un giovane co­

me amico, di condargli i pro­

pri problemi o le proprie

ficoltà, per averne consiglio e | guitta. ?Ve//e situazioni difficili

preferiscono Vancoraggio del-

Vomica e preferibilmente del

la madre.

G li uomini, in generale, pen­

sano alla donna anche nella

veste di amica. Di questo, al­

meno, sembrano convinti:

«Credo clic possa esistere

un amicizia tra giovani di ses­

so opposto*. Così si esprime

il 12enne Benedetto D i Gior* gio.

Ma alla nostra domandu

«C o m e si comporterebbe. con

una ragazza che ritiene, amica,

in un luogo appartato? Pre­

varrebbero, in tale caso, le doti

d e ll amico o quelle del Don

Giovanni?*, diventa rosso e

balbettando risponde: «JVon so

come andrebbe a finire.~ ».

Riprendendosi aggiunge :

€~.Qucsto è un caso-limite, In

genere ho provato sincera a-

micizta per certe giovani che

frequento ed ho avuto mo­

do di consigliarle in situazio­

ni un po' delicate

Di ri tto al l a v o r o

— 1,'attuale, società riesce a

soddisfare tutte le esigenze cui il giovune aspira? —

cLa società e egoista, non

si preoccupa, in genere, di

aiutare il singolo e. non per­

dona facilmente gli errori che

si possono commettere nella

vita». Questo e il parere di M arcello F o rti,

To n in o Vaccorino. invece, aggiunge «Conseguito il di­

ploma, farò anche lavori mo­

desti ed umili, se sarà neces­

sario per vivere. Sono stalo

abituato a lavorare da piccolo:

P e r v iv e r e insiem e

A n co ra non sentono d i avere una suf­ficiente m aturità per guidare le sorti di una fam iglia. Però non j^ n m o n o atteg­giam enti ro m antici, parlando del futuro com pagno che v o rrebbero incontrare nella vita

L 'in te llig en za , lu com prensione, l ’at­taccamento alla fam iglia , i l coraggio so­n o le doti rbe vo rreb b e ro trovare nel

* ragazzo o nella ragazza dei lo ro sogni.A b b ia m o notato clic anche le doti

! fisiche, quali la prestanza, i l colore de- , gli occhi o dei capelli, sono fattori che ( influenzano una scelta.

M a alle doti fisiche preferiscono quelle s piritua li.

« I o sposerei una donna povera, non preoccupandom i delle o rig in i Per m e. una povera è da preferire ad una ricca : solo la prim a Ila provato più difficoltà nella vita ed e capace di p iù com pren­sione e di p iù amore 1 sacrifici affi­nano l’a n im o ».

« L a bellezza svanisce, ma l'intelligen­za, il coraggio, lo spirito di sacrificio, se si hanno, restano per tu tti una v ita ».

« U n ragazzo intelligente e sicuro di sé è da preferire ad un 'fusto’ vuoto e vanitoso»

Sono queste le più significative r i ­sposte che abbiam o raccolto dalla viva voce dei giovani,

La gioventù ha a v u t o sempre i suoi problemi, ma quella di og­gi li vive ed è impaziente, di vederli ri­solti in un modo o nel­l'altro: scuo­la, amicizia, politica, cul­tura, tempo libero, lavo­ro...Nelle loro ri­sposte però è palese la ca­renza di Idee sui problemi da risolvere.

Jane e Peter Schneider«

Jane e Peter Schneider

sono due giovani studiosi

^americani che si trovano a I .Sambuca dallo scorso autun

no per condurre delle ricer

«thè sulla struttura sociale e

sulla cultura dei paesi agri­

coli■ Sono sposati Lui è un gio-

venotto sulla trentina, dal vi­

so roseo e rotondo, sorride

Spesso, ha modi timidi e gen­

tili porta gli occhiali H i Lei è una bionda dai ca­

pelli lunghi e lisci, dal volto

I ovale, snella, dal portamen­

to raffinato » Oui. a Sambuca, sono or­

mai di casa ra t Noi abbiamo voluto a w ici-

; narli per conoscere dalla lo­

ro viva voce i motivi speci-

; fici della loro permanenza In Questa parie dell'isola

^■••Jane ed lo, dopo aver ter­minato gli studi per la libera

fd o c en za nell'Università di Michigan, siamo venuti In Si­

cilia per conto del diparti

mento di Antropologia della

stessa Università che dirige

una serie di ricerche nelle nazioni del Mediterraneo Cosi ci risponde Peter

Abitano in un appartamen­

to della piazza Intestata allo

scrittore ottocentesco Navar­ro, autore de <-La Nana», pro­

prio di fronte alla casa dove

abitò lo stesso

Nella loro casa, dove sia­

mo andati a trovarli, su un

tavolo abbiamo notato del ri­

tagli di giornali, delle lettere

provenienti dall’estero, dei

giornali americani Ad un an­

golo è posato un violino, lo

strumento preferito da Peter

Uno stipetto incavato al

muro è diventata libreria, do­

ve sono allineati volumi di autori italiani, specie meridio­

nali, assieme ad altri ameri­cani

— Com e mai, per il vostro lavoro, avete scelto Sambu­

ca? — chiediamo a Jane

Essa risponde con voce

piana e dolce «Provenienti

dall America, abbiamo girato ur» pó per la Sicilia Occiden­

tale Ci siamo fermati a Sam­

buca di Sicilia per alcuni mo­

tivi fondamentali Innanzitutto

il paese si trova ubicato al

centro di una zona In cui

si praticano diversi tipi di a- gricoltura, un altro motivo va

ricercato nel numero di abi­tanti che è inferiore al die­cimila e superiore ai cinque­

mila, infine qui è possìbile studiare una economia pret­

tamente agricola».Il loro lavoro si articola in

varie attività Consultano li­

bri storici e attuali, raccolgo­

no dati statistici presso il Comune, parlano con perso­ne delle varie categorie so­

ciali per conoscere episodi della storia passata e recente

della zona Inoltre partecipano alla vi-

ho fililo il barbiere, il calzo-

imo n i altri mestieri. Non mi

vergognerei tli prendere in nin­no una zappa.

Nella realtà di tutti i giova­

ni, vedo che il lavoro non è assicurato»

l.’ìdea di eseguire lavori ma­

teriali pur di assicurarsi una

fonte di guadagno non scorag­

gia i giovani diplomandi. Non

importa loro delle critiche c

I giovani di oggi sentono i I bisogno della associa­zione, molti sconoscono

il teatro, la letteratura i

movimenti culturali con­temporanei. Il giovane lan- gue nel caffè, nelle sale di bigliardi, so­gnando in­contri che possano sod­disfare me­glio la sua ansia di vive-

II tempo libero

Infine abbiamo affrontato il problema del tempo libero, ricavando impressioni e risposte m olteplici e disparate

Com e occupa il suo tempo lìbero? Segue le manifestazioni culturali odierne e clic cosa Le interessa particolarm ente9

Cinem a, teatro, radiotelevisione, vita m ondana?

« M i interesso di pittura anche ne quel­la contemporanea non m i piace tonto Quando tono davanti alla tavolozza mi

«ento m igliore, diverso da come sono nella vita di tutti i g io rn i» .

Cosi ci «lice il piovane Salvatore. Pas­saggio da Agrigento.

« In genere seguo la televisione Passo

le m ie serate al circolo, giocando e discutendo con gli a m ici»

«M i piace andare a ballare Però quo* do ne ho la possibilità o mi trovo in

città, riesco a vedere persino tre filma. M i piacciono i films che dicano qualco­

sa, generalmente preferisco quelli a sfondo morale e psicologico»,

«Tras co rro le mie ore leggendo. H o

letto qualche lib ro di M oravia. A p p ro ­vo Io stile ma non il contenuto»»

M i piace andare a ballare Però que­sto non capita sempre nella mia G iu ­

liana» Queste sono state le risposte di

Muzzo, Luciano Aguect, Irene Parritici

lo. Lina Marchisotia Seguono generai* mente la stampa, gli spettacoli cinema­

tografici e televisivi. H anno una certa coscienza del valore del tempo libero

delle impressioni che potreb­

bero subire da pane dell'opi­

nione pubblica. Tali pregiudi­

zi appaiono ormai superati.

Non giudicano positivamen­

te l'attività politica e quasi

tutti hanno affermato che è qualcosa di losco e dì sporco.

Più di uno però ha preci­

sato che tale attività dovreb­

be richiamare i giovani, il cui

atteggiamento non dovrebbe

essere passivo Questo giudizio

non colpisce la politica in sè

stessa, ma gli uomini che la

rappresentano, a qualunque

partito essi appartengono Per

gli uomini infatti e per il loro

operato ut genere, i giovani

non hanno risparmiato critù

tichc talvolta anche un pò

troppo esagerate sconoscendo

quasi l'apporto di spiccate per- soruilità politiche

Ma non possono dare pieno sfogo alle loro aspirazioni perchè mancano le con»

dizioni reali per valorizzare il tempo fuori dalla scuola.

Sentono il bisogno dell associazione del club, ma sottolineano il fatto clic

nei piccoli centri., le autorità non fanno

niente per incoraggiare le attività cul­turali e ricreative. Sconoscono nella mag­

gioranza il teatro la letteratura contem­poranea, le. attivila sportive- Il giovane

langne nei caffè, nei biliardi fumosi, so­gnando incontri più proficui, che pos­

sano soddisfare meglio la 9ua ansia di vivere

A conclusione della nostra inchiesta, abbiamo organizzato un dibattito tra i

giovani per meglio approfondire il no’

stro colloquio ed i nostri precedenti incontri. Erano presenti come osserva

lo ri due sociologi americani Peter © Jane Schneider., che si intratterranno a

Sambuca fino al prossimo autunno per studiare il nostro ambiento

I giovani ancora una volta si sono upcrti, hanno parlato con tutta franchez­

za, infrangendo il guscio del silenzio, spinti dal desiderio di manifestare qual»

cosa che forse da tempo avevano desi­derato.

A d essi, al preside dr Gioacchino Bonifacio ed al vice-preside dr. C iro

Lo Scalzo, vada il nostro p iù sentito grazie.

Con le loro attenzioni e la spontanea c disinteressata collaborazione prestata­

ci, hanno reso possibile e più facile il nostro lavoro

PIPPO MERLO ANDREA DITTA

ta del paese li abbiamo vi­sti presenti a conferenze, ai consigli comunali, a feste col­lettive, a matrimoni., a battesi­mi

LI vediamo spesso, dinan­zi ai circoli e al bar, a di­scutere ed ascoltare

— Quando pensate di ri­tornare in America?

«Resteremo qui — rispon­de Jane — fino al prossimo settembre. Poi ritorneremo in America per analizzare e si­stemare i dati raccolti e ri­prendere la carriera di do­centi universitari Speriamo di scrivere un libro sulle nostre esperienze In Sicilia»

— Quali sono le vostre im­pressioni sul nostro paese e sulla Sicilia in genere? — chiediamo infine

Entrambi sorridono, alzano le spalle

«Preferiamo non dare giu­dizi perchè potrebbero non essere esatti

E meglio aspettare ancora. Possiamo solo dire che a

Sambuca abbiamo trovato gente ospitale e gentile e stia­mo bene. Cominciamo ad amare la vostra isola e sen­tiamo che ci dispiacerà la­sciarla"

ANDREA DITTA

C O N V O C A Z IO N E A S S E M B L E A S O C I D E L L A P R O L O C O

Per il g iorno 13 corrente mese è stata co n - vocata l'A ssem blea dei Soci della Pro Lo co nei locali sociali con il seguente ordine del g iorno :1) - A p pro va zio ne del conto consuntivo d e ll'A n -

no 1965;2) - A p pro va zio ne bilancio di previsione per

l'A n n o 1966;3) - Varie.;

Page 6: N 59 ( febbraio 1966 )

Pag 6 P R O B L E M I. . . . . T - . . - — « i

LA V O C E DI SA M B U C A

ALCUNE LAPIDI ED UN OROLOGIO... PARLANTI

I l passatoSotto la torre campanaria dell'ex

Chiesa dì S Rocco e dell'Orologio

trovavasi fino a qualche decennio fa una lapido commemorativa postavi nel

1910. anno In cui vennero fatto delle particolari manifestazioni celebrative per II Cinquantenario doll’UnJtè d Italia

In qucll’occaslono Sambuca celebrò l'avvenimento con particolari solennità

e con la partecipazione di alte per­sonalità del tempo come Mario Amato,

Alessandro Tasca ed II nostro illustre concittadino Prof Andrea Maurici, do­

cente di lettere a Palermo 1 '

Successivamente si staccò dal muro o si frantumò e nessuno provvide a

rifarla e a rimetterla al posto di prima e fu cosi cancellato un ricordo, una

paginetta della nostra storia locale

Essendosi fatti restauri radicali ai lo­cali dell'ex Monastero di S Caterina

per ricavarne un moderno plesso sco­lastico, è stata divelta un'altra lapide che trovavasi sulla facciata e che com­memorava e ricordava ai posteri l'u­

nico sambucese ■ che partecipò alla celebre spedizione In Africa del 1898

e che nella battaglia di Adua immolò la propria esistenza

Resta ancora al suo secondo posto la lapide che ricorda l'aiuto prestato

dal popolo di Sambuca alla celebre Colonna Orsini durante la spedizione dei Millo

Vogliamo qui trascrivere un pensie­ro del Prof. Leonardo Sciascia: -Il co- muno di Giuliana accolse la Colonna Orrsinl piuttosto malo e sarebbe rima­sto, Il Colonnello Orsini, coi suol feriti e

coi suoi carri, a vagare In quell'ar- donte piana da western, se i Cittadini di Sambuca non fossero accorsi ad in­vitarlo A giustificazione dei cittadini di Giuliana va detto che il Colonnello Von Mechel, pocho ore prima, aveva punito col fuoco e col saccheggio la città di Corleone: ma ciò aggiunge gloria al comportamento dei Sambuce- sl II diverso comportamento nel ri­guardi della Colonna Orsini di due paesi vicini — Giuliana o Sambuca — si deve Indubbiamente ascrivere. all a- zlone dei notabili e non al diverso sen­timento delle duo popolazioin SèVn- plificando diremo che Sambuca era un piccolo centro di cultura I notabili,era­no aperti alle nuove idee, avevano rap­porti con uomini politici e letterati di altre città siciliane, avevano bibliote­che relativamente aggiornate, pubblica­vano persino un Giornaletto letterario» (L. Sciascia — -Pirandello e la Sici­lia- — Ed S. Sciascia - pag 138)

Abbiamo voluto stralciare dal Scia- scia il pensiero di sopra per conforta­re la nostra segnalazione e anche la nostra proposta.

Non v’è chi non veda infatti quanta sia l'importanza di queste lapidi per tenere vivo il ricordo e desto l'interes­se nei più, In quelli cioè che i libri non leggono e nemmanco i Giornali che di queste cose parlano, circa av­venimenti che onorano altamente la nostra Comunità Clttadina.

Vorremmo proporre al signor Sinda­co quanto segue

rilevare dal magazzini del Comune la lapide celebrativa del Cacloppo, caduto nella battaglia di Adua, ripulirla e col­locarla sulla parete nord-est della Chie­sa di S Caterina prospiciente la Piaz­zetta della Vittoria,

far divelgere la lapide celebrativa del fatti della Colonna Orsini a Sambuca

e, ripulita, collocarla pure sulla mede­sima parete su la Piazzetta della Vit­toria. Oltretutto crediamo che essa be­

ne si adatti alla raccolta di tali memo rie essendo peraltro sede del Monu­mento al Caduti Sambucesì nella guer ra 1915-18

E appena il caso di ricordare come l’attuale sede della lapide, che prim

trovavasi sii la fgcciajft deU,pttuale se­de della Cassa Rurale ed Artigiana 9

che successivamente fu collocata sulla facciata dell'ex Monastero Ih Corsò’ b m

berto, ^ la meno;'eceonci&) 'è che in vece la Piazzetta riteniamo sla la sua

sede, diremmo, quasi naturale

Crediamo altresi che trattandosi di lavori di entità trascurabile non si do­

vrebbero trovare difficoltà di carattere economico-finanziarto-.

V ECCH IO O R O LO G IO

DELLA TO R R E D S. GIO R GIO

Esisteva fino a qualche anno fà ii

vecchio glorioso, orologio sulla torre dell’ex Chiesa di StcGiorgio.

CI risulla che' le ferramenta dì quel­

l'orologio erano ritenute molto interes­

santi sia per quanto riguarda" l'anti­chissimo congegno ^leirorologip stesso sia perchè essi portavano delle scritte

in caratteri arab ich e , interpretati, po­trebbero fornire indicazioni storiche sul­le origini dell'orologio stesso, del Co­

mune e comurique déffà dominazione saracena cui rimonterebbe I orologio

Consta peratijgJ f y 'f jp 't t e ferramenta Si troverebbero^ riei magazzini, del C o ­

mune (e speriamo, che j ; i siano anco­ra) siti In via Telegrafo.

Al signor Sindaco..-rior» crede sia il caso di fare ben rovistare in detti

magazzini e rintracciare le ferramenta

dell'orologio per assicurarle all'antique- rium comunale?

rare da salvareXt4 Ili?7 il provvidi inter

vento da ll'ag rico li»^ Giorgio

Cipolla inteso lu n a salvò da

certa rovina il magnifico e pre

z io so portale Chiaramontano

ch*t oggi decora il prospetto

principale della Chiesa della

Concezione, assicurandolo co

si alla posterità.

Nel 1959 essendo stata alte

nata e diroccata In ex Chiesa

di S. Giorgio furono salvati

olo alcuni pezzi di valore co-

me raffresco del X II secofo

che oggi trovasi nella Chiesa

Madre dell'Assunta,

In quella stessa occasione il

sottoscritto provvide a chiede-

;jp al signor Murino Francesco,

che aiava acquistato. la parte

dell'ex Chiesa che includeva il

prospetto principale, che gli

consentisse di fare smontare

con ogni cura il portale cin­

quecentesco che decorava Viri- j gres$o principale della ex Chic-1

sa. Avendo il Marino consen­

tito, i l sottoscritto ne dette i

mandato alla Ditta Fratelli

Cangi la quale, dopo aver fat-

ja eseguire una fotografia del

pezzo cinquecentesco tanto pre­

gevole ed interessànte, prov­

vide a numerarne, i vari jtezzi

costituenti Vinsieme dell'opera

e tutti con attenzione e rispet­

to f»er evitarne la manomis­

sione furono trasportali nella

Chiesa di Gesù e Maria, ove

i l sottoscritto li ha custoditi

in attesa che la Provvidenza j lo mettesse in condizioni di

poter fare eseguire i lavori per

la collocazione, dello stesso

portale, nella porta laterale del­

la Chiesti della Concezione

Ancora non è stata la volta

buona9 Malgrado i tanti impe­

gni i l sottoscritto non e ftu>

setto a mandare in attuazione

questo suo preciso impegno

Pertanto rivolge un appello

a i signor Sindaco Montalbano

ed alla onorevole Giunto Co­

che là $*n$ibilhv che VAmnu•

nitrazione attiva attuale ha di.

mostrato circa il problema del­

la salvaguardia del patrimonio

del passato varrà a far si che si

deliberi nel senso di sopra cen-

rn a naie, che lo affianca nella nato.Oltretutto, pensiamo che non

dovrebbe trattarsi d i una spe.

sa considerevole e pertanto

Amministrazione attiva, per-

the voglia prendere in consi­

derazione tale problema ed é-

t f ritualmente deliberare la

spesa a carico del bilancio co-

ninnale per salvttgtiardàre un

pozzo tanto raro che con Con.

dar del tempo potrebbe di-

sperdersi Noi siamo convinti

suimo convinti che. potrebbe

benissimo gravare sul bilancio

comunale dell’anno corrente

1966.

M A R IO R IS O LV E N TE

La travatura’N a c h iu rm a d ’a p p rin n is ti e m u ra tu ra

sta s d irru p a n n u un v e c c h iu fa b b ric a tu ,

c h i fù in autri te m p i la d im u ra d ’un n u ta ru r ic c h is s im u sfu n n a tu .

U n v e c c h iu p assa e fà la c u n g lttu ra

ch i in q u a lc h i p o stu d i d d u c a s ig g ia tu

s ic u ra m e n ti c ’è la tru v a tu ra

e ch i a sc u p rilla n u d d u s 'h a fid a tu ;

m a m e ntri p a rla , un m a s tru di d ic o ru

d a n n u c u forza un c o rp u di p ic u n i,

rup pi ’na b a c c a re d d a c h in a d o ru

e di m uniti ni n is c iu un f ru s c iu n i.

A tali vista g ra n n i e p ic c ir id d i,

v id e n n u tuttu d d ’o ru te rra te rra ,

sa tan nu tra li petri c o m u g rid d i c i s ’a ffud da ru e fù l’afferra afferra .

C i foru p u g n a , c a u c i e d a m m u ttu n a p 'a viri ’na m a re n g a a s s ic u ra ta , ci fù c u p ersi g ia c c a e c u b u ttu n a , c u a p p i l'o ru e c u ... ’na g ra ttu n a ta .

G. S A LV A TO

<tlulla H I piig.l

re di Gesù e ilei S. Cuore di Marni (1833). ’■ ■■'

Volle costruita una Casa di

Esercizi per il Clero che pro­

mosse e curò con particolare

amore Oggi detta Casa è sede

delle Figlie della Carua. Con

sacrò la Chiesa di S. Giusep­

pe (1835) e benedisse la nuo-“

va banchina del porto,

/Ve/ 1832 il Papa Grego­

rio A VI per i sempre più ac-

cresciuti meriti lo nominò Suo

Prelato Domestico e Assistente

al Soglio Pontificio e, cosa più

rimarchevole ed importante, in

Lui ridono alla primitiva e glo­

riosa Chiesa di S. Marziano ed

alla Terra di S. Lucia il Sacro

Pallio Arcivescovile

I l Papa Gregorio XVI infat­

ti, in attesa che si maturassero

i tempi e le circostanze per

ridonare alla vetusta Sede Sb

r ac u san a la perduta antica di-

gmta di Sede Metropolitana,

volle gratificare gli alti menti

delVAmorelh decoruhdolo -del­

la dignità e titotò di Arcive­

scovo con il diritto alVUso del

S Pallio <Mctro[iolMìci ' juris

fere nuntiusy fece snfift'ere sid

suo sepolcro il resta tiratore

della Cattedrali* Jdi Siracusa,

VArcivescovo Bignami (1909

1919). Di fatti SiracìiZa ridiven­

ne Chiesa Metropolitana quat­tro anni dopo tìi mo\te di

Monsignor Amoretti f i 844).

Q i w b e p p G I I I i t * t ì u

c/lino't€jU i9 iJ e b c o «*c*

I l Re Ferdinando I I lo no­

mino Commendatore delVOr- dine di Francesco I e Com i« ghere di Stato.

Nell'anno 1835 si parlò di

nuove destinazioni per Monsi­

gnor Amoretti si pensava a

Lui come successore del Ve­

scovo di Gir genti Monsignor

Pietro M. D*Agostino o come.

Giudice di Regia Monarchia ed

Apostolica l.egazia di Sicilia.

Ma alla fine restò in Siracusa.

Purtroppo i fatti dolorosi

che si innestarono alVepule-

niia con la rivolta del popolo

e le successive repressioni da parte del Borbone che non

Iti mite causarono tali e tante

pene all'animo sensibile del-

l Arcivescovo, il quale dovette

tra l'altro dichiarare l ’interdet­

to alla Chiesa Cattedrale, che non si riebbe più.

L Arcivescovo fu sempre sen­

sibilmente legato alla sua pa

trio sambucese. Segni tangibili

di tali legami sono i seguenti

nel 1817 curò a nome della

Patria sambucese il Sepolcro

del grande figlio della nostra

terra il Pittore del '700 Fra Fe­

lice da Sambuca nella Chiesa

dei Cappuccini di Palermo;

nel 1825 con t suoi fratelli

decorò con un bel Mausoleo

i l sepolcro della swi Venera­

bile / la , la Serva di D io Suor

l'incenza M . Amorelli, appena

nominato Vescovo di Elleno-

poli chiese, etl ottenne dal Pa­

pa Pio V II un Rescritto sot­

to la data del 7-4-/823 con cui

veniva concesso l ’uso del ti­

tolo e delle insegne canonicali

per il Clero di Sambuca, il

30 luglio 1823 nelle primizie

del Suo Episcopato fu a Sam­

buca e benedisse e consacrò

solennemente le campane per

la Chiesa di S Giorgio che

oggi e cioè dal 1059 si trovano

sul campanile della Chiesa di

S I ucia. il 28 agosto 1825 de­

dicava all’Assunta e consacra­

va la nostra bella e antica

Chiesa Madre che inoltre dotò di ricchi paramenti.

V e li ultimo anno d i vita

Monsignor Amorelh, diremmo

non proprio vecchio, venne

colpito da cecità progressiva

" ,la aUri mali e forse pen­sava già alla eventualità di una

sua rinuncia alla Sede Siracu-

sana. Da una lettera in nostro

possesso del novembre 1840

traiamo che Monsignore trova-

vasi a Napoli sotto lo specioso

motivo d i consulti medici, ma

in realtà per far rinuncia alla

Sede d i Sirairusa. I l Re ne fu

tanto contrariato e fece, non - trare le dimissioni imponendo

a Monsignore d i restare,

A 58 anni d ì età, dopo 17

anni di Episcopato d i cui 16

passati in Siracusa, il giorno

13 dicembre 1840 moriva la­

sciando larghissimo nm piando

e felicissimo ricordo d i se.

Ne ricorda la memoria ai

posteri un Monumento costi*

tuito da un mezzo busto in

marmo bianco su colonnina di

porfido sormontata dal suo

blasone con ai lati una mi-

tria e un Fyontificale Romano.

Sotto l'urna il Sacro Pallio ed

il Pastorale. Vi si legge la iscri­

zione con la modifica voluta

dallo Arcivescovo Bignami

(1909-1919) a ricordo della ri­

conquistata dignità Metropoli­

tana della Sede„

Siracusa perdeva un incom­

parabile Pastore e Padre, un

benefattore insigne e generoso,

vindice dei d iritti d i D io e

delle anime, un governante a-

mobile prudente e. forte. Ai

suoi concittadini lasciò Vesem-

Pio d i grande figllo della sua

terra cui seppe dare lustro e

decoro sui per quanto rigwtrda

la sua lu m in o s a v ita fatta di

integerrimo costume sia per

quanto attiene i servizi da

rendere alla Chiesa, alla Patria ed alla scienza.

Page 7: N 59 ( febbraio 1966 )

LA V O C E DI S AM BU CA ATTUALITÀ* P«fl. 7

Ieri, oggi, domaniIl 6 febbraio è stato eletto il n u ovo D irettivo

della lo ca le se zio ne del P S I

R isulta così c o m p o sto . S e g re ta rio politico, sig . Di P rim a A n to n in o ; V ic e -S e g re ta rio e re­

sp o n sa bile s in da ca le , B o rse llin o G iro la m o ; S e ­g retario am m in istrativo , C a s c io In g u rg io G re g o ­rio; R espo nsa b ile sta m pa e p ro p a ga n d a , A b ru z ­zo G iu s e p p e , re s po nsa b ile d e ll'o rg a n izza zio n e , C u s e n z a G io va n n i

La p o p o la zio n e di S a m b u c a ha risposto al­l’app ello co n tro la fam e in India. S i so n o rac ­

colte le seguenti so m m e , c h e so no state in d iriz ­zate a lla R A I di P a le rm o A m m in is tra zio n e c o ­m u na le L 100 000, d ip en d en ti com un a li 141.900, istituto m a gistra le « E N a v a rro » 134.000, scu o la m e dia « G V is c o s i» 56.000, a zio n e catto lica , p ar­ro c c h ia M aria S S . d e ll'U d ie n za 110 000; scuo le e lem entari 78.000.

I b im bi b isogno si delle elem entari hanno ri­n unciato alla refezione scolastica per un g iorno per d evolvere l’im porto relativo a favore dei b im ­bi indiani.

P iace tenua e soffusa la luce agli a m m i­nistratori com un a li.

S o n o state infisse, infatti, delle persiane ai

b a lco n i del M u n ic ip io che si affacciano sul C o r ­so U m be rto I

La nuova atm osfera serena e raccolta , lon­tana dai «c o lp i di lu c e », non ha indotto ! nostri am m inistratori a far riparare il co n cio staccatosi dagli A rc h i, a far rim uo vere le c on cim aie della stessa zo n a , a riorgan izza re la nostra c irc o la ­

z ione etc. etc.

O c co rre un p izzico dì buona volontà e... m e­

no spese voluttuarie.

Il carnevale sam bucese è stato freddo. Non ab­biam o notato m aschere in giro , tranne qual­che b im bo e qualche sparutissim o gruppo.

Il nostro concittadino, Ins G u id o Bondi, è

il nuovo segretario politico del PSI di G iuliana.

Si è laureato in econ om ia e com m ercio, nel- l'U niversità di Catania, G io rg io M angiaraclna. A ll'ex ragioniere I nostri m igliori auguri

Investim ento, m artedì ultimo giorno di car- I nevale, in via R om a tra 850 e O pel Chiediam o [ alle nostre autorità: e il senso un ico ?

I fratelli Costanza(dalla III pag )

sione in Sicilia e sugli in­cisori siciliani, cosi come manca un dizionario degli ar listi di Sicilia (architetti, pit­tori, scultori, incisori). Questa lacuna costituisce, senza dub bio, un forte handicap per co­loro che desiderano avere no­tizie sugli artisti siciliani.

Per restare nel campo del­l’incisione, anche se si vuole limitare la citazione ai miglio­ri artisti nostri, non si può (are a meno di lamentare l’e­sclusione dal dizionario degli incisori italiani dei seguenti incisori siciliani Melchiorre Di Bella, Francesco Orlando, Antonio Bova, Francesco C i- chè, Giuseppe, Antonio e Francesco Gramlgnanl, G iu ­seppe e Salvatore Tresca, Raffaello Politi, Andrea T e r­zo, Carmelo Argento, Calo­gero De Bernardis, Giuseppe De Bernardis, Gerardo Asto­rino, Bernardino, Pellegra Vincenzo Bongiovanni. Gio­vanni Fegarotta, Gaetano Laz- zara, Glov. Battista Manzella, Francesco Negro, Ignazio Pocorobba, e perchè no? anche dei fratelli Bartolomeo e Leoluca Costanza, non se

[ condi per valore agli altri ar- [ listi siciliani

[ A quesli ultimi accenna il [ Sac Salvatore Di Ruberto, ► del clero di Napoli, nella sua | pubblicazione «Sam buca Za : but e la Madonna dell'Udlen fcza». trattando dei concittadi [ ni illustri per dottrina «I fra- Itelli Costanza, Incisori tanto rvalenti, che meritarono la gio­ir la di essere celebrati dal fa­

moso poeta siciliano (Abate Giovanni Meli»

il De Ruberto indica esat­tamente il cognome dei due artisti, ma anche lui non fa conoscere le date di morte dei Costanza

Il Lo Bianco, nel suo pre­zioso diario manoscritto che conservasi alla Biblioteca C o ­munale di Palermo, è II primo ad indicare la data di morte del minore dei fratelli C o­stanza, ma anche lui pecca <Ji chiamarlo «M arco» invece

non era un mediocre imitato­re, ma un valente pittore. !

Ma quello che a noi inte­ressa non è tanto l'apprezza­mento critico sull'opera del

Incisore valo-J gl’illustri sventurati del 1837 n°stro artista, quanto la data pubblicate sulle morte indicata nella cita—

che Leoluca:roso di medaglie In acciaio| In Sicilia» e mori a 25 luglio 1837 di anni 54».

Possiamo ritenere esatta la data indicata dal Lo Bianco?Purtroppo dobbiamo rispon­dere con un «no » alla do­manda.

Nel luglio 1837 Infierì in Palermo il colera che fece moltissime vittime; tra queste fu Leoluca Costanza In qua­le giorno del luglio 1837 si a 15 luglio del 1837' fermò la mano del valente in­cisore e pittore?

Effemeridi scientifiche e let- j zlone, che coincide esatta- terarie per la Sicilia» (n 65 mente con la precedente 15 febbraio 1839 - pagg 93-94) j luglio 1837 si legge «Luca Costanzo bra- E come se ciò non bastas- vo Incisore in acciajo, fu imi-! se, un'altra conferma,pi viene tatore mediocre di quadri an-j data dallo Sgadarl di Lo Mo fichi, in effetti non di radoj naco nella sua pubblicazione alcune sue pitture vengono' «Pittori e scultori siCitlani del scambiate per opere fatte in Seicento al primo ottocento età non molto vicina alla no-| Lo scrittore, che ftìl attinto stra Nacque nel 1783 e mori copiosamente le notizie per

; la sua opera dal manoscritto parto l'imprecisione del di sua proprietà dovuto ad

cognome (anche in queste Agostino Gallo «Memorie del

Stemma di Beccadelli,

Signori di Sambuca,

Incisione del Fratelli

Costanza

Nella pubblicazione edita dai fratelli Antonio e Vincen­zo Llnares «Biografie e ri­tratti d ’illustri siciliani morti nel cholera (sic!) l’anno 1837» si legge «Luca Costanzo I- mltatore di quadri antichi, va­lente nelle incisioni in ac­ciaio, Morì a 15 luglio di an­ni 54».

Una seconda fonte ci con­ferma questa data Nell'arti­colo terzo delle «Memorie su-

Ma la collaborazione con il fratello fu soltanto nella scultura, o anche nella imita­zione di quadri antichi Par­rebbe nella sola scultura, per l imitazione dei quadri anti­chi le notizie, invero edifi­canti, che ci dà lo Sgadarl riguardano II solo fratello mi­nore «Costanzo Luca - Scul­tore Nato a Sambuca di Si­cilia verso 11 1783 e morto a Palermo di colera il 15 lu­glio 1837. Venuto giovanissi­mo a Palermo con il fratello Bartolomeo si diede con que­sto, all arte della medaglia, e di essi sono quasi tutte le medaglie commemorative e sacro che si coniarono in Si­cilia In quel periodo Tentò con poco successo la pittura, pero fu abilissimo contraffat­tore di quadri antichi di cui fece poco scrupoloso com­mercio Esegui anche dei riu­sciti falsi di antiche monete greco-sicule»

Riepilogando, quindi, si può affermare che Bartolomeo Co­stanza nacque a Sambuca il 23 gennaio 1781 e mori a Pa­lermo il 21 marzo 1838, so­pravvivendo tre anni al più giovane fratello Leoluca, che nato a Sambuca nel 1783 mo­ri a Palermo, di colera, il 15 luglio 1837

Tra i due artisti sambucesi, entrambi valorosi incisori e bravi scultori, si distinse mag­giormente il fratello Leòluca per le incisioni in acciaio e per l'imitazione della pittura antica.

Bartolomeo e Leoluca Co­stanza, lurono. insieme al pai- mese Calogero De Bernardised all'agrigentino Carmelo Argento, i soli incisori figli della terra agrigentina essen­do stato Raffaele Politi, anche lui valorosissimo incisore, cittadino adottivo di Agrigen­to, avendo visto la luce — co- m'è noto — in Siracusa.

due pubblicazioni è indicato pittori siciliani del Mongltorein «Costanzo») è evidente la contraddizione dello scrittore nel giudicare I opera di pit­tore del nostro artista. Men­tre. Infatti, lo definisce «m e­diocre» Imitatore di pittuca antica, poi scrive che i dipinti del Costanza «vennero scam­biati» per opere del secoli scorsi! E' evidente che per essere scambiati per autenti­ci quadri antichi, il Costanza

continuate ed accresciute da Agostino Gallo», non solo ci conferma la morte del Leolu­ca il 15 luglio 1837.,-ma ci fornisce la data di morte del fra'ello Bartolomeo; «(^pstan- zo Bartolomeo - Scultore Na­to a Sambuca di SÌf.Illa il 1781 e morto in Palermo il 21 marzo 1838 Lavorò sempre in collaborazione col fratello Luca».

L U D IL U V IU U N IV E R S A L I

Sintura havennu chi finia lu m unnu pi m ezzu d 'un diluviu universali,Noè spargìu la vuci ’ntunnu ntunnu cum unicannulu a tutti Tarm ali.D oppu si misi a travagghlari forti cu li sò figghi a custruiri l’arca, sirrannu favuli e mittennu porti pi fari galleggiar! la gran varca.Finutu a m aravigghia lu pruggettu ed ogni arm alu beddu sistimatu, s ’addinucchiau, si battiu lu pettu d icen n u: — Diu, T u sem pri sia ludatu!

A ppena chi finiu di diri chistu cu forti trona sì scossi la terra, e ’n cum inciannu c o m ’era previstu lu Patriternu dìchiarau la guerra.G u erra di trona, di saittl e lam pi, d 'a cq u a, di ventu e grannuli ’n tim pesta; l ’acqua sum m ergi tuttu, ’nta li cam pi tuttu scum pari e nudda cosa resta.Q ua n nu la prufìzia di lu scum p iggh iu p igghiau sustanza e nenti ristau sanu,N oè dissi a Jafet: m lu caru figghiu, cu tia ’ncum incia lu generi um anu.E d accussi lu m unnu di ’na vota p igghiau arrè form a e cunsistenza vera sem pri g irannu com u fussi rota addivìntau lu stissu pi com 'era .

G . S A L V A T O

Page 8: N 59 ( febbraio 1966 )

M O V IM E N T O D E M O G R A F IC O M E S E DI G E N N A IO 1966

N A T II ) U iru zzo G iro lam o , nolo i l l" gennaio 1966. 2) C hio in -

m ino P irra , naia 1*8 gennaio 1966; 3) Mangiaracina Au* «M uzio, nato n i 1-19(6; 1) Palrneri Antonella. naia F8 geo- nui.1 1966; 5) M an g i» Francesca, naia il 18-1-1966; 61 Cam - piai Antonio. nato u Catania il 9 -M 966 ; 7l O d d o P ietro , nato a 'v -b c ru il 16-1-1966

m a t r i m o n i

1) Amodeo Francesco con Ferrante H o m i (3*1-1966); 2) Monlalbano Littorio con Cariotipo Vincenza (J -I-1 9 6 6 ); 3} Oddo V incano con Diletto Margherita (5 1-1966); 4) Ca- cioppo Salvatore con l) i Giovanna M Audenxin (8-1-1966): •>) Rocca forte Franco con l’uccio Giovanna (8 -11966); 6)

' ' r“ndfl Giuseppe con Martina Antonina (5-1-1966); 7) Mangiaracina C a lu re con Monlalbano M. Audenzia (12 gennaio 1966). 8) D i Leonardo Anionino con Giaccio V ln - ” 2“ 91 C u “ ‘, r ‘,,, I ’a»*tuale con Di B e ll» P aoli/i, i ! T ” : } Angelo (.alogcro con Sciame M Antonia

i Mooleleone Balilauar. con Gulott* I*a„|u(19*1 1966)' 1, ’, C Ì!* «P P " Di Prim a Catogeral / ' S ’ ' ,1' " ’*cri lrance.ro con Abruzzo <;razia

(-.>*1-1966); M i Sbracino Carmelo con Di Ciovanna G iù- •eppa I29-1-1966I

l ’ o f f o r t M d i u n a t e r r a K f n r r M i

Pag. 8

M O R T I

■ ! ' , r r r ".ru M A ntonia, nata il 10-1-18S5, morta il 1-1-1966; 2i Nuccio G iuseppe, n »lo il 1" gennaio 1881. m otto I ' I I - l 1966: 3i Ciutt-io M ario, nolo il 2M -1887, m orto il 13-1-1966;4) C a r d il i» Felice, nato 11 6-12-1914 m orto il M -J-1966:5) M.insogna Antonina, naia il 254Ì-1886. morta il I5 -J-J966.6) Scrii (ino L u ig i, nato il 17-6*1887, m orto it 21 gennaio 1966,7) C a ru -o Pietra, nata il 24-3-1888, morta il 21 gennaio 1966;8) Perrone M aria, tu ia il 4-10-1910, morta il 27 gennaio 1966; 9i Ferrara Salvatore, nato l’ l-1.1909. m orto il 5-1-1966 a

| Palermo.

I M M I G R A T I D A L L ’ I N T E R N O

Mfttchf n. 1 femmine n ) totale n 2

E M I G R A T I N E L L ' I N T E R N O

n. 3 fem m inf n. 6 lotale n . 9

E M I G R A T I A L L ' E S T E R O

M archi n, 4 — femmine ri. 5 totale n. 9

E L E T T O R I I S C R I T T I

M utehi n. 2585 femmine n. 2739 - totale n. 5321

LA V O C E DI S A M B U C A

SambucaFebbraio

una M'dta('he DÌ qjuaLi(iea

171111

d iS ic i l ia

I tecnici co m un a li h anno ! effettualo delle rilevazioni nel

la zo na di Te rra vo c c h ia . per Individuare esattam ente la p o -

, sfzione di A d ran o n e.

j ti pro vvedim ento era stato

! preso dalla nostra A m m in i­strazione, in seg uilo ad una

j lettera del dr. P ietro G rillo

soprintendente alle an tich i­tà di A g rige n to , pervenuta

al sinda co M onlalbano .

Essa testualm ente cosi si

« p r i m e :«O n d e p ro ced e re alla noti-

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p e r un p ran zo di elesse» | p er un d essert ra ffin a to

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fica p e r notevo le interesse a r­ch e o lo g ie o, d e l m o n u m e n to

s ep o lcra le di età g re c a noto

co m e «to m b a de lla re gina ., in co ntra d a A d ra n o n e di c o d e ­

sto C o m u n e , si p re g a di v o ­ler fare p e rve n ire a questo

ufficio una pianta d e lla zo na e le In d ica zio n i catasta li n e ­

ce s sa rie ».

Il d o c u m e n to m a nifesta a n ­

co ra una volta l’a ttenzio ne della co m pe ten te sovrinten ­

d e n za per la n ostra zo n a a r­ch e o lo g ic a In d iv id u a ta Infat­

ti la sua u b ic a z io n e , tutla la zo n a p o trà ess o re sotto po sta al v ìn co lo d i p ro prie tà .

Di conseguenza il terreno non potrà essere venduto; le autorità potranno espletare un maggiore controllo e si potrà disporre la ricensione

delle parti soggette a dan­neggiamento. Qualcosa bolle In pentola. Adranone comin­

cia ad assumere un volto più concreto e meno utopistico. Da parte nostra, crediamo bene che la campagna di

scavi sarà anch'essa una realtà Però vorremmo che essa inizi al più presto,

Il dr Pietro Griffo tempo fa aveva chiesto al competente Assessorato Regionale al T u ­

rismo 10.000.000 di lire. Pur­troppo I finanziamenti non sono ancora arrivati. Occorre stimolare l'intervento delle autorità direttamente interes­sato, cosa che in quest'ultimo

periodo ci sembra essere sta­ta trascurata dai nostri am ­ministratori.

Una fitta cortina di nebbia ed un freddo intenso, hanno

quasi spesso avvolto in que­sto periodo Terravocchia, la

zona cosparsa di cocci e di anticaglie Ma nè le fredde brume invernali, nè la zona impervia e squallida nel suo

triste silenzio, hanno scorag­giato gli sciacalli delle tom ­be dal persistere nelle loro vandaliche imprese

Come abbiamo appreso, so­no stati notati scavi recenti che attestano la decisione e l'impegno da parte degli spe­culatori a perseverare nelle loro losche attività. Il fatto può apparire In tutta la sua drammaticità, se si conside­ra l'arrivo ormai prossimo della primavera e le circostan­ze di tempo indubbiamente

migliori per distruggere si­stematicamente quanto resta

ancora di Adranone. L'im me­diato inizio di una campagna

di scavi, appare quindi l'uni­ca ed inderogabile soluzione

ad uno scempio inevitabile e vandalico dei valori di un lon­

tano passato ancora avvolto in un litto mistero e per molti aspetti ancora da scoprire.

Ma nel frattempo, ora che una nuova vita sembra per­vadere uomini e cose e co ­

minciano a germogliare i nuovi umori, si potrebbe pre­

disporre, anche a costo di qualche sacrificio, un idoneo servizio di vigilanza.

P IP P O M E R L O