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L’Unione Europea e le politiche a favore dell’agricoltura di montagna

Introduzione

L’UE si occupa di tutelare agricoltura e allevamento nelle aree montuose attraverso la politica agricola comune

(PAC) che individua alcune aree agricole svantaggiate oggetto di interventi puntuali.

Le caratteristiche di queste aree comprendono, fra i fattori principali:

- esistenza di difficili condizioni climatiche che determinano un accorciamento della stagione di crescita

- presenza di pendenze che impediscono l’uso di macchine agricole standard.

Dal 1975 la PAC prevede strumenti volti a promuovere lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura di montagna e il

benessere delle comunità rurali montane, con particolare attenzione a queste aree svantaggiate.

L’interesse europeo su questi temi è cresciuto in maniera significativa nel corso dei decenni, al punto che il 2002 è

stato designato come l’Anno Internazionale delle Montagne.

All’interno del trattato di Lisbona la tutela delle aree montuose è stata menzionata insieme a quella di altre aree

particolarmente sensibili, come le regioni nordiche, le isole e le zone di confine.

L’Italia è il secondo Paese europeo in termini di ettari compresi nelle aree montuose svantaggiate, dopo la Spagna

e prima della Francia. Il 34% dell’area agricola utilizzata nel nostro Paese rientra in questa categoria; un dato che

fa capire l’importanza che possono rivestire per l’Italia le politiche in favore dell’agricoltura di montagna.

Gli strumenti a tutela della montagna si trovano nel primo e nel secondo pilastro della Politica Agricola Comune.

Primo pilastro: accesso al Regime dei pagamenti diretti agli agricoltori

Vista la scarsità della produttività nella aree svantaggiate di montagna, fino a oggi l’ammontare medio del

pagamento diretto è stato più basso della media delle altre aree.

Ma da qui a poco, con l'effettiva entrata in vigore della nuove politica agricola comune, le cose potrebbero

cambiare.

La procedura per arrivare alle scelte di attuazione della PAC a livello nazionale è ancora in corso e contribuirà a

definire il valore dei titoli di ogni agricoltore.

Seguendo il principio della Regionalizzazione, previsto dalla nuova PAC, l'ipotesi più probabile delineata da Regioni

e Ministero prevede l'adozione di una regione unica nazionale, allo scopo di evitare il frazionamento del

massimale nazionale in massimali regionali, che comporterebbe forti complicazioni applicative.

Secondo pilastro: programmi di sviluppo rurale dedicati alle aree montane.

Gli Stati Membri devono implementare le azioni previste dai numerosi programmi di sviluppo rurale europei che si

occupano in maniera specifica delle aree montane. Fra le opzioni possibili, quella di dare priorità alle aree

montane per l’accesso a finanziamenti o agevolazioni, oppure quella di definire azioni ad hoc per i territori più

svantaggiati.

Nella nuova PAC 2014-2020 il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) viene dotato di un budget di

85 miliardi di euro. Ciascuno Stato membro deve elaborare un programma di sviluppo rurale che tenga conto di un

insieme di misure, fra le quali viene citata anche la tutela di boschi, zone montane e zone soggette a vincoli

naturali.

In particolare, con la nuova PAC alle aree montae si potranno concedere aiuti fino a 450 euro per ettaro, in

aumento rispetto ai 250 euro per ettaro previsti dalla precedente politica agricola.

Agricoltura nelle aree montuose in Italia. Scenario attuale e prospettive future.

Nelle aree montuose italiane si riscontra una grandezza media delle proprietà agricola maggiore rispetto a quella

delle aree non svantaggiate.

Nell’ultimo ventennio la grandezza delle aree agricole è cresciuta e anche la produttività è migliorata, ma il reddito

medio da attività agricola e da allevamento rimane nettamente inferiore rispetto alle altre aree.

Le politiche dell’UE sono volte a scoraggiare l’abbandono delle terre agricole e dei pascoli in montagna, ma

devono scontrarsi con alcuni fattori:

- deficit infrastrutturali (distanza delle strade, carenza di collegamenti)

- degrado ambientale e cambiamento climatico

- elevati costi delle produzioni, che rendono più difficile sostenere economicamente questo tipo di attività

- invecchiamento degli agricoltori e mancanza di ricambio generazionale

- bassa densità di popolazione e scarsità di servizi (scuole, ospedali, etc) nelle aree montuose

I prossimi sviluppi

Il processo decisionale della Pac 2014-2020 prosegue a ritmi serrati. Il 17 dicembre 2013 sono stati approvati i

regolamenti di base. Entro il 1° agosto 2014, l’Italia deve adottare le scelte di attuazione della PAC a livello

nazionale, fondamentali per definire il valore dei titoli di ogni agricoltore. Il Regolamento europeo 1307/2013

attribuisce agli Stati membri una notevole flessibilità nell’implementazione della nuova Pac. Gli argomenti che

incideranno sul valore dei titoli sono tre: tipologie di pagamenti diretti, la regionalizzazione e la convergenza.

Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi determineranno il futuro dell'agricoltura italiana e dovranno

riuscire a promuovere le produzioni di qualità, tutelando le aree più fragili come quelle montane.

Misura 211 "Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane"

In attesa dell'implementazione della nuova PAC, gli agricoltori lombardi delle aree di montagna possono

avvalersi della misura 211 riguardante le indennità a favore degli agricoltori delle zone montane.

Tale misura consiste in un aiuto annuale che serve per compensare gli agricoltori dei costi aggiuntivi e della

perdita di reddito causati dagli svantaggi materiali che ostacolano la produzione agricola in montagna.

Quali sono gli obiettivi?

La misura 211, prevista dall’Unione Europea con il regolamento CE n. 1698/2005, si propone di:

• contrastare l’abbandono dell’agricoltura in montagna;

• ridurre il declino della biodiversità mantenendo soprattutto le praterie alpine, habitat di vitale importanza

per la conservazione della flora e fauna tipica.

Tali aiuti mirano altresì a preservare le superfici agricole di montagna, in particolare quelle pascolive e foraggere.

Chi può fare domanda?

A) imprese agricole individuali:

• titolari di partita IVA;

• iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio (sezione speciale “Imprenditori agricoli” o

sezione “coltivatori diretti”).

B) società agricole:

• titolari di partita IVA;

• iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio (sezione speciale “imprese agricole”).

C) società cooperative:

• titolari di partita IVA;

• iscritte all’albo delle società cooperative di lavoro agricolo e/o di conferimento di prodotti agricoli e di

allevamento.

Per quali terreni è possibile ottenere l'indennità compensativa?

L’indennità compensativa è calcolata sui terreni che si trovano in Lombardia all’interno di comuni ricadenti in aree

svantaggiate riportati nel paragrafo 21 del bando.

A quanto ammonta l'indennità?

L'indennità è erogata in funzione della superficie dichiarata e nei limiti di quanto stabilito nel paragrafo 7 del

bando.

Quali sono le condizioni per poter ottenere il premio?

Il pagamento dell’indennità è subordinato:

• alla natura e all’estensione delle coltivazioni;

• al possesso dei terreni;

• al rispetto del regime delle quote latte;

• al rispetto della “condizionalità”;

• al rispetto del rapporto UBA/ha di superficie foraggera compreso tra 0,2 e 3 UBA/ha;

• all'impegno a proseguire l’attività agricola per almeno 5 anni a decorrere dal primo pagamento.

Quando presentare la domanda?

La domanda di aiuto, che vale anche come domanda di pagamento, deve essere presentata contestualmente alla

domanda unica e pertanto entro il 15 maggio 2014.

Il bando è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n.12, serie ordinaria del 19 febbraio 2014.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il bando su http://www.agricoltura.regione.lombardia.it/

Contributi a favore dell'agricoltura in montagna erogati dalle comunità montane

Esistono ulteriori misure a favore dell'agricoltura di montagna. I finanziamenti in questo caso vengono erogati

direttamente dalle comunità montane.

Segnaliamo che in questo momento tali contributi, in attesa della nuova pianificazione 2014, non vengono erogati.