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Periodico di ricerche e di temi turistici, culturali, politici e sportiviDir. responsabile Raffaele Castagna

Anno XXXVIIN. 3 Giugno - Luglio 2016

Euro 2,00

Ex librisRassegna Mostre

Rassegna Libri

Meristema 2016

Tra Oriente e Occidentela Pithecusa degli Eubei

Fonti archivistiche Parrocchie e cappelle

sul Castello d'Ischia (II)

Nel mondo si parla di Pithecusa e dei suoi repertia Ischia (Lacco Ameno) non si sa che farsene

e si studia come involgerla nell'oblio come per tutto ciò che nell'isola è cultura

Litografia - Le Pietre dell'isola d'Ischiae la religiosità dei primi abitanti

MotiviA Lacco Ameno (e non solo)

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La Rassegna d’IschiaIn questo numero

3 Motivi

5 Ischia in Enciclopedia dell'Arte Antica - Treccani

8 Casamicciola attende ancora

9 Ex libris -Dizionariogeografico....1843 -ViaggiodiH.Swinburnenel1777... -Guidadelgiovaneviaggiatore...1878

16 TraOrienteeOccidente laPithecusadegliEubei

25 Galway-Convegno SiparlaanchediPithecusa...

27 ComunediLaccoAmeno(Deliberan.34) "Manfestazione di interesse" per liberarsi diPithecusa 31 RassegnaLibri -Oltrefrontiera - Inarime - Ischia, che emozioni - Broccolincollina -L'altramadre 34 Ischia L'isolasmarritaedaritrovare

35 RassegnaMostre -GiorgioMariaGriffa -LuigiPagano -Suggestioniinlith -MitoeNatura - Come ferite

41 Fontiarchivistiche ParrocchieeCappellesulCastello(II)

46 Litolatria-LePietredell'isolad'Ischia

51 GiardiniRavino Meristema2016:Ilcoloredelparadiso

57 EnzoMartinoalTorrionediForio

58 Ischia Film Festival Programma

Periodico bimestrale di ricerche e di temi turistici, culturali, politici e sportivi

Anno XXXVII - n. 3Giugno / Luglio 2016

Euro 2,00

Editore e Direttore responsabile Raffaele Castagna

La Rassegna d’IschiaVia IV novembre 19

80076 Lacco Ameno (NA)Registrazione Tribunale di Napoli

n. 2907 del 16.02.1980Registro degli Operatori

di Comunicazione n. 8661

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Chiuso in redazione il 23 maggio 2016

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 3

«Lacrisimoraleprofondacheilmondoci-vilizzatosubisceinquestomomento-scrive-va nel 1973 Raymond Lemaire in un docu-mentopreparatoperilConsigliod’Europa-siesprimefral’altroattraversoundialogonuo-votral’uomoeilsuopassato.Sapere dove si è diretti,inuntempoincuilescopertedellascienza e della tecnica ci proiettano ad anda-tura vertiginosa verso un avvenire segnatotantodallapaurachedallasperanza,non si può se non si sa da dove veniamo...L’uomoscopre ilpropriopassatononpiùcomeunafonted’arricchimento culturaleod’evasioneromantica,maanchecomeunelementoco-stitutivo del proprio esserementale e comeun fattored’equilibrioper il suo spiritoe lasuasensibilità». Ma, perché possa mantenere e approfondi-re ildialogoconilsuopassato, l’uomodevenon solo instancabilmente scoprirlo e son-darlo; deve anche saperlo conservare (dall’In-troduzionediLe pietre da salvarediVitoSansone,SEITorino1978,pag.9).

A Lacco Ameno (ma non solo)(testocompostosullafalsarigadellapoesia“All’Italia”(Canti)diGiacomoLeopardi

Paesemio,vedoisimulacrieillauroDiquandofostil’euboicacittade,Dei vivi dimora in Monte Vico e lorNecropoliinSanMontanoplaga;VèdotipoiancoculladelmessaggioCristiano,quandoaccogliestialtuolidoEraclio,deigiglifioritoebelloChe colser in gran copia popolaniOperosisullaterraesulmare,RestitutamartirequalprotettriceTuapeisecoliavenir,ManondibuongovernoGarantesempreaicivituoi,CuimancatalorilsennodisceglierMinistriavvedutieaccortialorguida.

VedouominicurviallavangaanziCon la man scavar a cercar cimeliDelleetàpassate,lemuraanticheDeitemplipagani,sucuifuronoErettilimoderni.

ManonvedochiplaudaacotantoBen, chi in loco se ne vanti e s’esaltiE s’adopri a rinnovare i fastigiPei posteri dell’oggi e di domani,PerlaLacco,allecuiplacideriveFeceapprodarlesuenavil’eroeD’Iliogiàfuggiasco.

Leggodifavole,ditradizioni,DimitichesonripetutidagliAntichi classici, in versi e prose;LeggodicolorchesifanvantoD’ospitare,orqui,orlà,inlormostreLatuaCoppaeilCrateredinaufraghi,Matu,isolamia,tu,paesemio,perchéSietesordiemutiacodestagloria?EascrollardaVoimiratequelcheDiteestimateunpeso?QuasiavelarelamemoriadichiVi trassero dalle tenebre tetre eVi fecero andar noti Persconosciutilidi?

M O T I V I Raffaele Castagna

LaccoAmeno-Scavi e Museo S. Restituta-chiusodaanni

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4 La Rassegna d’Ischia n. 3/2016

EppurripeterpotrebbesisempreAguisad’altropoeticoverso:Se voi sapeste quante le glorie, quai Le virtù e le bellezzePremon le spalle vostre, forse, consci, direste:- Più bel di quel d’Atlante È il nostrano pondo -.

Chipuò,impunemente,Dimenticar i fasti del passatoTempo?ChihatraditoEtradisceilpaese?Qual arte o qual fatica o qual possanzaVal a spogliarti il manto e l’auree bende?Come cadesti o quando Da tanta altezza in così basso loco,Comecantòilvaterecanatese?

Isola(Lacco),fostiPitecusa,Giàdisimieritrovo,adirdimolti,AbitatapoiinqueldiVico,patriaDei vivi, e con la valle ad esser inveceDeidefuntiriposoepace,luoghiInver di cemento or profanatiPerscopivoltiinutiliassillanti.

FostiancheAenariad’etàromana,dopochetidisserogiàInarime,E tempo venne che di te non pagoTiscambiòconCapriAugustoimperator,Pria che t’accrebbero di rinomanzaLeleggiadredonnedeltuoCastello,El’ospitalitàoffertaachigiunseStranieroachiederpaceesalute.

Letuepietresonostoria,imagoDicultura,discrittura,d’elettaArtevasariaediqueimonumentiChefurongiàgloriaeonord’estriPoetici,dicantordiquestaterra.

Te,terrachefosti“Lacco”,ipatriarchiVollero”Ameno”acoronartuopregio,Ma sei più rinomata per la PietraChe di fronte ti sta ad ornar il paese,ma,ahimè,oscurataspessoeascosaFratantinaviglidigrandestazzaVoltiaportar,dicono,benessere.Te, Ischia, terra che avesti sede SulCastellodiCostanzaeVittoria,ituoimaggiorifecerodir“città”,Delborbonicoportovaisìfiera.ECasamicciolas’aggiunse“Terme”

Alsuonome,avantodiquandofuSull’isolalareginadelleacqueSalutari,cuitantiaccorrevano:Fluunt ad eam omnes gentes.EForio,la“Turrita”eancordel“RaggioVerde” detta, tanto ha da celebrareInogniistante,siccomequelluogoChe, col favore divino, proteggeL’AngelochecacciòdalcielogliangeliRibelli,el’altro,ovescorreNitroli,Lapiùbellatralefontiisolane.Ridondaancorl’isoladileggiadroVerde, e al centro l’Epopeo tra le nubiOcculta la vetta dalle alti rupi.

Ma,ahimè,neppurquestohaquelpregiochesuscitiattenzioneestimasempreIntuttigliisolaniabitatori,Che sian primi o secondi, per accrescerRisorsenaturaliederivate.Perdifendereeproteggerl’isola.

Sefosserogliocchiduefontivive,Mai non potrebbe il piantoAdeguarsialdannoedalloscorno.

CisonoqueichesaprannoovorrannoRisollevarvillaggi,città,paesiAifastigidiunturismochevideL’isolad’Ischiaesserdonnaeregina?Sìched’essaognunparlandoescrivendo,e rimembrando il passato vanto, Nondica:già fu grande, or non è quella.

ChisapràtenerfedeesaldoimpegnoPernontornaraquellagiàvolgataNotazionchefeceildottoMaiuri:Del tutto ignota è l'isola d'Ischia?

*

LaccoAmeno-MuseodiPithekusaeModellodicarrofittiletrainatodaunmuloedaunamula

(fineVIII-iniziVIsecoloa.C.)

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 5

Ischia in Enciclopedia dell’Arte Antica – Treccani

di Giorgio Buchner

Isola di origine vulcanica che li-mitaadoccidenteilGolfodiNapoli.Sulla collina delCastiglione, situa-ta sulla costa tra Porto d’Ischia e Casamicciola, è stato rinvenuto daG. Buchner un abitato preistoricodell’Età del Bronzo e della primaEtàdelFerro.Lostratodell’EtàdelBronzo ha restituito la ceramicacaratteristicadellaCiviltàAppenni-nica, tra cui anche begli esemplaricon decorazione incisa a spirale e meandro.Particolarmentenotevole,nello stesso strato, il rinvenimento di tre frammenti di ceramica mice-nea,appartenentiadunafasepiut-tostoanticadelMiceneoIIIA(circa1425-1375a.C.).Altridueframmen-timiceneisonostatirinvenutiinunaltro abitato appenninico del vicino isolotto di Vivara.SideveaW.Tay-lourlapubblicazioneeclassificazio-ne particolareggiata dei frammenti micenei di Castiglione e Vivara, la cui importanza per la cronologiadella Civiltà Appenninica è ovvia.Isola che, secondo le conoscenze odiernecostituiscelalocalitàd’Italiapiù distante dai centri d’origine in cuisiastatatrovataceramicamice-nea,ebbequindicontatticolmondoegeogiàbenpiùdimezzomillennioprimadellacolonizzazioneellenica.Lostratodell’EtàdelFerrodellasta-zione di Castiglione appartiene alla stessa facies dello stanziamento pre-ellenicodiCuma.Ilvillaggioèstatoabbandonatoinseguitoadunaeru-zionevulcanicaavvenutanell’imme-diata vicinanza, poco dopo la fon-dazione della colonia ellenica, come rivela la presenza di qualche raroframmento di ceramica geometrica greca.

Secondo Strabone (V, 247), lostanziamento di Pitecusa è stato fon-dato da coloni di Eretria e di Calcide inEubea che vissero in prosperità,finchéunapartediessiabbandonòl’isola, prima per dissidi interni, poi

spaventati da eruzioni vulcaniche.Eglinonforniscenessunaindicazio-ne cronologica, tuttavia il fatto cheEretriesi e Calcidesi vi presero par-te unitamente, insegna che la fon-dazione dev’essere avvenuta primadell’inizio della guerra Lelantina.LostessoStrabone(V,243)affermacheCumasarebbestatalapiùanticacoloniagrecad’ItaliaediSicilia.Li-vio(VIII,22,5)riferisceinvececheiCalcidesi,primadi fondareCumasull’oppostaspondadelcontinente,si sarebbero stabiliti nell’isola di Pi-tecusa.Sipotrebberodunquecom-binarequestiduetestiededurnechesiaesistitaunatradizionesecondolaquale Pitecusa sarebbe stata la piùantica colonia greca del Mediterra-neooccidentale.Quest’ipotesivieneavvalorata dal fatto che negli scavi recenti è apparsa ceramica greca più antica di quella sinora rinvenuta aCuma,enellealtrecolonieelleniched’ItaliaediSicilia. Ilsitodellacittàanticaedellasuanecropolièstato identificatogiàdaFrancesco De Siano, dotto localedellafinedel‘700,colpromontoriodi Monte di Vico e con la sottostante Valle di S. Montano, presso l’odier-nopaesediLaccoAmeno,all’angoloN-Odell’isola.Praticamentelimita-teaquantoerastatogiàriconosciutodalDeSianorimaseroleconoscenzeche si avevano dell’archeologia d’I-schia, prima dell’inizio delle ricerche sistematichediG.Buchner.Soltantoristrettisaggisonostatiintrapresifi-norasull’acropolidiMontediVico.Ilpromontorio,giàprecedentemen-teoccupatodaunvillaggioindigenodelle Età del Bronzo e del Ferro, èstato poi ininterrottamente abita-todall’VIIIall’iniziodelIsec.a.C.,come insegna il materiale raccoltovi, tra cui anche numerosi frammentidi terrecotte architettoniche del VI, VeIVsecolo. Lo scavo sistematico della ne-cropoli è stato iniziato nel 1952 eda allora annualmente proseguito.Lamaggioranzadelle tombefinora

scoperte (complessivamente circa6oo) appartiene all’VIII e VII sec.a.C. Fino all’inizio delVI sec. nonvi sono cambiamenti sostanziali nei tipi delle sepolture. Cremazione edinumazione furono praticate con-temporaneamente.Ilprocedimentodella “sepoltura a cremazione” era sempreilmedesimo.Ilrogovenivaacceso su un ustrinum, fuori dellazona finora scavata, mai sul postostesso della tomba; i suoi avanzi,ceneri con molto legno carbonizzato contenentiallarinfusaframmentidiossa calcinate, ceramica e ornamenti personalibruciati, venivanoportatisulluogodisepolturaeammucchia-tiinsuperficie.Inoltre,un’oinochòe intera,nonbruciata,eraspessopo-sata sulmucchio di ceneri. Questopoi si ricopriva con un tumulo dipietre grezze, del diametrodi 1,5-3m.Per lopiù il tumuloeracopertointeramentedipietre,mentrealcunidiquellipiùrecentiavevanosoltan-tounmurocircolare,destinatoevi-dentemente, in origine, a contenere untumuloditerra.Spessoitumulisono intenzionalmente innestati in altri preesistenti, o anche parzial-mente sovrapposti, a modo di sca-gliedipesce.È interessantenotarelastrettacorrispondenzadeitumulipitecusaniconletombedescrittedaOmero, specie con la tombadiPa-troclo(Iliade,XXIII,255s.),apre-scindere,comeènaturale,daquelledifferenze, tuttavia non sostanziali,che necessariamente dovevano di-stinguere la tomba di un eroe daquelle di poveri comuni mortali.Anchelafunzionedell’oinochòe non bruciata viene spiegata da Iliade, XXIII,250:èlabroccacheeraser-vita a spegnere col vino le braci del rogo. Lesepolture ad inumazione sono perlopiùafossaconcassadilegno.Alcune grosse pietre grezze furonodiregolaposatesulcoperchiodellacassa, alle due estremità e talvol-ta anche inmezzo.Meno frequentisono tombe a fossa con rincalzo di

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6 La Rassegna d’Ischia n. 3/2016

pietre, in cui queste furono posteintorno e sopra il cadavere in modo da riempire interamenteoquasi laparte inferiore della fossa. Moltofrequenti sono le tombe di infantiinanforevinariecon,oppureanchesenza, protezione di pietre di rincal-zo.PerlopiùletombeafossasonoorientatedaS-EaN-O,conlatestaaS-E,maleeccezionisonofrequenti.Come non c’è una sostanziale dif-ferenzanei tipi di sepolturafino alprincipio del VI sec., così non c’ènemmeno una notevole differenzanei generi degli oggetti del corredo durante questo periodo. (Notevo-li differenze appaiono soltanto neisecoli seguenti, quando cambianoanche i tipi di sepolture). Pratica-mente senza eccezione, anche in tombe di piccoli bambini, si trovano un’oinochòe eunakotýle o altro tipo di potèrion, cioè la brocca da vino e una tazza per bere. Ugualmentegenerale è anche l’usanza di porrenellatombapiccolivasidaprofumo,arýballoi o altri simili vasetti, spes-so in numero considerevole.Abba-stanza frequenti, ma soltanto nelperiodo protocorinzio antico, sono le lèkythoi acorpoconico.Piùrara-mente si trovano pissidi e lekònai. Armi mancano del tutto (ad ecce-zionediduesauroktères da tombe a cremazione del Protocorinzio me-dio).Piuttostorariglistrumentidalavoro(alcunicoltellidiferro,inunatombaun’accettaeunoscalpellodiferro,fusaiolediterracottaoanchedipastiglia egiziana,unagoda cu-ciredibronzo).Perquantoriguardagli ornamenti personali è da osser-varechefibulesitrovanonellamag-giorpartedelletombe.Generalmen-testannoinmodosimmetricosulleduespalle,conlapuntainalto.Sonodamenzionareinoltreorecchiniplu-rispirali di argento e armille e anel-li da dito di bronzo. Di particolareinteresse sonogli amuleti, scarabeie sigilli scarabeoidi orientali, che si trovanopostisulpetto− furono,cioè,portatiappesialcollo−e,salvorarissime eccezioni, soltanto in tom-bedibambiniogiovanetti.

Ceramica. − La ceramica loca-le, fabbricata dai coloni greci con l’ottimaargillafigulinache si trova

nell’isola stessa, rappresenta in ge-nereunaprecisaimitazionedellace-ramicaprotocorinzia.Tralacerami-caimportataquestaultimaèmoltofrequenteepresentefindalletombepiù antiche finora scavate. Tutta-via, nel periodo più antico, vasi da profumocretesi−arýballoi oppurepiccole lèkythoi sono più frequentidegli arýballoi globulariprotocorin-zi. Soltanto verso la fine del perio-do protocorinzio antico prevalgono questiultimi.Ilpiùrecentearýbal-los cretese è stato trovato associa-to con un arýballos protocorinzio ovoidale di sagoma ancora relativa-mentearcaica.Menofrequentemen-te,matuttaviainnumeroconsidere-vole, si trovano piccoli vasi del tipo cosiddetto “monocromo argivo”. Siaggiungeungruppomiscellaneodiceramica sporadicamente importa-ta,trailuoghid’originedellaquale,spesso non ancora identificati, sipossonocitare,peresempio,RodieCipro,mentreunapiccolaanforettadibuccherodelnoto tipo condop-pia spirale incisa proviene dall’Italia centrale. La ceramica greca più antica fi-nora rinvenuta a Pitecusa è rap-presentata da quel più antico tipodi kotýle protocorinzia che divenne meglio conosciuto e giustamenteapprezzato quale tipo iniziale del-la serie evolutiva di questa formadivaso,attraverso lapubblicazionedel ricco materiale di Aetos a Itaca (M.RobertsoneS.Benton).Tombecontenenti questo tipo di kotýle, o anche la forma tipologicamente pre-cedente con labbro sagomato, sono ancora molto rare nella necropoli di S.Montano. Soltanto quattro sonostatescopertefinora.Tuttavia, fra icocci sporadici trovati tra le tombe o nella terra di riempimento delle fos-se,sonovenutialla luce frammentidi parecchie dozzine di esemplari.Digranlungapiùfrequentisonoleimitazioni locali, cui appartengonoancheiquattroesemplaritrovatiintombe. Ma anche i pezzi protoco-rinzi genuini non sono affatto rari(frammenti di almeno una dozzinadiesempî,dicuiuno,quiriprodotto,sièpotutoricostruirequasiintegral-mente).Lascopertadiquestotipodikotýle haun’importanzastoricano-

tevole:infatti,essononèstatofinoramaitrovatoinItaliaeinSicilia. Sono da notare ancora due vasidi particolare interesse. Il primo èuncratere tardo-geometrico,moltoprobabilmente di fabbricazione lo-cale, con la rappresentazionediunnaufragio.Suunlatodelvasocam-peggia la grande nave capovolta, al disottodellaquale,traipesci,sonoraffigurati due naufraghi. Sull’altrolato un enorme pesce sta divoran-dounuomo,dicuihagià inboccala testa, mentre intorno si vedono unamoltitudinedipesciealtrinau-fraghi.Ilcraterenonèstatotrovatoinunatomba,mafuricompostodaframmentisporadici.Unimportanteindizio cronologicoè costituito tut-taviadalfattochealcunisuoifram-menti sono stati trovati al di sotto di unatombaacremazionecontenen-te arýballoi protocorinzi globula-ri.Nonsi sbaglieràquindidatandonell’ultimoquartodell’VIIIsec.a.C.questocraterepitecusano,checosti-tuisce un unicum nella pittura va-scolaregeometrica.(Siconosceunasola altra rappresentazione geome-tricadiunnaufragio,suun’oinochòe atticaoranellaAntikensammlungdiMonaco, che però èmolto diversa,nella composizione e nello stile; v.R.Hampe,Die Gleichnisse Homers und die Bildkunst seiner Zeit, fig.7-11,eArch. Anz.,1954). L’altrovasoèunacoppageometri-carodia, rinvenuta inuna tombaacremazione,cherecaincisaun’iscri-zionemetricaintrerighe.Nelprimoverso, che può essere interpretatocome trimetro giambico, l’epigram-maalludeallafamosacoppadiNe-store.Neiseguentidueesametridat-tilici si paragona invece la presente coppa: chi beva da questa, subitosarà preso dal desiderio della bencoronataAfrodite.Nonpotendoquientrare nei particolari dei problemi filologicicheiltestoelasuarestitu-zionesollevano,bastiquestoaccen-noalcontenutodell’epigramma,nelqualesembradipoterscorgereunaarguta contrapposizione: da unaparte l’epico Nestore, vecchio e gra-ve, dall’altra gli spensierati bevitori conlacoppad’argilla.Leletteresi-nistrorsedelgraffito,disorprenden-te calligrafica regolarità, hanno le

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 7

caratteristiche dell’alfabeto calcide-se.L’iscrizionefuquindiappostainPitecusa, o comunque in ambienteeuboico.Gliindizicronologicioffertidallo scavo stesso (gli altri vasi delcorredoelastratigrafiaorizzontale)e quelli che indipendentemente sipossonoraccogliere sull’etàdique-sto ben noto tipo di coppe, concor-demente fanno assegnare il vaso al terzo venticinquennio dell’VIII sec.a.C.Ilgraffitoappartienequindiaipiùantichiesempîdiscritturagrecachesiconoscano.

Fibule.−Lenumerosefibule,dibronzo,argentoeferro(conlasolaeccezione di due esemplari di tipogrecoorientale)appartengonotutteai tipi recenziori, con staffa lunga,dellefibulecomunementedetteita-liche. Che queste fossero usate daiGrecidiSicilia,eragiànotoattraver-so i rinvenimenti fatti nelle tombe di Siracusa.Rispettoaquesti,lefibuledi Pitecusa completano e allargano considerevolmente le nostre cono-scenze,siaperl’accresciutonumerodei tipi, sia perché le tombe risalgo-noaperiodipiùantichi.(...)

Scarabei.−Sonostatistudiatiepubblicati 31 esemplari (S. Bostic-co), altri, rinvenuti successivamen-te, sono ancora inediti. La grandemaggioranza proviene da tombe della seconda metà dell’VIII sec.,soltanto due sono stati trovati intombedellaprimametàdelVIIeal-tridueintombedell’iniziodelVIse-colo.Soltanto405esemplarisonoimitazioni, gli altri sono originali egiziani, certamente provenienti dal Delta. Sopra 19 esemplari ricorrel’invocazione aAmon. Per lo più iltrigramma componente il nome del dio tebano si trova espresso median-te le più svariate forme crittografi-che,quasiasignificaregraficamenteladefinizionedeldiostesso“Coluiilcui nome è nascosto”. La serie de-gli scarabei egiziani restituita dalletombepitecusaneècertolapiùnu-merosafinoratrovatainunanecro-poligrecaelalorofrequenzaproprio−esoltanto−nelletombedell’VIIIsec.apparemoltosignificativasesitiene presente che le relazioni tra la Greciael’EgittoduranteisecoliIXeVIIIappaionomoltolimitate.

Sigilli orientali. − Usati comeamuletiportatisulpettoallostessomododegliscarabei,einalcunicasiconquestiassociatipressolostessoindividuo, furono trovati numerosisigilli scarabeoidi, sempre in tombe appartenentiancoraall’VIII secolo.Sitrattadiunaserieomogenea,perlo più di serpentina rossa, apparte-nenteauntipodistilemoltocaratte-ristico,mafinora rimastopiuttostonegletto e soltanto di recente mono-graficamente studiatodaEdithPo-rada. Vi sono rappresentate figurequasisempremaschiliindiversiat-teggiamenti, sempre espresse con la stessa, inconfondibile stilizzazione, animali (uccelli, leoni, cervi, stam-becchi, pesci), alberi sacri e segnisimbolicivari.(...) Duranteunbreveperiodosoltan-to,ma proprio durante un periododi straordinario rilievo per la forma-zionedellanostraciviltà−l’VIIIsec.a.C.−Pitecusaèstatauncentroim-portante,doveconvergevanoitraffi-ci dalla Grecia e dalle isole dell’Egeo, daCipro,dallaSiriaedall’Egitto, ilporto base greco più avanzato per il commercio con l’Etruria. La sco-perta che la fondazionediPitecusarisalgaallaprimametàdell’VIIIsec.spiega ora il fenomeno della maggio-reantichitàdellaceramicagrecapiùvetustatrovatanellenecropolietru-sche, rispetto alla più antica cerami-cadiCuma,senzabisognodiricor-rereall’ipotesiditrafficiprecoloniali(cfr.ancheBérard,op. cit.,p.283).Lafrequenzainsolitadioggettisiria-ni e egiziani nelle tombe di Pitecusa indica chiaramente quale sia statol’ultimoporto di scalo attraverso ilquale le importazioni dall’OrientearrivavanoinEtruria. Bisogna aggiungere ancora chel’importanza della necropoli di Pite-cusaèaumentataconsiderevolmen-tedalfattochelanecropolidiCumaè stata scavata, nel secolo scorso, senza alcun criterio scientifico esembraessereormaiesaurita. I re-stidelmaterialecumanocheoggisiconservano,limitatiinpraticaaunapartedellaceramica,sonocosìmu-tili, e non si conosce più l’associazio-ne dei corredi nelle singole tombe, tantocheil lorovalorescientificoèpurtroppobenscarso.

FindalVIIsec.l’importanzadiPi-tecusa deve essere sempre più dimi-nuitadifrontealcrescentesviluppodiCuma,del cui territorio fecepoiparte. Infattinonconiòmaimone-teproprie.QuandoCuma cadde inmanoaiSanniti(versoil421a.C.),NapolisubentrònelpossessodiPi-tecusa(Strab.,V,248),chepotécosìconservarelasuaciviltàellenicafin-ché fu occupata nell’82 a. C., dalletruppediSilla.Inetàsillanaappareanche per la prima volta il nome di Aenaria, che l’isolaportòda alloraabitualmente. InetàromanaIschianonebbepiùalcuna importanza. Nell’isola, purcosì ricca di sorgenti termali e di bellezze naturali,mancano del tut-to avanzi di costruzioni romane diqualcheentità.Questofatto,aprimavista, può recare meraviglia, se sipensa ai grandiosi impianti termali dellavicinazonaflegrea,aBaiaprin-cipalmente,ealleinnumerevolivilleromanediquella regione,dellape-nisolasorrentina,diCapri.Laragio-ne è apparsa tuttavia con evidenzadalle ricerche abbinate di geologia ed archeologia, che hanno rivelato comeproprio in età romana impe-rialeeruzionivulcanicheeterremotiaccompagnati da grandi frane e sol-levamenti locali della costa fossero statifrequentinell’isola,assaipiùdiquantononavessefattoimmaginarelalacunosatradizioneletteraria. Che le sorgenti termali ischitane non fossero ignorate nell’antichità,oltre alla loro menzione presso al-cuniautori,loinsegnaungruppodirilievivotiviscopertinel1757pressola sorgentediNitroli.Le loro iscri-zioni rendono grazie dell’ottenutaguarigioneadApolloealleninfeNi-trodesoNitrodiae, il cuinomesièconservatoquasiinalteratoinquelloodiernodellafonte. È da ricordare infine un sarcofa-go paleocristiano di età teodosianaconservato nell’episcopio d’Ischia.Sitrattadiunesemplareinteramen-teconservatodelcelebregruppodisarcofagideltipoBethesda.sullacuifronte campeggia, al centro, la scena della guarigione del paralitico allapiscinacosìchiamata.

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8 La Rassegna d’Ischia n. 3/2016

Il Gazzettino dell’isola d’Ischian. 2 – 15-31 gennaio 1985

Casamicciola : si procederà alla ristrut-turazione del Pio Monte della Misericordia – Un complesso alberghiero termale e pinete at-trezzate per passeggiate e attività artistiche

Nuove terme e verde pubblico

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ma

il paese attende ancora

Una grande realizzazione èin corso con la trasformazione dell’ormai fatiscente edificio «PioMonte della Misericordia» in ungrande complesso alberghiero ter-male,chesaràcertamente ilfioreall’occhiello delComunediCasa-micciola. Promotori di questa splendidaed intelligente, nonché coraggiosa iniziativa, sono tre operatori eco-nomici di Casamicciola, esperti nel campo alberghiero e termale, at-tivitàacuisidedicanodasvariatianniconsuccesso. Veramente, Casamicciola, vera capitale del termalismo isolano, in quest’ultimo ventennio era stataquasisopraffattadaicolossiischi-tani (vedi Yolly e Continental) elacchesi(tuttolostupendogruppotermo-alberghieroqualilaRegina

lodell'architettoUgoCacciapuoti.Nel plaudire al coraggio dei treoperatori economici, ci congratu-liamo con la lungimiranza delllaamministrazionecomunalediCa-samicciola che, senza strombaz-zamenti elettorali, ha approvato una realizzazione che certamenterilancerà la vecchia capitale ter-maledell’isolaversotraguardichele competono sia per l’indiscus-se qualità terapeutiche delle sueacque sia per la fama ultracente-naria dei suoi miracolosi fanghi;famaunpo’appannatadalgrandebattage pubblicitario, che da unventennio a questa parte Rizzoliper Lacco Ameno, Marzotto perIschia, hanno sovvenzionato per rilanciaresemprepiùefficacemen-teiloroalberghitermali. Ma la riutilizzazione dell’anti-co complesso (ilPio Monte della Misericordia èunentemoralediassistenza e beneficenza costitui-tonel1604)vavistaancheinunaprospettivadiinteressesociale.Leduepinetecherecingonoilmanu-fatto (l’area complessiva è di 24milametriquadrati,quellacopertadi60milametriquadrati)sarannoattrezzateaverdepubblicoecosti-tuirannounpolmonediverdepro-prionelcentrodiCasamicciola.IIComunepotràutilizzareunmutuodi 300 milioni, una somma cer-tamentebastevoleper labisogna.Delleduepinete,laprimadiformaallungatasaràdestinataaunper-corso-passeggiata, che diventeràcosìilrifugiodiquantipreferisco-nometteredapartel’autooilmo-torino per camminare con piacere nel bosco. Della seconda pineta,invece,sisfrutterà la formaallar-gata per creare uno spazio-teatrodelqualedatemposiavvertivalanecessità. Una realizzazione importante,dunque,unanuovagustosaoffertaperilturista,masenzaalterarelabellezzanaturaledelsito,comehaavutomododidichiarareilsinda-coGiuseppeIacono.

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Isabella, loSportinge laReginel-la) e dagli impianti di Poseidon(Forio).Unicarealizzazionevalidae moderna per Casamicciola sono i bellissimiBagni del Castiglione.Ben poca cosa rispetto all’organiz-zazionealberghieracitata. Il progetto di trasformazione ha avuto il benestare della Ammini-strazione comunale di Casamic-ciola che in data 19 gennaio hadeliberato di accettare la richiesta avanzatadaitreoperatori,costitu-itisiinSocietàperazioni.Siamoaconoscenza che il progetto di tra-sformazione è stato il tema che ha attivatovariprofessionistiogrup-pi di tecnici, che hanno passato alla commissione giudicatrice glielaborati che sono stati sottoposti alla commissione giudicatrice: ilprogettovincentesembrasiaquel-

CasamicciolaTerme-Ilfatiscenteedificiodel Pio Monte della Misericordia

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 9

Ex LIBRIS

Dizionario geografico universale tratto e compendiato dalle opere più ac-

creditate e recenti di geografi insigni di G. B. Carta, Napoli 1843

Barano – Villaggi 2 del Re-gno di Napoli; uno in AbruzzoUlter., nella diocesi dell’Aquila;l’altro nella provincia di Napoli, distrettodiPozzuoli,circondarioe diocesi dell’isola d’Ischia, d’aria salubre.Abitanti1.100.

Casamicciola – Villaggio del regno e provincia di Napoli, di-strettodiPozzuoli,circondariodiForio,diocesid’Ischia,nell’isoladiquestonome.Abitanti2.560.Esso vanta molta antichità evuolsi abitatoanticamentedagliEritresi, essendovi una collinachiamata per ancora Eritreste.Nei dintorni avanzi di antiche fabbriche, fra le quali un’anti-ca fortezza edificata da’ Greci,che in oggi dicesi di Castiglione, donde calando verso il mare sca-turisconodue fonti le cui acquediconsi di Castiglione, quivi unospedale mantenuto dal mon-te della misericordia di Napoli, sullacuiportaleggesi:Fluunt ad eum omnes gentes; l’aria di Ca-samicciola, detto anche Casaniz-zula,èsaluberrima,edilsuoter-ritorio feracissimo; molta argilla peroperedifigulinarozzedicuifassioperosaindustria.

Forio - Grande terra del re-gno di Napoli, nella provincia di Napoli, distretto di Pozzuoli,capoluogo di circondario, dio-cesid’Ischia,nell’isoladiquestonome.Lecasesondispostesudiunalinguaditerracheaggettasinelmare ed intorno a due senidi esso.Prodotti abbondevolidi

prima necessità; ricca pescagio-ne.Abitanti5.200.

Ischia–Cittàcapoluogodell’i-soladiquestonomenelregnodiNapoli,postasullacostagrecalediessa,neldistrettodiPozzuoli.Èfabbricatasopraunarocciadibasalto,altapressoche600pie-di, e riunita all’isolamercédigaartificiale.Viendifesadavecchiocastello,cheèquelmedesimoincui riparò Ferdinando II allor-chéCarloVIIIinvaseilreame.Èsede di un vescovo suffraganeodell’arcivescovo di Napoli. Abi-tanti2.700.

Ischia isola - Isola del regno di Napoli e all’ingresso del golfo di questo nome, divisa dal con-tinentemercécanalelargo6mi-glia,incuisorgel’isoladiProcida.FapartedellaprovinciadiNapo-li e del distretto di Pozzuoli, dicuiformaduecircondari:Ischia e Forio.Postasottoilgrado40°43’ di latitudine settentrionale,edi34°di longitudinemeridio-nale, è dessa fra le più rinomate isolediquestoreame. In temporemotissimoedanoisconosciu-to emerse dalle onde per violenta esplosione vulcanica. Corre in-torno24miglia,4 in largo,8 inlungo.QuifavoleggiaronoipoetiaverGiove abbattuto i giganti eimprigionatovi Tifeo, per rabbia costui vomitar fiamme.Materievulcaniche e calcinate incon-transidappertutto,ovesuquestaterra si volge il piede. IlMonteEpomeo che n’occupa il mezzo,

estollendoilcapoall’altezza1800piedi insulmare,parchepossariguardarsicomemodoecentrodi altri dodici minori vulcani.PrimiadabitarlafuronogliEri-tresi e Calcidesi venuti dall’Eu-bea, oggidì Negroponte nell’arci-pelago; sì che anche al dì d’oggi sonovi colline colà nominate leEritrese.Dagliantichivariamen-tevenneappellata.Fraipiùcontisuoinomiattribuisconlesiquellidi Oinaria, Aenaria e Pithecusa, secondochéodallestabilitevifi-gulineodall’approdarvidiEneavuolsi la etimologia loro far ri-montare.Ne’mezzitempifudet-ta Isclaediqui(nondalfranceseIsle,comeperisbagliohatalunomantenuto)ilpresentesuonomeacquistò e mantenne. Gravi espaventose eruzioni hanno inpiùtempiquellaterrasconvolta,acominciardaquellaaccennatadaStrabone,giùvenendoinsinoall’altradel 1301, laqualedura-ta costantemente per ben duemesi,arseedevastòbuonapartedell’isola,seppellendo lacittàdiGeronda,emutandodeltuttolasuperficie della contrada, stataper l’innanzi coltivata e fertilissi-ma.Altromontenonv’esiste,chel’Epomeo suddetto o altrimen-ti S.Michele (!), sul cui sommoosservasi tuttavia il cratered’unvulcano.Nelrimanentenonsonoche colline, feracissime in dar frutta e vino di sapore squisito,non meno che il restante coltiva-biledell’isola. Sorgenti termali sorgono davarii punti della terra, appre-stando medicina meravigliosa a non poche specie di malanni sì chequeibagni,venutiingrandenominanza, divengono frequen-tatissimi nei mesi estivi per la gente che vi trae, non che dal re-gno, da’ paesi estrani a cavar da

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essimiglioramentooguarigione.Tra lespeciediquesteacqueven’haunacheviencredutacapacedifecondareledonnesterili! Il soggiorno d’Ischia è tra i più bellicheinEuropaesistano;cie-lo presso che sempre sereno, aria dolceesalubretantonellabuonache nella malvagia stagione; ve-getazionericcaerigogliosa.Oltreaciò,haquest’isolaunlago,mi-niere di oro, di ferro, di zolfo, di allume.RicoveròFerdinandoIIeFedericosuozioperleinvasionifrancesinelreame,nelqualtem-pofunotevolissimaladifesachedi essa fece Costanza d’Avalos.Risiedeviunvescovosuffraganeodell’arcivescovodiNapoli.Oltrela città che porta il suo nome,sonoinquest’isolaparecchieter-reevillaggi.Gliabitatori innu-merodi25.000,oinqueltorno,sonopressoche tuttimarinai,oagricoltori. Ci ha non di meno

pure qualche industria, in spe-cialitàquelladi fabbricareegualmaniera di vasi, mattoni, embri-ci, tegoliedaltresiffattecosediargilla.Ledonneuniversalmentetessonoalcunetelevelate,efan-no ventagli, ed anche cappelli di paglia.

Lacco – Piccola terra del re-gno di Napoli in sull’isola d’I-schia, nella cui diocesi è posta,provincia di Napoli, circonda-rio di Forio. Sorge in posizioneamenissima, sopra terra fertile invinie fruttadi saporesquisi-to.InunluogocolàdettoPietra della Trigliafassibuonapescaditonniedibarboni.Sonoviacquetermali grandemente decantate.Vuolsi che il nome ne derivas-se dal greco laas, lapis, essendo il suo territorio tuttogremitodigrossimassidi tufobianco,unodeiqualièdegnodiosservazione

per la figura di unFungo assai grande, posto in mare non molto lungidallido.Servediormeggioe riparo alle navi e vien chiamato dataluniassolutamenteilLacco.Per monumenti rinvenuti parchequestaterrasiastatalaprin-cipal sede delle greche colonie venuteinIschia.Fustanzaezian-diodiRomani.Oracontaabitan-ti1.350.

Serrara–ComunedelregnodiNapolinellaprovinciadiquestonome,sull’isolad’Ischia,distret-todiPozzuoli,circondarioedio-cesid’Ischia.Abitanti1.050.

Testaccio – Villaggio del regno di Napoli nella provincia omoni-ma,distrettodiPozzuoli,circon-darioediocesid’Ischia.Abitanti1.100.

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 11

Viaggio di Henry Swinburne nelle Due Sicilie nel 1777, 1778, 1779 e 1780, tradotto dall’inglese da un viaggiatore francese – Tomo IV, Parigi 1786

Voyage de Henry Swinburne dans les Deux Siciles en 1777, 1778, 1779 et 1780, traduit de l’An-glois par un voyageur françois – Tome quatrième, Paris 1786

L'isledeProcidaestsituéeentrecelled’IschiaetlepromontoiredeMisene,àégaledistancedel’uneetdel’autre,etpeutavoirseptàhuitmillesdecir-cuit.Strabon(Liv.VI)etPline(Liv.III)nousdisentformellementqu'ellefaisoitpartiedel'isled'Ischia,etenfutséparéeparuntremblementdeterre.Sonsol fertileestcouvertdeverdure,de jardins,etdemaisonsdecampagne;lesraisinsetlesfigues,qu'onyrecueilleenquantité,ysontdelameilleureespèce:partout on voit des sources d'eau jaillir dumilieudessables.Lesfaisansysontensigrandeabondan-ce,qu'onlesyvoitsouventparmilliers; lachasseen est réservéepour le roi, et conservée avec tantdesoin,qu'ilyaquelquesannéesonytuoittousleschats:lesratss'ymultiplièrenttellementquetouty étoit dévoré par ces animaux voraces, jusqu'auxmortsqu'ilsdéterraientd'abordaprèsleurinhuma-tion;lespaysans,ruinésetdésolés,allèrentsejetter

L'isola di Procida si trova tra Ischia e il promontorio di Mi-seno, a eguale distanza dall’unae dall'altro, e può avere sette ootto miglia di circuito. Strabo-ne (lib. VI) e Plinio (lib. III) cidicono formalmente che faceva parte dell'isola di Ischia,enefuseparatadaunterremoto.Ilsuofertilesuoloècopertodiverde,digiardini e di case di campagna; l’uva e i fichi, che sono raccoltiin quantità, sono dellamigliorespecie:dovunquesivedonosor-gentid'acquascaturiredallasab-bia.Ifagianicisonointantaab-bondanza, che spesso si vedono a migliaia; la caccia è riservata al re, emantenuta con tanta cura,chealcuniannifasiucciserotuttiigatti:irattivisimoltiplicaronoin modo che tutto veniva divo-rato dai voraci animali, persino

imorticheprimaeranoesumatidopo l’inumazione; i contadini,rovinati e desolati, andarono a gettarsiaipiedidelre,cherevocòl'ordine proposto contro i gatti, e nediedeunaltroperladistruzio-nedeiratti.Cisonoanchemoltelepriinquestaisola,elequaglieabbondanoinprimaveraeinau-tunno. Gli abitanti di Procida passano per i migliori marinai d’Italia, e in generale l'aria è così buona,cheessiallunganolalorocarrie-rafinoinetàavanzata.Hamiltonpensa che la sua formazione fudovuta principalmente ad unaesplosione vulcanica, essendo ilsuosuoloevidentementesimileaquellodiBaiaediPozzuoli. Lapiùgrandeepiùimportantedelle isole del Golfo di Napoli è quellad’Ischia; a lungo fu chia-

mata Pythecusa, che in greco significascimmia.Glistudiosisisono vanamente molto sforza-ti di capire perché portasse tale nome.OmeroePindarolachia-mano Inarime: nessuno sa dadove venga questo. Poi è stataanche detta Aenaria; ma i cri-tici trionfalmente affermaronochel'originediquestonomefuilsoggiorno di Enea che, arrivando in Italia, vi si fermò con la suaflotta. Ciòmi sembra dimostra-to.Perquanto riguarda ilnomedi Ischia, che porta ora, anche se non damolto tempo, nessu-nosièpreoccupatodiinformar-si chi ebbe a chiamarla così; le antichitàdidueo trecento anninon sono degne di occupare imomenti preziosi di antiquarifamosi; hanno bisogno di mi-gliaiadisecoli,dirovinedeltutto

auxpiedsduroi,quirévoqual’ordreportécontreleschats,etenprononçaunnouveaupourladestruc-tiondesrats.Ilyaaussibeaucoupdelièvresdanscetteisle,etlescaillesyabondentdansleprintempsetdansl’automne. Les habitants de Procida passent pour lesmeil-leursmarins de l'Italie, et en général l’air y est sibon,qu'ilspoussentleurcarrièrejusqu'àunâgetrèsavancé.M.Hamiltonpensequesaformationestdueprimitivementàuneexplosionvolcanique,sonsolétantévidemmentsemblableàceluideBaiesetdePouzzol. Laplusgrandeetlaplusconsidérabledesislesdugolfe de Naples est celle d'Ischia :longtempsonlanomma Pythecuse,quiengrecveutdiresinge.Lessavantss'efforcerontlongtempsenvaindedevinerpourquoi elle a porté ce nom.Homère et Pindarel’appellent Inarime:onnesaitpasdavantaged'oùluivintcelui-là.Enfinelleeutencoreceluid’Aena-ria;maislesdissertateurstriomphentennousaffir-mantquel’originedecenomfutleséjourqu'Enée,arrivantenItalie,yfitavecsaflotte.Celameparoitdémontré.Quantaunomd'Ischia,celuiqu'ellepor-temaintenant,quoiqu'iln'yaitpaslongtempsqu'el-le en soit en possession, personne ne s'est avisé de

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12 La Rassegna d’Ischia n. 3/2016

cancellate, di tradizioni prive di autorità, e persino improbabili;allora la loro immaginazione la-vora, essi vedono chiaramente in unaquantitàdibranid’autoriciòche non è mai esistito, e dispoti-camentedannodeigiudizidicuinessunohacercatodivalutarelavalidità. Strabone ci assicura che gliEretriesi furono i primi abitantidi Ischia,ma che i suoi vulcanisempre attivi e le loro terribili eruzioni, avendoli costretti a la-sciarla, l'isola rimase inabitata fino all'anno 464 a. C quandoIerone, re di Siracusa, vi inviòuna colonia che non potette ri-manervi chepochissimo tempo.InfineiRomani,piùaudaci,visistabilirono,elamantennerofinoaltempodiAugusto.Questoim-peratore, essendo innamorato di Capri, scambiò quest’isola con iNapoletani, che, da allora, ritor-narono in possesso di Ischia. Il

suocircuitoèdidiciottomiglia.Nelcentrodell'isolasielevaun’e-norme montagna di nome Epo-meo: una volta era un vulcano;madalXIII secolo i suoi fuochisono spenti o, per meglio dire, non ci sono state altre eruzio-ni,perchénonsipuòmettereindubbio il fatto che essi ci sonoancora,agiudicaredaifrequentiterremoti che vi si provano, così comedal caloredelle sueacquemineraliedeisuoibagni. Vi sono a Ischia molti impor-tanti borghi, e una città episco-pale.L'isolaècircondatadapro-montori, e diversi piccoli porti, concuiilsitoselvaggioeausteroformaiquadripiùbelli. Un'altrapartedell'isolaha l'a-spetto più ridente e piacevole per la sua fertilità e l'eccellenza deisuoiprodotti. MaciòcheharesoIschia sem-pre molto famosa sono le suesorgentimineralieibagnicaldi.

Cisonoanchedellestufedisab-biaspecialidiquest’isola:illoroeffettoèmoltosalutarepermoltemalattie. L'eruzione più terribi-le dell’Epomeo che si conosce è quelladel13o2:l'isolafuinfiam-meperduemesi interi, e i suoiabitanti ebbero un tale terrore,chemolti fuggironoenonritor-naronopiù. Si trovano nell'isola di Ischia undici sorgentidi acqua fredda,e trentacinque d’acque calde eminerali. Inapoletani sostengo-no che non vi è specie di malattia cui queste acque non fornisca-nounrimedio.Hamilton,chevitrascorse tre settimane, ci dice chevifucostruitoundegnosta-bilimentoutileperl'umanità.Vicurano ogni stagione trecentomalati poveri. Questi sfortunatiiniziano con il bagno; poi sono immersi nella sabbia calda, che, anchesotto l'acqua,simantienemoltocalda.L’autoredelViaggio

s'informerquiapuleluidonner:lesantiquitésdedeuxoutroiscentsansnesontpasdignesd'occu-perlesprécieuxmomentsdesillustresantiquaires;il leur faut de bonsmilliers de siècles, des ruinesentièrement effacées, des traditions sans autorité,etmêmeinvraisemblables ;alors leur imaginationtravaille, ils voient clairement dans une foule depassagesd'auteurscequin'yajamaisexisté,etren-dentdespotiquementdesarrêtsdontpersonnen'esttentéd'attaquerlavalidité. Strabonnousassureque lesErétriens furent lespremiers habitants d’Ischia,mais que ses volcanstoujours allumés, et leurs terribles éruptions, lesayantobligésd'ensortir,l'islerestadésertejusqu'àl’an 464 avant J. C. qu'Hiéron, roi de Syracuse, yenvoyaunecoloniequineputyresterquefortpeudetemps.EnfinlesRomains,plushardis,s'yétabli-rent, et la conserverent jusqu'au tempsd'Auguste.Cetempereur,s'étantpluàCaprée,fitl'échangedecetteisleaveclesNapolitains,qui,depuiscetemps,sont demeurés en possession d'Ischia. Son circuitestdedix-huitmilles.Aumilieudel’isles'élèveunemontagne considérable nommée Epomeo : c'étoitjadisunvolcan;maisdepuisletreizièmesièclesesfeuxsontéteints,ou,pourmieuxdire,iln'yapointeud'éruption,caronnepeutdoutercequ'ilsn'exi-stenttoujours,sionenjugeparlesfréquentstrem-blementsdeterrequ'onyéprouve,ainsiqueparla

chaleurdeseseauxminéralesetdesesbains.OntrouveàIschiaplusieursbourgsconsidérables,et une ville épiscopale. L'isle est entourée de pro-montoires,etdeplusieurspetitsports,dontlesitesauvageetaustèreformelestableauxlespluspitto-resques. Uneautrepartiedel'isleprésentel'aspectleplusriantetleplusagréableparsafertilitéetl'excellencedesesproductions. Mais ce qui a rendu de tout temps Ischia fort célèbre,cesontsessourcesd'eauxminéralesetsesbainschauds.Ilyaaussidesétuvesdesableparti-culièresàcetteisle:leureffetesttrèssalutairepourungrandnombredemaladies.Laplusterribleérup-tionconnuedel’Epomeo estcellede13o2:l'islefutenfeupendantdeuxmoisentiers,etseshabitantseurentunteleffroi,queleplusgrandnombrepritlafuite,etn'yestjamaisrevenu).(JournaldeM.deNon) Ontrouvedansl'isled’Ischiaonzesourcesd'eauxfroides,ettrente-cinqd'eauxchaudesetminérales.LesNapolitainsprétendentqu'iln'yapointdemala-dieàlaquelleceseauxnefournissentunremède.M.Hamilton,quiypassatroissemaines,nousapprendqu'onyafaitunétablissementaussihonorablequ'u-tilepourl'humanité.Onyentretientchaquesaisontroiscentspauvresmalades.Cesmalheureuxcom-mencentparlesbains;ensuiteonlesplongedansle

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 13

sablechaud,qui,mêmesousl'eau,estd'unechaleurbrûlante.Le rédacteurduVoyagedesdeuxSicilesassure que ce sable (qui est demême nature queceluideProcida)estremplideparcellesdeplomb:maisilsetrompe;c'estdufer,puisqueM.Hamiltonl'a trouvéattirableà l'aimant.Prèsde lapartiedel'isleoùsontcesbains,ilyaunrocherd'anciennelave, formantunepetitecaverne,oùl'onrafraîchitlesfruitsetlesliqueursaussifortementqu'avecdelaglace,etiln'estpaspossibled'yresterplusieursminutessanssouffrirdesdouleursinsupportables.Cefroidestd'autantplusétonnant,qu'iln'estjamaisaccompagnédevent,etl’onsaitquedanslescaver-nesdel'EtnaetduVésuvelefroidestévidemmentproduitparunventsouterrain.Ilyaapparencequecefroiddoitsanaissanceàlaprodigieusequantitédenitredonttoutleterrainabonde. Les anciennes laves d’Ischia prouvent que leséruptionsyontété formidables : ilyaunedeceslavesquiaplusde200piedsdeprofondeur.L’E-pomeo (nommé maintenant le mont S. Nicolas)estaussihautqueleVésuve,s'ilnel’estdavantage;les cellules des hermites, qui y demeurent depuislongtemps, sont taillées dans la montagne même, etc'estlàqu'ondistingueclairementquelamatièrequi la compose est absolument lamêmeque cellequicouvreHerculanum,etaforméMonteNuovo.Il

n'yapointdetracesdecratèresurlesommetdelamontagne,quis'élèveenformantunepointeaiguë:mais il fautbienqu'il y enait euun; carStrabon,parlantdecette isledanssoncinquièmelivre,citeTimaeuscommeayantrapportéque,«peudetempsavant lui, unemontagnenomméeEpomeo, situéeau centredePythecusa, avoit été ébranléeparuntremblementdeterre,etvomissoitdesflammes». PrèsduvillagedeCastiglione, dans cette isle, on voitunemontagneforméesûrementparuneexplo-siondeplusfraîchedate,puisqu'elleaconservésaformeconiqueetsoncratère:cependantlesouvenirdecetteéruptionnes'estpasconservé;onnevoitpaslamoindremarquedevégétationsurlalavede13o2,etelleestdanslemêmeétatquelaplusfraîchelaveduVésuve.Siellerestecinqcentsans,etpeut-être mille, dans cet état d'inaction entière, combien lui faut-ildoncdesièclespourdevenirvégétative?M.Hamiltonnepensepasquel'isled’Ischia ait été séparéeducontinentparquelque tremblementdeterre;maisilpensequ'elleaprisnaissanceaufonddelamer,ets'estaccrueaupointoùelleestpardi-versesexplosionspostérieures.Procidadoitavoireulamêmeorigine.(Notedutraducteur,tiréeenpartiedesmémoiresdeM.Hamilton)

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delleDue Sicilie assicura che lasabbia(cheèlastessanaturadiquelladiProcida)contieneparti-celledipiombo:masisbaglia;sitratta di ferro, poiché Hamilton l’ha trovato che è attratto dal ma-gnete.Vicinoallapartedell'isoladovesonoquestibagni,vièunaroccia di antica lava, che forma una piccola grotta dove si raf-freddano la frutta e l’acqua cosìcome avviene con il ghiaccio, e non è possibile sostarvi molti minuti senza soffrire dolori in-sopportabili.Questofreddoèan-cora più sorprendente, per il fat-to che non è mai accompagnato da vento, e si sa che nelle grotte dell’EtnaedelVesuvioilfreddoèovviamenteprodottodaunventosotterraneo.Sembrache il fred-do sia causato dalla prodigiosaquantitàdinitrodicuiabbondatuttoilterreno. Le antiche lave d’Ischia pro-vano che le eruzioni sono state

grandi:unadiquestelavehapiùdi 200piedi di profondità.L'E-pomeo(orachiamatoMonte San Nicola) è alto come il Vesuvio,se non più; le celle degli eremiti, che vi dimorano da molto, sono tagliate nella stessa montagna, edèquichesidistinguechiara-mente che la materia che la com-poneèassolutamentelastessadiquella che copreErcolano, e haformatoilMonteNuovo.Nonvisonotraccedicrateresullacimadella montagna, che si eleva a forma di una punta acuminata,ma bisogna invero che ce ne deve esserestatauna;perchéStrabo-ne,apropositodiquestaisolanelsuo quinto libro, cita Timeo diaver riferito che "poco prima del suo tempo, un monte di nomeEpomeo, situato nel centro diPythecusa,erastatoscossodaunterremoto,evomitavafiamme". Vicino al villaggio di Castiglio-ne, in questa isola, si vede una

montagna formata sicuramen-te da un'esplosione di data piùrecente, dal momento che ha conservato la sua forma conicae il suocratere;comunque il ri-cordodi questa eruzionenon siè conservato; non si vede alcunsegno di vegetazione sulla lavadel 13o2 ed è nello stesso statodellapiùfrescalavadelVesuvio.Seè restatacinquecentoanni,eforsemigliaia,inquestostatodicompleta inazione,quantisecolioccorrono per diventare vege-tativa? Il signor Hamilton nonpensa che l'isola di Ischia sia sta-ta separata dalla terraferma da qualche terremoto; ma ritieneche essa sia nata sul fondo delmare,edècresciutaallostatoat-tualeaseguitodivarieesplosio-ni successive.Procidadeveaveravuto la stessa origine (Nota deltraduttore, in parte ricavata dai ri-cordiM.Hamilton).

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Italie – Guide du jeune voyageur par M. l’abbé Moyne, aumonier du Li-cée imperial d’Avignon, Rouen 1878 …. Nous entrons dans les eaux de Pouzzoles et deBaies, dont les rivages mornes et malsains ne conserventquelestracesd'uneprofondedésolation.NousdépassonsBaies,Baccola et les collinesquienferment les champs Elysées. On peut faire unehaltecharmantedansl'îledeProcida,l’unedesplusagréables du golfe, renomméepour ses perdrix etsesfaisans.Lesruinesquis'élèventaumilieudel'Ileappartiennent aumanoir de Jean de Procida. quiourditlevastecomplotdumassacredesFrançaisenSicileconnusouslenomdeVêpressiciliennes.Cesmursdémantelésnesontplusqu'unrendez-vousdechasse.Maiscetteîleintéressepeu,encomparaisonde celle d’Ischia, lareinedugolfe,que lesNapoli-tainscomparentàunvaisseaudehautbordarrêtésursesancresetdontProcidaseraitlachaloupe. Ischia portait anciennement les noms de Pythé-cuse, InarinaouAenaria.Lesfréquenteséruptionsde l'Epoméelarendirentlongtempsinhabitable.Cenefutquedanslesdernierstempsdelarépublique

Italia - Guida del giovane viaggiato-re del Rev. Moyne, cappellano imperiale della Scuola statale d’Avignone, Rouen 1878 .... Entriamo nelle acque di Poz-zuoliediBaia,lecuirivetetreemalsane conservano solo le trac-cediunaprofondadesolazione.Passiamo Baia, Baccola e le col-line che racchiudono i CampiElisi.Sipuòfareun’affascinantesosta nell'isola di Procida, unadelle più belle del Golfo, nota per lesuepernicieisuoifagiani.Lerovine che si ergono nel mezzo dell'isola appartengono al ma-niero di Giovanni da Procida, che ordìlagrandecongiuradelmas-sacrodeiFrancesiinSiciliadet-ta Vespri Siciliani. Questi murismantellatisonoorasoltantounluogo di caccia. Ma questa iso-la è di scarso interesse, rispetto a quella di Ischia, la regina del Golfo, che i Napoletani parago-nanoadunvascellodialtobordo

fermoall'ancoraedicuiProcidasarebbelascialuppa. Ischia era precedentemente chiamata Pythecusa, Inarina o Aenaria. Le frequenti eruzionidell’Epomeo la resero a lungoinabitabile. Fu solo negli ultimitempi della Repubblica romanache si tentò, secondo Plinio, difondarvi qualche insediamento.Più tardi la dolcezza del cielo, la ricchezzadelsuolo,elevirtùdel-lesueacquetermalinefecerounsoggiorno di delizie per i padroni delmondo. Ischia,daallora,haseguitolesortidiNapoli,conlaparticolarità che ebbe sempremolto a soffrire dalle incursionideipiratiafricani.Alfonsod'Ara-gonaproscrisse tuttigli abitantidisessomaschile,elisostituìcoisoldatispagnoli.Ladinastiaara-

gonese non è mai stata popolare a Napoli, perché seppe o volle go-vernaresolonelsuointeresse;lefamiglie reali di origine francese, al contrario, sono state sempre amate dalla gente, perché, no-nostante i loro difetti, cercarono sempre la gloria e la felicitàdelpaese. L'isola d'Ischia, estremamente fertile,acausadelfuocosotterra-neocheimprimeallasuavegeta-zioneuna sorprendente attività,è abitata da unapopolazione di25.000animesparsesuifianchidell’Epomeo. Se si vuole goderedi unadelle piùbelle prospetti-ve del golfo, bisogna salire finoalla cima di questa montagna.Unsentieropraticatonelbosco,dovealoe e cactus simescolanoconigranati,ilaurieglialberidimontagna, vi mostra nel percor-sounacquedotto romano, tuttoadornodimirtiediericheinfio-re,chesiprotendetraduerocceper portare al borgo di Ischia l’acquadiAbucetto. Il cammino

romainequel’onsehasarda,selonPline,àyfonderquelques établissements. Plus tard la douceur duciel,larichessedusol,etlesvertusdeseseauxther-malesenfirentunséjourdedélicespourlesmaîtresdumonde.Ischia,depuislors,asuivilafortunedeNaples,aveccetteparticularitéqu'elleeuttoujoursbeaucoupàsouffrirdesincursionsdespiratesafri-cains.Alphonsed'Aragonenproscrivitleshabitantsmâles, et les remplaça par des soldats espagnols.La dynastie aragonaise ne fut jamais populaire àNaples,parcequ'ellenesutounevoulutgouvernerquedansson intérêt; les famillesroyalesd'originefrançaise, au contraire, furent toujours chéries dupeuple,parceque,malgréleursfautes,ellesnere-cherchèrentquelagloireetlebonheurdupays. L'île d'Ischia, excessivement fertile, à cause desfeuxsouterrainsquiimprimentàsavégétationuneactivitésurprenante,esthabitéeparunepopulationde25.000âmes répandue sur lesflancsde l'Epo-mée. Si l'on veut jouir d'une des plus belles pers-pectivesdugolfe,ilfautmonterausommetdecettemontagne.Unsentierpratiquédanslesbois,oùlesaloès et les cactus se mêlent aux grenadiers, auxlaurierse1auxarbresdesmontagnes,vousmontreau passage un aqueduc romain, tout festonné de

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diventapoipiùrude,lalavapiùabbondante; invece di sorgenti di acquacaldachesonostatetrova-tenellapiana,delle fumaroledivapore ardente scaturiscono dauna terra tormentata dal fuocosotterraneo. Il cratere dell’Epomeo, estin-to fin dal XIV secolo, non offrenulla di curioso oltre l'asprezzadelsuosito;mascopreagliocchiun orizzonte di cui le difficoltàdell’ascesa non lasciano presen-tirelemeraviglie.Dalpromonto-riodiCirceaquellodiSorrento,la vista spazia su un panoramaincantevole. Nell’isola di Ischia una natura feconda e adornatacon tutto il suo fascinosoddisfaampiamente le esigenze dei resi-denti.Costorohannoconservatoilgustodell'antichitàpreservan-dosi dai suoi vizi: il cristianesi-mo ha fatto d’Ischia un'oasinelmare. I viaggiatori che si accontenta-

myrtes et de bruyères fleuries, qui s’élance entredeuxrocherspourporterauvillaged'Ischialeseauxdel'Abucetto.Lechemindevientensuiteplusrude,lalaveplusabondante;aulieudessourceschaudesque l'on trouvaitdans laplaine,des fumerollesdevapeursbrûlantesjaillissentd'unsoltourmentéparlesfeuxsouterrains. Lecratèredel’Epomée,éteintdepuisleXIVsiècle,n'offre par lui-même rien de curieux que l'àpretédesonsite;mais ildécouvreauxregardsunhori-zon dont les accidents de la montée ne laissent pas pressentirlesmerveilles.DepuislepromontoiredeCircéjusqu'àceluideSorrente,lavues'étendsurunpanoramadélicieux.Dansl'Iled'Ischiaunenaturefécondeetparéedetoussescharmesfournitlarge-mentauxbesoinsdeshabitants.Ceux-ciontconser-vé les goûts de l’antiquité en se préservant de sesvices:lechristianismeafaitd'Ischiauneoasisdanslesmers. Les voyageurs qui se contentent d'admirer lesavantagesextérieursdel'îleetlasupérioritédesesproduits, oublient sa plus noble gloire, celle quelareligion luia faite.Demandezàces jeunesgensqui,nu-pieds etheureux, vont aux champset auxvignes, ce qu'ils estiment le plus dans leur belleIschia. Ils vous apprendront qu'autrefois, lorsquel'empereur Valérien persécutait les chrétiens en

Afrique,uneviergenomméeRestitutasubitdiverstourmentspourlenomdeJésus-Christ.Abandon-née ensuite, lorsqu'elle n'avait plus que quelquesinstantsàvivre,dansunebarque lancéeà lamer,remplied'étoupeetderesinesallumées,ellemourutsansavoirétéatteinteparlesflammes.Labarque,portantlesrestesprécieuxdelasaintemartyre,futconduiteparlamaindeDieuaurivaged'Ischia, où lesfidèleslesrecueillirentetlesontdepuisconstam-mentvénérés.Naplesabâtiuneégliseensonhon-neur;touteslesvillesdugolfe,pieusementjalousesdecetrésor,invoquentavecconfiancelasaintequiestvenuedemanderàIschiasontombeau.Protégéeparcesreliques,Ischianecraintrienduvolcan;ill'enrichitsansluinuire;admirablereligionquifaitbrillerl’espérancedanstoutesnosépreuvesetnousmontretoujourslaprotectionàcôtédudanger! Paruntempscalme,quatreheuressuffisentpourla traversée d'Ischia a Capri. L'ile n'est accessiblequeparunseulpoint,dumoinsonlecroyaitavantlehardicoupdemaindugénéralLamarque.Ilparvintavecunepoignéedebravesàgrimperderochersenrochers jusqu'à lapartiesupérieurede l'île,endé-busqualesAnglaiscommandésparHudsonLowe,etassura ladominationdeMuratdans legolfedeNaples.

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no di ammirare i vantaggi este-rioridell'isolaelasuperioritàdeisuoiprodotti,dimenticanolasuapiùnobilegloria,quellacheDiole ha dato.Domandate a questigiovaniche,apiedinudiefelici,vannoneicampieneivigneti,ciòche apprezzano di più nella loro bella Ischia.Essividirannochein passato, quando l'imperatoreValeriano perseguitava i cristia-niinAfrica,unaverginedinomeRestituta subì varie torture nelnomediGesùCristo.Poi,lascia-ta,quandoavevasolopochiistan-tidavivere,inunabarcapienadistoppa e resina in balia del mare einpredaallefiamme,morìsen-zaesserestatatoccatadallefiam-me. La barca, che trasportava ipreziosi resti della santa martire, fu condotta dalla mano di Dioalla riva di Ischia, dove i fedeli li raccolsero e da allora li hanno sempre venerati. Napoli costruìunachiesainsuoonore;tuttele

città del Golfo, piamente gelosedi questo tesoro, invocano confiducialasantachevenneachie-derelasuatombaadIschia.Pro-tetta da queste reliquie, Ischia nontemepiùnulladalvulcano;esso l’arricchisce senza danneg-giarla, religione ammirevole che fabrillarelasperanzaintuttelenostreproveeassicurasemprelaprotezionedifrontealpericolo! Con un tempo calmo, quattrooresonosufficientiperlatraver-sata da Ischia a Capri. L'isola èaccessibilesolodaununicopun-to, almeno così si pensava prima dell’ardito colpo di mano del ge-neraleLamarque.Egliriuscìconun pugno di coraggiosi a saliredi roccia in roccia sino alla par-tesuperioredell'isola,nesloggiògliInglesicomandatidaHudsonLowe,eassicuròladominazionediMuratnelGolfodiNapoli.

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Estratto da Gli Eubei in Occidente.AttideldiciottesimoconvegnodistudisullaMagnaGrecia,Taranto8-12ottobre1978,Napoli1984

Tra Oriente e Occidentela Pithecusa degli Eubei

di David Ridgway * * Nota dell’autore --RinnovolamiagratitudinealComitatoorganizzatoreperavermiaffidatoquestarelazione,dellaqualehoritenutoopportunomantenereilcaratterenettamentediscorsivonellepaginecheseguono.Un’aggiuntarispettoallaversionestampatainMagna Grecia,XIII,fasc.11-12,1978,pp.14-18,rappresentanolenotebibliografiche,ampliateeaggiornatefinoaluglio1980.Perillustrazionideirepertipithecusanipassatiinrassegna,rimandoalladocumentazionegraficaefotograficadelvolumePithekoussai I(dicuiallanota5,infra);perulterioriinformazionieapprofondimentidialcuneposizionipreserimandoai miei scritti The eighth century pottery at Pithekoussai: an interim report(1976)eThe foundation of Pithekoussai(1980),imminentineivolumiActes du colloque:La céramique grecque ou de tradition grec-que au VIIIe siècle avant notre ère en Italie centrale et meridionale e Nouvelle contribution à l’étude de la société et de la colonisation eubéennes,curatidalCentreJeanBérarddiNapoli.

IlXVIIIConvegnodiStudisullaMagnaGreciaètutt’altrocheilprimoincontrochetrattagliEubeid’Occidente1. Il fenomeno delle riunioni euboi-

1 Incontro di studi sugli inizi della colonizzazione greca in Occidente, Dial.diArch.III,1969,pp.3-234;Contribu-tion à l’étude de la société ou de la colonisation eubéennes, Cahiers du Centre Jean Bérard II, 1975; La céramique grecque ou de tradition grecque au VIIIe siècle avant notre ère en Italie centrale et meridionale, Napoli,CentreJeanBérard,1976:incorsodistampa;eoraNouvelle contribu-tion à l’étude de la société et de la colonisation eubéennes Napoli,Centre JeanBérard 1980: in corsodi stampa.Lapresenza degli Eubei nell’Occidente, e in particolare aPithecusa, è stata inoltre discussa durante alcuni incon-tri recentisu temipiùvasti,qualiLazio arcaico e mondo greco, Par. Pass. XXXII, 1977; L’ideologia funeraria nel mondo antico, Napoli - Lacco Ameno, 1977: in corso distampa; Die phönizische Expansion im westlichen Mittel-meerraum,Köln1979:incorsodistampa;Salento arcaico, Università di Lecce, Quaderni dell’Istituto di Archeologia e Storia Antica1,1979;Grecia, Italia e Sicilia nell’VIII e VII sec. a. C,Atene1979:incorsodistampa.Moltopertinential tema della presente relazione sono: l’inquadramentostoricodiM.W.Frederiksen,The Etruscans in Campania, D.eF.R.Ridgway(redd.),Italy before the Romans,Lon-don -NewYork, 1979,pp.277-311; il volumediA.Mele,Il commercio greco arcaico: prexis ed emporie, Napoli, CentreJeanBérard, 1979;e il trattamentodella societàedelcommercioeuboicinellepaginesuccintediO.Murray,Early Greece,London1980,pp.69-79.Perlabibliografiaprecedente,v.G.Buchner,Nuovi aspetti e problemi posti dagli scavi di Pithecusa..., Contributioncit.,pp.59-86;D.Ridgway,The first Western Greeks: Campanian coasts and Southern Etruria,inC.eS.Hawkes(redd.),Greeks, Celts and Romans:Studies in Venture and Resistance,London1973,pp.5-38;Id.,Rapporti dell’Etruria meridionale con la Campania: prolegomena pithecusana, Aspetti e proble-

che,infatti,èunodeirisultatipienamentepositividell’emergenza degli Eubei alla luce nell’Eubeastessa,nelVicinoOrienteenell’Occidente:emer-genza che risale sostanzialmente al periodo che possiamo denominare non solo post-bellico ma anchepost-Blakeway.PrimadiBlakeway,c’erainpraticasoloCuma:eperluiCumaful’unicacolo-nia fondata nel periodo pre-coloniale2. Ora, a cento anni di distanza dall’inizio degliscavi compiuti a Cuma da Emilio Stevens, sap-piamomoltodipiù.Sen’èparlatoeseneparle-ràabbondantemente.Intanto,sièiniziataanchelapubblicazionedefinitivadellamole ingentedinuove materie prime sia dalla madrepatria siadall’Italiameridionale. I colleghi svizzeri hannodato un esempio veramente splendido con i seivolumidellacollanaEretria:Ausgrabungen und Forschungen / Fouilles et recherchesuscitifrail1968eil19783.Sonostatiinoltreportatiatermi-

mi dell’Etruria interna, Atti dell’VIII Convegno Nazionale diStudiEtruschiedItalici,Orvieto1972:1974,pp.281-92;Id.,Composition and provenance of Western Geometric pottery: a prospectus, Papers in Italian Archaeology I: The Lancaster Seminar, British Archaeological Reports, Suppl. Ser.41,1978,pp.121-8.2A.Blakeway,BSAXXXIII, 1932-33,p. 200.Cfr. oraG.Buchner,Cuma nell’VIII secolo a.C, osservata dalla pros-pettiva di Pithecusa, in I Campi Flegrei nell’archeologia e nella storia,AttideiConvegniLincei33,1977,pp.131-48.3 Di particolare respiro per il periodo che qui interessasono: C. Bérard, L’Héróon à la porte de l’ouest, Eretria III,1970:periconfronticumani,cfr.C.AlboreLivadie,G.BuchnereB.D’Agostino,Contributioncit.; icontributidi

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neiduevolumidelrapportosugliscaviinglesidiLefkandi(Xeropolis:‘proto-Eretria’)4. Perquanto riguarda l’Occidente,ho l’onoredicomunicare che il 2 ottobre 1979 è stato conse-gnatoall’AccademiaNazionaledeiLinceiaRomailmanoscrittodelvolumePithekoussai I,curatodaGiorgioBuchneredamestesso,completodelrelativomateriale illustrativo,per lasuapubbli-cazione nella seriemonografica deiMonumenti Antichi5.Colgoquest’occasioneperassociarmiaiviviringraziamentipubblicamenteespressialtro-ve(Atene1979)dalcollegaBuchneralComitatodiRedazioneditaleserie,einmodoparticolarealprof.MassimoPallottinoche,conestremage-nerosità,havolutoche il testodiPithekoussai I venissecorredatoda fotografiedei2860oggettidescritti;questacoperturaintegralefotograficasiaggiungeai1320disegni(su278tavole),alle353fotografiedidocumentazionediscavo,allesezionieallepiantedelleareescavate.Daquesteultimesaràpossibiledesumerelecaratteristichedique-gli appezzamenti familiari6 che fanno del nostro primovolumeun’inscindibileunitàdicremazioniatumulo(normalmentediadulti)ediinumazio-niafossaconesenzacorredo(rispettivamentedibambiniediadultidiinfimorangosociale)eaen-chytrismos(dineonati).Unostudiostatisticodel-la composizione dei corredi associati con i diversi riti ha portato lo scrivente7apostularel’esisten-zaaPithecusadiunadivisionein«classidietà»analogaaquelladelineatanellasocietàeretriesearcaicadaA.Mele8.

J.-P. Descoeudres sulla ceramica pre-classica,Eretria V, 1976esualcuniframmentidiceramicaeuboicadaAlMina,oraconservatiinAustralia,Eretria VI,1978;el’imminentevolume,curatodaL.Kahil,sullaceramicageometrica(sullaqualev.anche lemagnifichepresentazionidiA.Andreio-menou,Archaiologike Ephemeris:1975,pp.206-29;1977,pp.128-63).4V.oraletavoledelprimovolume,usciteseparatim:M.R.Popham,L.H.Sackettetal.,Lefkandi I: The Iron Age, BSA Suppl. Vol. 11, London 1979: Plates. Fra i problemi postidaP.Auberson,Contributioncit.apropositodellosposta-mentoLefkandi-Eretriavameditatoinnanzituttol’ultimo,o.c,p.14:«entrePithécussesetCumes,fondationsoùinter-viennent de façon inégale les Chalcidiens et les Erétriens, comment situermaintenant ce phénomène insolite d’unemétropole qui se déplace elle-mème, aumoment le plusdensedesapoikiai?»5G.BuchnereD.Ridgway,Pithekoussai, Scavi della So-printendenza alle Antichità di Napoli, I. La Necropoli: tombe 1-723, scavate dal 1952 al 1961 da G. Buchner; con contributidiJ.Close-Brooks,F.DeSalvia,C.F.Russo,F.R.SerraRidgwayedaltri;illustrazionegraficadiF.Gehrke.6G.Buchner,Contributioncit.,pl.ii.7D.Ridgway,La céramique grecque...cit.8 A.Mele, I caratteri della società eretriese arcaica, in Contributioncit.,pp.15-26.

Sisonogià iniziati i lavoriperPithekoussai II (acuradiD.Ridgway),dedicatoalmaterialedel-loscarico trovatosull’acropoli,MontediVico,eper Pithekoussai III (a curadiG.Buchner eD.Ridgway), che comprenderà le circa 700 tombesuccessivamente scavate nella necropoli di SanMontanodal1965al19809.

Fra non molto, quindi — o almeno così ci siaugura—saràpossibilealimentare lenostredi-scussioniconquelleprecisazionisuquestitresiti-chiave—Eretria, Lefkandi-Xeropolis, Pithecusa—chesoloapubblicazioneavvenutasipotrannoutilizzaresensatamente:comehoavutooccasionediribadirealprimo«incontroeuboico»,«mentreè un privilegio accompagnare uno scavatore aisuoimagazzini,vedereilsuomateriale,ementreèmoltointeressantesentireeancheleggerelesueinterpretazioni,discussionieconclusioni,ètuttoun altro conto aver inmano una pubblicazionedefinitiva di corredi schedati ed illustrati; solocosì c’è la speranza di poterli capire, nonché di va-lutarne l’esegesi10».Nel frattempo,hodaoffrirequalcheriflessione—forsenondeltuttosconclu-sionata— sul fenomeno euboico occidentale ingeneraleecampanoinparticolare.

In pratica, è opportuno tenere presente chegliEubeisonodiventatidimoda—con i relati-visvantaggiperquellasobriaeoggettivaanalisicheèilnostrocompito.Nonsaròioachiedere(ecertamentenoninquestaoccasione):«Ma questi Eubei che saranno stati mai?»Però,nonpossofareamenodideplorare latendenzadiattribu-ire tutto agliEubei: tendenza simbolizzatadallavoglia di chiamare tuttigliskyphoi«coppecicla-diche».Nellaprimastoriamediterranea, infatti,gliEubeistannoraggiungendoavistad’occhiolostatuscheunsecolofaspettavaaiFenici. Levecchieesagerazionidelruolofenicioaveva-nounabasenellefontiantiche,daErodotoeTu-cididefinoaglistoriciromani.Che,suquestatra-dizionedellagrandezzafenicia,sisiavolutaalloracostruireunapresenzafeniciaatappetodallaCor-novagliaaZimbabwe,èun’altraquestione:com’èanchequella, anch’essa tipica del secolo scorso,

9J.N.Coldstreamhaaccettatoilnostroinvitodioccuparsidell’esegesidellaceramicaeuboicadelloScaricodiMonte-vico,dove,nelcorsodiunprimoesamepiùattentocom-piutodurante l’estate 1979, lo scriventehapotuto indivi-duare(perlaprimavoltaaPithecusa)alcuniframmentidiskyphoiimportatidelMedioGeometricoeuboicoecorinzio(D.Ridgway,Nouvelle contributioncit.)10D.Ridgway,Dial di Arch. III,1969,p.23.

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dell’originefeniciadiquasituttoquantoc’eradibuononellastessaciviltàgreca.Comesappiamotutti, conSchliemann la civiltà grecaacquistavaun’origineautoctona:eiFenicifuronoestromessidalle sintesi con la ferocia che spetta prima o poi atuttelemanifestazionidipuraesemplicemoda.SalomonReinachpubblicavailsuofamosolibret-to Le mirage oriental nel 1893; Julius Beloch,all’epocadellasecondaedizionedelsuoGriechi-sche Geschichte (1913),avevasmantellato l’inte-ratradizioneclassicasullagrandezzadeiFenici,negandosial’importanzasialaprioritàcronolo-gicadellalorooperacolonizzatricenell’Occidenterispettoaquellagreca11.Eadeccezione—senonerro,è l’unica—diEduardMeyer, così fu (a li-vellomanualistico)peralmenomezzosecolo.Nelfrattempo, invece, nei primi anni trenta, vennero gliscrittidiAlanBlakeway, lascopertaeffettua-tadaSirLéonardWoolleydiunapresenzagreca(ulteriormente definita euboica) adAlMina, gliscavidiGiorgioBuchner aPithecusadagli annicinquanta a oggi, i primi scritti euboici di JohnBoardmanelaripresadegliscaviinEubea:nonèdifficile ricostruire le tappe attraverso lequalil’esegesimodernaèriuscitaeffettivamenteacol-mareconmaterialeeuboicoilvuotolasciatodaiFenici. Ma inquestiultimianni, sonosemprepiù in-sistentilevocicheinvitanoallarivalutazionedelfilone orientale, e del suo rapporto con quelloeuboico,cherimanediindiscutibileimportanza.ComescrisseMartinFrederiksennel1977,«The Phoenicians are on the way back12». PrendiamoadesempioilcasodellaSardegna,isola prettamente anellenica, e chiaramente og-getto di interesse orientale da tempi ben anteriori alla presenza euboica in acque occidentali.Nondiconientenédeifamosilingotti«apelledibue»diSerraIlixiealtrove,chetrovanoconfrontidi-retti (eunadata intornoal 1200a.C.) fraquellidelnaufragiodiCapoGelidonya(Turchia):nédeibronzetti di provenienza sarda, autorevolmenteconsiderati di fattura siro-palestinese della finedelIImillennio—edaricollegarequindialmon-do post-miceneo; e nemmeno della brillantissima esegesidel ripostigliodelNuragheFlumenelon-gu,effettuatadaFulviaLoSchiavo—laqualelo

11 J. Beloch,Griechische Geschichte I, capp. VII e XXII;E.Meyer,Geschichte des Altertums II: 2, p. 77 sgg. Cfr.in generaleW.F.Albright,Bull. Am. Schools of Oriental ResearchLXXXIII,1941,pp.14-22;C.R.Whittaker,Proc. Cambridge Philological Soc.CC,1974,pp.58-79.12M.W.Frederiksen,Archaeological Reports for 1976-77, p.41.

metteinrapporto,tralafinedelXegliinizidelIXsecolo,proprioconquella«viadellostagno»che parte dall’Egeo, tocca Cipro, e passando per la Sicilia, le coste tirreniche e la Sardegna rag-giunge la Spagna e perfino le coste atlantiche13.Oso invece fermare l’attenzione su una nuovainterpretazionedeltestoiscrittosullacelebreste-lediNora,offertadaduestudiosiamericani,B.PeckhameF.M.Cross.Riferisco,semplicemente,chelalorotraduzionevorrebbelapresenzadiunesercitoinSardegna,speditoappositamentedallaTirodiPu’myatan(Pygmalione)perproteggerelesueminiereelasuaindustriametallurgicanellasecondametàdelIXsecolo14.Questainterpreta-zione, a mio avviso, va meditata in rapporto con l’ipotesidiun interessamentoconcretoai centrimetalliferi anche dell’Etruria da parte di FenicipartendodagliantichiscaliinSardegna.Talein-teressamentoèstatoabbinatodaG.Colonnaconilfattochelapiùanticatombaacameraintuttal’EtruriastaaPopulonia,chehalaformadipseu-do-cupoladichiaraascendenzasarda,echerisaleallafinedelIXsecolo15.

13 N.K. Sandars,The Sea Peoples, London 1978,p. 101fig. 58; L. Vagnetti, Proc. Prehist. Soc. XXXIX, 1973, p.467 sg.;F.LoSchiavo, Il ripostiglio del Nuraghe Flume-nelongu (Alghero-Sassari), Soprintendenza alle Antichità per le Province di Sassari e Nuoro, Quaderni 2,1976.Perulterioriprecisazionisui ritrovamentiegli sviluppichesisonosuccedutiinquestiultimianninellaSardegna,v.oraJ.Thimhe(red.),Kunst und Kultur Sardiniens vom Neo-lithikum bis zum Ende der Nuraghenzeit,Karlsruhe1980;catalogodellamostraomonimatenutaaKarlsruheeBer-lino,aprile-settembre1980;eD.Ridgway,Archaeological Reports far 1979-80sullaSardegnael’Etruria1974-79:incorsodi stampa. Segnalo inoltre la relazione sulla Sarde-gnaarcaicatratradizionieuboicheeattiche,presentata il13maggio1980daL.BregliaPulciDomaalCentreBérarddiNapoli(imminenteinNouvelle contributioncit.).14SullastelediNora:B.Peckham,OrientaliaXLI,1972,pp.457-68;F.M.Cross,Bull Am. Schools of Oriental Re-searchCCVIII,1972,pp.13-19.Perl’epigrafefeniciarecatadal meno celebre frammento di Nora, il Cross ha proposto unadatazioneaddiritturaentro l’XIsec:Catholic Biblical QuarterlyXXXVI:4,1974(Patrick W. Skehan Festschrift),pp.490-3.Perdiscussioneinproposito,eperquest’ultimasegnalazione,sonodebitoreallaprof.MiriamS.Balmuth15G.Colonna,Contributi introduttivi allo studio della mo-netazione etrusca, (Supplemento Annali XXII dell’Istituto Italiano di Numismatica),Napoli1975,p.5.SullefibuledelIX-VIIIsec.importatedall’ItaliacentralenellaSardegnaedivi imitate, v. ora F. Lo Schiavo,St. Etr.XLVI, 1978, pp.2546.Irapportifral’EtruriaelaSardegnasonostatitrat-tatiinoltreinconferenze(incorsodistampa)tenutedallastessaautriceedaM.CRAS,rispettivamentealConvegnodiStudiEtruschidel1979eallaRiunioneScientificadell’I-stitutoItalianodiPreistoriaeProtostoriadel1978.V.ancheG.BartolonieF.Delfino,St. Etr.XLIII,1975,p.41sg.(conbibliografiaprecedente).

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Datuttaun’altrapartedellapenisolaitalianaab-biamoleinteressantiscoperteeleesemplaripub-blicazionidiP.ZancaniMontuoroaFrancavillaMarittima,nellaprovinciadiCosenza.DaultimoabbiamovistotrenobiliEnotridellaprimametàdell’VIIIsecolo,seppelliticonnumerosiprodottidiunametallotecnicastraordinariamenteprogre-dita—dicuil’ispirazionevacercatasenz’altronelmondo fenicio16.NonèuncasocheFrancavillacihadatouna«coppafenicia»,ilcuicontestoèat-tribuitodallaZancaniallametàdell’VIIIsecolo;èquindigrossomodocontemporaneoaunsimilerepertoidentificatoaVetulonia17.Laposizionege-ograficadiFrancavillasiprestamoltofacilmentesia a scambi marittimi col mondo esterno sia allo sfruttamentodellevieinterne,fralealtrequellacheattraversal’istmodalloIonioalTirreno.No-tiamopurecheFrancavilladaunaparteeVetu-loniadall’altra sono fra ipochi siti italiani fuorilaCampania euboica chehanno restituito sigillideltiponord-sirianodenominato«delgruppodelliricine» (Lyre-Player Group)18. Inoltre, in unabrevecomunicazione fattaalConvegnodiStudiEtruschidel1972,ilColonnahaparlatodellace-ramica geometrica enotria nell’Etruriameridio-nale.Comenelcasodeipochirepertisardinellastessaarea,nonsappiamochi laportava:ma lasuadistribuzionecoincideconquelladelle«cop-pecicladiche»edelleloroprimeimitazioni—edècosìindicativadiuna«situazioneconcorrenzialedifficilmenteimmaginabiledopolafondazionediPithecusa, data l’azione monopolizzatrice eser-citatadaquelcentroversoicommercidelTirre-no19». Prima della fondazione di Pithecusa, invece,questidueesempi—quellosardoequellocala-brese — devono bastare per dimostrare la pre-

16 P. Zancani Montuoro, Atti e Memorie della Società Magna GreciaXV-XVII,1974-76,pp.9-82.17EAD.,ibid.XI-XII,1970-71,pp.9-33;cfr.A.Maggiani,St. Etr.,XLI,1973,pp.73-95.V.oraF.Canciani, Coppe «fe-nicie» in Italia,inArch.Anz.1979,pp.1-6.18 P.ZancaniMontuoro,o.c.allanota16, tav.XXIIsg.;M.G.GuzzoAmadasi,ibid.,pp.60-64.PerG.Garbini,Par.Pass. fasc.CLXXXIII,1978,pp.424-6, isegnidiscritturarecatidalsigillodiFrancavilla—«difatturafeniciaoara-maica»—sonolafirmadell’artigianoincisorediun«proto-tipo»,distintodatuttiglialtriesemplariperlesuemaggioridimensioni. Vetulonia: G. Buchner e J. Boardman, Seals from Ischia and the Lyre-Player Group, in Jdl LXXXI,1966,p.26no.43bis(contesto:fineVII-inizioVIsec).19G.Colonna,Aspetti e problemicit.,pp.297-302.Cfr.D.Ridgway,La céramique grecque... cit., e (suipochi fram-menti di ceramica del Medio Geometrico ora identificatinelloScaricodiMontevicoaPithecusa)inNouvelle contri-butìoncit.

senzaindipendentediorientaliinacqueocciden-tali. Non sappiamo se gli Eubei, all’inizio dellaloro carriera occidentale, si sentivano di agire con altrettanta indipendenza. I primi segni diattività euboica nell’Occidente sarebbero infat-ti le coppe a semicerchi pendenti di Veio nell’E-truriameridionaleediVillasmundonellaSiciliasud-orientale20, seguite dalle ben note coppe achevrons di Veio e delle necropoli precoloniali dellaCampania.Quandotroviamotipidigingil-liorientaliassociaticonquestaceramicaeuboicanei contesti indigeni della primametà dell’VIIIsecolo,usiamofareduecose.Primo,ricordiamoche nell’Eubea stessa, già prima delle spedizio-ni alla Siria costiera, c’è una certa abbondanzadi oro e di periammata orientali nelle tombe di Lefkandidal900circa21; e poi, diciamo che i tipi analoghitrovatinell’Occidentefuronoportaticon le«coppecicladiche»—addirittura,com’èstatopiùvoltedetto,nellestessenaviprecoloniali.Maperché(devoquestadomandaallacollegaAnnet-teRathje) dobbiamoprendere per scontato chequestenavieranosempreeuboicheemaiorien-tali?Comunquesia,diventa semprepiùdifficilediintravedereunachiaraeschematicaspartizio-nediinteressinell’Occidente.Insistosolochesiariconosciuto,evalutato,ilfattochegliEubeinonerano né i primi né gli unici «merchant-ventu-rers»aiqualièdovutal’aperturadell’Occidente.Se vogliamo ricordare l’ipotesi di Robert Cooksullasopravvivenza(finoallaprimaetàdelferro)dell’informazionemarittimaacquisitanell’epocamicenea22, l’esperienza sarda indica chiaramente che tale fenomenonon si è verificato esclusiva-menteinambienteellenico. Ciò non toglie, però, che la fondazione di ungrandeemporioeuboicosulGolfodiNapolioffri-vadeivantaggiaqualsiasicapitanodilungocorso—vantagginondeltuttodissimilidaquellioffertiaimercantieuboicidall’emporiodiAlMinaallafocedell’Orontes,l’unicosboccodalriccohinter-land arameo della Siria settentrionale. Non c’èdubbiochePithecusasiastatafondatadaEubei:nonstomeditandounoscrittointitolatoLe mira-

20Veio:O.T.P.K.DickinsoneD.Ridgway,BSALXVIII,1973,pp.191-2;E.FabbricottieF.Healey,Not.Scavi1972,p.246fig.36.Villasmundo:G.Voza,La céramique grec-que...cit.21 J.N.Coldstream,Geometric Greece,London1977,pp.64sg.,224.cfr.V.Desborough,The background to Euboe-an participation in early Greek maritime enterprise, in Tribute to an Antiquary: Essays presented to Marc Fitch, London1976,pp.25-40.22 R.M.Cook, Greek Painted Pottery, London 1960,p.34sg

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David Ridgway studiosodell'archeologia di Pithecusa

gna Grecia’’, ‘’Il mondo dei primi etruschi’’, ‘’I più antichi insedia-menti greci in Occidente: funzioni e modi dell’organizzazione politica e sociale. Scritti in onore di Giorgio Buchner’’esoprattutto‘’Pithekous-sai I’’, che dà conto dell’immensolavoro di scavo di Buchner. Fran-cescaSerraeDavidRidgwayhannocondotto insieme importanti studisuglietruschiesullapresenzagrecainItaliatral'VIIIeilVsecolo.

SullaRivistaForma Urbis(annoXVIIn.6/giugno2012,coninco-pertinaunavedutaaereadelsitodiPithekoussaipressoLaccoAmenoaIschiaesullosfondoilMonteEpo-meo),l’archeologoValentinoNizzocosìricordòilgrandestudioso: La notte del 20 maggio 2012 David Ridgway ci ha improvvisa-mente lasciati. Era ad Atene per partecipare a un congresso sugli scavi australiani del sito di età ge-ometrica di Zagora ad Andros nel loro più ampio contesto mediterra-neo e sarebbe dovuto intervenire in quella sede due giorni dopo, insie-me a F. Mermati, con una relazio-ne intitolata:NewThoughtsonPi-

thekoussaiandtheAegean.In quei “NewThoughts” si condensa, forse, l’esperienza di una vita spesa per la ricerca, con una entusiastica ten-sione che lo accomunava alla sua amata Francesca Serra Ridgway (1936-2008) e che gli aveva fatto scrivere, in un accalorato ricordo della moglie, di come fino a pochi giorni prima della morte “avesse ancora molti eccitanti progetti per il futuro”. Al futuro della ricerca, ancora una volta, aveva guardato nel suo intervento al convegno di Taranto del 2010, sottolineando, con la sua straordinaria ironia, come per quelli della sua genera-zione fosse più interessante soffer-marsi su ciò che sarebbe avvenuto piuttosto che guardare a come si era arrivati allo stato attuale del-le nostre conoscenze. Una battuta di spirito più che una constatazio-ne reale visto che, fino agli ultimi anni, egli aveva saputo spaziare con il consueto acume dall’etru-scheria settecentesca di James Byres fino all’esperienza di uno dei fondatori della moderna paletno-logia, V. Gordon Childe. Guardando alla sua esperienza personale Ridgway amava ricor-dare come, in occasione del suo primo soggiorno in Italia, visi-tando i magazzini di Tarquinia,

L’archeologo inglese DavidRidgway (11 maggio 1938 – 20maggio 2012), appassionato stu-diosodell’archeologiadiPithecusaedell’etruscologia,eraconsideratounodeipiùautorevoli studiosinelcampodellericerchesull’Italiapre-romanaedhalegatoilsuonomeallagrandeimpresadellapubblicazionedelle iscrizioni della necropoli greca dell’isoladiIschia(Pithecusa),por-tataallalucedalcelebrearcheologotedesco Giorgio Buchner, che dal1952al1961scavò723tombe. Dopoglistudiclassiciall’Univer-sityCollege di Londra,Ridgway sispecializzò in archeologia del Me-diterraneo ad Oxford con il pro-fessoreC. F. C.Hawkes.Nel 1968ottenne la cattedra di archeologia all’Università di Edimburgo, doveconobbelasuafuturamoglie,Fran-cesca Romana Serra, etruscologaautricediscaviaTarquinia,scom-parsanel2008.Dal2003Ridgwaysi era trasferitoaLondra, chiama-to dall’Institut of Classical Studiesdell’UniversityofLondon,dicuieraseniorfellow. Tra i suoi librifigurano ‘’L’Italia prima di Roma’’, ‘’L’alba della Ma-

ge eubéen(àlaReinach),né(àlaBeloch)vorreisminuirelatestimonianzadiStraboneediLivioinproposito.Nulla, infatti,diciòchehodadirecambiaunfattofondamentaledellastoria:l’elle-nizzazione dell’Occidente prende fiato a Pithecu-sa, e si avvia definitivamente a Cuma.Vanotato,comunque,chelaposizionediPithecusa—anchesenonproprioquelladiun’isolacostiera—richia-maappuntoquellapreferitapergliscalifeniciinSardegnaeinSicilia(cfr.Thuc.VI,2):osservazio-nechedevoall’astuziadiEttorePais,ilcuicapi-tolosullaprimastoriadiIschia,stesoalprincipiodiquestosecolo,èstraordinariamenteprofetico23.Perquesto,eperglialtrimotivibrevementede-lineati sopra,non fameraviglia che aPithecusaabbiamoevidenzainequivocabilenonsolodifitticontatticommercialiconl’Oriente,maanche—e

23E.Pais,Ancient Italy: historical and geographical inve-stigations in central Italy, Magna Grecia, Sicily and Sar-dinia,Chicago1908,cap.XVI.

dalprimomomento—dialcuniresidentiorienta-li.

«Alcuniresidentiorientali»:conquestadicituraalludo,com’èovvio,all’anforaadibitaaenchytri-smos recentemente pubblicata e discussa daGiorgioBuchneredaGiovanniGarbini24.Sitrat-ta,com’èormainoto,diun’anforaditipogreco,nonfattaaPithecusa,cherecatreiscrizionisemi-tiche.Laprimaelaseconda(aramaiche)riguar-dano la destinazione primaria dell’anfora come contenitorediduecentounitàdimisura-base,chesarebberoil«doppio»(KPLN)diunaquantitàstandarddiliquido.Questasegnalazionehatuttala vivacità letteraria di una dichiarazione doga-nale.Dovefuincisa?Presumibilmentenelpaese

24G.Buchner,Testimonianze epigrafiche semitiche a Pi-thekoussai, in Par. Pass. fasc. CLXXIX, 1978, pp. 130-37(lafig.2dip.133vacapovolta);G.Garbini,Un’iscrizione aramaica a Ischia, ibid.,pp.143-50.V.oraBuchner,Die phönizische Expansioncit.

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il suo arrivo: Pithekoussai, 1. Lanecropoli.Tombe1-723scavatedal1952al1961,Roma 1993. Il ritardo che segnò l’apparizione del volume (pronto sin dal 1979) costituì una delle maggiori amarezze in una carriera dedicata più allo studio e alla ricerca che al perseguimento di incarichi accademici. Dal 1968 fino al suo pensionamento nel 2003 egli tenne l’insegnamento di Ar-cheologia Europea e Mediterranea presso l’Università di Edimburgo divenendo, sin dalla fine degli anni ’60, insieme alla sua amatissima moglie e collega, uno dei princi-pali “portavoce” dell’archeologia mediterranea e italiana in Gran Bretagna; un merito indiscusso che varrà per entrambi la dedica di una poderosa raccolta di studi, segno di riconoscenza e di stima per una carriera scientifica che, in primo luogo, aveva saputo varca-re molte “frontiere”: E.Herring,I.Lemos,F.LoSchiavo,L.Vagnetti,R.Whitehouse, J.Wilkins, AcrossFrontiers:Etruscans,Greeks,Pho-enicians and Cypriots: Studiesin honour of David Ridgway andFrancescaRomanaSerraRidgway,London 2006. Un amore, quello per la nostra Penisola, che lo por-tò a pubblicare in italiano prima che in inglese quella che è ancora

un anziano funzionario si fosse intrattenuto con lui tutto il tempo scambiandolo (“non si sa come”, chiosava Ridgway) per il suo cele-bre connazionale Alan Blakeway scomparso, addirittura, due anni prima della sua nascita. Per ri-spetto e, forse, per imbarazzo Da-vid Ridgway non ebbe in quell’oc-casione il coraggio di palesargli l’equivoco che, paradossalmente, si rivela essere una vera e propria profezia. Ridgway, infatti, nella sua lunga e brillante carriera, riu-scì a compiere quel progetto che la morte prematura aveva impedito di realizzare a Blakeway, divenen-do uno dei massimi, se non il mag-giore, esperto della “prima coloniz-zazione” greca in Italia; egli seppe infatti coniugare magistralmente la prospettiva indigena peninsula-re (attraverso una conoscenza di-retta e accurata di tutte le impor-tazioni e imitazioni greche presenti in Italia e, in particolare, in am-bito etrusco, dove, giovanissimo, aveva preso parte agli scavi plu-riennali del sepolcreto dei Quattro Fontanili a Veio) con quella “gre-ca”, affiancando Giorgio Buchner (1914-2005) a Ischia negli scavi di Pithekoussaie curando poi con lui la monumentale edizione delle campagne che avevano preceduto

oggi una delle più brillanti e coin-volgenti sintesi scritte sull’archeo-logia della prima colonizzazione: L’alba della Magna Grecia (Mila-no 1984). Nel 2005, all’indomani della morte del suo compagno di avventura, Giorgio Buchner, ave-va scritto privatamente a Mario Torelli: «Mario: la fine di un'epo-ca...». Con la sua scomparsa, pre-ceduta di poco da quella di un altro protagonista di quella avventura, Nicholas Coldstream (1927-2008), si può dire davvero che sia finita un’epoca. Un’epoca che egli avreb-be senz’altro voluto fosse scandita dall’apparizione del frutto dei suoi scavi pithecusani che giace anco-ra inedito. Un tale auspicio egli lo aveva rimarcato in alcuni dei suoi ultimi scritti e in molte sue esternazioni private. Speriamo che una nuova epoca possa aprirsi con la realizzazione di questo sogno; un pegno doveroso alla memoria di un Maestro indimenticabile, scomparso poche ore dopo aver toccato per l’ultima volta il suolo dell’Eubea e aver visitato gli scavi di Lefkandi con la sua amica e col-lega Irene Lemos. Un Nostos che, non ne dubitiamo, avrà scaldato il suo «infectious enthusiasm for everything that is still good in our subject»(ValentinoNizzo).

dondefuspedital’anfora:masipresumepurecheladichiarazionedelcontenutoeracomprensibileanchenelpaesedestinatario.Comepaeseperlaspedizione, si pensa subito alla Siria settentrio-nale: il linguaggio delle due iscrizioni primarie,come ci insegna ilGarbini, le porta a una zonache, pur partecipando all’evoluzione della scrit-turaaramaica,conservavaanchedeitrattiredo-lentidiunnotevoleimpattoconlaculturafenicia—loscrittore,cioè,venivadallastessazonacheha mandato tanti sigilli del Lyre-Player Groupa Pithecusa,per lopiùcontemporanei (ca.750-725)conlanostraanfora.LaqualecosìcisarebbepervenutaverosimilmentedaAlMina. Ma questa ipotesi suscita due problemi. Dalmomento chequest’anforadaAlMinafiniva inunacoloniaeuboicad’Occidente,sipensachefos-sespeditadaunconsorzioeuboicodeltipocheadAlMinacertamentenonmancava.Ealloraperchéladichiarazionedelcontenutoèscrittainsemiti-

co?Poi,tutticidiconochel’anforaèditipogreco,e l’impasto certamente non è pithecusano.Ora,lapresenzadifiguligreciadAlMinaètutt’altroche impossibile, come sappiamo, per la ceramica fine25:mavogliamopensarechec’erabisognodelfiguloimportatoperfabbricareun’anforagrezza?Oppure vogliamo pensare a un’anfora riusata?Faccioquestedomandesemplicementeperchécisarebbelapossibilità—seconsentitalinguistica-menteetipologicamente—ditoglierequestopez-zodallaSiriasettentrionale,ediassegnarloinve-ceadunpostodovelefonticiparlanodiunaco-munitàfeniciastabilitainunambientegreco(noneuboico),edovel’archeologiaciindicachequestimetoikoi fenici si dedicavano al commercio di unguenti,prevalentementeversol’Occidente.MiriferiscoaIalysosnell’isoladiRodi.NehascrittopiùvolteJ.N.Coldstream,sianeisuoilibrisiainunarticolospecificointitolatoappuntoThe Pho-

25J.Boardman,Anatolian Studies IX,1959,pp.163-69.

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enicians of Ialysos26;bastaricordarequi,allora,chelostudiosoinglesefarisalirel’interessamentofenicionelcommerciodioliieprofumifinoallametàdelIXsecolo,echepoiattribuisceall’ener-gia commercialepropriodeiFenicidi Ialysos ladiffusionedopoil725degliaryballoi«Kreis-undWellenbandstil»o«spaghettistyle27»—dicuicen’è un’ottantina nel volume Pithekoussai I nei corredidelventicinquenniosuccessivo(725-700)aquello(750-725)dell’anforaiscritta. Nonmipareimpossibileche,pocodopolametàdell’VIIIsecolo,lacomunitàfeniciadiRodiaves-seistituitounlegameconPithecusa—alpuntoal-menodispedireun’anforapienadiolioaqualchecompatriota lì per commercio, o anche per usoproprio.Certoèchelaterzaiscrizionesull’anforainquestioneèunsegno triangolare, identificatocomeunplurivalentesimboloreligiososemitico,bennotoincontestifenicio-punici.Questosegno,semplice ma inconfondibile, riguarda la desti-nazione secondaria (cioè funeraria) dell’anforacomecontenitoredeipateticiossicinidiuninfan-te: eperciò fu incisoaPithecusa,daunocheciteneva—echenonfucertouneuboico.Intornoal740quest’anfora,recantequestosimbolo,fude-postainunappezzamentofamiliarenellanecro-poli di Pithecusa.Èineccepibilelaconclusione—allaquale,però,nonsaremmomaiarrivatisenzalatestimonianzaepigrafica—chealmenounodeigenitorideldefuntoinfantefuorientalediosser-vanzaequindiverosimilmenteanchediorigine.Ilfattodell’usoallogenoèsenz’altrostrano:manonmi sembrapiù stranodellapresenzadiun’urnadiformaitalica,dipintaeuboicamente,neltophetfeniciodiSulcisinSardegna,sempreprimadellafinedell’VIIIsecolo28.

26 J.N. Coldstream, Greek Geometric Pottery, London1968, pp. 275-77; ID., Bull. Inst. Classical Studies XVI, 1969,pp.1-8;Id.,Geometric Greececit.,pp.68,249,267.27Si trattadel tipo(Coldstream,Greek Geometric Potte-rycit.,tav.626;ID.,Geometric Greececit.,p.251fig.79d)spessochiamato«rodio-cretese»:maconCretanonhanul-laachevedere.Gliesemplarioccidentali(fuoriPithecusa)sonostatiraccoltidaD.Ridgway,Aspetti e problemicit.,p.284nota9edaM.CristofaniMartelu,CVA Gela II(IID:s.v. tav.33,1-4);v.oraEAD,Les céramiques de la Grece de l’Est et leur diffusion en Occident,Paris/Napoli:CNRS/CentreJeanBérard1978.pp.151-53.APithecusa,nelperio-do725-700,questotipo(con80esemplariin34corredinelvolumePithekoussai I)superagliaryballoidelProtocorin-zioAntico(70esemplariin30corredi),edèancorainusonelProtocorinzioMedio(17esemplariin9corredi).Inoltre,pocodopolaripresadegliscavinellanecropolipithecusana(1977),latomba1116(725-700)neharestituitiben40.28Quest’urna(Coldstream,Greek Geometric Potterycit.,p.388)èstata trattatasuccessivamentenell’interventodiCarloTronchettiallostessoConvegno(infra,p.149sg.).

Sorgono spontanee le domande: come sono icorredidiquestafamigliapithecusana,diosser-vanza in parte orientale? In particolare, com’èquellodiquelpadreorientalecheavrebbegraffitoilplurivalentesimboloreligiososemiticosull’an-fora? Lafamigliaècompostadiuntumuloacrema-zione(199)sovrappostoaunafossa(574)cheta-gliailpiedeall’anforaiscritta(575);inoltre,sottolo stesso tumulo, cheè sempredel terzoquartodell’VIIIsecolo,cisonoun’altrafossa(577)senzacorredoeunaltroenchytrismos(578;anch’essosenza corredo), in un’anfora del consueto tipolocale. In ordine di deposizione, i corredi sono:nell’anforaiscritta575:unanellinodibronzo;unpendented’ossoa formadibipenne;unoscara-beo.Lafossa574chetaglial’anfora575appartie-neaunbambinodiottoanniemezzo;avevaduebei sigilli del Lyre-Player Group. Il tumulo 199sopra la fossa574chetaglia l’anfora575appar-tiene a una donna; aveva due fermatrecce d’ar-gentorivestitodisfogliad’oro,eunbraccialedidoppialaminad’argentocostolata.Esialeisiailbambino avevano delle oinochoai locali, tipiche delterzoquartodell’VIIIsecolo.Quilafamiglia:madre,dueneonati,unfigliodiottoanniemezzo,e—nellafossasenzacorredo—forseunoschia-vo.Ilpadrenonc’è:manonc’èdubbiochenel-le vicinanze (agglutinato probabilmente a 199)c’erastatountumuloacremazioneconcorredomaschile.Siamopurtroppoaunlivellomoltopro-fondodelloscavo:ecisonotuttiisegniche,inunmomentonotevolmentepiùrecente,questolottodellanecropoli è stato ridistribuitoqualenuovoappezzamentocimiteriale—dopolospianamentodelcaso,primadellasovrapposizionediduemo-destitumulidelProtocorinzioMedio(197;198).Èunveropeccato:vuoldirecheabbiamosicura-mentepersouncorredomaschilechepotevamoidentificareconbuonaprobabilitàcomequellodiunOrientaleadultoeresidenteaPithecusa.Peridentificare altri della stessa razza altrove nellanecropoli,quindi,siamocostrettiaripiegaresullededuzioni.

Possiamo cominciare con l’incidenza di artefatti palesementeorientalineicorredidelterzoquartodell’VIIIsecolo: isigillidelLyre-PlayerGroup29; gli scarabei30;euncertotipodiaryballosorien-

29G.BuchnereJ.Boardman,o.c.allanota18.30 Da ultimo: F. De Salvia,Un ruolo apotropaico dello scarabeo egizio nel contesto culturale greco-arcaico di Pi-thekoussai(Ischia),inHommages à Maarten J. Vermase-ren III,Leiden1978,pp. 1003-61;G.Hólbl,Beziehungen

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 23

tale31.Quest’ultimoèstatochiamato«levantino»:e trova fra isuoiconfrontiproprioquelle formelevantineimportateeimitateaRodi.APithecusa, potrebbe essere considerato come il predecessore nel terzoquartodell’VIII secolo (TardoGeome-trico I locale) rispetto al tipo «Kreis- undWel-lenbandstil»dell’ultimoquarto(TardoGeometri-coIIlocale). Se facciamo la somma dei corredi che hannounoopiùdiquesti artefattiorientali, arriviamoauntotaleditrenta—ossiapiùdellaterzapartedellepersoneseppellitenelvolumePithekoussai I duranteilterzoquartodell’VIIIsecolo.Nelmodopiù assoluto, non vorrei suggerire che questetrentapersonesianotutteresidentiorientali.Ma,suuntotalediottantacinquetombeconcorrediappartenentialprimoventicinquenniodivitasta-bilefinoraattestataaPithecusa,laproporzioneditrentacorrediconunoopiùoggettiorientalimisembragiàdiperséindicativadiuncertogradodipermeazioneorientalenellaculturamaterialedell’ambiente; e tanto più se ci rendiamo conto dellaposizionediquestitrentacorredineidiver-si appezzamenti familiari. Ma per un’adeguatavisionediquest'ultimotipodievidenzarimandoallapubblicazionedeidatidiscavoeleinforma-zionicheportanoallatabelladiassociazioni. Mi limitoqui a indicareuna sola famiglia.Fufondata, almenonellanecropoli, dauna crema-zioneatumuloconcorredomaschile(167):un’oi-nochoeeunalekythoslocali,unaryballoslevan-tino,eunafibuladiargentoadarcoserpeggian-te.Agglutinatoaquestotumuloèunaltro(166),diunadonna— forse lavedovadel capostipite:lei portava con sédue lekythoi (una locale, una«Argive Monochrome»), ben quattro aryballoilevantini,duevasid’impasto,unafibuladibron-zoconarcorivestito,unospillonedibronzoconperla di pasta vitrea; e poi ben sette pezzi di ar-gento—unafibulaasanguisuga,treanellietrependaglietti;inoltreunaltropendentediargentoconscarabeo,eunpaiodifermatreccediargen-to e oro (come quelle della madre del neonatonell’anfora iscritta 575). I corredi di questi duetumuli,unomaschileeunofemminile,spiccanofuoricome«diversi»per laquantitàcospicuadi

der ägyptischen Kultur zu Altitalien II, Leiden 1979, pp.177-96(Katalog,s.v.«SanMontano,Pithecusa»:nn.740-856ter)e275(Generalindex,s.v.«Pithecusa»).31Per il tipocfr.Chr.Blinkenberg,Lindos I,Berlin1931,tav.48n.1043ecol.300sg.s.v.«Vasesàparfumsdu3etype»(condiscussioneeblibliografiaprecedente);K.FriisJohansen,Exochi,Copenhagen1958,p.17fig.18(A22),p.28fig.45(B10)epp.161-64.

metallopreziosoediaryballoilevantinie,nelcor-redo della donna, per la presenza di vasi di impa-sto—rarissiminellecremazioniatumulo.NelleparolediGiorgioBuchner,«Gli ornamenti perso-nali piuttosto ricchi che denotano l’appartenenza ad un ceto sociale relativamente elevato, contra-stano in modo stridente con l’oinochoe poverissi-ma e già scheggiata dall’uso. Forse non è quindi troppo romanzesco immaginare che sia stato un affezionato schiavo ad eseguire l’atto dell’ultima libazione sul rogo della padrona con la misera [cioè di impasto] brocca di sua proprietà32».Sot-toposteallecremazioni166e167cisonoalcuneinumazioniafossachenonsonoprivedipezzidiargento— fatto che le rende subito«anormali»fra i seppellimenti di bambini. Tutto sommato,non mi sembra eccessivo azzardare l’ipotesi che questogruppodideposizionicomprendeunpaiodiimmigratianellenici—orientali—nellaprimafase (750-725) di una famiglia particolarmentenumerosae complessa.Questepersone, fra l’al-tro, inunambienteche (agiudicaredai corredipithecusanidelperiodo750-725)nonconosceval’uso né dell’aryballos né del suo contenuto nelrituale funerario, invece li usavano: sono i piùantichiaryballoidituttalaMagnaGrecia,esonoappunto«levantini».

Avreipotutodiscuterepiùdiunafralealtrefa-migliepithecusane,icuicorredinelterzoquartodell’VIII secolo contenevano uno o più artefattisicuramenteorientali.Hosceltoquellachehoci-tatoadessosiaperchémisembralapiùcospicuasiaperché,nelventicinquenniosuccessivo(725-700),saràunmembrodellastessafamigliaacre-mare(tumulo168)suofigliodidiecianni (cosastrana: a quell’età gli spettava un’inumazione)con due vasi d’impasto (sempre rarissimi nellecremazioni)econlapiùnotevolecollezionedice-ramicalocaleeimportatafinoratrovatanellane-cropolipithecusana—contienefral’altroarybal-loidelProtocorinzioAntico,quattrocraterilocalieeuboici,epoilabennotakotylerodiaconl’iscri-zione calcidese che si riferisce alla coppa omerica di Nestore33.Eancheinquestoimportantissimocorredo, come in molti altri dell’ultimo quartodell’VIII secolo, compaiono inoltre aryballoi del«Kreis-undWellenbandstil»— la cui diffusioneinOccidenteèdovutaperilColdstream,comeab-

32C.F.Russo,L’iscrizione metrica sulla kotyle LG II ro-dia 168-9: Aggiornamento(conbibliografiadell’iscrizione1955-78acuradi0.Vox)=AppendiceIIIinPithekoussai I cit

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biamovisto,all’energiacommercialedeiFenicidiIalysos. Attribuire un testo greco, importante qualel’iscrizionemetrica sulla famosa «Coppa diNe-store», a una famiglia di origine forse in parteorientalepuòdestaremeraviglia.Nellasituazionedi Pithecusa e del Mediterraneo contemporaneo nonmisembrainverosimile.Dopotutto,nonab-biamomotivodipensarechel’iscrizionestessafucompostaeiscrittadaunmembrodellafamiglianelcuiambientecimiterialefusepolta:névorreicertoinsinuarechel’autorediquestiversidecisa-menteallegri(eovviamentenonfunebri)fosseal-trocheeuboicopurosangue—comelastragrandemaggioranza degli abitanti di Pithecusa nella se-condametàdell’VIIIsecolo.Delresto,puòanchedarsi che l’incidenza di orientalia e di metallo pre-ziosonellaprimagenerazionediquestafamigliaindicasemplicementecheallora(comesuccessi-vamente) i suoi membri erano particolarmenteabbienti—Eubeiabbienti.Sehovolutoesamina-relapossibilitàdiqualcosadidiverso,cioèdiuncomponente orientale all’origine della famiglia, è perl’aspettoritualerappresentatodagliaryballoilevantinieperquellocommerciale rappresenta-todal lorocontenuto.Nel terzoquartodell’VIIIsecolo, il volume Pithekoussai I comprende 21cremazionidiadulticoncorredo,fralequalisolotrecontengonoaryballoi«levantini»:forseèque-staproporzione—menodi15%—adarciun’ideadelledimensionimassimediun«covo»orientale(mainviadiellenizzazione)stabilitonellaprimaPithecusaeuboica.Seèlecitoproseguireinquestadirezione,sipotrebbeassegnareaquestiipoteticiOrientaliresidentiunafunzionesocialeanalogaaquellasvoltadacertigreciassimilatinell’Etruriaunsecolodopo—LarthTelicles,peresempio,eRutileHipucrates,anch’essi impegnatinelcom-merciodiunguenti,eanch’essifortuitamenteaf-ferratiperchécihannolasciatounatestimonian-za scritta34. Nella Pithecusa degli Eubei, chissàquantialtri«Orientaliassimilati»cisfuggono?

***

Lacronologiarelativaeassolutadellefon-dazioni euboiche di Pithecusa e di Cuma è

34G.Colonna,Supplemento Annali XXIIcit.,p.9.

statatrattatadirecentedaGiorgioBuchner35:eperciònonc’èbisognochemicisoffermiinquesta sede. Inbreve,dal 750 circa, opocoprima, sappiamo di avere Pithecusa in piena funzione,edal725sappiamodiavereancheCuma. In tutti e due i casi, questo gradodi«piena funzione» potrà essere stato prece-dutodaunafasepreparatoria—forselungaa Pithecusa, che era il primo stanziamento, eforsepiùbreveaCuma(fondatadaPithe-cusa). Quando (750-725) c’era Pithecusa e nonancoraCuma,mi sembra logico vederel’odierna isola d’Ischia come una calamitaperaltragenteallogena—giàda tempoat-tivanelle acqueoccidentali.Nel primoven-ticinquenniodella suavita, infatti, ci risultache la PithecusadegliEubeifungevadaportofranco,liberamentefrequentabileefrequen-tato da mercanti e da artigiani delle estrazio-ni più varie36. Più tardi, sarà la volta anchediprofughidallevicendebellichenellaSiriasettentrionale, quali la caduta di Hama in-torno al 720. Possiamo, credo, permettercil’illazione«fumana»chepiùdiunOrientalepensava alla Pithecusaeuboicadellasecondametàdell’VIIIsecolocomeDemaratodiCo-rintopensavaallaTarquiniaetruscadellase-condametàdelVII.EricordiamopurechelaellenizzazionedelI’Etruriacheconosceva luièdovutanondaultimoall’operacivilizzatri-cediCuma,successore-eredediPithecusasuquella terraferma felice della Campania cheinvitavagliEubeiall’espansioneintuttiisen-si37.

David Ridgway

35G.Buchner,Contributioncit.,p.64nota12;daultimoinI Campi Flegreicit.,pp.142-48.36PerO.Murray,Early Greececit.,p.100,infatti,ilruolodiPithecusafinoal734fuquellodi«lifelineandsourceofinformation».37Avvertenza(marzo1984).Iltestoelenotediquestare-lazionesonoaggiornatifinoalluglio1980.Perulterioriag-giornamentibibliograficiedisostanzarimandooraalmiovolumeL’alba della Magna Grecia,Milano1984.

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Nel mondo si parla di Pitecusa e dei suoi reperti, a Ischia (Lacco Ameno) non si sa che farsene

e come involgerla nell'obliocome per tutto ciò che è cultura

Galway April 16th to 18th 2016

Several conference of Italian archaeology

Dal16al18aprile2016sièsvoltoaGalway(piccolacittàd’Irlanda)ilsettimoConvegno sull’Archeologia Italiana (The ArchaeologyofDeath),nelcorsodelqualecisonostatian-chedueinterventiriguardantil'isolad'Ischiacon:-ValentinoNizzo:Constructing deathscapes on Pithekussai and Cumae tra integrazione e ibridazione- Melania Gigante, Viola Warter, WolfgangMüller, Alessandra Sperduti, Luca Bondio-li :Among the Greeks, Among the Natives: Strontium isotopic ratio analysis of human odontoskeletal remains from Pithekoussai, Ischia.

Abstract rilevati da internet The settlement of Pithekoussai (from VIII cent. BC to III cent. AD), located on the northern coast of the island of Ischia (Campania, Italy), represents a paradigmatic case in the archaeological record of Western Mediterranean sea during the Greek colo-nization in Archaic age (VIII-VI cent. BC). The pos-sible presence of immigrants is also suggested by the heterogeneous nature of the grave goods and of the funerary rituals.

Greek influence in Pithekoussai is further sup-ported by Strabo (Geographia V,4,9), who de-scribes Pithekoussai as the first Greek settlement in Italy. Indeed, the most outstanding archaeological find is the so called Coppa di Nestore which exhib-its the most ancient Greek Euboan inscription cur-rently known bearing four slightly modified lines from the Iliad. This research focuses on the human remains from the necropolis at LaccoAmeno, which was excavat-ed by G. Buchner between 1952 and 1982. The first 723 graves, known as Pithekoussai I, were pub-lished by Buchner and Ridgway in 1993 (Buchner and Ridgway, 1993). In 2012, the Soprintendenzaper I Beni Archeologici della Campania promoted the integrated analysis of the second part of the necropolis, PithekoussaiII, with the contribution of T. Cinquantaquattro, B. d’Agostino, C. Gialanella, P.G. Guzzo, N. Manzi and C. Pellegrino. The Pithe-koussai’s odontoskeletal record includes both cre-mated and inhumated remains in a very poor state of preservation, particularly the inhumations, due to the high temperature of the volcanic soil (70 °C). This contribution presents new findings concern-

L’insediamento diPithekoussai (dall’VIII sec.a.C.al III sec.d.C.), situatosullacostasetten-trionale dell’ isola di Ischia (Campania, Italia),rappresenta un caso paradigmatico nella docu-mentazione archeologica del Mediterraneo oc-cidentale durante la colonizzazione greca in etàarcaica (VIII-VI sec. a.C).L’eventualepresenzadiimmigratièanchesuggeritadallanaturaetero-geneadeicorrediedeiritifunerari. L’influenzagrecaaPithekoussaièulteriormen-

te supportatadaStrabone (GeographiaV, 4,9),che descrive Pithekoussai come il primo insedia-mentogrecoinItalia.Ineffetti,ilpiùeccezionalereperto archeologico è la cosiddetta Coppa di Ne-store cheesponelapiùanticaiscrizionegrecaeu-beaattualmenteconosciutachepresentaquattrolineeleggermentemodificatidall’Iliade. Questaricercasiconcentrasuirestiumanipro-venienti dalla necropoli di Lacco Ameno,che fuscavatadaGiorgioBuchnertrail1952eil1982.Leprime723tombe,notecomePithekoussai I, sono statepubblicatedaBuchnereRidgwaynel1993.Nel2012,laSoprintendenzaperiBeniArcheolo-gici della Campania promosse l’analisi integrata della seconda parte della necropoli, Pithekoussai II, con il contributo di T. Cinquantaquattro, B.D’Agostino,C.Gialanella,P.G.Guzzo,N.ManzieC.Pellegrino.Ladocumentazioneodontoschele-tricadiPithekoussaicomprenderestisiacrematicheinumatiinunmediocrestatodiconservazio-ne,inparticolareleinumazioni,acausadellaele-vatatemperaturadelsuolovulcanico(70°C). Questocontributopresentanuovescopertere-

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ing migration in VIII-VII cen-tury BC to Pithekoussai using 87Sr/86Sr ratio analysis of both dental enamel (inhumated indi-viduals) and pars petrosa of the temporal bone (cremated indi-viduals; Jørkov et al., 2009; Har-vig et al., 2014). Fifty individuals were selected for 87Sr/86Sr ra-tio analyses from the subsample Pithekoussai II. The signals from these individuals were compared to local 87Sr/86Sr ratios obtained from the enamel of small mod-ern mammals and from modern grass samples as well as based on the local volcanic bedrock sig-nal (D’Antonio et al., 2012) and considerations about the marine influences (food, seaspray) and Aeolian dust (Grousset et al. 1998; Krom et al., 1999). Initial results confirm the presence of at least 11 individuals born elsewhere, all adults, reinforcing the idea that Pithekoussai was a multi-ethnic community (Melania.....)

***Valentino Nizzo -Lanecro-poli di Pithekoussai, nelle prime fasidivitadellostanziamento,fuinusoininterrottamentepercir-ca 150annidivita.Laporzioneattualmenteeditadelsepolcretoconsta di oltre 600deposizioni,lamaggioranza delle quali con-centratetrail740eil680a.C.ca.(Buchner,Ridgway1993).Grazie agli scavi di Giorgio Buchner si possiedono innume-revoli informazioni in merito alle pratiche funerarie e ritualiadottatedaipithecusani,ancoraoggi solo in parte oggetto di ri-flessioni fondate sudi una ana-lisi completa e sistematica della documentazione. Tra gli aspettipiùinteressantiemersiinunre-cente riesame cronotipologico della stratigrafia del sepolcreto,visonoquellicorrelatiaunari-letturad’insiemedell’evoluzionediacronica e demografica dellanecropoli, che fornisce dati di estremointeressesiasullastrut-turazione dei gruppi funerarichesullemodalitàdiutilizzodelpaesaggio rituale in cui essi an-davano a collocarsi, costruendoanche durante la morte sistemidirelazioniingradodirifletteredialetticamente - seppure attra-verso un complesso sistema difiltrifunerari-quellichedoveva-nocaratterizzareidefuntiinvita(Nizzo2007).L’analisidemogra-fica,inparticolare,rivelacomelacomunità non fosse sottopostaa particolari forme di discrimi-nazione funeraria, né dal puntodi vista della composizione del campionepersessoedetà,nésulpianodellostatuse,forse,anchedell’origine etnica dei defuntiammessi alla deposizione forma-le,dando luogoa formedi inte-grazione e di ibridazione partico-larmente interessanti se si consi-derailcontestostoricoincuieb-beroluogo,all’albadellacoloniz-

zazione greca e col concorso di realtà estremamente eterogeneetraloro(Cerchiai1999,Ridgway2000,Nizzo2007,Id.2010,pp.92 ss., d’Agostino 2011, Guzzo2012,NizzocdsA). Talipeculiaritàemergonoconparticolare evidenza se confron-tate con la documentazione co-eva di altri sepolcreti indigeni dell’Italia tirrenica e risulta diparticolare interesse soprattut-toinconsiderazionedeirisultatiraggiuntidaIanMorrisnellasuaanalisi diacronica delle necropo-liateniesi (Morris1987)ediunconfronto critico con la docu-mentazione estremamente più frammentaria e lacunosa - maparimentisignificativa-dellane-cropolidiCuma(daultimoNizzocdsB). Sul pianometodologico, ulte-rioriausiliinterpretativipossonoessereacquisitipertramitediuncritico confronto con i modelli elaborati dall’antropologia cul-turale, soprattutto per quel checoncernelanaturaeilsignificatodeimolteplicifiltriritualichepo-tevano caratterizzare la gestione dei morti e, conseguentemente,la costruzione del paesaggio fu-nebre, nella prospettiva che, chi scrive,harecentementedefinito:“constructingdeathscapes”(Niz-zo2015).

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lative alla migrazione nell’VIII-VII secolo a Pithekoussaiusandol’analisidelrapporto87Sr/86Srper entrambi gli smalti dentali (individuiinumati)elapartepe-trosadell’ossotemporale(indivi-duicremati;Jørkovetal.). Sonostatiselezionaticinquan-taindividuiperl’analisidelrap-porto87Sr/86Srdelsottocam-pione Pithekoussai II. I segnalidi questi individui sono staticonfrontati con i rapporti locali 87Sr/86Srottenutidallosmaltodei piccoli mammiferi moderni e da moderni campioni di erba nonchésullabasedelsegnalediroccia vulcanica (D’Antonio etal., 2012) e considerazioni circale influenze marine (cibo, Sea-spray)epolvereEolie(Groussetet al 1998;. Krom et al., 1999).I primi risultati confermano lapresenzadi almeno 11 individuinati altrove, tutti adulti, raffor-zandol’ideachePitecusaeraunacomunitàmulti-etnica.

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 27

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Studi sullaMagna Grecia (Taranto 26-29 settembre2013),incorsodistampa.V.Nizzo,““Cronologia versus Archeologia. L’«ambi-guo» scorrere del tempo alle soglie della «colonizza-zione»: i casi di Cuma e Pithekoussai”,inV.Nizzo,L.Donnellan,G.-J.Burgers(acuradi),Contextualising“early Colonisation”: Archaeology, Sources, Chrono-logyandinterpretativeModelsbetweenItalyandtheMediterranean 1, The contexts of early colonisation,Attidelconvegnointernazionaledistudiinmemoriadi David Ridgway (1938-2012), Roma 21-23 Giugno2012,incorsodistampa.D.Ridgway,“Seals, scarabs and people in Pithekous-sai I”, inG.R.Tsetskhladze,A. J.N.W.Prag,A.M.Snodgrass(eds.),Periplous,PapersonclassicalartandarchaeologypresentedtoSirJohnBoardman,London2000.,pp.235-243.

Le intenzioni del Comune di Lacco Ameno su Villa Arbusto e Museo(Delibera n. 34 dell’8 aprile 2016)

Premesso:• che il Comune di Lacco Ameno è proprietariodell’immobiledenominatoVillaArbusto,sitoinLac-coAmenoalCorsoAngeloRizzoli/ViaCircumvalla-zione,all’internodelqualetraletantepertinenzevièallocatoancheilMuseoArcheologicodiPithecu-sae, dove sono custoditi i risultati degli scavi ese-guitinell’ambitodelpiùanticoinsediamentogreconelMediterraneooccidentaleche,iniziatinel1952,rivoluzionaronoleprecedenticonoscenzesull’iniziodella colonizzazione greca dell’Italia meridionale;•cheilmedesimoComunediLaccoAmenoconDe-liberadiG.M.n.34del08.04.2016haespressolavolontàdiprocedereaverificareunamiglioreipo-tesidigestionechenonsiaquelladirettadapartedelComuneinquantoacausadellacarenzadiper-sonalequalificatoedirisorseperpoterfarfronteatutteleesigenzedicaratterelogistico,economicoefunzionale,conl’attualegestionedell’immobilenonsiriesceadarelagiustavalorizzazioneemettereafruttolarealepotenzialitàdelbene,chealtrimentipotrebbe essere colta;•cheatalriguardo,ilComuneintendequindiela-borare e pubblicare un avviso per la selezione diunprogettofinalizzatoalloscopod’individuareunmodellodigestioneprivatae/opubblicoprivatache

Manifestazione di interesse a partecipare all’in-dividuazione di soggetti interessati alla gestio-ne di Villa arbusto, del complesso museale e delle aree pertinenziali alla medesima villa

ottimizzi le potenzialità insite nel bene, medianteazioniditutela,valorizzazione,promozioneegestio-ne dell’immobile medesimo;•che,preliminarmenteallapubblicazionedelsud-dettoavviso,ilComune,atitolomeramenteesplora-tivo, intende procedere alla ricezione di “manifesta-zionidiinteresse”nonvincolanti,alfinediottenereun quadro completo ed esauriente degli operatoriculturaliedeconomicicheintendonoproporreunasoluzionedigestionechesuccessivamentepotràes-sere messa a bando;• che con ilmedesimo deliberato di giunta di cuisopraèstatoindividuatol’ing.GaetanoGrassoRe-sponsabiledelProcedimento.

Tanto premesso il presente avviso, pubblicato sulsito del Comune di Lacco Ameno è da intendersifinalizzatoesclusivamenteallaricezionedimanife-stazionidiinteresseperfavorirelaconsultazionedelmaggiornumerodioperatorieconomicieculturalipotenzialmente interessati alla selezione di progettifinalizzatialloscoposopramenzionato,senzaalcunvincoloperilComunediLaccoAmenoesenzana-scitadiposizionisoggettivevincolanti.IlComunediLaccoAmeno si riserva di sospendere,modificareoannullarelaprocedurarelativaalpresenteavviso

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esplorativoedinondareseguitoall’indizionedellasuccessiva gara per l’affidamento della Concessio-ne.InrelazioneallafuturaConcessioned’affidaresiprecisaquantosegue:

Caratteristiche della concessione:GestionediVillaArbusto,del complessoMuseale edelleAreePertinenzialiallamedesimaVilla.Luogo di concessione: Lacco Ameno — CorsoAngeloRizzoli/ViaCircumvallazione—CAP80076.Descrizione dell’immobile: Villa Arbusto, cosìdetta dal toponimo della località documentato findal‘600,èsituatainincantevoleposizionepanora-micasull’alturaprospiciente lapiazzaS.Restituta,di fronte al promontorio di Monte di Vico, il sito dell’acropolidiPithecusae,mentreapochipassiaridossodelparcosi trova ilquartieremetallurgicodell’VIllsec.a.C.inlocalitàMazzola.Lamasseriadell’Arbustofuacquistatanel1785daDonCarloAquaviva,DucadiAtri,dianticafamiglianobileabruzzese,chevicostruìunCasinodicampa-gna,l’attualevillaconungrandegiardinoretrostan-te.Negliannihaconosciutodiversiproprietarifinoagli anni cinquantadel secolo scorsoquando l’ac-quistòilfamosoproduttorecinematograficoAngeloRizzoli,chenefecesededibuonritiro.Nel1999all’internodellaVillaArbustovenivafinal-menteistituitoilMuseoArcheologicodiPithecusae,idea cheeranata suvolontàdellaSoprintendenzaArcheologica delle Province di Napoli e Caserta e delComunediLaccoAmenosindallafinedegliannisettanta.Descrizione sommaria delle attivita minime:Gestione di Villa Arbusto, dell’intero ComplessoMusealeedellerelativeareepertinenzialiallavillamediantel’esecuzioneconproprimezzitecnicie/ofinanziaridi:• operemurarie, impianti e apparati tecnici e tec-nologiciecomunqueogniinterventofinalizzatoallarealizzazionedioperefinalizzatealmiglioramentodellafruibilitàdellastessaVilla;•manutenzioneordinariadell’immobileedegliim-piantiperl’interaduratadellaConcessione;•azioniditutela,valorizzazioneepromozione.Soggetti ammessi: Sono ammessi a presentaremanifestazionediinteresse,isoggettidicuiagliart.34,36e37delD.Lgs.163/2006ss.mm.ii.,nonchéle Fondazioni e tutti gli altri operatori economiciche non si trovano in alcunadelle cause di esclu-sionedalleproceduredigaraprevistedallavigen-telegislazione,inparticolaredall’art.38(Requisitidiordinegenerale)degliart.34,36e37delD.Lgs.163/2006ess.mm.eii.(ilpossessodeirequisitiecondizionivienedimostratomedianteautocertifica-zioneexDPR445/2000ess.mm.ii.).Documentazione da presentare: I soggetti

interessati, in possesso dei requisiti suddetti, cheintendono manifestare il proprio interesse devono presentareladocumentazionesottoelencata:1) Istanza dimanifestazione di interesse, in cartalibera,sottoscrittadal legalerappresentante(odailegalirappresentantisepiùdiuno),contenente,informadiautocertificazione,resaaisensieperglief-fettidegliartt.46e47delD.P.R.n.445/2000, ledichiarazioni:-dinontrovarsiinalcunedellecondi-zioniostativedicuiall’art.38delD.Lgs.163/2006;-diiscrizioneallaCameradiCommercio,contutteleindicazionidisponibilipresso l’UfficiodelRegistrodelleimprese,relativeancheall’assenzadiprocedu-reconcorsuali;-diessereinregolacongliobblighirelativialpagamentodeicontributiprevidenzialieassistenziali a favore dei lavoratori; - di osservanza dellenormecomunitarie,nazionali,regionaliinma-teriadilavoro,cooperativesociali,tuteladellapri-vacyesicurezzadellavoro;-Sedelegaleeoperativadell’operatoreeconomico;-Numerodipartitaiva;-NumerodiiscrizioneINAILeINPSeindicazionesediterritorialicompetenti;-lamodalitàattraversolaqualesiintendonoriceverelecomunicazionieladocumentazione:Pec.2)Copiadiundocumentodiidentitàincorsodiva-liditàdell/deisottoscrittore/i;3)IpotesidigestionediVillaArbusto,delcomples-soMuseale edellepertinenzedella villamedianteunaRelazioneillustrativachedefiniscalemodalitàdi gestione che s’intendono proporre tenendo conto degli aspetti tecnici, economici, gestionali e di pro-mozionedelbenepubblico.Nellarelazionedovran-noemergereconchiarezzaancheglieventualipara-metri che potranno essere oggetto della concessione come il tempo, il canone, eventuali investimenti,azionifinalizzatealla valorizzazionedelbene, etc..La relazione, che potrà contenere grafici, tabelle,diagrammi, etc. dovrà essere contenuta in un nu-meromassimodi10pagineutilizzandoilcarattereArialcorpo12edunnumeromassimodi90righeafoglio.Contenutieccedentiiparametridicuisopranonsarannotenutiinconsiderazione.Accesso agli atti: i soggetti interessati potrannoavere accesso agli atti amministrativi e tecnici del benedicuitrattasirecandosineigiornieneglioraridiaperturaalpubblicopressol’UfficioTecnicoCo-munale.ContattandoilmedesimoUfficioalnumero081.3330818 è possibile concordare eventuali so-pralluoghiallaVillaArbusto,alcomplessoMusealeed alle pertinenze della villa. Permaggiori in for-mazionisulbeneinoggettosipotràvisitare ilsitohttp://www.pithecusae.it/.Modalità di presentazione della domanda:Isoggetti interessatidovranno farpervenire la sud-dettamanifestazionediinteresse,entroleore12,00delgiorno30.05.2016alseguenteindirizzo:Comu-

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Altri erano i progetti dell'Amministrazione, di cui andava fiera....(comesirilevainl'informatore civico di Lacco Ameno, bolletino di informazione

comunale,coneditorialediDomenicoDeSiano(2005-2006)

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nediLaccoAmeno—UfficioTecnico—PiazzaSan-taRestituta,CAP80076LaccoAmeno(NA).L’istan-za deve essere recapitata all’indirizzo di cui sopratramite ilserviziopostaleoppureamezzocorriereoconsegnataamanopressol’UfficioProtocollodelComunediLaccoAmenonegliorarid’Ufficio.Il rischio del mancato recapito delle istanze rimane acaricoesclusivodelmittenteefaràfedeladatael’oradiricevimentodapartedell’UfficioProtocollodel Comune di Lacco Ameno. Eventuali richiestepervenute oltre il termine suddetto e/o incomple-te,nonsarannoprese inconsiderazioneaifinidelpresenteavviso.Ilplicocontenente l’istanzadovràriportare,apenadiesclusione,ilnominativoel’in-dirizzodelsoggettorichiedente,nonchéladicitura“Avviso esplorativo e non vincolante per la manife-stazionediinteresseapartecipareall’individuazionedisoggettiinteressatiallagestionediVillaarbusto,delcomplessomusealeedelleareepert1nenzialiallamedesimavilla”.Il plico nel caso di invio telematico, deve contenere,

a pena di non ammissibilità delle istanze, i docu-mentidicuiaisuccessivipunti:A)istanzadimani-festazionediinteresseincartalibera;B)copiafoto-staticanonautenticatadiundocumentod’identitàincorsodivaliditàdel sottoscrittore;C) ipotesidigestionediVillaArbustoedelMuseoArcheologicoPithecusae.Penal’esclusione,incasodiraggruppa-mento temporaneo di imprese, ogni istanza deve es-serecompilataesottoscrittadaciascunaimpreesa/membrodelraggruppamento.LeistanzepervenutesarannovalutatedaunaCom-missioneTecnicaqualificatacheredigeràunaRela-zioneTecnicachefornirà,sullabasedellepropostepervenute,lasoluzionegestionaleritenutaottimaleperlatutelaelavalorizzazionediVillaArbustoedelMuseo di Pithecusae. Tale soluzione, se condivisadall’AmministrazioneComunale, saràda supportoall’AvvisoPubblicotesoadindividuareilConcessio-nariochegestiràVillaArbusto,ilcomplessoMusea-leeleAreePertinenzialiallamedesimaVilla.

*

Raccontando ViscontiSabato 14 maggio 2016, in occasione del finissage della mostra “Cronaca di una perdita”, la BibliotecaComunaleAntonianaelaFondazioneOperaPiaIaconoAvellinoConte,nell’ambitodellecelebrazioniperilXLanniversariodellascomparsadiLuchinoVisconti,hannopropostolaproiezionediduedocumentarimirantiaraccontarel’uomoel’artista:“GliangelinascostidiLuchinoVisconti”diSilviaGiulietti(2007)e“Suso.Lasignoradelcinemaitaliano”diLucaZingaretti(2008).

IntantodaunapartesicelebraesiricordaLuchinoVisconti,dall’altracontinuaarestarechiusaenonvisitabilelaColombaia,chefuinfinelaresidenzadelgranderegista.

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RASSEGNA LIBRI

Oltrefrontiera (per crinali di luce e cune d’ombra)di Pasquale Balestriere

EdizioniConfronto,dicembre2015.PrefazionediLeoneD’Ambrosio.Corredo fotografico del pittore ischitano Mario Mazzella (1923-2008),gentilmentemessoadisposizionedaLucaMazzella.

Questa raccolta di poesie di Pasquale Balestriere è statavincitrice della XXX edizione del Premio nazionale di poesia LiberodeLibero,2014;essaèundialogoconlavita.Ilpoetasirivolgeall’altrosestesso,indagandosullapropriaesistenza,creando un ritmo e un accostamento di suoni e di coloriinteriori,cheloportaauntotaleabbandonodiriflessione.

Della Terra

...einoltredellaterraquestosochequelgranventredimadretalvoltaabortisceilsuofruttomapiùspessociriempieilcuoredimiele,cidonailmutofragoreeiltumidoprodigiodellavita,la gioia dolceamara del precariogiornochemuorestesoallacollina.

Mio padre roso dalla zolla in lagnid’asma le perdonavatuttoconmitecarezzad’argento,in accennati solchidepositava semi; e la falcatamadrecoglievaadunoadunoifruttiaccendendonelpettomodestesperanze.

Einfinedellaterraquestodico,ora,nellachiariadelmezzogiorno.

Maalcuoreèsempreinfissaqualchespina.

Piove

sulrossogiallodifogliecaduche,sulruzzodelsole/chelestoscolorainpomeriggid’autunnoevimuore,sulucidiasfalti,/suvellidinebbia

che in coltre grigia assopiscono il cielo; sucampivirenti,/sumuschiodorosi,sulguizzodellarondinechesvolaetessenell’aria/tragorghidicolli

lasuateladigioiarapinosa.Evibralavita./Lafrescacarezzapiega la terra al possesso del cielo, ecantalavita,/lavitafeconda,

mentre,fanciullo,giàgridal’azzurro;convocesquillante/reclamailsuospazio,lenuvolerespingeconbaldanza.Consuetirumori/risorgono,evoci.

InarimeAntologia di testi storici, poetici, letterari, mitici e termalidi Raffaele Castagna

Inquestotestosihalapossibilitàdiscorrereeamarel’isolad’Ischia attraverso la ricca fioritura di scritti e di studi,checostituisceilpatrimoniodellaculturaeilmonumentodella civiltà isolana; opere letterarie e testi accresciuti

ultimamentegrazieallescopertearcheologiche,chehannoriproposto all’attenzione generale anche quanto sia statapresente l’Isolad’Ischianegliautori classicigreci e latini,cheebberoadenominarlacondenominazionivarie:Arime,Inarime, Pitecusa, Aenaria, Iscla… Senza dimenticareriferimenti al grande apparato termale e ai richiami legati alle catastrofi che l’hanno colpita come isola vulcanica.L’antologia che si propone vuole dare voce a questipersonaggi(masitrattadiunasceltaminima)chenelcorsodeisecolihannoconosciutoestudiatolevicendeischitane.

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BroccolincollinaFatti,figureeluoghidella collina vomeresedi Sergio Zazzera

CuzzolinEditore,collana“Na-poliintasca”,2016

L’operadi SergioZazzeraripercorrelavitaelosvilup-po del quartiere Vomero,attraverso fatti e personag-gi che il lettore incontrerànelcorsodiunapasseggiataconl’autore.

Ischia, che emozioniStorie e racconti in 30 anni di sportdi Luigi CioffiForio,aprile2016

Tuchiamalesevuoiemozioni…!Sembraessereproprioquesto,ri-facendosi a quell’indimenticabilehit del 1970 targatoMogol-Batti-sti, il filo conduttore dell’ultimolavorodiLuigiCioffi;unlibrocheracchiude un compendio di arti-coli, storie ed interviste che ab-bracciano 30 anni di vita sportiva, soprattuttocalcistica,dellanostraisola. Ischia ed il calcio,unbino-mio inscindibile,uncordoneom-belicale destinato a non staccarsi mai;unrapporto,quellotragliiso-lani e i protagonisti della domeni-ca calcistica, che ha segnato intere generazioni e che è stato capace di tracciareunsolconellenostrevite,contuttoilcaricodiemozioni,so-gniedelusionichehapotutoesa-putosprigionare. Ischia, che emozioni è un titolochevabenoltre lastesuradei45giri, pardon articoli (che coinci-denza, giusto 45…), che Cioffi hasceltotrailsuovastorepertoriodipezzi;inveritànonsempliciartico-li,piuttostostorieeracconti,comerecita il sottotitolo, testi amarcord arricchiti di cronache, curiosità,

criticaecheoffronospuntidiam-piariflessione. Adesso tocca a te è l’affettuosoma anche deciso invito che papàMario, un’indimenticabile iconadel giornalismo nostrano, ormai al volgeredella suadistinta carrieragiornalistica, rivolgealfiglioqua-si prefigurando un passaggio ditestimonemoraleeprofessionale.ELuigiCioffiraccogliequestaere-dità,impegnandosiallostremo,edappunta,scrive,racconta,analizzaconquellapassionevisceralecheèparteintegrantedelsuodnafami-liare. Unlibrobenassortitoecompletoche inizia con Tremila all’inaugu-razione del campo di Panza, unresocontodiungiornospensiera-todi festapopolaredoveperunavolta il risultatofinalenonconta,esisviluppaattraversoleanalisidipartite decisive, gare commentate e condite di aneddoti ed impre-ziosite dalla galleria e dagli inter-venti dei personaggi sportivi che hanno caratterizzato un periododella storia del calcio isolano; e così scorrono come in un film esi materializzano volti a noi cari e noti, a tratti appena dimenticati, che ravvivano la nostra memo-ria e le nostre emozioni come Lo Masto (ilbombersognatore),Del Prete (il pipelet volante anelan-tedi raggiungere le fatidiche500presenze), Onorato (il goleadorfatto in casa), Guida (elegante ecarismaticoleaderdifensivo),Go-nano(1000km.daUdineaIschiae ritorno sempre di corsa collezio-nando gol su gol), Migliaccio (ilvigile per antonomasia in campo ed in panchina), Buoncammino (gol e gloria come aspirazione),Musella (la classe e l’umiltà perrinascere),Monti(lamaturitàpersoverchiare le traversie in campo

e fuori),Veronici (lo stopper chenonamalazona),Impagliazzo(latradizioneegliinfinitiderbiespu-teolani),Fabris (l’immodesto conil sanguenel calcio),Taglialatela (ovvero fratello e sorella con vitaparallela tra i pali e la porta come riscatto),Martusciello(comedareundispiacereconl’Empolialpapàtifosonapoletano). Tuttiprotagonistidellastoriacal-cistica gialloblu, atleti che hannocontribuitoa fargrande l’Ischiael’isolaconprofessionalità,cuoreegol;senzatralasciareunPresiden-teindimenticabilequalèstatoRo-berto Fiore(ilprogrammatoreche

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 33

lucidamente analizza ilmomentodell’Ischia), e tecnici di assolutovalore come Villa(ilkaiserprofetadellazonachealternafilosofiaeri-gidageometria),Rambone(lama-ledizione catanese), Canè (signo-rilitàedautoritàalserviziodell’I-schia),Cucchi (il taciturno con ilcuoregrande).Tutticiricordanolebattagliecombattute,vinteoperseincampoefuori;edinfinesonori-evocate le gare che hanno segnato in positivo o talvolta in negativo

ilcamminodellesquadreisolane:Juve Stabia-Ischia(saporedifestagrande),Ischia–Rende 2-0 (primavoltainC1),Ischia-Kroton (nascelo stadioMazzella) e poiCatania (castigati gli etnei), Ebolitana e Solofra (addio serie D), ed altreancora. Il libro si chiude con l’Ischia in Lega Pro “unica”, un titolo chesembraquasidatato(?)evaforseunpocoastorpiare(?)oggigiornoquellacheèstatalastoriasportiva

L’altra madredi Andrej Longo

Adelphi Editore, in copertina:Napoli, Quartieri spagnoli, pp.195,2016

GennyhasediciannielavorainunbardallepartidiviaToledo;gli piace giocare a pallone e fare il buffone sul motorino.Perché, dicono gli amici, come lo porta lui, il mezzo, non loporta nessuno. Tania di annine ha quindici, va ancora ascuola e dorme in una stanzache «tiene il soffitto pittato distelle»;lepiaccionolescarpedaginnastica rosa e i bastoncini di merluzzo. La madre di Genny«ha quarant’anni, forse purequalcuno inmeno,ma il viso èsegnato da certe occhiaie scure

dell’Ischia calcio, ma forse è anche uninvito,quellodell’autore,ate-nereduroealimentarequelsognoche suo padre e tanti altri croni-sti hanno descritto nel tempo con cuoreedanima.“Adesso si guar-da al futuro. I tifosi vorrebbero una squadra da alta classifica per tentare la scalata in serie B. Quel-la serie B che tutta l’isola sogna da tempo….”

Antonio Schiazzano

che la fanno sembrare più vecchia»;passalegiornateafaregliorliaijeans:ventiorliottantaeuro; ogni tanto si interrompe,

prende le carte e fa i tarocchi; e ognitanto,quandononriescearespirare,siattaccaall’ossigeno.La madre di Tania fa lapoliziotta,hauncorpoasciutto,muscoloso,evicinoall’ombelico«la cicatrice tonda di quandol’hanno sparata»; ed è una chesequalcosavastortononesitaatirarefuorilapistola.Unsabatopomeriggio, in una strada delVomero, le vite di Genny e diTania si incrociano in modo tragico: e unamadre decide difaregiustizia.Amodosuo.ComegiàinDieci,conquellascritturaspigolosa e incalzante che riesce, è stato scritto, «a riattivare ciòche giace inerte nel linguaggiocollettivo e privato», AndrejLongo ci racconta una certaNapoli, egliuominie ledonneche laabitano:protervie feriti,crudeliegenerosi(Risvolto).

Le epigrafi greche di Pithekoussai Il20maggio2016,nell’ambitodellaprimagiornatamondialedellaLinguaedellaCulturaEllenica,ilmembrodellaSocietàFiloellenicaItalianaFrancescoCastagnahaguidatounavi-sita,aVillaArbustodiLaccoAmeno,sededelMuseoArcheologico,sulleepigrafigrechediPithekoussai,perevidenziaretramitel’analisidiquestetestimonianzelastraordinariaimpor-tanzadellascitoculturaledeiGrecieinparticolaredegliEuboicichefondaronoPithekoussai,primacoloniagrecad’Occidente:unlascitoculturaleallabasedellaformazionedellaculturaoccidentale.LavisitaguidataèstataintrodottadalladottoressaMichelaAngrisani,membrodellaSocietàFiloellenicaItaliana,chehaspiegatoilvaloreel’importanzadellagiornatamondialedellaLin-guaedellaCulturagreca.

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34 La Rassegna d’Ischia n. 3/2016

Ischia - L’isola “smarrita” e “da ritrovare” Il ‘Madre’ diNapoli: il più importantemuseodell’anno2015 inItaliad’artecontemporanea...;MonteVicoe tutta l’Isolad’Ischia, ilpiù impor-tantemuseoarcheologico,paesaggisticoecultu-rale a cielo aperto di inestimabile ed inimmagina-bilevalorediieri,dioggiedisempre.

Lamiaprimaesperienza,avvalorantel’abusivi-smodicuièstataoggetto lanostraamataisola,risaleal1963,allorquandoduranteunadellemierivisitazionidella‘mia’Forio,fecilaconoscenzadiunadottoressa,architettodelMinisterodeiBeniCulturaliePaesaggisticidiRoma,laqualemicon-fidòunasua‘segretamissione’:visionareisitidicostruzioni non legittimati eretti sulle pendici enon solo del monte Epomeo, per poi relazionare alladirezionecentraledeibeniculturaliepaesag-gistici. La dottoressa doveva partecipare ad unincontromondanogiustoappuntoinunadique-steville(abusive)emiinvitòaparteciparvicomeaccompagnatore.GiuntiambedueaForio, io ri-fiutaiilsuoinvitoconestremoapparenterincre-scimentoe successivamentevennia conoscenzacon estrema certezza che lei, la dottoressa, aveva rilevatodiversisitidicostruzioniabusive,ma lastessanullarelazionòalMinistrodeiBeniCultu-raliPaesaggisticieAmbientali. Feci ritornosull’isolad’Ischiadopocircaqua-ranta anni, vivevo e vivo nel settentrione d’Italia, inprovinciadiTorino,maessendoereputandomiunforianoverace,pervasointuttelesuemembrae soprattutto nell’intero suo animo di profondisentimenti ischitani,mi documentavo costante-mentedellosviluppodemografico,paesaggisticoeculturaledella‘mia’miticaInarime(comelaci-tavaVirgilio).Nel2002,feciritorno,perunbreveperiodo,nelpaesechemiavevadatoinatali:Fo-rio,la‘miaDivina’.Rimasienormementeturbato;ilvastolido,adesempio,difinesabbia,accarezza-todallosciacquiodelledolciondechelabaciava-no ininterrottamente, accarezzandola sommessa-mente,eraquasi interamentescomparso;alsuopostounastradaasfaltata:unosconvolgenteob-brobrio!!!?,chedallalitoraneaprovenientedallasalitadiCavallaroedaLaccoAmeno,sisnodavainuntunnelchesottopassavala‘mitica’chiesadelSantuario della Madonna del Soccorso. Inoltreosservai, sconvolto, svariate costruzioni (alber-ghi,ville,casecolonicheecc.)chesconvolgevanoil paesaggio naturalistico dalla Punta Caruso aMonteVico,allabaiadiS.Montanofinoagiunge-

re a Capo Imperatore, passando dalle pendici del MonteEpomeo:chesconvolgimento!!!? OraintendorivolgermiaVoimieiconterraneidella interamia, nostra, IsolaVerde (un tempocosìsidenominava...eoracomedovrebbechia-marsi?).Apriamo,apritegliocchi,tuttiuniti,tuttiinsiemeuniamocie,comeasuotempofuideataecostituitala‘LegaLombarda’,noiuniti,poichél’unionefalaforza,dobbiamoideareefondarela‘LegaConterraneaRisorgimentaledell’IsolaVer-de’,deiPitecusani(cosìchiamataIschiadaglian-tichiGreci). UnitiinquestoRisorgimentodeglianimiedel-lanascitadiquesta‘NobileLega’,dobbiamotuttiinsiemeproporcicomeprimariobiettivi: -ilconseguimentodellasensibilizzazionefatti-vadeglianimiditutti; - la nostra Isola Verde per ritornare ad essere tale deve essere ripulita, integralmente, di tuttiquei ‘mostridicemento’chedeturpano lanatu-ra e le bellezze paesaggistiche della nostra amata Isola Verde; -rendereoltremodosensibilianchequeinostriconterranei indifferenti e scetticiperchéproprioinquantonostriconterraneidebbonoperforzadicoselasciaredapartel’insensibilitàevivere,uniti,fattivamente la nostra fondazione; -unitiefortidinuove,risortedeterminazioni,affrontareleIstituzioniPoliticheeAmministrati-ve locali e centrali, dialogando energicamente per ottenere,èauspicabile,intempibrevi,unlorode-cisivoe fattivo impegnonell’attuare il consegui-mento della rivalorizzazione, ad esempio, dell’a-rea archeologica del sito di Monte Vico, il suosottosuolo colmo di reperti archeologici: la piùanticacoloniaGrecad’occidente,ealtrinumero-si siti, procedendo al sistematico pignoramento, innanzituttodandolaprecedenzaaiterrenie,aseguire, alla successiva demolizione dei‘mostri’dicementoabusivi,sitisulMonteVico,nellavallediS.Montanoeinsvariatealtrezone. -riaprireilMuseoArcheologicodiSantaResti-tuta, prendendo gli opportuni provvedimenti dimessainsicurezzadituttelearee. MirivolgoatuttiVoi,mieiconterranei,persone(spero)dibuonavolontà,con l’auspiciocheconla nostra e la vostra determinante passione e vo-lontàferreatuttociòidealizzatopossarealizzarsiegiammaiesseresolounavisioneutopica.

Gaetano Ponzano

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 35

RASSEGNA MOSTREGalleria Ielasi - Ischia Ponte21 maggio – 20 giugno 2016-05-10

Giorgio Maria GriffaAcquerelli

(…) Nella sua duplice vocazione di viaggia-tore e artista la sua opera procede come il diario di bordo di una rotta perpetua, ma di un moto particolare affinché ogni immagine possa ricollegarsi ad un’altra, senza l’obbli-gatorietà dei nessi, delle analogie, sprovvi-sta di vincolanti direttrici spazio-temporali. La realtà per Griffa è fatta di frammenti, brani, parti, pezzi, nuclei, cellule del tessu-to planetario. “Faccio vedere- lui ci spiega – pezzi di isole o isole a pezzi”. Ecco dunque la sua è una geografia di frammenti isola-ti, che trovano comune attinenza nell’essere semplici appunti mnemonici di ciò che lui ha conosciuto, prendendone coscienza(MassimoGuastella)

GiorgioMariaGriffa,natoaBiella,nel1944,èunfarmacistamancato,l’alchimialausapermescolareicolori. Prova diverse tecniche espressive prima di trovare nell’acquarello ilmezzochepiù lo soddisfaper ri-portaresullacartairicordideisuoiviaggi,predili-gendopaesaggimarini,relittiefari. Per conoscere grandi sensazioni c’è chi deve esse-reilprimoasalireunavetta,attraversareunmare,calpestare una terra. Griffa pensa sia sufficienteviaggiaredasoliperrenderespessounichealcuneesperienze.Noncredeoccorra ilmacheteper farsilargotraleemozioni. Lemetedeiviaggieisoggettideisuoilavorisonoscelteprecise.Preferisceilnordall’est,sceglieluo-ghi poco abitati, non fa domande a chi ci vive, non fingediessereunodelposto,nondisturba.Esponeisuoiacquarellidiviaggioingallerie“lontanedallecorrenti”eiresocontideisuoiviaggivengonopub-blicatisurivistespecializzateinItaliaeall’estero. Nel 1995 pubblica, dopo un lungo viaggiocon il fotografo Fabrizio Lava, Tierra del fuego (Eventi&Progetti, 1995), un libro di acquarelli efotografie sulla Terra del Fuoco.Nel 1998 viaggiaalle Falkland, poi in Antartide e Georgia del Sud,interessato soprattutto alle vecchie stazioni bale-niereabbandonate.IlvolumeAcquerelli di viaggio (Nuages,1999)escel’annoseguente.Nel2005vie-ne stampato I Fari degli Stevenson(Nuages,2005).Nelmaggio2007esce,pressoNuages,Escursione alle isole Eolie,diariodiviaggiodiAlexandreDu-mas, inunanuova traduzionediSerenaSinibaldi,illustratoecuratodaGiorgioMariaGriffa. Ancoranel 2007 raggiunge l’isola di Sant’Elena.Nel2011Nuagespubblicaunaltrodeisuoicarnetdevoyage:Sir Ernest Henry Shackleton dedicato a ShackletoneallesueimpresealPoloSud.

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Luigi Pagano: Arte come Ricerca

Napoli : al Museo Archeologico la mostra “Fatiche Ferite”dal 30 giugno all’11 settembre 2016

da questa lettura: indica che il quadro mi rappresenta”. Dal 30 giugno all'11 settembre 2016 Luigi Pagano sarà presente al Museo Archeologico di Napoli con la mostra “Fatiche Ferite”. È stato il direttore dei servizi educativi Marco De Gemmis che cura l’esposizione a chiedergli una riflessione sull’Ercole Farnese, una delle statue più conosciute dell’archeologico. “Interrogarmi sull’Ercole Farnese è stato un compito arduo, perché quello di Ercole è un mito complesso”, così Luigi Pagano sul lavoro in preparazione per l’espo-sizione. E continua “Il mito di Ercole sono soprattutto le fatiche, perciò presenterò 12 tavole di china a rappre-sentare le 12 fatiche; una mia sintesi con un’immagine folgorata di quando si parla degli uccelli del lago di Stinfalo oppure si parla del cerbero o dell’idra a tre te-ste”. Partendo da questo tema l’artista ha realizzato tre opere molto grandi (m. 2.50 x 1.40) che andranno a rivestire la sala del servizio educativo, utilizzando una dicotomia di materiali: tela e alluminio, colori ad ac-qua e dipinti a fuoco. Acqua e fuoco sono lavorati con i materiali della terra; con i tre elementi naturali: acqua, fuoco e terra egli cerca di realizzare la sua fatica. Una fatica che si concretizza in una riflessione su due temi: la fatica dell’Ercole che è rappresentata sinteticamente sulle lastre di alluminio e le ferite che vengono fuori sul corpo della statua, perché quella di Ercole è una sta-tua ferita a morte e rammentata in tutte le parti. Basta pensare alle famose gambe che Guglielmo Della Porta, allievo di Michelangelo, realizzò nel 1500 e inserì nel-la scultura prima che fossero ritrovate quelle originali. Un percorso molto accidentato per quella statua che ben rappresenta le ferite che ogni piccolo Ercole porta con sé. E l’idea dell’artista è proprio questa: Ercole siamo noi. Ognuno di noi affronta ferite e drammi anche forti, personali o in famiglia, che lasciano tracce, lasciano fe-rite fisiche o psicologiche. “Perché non riflettere su questo Ercole redivivo che ci portiamo sulla pelle, pensando ai frammenti dell’Erco-le di questa statua che rappresenta un mito? Perché non riportarla nel presente? Io lavoro sul presente, su me stesso, sulla traccia sulla mia vita, sul mio io” racconta con passione Luigi, poi, attende qualche attimo e come se riflettesse ad alta voce continua “ … era il solo modo per poter affrontare questa relazione. In fondo il mito vive sempre perché riesce a rinnovarsi e la statua sta li a rappresentare e a ricordare ciò che abbiamo sedimen-tato dentro di noi, nella vita come nell’arte”.

Carmine Negro

Allievo di Carmine Di Ruggiero e Renato Barisani, Luigi Pagano dopo il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha affiancato l’attività artistica a quella di docente, prima presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, poi in vari istituti di Scuola Secondaria di II grado. I suoi lavori sono presenti in collezioni pub-bliche e private italiane tra cui (in permanenza) il Duo-mo di Napoli, la Chiesa di San Lio a Venezia, il Museo Stauròs di S. Gabriele, il Music und Theater di Monaco di Baviera, il Museo di Arte Moderna di Hangzou, Cina. Intensa la partecipazione ad attività espositive sia in Ita-lia che all’estero nei trenta anni di impegno artistico. Dopo la sua partecipazione a Rewind Arte a Napoli 1980 -1990 (20 dicembre 2014 -16 febbraio 2015) che, con affondi tematici e focus specifici, ha proposto una riflessione sulla complessa storia artistica a Napoli ne-gli anni Ottanta del Novecento, Angela Tecce, curatrice dell’esposizione, ha scelto un suo lavoro, Germinazio-ne (vedi foto), per il Museo del Novecento di Castel S. Elmo. Questo quadro, col quale nel 1986 aveva partecipato all’XI Quadriennale d’Arte di Roma, emblematico nella parola germinazione e nell’immagine, vuole ritrarre un bocciolo luminoso, una parte organica, una femminile energia creatrice, che, attraverso un verde chiarissimo quasi acido, rischiara il contesto di una luce accecante. L’idea era proprio quella di raffigurare un germoglio, una nuova vita che, colpita da un raggio di luce, cattura per la sua brillantezza; una sorta di partenogenesi, un’e-sistenza che, bloccata in quell’istante, dà la sensazione di crearsi da sola, costringendo a riflettere su quel mo-mento e sul lavoro di una vita. Ed è lui stesso a com-mentare la decisione: “Sono contento di tale scelta per-ché dalla luce brillante di quell’attimo sono emerse una serie di riflessioni su tutto il mio lavoro, sono gratificato

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Forio – Giardini Ravino

Mostra fotografica di Gino Di Meglo

Suggestioni in lith AiGiardiniRavinodi Foriomostra fotografica di stam-pe su carta baritata ottenutecon il metodo di stampa “lith” –finoal15giugno2016–diGino Di Meglio. Le stampe lith rappresenta-no una evoluzione alternativadel metodo di stampa mediante processi chimici che genera l’im-magine fotografica tradizionaleinbianco enero sulla carta allagelatinad’argento. Sfruttando le caratteristichedialcunecarteatonocaldo,so-vraesponendo grandemente e sviluppando in appositi bagnimoltodiluiti, sipossonoottene-

reeffettidicoloreedicontrastomolteplicieuniciallostessotem-po. Tali effetti possono essereulteriormentemodificati convi-raggi in selenio, oro o seppia per ragioni estetiche o per ottenere unamaggiorepermanenzadellastampaneltempo. Ladensitàequantitàdidetta-glinellealtelucisonodetermina-tidall’esposizione, lezonescuresonodeterminatedallosviluppo.Data la grande sovraesposizione aduncertopuntodellosviluppoavviene una reazione esponen-zialenelleombreedèdicrucialeimportanza e difficoltà estrarrelastampadallosviluppoappenaprimacheciòavvenga. Inoltre i

bagnimolto diluiti si esaurisco-no rapidamente, per entrambi questi motivi è molto difficilefareduestampelithuguali.Ognistampaèinpraticaununicum. Unastampa lithpuòmostrarealte luci con colori e contrastodelicati e caldi a fronte di om-bre fredde, granulose e aspre.Può anche essere interamenteimprontata ai toni più delicati e caldioppureaquellipiùfreddiegrafici. Lestampetradizionaliinbian-co e nero ed ancor più le stampe lith permettono di astrarre dalla oggettività del soggetto fotogra-fatoeoffronoquindi lapossibi-litàdiconvogliarestatid’animo,atmosfere ed impressioni che rappresentano il vero motivo per cui il fotografoha scattato l’im-magine.Egliinfattinonfotogra-fatantociòchevedemaciòche“altro”vede.

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Napoli, Museo Arch. Nazionale 16 marzo – 30 settembre 2016

Mito e Natura. Dalla Grecia a Pompei

Pompei, Scavi 16 marzo – 15 giugno 2016

Il cratere del naufragio di Pithecusa il più antico oggetto presente nella mostra

Inquestatappadellamostranonsoloaffreschi,oggettipreziosicomeargenterieegioielli,statue,ter recotte e vasi raccontano la percezione della naturanelmondogrecoeromanotral’VIIIsec.a.C.eilIId.C.,maèpossibileriscontrarelafortericercadiunitàfraarchitettura,pittureelasiste-mazionedeglispaziverdi.

Comporregiardini eraunaveraarte, in stret-todialogoconleparetiaffrescateeglioggettichearredavanogliambienti.APompei,inoccasionedellamostra,tuttoquestoèfinalmentepercepibi-leinunnuovoitinerariodivisitacontappaincin-quedomus,cuisiaggiungeancheilgiàvisitabilegiardinodellaCasadegliAmorinidorati.

All’ineditopercorsosiaggiungelasezioneNa-tura morta,ungenerechehaoriginenelmondo

AgliScavidiPompeiealMuseoArcheologicoNazionale di Napoli è arrivata la mostra Mito e Natura. Dal la Grecia a Pompei,dopo ilsucces-sodipubblicoriportatoaPalazzoRealediMila-no. Rimodulato sui nuovi spazi che l’accolgonoe impreziosito da ulteriori prestiti, il raccontodellanaturanei suoivariaspetti, instrettorap-porto con l’intervento dell’uomo, si è arricchitodi un percorso all’interno dell’area archeologicapompe iana, dove sono stati risistemati o ripristi-natiglispaziverdidiantichedomus.

IlprogettoespositivoèstatopromossodallaSo-printendenzaPompei edalMuseoArcheologicoNazionale di Napoli con la casa editrice Electa, curatodaGemmaSenaChiesa,AngelaPontran-dolfoeValeriaSampaoloperlasedenapoletanaedaMassimoOsanna,GreteStefanieMicheleBor-gonginoperPompei.

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ellenistico-romano con la rappresentazione di fruttieanimali.Gliaffreschiconquesteraffigu-razioni,staccatiinpassatoeconservatialMuseodi Napoli, ritornano per la prima volta a Pompei proprio comesede, frutta epani, restituitinellalorointegritàdallacenerecheliricoprìdopol’e-ruzionedel79d.C.,espostiinsiemeagliintonacidipintiinungiocodirimanditralanaturaraffi-gurataeisuoimodellireali.

Il paesaggio, Il giardino incantato, La natura coltivata dono degli dei, Lo spazio della natura e La natura come segnosonoitemiillustratidacir-ca100repertiarcheologiciespostinellagrandiosaSaladellaMeridiana,perlasezionedellamostraalMuseoArcheologicoNazionalediNapoli.Tuttioggettiche,oltreaillustrareilrapportodell’uomoanticoconl’ambiente,consentonounfocussullaproduzione artistica magno-greca e in generaledell’Italiameridionale,ellenisticaeromana.

Lo spazio della natura e la natura come segnoAll’inizio,suivasigeometricieatticiafigurenere,è il mare che impegna la fantasia dell’artista, il maredivinodiOmero,luogodeitraffici,deipas-saggi,delleavventureedellescoperte,dellepar-tenzeedeiritorni.L’impressionante racconto di naufragio sul piùantico oggetto presente nella mostra, il cratere da Pithecusadellafinedell’VIIIsecoloa.C.nonpo-trebbe essere più attualemalgrado i circa 2700anni che ci separano dal vasaio e dal pittore che avevanocreatol’opera.

Nonècasualechelepiùanticheraffigurazionianoi pervenute siano improntate a temi che tra-

duconoilfascinoelapauradeipericolidelmare,comeillustralascenadinaufragiodipintasuuncratererinvenutoaPithecusa;realizzatanell’VIIIsecoloa.C.essaesprimeconcodiciproprilastes-saangosciacheOmeronell’Iliade(XXI,121)im-primenellecrudeliparolepronunciatedaAchilleaLicaone:“tuamadrenontistenderàsullettofu-nebrenéalzeràilsuolamento,maloScamandrotifrullerànell’ampiosenodelsalso,doveunpescesalteràdallanera crestadell’onda amangiare iltuolucidograsso”. Sullostessoorizzontecronologicoeculturalesicollocanolescenericorrentisugliaryballoicorin-zi,prodottifinoallametàdelVIIsecoloa.C.,raf-figurantilavicendadiOdisseoeleSirene,narratanelXII cantodell’Odissea (vv.39-54; 158-200).Un esempio tra i più antichi è la composizioneconlanavediOdisseochecosteggial’isoladelleSirene.Essa si snoda sulpiccolo corpoglobula-redell’aryballosconservatoalMuseodiBoston:sulleondemarine,nettamentedelineate,veleggiala nave, con la prora a forma di protome di cin-ghiale,alcuialberoèlegatol’eroerivoltoversoilgrandescogliodovesonodueSirene,rappresen-tate, secondo la tradizione arcaica, con la testa di donna,laboccaapertaasimulareilcanto,eilcor-podiuccello.L’angosciadelmomentoè trasmessadallaposi-zionediOdisseo che, legato, guarda ipericolosiesseri, cercando di resistere al loro canto amma-liatorementreisuoicompagni,piegatisuiremi,siaffannanoadallontanarelanavedall’isola,comeinmanieraminuziosa suggeriscono la direzionedellapoppa,ilversoincuisonoresiirematoridispallealleSireneel’orientamentodeiremi.(…)

LaccoAmeno-MuseodiPithecusae-Il cratere del naufragio

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Napoli - Sala Corradino di Svevia dell'Istituto Comprensivo Statale "Campo del Moricino"

Mostra di pittura

Luigi Pagano: Come Ferite

di Carmine Negro

Da diversi anni la Sala “Cor-radino di Svevia” dell’IstitutoComprensivoStatale“CampodelMoricino” di Napoli ospita l’e-sposizione di un artista duranteil “Maggio al Mercato”, manife-stazione che, inserita nel “Maggio deiMonumenti”, intende stimo-larelavitadiquestoterritorio.Lamostra si propone di sottolineare i valori della comunicazione at-traverso il linguaggio delle artivisive, di sollecitare l’interesse ad uncontattodirettocon leopere,di condividere con la narrazione diun lavoropittorico l’esperien-za di un artista. Un altro modoperaiutare il territorioa leggerel’ambiente che ci circonda, indi-viduareidiversistratidiuncon-testo.Ogniannovienechiestaadunartistaladisponibilitàdipoterfruire del suo personale percor-so professionale. L’incontro conLuigiPaganoèstatopositivoeilconcept, la proposta progettualenecessaria a definire gli elemen-ti fondamentali di unprogetto efornire le basi per la realizzazione dellostesso,immediato.

testimonianze storiche si rivolge, anchesenon inmodoesclusivo,buonaparte del nostro impegnosulterritorio.Questopezzodicit-tà,capacenelbeneenelmalediinfluenzare i destini dei territorilimitrofi,chehavissutomomen-ti di sviluppo con il commercioel’artigianato,oralangueinunasortadistasicivileesociale.Por-tasullasuapellenumerosisegni:sono ferite che ancora sangui-nano e cicatrici che fanno fatica a guarire, eppure, tra le sacchedi questo abbandono personalee collettivo, debolezza comunedella città, ci sono possibilità diriscatto, barlumi di luce capacidisquarciareilgrigiorecheatta-naglia le vite assorbite dall’arte dell’arrangiarsi, di lanciare lo sguardooltreilpettegolioperso-nalechespessosfociainuncon-flitto continuo e asfissiante chetoglieilrespiro. La mostra di Luigi Pagano“Come Ferite” utilizza in primis il vocabolo come; tale termine normalmenteservea reggereunparagone,inquestocasohacomesignificatoa modo di. Il secondo termine ferite indicaunalesione,unarotturanellacontinuitàdellatelachepuòessere fruttodiunalacerazione,ecometalesofferen-te, o una nuova possibilità, unbarlumedilucechetravalicailbi-giodellatrama.Unasperanzaim-

In genere le strade mettono in comunicazione,unisconoiluoghie le idee delle persone che li abi-tano.Inalcunicasi,però,lestra-de separano, delimitano gli spazi, romponolacontinuitàdelterrito-rio,creanodivisione.Equestoèilcaso del territorio di piazza Mer-cato,limitatodaquattrostradeascorrimento veloce: via Marina,CorsoGaribaldi, CorsoUmbertoeviaDuomo;unasortadiencla-venel tessutourbanodellacittà.A quanti abitano questo quadri-latero, particolarmente ricco di

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provvisacheconferisceunruoloattivo e autonomo al materico,restituisce una nuova corporeitàdell’opera,contribuisceasupera-re la rappresentazione bidimen-sionale della raffigurazione. Latela come la pelle; il rivestimento esterno, primo oggetto delle no-streattenzioni,puntodipartenzadellenostreosservazioni,èilluo-go per ricercare il senso e lo spa-zioperrifletteresull’esistenza. Si sa,nellavitacomenell’arte,noncisipuòfermarealla formaesterna. Per Kandinskij addirit-turalaformaèvuotasenonvei-cola l’emotività che scaturiscedall’interioritàdelpittore.“Tutto, specialmente all’inizio, è que-stione di sentimenti. Solo il sen-timento, specialmente all’inizio del cammino, crea la vera arte. […] L’arte agisce sul sentimento e quindi può agire solo col senti-mento”.L’esteriore,quindi,devecorrispondereaunanecessitàin-teriore vista come l’incontro della soggettivitàdell’artistaconleesi-genzedel suo tempo, che sappiaveicolare l’opera oltre il tempo attraverso la forma espressiva scelta. Caravaggio, Van Gogh,Picasso comunicano ancora oggiperché attraverso la loro opera nonsifiniscemaidistabilirequelcontatto empatico che va oltre la

pelle del quadro. Fontana rendeinmodopiùevidentequestocon-cetto.Incideconuntagliolesueopere per guardare attraverso,per vedere cosa c’è oltre la pel-le del quadro. Per Pagano l’arte non è solo qualcosa che ha a che fare con l’aspetto visivo ma vuole mettere in comunicazione le per-sone travalicando il tempo.Così ancora oggi possiamo emozio-narci davanti alle ninfee che Mo-net ha dipinto tra il 1899 e il 1926.Mentre il mondo della pittura èstravolto dalla rivoluzione cubi-staedaunfermentodi ideeconlavogliadi sovvertire tutto,Mo-net,apparentementeindifferenteaquello chegli succede intorno,continua a dipingere fiori bian-chichefluttuanosulla superficiedell’acqua,inunostilecheantici-pasoluzioniquasi“astratte”dellapittura successiva, creando delleveresensazionivisive.Sonoleso-luzionitecnichecapacidiconsen-tire che l’esteriore corrisponda ad unanecessitàinteriore. Per realizzare le opere presen-ti inmostraLuigiPaganononfausodelpennello; con lemani famuovere i vari tipi di materia-li pittorici presenti sulla tela. Lamanipolazione crea una sorta dimovimento tellurico quasi mag-matico dove l’incontro-scontro di materiali differenti fa emergereforme celate, disegnare tracce, affioraresegnichel’artistaguida,ispirato dalle sensazioni che in-tende riprodurresulla telaeuti-lizzando la saggezza e la sapienza dell’esperienza. Quando l’artistatracciaunalineaeconlemanifaspostareilcolore,saràilcoloreatingereilbordoincisomaèilsuointervento a scegliere tra le tante possibilità quella che rispondeallesueesigenzecreative;undi-rettored’orchestracheguidaico-lori, il più delle volte presi in pre-stitodaglielementidellanatura,aeseguireconsonanzeodissonan-ze armoniche con la leggerezza delgioco.

LeoperepresentinellaSalafan-nopartediunciclopresentatoaMonacodiBavieraadunamostrache si chiamava Trasmutazione verborgene natur - offenbarte natur (Trasmutazione naturanascosta - natura rivelata), in-sieme a Maria Rucker, raffinatascultrice monacense, negli spazidelfoyerdelConsigliodeiLavoriPubblicipressoilMinisteroBava-rese degli Interni. InTrasmuta-zioni, cambiamenti di stato della materia, si propone il tema del mutare-omegliodeltras-mutare(diventarealtracosa)incuivieneesaltata la funzione prodigiosae profetica dell’artista che senza tener conto delle regole della na-tura attribuisce forme, concedeconsistenze, aggiudica fisicità inapparenzaincongruentiaiprelie-vicheoperadallanatura. L’operacheaccoglieilpubblicoallamostra, un polittico (cm143x 203) realizzato con tecnicamista, ha un nome significati-vo Emersioni (2013). Sintetizzabene l’intera esposizione. Sonopieghe della pelle nate dalla ca-sualità dell’incontro degli ele-mentipigmentatiedallacausaledeterminazione dell’artista, dagli obiettivi che intende perseguire.Sono gli stessi segni che la vitatracciasulcorpo:elementidiunanarrazione,diunraccontodivitasingolo e/o collettivo che l’artecerca di interpretare, liberare, re-cuperare.

Carmine Negro

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 41

Nelnostrogirovagareperl’anticacittàd’Ischiaincercadeiluoghisacrideiqualiinteressarci,cisiamofermatiperunnumerodellaRassegna per ripren-derefiato,ammirareilpanoramachecisipresentastandosulleterrazzee,altempostesso,«distrarre»lanostraattenzionesualtriargomentichepureri-chiedonoparticolareconsiderazioneeimpegno. Ora, riprendendo il nostro cammino, ci imbat-tiamo nella chiesa ottagonale di San Pietro, detta«abbazia di San Pietro a Pantaniello».Certoèchequestachiesapuòavereiltitolodi«abbazia »soloalivellodipuroricordodiunarealtàormailontanada noi perché, se abbazia è stata, a partire dal secolo XVInonèstataaltrocheunbeneficio«sine cura». L’Algranatiscrive che «tra i templi del Cinque-cento meglio conservati del castello vi è quello di S. Pietro a Pantaniello. E’ una chiesa esagonale con base regolare. Le sei pareti, tutte in piperno, s’a-prono in grandissimi archi, tre dei quali alla vista del mare verso la collina di Sorronzano; la linea architettonica lo associa nel tempo della costruzio-ne al maschio e alla torre di Guevara (secolo XV)1». L’Onoratociha lasciatounbrevecennosullevi-cendediquestachiesa:«ci era nel centro quasi del Castello il bello e dispendioso tempiuccio dedicato a San Pietro, opera costruita circa il tempo del vesco-vo Polverino per disposizione pontificia nella circo-stanza di essersi soppresso il conventino dell’ordine basiliano sistente sul colle del Bagno, aldisopra del lago, luogo oggi detto San Pietro; e tale tempiuccio di parte delle rendite di esso conventino venne co-struito un beneficio di nomina della famiglia Basso di Campagnano2». BenpiùnutritaèlapaginacheilBuonocorededicaaSanPietrodescrivendociquelloche,a suopare-

1G.Algranati,Ischia,nellaserie:Italiaartistica,direttadaCorradoRicci,Bergamo1930p.109.Inquestiultimianni,sopratuttoinseguitoalrestaurodegliaffreschidellatorredeiGuevara,cisonostatidiversistudipubblicatisuLa Rasse-gna d’Ischia.Nericordosoloqualcuno:Gli affreschi ritro-vati nella Torre Guevara d’Ischia,annoXXXIIn.3,maggio-giugno2011;R.deLaurentiis,La torre dei Guevara, anno XXXV,numerivari2014.2V.Onorato,Ragguaglio istorico topografico dell’isola d’I-schia,inE.Mazzella,L’Anonimo Vincenzo Onorato e il rag-guaglio dell’isola d’Ischia, Fisciano, Gutemberg Edizioni,2014.P.243.

re,dovrebberoessereleoriginidelmonasterodiS.Pietroelesuevicende.Ecosì,facendolargousodi«contaminazione storica e leggendaria»,egliscri-veparlandodellazonadiIschiaPorto:«Il nome più antico della contrada era Piano del Bagno - in gra-zia delle abbondanti polle d’acqua termo-minerali - o PianoS.Pietro. Quest’ultima denominazione è venuta dalla consuetudine cristiana. La tradizione narra che quando il Principe degli Apostoli, l’anno 42 d.C. si recò a Pozzuoli, venne anche a Ischia a predicare la buona novella alla colonia romana che qua fioriva. Certo ab immemorabili S. Pietro è il patrono della contrada; la spiaggia dove si vuole abbia pigliato terra si denomina da Lui; e presto, sulla collina omonima fu costrutto un tempietto intitolato al gran Pescatore, accosto al quale, in seguito, venne edificato un monastero di Basiliani i quale salirono tra i nostri antichi in grande rino-manza. Questo istituto di rito greco, come capita sempre, è restato il nodo della storia di una città che sale. La badia dovette nascere intorno al Mille, quando dietro San Nilo che movendo da Rossano andava a fermarsi a Grottaferrata, dalle Calabrie dove fiorivano intorno a quattrocento conventi, i Basiliani sciamarono verso le nostre marine. I mo-naci erano signori del bel feudo: la coltivazione del cotone, le colline adiacenti rinverdite di uliveti e di limoni erano alla dipendenza della badia. Anche il laghetto era in dominio dei frati. Nel rozzo latino medioevale , lo specchio d’acqua dai fondi non per-si, veniva detto Pantanellus; onde la certosa fu de-nominata SanctusPetrusadPantanellum».Dopol’eruzionedel13023 « anche i Basiliani pigliarono il largo e più non fecero ritorno. Il beneficio passò al clero secolare: l’abate veniva eletto tra i sacerdoti più meritevoli e la chiesa abaziale fu eretta nella cinta della città turrita. Anche oggi si ammira con diletto artistico, sul Castello di Ischia, il tempio di S.PietroaPantaniello, di struttura esagonale, co-struito in saldo piperno; è un gioiello di architettu-ra cinquecentesca. E quando il 1823 Ferdinando I di Borbone indemaniò lo Scoglio, anche il benefi-

3Sullaeruzionedel1302,cfr.F.Iovene,Una fase esplosiva durante l’ultima eruzione dell’Epomeo (1300-1303), inRi-cerchecontributiememorie,attidelCentrodiStudisul’isolad’Ischia,Napoli1971,pp.95-103

Fonti archivistiche per la storia dell’isola d’IschiaA cura di Agostino Di Lustro

Colligite fragmenta, ne pereant

Parrocchie e cappelle sul Castello d'Ischia - III

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cio abaziale venne trasferito sulle pendici di Cam-pagnano, in un tempietto che pure pigliò nome S.Pietro a Pantaniello. L’ultimo abate, Don Giacomo Agnese, passò di questo mondo intorno al 1890. Gli abati, dunque, del clero secolare, come usa, presero a spezzettare il largo feudo4». Sulle affermazioni sia dell’Onorato che del Buo-nocorebisognafareperòalcunidistinguo.CheSanPietro possa essere venuto a Ischia, lo lasciamoalle tradizioni volute, o inventate, dal Buonocore,mentreche inepocamoltoanticasiastatacostru-ita sulla collinapresso il lagouna chiesa inonoredelSantodiventatapoi centrodiunmonastero, èprobabile,anchesenonabbiamoalcunriferimentodocumentariocheloattesti.Cosìpurenonesisteal-cunatestimonianzachequestomonasterosiastatoabitatodamonacigrecibasiliani.Tuttaviaabbiamolacertezzacheunmonastero,ounasemplicechie-sa,dedicatoalPrincipedegliApostolisorgevasullanostraIsolagiànelsecoloXI.Infattidaunaperga-menadiCapuadell’anno1083siamoinformaticheil monastero «domini Salvatoris in Insula Maris in pertinentiis Neapolis»possiededeibeniaIschiatracuilachiesadi«Sancti Petri de Cintoria, cum om-nibus suis pertinentiis et cum toto campo qui dici-tur Campanianus5».Chegiàinquestaaffermazionesi possa intravedere la presenza di unmonasterodedicatoaS.Pietro, sembrapocoprobabile.Sem-brerebbe, invece, che si potrebbe riferire a Ischia il toponimo «Pastoranu»e che potrebbe indicare ilvillaggiodistruttopiùtardidallaeruzionedelmon-tediFiaianonel1302.DiquestomonasterodiSanPietro «de Cintoria», tuttavia,nonsi trovatraccianemmenonel rogitodel conteMarinoMellusidel12maggio10366,dovevengonoricordati,disfuggi-ta,altrimonasteri,nésiriscontraalcuncennoaito-ponimi «Campanianus» e «Pastoranu7».Anchesenonpossiamosostenerloconconvinzioneassoluta,dobbiamopurammetterechese il toponimo«Pa-storanu»siriferisceadunvillaggiochesitrovavasuquellachesarà,circaduesecolidopo,lastradaper-corsadallalavadell’eruzionediFiaianoecioèsullazona dell’odierno «Arso»,quellochelapergamenadiCapuaindicacome«in loco Iscle majoris in villa que dicitur Pastoranu8»,dovremmoconcludereche

4 O. Buonocore,Porto d’Ischia, in La Cultura, anno VII,marzo1926.5J.Mazzoleni,Le Pergamene di Capua,vol.I,,Napoli1957-60,p.75.6Suquestodocumentocfr. Regii Neapolitani Archivi Mo-numenta, vol. IV,Napoli 1854,pp.269-273.Un transuntosipuò leggere in:B.Capasso, Monumenta ad Neapolitani ducatus historiam pertinentia,II/1,Napoli1885n.458,pp.282-284.7J.Mazzoleni,op.cit.p.75.8Cfr.N.Cilento,Rapporti fra Ischia e il ducato di Napoli nel medioevo,inLatradizionestoricaearcheologicainetà

sitrattipropriodellacittadinachefudistruttadallalavainquellatristecircostanza.Ilfattocheiltoponi-mononvengaindicatodaaltrafontedocumentaria,o letteraria, potrebbe spiegarsi anche con il fatto che deisecoliXI-XIIIletestimonianzearchivistichesuIschia,sianoquasideltuttoinesistenti.Potrebbees-sereancheaccadutocheiltoponimo«Pastoranu»presto si sia perso senza lasciare traccia9. TornandoaSanPietro,dobbiamosottolinearechealdilàdelleaffermazionidell’Onorato10, non abbia-monotizie di unmonastero di S. Pietro anterior-mentealsecoloXVI.Infattinel«Notamento degli atti beneficiali della città e diocesi d’Ischia», con-servato nell’Archivio Diocesano d’Ischia, viene cita-toilseguentedocumentonondatato:«Ischie = Bul-la concessionis juris patronatus in Abatia S. Petri ad Pantanellum extra menia civitatis authoritate Apostolica favore familie Bassi concessi anno XIII Pontificatus Pauli Pape III; Ac Bulla Institutionis pro D. Bartolomeo Mancuso anno 1582. Cum notis Reddituum ad ipsam Abatiam spectantium = folia scripta n. 1411». L’annotredicesimodipontificatodipapaPaoloIIIècompresotrail13ottobre1546eil12ottobre1547,percuiildirittodipatronatoallafamigliaBassifuconcessonelgennaio1547,esattamentedallaSacraPenitenzieria12, insieme con l’asse patrimoniale del-lachiesacheascendevaalvaloredicinquantadu-catidellaCameraApostolica,conlaclausolacheilMagnificoDionisioBassidovesseincrementaretalepatrimonioededificareunachiesadadedicareaS.Pietro.DionisioBassi, inprimo luogo,aumentò ladote della chiesa di venticinqueducati d’oro dellaCameraApostolicacheequivalevanoaducatitren-ta di carlini d’argento napoletani. Queste renditeprovenivanodalladonazionediunamasseria,libe-raefranca,ubicataaCampagnanoacquistatadallostessoDionisioepagataottantaducatidallaqualeavrebbericavatoogniannolasommaditrentadu-catiafavoredellachiesadiS.,Pietro.Orapoichélavecchiachiesadelmonasterositrovavasullacollinachesiaffacciasul lagodallaparteorientale, luogopernullasalubreedespostoa«Turchorum et pira-tarum pericula et cum itaque non esset alter locus neque mons qui a talibus esset tutus, et maiori sa-lubriori et tutiori et laudabiliori dignitate potuisset edificium nove ecclesie construi»stabilìdiricostru-ire lanuova chiesanella cittàd’Ischia, «qui mons est saluberrimus ab omni contagione aeris dicti

tardo-antica emedioevale: Imateriali e l’ambiente, Primocolloquiodistudiperil17°centenariodiS.Restituta,LaccoAmeno6-8maggio1984,Napoli1989,pp.97-112.9Cfr.P.Monti,Ischia altomedioevale,Napoli 1991p.257ess.10V.Onorato,op.cit.f.155ess.11Cfr.inADIil«Notamento……»f.9r.12Cfr.inADIilfascicolodiSanPietroaPantaniello.

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locus est securissimus ab omni periculo et metu turcharum et piratarum». E così il detto Dionisio, avendo realizzato «quoddam qualificatum opus at satis pulchrum edificium lapidibus incisis erectus cum quinque cappellis intus intra ornatum in cuius constructione ut dixit expensi fuerunt circiter duca-ti quincentos», la consegna all’abate con la dote dei cinquantaducati.L’abate,dapartesua,saràobbli-gatoognisettimanaallacelebrazionedicinquemes-sepergliobblighidellachiesa.TuttequestenormefuronosanciteconunattodelnotarAngilodiGiffo-ni13. Ilquinternodiattisull’abaziadiS.Pietrosicon-cludeconquestalungadichiarazionechecompen-dialevariefasidituttalavicenda.

ARCHIVIODIOCESANODIISCHIACartellaS.PietroaPantaniello

f.4v.Nos infrascripti cives Regie fidelissime Civitatis Ischie Declaramo come il Magnifico Dionisio basso gen-tilhomo de questa Citta ha produtto una bulla della Sacra Penitenziaria in carta di coiro con segillo pen-dente expedita IIJ Idus Januarij14 anno tertiodecimo pontificatus pauli terij che fo nel anno 1547 Nella qua-le bulla per …de jure patronato della batia di Santo pietro appantaniello propose quattro capi.f.5r.Il primo l’intratata di ditta abatia ad comune extima-tione non excedere l’annua valuta de ducati 50 de oro de camera l’altro che la chiesa vecchia de ditta aba-tia che era posta appresso il loco per causa del male aere de detto loco, et per timore de turchi et perico-lo de corsali più anni sono che se è possuto habitare che ora rimasta desolata, et cascata in ruina. Per il che supplicò che se li concedesse in jus patronato, che esso magnifico dionisio harria augumentato li frutti et entrate delli ducati 50 di oro de Camera per mità, et che sul monte convicino l’harria, a sue spese de novo reedificato sotto l’invocatione de Santo pietro, onde la sedia apostolica essendo vero il proposto del aere, et dela nova valuta delli ducati 50 de oro de Camera, et ha edificata la ecclesia nova, et in augumento de mita li frutti ac si ex primeva fundatione erexisset ac fundasset, et dotasset li conceda perpetuo ad se soi heredi et successori il juspatronato et tutto fusse con consenso del moderno abate che si trovava possessore nell’anno della bulla 1547 senza requisitione, et licen-za del ordinario et altro che si fusse si come in detta bulla producto completamente se vide. Dunque volendo esso magnifico dionisio suo loco ex tempore observare la dispositione de detta bulla, et adimplire quanto in essa se contenesse mediante

13DiquestodocumentoanoièpervenutaunacopiainunquinternodelnotarGiovanDomenicoVitaledel1563.14Corrispondeall’11gennaio1547.

istromento publico fatto alli 22 de 7bre ( settembre ) 1547 consignao al beneficiato francesco basso che era abate possessore consentione acceptante et recipien-te l’edificio fatto della ecclesia nova questa città sotto il castello et ducati vinticinque de oro de Camera so-pra la maxaria che tene in Campagnano nel distretto della città per lo augumento delli ducati 50 de oro de Camera de oro posta rendere, et mediante declara-tione del 1547 declara essere vero la ecclesia vecchia de detta f.5v.abatia per lo maligno aere et timore et invasioni de turchi era desabitata desolata, et minata fatta stal-la de bestie, et receptacolo de corpi morti putiferati, et essere vero no excedere l’annua valuta secondo lo canone extima de ducati 50 de oro de camera, et per verificatione produrre, et pone la nota ordinaria delle jntrate allegando li strumenti delli affitti Dal quale modo trovandose adempito, et verificato succedendo vacare detta abatia per resignatione del sopradetto Reverendo Abate esso magnifico dionisio presentato il reverendo pompeo basso suo figlio et admisso dal ordinario fo istituito, et confirmato, et expedita bulla istitutoria alli 26 de decembre 1548. Il quale reveren-do pompeo ha posseduto sotto tale presentatione, et bulla dal 48 al 1562 per anni circa 14, et cosi essen-dono proceduti li soprascritti atti mediante bulle, et pubblici cauteli….. Hora il predetto magnifico dioni-sio per che se ipsa existente in fatto se illustra la verità delle scripture ci ha richiesto che faciamo fede si l’a vero ditta ecclesia nova essere dentro de ditta cita de che sito, qualità perspettiva, et nobilità sia se era al-tro monte convicino che fusse stata meglio situata con meglio aere, et più sicura da turchi, et che facciamo fede si la maxima di Campagnano dove, e preposto essere stati datili Ducati 25 de oro de Camera per au-gumento delle intrate si, e sufficiente bona, et le quali-tà, et che facciamo fede si la vecchia chiesa per l’aere maligno del loco et timore, et invasione de turchi sia che sono più anni dishabitata desolata et cascata in ruina, et che faciamo fede per quel che se capa al con-sapevolo nostro se l’intrata de detto abate excedono l’annua valuta de 75 de oro de camera f.6r.Noi per che la verita non puo occultarsi quando nasce fatto aperto che non può altremente essere intorno a queste ne queste, dicimo quel che de prima verita sosi-ste, et costa in fatto, et cossì aver circal primo dicemo l’edificio, et quatro de ecclesia nova con cinque cap-pelle costrutto sotto il castello chel magnifico dionisio basso ha consignato invece della vecchia ecclesia de Santo petro appantanielo esser lo più bello qualifica-to et sontuoso che sia dentro et fora la città de Ischia lavorato dentro, et fora sonno tutti intieri de petre de taglio, et lo giro de bascio, et de sopra dentro, et foro sono intero de prete de taglio, et archi delle cinque cappelle de dentro sono de integro ad integro de prete de taglio al dispendio del quale edificio ad confesso de chi la sape, et ad suddito de expeti forno despesi me-

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glio de ducati cinquecento, e sito in la più bella parte della città, et e talmente qualificata sopra che diletta in gran manera ad risguardarsi assai, et molto più bello edificio che non fusse stato la vecchia, et in altro sito meglio, et più salubre de aere, et securo de turchi, non se trova meglio che dentro la città. Circal secondo decemo la maxaria essere sufficiente, bona et bella et grande, et de in pertantia che al com-prare de essa sono cursi meglio de ducati ottocento et pero non e da farse dubbio che non siano sufficien-temente posti a li Ducati 25 de oro de Camera, per lungamente delle mita delli rutti che, e posta rendere ditta abatia, intorno al terzo dicemo essere vero la vecchia ecclesia de santo pietro e maligno aere del loco timore, et invasioni de Turchi che hanno tagliate le figure dei greci et mani essere stata dishabita, et abandonata, et cascata in ruina a chef.6v.non ce, a memoria de homo incontrario, et che ce ne hanno bestie, et receptacolo de corpi morti pestiferati che haveva chiave entrava, ne a memoria de presen-ti, et benche il magnifico dionisio habbia reedificata, et motatta de entrata, et toldala da quello horrescen-tia cio gia se …….. pure nullo presume ne habitarsi ne starci per la malignita del aere et timore de turchi como, e manifesto ad ogniuno che del presente vive in questa citta. In quanto al quarto de non excedere de annua valuta de Ducati 50 de oro de camera perche labate ne da la nota particolare, et de quel che rende essa abatia gia de somma affitti cola lista ne remettemo alla nota de detto abate cosi dunque standola verità l’havimo noi particolari consapevole del fatto la presente sot-to scritta per la verità de nostre particolari proprie mani. Datum Ischie die VIJ mensisis septembris 1562 Ioannes hieronimus funerius U J P civis Isclanus pre-dicte in quantum ad se est affirmo vera esse prout vidi ex bullas , et sui sententia quo ad assertiva prenarra-torum et contentarum in ipsa fide circa presentatio-nem ecclesie et alia.Ita est Jo dominicus……. unus ex civibus dicte civitatis Ischie qui se suscripsit manu propria.Ita est Antonius Scottus unus ex civibus dicte civita-tis Iscle pro conte, e niscimo che tene bene beneficij fa limosina in che le meglio pare delle intrate se da per limosina, a poveri et beneficio della ecclesia come era noto a tutta Ischia. Loisius pertatus e civitate Iscle af-firmo quantum superius est expressus Ego ambrosius ferrarius et medicine doctor civis suprascriptis omnia esse vera affirmo f.7r.et de malignitate aeris est verissimum nemo potest ibihabitare quam non infirmet et propter tanta aeris malignitate…… Jo Joanne Antonio cervera affirmo ut supra manu propria Jo Carlo Melluso de Ischia affermo ut supra Jo Clerico francisco tortella affer-mo quanto de sopra se contene. Ego Joannes Ange-lus Monte affermo ut supra Jo anibello pertutto de Ischia affermo ut supra Jo Albano de Albanis Regio

Caporale della citta de Ischia affermo ut supra manu propria: Jo pascale de augustino Regio soldato affer-mo ut supra Jo fabio paulillo Regio soldato affermo ut supra Jo berlengiero de crescienzo de Isca affermo ut supra Jo Jovan Alfonso laberta de Ischa affermo ut supra Jo Jacomo Antonio bono de Ischia affermo ut supra Jo pierro loisi ronto de Iscla affermo ut supra Jo Giovan Pietro incorvera affermo ut supra manu propria Jo Cola vincenzo menga de Ischa affermo ut supraf.7v.Jo lucio pertutto de Ischa affermo ut supra Jo Gio-vanni Antonio fontanarosa de Iscla affermo ut supra Jo Joanne Antonio Assante de Iscla affermo ut supra Jo pietro antonio melluso detta città de Iscla affermo ut supra Jo Colella Canetta affemo ut supra Notar Gasparro rugerius manu propria Philippus Casdia e civitate Ischie Regia Apostolica auctoritate publicus notarius fidem facio, supradictos nominatos, et co-gnominatos cives, et habitatores et castri dicte civita-tis numero triginta duo esse sub scriptos in presenti fide de propriis eorum manibus vere mihi notis, et co-gnitis, et quia ita est hanc fidem feci et manu propria me suscripsi in dictis actibus».

Alcuni anni dopo la stesura di questa lunga re-lazione, il vescovod’Avalosnella sua «Platea15» si limitaallasolitalaconicanotizia: «Nella città vi è la cappella et Abatia di Santo Petro à pantanello, è jus patronato delli Bassi, si possede per D. Giovan Francesco dell’Infrisco, ha di peso tre messe la set-timana, rende ducati 9016». Nelcorsodegliannilerenditedelbeneficiosiac-crebbero,percuiilvescovoNicolaAntonioSchiaf-finatipoteva scriverenella relazionead liminadel1741chelaterzachiesadell’anticacittàè«sub titulo S. Petri ad Pantanellum de jure patronatus laico-rum Familie Basso, translata a Monasterio sub eodem titulo quondam sita in loco, ubi adest lacus, juxta Balnea, mille passus a civitate dissita; in qua fundatus est beneficium de eodem jurepatronatus, quod annuos habet redditus centum viginti circiter cum onere missarum sexaginta, quolibet anno, ac misse unius solemnis cum primis vesperis in due SS. Petri et Paulo sacra17». Nelcorsodeltempoperò,inun’epocachenonsodeterminare,iruderidell’anticachiesadell’abbaziadiS.Pietrosullago,furonosottopostiarestauropercuilacappelladiS.Pietrofuripristinataeperqual-

15Inostriaffezionati«25 lettori»sannodatempocheque-stodocumentononèaltrochelaprimarelazionead limina presentatadalvescovoInnicod’Avalosnel1598echesitro-vanell’ArchiviodellaSacraCongregazionedelConcilio(oggiCongregazioneperilClero)16L’intera«Platea» èpubblicatainP.Lopez,Ischia e Poz-zuoli due diocesi nell’età della Controriforma, Napoli, Adria-noGallinaEditore,1991,p.217ess.17Relazionead liminadelvescovoSchiaffinatidel1741.

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che tempoancheofficiataneigiorni festivi. Infattil’Onorato,lacuioperarisaleaiprimidecennidelsecolo XIX, ci attesta che «sul colle del lago ci era la cappella di San Pietro colla messa festiva e con la sollennità nel giorno del Santo a peso della fami-glia Buonocore, dimessa18». LachiesadiSanPietrosulcastelloriuscìasupe-rare anche lo scompiglio e le profanazioni degli altri luoghi sacri iviesistentiinseguitoaifattichesiverificarononel1809.Infattiessaeraancorainfun-zionenel1820altempodellaprimavisitapastoraledelvescovoGiusepped’Amante19neicuiattileggia-mo:«tandem visitavit successive cappellam San-cti Petri a Pantaniello supra castrum, in qua extat Beneficium sub titulo eiusdem Apostoli de jure pa-tronatus olim Familiae Bassi, hodie Agnese, in qua adest Beneficium D. Pompeus Agnese, filius D. Isa-bellae Bassi, et in ea etiam omnia laudavit20». AtalpropositoilBuonocorescriveancorasull’abaziadiS.Pietro:«Al tempo dell’ultima eruzione isclana -1301- i monaci (basiliani21) lasciarono Ischia, e il beneficio abaziale passò al castello, dove si era an-data raccogliendo la città, alla dipendenza del cle-ro secolare. Quando si presentò l’opportunità, l’a-bate22 del tempo mise in libertà il beneficio nell’in-dipendenza della chiesa, la quale andò battezzata Sanctus Petrus ad pantanellum. E quando nel 1823 Ferdinando I di Borbone indemaniò il castello, il benefizio passò sulla spianata di Campagnano, con la rappresentanza reale di un tempietto che, fino al 1888, recò il nome di S. Pietro a pantaniello, quan-do passò di vita l’ultimo abate23: D. Giacomo Agne-se. Anche quel tempiuccio, che era un filo della sto-ria della chiesa isclana, è mutato destinazione24». Gli atti della seconda visita pastorale del vesco-vod’Amanteeffettuatanel1825-2625 non ci parla-nodellacappelladiS.PietroaCampagnano,segnochelasuacostruzionenonancoraèstataportataatermine.InquelladiFeliceRomanodel1855,ecco

18V.Onorato,op.cit.f162v;E.Mazzella,op.cit.p.251.19Suquestovescovocfr.C.d’Ambra,Ischia tra fede e cultu-ra,TorredelGreco1998pp.120-124.20ADI.attidellavisitapastoraledel1820delvescovoGiu-sepped’Amantef.13.21PerilBuonocorequestimonacisarebberoiBasiliani.22G.G.Cervera,trattidavaridocumenti,riportainomidialcuni«abati di S. Pietro» trailXVIIeilXVIIIsecolo(cfr.Cronache del ‘700 Ischitano,Melito1982pp.15e186).23 Naturalmentenonsi trattadiunabateveroeproprio,nelsensodiguida,osuperiore,diunmonasteroabitatodamonaci,madiunsacerdotetitolaredelbeneficioalqualeve-niva dato, impropriamente ma in ricordo dell’antica abbazia, il titolo di «abate».24 O.Buonocore,Sul Castello d’Ischia,RispoliEditore inNapoli1957,p.10325ADI.attidellasecondavisitapastoraledel1825-26delvescovoGiusepped’Amante.Finoal 1855nonpossediamoattidialtrevisitepastoralieffettuatedaivescovid’Ischia.

quantocivienedetto:«de mane (il18giugno1855) successive visitavit capellam sub titulo Sancti Pe-tri, sitam supraviam publicam de jure patronatus Familiae Agnese, proprie D. Raymundi Agnese, fi-lii D. Isabelle Bassi et in dicta capella publica extat Beneficium sub titulo ejusdem Apostoli de jure pa-tronatus olim Familiae Bassi, nunc vero Agnese, provisum multis annis in persona Sacerdotis D. Jacobi Agnese, filii dicti Raymundi; Et mandavit ipsi sacerdoti Benficiato immutare internum custo-diae, illudque denuo immutare serico unius coloris, videlicet albi tantum, et fieri ad fenestras capellae cancellos ferreos; et reliqua laudavit26».

LevisitepastoralidiFrancescodiNicoladel1873e1876trovanolacappellaincondizionimediocrienonemettonoalcundecreto27.IndiscretecondizionifutrovataancoradallavisitapastoraledelvescovoGennaroPortanovanel 1885.Questi decretò sola-mente di indorare la patena del calice e interdice unapianetarovinatadall’usuraedaltempo28. DaquestacappellaprovienelateladelsecoloXIX,ogginelMuseoDiocesanodiIschia,raffigurantelaMadonnadelleGraziechefasprizzaredalsuosenolagocciadi lattesullaAnimedelPurgatoriochesitrovanoaisuoipiedi,eisantiVitoePietroApostoloconaisuoipiediilritrattodelcommittente. Dopol’abbandonodellacappella, latelafucollo-catanellasacrestiadellachiesadell’Annunziataedalìdi recenteèstataportata indepositonelMuseoDiocesano.Lacappella,invece,chesitrovaapochipassi dalla piazza di Campagnano, è ancora in piedi, in condizioni statiche discrete, ma abbandonata e adibitaadepositodivariemasseriziedismesse.Benconservati sono, invece gli stipiti del portale di pi-perno,pietravulcanicausatanellanostraIsolaperrealizzare gli stipiti e i portoni delle case e di parec-chiechiese. Perfortunaèancorainbuonostatodiconserva-zione la chiesadel castello che costituisceun raroesempio di architettura rinascimentale presentesulla nostra Isola. Spesso questo ambiente, a dirverononvastomamoltosuggestivo,vieneadibitoasaladiincontriculturalieconferenze.

Agostino Di Lustro

26Ibidem,attidellavisitapastoraledelvescovoFeliceRo-manodel1855,f.14v.27Ibidem,attidelleduevisitepastoralidel1873e1876(vi-sitadiverifica).28 Ibidem, atti della visita pastorale del vescovo Gennaro Portanovadel1885-88,f.40.

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Litolatria *, le pietre dell’isola d’Ischia e la religiosità dei primi abitanti

di Gianni Matarese

Lapietrahaavutoda sempreun ruolo fonda-mentalenellecultureantiche.Ilsuoimpiegoerafinalizzatoallacostruzionedioggettiestrutture.Oltreaciò,l’uomoleattribuivaunavalenzasim-bolico-sacrale. In questo caso, la pietra rappre-sentava qualcosa o qualcuno ed esprimeva deivaloritrascendentali.Caratteristiche,comeladi-mensione,laforma,ladurezzaelaresistenzaneltempo,laponevanosuunpianodiversoconnessoadunordinemiticoe,diconseguenza,sopranna-turale. Ad Ischia, la pietra, in tutte le fasi storiche, èstatautilizzataprincipalmenteperfinicostruttivi,grazie alla facile reperibilità, dovuta alla naturavulcanicadell’isolaeallapresenzadidiversequa-lità,piùomenodure.Giàinepocapreistorica,gliabitanti del villaggio del Castiglione ricavavano le basi per le loro capanne scavando all’interno della roccia.IFenicipoi,secondoPietroMonti,utiliz-zavanolepietrebiancastreditufoepomeicoperincidereilloroalfabeto(lapietradiPithecussai1). IGreci intagliavanoblocchiditufoconascediferro,comeèdimostratodallescopertediPuntaChiarito,doveèstatoritrovatounmacignoditre-centocinquantachiliincuisistavaricavandounavascadiformacircolare.Inoltrelapietraerausa-tanellacostruzionedellemuraperimetralidelleloro abitazioni e del recinto che delimitava lo spa-ziodedicatoall’orto. IRomanila impiegavanoper leoperemurariead opus incertum o ad opus reticolatum e per la

1Pietro Monti, Tradizioni omeriche nella navigazione medi-terranea dei Pithecusani,LaRassegnad’Ischia,supplemen-toaln.1/1996,pag.32:«Inuncontestosicuramentepreco-loniale,riportatononacaso,maespressamenteutile,emer-ge con chiarezza la «Pietra di Pithekoussai»,recentementescoperta, con segni incisi dell’alfabeto fenicio». In nota sileggeunaschedadelvulcanologoAntoninoItaliano,secon-doilqualesitrattadiunapietratufite,ceneritica,biancastra,liscia,locale,aprismatriangolare,utilizzatacometavolettaperinsegnareascrivere.

* La litolatria (λίθος = pietra e λατρεία = adorazione)indica la venerazione di pietre, considerate vere e proprie divinità o aspetti assunti da un’entità soprannaturale peresseremenoastrattamenteaccostabiledaisuoidevoti.

costruzionedicisternescavatenellaterraerive-stitedaintonaco. NelperiodoMedioevalelepietreeranousateascopo difensivo. Esse venivano scelte, levigateeconservateconcuraincumuliall’internodelleabitazioni per poi essere impiegate nei “colpi di pietra”. Glistessicontadiniisolanihannosfruttatotaleelementonellecostruzionidiparracine,palmenti,cisterne,ricoveri temporaneifinoadarrivareadun’architettura rupestredigrandepregioqualèquelladellecasedipietra,testimoniandocosìunricco patrimonio di conoscenze antiche e soprav-vissuteadognicambiamento. Pocosièdiscussosulpossibilevaloresacralechelepopolazionidell’isolaattribuivanoall’elementolitico2,soprattuttosesiconsideraquellocheèsta-

2Lavenerazionedellepietreèpresente innumerosereli-

InaltolaPietradiPithekoussaiconsegnidell'alfabetofeni-cio,incisidavantiesulretro(ScavidiS.Restituta).Inbasso laPietradiPithekoussai:disegnodellepartianti-stanteererostantediGiorgioDiScala.

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 47

toaccettatodamoltistudiosisullavisioneanimi-sticachedominavasull’isolagià tra iprimiabi-tanti.ÈpossibilerintracciarnealcunetraccenellaGrotta del Mago che, secondo il professore Mario Puglisi,altrononeracheuntempiosolaredelpe-riodo neolitico3. “Si osservano frammenti di pietre tutti disposti in un senso, di forma simile e ben definiti. E giù vien dato scorgere il rudere di un muro. In un angolo si nota una sporgenza che dà tutta l’idea di un amuleto, l’avanzo di un idolo insom-ma”... Nonpuòpassare inosservato l’usodellapietranella Necropoli di Pithecusa, ampiamente trat-tato da Valentino Nizzo4, cioè di una«funzione rituale svolta dalle pietre che sormontavano le casse lignee delle tombe ad inumazione. In alcuni casi, infatti, alcune grosse pietre potevano avere la funzione di scongiurare il ritorno del defunto ostacolandone l’uscita dalla fossa. Una credenza attestata a livello archeologico ed etnografico e rientra nel tema più ampio della paura dei mor-ti». La stessa architettura rupestre, come affermaZiviello, «… rispondeva ad altri e più sottesi si-gnificati simbolici derivati dalle complesse stra-tificazioni litologiche, l’inquietante aspetto delle case di pietra rimanda ancora una volta alla sa-cralità dell’elemento litico nella cultura contadi-na con i possibili significati biomorfici dei massi ed in particolare di quelli dei ricoveri della Fa-langa (Fauce)…».

«… L’arte delle caverne proprio per il suo agire

gioniantiche:Megalitismo-IlcultodelBetillonell’areaSi-ro-palestinese-Baitylosper iGreci(lapietra inghiottitaalpostodell’infanteZeus)-LapietraditermineperiRomanidepositataneltempiodiGioveOttimoMassimosulCampi-doglio(saxorumveneratio)-Anchenell’AnticoeNuovoTe-stamento sono molti i riferimenti della pietra connessi alla dimensionedelsacro.3 Giovanni Platania, La Grotta del Sole nell’isola d’Ischia e il bradisismoinBollettinodellaSocietàdeiNaturalistiinNapoli,vol.XLIX,1937,Attipp.115-121,scrive:«Trovandosi egli (Mario Puglisi) a villeggiare a Lacco Ameno, nell’iso-la d’Ischia, mi narrò che nelle visite da lui fatte alla Grotta d’argento (ancheGrotta delmago o del sole, ndr.), aveva acquistato la convinzione che quella fosse stata, in tempi preistorici, nell’epoca neolitica, un tempio dedicato al culto solare: la forma, la disposizione, le inconfondibili caratte-ristiche che essa mostra lo hanno confermato in questa sua ipotesi».IltestodiG.PlataniaèancheriportatoneLaRasse-gnad’Ischia1/1998pp.3-5.4 ValentinoNizzo,Ritorno ad Ischia. Dalla stratigrafia della necropoli di Pithekoussai alla tipologia dei materiali (CollectionduCentreJeanBèrard,26),Naples2007,

in un tessuto così ancestralmente percepito come vivente ne fa oggetto di figurazioni subconsce o programmate...». Leenormirocceditufoepomeico,scivolatedal-lacimadelmonteepoiscavateedutilizzatecomeabitazioniocantineeperaltriutiliscopitracuiquello mimetico-difensivo, potrebbero essereaccostate al fenomeno dei massi erratici di altre regioni italiane. A causa dello scioglimento deighiacciai, imassi erano trasportati in luoghidi-stantiedinpianura.Essieranoconsideratidallepopolazioniprimitive comedei verimonumentinaturaliaiqualisiassegnavanocapacitàmiraco-loseeterapeutiche.Infatti,apartiredalPaleoliti-co,diventaronooggettodicultosucuivenivanoincisi coppelle e canaletti. Inepoche successive,talimassicontinuavanoadessereveneratipoichèsudiessivenivanoincisecrociopressodiessisiusavanoedificarecappelleosantuari.Moltesonolecaratteristichecomuniconimassiischitani. Significativisembranoduepassichesileggononell’opera di Ziviello5: 1)Laruvidasuperficiedeimassicadutidall’E-pomeo «spesso ricoperta da un sottile strato di licheni, si presenta solcata da una complessa trama di incisioni, aperture, ingegnosi sistemi di canalizzazioni, fori, scale scolpite, incassi ed ag-getti vari, opportunamenti adattati alla naturale conformazione del masso» (pag.8); 2) «La protezione della casa, dei cellai e dei ri-coveri viene generalmente affidata a due tipi di simboli, uno dei quali di carattere religioso: la croce in bassorilievo ripetuta in quasi tutti gli ambienti (si ritrova con frequenza anche una piccola edicola votiva scolpita nella parete ester-na6). L’altro simbolo, di derivazione pagano-magica, consiste in steli di grano raccolti in un piccolo fascio appeso alla porta d’ingresso; nel duplice significato allusivo, tale simbolo dovreb-be allontanare la presenza del malocchio dalla casa, e contemporaneamente propiziare la ferti-lità dei campi» (pag7,nota7). Mascoprirequali fossero le credenze religioseconcepitedaiprimiabitantidell’isolaèunaricer-caassaidifficile.

5Nicolettad’ArbitrioeLuigiZiviello,Ischia, l’architettura rupestre delle case di pietra,ESI1991,p.132ep,7nota7.6Apropositodelleedicolevotivepresentiintuttoilnostroterritorio, esse potrebbero dimostrare la presenza nell’iso-ladelcultodellepietrepoichènonsarebberoaltrocheunaformapiuraffinataedevolutadiprecedentiformediculto:Massi-alberosacro-pali-colonne-pilastro-croceedinfinel’edicola.

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Sarebbenecessariorintracciarequeglielementidistintivipresentinella cultura indigena isolanaprimadell’avventoedelcontattodialtreculture.Forseleleggendeelestorieautoctonelegateallapietraetramandatedainostricontadini,natural-menteripulitedallostratosuperficialediadatta-mento cronologico, potrebbero almeno in parte chiarire la loro visione religiosa, così come gli stessi miti che provengono dal contatto con altre culture(vediquelladiTifeo). Talileggendepotrebberoconservareunsubstra-topiùantico,duroamorire,chehacontinuatoasopravvivere, sostituendo le nuove divinità allevecchie,inunasortadisincretismo.Dairaccontigiuntisinoanoi,rileviamocheilMonteEpomeo7

dovesseessereconsideratocomeunadeitàsacrachesvolgeilcompitodiimprigionare,conlasuamaestosa potenza, forze negative che cercano di ribellarsi.All’internodiessovivonoglispiritidelmontechesonoaguardiadellaquietedell’Epo-meoeintervengonoquandoleforzenegativesonoinprocintodiiniziarelaloroattivitàmalvagia. La tendenza a considerare sacre le montagneoivulcanièpiuttostocomunenellavisionereli-giosadidiversecultureprimitive.Confrontandoad esempio i popoli delle isole polinesiane, notia-mochel’attivitàvulcanicaeccitavafortementelafantasia.Laloroanticareligioneeramoltolegata(comesisupponeanche lanostra)aglielementinaturali. Si credeva che la creazionedelmondofosseoperadiunsoffiodivitadapartedeglideicheinfuseroillorospiritoall’universoeallecre-ature. Nell’immaginario, queste creature divinevivevanoall’internodeicraterideivulcani,nelleacque,sullecimedellemontagne.Proprioquesteultime costituivano un vero e proprio universototemico,uncomplessodielementiediforzedavenerare. Lamontagna«in quanto luogo di fenomeni ter-ribili e misteriosi, come lampi, fulmini, nuvole scure e fitte nebbie, fu divinizzata e poi divenne sede di divinità (la montagna come tale - osserva PiercarloJorio - era già sacra prima che nasces-sero gli dei). Le più importanti religioni ebbero come sede di divinità o di eventi grandiosi una

7 Ziviello, op. cit., sostiene che «L’incombente mole del mon-te Epomeo nel mezzo dell’isola indusse fino all’antichità a ritenerlo il centro delle intense manifestazioni sismiche e vulcaniche. Tale credenza, protrattasi fino ai recenti studi di Rittman, rimanda del resto ad una concezione animi-stica del territorio, che attribuiva alle rocce una vitalistica sacralità: Alcune tracce di tale culto pagano sono tuttora riscontrabili nella toponomastica di luoghi che cosituiscono la morfologia montuosa dell’isola».

montagna (Sinai, l’Olimpo, l’Ararat, ecc.)8». Lepietre,comelecaverne,nella lorosacralità,sonostrettamenteconnesseconlamontagna.AdIschia gli indigeni consideravano entrambe come partidiunorganismovivente(l’Epomeo)eattra-versodiessesipotevainteragireconilmonte. SipensiallagrottadellaFunderadescrittanelracconto del Bergsoe9:unacavernagelidacheter-minaconunprecipiziosenzafondodovesiperce-pisconoritmicheventatecheassomiglianoadunrespiro.Ilsuonodiventaunacostantecheemergeinquasituttiiracconticheriguardanolepietreogliantricavernosidell’isola(lapietracantante,lavalledeltamburo, learmitintinnantie lapietraperciata).Questirumori insolitiemisteriosichescaturivanodallevisceredellaterraeranoilmez-zoconcuiglispiritidelmonteoilmontestessoparlavanoagliindigenidell’isola. Paolo Buchner10 molto interessato al pianoro dellaFalanga loconsiderava«un villaggio stre-gato di montanari pagani». PerilG.G.Cervera11 lenumerevolipietrecheivisitrovano«… non re-stano solo pietre, ma vivi monumenti capaci di esaltare ancora il visitatore, il cui occhio vuole scoprire in esse il suo occulto passato…». Questadistesaboschiva,sottostanteallavicinapuntadell’Epomeo,ècompostadimolte forma-zioni rocciose12,ognuna con ilproprionomeed

8 Gian Marco Mondino, Megalitismo, un mondo di pietra, un percorso attraverso antichi culti, prodigi, leggende e me-galiti nelle Valli di Lanzo,ShanNewspaper,20129 Vilhelm Bergsoe, La Pietra Cantante , Leggenda ischi-tana.Il fenomenonelraccontovienedefinitoilrespirodeiMori10PaoloBuchner,inNatura,rivistadiScienzeNaturali,vol.XXXIV,1943.Iltestointedescoèstatoriportatonellatra-duzione italianadiNicolaLuongosuLaRassegnad’Ischia7/1993;«…che sogno questo bosco di castagni, una volta, vigneto e frutteto. Pare un villaggio stregato di montanari pagani, con queste abitazioni di trogloditi che si nascondo-no qua e là tra gli alberi»(pag.17).11G.G.Cervera,Questa è Ischia,Napoli,1955eLe Pietre dell’isola d’Ischia in una Comunicazione al Centro Studidell’isolad’Ischiadel4-10-1959,inparteriportatasuLaRas-segnad’Ischia3/2002.12 Castello di Pietra Martone, Stele del drago, Pietra delcavaliere, Pietra due grotte, Pietra grotta del poeta, Pietradel prete, Pietra del pennino - Pietra fontana di pescefora - Pietradellamandria-Pietraperciata(Falanga)-SentierodellaPannoccia,anticamulattiera,chevadaMonteroneallaFalanga, PietraCasaMosca, Pietra SantaMaria alMontepresso l’omonima chiesa (Forio) -LaPietradi tramonta-nainlocalitàCuotto,PietraMartone,PiscinaLeggia,PietraSpaccata,PietradiCazzuoli(Serrara)-Pietradell’Acquaedaltre(Epomeo)-PietradelTurco,PietradelMago,Pietro-ne(Casamicciola)-LaPietra(LaccoAmeno)-P.Rapesta,GrottadelPennino,PietraBlox,P.diSchioppa,P.diTatil-lo,P.diDonGiovanni,P.discappuccino,P.dellaMadonna,

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 49

messo,siattorcigliavaintornoadun’altrapietra,lacosiddetta“steledeldrago”. Laleggendapotrebbeindicarciunasortedipro-cessioneritualedoveilserpente potrebbe rappre-sentareicapidisettevillaggituttisottopostiadunordinematriarcale14,nonèuncasomasettesonoleinflessionidialettalipresentisull’isola15.

Ipartecipanti,giuntiallasteledeldrago,atten-devano forse l’arrivo degli animali che dovevano essereutilizzatiper ilsacrificioecheeranostatiin precedenza ammassati nella pietra denomina-ta della mandria16.Inquestaoccasionevenivanoricordati i nomi e le gesta degli antenati di ogni villaggio. Lamia,menerendoconto,èunainterpretazio-nesuggestiva,forseazzardata,machenonmancadi spuntidi riflessione.Sono inoltreconsapevo-le,utilizzandoleparolediMassimoCentini17 che «la specifica toponomastica non è conferma nel coinvolgimento di quella pietra, da tempi lonta-nissimi nelll’universo mitico locale. Infatti può trattarsi di nome di origine recente, anche mol-to recente, frutto dell’enfasi contemporanea»... «Più credibili quei toponimi che si riferiscono alle peculiarità fisiche o funzionali delle rocce, tipo: pietra forata, pietra marcia, pietra della vergogna18».

ginavanocheall’originedeidevastantimotidella‘terratre-mante’vifosseroimperscrutabilisommovimentidipotentiegiganteschianimalimitici.Topi,ragni,tori,alligatoriedra-ghidistraordinariadimensioneprocuravanoprofondeferiteaunacrostaterrestreconfiguratacomeunaspessapellicolacutaneadiuncorpoterracqueopalpitantedivitabiologica».14Ilserpenteerasimbolodirigenerazioneedirinascitadel-lavita;tramitetrailmondodivinoequelloumano,inoltreeraunodegliattributidiDemetra.Inoltreèinteressanteri-cordareilcultodelladeaBona,uncultoprettamenteitalicoepoiassorbitodairomani.Taledivinitàprofeticaeraoggettodiparticolarevenerazionesoprattuttodapartedelledonneromane, in quanto essa rivelava i propri responsi soltantoalledonne.Ilsuosimulacroeraunapietrascolpitaaformadigenitalefemminile,rifugioetanadeiserpenti,animalisa-crialladea.Iltempioerapostosottounsaxum,unarocciasull’Aventino.15 GiuseppeBaldino,Sostrato arcaico della lessicografia isclana, Centrodistudisul’isolad’Ischia-Ricerchecontri-butiememorie-attirelativialperiodo1944 ,1970-Areedialettalid’Ischia:1)Ischia2)Lacco-Casamicciola3)Forio4)Panza5)SerraraFontana6)Barano7)Campagnano.16DalraccontodellascrittriceLucianaPeverelli(La tempe-sta ci portò a Ischia)apprendiamol’esistenzadiunapietradenominata “Voia” dove si dice che nei tempi antichi si im-molavaunvitellobiancoaldioSole.17MassimoCentini,Scritto sulla pietra - I significati dell’ar-te rupestre.18 IRacconti delle pietre della falanga come quelle vicineall’Epomeosembranodividersiinduefiloni;unopiùantico

Isolad'Ischia-PietredellaFalanga

allequalisonolegatedelleleggende.Dallalettu-radiquestiraccontisipotrebbedesumerechelazonasiastatautilizzatacomeluogodiculto.L’offi-ciantedelritoevocavaunodeglispiritidelmonte,battendoconipalmidellemanilapietraperciata.Nescaturivaunamelodiaedaun’altrapietra,la“pietramartone”,venivafuoriunenormeserpen-te dalle sette teste13, che, ormai incantato e sotto-

P.delCantariello,CantonediSparaina–Scogli:LaNave(PuntaImperatore),nelmarediCitara:P.Bianca,P.Nera,PietredelCavallone,PietreRosse-Scogli degli Innamorati, IlLorio,L’Impisa,LoscogliodiNausica13UgoVuoso,Di fuoco, di mare e d’acque bollenti – Leg-gende tradizionali dell’isola d’Ischia, Imagaenaria, 2002, pag.15:«Lecultureilletterateepremoderne,infatti,imma-

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50 La Rassegna d’Ischia n. 3/2016

Sarebbenecessariaun’indaginechetenessecontodellasinergiadidiversicampidiindagine(arche-ologia-linguistica–antropologia-ecc.)perave-reunavisionepiùchiaraprimachequelpococheconosciamo venga perso inesorabilmente nell’o-blio. Vorrei ringraziare l’eminente Prof. ValentinoNizzoperlasensibilitàdimostrataminelrispon-dereadalcuniquesitichegliavevoposto,offren-domi dei chiarimenti che sono stati fondamentali perlarealizzazionediquestolavoro.

Gianni MatareseBibliografia

- Giuseppe Baldino, Sostrato arcaico della lessicogra-fia isclana, Ricerche contributi e memorie, atti relativial periodo 1944-1970, Centro di studi su l’isola d’Ischia. - Gian Marco Mondino, Megalitismo, un mondo di pietra 1, un percorso attraverso antichi culti, prodigi, leggende e me-galiti nelle Valli di Lanzo,ShanNewspaper,2012.-G.G.Cervera,Questa è Ischia,Napoli1955.

chehoinparteaccennatoedunaltro,invece,legatoallapre-senzaeremiticadicavalieri.

-IliehardDangel,RichardDangel,GioacchinoSera,Enciclo-pedia Italiana Treccani.-LeCuriosità:anticheleggendeesimboli,Polinesia.it- G. G. Cervera, Comunicazione tenuta nell’adunanza delCentro Studi dell’isola d’Ischia del 4/10/ 1959Le “Pietre” dell’isola d’IschiariportatadaLaRassegnad’Ischia3/2002.-LucianaPeverelli,La tempesta ci portò a Ischia -RizzoliEditore1957-TrattodaInarimediRaffaeleCastagna-Anto-logiaditestistorici,poetici,letterari,miticietermali-LaccoAmenoLaRassegnad’IschiaDicembre2015.- Massimo Centini, Scritto sulla pietra - I significati dell’arte rupestre - La pietra e il sacro.- Micaela Balice - Piloni votivi e femminino sacro.-Nicolettad’Arbitrio-LuigiZiviello-Le case di pietra - ar-chitettura rupestre nell’isola d’Ischia,SocietàEditriceNapo-letana1982-PaoloBuchner,Formazione o sviluppo dell’isola d’Ischia, Studidigeologia,zoologiaePreistoria-daNatura,RivistaScienzeNaturaliVolumeXXXIVFasc.IIMilano1943(XXI)-riportataneLaRassegnad’Ischian.9/1993- Valentino Nizzo, Ritorno ad Ischia. Dalla statigrafia della necropoli di Pithekoussai alla tipologia dei materiali, Col-lectionduCentreJeanBérard,26,Naples2007.- Vilhelm Bergsoe, La Pietra Cantante, Leggenda ischitana.Imagaenaria-primaedizione2001.-UgoVuoso,Di fuoco, di mare e d’acque bollenti-Leggendetradizionali dell’isola d’Ischia, Imagaenaria 2002.

Conservazione e restauro dei monumenti (…)Laconservazioneeilrestaurodeimonumentisonoazionichevannocondotteneltempoeche,nonsipossono,eanzinonsidevonomaiconsideraredefinitive.Succedespessochealleparoleeagli impegnisolenninonseguanofatti.Ecosì,quandosiponeilproblemadisalvaguardarequalcosa,tuttisidiconod’accordoma,sesitrattadiimpedirecheintornoaunmonumentooinunsitostoricosorganoedificiresidenzialiegrattacieli,scompaionoquellichepotrebberoopporsiasimiliscempionegarecertipermessi. Avoltecisilimitaallanciopiùomenoefficaceebrillantediappelli,mainbrevetuttofinisceedisalvaguardianonsiparlapiù,nésipaventanopiùpossibilipericoli. Unaconsiderazioneriguardailmodoincuideveessereconcepitoedeseguitoillavorodiconservazioneedirestaurodiunmonumentoqualsiasi.Piùchetrasformare,sidevemante-nere.Occorreunamanutenzionecoscienziosa,ènecessariounlavoropaziente,umile,oscurochesiacontinuoenonoccasionale:interventidiquotidianaattuazione,quasidacuracasalin-ga,pernontrovarsipoigravatidiulterioriproblemi.Èpiùutileintervenireconuninterventononmassiccio,mapuntale,comeperesempiodovrebbeavvenireperlestradecittadinedatenere incostanteosservazioneepulizia, specialmenteperquelle cuierbae rifiuti creanospettacolipocopiacevoli.Tuttecosechedovrebberoesserevisteeconsideratedachiammini-straeconoscesoprattuttoilpaese,dicuihavolutoprendersil’onereoilpiaceredigovernarlo;ilchenonsempreèavvertitoemoltisilimitanoaparteciparealleriunioniperilgettonedipresenza.

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La Rassegna d’Ischia n. 3/2016 51

di Elettra Carletti

Nei giorni 8 e 9 aprile, ai Giardini Ravi-no (Forio), ha avuto luogo l’ormai consuetoappuntamento annuale con Meristema, unconvegno incentrato sui temidellanatura edell’ambiente. L’argomento dibattuto in questa nona edizione

Forio - Giardini Ravino

Meristema 2016Il colore del paradiso

è stato “Il colore del paradiso”, ovvero il verde in tuttelesueaccezioni.Ilconvegnoèstatoanchel’oc-casioneperinaugurarelamostra“Dodici verdi fati-che”una seriedimicroinstallazionipolimateriche,ispirate al mito di Ercole, e realizzate interamente con materiali di scarto da Rossella Forenza, artista epsicologa,chehaanchechiusoilavoridelconve-gnoconunsuo interventodal titolo“Il verde e la psicologia”, che ha messo in relazione il verde della naturacolbenessere,oalmenoilmiglioramentode-glistatipsico-fisicinegativi. Altri aspetti salutistici del verde tout court sono stati esplorati da Paolo Scotto,farmacistaenaturo-pata,sottoilprofilodell’alimentazioneedegliinte-gratorinaturalidiclorofilla;daGianni Vuoso, il più notoistruttoreisolanodiyoga,chesièsoffermatosulchakradelcuore,rappresentatodalcoloreverdenellafisiologiaindiana;daDiego Navarro, medico ayurvedico,chehaillustratolafunzionedelcoloreverde nell’ayurveda. I ragazzi dell’IPS “VincenzoTelese” di Ischia, sotto la guida dello chefAngelo Imputato, hanno approntato per i convegnisti uninteropranzoconvivandetuttedicoloreverde:perl’occasionehannopresentatoalpubblico la“Torta Meristema”,unavarianteall’aromaealcoloredelbasilicodellatradizionalecapresebiancaalgustodilimone.InveceilbarmanRaffaele Iodice ha inven-tatouncocktail(Absinthe Imperial)espressamenteperl’evento. Ilverdeèuncolorecheoccupalapartemediana

L'interventoinizialedeldott.GiuseppeCastiglionesu"La percezione del verde"

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dello spettro elettramagnetico visi-bileall’uomo.Èlatintapiùabbon-danteinnatura,perchélamaggiorparte della materia vegetale e al-cuniorganismiprocarioticonten-gono clorofilla, un pigmento checonsente di convertire la luce inenergia attraversounprocessodifotosintesi.Laclorofillaassorbelaluce,rimandaindietrolelunghez-ze d’onda del verde e lo fa percepi-reall’occhioumano.Questomec-canismo della visione dei colori, e del verde in particolare, è stato illustrato dal dr.Giuseppe Casti-glione, mentre il funzionamen-to della fotosintesi clorofilliana èstato spiegato dalla professoressa Giovanna Aronne, docente di Bo-tanica presso il dipartimento di Agrariadell’UniversitàFedericoIIdiNapoli,durantelasuarelazionesu“Il verde delle piante”

Nonostantelasuaonnipresenzanell’ambiente,ilverdeèuncoloreche compare tardi nei manufat-ti umani.Non ce n’è traccia tra igraffiti e le pitture parietali delPaleolitico, che presentano solo pigmenti bianchi e neri, ocra e ros-so.ColNeolitico, sidiffondono lepraticheditintura,matraiprimicolori usati sono i rossi e i gialli;solomoltotardisiaffaccial’azzur-ro e ancora dopo il verde per le dif-ficoltàtecnichedifissarliaifilatie

aitessuti.Questalacunamaterialeha fatto sì che queste tinte sianopoco presenti anche nell’orizzonte simbolicodell’uomodelNeoliticoedell’Antichità,tantodasuscitaredubbi sulla sua effettiva capaci-tà di percepire questi colori, e inparticolare il verde.Dubbi corro-boratianchedallapovertàdelles-sico cromatico greco antico, che possiedesolodueterminidavverodefiniti, leukòs e mélas, per indi-careilbiancoeilnero;eunterzotermine, erythròs, che comprende l’intera gamma dei rossi, senza di-stinzione. Proprio questo lessico così eva-nescente per i colori (Goethe futraiprimiasegnalarequestapar-ticolarità)è stato,nellaquestioneomerica,unadelleprovea caricodiunsoloautore,eperdipiùcie-co, dell’Iliade e dell’Odissea. Nel1858,WilliamGladstone(notopoicome Primo Ministro della regina Vittoria)pubblicòunostudiofilo-logico che evidenzia come, nei po-emiomerici,susessantaaggettiviriguardantil’ambienteeilpaesag-gio, solo tre sono attinenti al colo-re, dando forza all’ipotesi di unadaltonia diffusa nell’uomo greco.Nel frattempo, gli scavi archeolo-gicialimentavanoquestopregiudi-zio,mettendoinluceritrovamentivascolari con figure rosse o nere,frammenti architettonici e statueinmarmobianchissimo. Nella lingua greca antica, l’ag-gettivo kyaneos indica un colorescuro qualsiasi: blu, viola, mar-rone, nero…; l’aggettivo glaukòs rappresenta una tinta insatura,comequelladell’acqua,dellacera,del miele, degli occhi chiari; l’ag-gettivo chloròs oscilla tra il verde eilgiallo,maesprimesempreunconcetto di «pallore», come nelsuperlativo“chlorotera”,concuilapoetessa Saffo descrive il propriocolorito nella celeberrima Ode alla gelosia.Soloinepocaellenisticasidiffondel’aggettivoprasinòs, «co-lordelporro»,a indicare lagam-ma del verde deciso, in particolare deitoniscuri.

ILatinipossedevanoinveceunaparola ben definita per designareil colore verde, “vĭridis”, che si ri-collega a un’ampia classe seman-tica che esprime i concetti di vita, crescita, vigore: vis, vir, virere, virgo, virtus, virga, ver.Secondol’etimologia di Varrone, «viride est id quod habet vires». Virens è sinonimo di viridis, ma, più che alludere al colore, si fa carico diunsensometaforicodigiovinezza,forza, coraggio. Le sfumature delverdesiesprimevanoconl’aggiun-ta di prefissi: per-viridis (verdeintenso, verde scuro); sub-viridis (verde pallido, verdastro). Speci-ficazioni ulteriori sono: prasinus (color del porro, come in greco),herbeus (colordell’erba),glaucus (grigio-verde o verde-azzurro),galbinus (giallo-verde), vitreus (verde brillante). Il latinomedie-vale ha aggiunto smaragdinus (colorsmeraldo). Ma,sebenpresentenellinguag-giodegliantichiRomani, ilverdenon compare altrettanto nella loro vitaquotidiana,almenofinoall’e-poca imperiale, a eccezione degli oggetti in vetro, appannaggio delle classisuperiori. Con l’avvento dell’impero, sullaspinta della moda orientaleggian-te, il verde compare sempre più nell’arte e nella decorazione, spe-cie negli affreschi trompe-l’oeil cheriproduconogiardini. Nell’età di Tiberio, il verde co-minciò a entrare nel guardarobafemminile, con grande scandalo deibenpensanti,periqualierauncolorebarbaro:nelteatroromano,infatti, ogniqualvolta comparivaunGermano,semprerappresenta-to inmanieraunpo’ ridicola, eraimmancabilmentevestitodiverde.Tra gli imperatori romani, Nerone fugrandeestimatoredelverde:nefece il colore dominante della de-corazione della Domus aurea, at-traversogliaffreschieildrappeg-gio di panni di seta; consumavaporriinquantità,perincrementa-reladiuresi,salvaguardareilcuo-re,emigliorarelavoce;usavauna

Laprof.ssaG.Aronnedurantelasuarelazionesu"Il verde delle piante"

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lente di smeraldo per riposare la vista; indossavaun’uniforme ver-de quando partecipava alle corseequestri,perlafactio prasina, la piùpopolare,lapiùvittoriosa.Conladivisionedell’Impero,aRoma,ilCristianesimoriuscìaimporreunarigidamoralepubblica,cheproibìgli spettacoli teatrali e gli eventi sportivi. Invece, a Bisanzio, le corse dei cavalli non solo resistettero, ma le squadre assunsero anche il ruo-lo di fazioni politiche: tra queste,quella dei verdi, la più popolare, tantocheunavittoriadella squa-dra avversaria dei blu, sostenuta

dall’imperatrice Teodora, scatenòuna guerra civile che ebbe comeconseguenzaladistruzionedipar-tedellacittàe30.000morti. Nella Bibbia ebraica, non com-parenemmenolaparola«colore»:quandosialludeaunatinta,losifacitandounmateriale:oro,por-pora,ebano,avorio.Lesuccessiveversioni aramaiche, greche, lati-ne arricchiscono via via il lessico cromatico delle Sacre Scritture.Mainquestolessicoprevalgonoilbianco, il nero, il rosso, poi il viola, il fulvo, ilmarrone, toni ricondu-cibilialrosso.Rarissimiilgialloeilverde,assente ilblu.Quandosi

trova la parola «verde» (yereq),si riferisce sempre alla vegetazio-ne; oppure si trova sotto formadispregiativa (qualcosa di similea«verdastro»),associatoaicada-verieallamorte.Gliunicioggettiverdichecompaionoduevolteneltesto biblico sono gli smeraldi, il che spiega l’introduzione dell’ag-gettivo «smaragdinus»nel latinomedievale.IPadridellaChiesaco-minciano a creare una ricca sim-bologia,cheinvesteancheicolori.Ilverdeperòresta insostanzalatinta della vegetazione. All’iniziodel culto cristiano, non si usava-noparamenti o abiti specificiperle celebrazioni. Col tempo si af-fermò l’uso di stoffe bianche perlefestivitàimportanti,nereperlecerimonie luttuose e penitenziali.In epoca carolingia, il fasto pene-tròanchenellechiese:comparve-roparamentievestiliturgichein-tessuted’oroeincrostatedipietrepreziose,maognicomunitàeccle-siasticamantenevaisuoiusilocali.DopoilMille,sidiffuseunacertauniformità: il bianco viene desti-natoaNataleeaPasqua,ilneroalVenerdìSanto,ilrossoallaPente-coste e all’Esaltazione della Croce; maper il culto ordinario, valeva-noancoraleabitudinidiciascunachiesa. Nel1195,LotariodiSegni(futuropapaInnocenzoIII),nelsuotrat-tato sullamessaDe sacro altaris mysterio, riprende, ampliandola, lasimbologiacoloristicagiàinusonella liturgiaperquantoriguardailbianco,ilnero,ilrosso.Main-troduceunanovità:«Ilverdedeveessere scelto per le feste e i giorni incuinéilbianco,néilrosso,néilnerosonoadatti,essendounco-lore medio fra il bianco, il rosso e ilnero».Ilverdesitrovaaesserecosì il colore adoperato con più frequenzanellecelebrazioni. Nelfrattempo,inEuropa,conleinvasioni barbariche, si erano dif-fusipannitintidiverdesecondoleconsuetudininordiche,chedispo-nevanodipiantedacuisi ricava-vano pigmenti verdi stabili: felci,

Torta MeristemaIngredienti-300gmandorlebianchetostate,300gzucchero,200gcioccolatobianco,200gburro,5uova,100gbasilicofresco,1clrhum,50gzuccheroalveloTritarelemandorletostateconmetàdellozuccheroedilcioccolatobianco,montareaspumailburroconl’altrametàdellozucchero,separareleuova,montareglialbumianeveferma,frullareilba-silicoconilmixeraggiungendouncldirhum.Unirealcompostodituorliezuccheroilcompostotritato,ituorlieilbasilicofrullato,amalgamareconcura,unireglialbumimontaticonunmovimentodalbassoversol’altofinoalcompletoassorbimento,versareinunostampoprecedentementeuntoespolverizzatoconfarinaecuocerea160°percirca40/50minuti.Lasciarraffreddare,capovolgerlasudiunpiattodiportataecospargerladizuccheroalvelo.

Piatti presenti sul buffet verdeInnanzituttoèstataestrattalaclorofilladalbasilico,dalprezzemo-loedagli spinaciperpotercolorare inmanieranaturale tutte lepreparazioni.Zeppoline con germogli di fave fresche, crespelle verdi con gam-beretti, involtini di verza con salsicce, involtini di verza con gam-beretti, lasagnette verdi con “friarielli”, làganeverdi con cimettedifave,tagliatelleverdiconpestodizucchine,zeppolinedolciconfinocchiettoselvatico,“cianfotta”(mistodipatate,melanzanespi-nose,broccoli,zucchine,carciofi,faveepisellistufateconcipolla),pizzadiscarole.(Angelo Imputato)

Cocktail : Absinthe ImperialIngredienti: zollettadizuccheroaromatizzataconlime,goccediangostura,½fettinadilime,cilieginaverdealmaraschino,1cldiassenzio,9cldispumantesecco.ProcedimentoTecnicabuilding:Aromatizzarelazollettadizucche-roimbevutadigoccediAngostura-bitterinunflute,Aggiungerelacilieginaelafettinadilime,Aggiungerel’assenzio,Colmareiltuttoconlospumante.(Raffaele Iodice)

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frassino, betulla, piantaggine. Isovrani romano-barbarici, fino aiCarolingi, saranno sempre rap-presentativestitidirosso(retaggiodella porpora romana, simbolo di potere)ediverde,ilcolorediCeltieGermani. Maun’altrainvasioneportaaltroverdeinEuropa:quellaaraba.NelCoranoicennialcoloresonorari:quelli al verde sono sempreposi-tivi, associati alla vegetazione, alla primavera,alcielo,alparadiso. Secondo un’antica tradizione, ilverde sarebbe stato la tinta predi-letta del Profeta per poi diventare ilcoloredinasticodeisuoidiscen-denti, i Fatimidi, contrapponen-dosi al bianco degli Omayyadi eal nero degli Abbasidi. Nel XIIsecolo,dopolacadutadeiFatimi-

di, il verde cessa di essere il colore politicodiuna fazione diviene latinta unificante dell’Islam, ancheper contrapposizione al rosso e al bianco dei Crociati, come la mez-zalunadiviene ilsimbolooppostoallacroce.Ilverdediventailcoloresacro dell’Islam, simbolo dell’ac-qua,dellaricchezza,della felicità,della speranza,delparadiso.Pro-gressivamente,ilverdecomparesuquasituttelecopertinedelCoranoe scompare dai tappeti, per non calpestare la tinta santa. L’Impe-roottomano,sullascortadiquellobizantino, adotterà il rosso comecoloredel potere,mamanterrà ilverdecomecolorereligioso.Dopola frammentazione dell’Impero ot-tomano,moltiStatinazionaliarabifarannodelverdelalorobandiera.

Anche per la civiltà europea, ilbasso Medioevo è un periodo didiffusionedelverde:ilsuousonel-lavitaquotidianasiampliaelasuasimbologiasiarricchisce.Ilrinno-vato interesse per la filosofia ari-stotelica induce ad apprezzare latemperanzaeilgiustomezzo,concui il verde si trova a coincidere.Tralearti,siaffermanoleminia-ture,glismalti,levetrate,incuiilverdetrovagranrisalto.Igiardini,dove il verde impera, divengono un topos figurativo e letterario.Come colore della speranza, il ver-de diviene la tinta degli abiti delle ragazze da marito e delle donne in-cinte.Neiromanzieneipoemica-vallereschi medievali, l’eroe incon-traspessouncavaliere,designatodalcoloredelsuoequipaggiamen-

Aspetti dei Giardini Ravino

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to: il cavaliere bianco ha semprevalenza positiva; il cavaliere rosso è invece sempre animato da catti-veintenzioni;ilcavaliereneropuòessere buono o cattivo, ma è unpersonaggioche,perqualchemo-tivo, cela la sua identità; il cava-liereverdeèsempreunuomogio-vane che col suo comportamentotroppoaudaceosconsideratotur-bal’ordineprestabilito.Nonostan-tequestagranpresenzadelverdenegli abiti, negli ornamenti e nelle gualdrappe dei cavalieri, tra i seicolori araldici (bianco,giallo,ros-so,blu,neroeverde),ilverdeèilmeno rappresentato negli stemmi dellacavalleriaedellanobiltà,at-testandosiinragionedel5%circa. Nel contempo si afferma ancheunasimbologianegativadelverde.Lasuainstabilitàchimicalofaas-sociareatuttociòcheètranseunteeinaffidabile:infanzia,giovinezza,bellezza, amore, speranza, fortu-na, caso, destino. La sfumatura«subviridis» («verdastra») vieneadesignareilcoloredellamietitura(metaforadellamorte),dellama-lattia,dellacarneinputrefazione.Nei bestiari medievali, gli animali pericolosi, reali o di fantasia, ven-gono spesso raffigurati in verde:draghi, serpenti, coccodrilli, idre, basilischi, rane, sirene, balene, ca-vallette.Pureelfiefolletti,creaturedellaterradimezzotral’uomoelanatura,esseriavoltebenignioin-nocui,avoltedispettosiemaligni,vengono descritti spesso di colore verde.ApartiredalXIIsec.,ildia-volo,finoadallora rappresentatodal nero delle tenebre e dal rosso delle fiamme infernali, diventaverde, forse per l’identificazionedi questa tinta come colore sacroagli Islamici.Anchegliadeptideldemonio, le streghe, si riconosco-nodalcoloreverde:vestiti,occhi,denti,filtrimagici….Ilverdeèan-cheilcoloredelcontraltarebenefi-codellestreghe,lefate. LacadutaindisgraziadelverdeallafinedelMedioevo ha, in parte, una ragione materiale: all’epoca,l’artetessileeraunaveraepropria

industria, regolamentata da leggiche suddividono attribuzione deimateriali(lana,lino,seta),compitiefasidilavorazione(filatura,tessi-tura,cardatura,follatura,etc..).Nell’ambitodella tintura, eravie-tata la mescolanza: ogni tintoreavevaunalicenzapertingeresolocon uno o due colori della stessagamma.Usarel’anticatecnicatin-toriaintrodottainEuropadaCel-ti e Germani, che aveva indotto il successomedievaledelverde,ven-ne così a essere impossibile, anche se, soprattutto in Germania, nonmancavano i trasgressori, peral-tro spesso individuati, processati,condannatiepuniti. Maancheusandoletecnichepiùefficaciditintura,ilverderimane-vauncoloredifficiledafissareconi mordenti disponibili all’epoca (aceto,urina),elatendenzaasbia-direfaattribuireaquestatintaunaconnotazione d’incostanza, mu-tevolezza, falsità, ipocrisia, tradi-mento; così, spesso, nell’iconogra-fia,personaggiambiguiodaime-stieri al limite del lecito (giullari,prostitute,boia)indossanospessocapidivestiariooornamentiverdi. Tra i vizi capitali, il verde è asso-ciatoall’avarizia,all’avidità,all’in-vidia.Nellarealtà,comenellarap-presentazione,isoldisiaccumula-no, si contano, si giocano, si vinco-noesiperdonoal«tavoloverde».Dal XIV secolo, a pagatori morosi e bancarottieri viene imposto d’indossare un berretto verde. Ilconnubio traverdeedenaro saràsancito definitivamente nell’800con la scelta di questo coloreperlebanconotedeldollarodegliStatiUnitid’America. Pertuttal’etàmodernaprosegueil discredito del verde, colore con-sideratodegnosoloquandositrat-ta della natura. Morale cristianae decreti sul vestiario promulgatidalleautoritàciviliadditanoabitieornamenti verdi come frivoli, im-morali, peccaminosi. La Riformaprotestante inaugura un nuovoperiodo di iconoclastia e cromo-fobia:disegniecoloriscompaiono

subitodailuoghidiculto,poidallavitaquotidianaedall’abbigliamen-to, in cui restanoammessi solo ilbianco, il nero, il grigio; si tollera-nobluemarrone,purchédiscreti.Maanchepericattolici,nel‘600,ilcolorepiùusatoperl’abbigliamen-to,nellecortiregali,èilnero.Tut-tavia, i sovrani francesi mostrano unacertapredilezioneperilverde.EnricoIVsiguadagnaaddirittural’appellativo di «Vert galant»,an-che se non tanto per il vestiario, quantoperl’atteggiamentodise-duttore impenitente: nel francesemedievale, questa locuzione allu-de a uomini che si appostavanonei boschi, vestiti mimeticamente di verde, per assalire i passanti, depredaregliuominieapprofitta-redelledonne.Manelsalottopiùimportante di Parigi, la camera azzurradell’HoteldeRambouillet,dove le dame cosiddette «prezio-se»sieranoritirate,inorriditedalcomportamento scandaloso del sovrano,ilverdeeradefinito«spa-ventosamentedeprecabile».Enelcontemporaneo teatro di Molière, dettagliverdinelcostumediscenadenotavano un personaggio ridi-coloosgradevole. Gli aspetti più strettamente arti-stici e semiologici del verde e del-lachimicaperprodurlosonostatiapprofonditi dalla pittrice Cecilia D’Angela,specializzatanellaraffi-gurazionedipianteegiardini. Le nuove classificazioni scienti-fichedell’etàmodernadeclassanoilverdeinquantocoloreseconda-rio.Inpittura,perrendereilverdesi usavano terre verdi, malachitepolverizzata, verderame prodot-to artificialmente. A partire dalSeicento,siprendonoamescolarepigmenti gialli e blu, pratica giàdiffusa tra i miniaturisti medie-vali. Il procedimento si afferma,definitivamente, non senza resi-stenze, nel secolo successivo.Nel‘700, iprogressidellachimica fa-vorisconolasupremaziadelblusututtiglialtricolori,ancheascapitodelverde,almenofinoafineseco-lo.All’iniziodell’800,saràGoethe

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arivalutarlo,colsuotrattatosullaTeoria dei colori, dove lo racco-manda per il vestiario della classe borghese e per la decorazione degli interni, specie delle stanze adibite alla convivialità e al riposo; maGoethefaràpittarediverdeancheilsuostudio. Nella segnaletica marinara, sulfiniredel ‘700, sidiffondeun co-dice semiologico che ai divieti as-sociailrosso(consideratoilcoloredimaggiorspicco)eaipermessiilverde (considerato l’opposto delrosso).Nell’800, questo codice sipropaga alla segnaletica ferrovia-ria; nel ‘900 a quella stradale.Questinuoviusidelverde,insiemeconlesignificazionitradizionalidicambiamento, trasgressione, spe-ranza, conferiscono a questo co-loreunavalenzapoliticalibertariache ha fatto sì che entrasse in mol-tebandierenazionali,nonultimoiltricoloreitaliano. Nell’arte, sulfiniredell’800,ul-teriori progressi della chimica e l’usodidipingereen plein air riva-lutanoilverde.Alprincipiaredel‘900, però, l’affermazione dell’a-strattismoriconducelapitturaallacontemplazione delle forme geo-metriche e dei colori primari, con l’aggiuntadelbiancoedelnero:ilverde scompare dalle tavolozze de-gliartisti.

Il sommelier Tommaso Mascolo ha illustrato gl’incantesimi della“Fataverde”,labevandaabasediassenziochehafuroreggiatonellaBelle Epoque e intornoallaqualesi è costruita una vera e propriaestetica.Prodottoperlaprimavol-tanel1799, inSvizzera, inValdeTravers,nelCantonediNeuchatel,l’assenziofuintrodottoinFrancianel1830,perprevenirelemalattiecontagiose (tifo, colera, dissen-teria), durante il rimpatrio delletruppedallaconquistad’Algeria.Ilgustoforte,leproprietàinebriantieafrodisiachenedecretanoilsuc-cesso, anche per il concomitante vertiginoso aumento del prezzodel vino, causato dal diffondersidellafillosseratralevitiinquelpe-riodo.PrimaaParigi,poiintuttaEuropa, scocca l’«heure verte»:unapausa tra le17e le19, incuiconsumare labevandacomeape-ritivoeintrattenersiinavventuregalanti,percuiquelmomentodel-lagiornatas’identificòanchecon«l’oradell’adulterio».Ancoraunavolta il verde torna a essere sim-bolo di trasgressione!Dallametàdell’800 ai primi anni del ‘900,l’assenzio fu la bevanda preferitadiBaudelaire,Verlaine,Rimbaud,VanGogh,OscarWilde,gliartistidella Scapigliatura milanese, Pi-casso,Hemingway.Unodeimotivi

percuil’assenzioècosìapprezza-to dagli artisti è perché provoca sinestesie, chesoprattuttoipoetifrancesi riproducono nelle lorocomposizioni. Emblematiche lelirichediCharlesBaudelaire,Cor-rispondenze, e quella di ArthurRimbaud,Vocali.Insomma,ilver-de non è solo il colore del paradiso terrestre,odelparadiso islamico:èancheilcoloredeiparadisiartifi-ciali.Gli effettidell’intossicazionedaassenzio(allucinazioni,convul-sioni, danni permanenti al sistema nervoso)nontardanoa farsisen-tire,anchealivellosociale.Alcuniintellettuali,tracuiEmileZolaedEdgar Degas, cominciano, nelle loroopere,adeprecarneilconsu-mo, finché la bevanda viene vie-tatanel1915intuttalaFrancia.Aseguitodiunfattacciodicronaca,laSvizzeraprecedelaFranciadi5anni nella proibizione dell’assen-zio.Direcente,privatalabevandadel thujone e diminuita la grada-zione alcolica, l’assenzio è torna-to in commercio ed è scoppiata la guerra per la registrazione delmarchio esclusivo tra il cantonechehainventatoilliquoreelana-zionecheloharesounfattodico-stumeediculturacelebreintuttoilmondo. In età contemponea, coll’a-vanzare dell’industrializzazioneedella dimensione metropolitana, il verde, evocativo della natura,appare sempre più un colore be-nefico e desiderabile: nelle città,si apronoparchi pubblici, si dif-fonde l’hobby del giardinaggio, l’arredo urbano si tinge di verde. Laconnotazionesalutaredelverdelofaassumere,viavia,comecolo-re principale di strutture, arredi,uniformi, insegne sanitarie. Fin-ché la guerra si è svolta secondoloschemadiunduelloallargato,leuniformi dei combattenti sonostatesgargianti.Colcambiamentodella strategia bellica si sono im-postedivisemimetiche.Iprimiadadottarle sono stati i militari ingle-sidelleIndieOrientali,vestendosidiungrigioverdedalle sfumature

Ilprof.GianniVuosocherelazionatosu"Il verde nel cuore : il IV chakra nella filosofia e nella pratica dello yoga"

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brunastre, detto «kaki», parolacheinurdusignifica«colorterra»,o «color polvere». Tra salutismoe militarismo, nelle società con-temporanee assumono un’impor-tanza sempremaggiore leattivitàsportive: lamaggiorpartedi essesisvolgeall’apertoesuunsubstra-toerboso (calcio,baseball, rugby,cricket,golf,polo,croquet,bocce,tennis); ma anche altre attivitàcompetitive, come il biliardo o il pingpong,sisvolgonosuunasu-perficie verde. Testimonianza delfatto che il prato non ha solo la funzione di attutire le cadute deigiocatori,mahaancheunavalen-zasimbolicacheevocalafortuna,lasorte,ilcaso,lasfida,lavincita,lasconfitta,propriocomeall’epo-cadei torneimedievali.A partiredal1970, ilverdeassumeintuttoil mondo connotazioni politiche, diventando la bandiera dei mo-vimenti ambientalisti. La parola

verde diviene sinonimo di eco-logia. In Italia, il secessionismonordico recupera come emblemaed elemento identitario il verde di antica estrazione celtica, contrap-ponendolo ai colori giallo croceo e purpureodiRomaantica. Colore mondano, politico, eco-logico, sportivo, militare, medico, artistico, letterario, emblematico e problematico, il verde è soprat-tutto il colore della natura, cherichiama la condizione edenica di AdamoedEva,iqualidalparadi-soterrestrefuronocacciatiperché,non contenti della loro perfezione umana,invidiaronoquelladivina.Beatitudine e insoddisfazione,speranzaeinvidia,aviditàeperdi-ta,giovinezza, immaturitàecam-biamento sembrano indissolubil-mentelegati,nellaculturaumana,all’insegna del colore verde. Neè un mirabile esempio letterariol’apologo che lo scrittore unghe-

rese SandorMàrai narra nel suoromanzo La donna giusta(1941):«… C’è un personaggio il cui più grande desiderio è che la vita gli conceda una cassetta da pesca verde…, una di quelle scatole di latta verde dove i pescatori tengo-no amo, lenza ed esche. Quest’uo-mo invecchia, la vita gli passa sopra la testa, finché un giorno gli dèi, mossi a compassione, de-cidono di regalargli la cassetta da pesca … E allora, tenendo il dono agognato dalla vita, questo personaggio… osserva a lungo la cassetta e poi mormora: Non è del verde giusto…».

Elettra Carletti

Enzo Martino al Torrione di ForioIl10maggio2016,alTorrionediForioilM°EnzoMartinohafesteggiato i 60annidi carrie-ra,esibendosiinunaeccellenteperformancedinumerosecan-zoni tratte dal repertorio clas-siconapoletano.Nellasalamo-stredelMuseoCivicoGiovanniMaltese il bagaglio artistico del noto Maestro stabiese, che da diversi anni è cittadino foriano, ha attinto a piene mani dalle tantissime composizioni musi-caliecanoredelgrandeRaffa-ele Viviani. L’evento, realizza-to dall’Associazione CulturaleRadici, ha visto protagonista la musica napoletana autentica.Quellache,sgorgandodalleabi-li mani dei chitarristi, i maestri Enzo Martino e Giovanni Di Lustro, ha toccato il cuore delfoltissimo pubblico che ha ri-spostoentusiasta,congeneroso

e scrosciante plauso. Un omag-giodovuto. Enzo De Martino (chesiesibi-sce col nome d’arte Enzo Marti-no),èsemprestatounostudiosoappassionato della canzone na-

poletana ed ha eseguito variericerchesuS.DiGiacomoeR.Viviani.Incide,nel1978,perlaB.B.B.RicordiilprimoL.P.cuisegue il secondonel 1979. Ini-ziano poi i concerti in parecchie localitàcampane tracuiCapri,Forio, Lacco Ameno, Castel-lammarediStabiaetc.Nel2006inizia la collaborazione con il chitarrista Giovanni Di Lustrochetuttoraperduraeche lihavistiancoraunavoltaacclamatidaunvariegatopubblicoditu-ristieisolanialTorrione. Nel ringraziare il caloroso pubblico e ilMaestroper l’en-tusiasmante esibizione, l’As-sociazione CulturaleRadici ha offerto una targa ricordo per isessanta anni di carriera, alla qualeancheilSindacodiForioha apposto la sua firma, e hadatoappuntamentoalpubblicoper altre iniziative e manifesta-zioni.

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58 La Rassegna d’Ischia n. 3/2016

Ischia – Castello AragoneseIschia Film Festival

Dal25giugnoal2 luglio2016avrà luogo,neisuggestivispazidelCastelloAragonesediIschia, la XIV edizione dell’Ischia Film Festi-val,allapresenzadiillustriospitiinternazio-nali. Lamanifestazioneharicevuto,per il terzoanno consecutivo, l’Alto Patrocinio del Par-lamento Europeo dal Presidente dell’Unio-ne Europea Martin Schulz, il quale così siè espresso: «Il Parlamento europeo nutre grande apprezzamento per questa iniziati-va, divenuta negli anni una rinomata tra-dizione artistica che consente di celebrare le culture europee e il cinema internazionale e, tramite questi, l’identità culturale e i valori di territori e persone, contribuendo nel con-tempo a sottolineare la dimensione sociale della cultura e a promuovere il dialogo tra registi e spettatori».

Programma

Sabato 25 Giugno •Ore19.00Brindisidiaperturaperlatredicesimaedizione del Festival, alla Terrazza del CastelloAragonese.

•Ore20.30Inaugurazionediunamostrafotografica•Ore21.00Proiezionediuncortometraggioinpre-senzadell’autoreallaCattedraledell’Assunta

•Ore 21.00 Proiezione delleOpere in Concorso edelle opere delle sezioni speciali nelle seguentiareedelCastelloAragonesediIschia:-TerrazzadelSole-TerrazzadelConvento

•Ore21.15Proiezionediunlungometraggioinpri-ma serata al Piazzale delle Armi

•Ore 21.30 “ParliamodiCinema”Gli autori delle

opereinselezioneincontranoilpubblicopressolaCattedraledell’Assunta

•Ore 22.00 Proiezione di un lungometraggio allaCattedraledell’Assunta

•Ore23.00Proiezionediunlungometraggioinse-conda serata al Piazzale delle Armi

Domenica 26 Giugno •Ore19.30FilmCocktailincontroriservatoagliac-

creditati professionali presso il Castello Aragone-se

•Ore21.00Proiezionediuncortometraggioinpre-senzadell’autoreallaCattedraledell’Assunta

•Ore 21.00 Proiezione delleOpere in Concorso edelle opere delle sezioni speciali nelle seguentiareedelCastelloAragonesediIschia:-TerrazzadelSole-TerrazzadelConvento

•Ore21.15Proiezionediunlungometraggioinpri-ma serata al Piazzale delle Armi

•Ore 21.30 “ParliamodiCinema”Gli autori delleopereinselezioneincontranoilpubblicopressolaCattedraledell’Assunta

•Ore 22.00 Proiezione di un lungometraggio allaCattedraledell’Assunta

•Ore23.00Proiezionediunlungometraggioinse-conda serata al Piazzale delle Armi

Lunedì 27 Giugno •Ore19.00FilmCocktailincontroriservatoagliac-

creditati professionali presso il Castello Aragone-se

•Ore21.00Proiezionediuncortometraggioinpre-senzadell’autoreallaCattedraledell’Assunta

•Ore 21.00 Proiezione delleOpere in Concorso edelle opere delle sezioni speciali nelle seguentiareedelCastelloAragonesediIschia:-TerrazzadelSole-TerrazzadelConvento

•Ore21.15Proiezionediunlungometraggioinpri-ma serata al Piazzale delle Armi

•Ore 21.30 “ParliamodiCinema”Gli autori delle

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opereinselezioneincontranoilpubblicopressolaCattedraledell’Assunta

•Ore 22.00 Proiezione di un lungometraggio allaCattedraledell’Assunta

•Ore23.00Proiezionediunlungometraggioinse-conda serata al Piazzale delle Armi

Martedì 28 Giugno•Ore10.00AperturadellaBILCBorsaInternazio-naledelleLocationedelCineturismoedaseguireXIIIConvegnoNazionalesulCineturismo,riser-vatoagliaccreditatiprofessionali.

•Ore15.00XIIIConvegnoNazionalesulCineturi-smoriservatoagliaccreditatiprofessionali (ses-sionepomeridiana)

•Ore19.30FilmCocktailincontroriservatoagliac-creditati professionali, al Castello Aragonese

•Ore21.00Proiezionediuncortometraggioinpre-senzadell’autoreallaCattedraledell’Assunta

•Ore 21.00 Proiezione delleOpere in Concorso edelle opere delle sezioni speciali nelle seguentiareedelCastelloAragonesediIschia:-TerrazzadelSole-TerrazzadelConvento

•Ore21.15Proiezionediunlungometraggioinpri-ma serata al Piazzale delle Armi

•Ore 21.30 “ParliamodiCinema”Gli autori delleopereinselezioneincontranoilpubblicopressolaCattedraledell’Assunta

•Ore 22.00 Proiezione di un lungometraggio allaCattedraledell’Assunta

•Ore23.00Proiezionediunlungometraggioinse-conda serata al Piazzale delle Armi

Mercoledì 29 Giugno•Ore10.00SecondagiornatadilavoridelXIIICon-vegno Nazionale sul Cineturismo riservato agliaccreditati professionali

•Ore15.00Workshopriservatoagliaccreditatipro-fessionali

•Ore19.30FilmCocktailincontroriservatoagliac-creditati professionali, al Castello Aragonese

•Ore21.00Proiezionediuncortometraggioinpre-senzadell’autoreallaCattedraledell’Assunta

•Ore 21.00 Proiezione delleOpere in Concorso edelle opere delle sezioni speciali nelle seguentiareedelCastelloAragonesediIschia:-TerrazzadelSole-TerrazzadelConvento

•Ore21.15Proiezionediunlungometraggioinpri-ma serata al Piazzale delle Armi

•Ore 21.30 “ParliamodiCinema”Gli autori delleopereinselezioneincontranoilpubblicopressolaCattedraledell’Assunta

•Ore 22.00 Proiezione di un lungometraggio allaCattedraledell’Assunta

•Ore23.00Proiezionediunlungometraggioinse-conda serata al Piazzale delle Armi

Giovedì 30 Giugno •Ore19.30FilmCocktailincontroriservatoagliac-

creditati professionali, al Castello Aragonese•Ore21.00Proiezionediuncortometraggioinpre-senzadell’autoreallaCattedraledell’Assunta

•Ore 21.00 Proiezione delleOpere in Concorso edelle opere delle sezioni speciali nelle seguentiareedelCastelloAragonesediIschia:-TerrazzadelSole-TerrazzadelConvento

•Ore21.15Proiezionediunlungometraggioinpri-ma serata al Piazzale delle Armi

•Ore 21.30 “ParliamodiCinema”Gli autori delleopereinselezioneincontranoilpubblicopressolaCattedraledell’Assunta

•Ore 22.00 Proiezione di un lungometraggio allaCattedraledell’Assunta

•Ore23.00Proiezionediunlungometraggioinse-conda serata al Piazzale delle Armi

Venerdì 1 Luglio •Ore19.30FilmCocktailincontroriservatoagliac-

creditati professionali presso il Castello Aragone-se

•Ore21.00Proiezionediuncortometraggioinpre-senzadell’autoreallaCattedraledell’Assunta

•Ore 21.00 Proiezione delleOpere in Concorso edelle opere delle sezioni speciali nelle seguentiareedelCastelloAragonesediIschia:-TerrazzadelSole-TerrazzadelConvento

•Ore21.15Proiezionediunlungometraggioinpri-ma serata al Piazzale delle Armi

•Ore 21.30 “ParliamodiCinema”Gli autori delleopereinselezioneincontranoilpubblicopressolaCattedraledell’Assunta

•Ore 22.00 Proiezione di un lungometraggio allaCattedraledell’Assunta

•Ore23.00Proiezionediunlungometraggioinse-conda serata al Piazzale delle Armi

Sabato 2 Luglio Ore 21.00 al Piazzale delle Armi Proiezione delleoperevincitricidelfestival.Ingressoliberopergliaccreditatisettimanali.

Ore20.30allaCattedraledell’AssuntaChiusuradel-laXIVedizionedell’IschiaFilmFestival.

SeratadiGalaperlapremiazionedelleopereincon-corso della XIV edizione del premio Internazio-naleIFF.

Questo programma potrebbe essere soggetto adintegrazioni o piccoli cambiamenti. Le eventualimodifiche, inominatividegliospiti, gliartistipre-miatieleopereinconcorsosarannocomunicatinel-laconferenzastampaufficialechesiterrànelmesedi Giugno, nonché attraverso l’ufficio stampa delFestivalelapubblicazionesulsitowww.ischiafilm-festival.it

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