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UN’ISOLA D’ ORO ?

“… CI SIA ANCORA POSTO PER UN’ISOLA DOVE SI POSSA PENSARE ED ESPRIMERSI, CAMMINARE E, PERCHE’ NO, PROGREDIRE IN CONTINUAZIONE DI LIBERA UMANITA’…”

P. Lucrezia e C. Violante – III A P. Lucrezia e C. Violante – III A

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“… la bicocca: sopra ad un ampio poggio di tufo, secondo la regola delle città Etrusche; adagiata tra il Tevere e la strada ferrata del maggior traffico peninsulare, la quale solo per un riguardo alle antiche mura attutisce in vicinanza di esse lo sferragliare dei treni entro una doppia galleria; contornata, a rispetto, da colline e collinette ridenti e piane fruttiere per terre alluvionale, ricche di alberi, specie d’olmi e di pioppi …” ( Un’ isola d’oro di A. Di Marcantonio Pag. 11 )

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“… bicocca tuttavia, ma senza disprezzo; bicocca affumicata perché da 3000 anni le case stanno arroccate sul quel tufo, il tempo vi ha lasciato una patina che è indice di magnanimi lombi.

Un’ ordinanza comunale ha fatto obbligo di riverniciare tutte le facciate. Ma presto le case ingrigiscono, quasi sollecitate da un pudore antico ”.

( Pag. 12 )

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“ …Siamo al quanto retrivi, l’ho già detto; e pigri. […] E mi son reso conto di cosa sia il pane quotidiano quando ho rivisto il sole sopra le facce rossastre e pelose dei nostri contadini. […] Qualche volta l’uomo trascura i segni sottili del rinnovamento della vita …”

( Pag. 176 - 177- 178 )

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“… con il duomo e le case che irregolarmente la delimitano, la piazza di S. Maria, il forum, fa quartiere a sé. E’ una piazza piccola…“ ( Pag. 30 )

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“… il pezzo più antico della piazza è la fontana. Sta nel mezzo e sottoterra […] i giovinetti musicanti usavano scrivere dichiarazioni d’amore alle giovinette occhieggiate alla fontana, disegnando a mo’ di stemma in alto, sul foglio, lo strumento competenza, clarino tromba o grancassa …” ( Pag. 44 – 45 )

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“… nella mia infanzia le mattinate delle domeniche di primavera erano tutte piovose […]La pioggia chiara, i riflessi verde-chiari di tutti quegli ombrelloni che coprivano piazza e scalinata[…] Infondevano nel mioanimo una gioia profonda, un godimento intimo, infinito …” ( Pag. 47 )

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“… I ritorni sembra a volte che turbino il piccolo mondo dei ricordi e della fantasia […]

I silenzi sopra i tufi, davanti alla campagna identica nella vegetazione nel colore e nei

sentimenti nel lento e tenue profumo, danno il conforto che il tempo e il pensiero possano fermarsi ne momento proprio nostro, quello che appaga la nostra idea della vita …” ( Pag. 80 )

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“… In declivio verso il fiume e tutt’intorno alla bicocca, lungo gli argini tenuti su dai pioppi, questi orti opimi […] Isola d’ oro: colore profumi sapori, abbondanza di prodotti per feracità di terra …” ( Pag. 85 )

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LE FAVOLE DI NONNA NAZZARENAL’uomo è solo

“ Ogni uomo è solo nei momenti più veri della sua giornata, solo nei momenti in cui muore. Chi scopre questa realtà sente sopra le spalle il peso de mondo soltanto la fede può dargli o potrebbe ridargli la speranza” ( Pag. 94 – 95 )

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LE FAVOLE DI NONNA NAZZARENA

Il povero e il ricco “… Da ragazzi del resto non si ha voglia di guardare nel

fondo delle cose, e fortunatamente quel fondo, se pure intravisto, si perde nella nebbiolina dell’ottimismo […]

Più il ricco magnificava il proprio benessere dileggiando i calli e il pane duro del povero, tanto più questo si proclamava convito della propria felicità.

[…] gli << stati >> degli uomini saranno sempre tra loro diversi anche nei regimi così d’eguaglianza e conviene abituarcisi per non disperarsi …” ( Pag. 96-97 )

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ORTE TRA PASSATO e PRESENTE

… Sulla piazza i contadini venuti per la festa sostavano a gruppi… ( pag. 47 ) Ora Orte è quasi deserto.

Dove sono gli ortani?

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Gli orti, che prima costituivano la principale occupazione degli ortani, ora sono diventati un diletto per alcuni anziani.

ORTE TRA PASSATO e PRESENTE

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Ieri la piazza era vivace perché piena di persone

ORTE TRA PASSATO e PRESENTE

Oggi la piazza, piena di macchine, è senza vita

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ORTE TRA PASSATO e PRESENTELa pietra dello scandalo

Ieri: “… la pietra dello scandalo, sul lato sud della piazza […] Vi salivano a quell’epoca tutti i tenori della politica per i loro comizi […] Uno scendeva e un altro saliva […] E il vecchio popolo paziente e allenato ascoltava[…] era stata tolta dai fascisti…” ( pag. 36-39 )

Oggi: Ora la pietra è conservata nell’atrio del palazzo comunale perché ha perso la sua originaria, importante, funzione: stimolare una cittadinanza attiva