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REGIONE PUGLIA

Piano Regionale per l’internazionalizzazione della Regione Puglia

PRINT PUGLIA

LINEE GUIDA PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA REGIONE PUGLIA

2007 - 2013

VERSIONE BOZZA

Bari, marzo 2006

Realizzato con la collaborazione tecnica

del Ministero degli affari esteri e del Ministero per le attività produttive

- Progetto Italia Internazionale Sei Regioni per cinque Continenti, Misura I.2, Pon-Atas, QCS 2000-2006 -

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SOMMARIO

INTRODUZIONE.........................................................................................................................4 LE CRITICITÀ DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE REGIONALE................................4 LINEE GUIDA PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE REGIONALE...............................7 OBIETTIVI STRATEGICI DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE REGIONALE ...........10 LINEE PRIORITARIE DI INTERVENTO PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA REGIONE PUGLIA NEL PERIODO 2007-2013.......................................................12

LINEA 1 - L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEI SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI ............. 13 1.1. Premessa: i vettori di sviluppo per l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali .........................13 1.1.1 Governance dei processi regionali di internazionalizzazione.........................................................................13 1.1.2 Cultura dell’internazionalizzazione .........................................................................................................15 1.1.3 Competitività internazionale ....................................................................................................................16 1.2. Obiettivi della Linea ...................................................................................................................................18 1.3. Indirizzi strategici di intervento per l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali.......................21 Linea 1.1 Proiezione internazionale del “Sistema Puglia” ............................................................................21 Linea 1.2 Sostegno ai percorsi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali................................24 Linea 1.3 Attrazione degli Investimenti ..........................................................................................................26 Linea 1.4 Potenziamento delle Reti di collegamento internazionale.............................................................27

LINEA 2 - L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL TERRITORIO (CULTURA, AMBIENTE E TURISMO)............................................................................................................................................ 28

2.1 Premessa: Il ruolo della “cultura” nei processi di internazionalizzazione del territorio .............................28 2.2. Obiettivi della Linea ...................................................................................................................................29 2.3 Indirizzi strategici di intervento per l’internazionalizzazione del territorio ...............................................31 Linea 2.1 Promozione della cultura pugliese all’estero..................................................................................32 Linea 2.2 Valorizzazione dei legami culturali con l’estero.............................................................................33 Linea 2.3 - Valorizzazione del ruolo dei pugliesi nel mondo ........................................................................34 Linea 2.4 Promozione di interventi strategici in campo culturale ed ambientale in linea con l’evoluzione del contesto culturale su scala internazionale ................................................................................................35 Linea 2.5 Valorizzazione del territorio pugliese all’interno dei circuiti nazionali ed internazionali del turismo “sostenibile” .......................................................................................................................................35 Linea 2.6 Implementazione di Azioni di cooperazione internazionale in materia ambientale....................37

LINEA 3 - COOPERAZIONE ISTITUZIONALE INTERNAZIONALE .....................38 3.1 Premessa: le motivazioni della Cooperazione Istituzionale Internazionale .................................................38 3.2. Obiettivi della Linea ...................................................................................................................................39 3.3 Indirizzi strategici di intervento per la cooperazione istituzionale internazionale......................................40 Linea 3.1 - Sviluppo di azioni di collaborazione istituzionale bilaterale e multilaterale..............................41 Linea 3.2 - Sviluppo di Politiche regionali per l’immigrazione .....................................................................42 Linea 3.3 - Sviluppo della Cooperazione Internazionale ...............................................................................42 Linea 3.4 - Sviluppo della Cooperazione per la coesione economica e sociale .............................................43

LINEA 4 - FORMAZIONE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE .................................45 4.1 Premessa: la formazione come mezzo di sviluppo del capitale sociale della comunità locale .......................45 4.2. Obiettivi della Linea ...................................................................................................................................46 4.3 Indirizzi strategici di intervento per la formazione per l’internazionalizzazione........................................46 Linea 4.1 Promozione di percorsi di internazionalizzazione all’interno del sistema di formazione e di ricerca della Puglia ...........................................................................................................................................46 Linea 4.2 Sostegno alla formazione all’internazionalizzazione all’interno dei sistemi produttivi locali ....47 Linea 4.3 Sviluppo di strumenti di formazione all’internazionalizzazione rivolti ad immigrati ed alle comunità di origine italiana residenti all’estero. ............................................................................................48 Linea 4.4 Accrescimento degli strumenti di formazione all’internazionalizzazione a disposizione all’interno della Pubblica Amministrazione ...................................................................................................49

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LINEA 5 - AZIONI DI GOVERNANCE DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE REGIONALE...............................................................................................................................51

5.1 Premessa: Il modello di Governance della politica regionale di Internazionalizzazione del territorio.........51 5.2. Obiettivi della Linea ...................................................................................................................................53 5.3 Indirizzi strategici di intervento per la governance dell’internazionalizzazione regionale .........................54 Linea 5.1 - Sviluppo delle strutture necessarie per la governance dei processi di internazionalizzazione della Regione Puglia ........................................................................................................................................54 Linea 5.2 - Sistematizzare le iniziative di internazionalizzazione e coordinare le modalità di attuazione e le procedure relative alla cooperazione decentrata........................................................................................55 Linea 5.3 - Promuovere la cultura della comunicazione istituzionale verso un modello di comunicazione integrata che contribuisca alla nuova governance dei processi di internazionalizzazione............................56

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INTRODUZIONE L’obiettivo del presente documento “Linee Guida per l’internazionalizzazione della Regione Puglia” è quello di definire le linee strategiche del modello istituzionale di internazionalizzazione regionale, a valere per il periodo 2007-2013. Tale documento prende le mosse dall’attività di “Ricognizione delle potenzialità di internazionalizzazione della Regione Puglia (Mappatura) Anno 2002-2003” e dal documento “L’Internazionalizzazione della Regione Puglia: un nuovo quadro di riferimento, novembre 2004” già realizzati dalla Regione Puglia con l’assistenza tecnica degli esperti del Ministero degli affari esteri (MAE) e del Ministero per le attività produttive (MAP) nell’ambito del Progetto Operativo “Italia Internazionale Sei Regioni per cinque Continenti”, PON ATAS 2000-2006, Misura I.2.

La condivisione di tali linee strategiche con gli operatori regionali costituirà la base di partenza per la definizione della programmazione regionale nel settore dell’internazionalizzazione per il prossimo periodo 2007-2013.

Il presente documento di “Linee guida” intende, in particolare:

- definire gli obiettivi strategici dell’internazionalizzazione regionale per il periodo 2007-2013;

- delineare, rispetto agli obiettivi strategici così definiti, percorsi comuni e linee prioritarie di intervento per orientare l’attività di programmazione della Regione in tema di internazionalizzazione;

- indicare, per ogni linea prioritaria di intervento, obiettivi specifici ed indirizzi strategici.

LE CRITICITÀ DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE REGIONALE Dall’analisi del quadro di riferimento rispetto al potenziale di sviluppo internazionale della Regione Puglia sono emerse le seguenti criticità principali in merito all’internazionalizzazione regionale:

- Il rischio di “spiazzamento” dei sistemi produttivi locali rispetto all’evoluzione della dinamica economica internazionale. Il mutamento economico internazionale registrato negli ultimi decenni, l’emergere di nuovi modelli di consumo, l’espansione dei mercati con l’affacciarsi di nuovi protagonisti sulla scena internazionale (come, ad esempio, i Paesi dell’Europa Centro -Orientale, la Cina e l’India, ecc.) hanno determinato, infatti, profonde ripercussioni sulle dinamiche di internazionalizzazione della realtà produttiva pugliese, orientata principalmente ai settori tradizionali del modello di specializzazione italiano (agro-alimentare, cuoio e calzature, abbigliamento e industrie tessili, arredo e mobili) e caratterizzata dalla presenza prevalente delle PMI. Di fronte alla rapida evoluzione dello scenario economico internazionale, sia sul fronte della domanda che sul versante dell’offerta, i sistemi produttivi locali sono ad evidente rischio “spiazzamento”. Nonostante la diffusione di produzioni di qualità e di esperienze significative nei processi di scambio a livello internazionale, la scarsa presenza nei settori più innovativi e la bassa

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propensione a partecipare a forme più avanzate di internazionalizzazione ed a perseguire una maggiore diversificazione geografica dei mercati di riferimento, più in linea con le tendenze globali acuiscono il rischio di una progressiva, generale, perdita di competitività dei sistemi produttivi locali e della conseguente emarginazione sullo scenario economico-produttivo mondiale.

- La scarsa valorizzazione del potenziale del territorio pugliese in termini di fruizione turistica. La Regione Puglia, infatti, nonostante le bellezze naturali e culturali di cui dispone, a differenza di altre regioni del Mezzogiorno, non è ancora percepita come una regione a vocazione turistica, ma una regione a vocazione rurale dove la cultura contadina e marinara hanno disegnato non solo il modus vivendi ma anche i contorni dell’ambiente interno e costiero e l’architettura dominante. Non hanno, inoltre, giovato le strategie adottate nel passato fondate su una distinzione miope fra agricoltura, cultura, ambiente e turismo, che hanno prodotto indirizzi programmatici indipendenti se non, in alcuni casi, conflittuali. Allo stesso tempo, tuttavia, qualificati riconoscimenti internazionali attribuiscono ad alcuni siti pugliesi grande valore storico e culturale. Nel giro di pochi anni, e a pochi chilometri di distanza, l’UNESCO ha, infatti, riconosciuto patrimonio dell’umanità i Sassi di Matera, siti nella confinante regione della Basilicata, i trulli di Alberobello e Castel del Monte. Ad un rinnovato atteggiamento della popolazione nei confronti dei luoghi di origine fa eco la pubblica amministrazione che diventa più consapevole del valore di questi siti e si impegna nella tutela dei luoghi e nel loro sviluppo sostenibile. Contestualmente iniziano a prender forma delle forme di integrazione tra attività connesse al territorio opportunamente tutelate dal legislatore; la normativa nazionale per il sostegno delle attività agrituristica, risalente al 1985, è la prima e significativa iniziativa di politica integrata che riconosce un valore aggiunto alla associazione della attività agricola con quella ricettiva. Questa integrazione è accentuata dalle neonate “Strade dell’olio e del vino” che valorizzano i percorsi enogastronomici.

- Una cooperazione internazionale viziata della “sindrome comunitaria” del riequilibrio ad Est. Dal punto di vista della cooperazione internazionale, la Regione Puglia rischia, così, di perdere l’opportunità politica della costruzione dell’area euromediterranea. Sarà pertanto necessario, nel prossimo futuro, invertire tale tendenza, investendo, sempre più attivamente, nella partecipazione ai programmi ed alle iniziative che riguardano la nuova Politica di Prossimità dell’Unione Europea. Ciò, oltre a costituire un importante stimolo alla crescita delle relazioni bilaterali tra le due sponde del Mediterraneo, potrebbe contribuire a promuovere l’adeguamento delle strutture produttive locali ed a garantire una loro più efficace partecipazione ai vantaggi indotti dalla creazione dell’area di libero scambio euromediterranea. La regione Puglia può svolgere in questo ambito un ruolo centrale, grazie alla sua vocazione marittima ma anche alle prospettive di sviluppo nel settore del trasporto aereo come in quello terrestre (si pensi, al Corridoio VIII), configurandosi come “area naturale” di incontro delle rotte di collegamento tra il Nord ed il Sud e tra l’Est e l’Ovest d’Europa. In virtù di tale specificità, la Puglia potrebbe farsi promotrice di iniziative capaci di coinvolgere allo stesso tempo i territori europei del mediterraneo, i paesi nuovi

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aderenti, quelli di prossima adesione ed i paesi del bacino del Mediterraneo, partendo dalle comuni radici storiche e culturali e attualizzando le antiche relazioni con quelle oggi esistenti, da riannodare o da rafforzare.

- La “polverizzazione” degli interventi di formazione per l’internazionalizzazione e mismatch tra il mondo della formazione e quello imprenditoriale. Spesso, infatti, i soggetti che operano nel mondo della formazione per l’internazionalizzazione non sono coordinati tra di loro. Il risultato è l’eccessiva polverizzazione delle iniziative che impedisce la realizzazione di economie di scala e la produzione di un impatto più ampio sia su scala regionale che nazionale e comunitaria. Spesso, inoltre, è stata rilevata una preoccupante mancanza di informazioni sulle principali opportunità di finanziamento esistenti ed è stata sottolineata la possibilità per la Regione Puglia di svolgere un ruolo più attivo come istanza di coordinamento e di informazione sugli strumenti finanziari potenzialmente a disposizione degli attori locali per la realizzazione di iniziative a valenza internazionale. E’ emerso anche un mismatch tra il mondo della formazione e quello imprenditoriale che si realizza sia con la preparazione di personale non perfettamente adeguato alle esigenze specifiche del mondo dell’impresa, che con la mancanza di finanziamenti rilevanti - a parte alcuni casi specificatamente limitati a realtà che costituiscono un’eccezione nel panorama regionale - da parte della realtà imprenditoriale verso il sistema della formazione e della ricerca locale. Infine, la Regione Puglia, al pari di altre realtà meridionali, è colpita da un preoccupante fenomeno di “fuga dei cervelli”. Solo la promozione di attività volte ad arricchire il tessuto culturale e connettivo del territorio può contribuire a frenare e, auspicabilmente, ad invertire tale processo.

- L’assenza di un adeguato modello di governance a sostegno dell’internazionalizzazione del territorio. La Regione Puglia non dispone, infatti, di strutture interne specificatamente dedicate al tema dell’internazionalizzazione. Con l’insediamento dell’attuale giunta regionale, è stato tuttavia avviato un significativo processo di riorganizzazione interna al fine di mettere a punto le strutture e le competenze necessarie per garantire il coordinamento ed il presidio di tutte le iniziative relative al tema.

L’adozione del PRINT rappresenta uno dei momenti fondamentali di questo processo. Il tema dell’internazionalizzazione del ”Sistema Puglia” è, infatti, un tema complesso, articolato e multidisciplinare, che attraversa trasversalmente le funzioni e le competenze dei vari Uffici Regionali. Risulta, pertanto, assolutamente necessario assicurare il necessario coordinamento funzionale e operativo delle attività, nonché azioni specifiche di formazione degli addetti. Dall’analisi dell’organizzazione attuale della Regione si evidenza la necessità di affrontare gli aspetti più funzionali affidandosi ad un supporto tecnico stabile, interno all’amministrazione, in grado di fornire quelle competenze tecnico-gestionali dei progetti che risultano indispensabili per poter programmare e realizzare adeguatamente le idee progettuali.

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LINEE GUIDA PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE REGIONALE Il processo di internazionalizzazione è un processo di lungo termine che richiede capitale umano, capitale sociale, strategie di rete e politiche coordinate e coerenti. Tale processo va costruito, ripensando la “cultura del territorio e dell’economia locale”, a partire dalla scuola pubblica, tramite azioni di medio e lungo termine.

Tuttavia, nel breve termine, è possibile comunque incidere significativamente su tale processo, recuperando il patrimonio di eccellenze regionali e le “buone pratiche” dal punto di vista delle strategie competitive, tramite azioni di “animazione territoriale”, capaci di:

- identificare le imprese e gli operatori attivi nei settori chiave del “Sistema Puglia” – settori produttivi, sistemi territoriali, sistemi turistici locali, sistema accademico e della R&ST, reti infrastrutturali, e così via - più propensi ad un inserimento nei processi di internazionalizzazione;

- garantire le opportune forme di assistenza tecnica e di accompagnamento istituzionale;

- fornire capitale umano qualificato tramite nuovi percorsi formativi e professionali;

- assicurare strumenti di intervento e finanziamenti adeguati;

- instaurare legami istituzionali più forti a livello internazionale.

Parallelamente, è necessario promuovere azioni tese alla “riscoperta” del valore intrinseco del territorio nelle dinamiche di sviluppo locale e di competitività internazionale, valore oggi ancora sottostimato dagli operatori locali. E’, cioè, fondamentale comprendere che solo attraverso l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi e territoriali locali nel loro complesso, la piccola impresa o il singolo operatore potrà arricchirsi di una “visibilità” e di un’ “identità di area”, che rappresenta l’unico vero vantaggio comparato, in grado di assicurare una competitività di lungo termine sui mercati internazionali. Ciò richiede la capacità di valorizzare la c.d. “conoscenza incorporata” nel territorio, che rimane alla base delle “radici locali” dei sistemi produttivi regionali.

Le produzioni del Made in Italy, sebbene classificate come produzioni tradizionali, non possono infatti essere considerate produzioni mature a bassa intensità tecnologica. Esse incorporano conoscenza, innovazione e sono dotate di caratteristiche qualitative tali da essere difficilmente sostituibili con quelle realizzate dalle economie emergenti. Recenti studi sui vantaggi comparati del Made in Italy, sia nei confronti delle nuove economie emergenti (Cina ed India), sia all’interno del mercato comune europeo, nei confronti dei nuovi paesi membri dell’Europa Centro-Orientale, evidenziano efficacemente come la perdita di competitività internazionale delle produzioni nazionali sia al momento un falso problema, dato che le produzioni nazionali si mantengono su posizioni qualitative che rimangono, di fatto, al di fuori della portata dei nuovi competitor.

Nell’attuale sistema economico internazionale, in cui le interrelazioni fra i soggetti economici si fanno sempre più stingenti, la cooperazione strategica ed il radicamento

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territoriale determinano condizioni di competitività specifiche e non altrove riproducibili. Ne consegue che il successo nel mercato globalizzato, caratterizzato da spinte competitive “estreme”, discende, da un lato, dalla capacità di imprimere un’identità territoriale ai prodotti realizzati, dall’altro da capacità organizzative, che rimangono socialmente, storicamente e territorialmente specifiche.

In quest’ottica, lo stesso fenomeno di “spiazzamento” dei sistemi produttivi locali pugliesi, sopra ricordato, va interpretato, più correttamente, come un necessario processo su scala locale di “trasformazione dell’organizzazione internazionale della produzione”, capace di realizzare una più consapevole partecipazione alle reti produttive internazionali, tramite una maggiore integrazione delle proprie competenze all’interno di catene del valore più ampie, frutto di processi di apprendimento ed organizzativi specifici del territorio di origine. Solo un’adeguata comprensione di tali processi, permetterà agli attori locali di cogliere e favorire le trasformazioni indotte nelle dinamiche dello sviluppo locale dall’integrazione internazionale della produzione e della conoscenza, e di promuovere specifiche azioni di “valorizzazione” del territorio, senza adottare strategie di breve termine che, nella migliore delle ipotesi, sono ininfluenti dal punto di vista dei processi di lungo termine di assestamento delle catene globali di produzione, e nella peggiore delle ipotesi rischiano di ostacolare tali processi con esiti imprevedibili e perversi.

La “cultura” rimane quindi uno degli elementi centrali della competitività del sistema produttivo locale su scala internazionale, al pari del progresso tecnologico e del capitale fisico. Senza conoscenze o con conoscenze inadeguate, cioè senza quel complesso di competenze accumulate dagli individui e costituite dallo scambio di idee, di informazioni, di esperienze, di servizi, di comunicazioni, la possibilità di innovare, di aprirsi verso nuove realtà, di stabilire reti e collegamenti con altri operatori nazionali ed esteri viene meno o risulta fortemente limitata.

E’ fondamentale, in quest’ottica, adottare linee strategiche innovative capaci, da un lato, di favorire una diversa e migliore “cultura dell’internazionalizzazione”, attraverso l’individuazione di percorsi formativi specifici, e dall’altro adottare strategie specifiche di promozione delle reti di relazioni culturali sia all’interno, fra le diverse “isole” economico-produttive regionali, sia su scala più ampia, nell’ambito della cooperazione internazionale fra territori.

Per far ciò, bisogna preliminarmente comprendere che l’internazionalizzazione del territorio non significa esclusivamente favorire l’apertura del sistema economico attraverso azioni di promozione delle esportazioni o degli investimenti (internazionalità economico-produttiva), ma anche sviluppare rapporti di collaborazione con realtà esterne che permettano di acquisire conoscenze e competenze sociali e culturali utili per favorire un’adeguata proiezione internazionale del territorio (internazionalità socio-culturale). Nel perseguimento di quest’ultimo obiettivo un ruolo essenziale va attribuito alla scuola e al sistema formativo più in generale che, più di altri, possono contribuire a creare un terreno favorevole allo sviluppo di professionalità competenti, culturalmente vivaci e capaci di adattarsi ad una società in rapida evoluzione. Tale finalità risulta importante anche nell’ottica di una progressiva riduzione dell’emigrazione di risorse umane locali qualificate e della creazione di nuove opportunità occupazionali.

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Il percorso di crescita culturale ed organizzativa degli operatori locali non si genera, infatti, spontaneamente, ma va accompagnato da una “strategia di sistema” a livello istituzionale. In quest’ottica il ruolo dell’Amministrazione regionale rimane fondamentale. Essa svolge la duplice funzione di depositario del patrimonio specifico di conoscenza del territorio e di stimolo principale al cambiamento in risposta ai mutamenti economici internazionali. Ciò richiede, tuttavia, la capacità dell’Ente Regione di realizzare un’azione istituzionale coordinata e coerente, evitando il più possibile azioni “una tantum” e realizzando modelli di governance del processo ed interventi concreti in prospettiva di medio-lungo termine che sappiano costituire una fonte di sostegno continua, capace di ridurre il grado di “incertezza” delle scelte imprenditoriali lungo tutte le tappe del processo di internazionalizzazione.

Si tratta in pratica di realizzare un “nuovo modello per l’internazionalizzazione territoriale”, capace sia di incidere significativamente sulle criticità sopra evidenziate, sia di avviare nuove iniziative di collaborazione trans-nazionale e di favorire un ricollocamento globale delle “traiettorie” endogene di sviluppo territoriale, fondate sulle caratteristiche locali. Il tutto in un “contesto” caratterizzato da una pericolosa tendenza all’arroccamento sull’esistente, al diffondersi di un generale senso di sfiducia e pessimismo sul futuro, ad una situazione politica-economica internazionale caratterizzata dall’emergenza finanziaria a livello statale; da perturbazioni politiche internazionali, da perdita generalizzata del potere di acquisto, dal dissesto del risparmio, ecc..

Tale complessa strategia dovrà essere fondata su tre direttrici principali:

i. l’adozione di un “set” di indirizzi strategici coordinati e coerenti orientati ad obiettivi di medio termine per il governo dei processi di internazionalizzazione delle principali componenti del “Sistema Puglia”;

ii. la realizzazione di programmi ed interventi di “animazione territoriale” sul territorio del tipo “bottom-up” (progetti paese, progetti settore, ecc.) in grado di garantire una maggiore condivisione e partecipazione degli operatori regionali ai vari livelli del sistema economico ed istituzionale;

iii. la realizzazione di una vera e propria “cabina di regia” capace di governare il processo a livello strategico e di elaborare e rendere fruibili le informazioni strategiche disponibili a livello internazionale.

La decisione della Regione Puglia di dotarsi del PRINT testimonia lo sforzo intrapreso dall’amministrazione regionale di avviare concretamente una “strategia di sistema” a livello regionale. Il PRINT si fonda infatti su logiche di programmazione integrata, coordinamento strategico e partenariato istituzionale e nasce dall’esigenza di dare forma organica alle iniziative di internazionalizzazione, avviate e partecipate dall’Ente Regione, in modo da garantire una gestione coerente e sistematica delle iniziative di apertura dei sistemi regionali verso l’esterno.

Il successo del PRINT è tuttavia legato alla capacità dell’Ente regione di rappresentare, effettivamente, il luogo di confronto continuo e di elaborazione delle strategie e delle priorità fra tutti gli attori dell’internazionalizzazione locale, nel quadro di una

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strategia coordinata e coerente, in cui la Regione acquista il ruolo di centro propulsivo dello sviluppo del territorio nel suo complesso.

OBIETTIVI STRATEGICI DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE REGIONALE Le tendenze dell’internazionalizzazione regionale, unitamente agli indirizzi strategici sopra riportati, evidenziano la necessità che il processo di internazionalizzazione della Regione Puglia nei prossimi anni sia incentrato sui seguenti obiettivi strategici di medio-lungo termine:

- Una maggiore centralità, nell’ambito del processo di internazionalizzazione regionale, del ruolo del “territorio” nel suo complesso. Ciò in base alla convinzione che solo attraverso l’internazionalizzazione dell’intero sistema territoriale sia possibile assicurare forme di competitività economico-produttive sui mercati mondiali in una prospettiva di lungo termine, valorizzare le specificità culturali, ambientali e turistiche presenti sul territorio, nonché avviare forme qualificate e durevoli di cooperazione internazionale.

- Il superamento della tradizionale concezione dell’internazionalizzazione limitata ai soli aspetti commerciali e produttivi, privilegiando l’adozione di un percorso di internazionalizzazione capace di coniugare ed integrare, in un’ottica internazionale, tutti gli interventi in campo economico, culturale e di cooperazione.

- La necessità di spostare l’ottica dell’internazionalizzazione dalla logica degli interventi “una tantum” e finalizzati soprattutto alle imprese esportatrici ad un modello di interventi “di sistema” a beneficio di tutta la rete di relazioni a valenza territoriale. Ciò nella consapevolezza che la costruzione ed il rafforzamento dei collegamenti materiali ed immateriali, che rappresentano gli elementi essenziali per la proiezione internazionale complessiva del territorio, poggiano, di fatto, su di una serie di attività caratterizzate da una minore “visibilità” internazionale.

- La necessità di assegnare al territorio pugliese un ruolo attivo nelle dinamiche e nei processi di crescita ed integrazione internazionale, in linea con i moderni paradigmi di sviluppo economico e le più recenti teorie dello sviluppo endogeno. Ciò significa promuovere azioni tese alla “riscoperta” del valore intrinseco del territorio nelle dinamiche di sviluppo locale e di competitività internazionale, per trasformare quello che è attualmente un generico sentimento di identità locale in un vero e proprio fattore di vantaggio comparato su scala internazionale.

- La valorizzazione delle risorse territoriali ed il recupero del patrimonio di “conoscenza” e del suo valore intrinseco. Ciò significa valorizzare quel complesso di competenze accumulate dagli individui e costituite dallo scambio di idee, di informazioni, di esperienze, di servizi, di comunicazioni che permette di aprirsi verso nuove realtà, di stabilire reti e collegamenti con altri territori nazionali ed esteri. Recuperare questo patrimonio di conoscenze significa

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adottare strategie di promozione dei cosiddetti “beni relazionali”, intesi come insieme di valori, rapporti, interconnessioni e sinergie che consentono, in determinati contesti ambientali, la produzione e diffusione di conoscenze specifiche, capaci di determinare una produttività maggiore rispetto a quella ottenibile con il medesimo capitale umano e fisico in altri contesti.

- La realizzazione di un nuovo modello di governance dei processi di internazionalizzazione, fondato sulla programmazione degli interventi ed il partenariato dei soggetti coinvolti. La Regione si candida, in quest’ottica, come centro propulsivo dello sviluppo del territorio nel suo complesso, nonché luogo privilegiato di confronto continuo e di elaborazione delle strategie e delle priorità fra tutti gli attori dell’internazionalizzazione locale, nel quadro di una strategia unica, coordinata e coerente.

Il quadro complessivo degli obiettivi strategici di internazionalizzazione regionale si pone al centro delle attuali politiche di governo regionale che identificano chiaramente la necessità di “promuovere direttamente e di raccordare tutte le iniziative, istituzionali, diplomatiche, culturali, scientifiche, sociali ed economiche…” al fine di potenziare e realizzare le opportunità di sviluppo della competitività locale, di collaborazione istituzionale, di integrazione sociale e di cooperazione guardando ai vicini Paesi del Mediterraneo, dell’area balcanica ed oltre.

Tale quadro di obiettivi strategici detta quindi le condizioni per la messa a punto di un modello di intervento organico che tenga conto della necessità di concertare e coordinare obiettivi, indirizzi e piani d’azione rispetto alle diverse linee di intervento da attivarsi a sostegno delle principali componenti del processo di internazionalizzazione del “Sistema Puglia”:

1. i sistemi produttivi locali;

2. gli asset territoriali (cultura-ambiente-turismo);

3. la cooperazione interistituzionale;

4. le reti della formazione, della ricerca e dell’innovazione;

5. il sistema di governance dell’internazionalizzazione.

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LINEE PRIORITARIE DI INTERVENTO PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA REGIONE PUGLIA NEL PERIODO 2007-2013 A partire dall’analisi dei risultati dei diversi studi sull’effettivo potenziale di sviluppo dell’apertura internazionale dell’economia pugliese, il presente documento di linee guida propone la puntuale identificazione degli obiettivi ed indirizzi politici da perseguire negli interventi di sostegno ai processi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi, culturali e territoriali locali da collocare su più livelli – locali, nazionali, internazionali – e con il coinvolgimento di più soggetti – pubblici, privati, associativi, interistituzionali e così via.

L’attuale scenario di riferimento internazionale in cui si inserisce l’azione programmatica dell’Amministrazione regionale, porta alla luce, per il sistema imprenditoriale locale, numerose sfide e opportunità sui mercati esteri, al cospetto dei relativi vantaggi e svantaggi competitivi del “Sistema Puglia”.

In particolar modo, si delinea un contesto di mercato globale in forte evoluzione, contrassegnato dalla formazione di una nuova struttura internazionale della produzione, favorita dalla presenza di nuovi competitors, soprattutto di origini asiatiche, che incentrano la propria competitività sui fattori di costo e di scala. L’inserimento di tali Paesi nei principali mercati delle produzioni “Made in Italy”, tradizionalmente frequentati anche dalle piccole e medie imprese esportatrici pugliesi, ha già inciso negativamente sulla capacità di tenuta delle quote di mercato dell’Italia che attualmente sconta anche un sostanziale svantaggio competitivo sul versante dei cambi per effetto dell’apprezzamento dell’Euro. Inevitabilmente, le ricadute di questo scenario sui sistemi produttivi locali sono rilevanti, con conseguenze significative in termini di fabbisogni di innovazione e di riposizionamento strategico-competitivo dell’attuale sistema di offerta sui mercati internazionali.

Inoltre, sebbene l’internazionalizzazione costituisca una dimensione fondamentale dello sviluppo economico locale, si evidenziano alcune carenze intrinseche della struttura del sistema produttivo regionale, specie in relazione ai modelli imprenditoriali più diffusi sul territorio, nonché alla dotazione infrastrutturale regionale, che costituiscono fattori di ostacolo all’apertura verso i mercati internazionali.

Sulla scorta quindi di un’attenta ricognizione delle condizioni di sviluppo dei principali settori e filiere produttive che caratterizzano l’economia regionale, in questa sede, si presentano i principali vettori di sviluppo per la promozione dei processi di internazionalizzazione presso i sistemi produttivi, culturali e territoriali locali, i quali s’innestano sulle nuove politiche regionali enucleate dal Documento Strategico Regionale Preliminare (DSRP) per il 2007-13 che identifica tre grandi assi strategici di intervento articolati nell’ambito di “una dimensione internazionale dell’azione amministrativa”, ovvero:

i. le politiche di contesto; ii. le politiche della ricerca e della innovazione dei sistemi produttivi; iii. le politiche di inclusione sociale (lavoro, formazione, welfare).

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LINEA 1 - L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEI SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI 1.1. Premessa: i vettori di sviluppo per l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali

Lo sviluppo economico regionale dipende in misura crescente dal modello di interazione tra sviluppo locale e mercato globale che viene a crearsi sul territorio e dalla relativa capacità dei diversi attori coinvolti, a tutti i livelli del sistema imprenditoriale ed istituzionale, di inserirsi attivamente nei processi di internazionalizzazione e di presidiare le opportunità di integrazione e collaborazione presenti sui mercati esteri.

Il successo dello specifico modello regionale di interazione è, tuttavia, condizionato dalla combinazione di due serie di fattori:

- i fattori endogeni del territorio (la struttura produttiva, la dotazione infrastrutturale, la propensione all’apertura internazionale, la cultura imprenditoriale dominante e così via) che ne determinano i relativi vantaggi e svantaggi competitivi;

- i fattori esogeni al contesto locale (l’andamento dell’economia internazionale, la struttura del mercato internazionale, lo scenario competitivo internazionale, il quadro istituzionale, il quadro di regolamentazione degli scambi e rapporti internazionali, e così via) che producono, alternativamente, gli stimoli e le barriere ai potenziali percorsi di internazionalizzazione.

Incidere positivamente sulla capacità del sistema economico locale di interagire ed aprirsi maggiormente sui mercati esteri impone quindi la necessità di predisporre politiche di intervento a favore delle diverse componenti dello sviluppo locale, ponendo al centro le esigenze di crescita competitiva delle imprese nella nuova dimensione globale del mercato e puntando sulla riqualificazione del territorio e dei sistemi produttivi locali in ambito internazionale.

In questo contesto, lo sforzo programmatico della Regione Puglia in materia di sostegno ai processi di internazionalizzazione a livello regionale deve percorrere contemporaneamente più vettori di sviluppo che, nel loro insieme, siano in grado di rispondere ad obiettivi di consolidamento e proiezione dei punti di forza dell’intero “sistema Puglia” sui mercati esteri.

Nello specifico, le politiche regionali di promozione e di sviluppo dei processi di internazionalizzazione del sistema economico locale, coerentemente con i principi di base delle politiche di intervento dell’attuale governo regionale e con gli orientamenti del DSRP, si fondano prioritariamente sui seguenti vettori:

i. la governance dei processi regionali di internazionalizzazione;

ii. la cultura dell’internazionalizzazione;

iii. la competitività internazionale.

1.1.1 Governance dei processi regionali di internazionalizzazione Innanzitutto, le politiche di internazionalizzazione debbono essere coerenti con una visione di “programmazione strategica” dello sviluppo locale e della competitività regionale che metta in relazione gli obiettivi di apertura internazionale con le effettive

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potenzialità del territorio. Perciò, le politiche da attuare non possono prescindere da un’intensa collaborazione tra istituzioni ed operatori economici a livello regionale e nazionale, finalizzata a concordare obiettivi e modalità di sviluppo e promozione dei fattori di attrazione e di competitività locali in relazione alle opportunità da perseguire sui mercati internazionali.

Inoltre, con l’intervento della riforma del Titolo V della Costituzione Italiana che ridefinisce i ruoli e le competenze in merito alla regolamentazione di numerose materie correnti tra cui i rapporti internazionali ed il commercio con l’estero, il nuovo assetto di potere legislativo impone all’Amministrazione regionale di costruire un nuovo sistema di governance che sia in grado di esprimere le competenze specialistiche necessarie per assolvere ai nuovi compiti e detta le condizioni per una significativa interazione tra Amministrazioni locali e centrali affinché i rispettivi sforzi di promozione dei processi di internazionalizzazione siano ricondotti, nei limiti del possibile, verso obiettivi comuni.

Il nuovo quadro di riferimento in materia di governance dei processi regionali di internazionalizzazione pone anche le basi per l’istituzione di una funzione di coordinamento “strategico” da parte dell’Amministrazione regionale, intesa a formulare le linee di indirizzo ed integrare le iniziative di sviluppo e promozione internazionale a favore del “Sistema Puglia” proposte dai vari soggetti istituzionali ed enti preposti a livello locale e nazionale, riconducendoli verso gli obiettivi di sviluppo sistemico.

Sebbene le soluzioni da adottare ai fini di garantire la governance in materia di internazionalizzazione riguardano anche altri settori di intervento (quali ad esempio, la cooperazione, la promozione turistica, i rapporti con le Istituzioni e l’Unione Europea) nel quadro complessivo del processo di definizione del sistema di governance dalla Regione Puglia, si evidenzia l’esigenza di garantire lo sviluppo quantomeno delle seguenti dimensioni specifiche, funzionali a sostenere l’apertura internazionale dei sistemi produttivi locali:

- l’interazione con il territorio locale ed il “partenariato” tra i diversi attori interessati, di natura pubblica e privata, intesa a garantire le necessarie forme di cooperazione e collaborazione al fine di condividere obiettivi e piani di intervento ed attuare, in modo efficace, programmi e strumenti di intervento;

- la cooperazione inter-istituzionale tra gli enti regionali e nazionali preposti alla promozione dei processi di internazionalizzazione e di attrazione degli investimenti;

- i rapporti “istituzionali” con i Paesi-mercato ritenuti prioritari per lo sviluppo internazionale del sistema economico pugliese, finalizzati a stabilire condizioni favorevoli per l’attivazione di rapporti d’affari tra gli operatori locali e quelli esteri;

- l’organizzazione interna di governo del ciclo di programmazione e di monitoraggio degli interventi a sostegno della promozione del “Sistema Puglia” e dei processi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali.

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1.1.2 Cultura dell’internazionalizzazione Un ulteriore elemento da prendere in considerazione nella definizione delle politiche di sostegno ai percorsi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali è l’approccio “culturale” tipicamente adottato dal sistema imprenditoriale ed istituzionale in relazione alla gestione di opportunità di relazioni economiche con i mercati esteri.

Dal lato delle imprese, specie di piccole e medie dimensioni, il grado di strategicità assegnato ad obiettivi di internazionalizzazione risulta spesso piuttosto limitato e correlato ad opportunità contingenti di esportazione. Questo tipo di approccio, di mera estensione delle vendite tradizionali, non ha un apporto determinante sulle direttrici di sviluppo dell’attività aziendale per cui i rapporti con l’estero vengono tendenzialmente subordinati all'operato del reparto commerciale che cura normalmente il mercato domestico senza prevedere investimenti in risorse aziendali utili per lo studio, la definizione e l’implementazione di progetti più ampi di integrazione con i mercati esteri che tengano conto non solo delle opportunità di export, bensì anche delle possibilità di collaborazione e di accesso a nuovi fattori di competitività (fonti di approvvigionamento, capitali, fattori produttivi, e così via).

Inoltre, tendono a sfruttare poco le numerose fonti e reti di informazioni in grado di fornire indicazioni e notizie, affidabili ed in tempo utile, sulle opportunità di collaborazione presenti sui mercati esteri, sui finanziamenti e strumenti di sostegno ai processi di internazionalizzazione e sulle procedure da attivarsi nell’approccio ai mercati esteri, aggravando il rischio di perdere delle occasioni di sviluppo e di integrazione nel contesto di mercato internazionale.

D’altro canto, però, le imprese maggiormente propense ad attuare programmi più strutturati di internazionalizzazione incontrano spesso delle forti difficoltà nell’accesso a competenze e professionalità adeguate alle esigenze di lavoro in un contesto di mercato internazionale.

Sul versante istituzionale, l’esperienza maturata sinora dall’Amministrazione regionale in materia di promozione dell’internazionalizzazione si può ricondurre soprattutto alla gestione di risorse ed iniziative che, concordate con gli enti locali preposti e con i rappresentanti del sistema imprenditoriale locale, hanno tipicamente posto l’enfasi sulla promozione territoriale, intesa ad intensificare gli scambi commerciali con l’estero.

Il processo di decentramento dei poteri legislativi ed amministrativi in atto dà facoltà all’Amministrazione regionale di assumere un ruolo più proattiva, nel quadro di una più ampia politica estera che contempli le varie componenti dell’internazionalizzazione regionale, rispetto alla promozione di forme più ampie di integrazione con l’estero, svolgendo finanche funzioni di indirizzo e di accompagnamento delle istituzioni ed imprese locali nell’acquisizione di esperienze e competenze relativamente alle opportunità di collaborazione in ambito internazionale.

L’attuazione di politiche nuove di promozione dei processi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali si accompagna, pertanto, alla necessità di diffondere una nuova cultura dell’internazionalizzazione, sia all’interno del mondo delle imprese, sia all’interno dell’Amministrazione regionale al fine di preparare adeguatamente il capitale umano locale in relazione alle opportunità ed alle sfide poste in essere dal mercato globale.

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A tal fine, appare necessario prevedere degli interventi di adeguamento del sistema di formazione e valorizzazione delle risorse umane locali, in funzione delle esigenze specifiche di sviluppo internazionale del tessuto imprenditoriale regionale, secondo le modalità che verranno illustrate nei paragrafi successivi.

1.1.3 Competitività internazionale Le politiche regionali di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali devono inserirsi in una politica più generale di sostegno alla competitività del “Sistema Puglia” che possa indirizzare ed agevolare l’evoluzione verso nuovi e più efficaci modelli di sviluppo e settori o mercati di specializzazione più dinamici, privilegiando l’eccellenza, l’innovazione tecnologica, il rafforzamento del capitale umano e l’adeguamento delle infrastrutture economiche.

Le caratteristiche del sistema imprenditoriale pugliese, basato sul modello della piccola e media impresa, fortemente specializzato nei settori tradizionali ed a basso contenuto tecnologico, hanno sostenuto, nel tempo, scelte di posizionamento orientate al presidio di aree e segmenti di mercato sempre più sotto l’assedio dei Paesi produttori a basso costo. Ciononostante, le imprese pugliesi appaiano ancora restie ad intraprendere altre forme di internazionalizzazione che potrebbero rafforzarne il posizionamento competitivo internazionale e, nel suo complesso, l’economia regionale sconta ancora dei ritardi e delle difficoltà nell’apertura verso i mercati esteri.

Di fronte alla crescente dimensione globale della produzione, degli scambi e delle relazioni economiche, appare necessario accelerare il ricorso a nuovi fattori di competizione che, senza stravolgere il modello di specializzazione produttiva regionale, possano accompagnare e agevolare il riposizionamento competitivo dell’attuale sistema di offerta sui principali mercati internazionali, ovviando, nel contempo, al rischio di emarginazione dei sistemi produttivi locali sugli stessi.

In questa ottica, l’affermazione della competitività internazionale del sistema produttivo regionale passa necessariamente attraverso le seguenti tappe:

- la valorizzazione dei poli di eccellenza nei vari ambiti settoriali e territoriali;

- la ristrutturazione del modello di specializzazione produttiva, puntando maggiormente sull’innovazione e sull’introduzione di fattori di servizio a maggiore valore aggiunto (design, logistica, distribuzione, marketing e così via);

- l’innalzamento e la garanzia della qualità delle produzioni locali;

- la maggiore integrazione tra imprese, specie in una logica di filiera, anche su base sovra-locale o sovra-nazionale;

- il rafforzamento della capacità di inserimento degli operatori regionali nei circuiti internazionali della distribuzione e della produzione;

- il potenziamento della capacità di presidio dei mercati esteri;

- l’ampliamento del modello di specializzazione geografica dei processi di integrazione internazionale, puntando ad una diversificazione più in linea con le

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tendenze globali che favoriscono una maggiore interazione con le aree emergenti dell’Asia e del Centro-Sud America, senza trascurare le opportunità per un maggiore e più incisivo radicamento sull’ampio mercato interno dell’Unione Europea e dei Paesi prossimi, oltre che sui mercati più maturi del Nord America;

- l’adeguamento ed il consolidamento dei collegamenti materiali ed immateriali internazionali.

Nello stesso tempo, però, tali passaggi non appaiano di facile e immediata percorribilità per i sistemi produttivi locali, specie se si considera come le limitate dimensioni unitarie delle imprese pugliesi continui ad inficiare le relative capacità di accesso ed utilizzo delle leve competitive richieste, quali le risorse umane altamente qualificate, i centri di ricerca e sviluppo, le fonti di finanziamento, i servizi e gli strumenti più articolati di sostegno all’internazionalizzazione.

Tenendo conto, quindi, del percorso di sviluppo competitivo del sistema economico regionale tracciato dall’Amministrazione regionale, al cospetto delle evidenti barriere allo sviluppo, interne ed esterne alle imprese, le politiche regionali da attuarsi a sostegno della competitività internazionale delle imprese pugliesi si basano sui seguenti principi:

- inquadrare la politica di promozione dell’internazionalizzazione in una logica più ampia ed integrata delle strategie di sviluppo e di competitività locale;

- assicurare l’integrazione tra gli interventi regionali a sostegno della promozione dell’internazionalizzazione e quelli finalizzati al potenziamento delle infrastrutture economiche, con particolare riferimento alle reti di collegamento internazionale (comunicazioni, trasporti, strutture logistiche, ecc.);

- favorire programmi di sviluppo internazionale dei sistemi produttivi locali, intesi a consolidare la posizione internazionale delle imprese già attive sui mercati esteri e, soprattutto, ad avvicinare imprese con buone potenzialità di sviluppo alle opportunità di crescita offerte dall’inserimento nei processi di internazionalizzazione attraverso l’acquisizione di esperienza e know-how, il potenziamento delle proprie strutture interne dedicate a tali funzioni (creazione di ufficio estero con l’assunzione di personale qualificato) oppure la creazione di strutture di servizi comuni funzionali (consorzi, centri servizi specializzati);

- sostenere programmi di innovazione aziendale che possano effettivamente rafforzare la capacità delle imprese locali di rinnovare il proprio sistema di offerta ed acquisire vantaggi competitivi nel mercato globale (accesso a brevetti, collaborazione con il sistema universitario e centri di ricerca, partecipazione a progetti di ricerca e sviluppo in ambito internazionale);

- rafforzare la presenza degli operatori locali nei settori più innovativi e della ricerca, specie a livello internazionale attraverso, una maggiore partecipazione ai programmi comunitari ed internazionali di ricerca e sviluppo tecnologico per rafforzare il tema della ricerca scientifica, dell’innovazione tecnologica e del miglioramento della disponibilità delle energie alternative;

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- sostenere l’integrazione delle filiere produttive locali, anche su base transnazionale, e l’inserimento delle PMI pugliesi nei circuiti produttivi (“global supply chain”) e distributivi internazionali;

- potenziare la funzione istituzionale di attrazione degli investimenti attraverso interventi mirati di marketing localizzativo intesi ad attrarre operatori economici che possano effettivamente contribuire a rafforzare il tessuto economico preesistente, specie tramite l’apporto di nuovo know-how e tecnologia;

- facilitare la diffusione di strumenti finanziari (venture capital, project financing, ecc.) che vertono sulla creazione di posizioni stabili sui mercati esteri per le imprese locali;

- rafforzare i rapporti con il sistema bancario locale, nazionale ed internazionale al fine di sostenere i piani di sviluppo internazionale delle imprese regionali, attraverso la creazione di condizioni più favorevoli di accesso al credito e a strumenti assicurativi.

1.2. Obiettivi della Linea

Le politiche di intervento regionale nel settore della promozione economica e del sostegno ai più ampi processi di internazionalizzazione assumono un rilievo sempre maggiore specie in relazione a due ordini di motivi:

i. l’opportunità per l’amministrazione regionale di assumere un ruolo più proattivo nella politica di apertura estera dei sistemi produttivi e territoriali locali, così come stabilito dalla revisione del Titolo V della costituzione italiana;

ii. la necessità di garantire una partecipazione attiva ai processi di apertura e di sviluppo della competitività dei mercati all’interno ed al di fuori dell’Europa, al fine di raccogliere “i frutti della globalizzazione”, così come invocato dalla strategia di Lisbona.

Tali politiche si inseriscono in un quadro di intervento pubblico che risulta essere fortemente soggetto a restrizioni per via delle normative internazionali ed europee in materia di regolamentazione degli scambi commerciali e della concorrenza. Per questo motivo tale campo di intervento delle amministrazioni centrali e regionali è spesso circoscritto a servizi informativi e/o a incentivi di limitata portata.

Tuttavia, le modalità di realizzazione di tali interventi possono variare enormemente, dalla fornitura di schede informative standardizzate (schede Paese) e l’organizzazione di seminari informativi (seminari Paese), all’organizzazione di missioni istituzionali economiche e la partecipazione a fiere e manifestazioni all’estero al fine di acquisire informazioni ed esperienza “sul campo”, oltre alla predisposizione di una variegata gamma di incentivi ed agevolazioni per facilitare l’accesso a servizi specializzati ed a diverse forme di assistenza tecnica, entro i limiti stabiliti dal quadro normativo di riferimento.

L’identificazione degli obiettivi specifici e quindi delle strategie e modalità più idonee di intervento per la Puglia, entro i suddetti limiti, impone un nuovo approccio che non può prescindere dalle effettive condizioni di sviluppo internazionale del contesto socio–economico di riferimento e dalla necessità di inquadrare la politica di promozione

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dell’internazionalizzazione in una logica più ampia ed integrata delle strategie di sviluppo e di competitività locale, superando la logica che tipicamente associ la promozione economica ad una serie di azioni “ad hoc” proiettate, di volta in volta, su diversi mercati esteri, le quali generano ricadute spesso eccessivamente frammentate e transitorie per il territorio.

Tale approccio si sviluppa lungo diverse dimensioni riconducibili ad una serie di scelte strategiche ed operative connesse prioritariamente a:

- le strutture e funzioni di governance e organizzazione richieste per l’elaborazione ed il coordinamento delle politiche di intervento (Cabina di Regia), a monte, e quindi per la gestione ed il monitoraggio degli strumenti di intervento, a valle (SPRINT Puglia);

- l’identificazione di specifici obiettivi in relazione ai Paesi e/o Settori destinatari degli interventi promozionali (Progetti Paese/Settore);

- l’ampiezza della gamma di strumenti e dei programmi di intervento;

- le fonti e modalità di finanziamento;

- le modalità di raccordo e coinvolgimento dei sistemi produttivi e territoriali;

- le procedure di monitoraggio e verifica risultati.

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Sviluppo Promozione

Politiche regionali per la promozione

dell’internazionalizzazione

Politiche regionali per lo sviluppo economico

Scelte strategiche/operative: - Governance ed

organizzazione (Cabina di Regia, Comitato di Coordinamento SPRINT…)

- Obiettivi Paese/Settore (Progetti Paese/Settore)

- Ampiezza dei programmi di intervento

- Fonti di finanziamento - Modalità di coinvolgimento

imprese/ territorio - Monitoraggio e verifica

risultati

Programmi ed interventi specifici intesi a migliorare le performance regionali nei processi di internazionalizzazione (accordi e partenariati inter-istituzionali bilaterali, scambi commerciali, flussi IDE, joint-venture, inserimento reti produttive/distributive internazionali …)

Politiche intese a migliorare l’accesso ai mercati, incrementare la partecipazione istituzionale ai processi di collaborazione economica bilaterale e rafforzare le performance delle PMI, dei settori e delle filiere regionali (incentivi, informazioni, assistenza, sviluppo delle

Politiche intese a rafforzare le infrastrutture, il capitale umano, l’imprenditorialità, la competitività, l’accesso a mezzi e fonti di finanziamento, il sistema di innovazione e R&ST

Contesto regionale di riferimento: - Struttura, dimensione e condizioni di sviluppo dell’economia - Collocazione geografica e collegamenti con i principali mercati internazionali - Fattori demografici e culturali - Sistema della formazione, dell’innovazione e della R&ST - Risorse territoriali

Fig. 1 Modello di promozione dell’internazionalizzazione regionale

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Obiettivo specifico della nuova politica regionale di intervento a favore della promozione dell’internazionalizzazione può essere riassunto nel concetto di “far conoscere la Puglia nel mondo e far conoscere il mondo in Puglia”.

Tale obiettivo si esplica su due vettori di sviluppo, fortemente collegati fra di loro:

i. la proiezione dell’immagine della regione sui principali mercati mondiali ed il consolidamento della relativa posizione internazionale attraverso la valorizzazione delle eccellenze territoriali, settoriali e culturali, ed il rafforzamento della partecipazione ai processi di partenariato soprattutto nella prospettiva del ruolo centrale dell’Italia e, della Puglia, nella realizzazione e partecipazione al mercato di libero scambio nel Mediterraneo, previsto per il 2010 in funzione degli obiettivi del Processo di Barcellona;

ii. il rafforzamento della capacità proattiva degli attori regionali nei vari settori economici, culturali ed istituzionali in relazione alla partecipazione sia ai processi di internazionalizzazione, guardando ai Paesi esterni all’Europa, con particolare attenzione ai mercati emergenti, sia ai vantaggi del mercato interno europeo, per via di una maggiore e migliore accesso alle conoscenze, alle competenze ed agli strumenti finanziari necessari.

1.3. Indirizzi strategici di intervento per l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali Il raggiungimento di questi obiettivi richiede un quadro coordinato ed integrato di politiche e strumenti di intervento in grado di governare ed incidere positivamente sui seguenti settori specifici dell’internazionalizzazione:

i. Proiezione internazionale del “Sistema Puglia”;

ii. Sostegno ai processi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali;

iii. Attrazione degli investimenti;

iv. Potenziamento delle reti di collegamento internazionali.

Linea 1.1 Proiezione internazionale del “Sistema Puglia” Obiettivi specifici

L’obiettivo prioritario dell’Amministrazione regionale nel settore della proiezione internazionale del “Sistema Puglia” e dei sistemi produttivi e territoriali locali è elevare l’immagine e la conoscenza della Puglia sui principali mercati internazionali al fine di rafforzare la relativa posizione internazionale, attraverso la proiezione di una chiara identità, basata sulla valorizzazione delle eccellenze in tutti i settori dell’economia, in stretto collegamento ai punti di forza dei sistemi culturali e territoriali.

Tale obiettivo è attualmente declinato attraverso la realizzazione di una serie di programmi di intervento che tipicamente, su base annuale, finalizzano le risorse

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disponibili alla realizzazione di eventi ed iniziative promozionali a favore di settori specifici (comparti produttivi, turismo, sistema fieristico e così via) relativamente a diversi obiettivi “ad hoc”, anche dal punto di vista geografico.

In questa nuova fase di programmazione, si presenta l’opportunità di superare la logica degli interventi distinti, e perlopiù disgiunti, per passare a delle azioni sistemiche che, partendo da un’ampia condivisione degli obiettivi di sviluppo internazionale e dei Paesi e/o aree geografiche ritenuti prioritari per lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione della Puglia, passano attraverso strategie e linee specifiche di intervento in grado di:

- avviare un confronto continuo e costruttivo con enti ed istituzioni locali e nazionali, preposti alla promozione economica, al fine di concordare e coordinare obiettivi ed interventi a favore dell’internazionalizzazione del “Sistema Puglia”;

- promuovere la conoscenza e qualificare l’immagine complessiva del “Sistema Puglia” e dei vantaggi competitivi delle sue componenti distintive (sistemi produttivi, turistici, culturali, territoriali, fieristici, logistici, universitari e della ricerca, e così via) nel mondo;

- formare delle alleanze strategiche con enti ed istituzioni nei Paesi o regioni esteri ritenuti maggiormente promettenti per l’integrazione internazionale dell’economia regionale, a partire dai distretti e dalle filiere maggiormente rappresentativi;

- garantire, tramite accordi istituzionali, a livello inter-regionale, transfrontaliera e internazionale, le migliori condizioni di operatività per le imprese pugliesi, specie in termini di accesso a fonti e mezzi di finanziamento per la realizzazione di progetti di collaborazione ed internazionalizzazione, di tutela della sicurezza, di disponibilità di servizi logistici, di inserimento nei circuiti internazionali della distribuzione e della produzione/approvvigionamento.

Azioni di intervento

Per il raggiungimento di tali obiettivi, s’individuano le seguenti linee di intervento:

1. l’istituzione dell’osservatorio regionale dell’internazionalizzazione con il compito di monitorare le performance regionali rispetto alle varie dimensioni dell’apertura ed integrazione internazionale dei sistemi territoriali, produttivi ed istituzionali locali ed elaborare i relativi dati statistici al fine di fornire indicazioni utili per la definizione delle linee di indirizzo dell’attività promozione regionale;

2. la messa a punto delle linee di indirizzo dell’attività promozionale della Regione Puglia per la proiezione internazionale del “Sistema Puglia”, che, su base annuale o pluriennale, definisca chiaramente gli specifici indirizzi di sviluppo in relazione ai processi di internazionalizzazione in atto a livello regionale, identificando gli obiettivi Paese/settore a cui fare riferimento nell’elaborazione e nell’attuazione dei programmi promozionali nei vari settori di intervento;

3. la predisposizione di un “Piano di comunicazione” che definisca le linee guida per la rappresentazione del “Sistema Puglia” all’estero, inteso come momento fondamentale di proiezione di un’identità chiara e di un’immagine coordinata delle

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diverse componenti regionali (sistemi produttivi, turistici, culturali, territoriali, fieristici, logistici, universitari e della ricerca, e così via). Tale piano dovrebbe quindi definire le azioni, gli strumenti e le modalità di intervento in relazione sia alla comunicazione integrata (“Sistema Puglia”), sia alla comunicazione inerente i singoli settori di intervento (sistemi produttivi locali, turismo-cultura-ambiente, cooperazione territoriale) al fine di garantire la diffusione di un’immagine unitaria della Puglia nel mondo;

4. il consolidamento degli strumenti di raccordo con il territorio, con particolare riferimento allo Sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese della Puglia (SPRINT Puglia) che assume un ruolo primario, quale punto di contatto per gli enti ed imprenditori locali ai fini della diffusione di programmi e strumenti di intervento regionali e nazionali nel campo della promozione economica e di sostegno all’internazionalizzazione, specie in vista della prossima istituzione degli Sportelli unici per l’internazionalizzazione all’estero, da parte dell’amministrazione centrale, che opereranno anche in collegamento con gli sportelli regionali ai fini della promozione del “Sistema Italia” nel mondo;

5. la messa a punto e l’attuazione del modello di intervento dei “Progetti Paese”, basato sulla realizzazione di programmi di promozione regionale integrati, indirizzati verso aree geografiche considerate prioritarie in cui le opportunità di collaborazione istituzionale ed economica risultano ampie, sebbene ancora sostanzialmente poco conosciute e/o sottosviluppate a livello regionale. La logica dei Progetti Paese s’impernia sull’opportunità di promuovere e sostenere i processi di apertura internazionale delle diverse componenti istituzionali, economiche e territoriali in relazione a determinate aree geografiche “target” attraverso un insieme di interventi sistematici e sostenuti nel tempo. Il paese-obiettivo è selezionato in ragione di specifici criteri (crescita attesa del mercato, vantaggi comparati dell’economia regionale nei suoi confronti, caratteristiche istituzionali del mercato medesimo, domanda di collaborazione/integrazione scientifica o culturale espressa in loco, ecc.) e sarà oggetto di una strategia coordinata e coerente di interventi capaci di rimuovere i vincoli esistenti ed assicurare una presenza strutturata del “sistema Puglia” nel paese di riferimento. Essi dovranno essere specifici per area geografica e dovranno essere in grado di disegnare un’azione finalizzata a:

- favorire la proiezione dell’immagine del “Sistema Puglia” nelle aree geografiche di riferimento;

- coinvolgere e rappresentare le diverse espressioni del “Sistema Puglia” nelle diverse iniziative di promozione e/o collaborazione (oltre al sistema delle imprese e delle associazioni di categoria, si prevede il coinvolgimento di pubbliche amministrazioni, università e centri di ricerca, operatori del settore turistico, culturale ed ambientale e così via);

- intensificare la partecipazione dell’Amministrazione regionale agli accordi bilaterali istituzionali ed economici, finalizzati a creare delle condizioni favorevoli di accesso ai mercati di riferimento per gli operatori regionali e/o a facilitare l’accesso alle opportunità di collaborazione in Puglia per gli operatori esteri;

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- diffondere una maggiore conoscenza delle opportunità di sviluppo internazionale e delle condizioni di accesso ai mercati “obiettivo” presso gli operatori locali interessati, attraverso azioni mirate di sensibilizzazione, informazione e prospezione;

- stimolare e facilitare la partecipazione degli operatori locali a progetti ed iniziative di collaborazione nei vari settori di intervento.

6. la definizione e l’attuazione del modello di intervento dei “Progetti Settore” finalizzato alla valorizzazione in ambito internazionale di specifici settori economici e turistici, filiere e/o distretti produttivi regionali. Tale modello, in stretto raccordo con gli obiettivi dei Progetti Paese, presenta la stessa logica di intervento organico che si sviluppa attraverso una serie di azioni di sensibilizzazione degli operatori locali in relazione alle opportunità e modalità di integrazione con i mercati esteri individuati e quindi di predisposizione di strumenti ed interventi specifici di accompagnamento e di promozione a sostegno dei percorsi di integrazione internazionale prospettati;

7. l’attivazione di “Desk Apulia” nei principali Paese-obiettivo per lo sviluppo dei percorsi di internazionalizzazione e di consolidamento della posizione competitiva internazionale del “Sistema Puglia”. Tali desk svolgeranno tendenzialmente funzioni di rappresentanza e di promozione, in raccordo con le reti istituzionali italiane già rappresentate all’estero (ambasciate italiane, ICE, ENIT, Camere di Commercio all’estero, e così via) e soprattutto con gli costituenti Sportelli unici per l’internazionalizzazione, al fine di costituire un punto di contatto e di riferimento per gli operatori istituzionali ed economici regionali che intendono intraprendere e consolidare le proprie relazioni nei mercati esteri di riferimento.

Linea 1.2 Sostegno ai percorsi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali Obiettivi specifici

L’obiettivo primario della strategia di intervento regionale a sostegno dei percorsi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali è quello di favorire una maggiore apertura verso i mercati esteri ed un migliore inserimento del sistema imprenditoriale regionale nei processi di sviluppo ed integrazione dei mercati – di sbocco, di approvvigionamento, dei capitali di investimento, delle tecnologie, dei fattori produttivi e così via - a livello internazionale.

Tale obiettivo si raccorda alla necessità di accelerare il salto di “cultura” imprenditoriale ed istituzionale, a cui si è già accennato, al fine di superare l’idea che il sostegno all’internazionalizzazione sia legato esclusivamente alla promozione dell’export o degli scambi commerciali di un settore e/o territorio per arrivare a soluzioni in grado di stimolare ed incentivare i sistemi produttivi e territoriali locali a partecipare attivamente e cogliere i benefici della globalizzazione. Questo approccio si inserisce, peraltro, nella logica più ampia di rafforzamento della competitività dell’economia regionale in quanto l’incremento del grado di internazionalizzazione, che porta le imprese necessariamente a confrontarsi con la dimensione globale della concorrenza nei

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rispettivi mercati di riferimento, innesca tipicamente il rafforzamento delle leve di produttività a livello locale – innovazione e competizione – e stimola l’accesso ed il ricorso alle nuove tecnologie.

La sfida per l’Amministrazione regionale è quella di sostenere i processi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali e la competitività internazionale delle imprese, attraverso l’attuazione di efficaci politiche e strumenti di intervento in grado di stimolare e facilitare l’accesso a conoscenze, competenze, mezzi e servizi, fondamentali per potenziare la capacità di presidio dei mercati esteri e rafforzare il posizionamento competitivo del “sistema Puglia” di fronte all’evoluzione del mercato globale.

Azioni di intervento

A tal fine, sono previste le seguenti linee di intervento:

1. la messa a punto del programma di promozione economica che, su base annuale, identificherà le specifiche azioni e le iniziative promozionali da realizzarsi, specie nell’ambito dei Progetti Paese/settore, per la valorizzazione dei sistemi produttivi locali e delle relative opportunità di collaborazione nei principali mercati esteri di interesse. In tale ambito confluirà l’esperienza maturata nell’ambito dell’Accordo di Programma corrente tra Regione Puglia ed il Ministero delle Attività Produttive (ex Commercio con l’estero) nel settore della promozione economica regionale che dovrà essere valorizzata ed ampliato, in termini non solo di capacità ma anche e soprattutto di logica di intervento, per integrare iniziative più ampie di promozione dei processi di internazionalizzazione, a partire da interventi di sviluppo delle competenze delle imprese locali nella gestione delle opportunità di sviluppo internazionale. Di fronte all’evoluzione del conteso competitivo a livello internazionale, la collaborazione con le Amministrazioni centrali in questo campo si intensificherà, anche al fine di garantire una partecipazione più attiva della Regione Puglia alle strategie ed iniziative nazionali di promozione del “Made in Italy” e dell’attrazione degli investimenti esteri;

2. la diffusione di servizi informativi maggiormente specializzati e qualificati sulle dinamiche ed opportunità di sviluppo internazionale per le imprese locali, attraverso il potenziamento delle relative funzioni dello SPRINT Puglia e del portale internet della Regione Puglia, specie in collegamento con le reti nazionali ed internazionali;

3. l’attivazione di servizi “a sportello”, in grado di rispondere alle specifiche esigenze delle imprese regionali in termini di orientamento (verifica del potenziale di sviluppo internazionale, attraverso check-up aziendali, ed identificazione/segnalazione delle opportunità di sviluppo e di collaborazione nei mercati esteri più indicati) e di tutoraggio nell’attuazione dei rispettivi percorsi di internazionalizzazione;

4. la messa a punto di pacchetti di incentivi ed agevolazioni, in grado di sostenere l’acquisizione da parte delle imprese di competenze, know-how e servizi tecnici qualificati richiesti per l’implementazione di programmi di promozione

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internazionale e di internazionalizzazione, sia a livello di singole imprese, sia e soprattutto a livello di raggruppamenti e consorzi;

5. la messa a punto di strumenti in grado di facilitare l’accesso a mezzi e fonti di finanziamento per la realizzazione di progetti di collaborazione e di investimenti all’estero;

6. la messa a punto di pacchetti di incentivi ed agevolazioni, in grado di favorire l’inserimento delle imprese nei settori più innovativi a livello internazionale, soprattutto attraverso l’accesso a brevetti e know-how, la partecipazione a progetti di ricerca e sviluppo in ambito internazionale e forme di collaborazione con il sistema universitario e centri di ricerca, anche a livello internazionale.

Linea 1.3 Attrazione degli Investimenti Obiettivi specifici

Le crescenti opportunità presenti sul mercato internazionale dei flussi d’investimento diretti esteri sono state sinora intercettate soltanto in minima parte dalle Amministrazioni regionali e centrali in Italia.

In tale contesto, l’obiettivo primario della Regione Puglia diventa accrescere la rispettiva capacità di marketing territoriale, anche in collaborazione con gli enti nazionali preposti, al fine di promuovere e concretizzare le opportunità di investimento, collaborazione e/o insediamento sul territorio regionale, in linea con le politiche di intervento a favore del rafforzamento dei fattori di produttività e di competitività locali.

L’apertura agli investimenti esteri costituisce un’importante leva di sviluppo locale, non soltanto per gli eventuali sbocchi occupazionali che essi possono generare bensì anche per il potenziale apporto in termini di sviluppo delle competenze, di trasferimento di proprietà intellettuale, di miglioramento dei livelli di produttività e quindi di rafforzamento dei distretti e/o filiere produttivi, anche attraverso la creazione di opportunità di partnership e di subfornitura.

A tal fine, la politica di intervento a favore dell’attrazione di investimenti percorrerà una logica selettiva, puntando ad individuare ed ad attrarre tipologie di investimenti, prioritariamente nei settori ritenuti “chiave” per lo sviluppo locale, in grado di garantire buone prospettive in termini di impatto occupazionale, specie dal punto di vista qualitativo, e di integrazione e collaborazione con i sistemi produttivi locali e con il sistema universitario e della R&ST, al fine di generare opportunità di scambio e di trasferimento di know-how e competenze specifiche all’interno sia dei nuovi insediamenti sia di quelli esistenti.

In questo modo, l’obiettivo principale delle azioni dedicate all’attrazione degli investimenti risulta essere la promozione, in stretto raccordo con gli enti locali e nazionali interessati, dei fattori di attrattività del sistema regionale sia territoriale, sia settoriale e di filiera, e quindi delle opportunità localizzative sui principali mercati internazionali.

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Azioni di intervento

Nel campo specifico delle politiche per l’attrazione degli investimenti, le linee di intervento previste sono:

1. la messa a punto di un piano di marketing localizzativo regionale, inteso a valorizzare le specificità sia territoriali che settoriali e le relative opportunità di investimento, collaborazione e/o insediamento, tenendo conto delle linee di indirizzo per la promozione del “Sistema Puglia”, da attuarsi anche in collaborazione con gli enti locali e nazionali preposti;

2. la realizzazione di un programma di iniziative specifiche di promozione rivolte ai mercati esteri ritenuti prioritari ai fini dell’attrazione di investimenti diretti, tenendo conto delle sinergie da attivarsi nell’ambito dei Progetti Settore/Paese;

3. la messa a punto di strumenti e servizi informativi integrati per le imprese, finalizzati a fornire informazioni qualificate sul sistema territoriale ed imprenditoriale regionale, nonché sulle opportunità e modalità di investimento, oltre a fornire assistenza ai potenziali investitori.

Linea 1.4 Potenziamento delle Reti di collegamento internazionale Obiettivi specifici

Nel settore dei collegamenti internazionali, la strategia regionale punta alla creazione di una rete dei trasporti integrata e funzionale per la mobilità e lo sviluppo dell’intermodalità, sia passeggeri sia merci, al fine di allestire lo “snodo territoriale ed infrastrutturale Puglia” in funzione anche della realizzazione e attivazione delle relazioni sul Corridoio Adriatico per l’asse Nord-Sud, sul Corridoio n. 8 per l’asse Est-Ovest e dello sviluppo del traffico marittimo lungo le “autostrade del mare”.

Tale strategia si correla agli obiettivi di promozione e di sostegno all’apertura internazionale dei sistemi produttivi regionali che si pone l’Amministrazione regionale e si declina prioritariamente attraverso il Piano regionale dei Trasporti che fornisce gli indirizzi di sviluppo entro i quali si definiranno gli interventi da realizzarsi a valere sui vari strumenti di riferimento.

Azioni di intervento

Con particolare riferimento quindi agli indirizzi strategici del Piano Regionale dei Trasporti, le linee prioritarie di intervento previste a favore del potenziamento delle reti di collegamento internazionale sono:

1. il rafforzamento della rete ferroviaria regionale, anche in collegamento con i principali sistemi produttivi e logistici locali;

2. la realizzazione ed il consolidamento di piattaforme intermodali;

3. il potenziamento delle infrastrutture aeroportuali;

4. il miglioramento della viabilità e dei collegamenti stradali con le principali aree di produzione e di smistamento logistico.

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LINEA 2 - L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL TERRITORIO (CULTURA, AMBIENTE E TURISMO) La strategia del PRINT relativamente a tale linea mira specificamente alla valorizzazione su scala internazionale del territorio pugliese, e delle sue specificità culturali ed ambientali. In quest’ambito, l’aspetto culturale gioca un ruolo chiave, non solo in quanto veicolo di conoscenza nello spazio globale, ma anche come strumento di sviluppo socio-economico, generatore di vantaggi comparati su scala internazionale, specie in relazione all’identità ed alle caratteristiche distintive del territorio non facilmente replicabili all’esterno.

2.1 Premessa: Il ruolo della “cultura” nei processi di internazionalizzazione del territorio La cultura svolge, nell’ambito del processo d’internazionalizzazione, tre funzioni principali:

- rappresenta il sistema territoriale locale nel contesto internazionale. La complessità e l’unitarietà del sistema territoriale locale viene proiettata all’estero proprio dai suoi contenuti culturali, tangibili ed intangibili, i quali costituiscono la sintesi attuale della stratificazione storica e dei saperi. Ciò attribuisce al sistema territoriale locale una propria identità e riconoscibilità, attraverso lo sfruttamento dell’accumulazione storica dei significati e dei valori e fornisce la chiave interpretativa di evoluzione dei vettori endogeni di sviluppo e dei vantaggi comparati internazionali. Da un punto di vista economico-internazionale, la valorizzazione della “cultura territoriale” riduce gli investimenti fissi iniziali necessari affinché possano aver luogo transazioni commerciali profittevoli con l’estero.

- potenzia i legami e le relazioni naturali e storico culturali esistenti sul territorio contribuendo, in tal modo, al potenziamento di quei fattori relazionali dinamici immateriali che costituiscono il capitale sociale del contesto territoriale. Ciò avviene a costi nulli per le imprese e ne migliora la capacità e la velocità di risposta ai cambiamenti del mercato, integrando nel processo produttivo le doti di “versatilità” e di “creatività” del capitale umano, maturate nel contesto socio culturale locale. Il mix complessivo di questi asset (capitale umano, sociale, oltre che fisico) definisce la capacità competitiva del sistema, determinando specifiche forme di competitività, diverse dal prezzo;

- rafforza gli aspetti identitari ed i legami locali di natura fiduciaria, favorendo inoltre la contaminazione con l’esterno ed una visione prospettica delle diversità e del futuro. In questo senso tende ad incentivare sia i soggetti pubblici che quelli privati ad una visione innovativa ed evolutiva dei processi locali. Svolge allo stesso tempo una funzione di consolidamento e di spiazzamento in quanto trasmette informazioni non ridondanti, in grado di spostare il punto di vista verso modalità innovative.

Solo attraverso un processo integrato ed avanzato di internazionalizzazione è, tuttavia, possibile trasformare tali potenzialità in concreti vantaggi competitivi sul mercato internazionale. Per far ciò occorre quindi la predisposizione di strategie ed azioni

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finalizzate alla valorizzazione, in un’ottica integrata, delle risorse del territorio, che dovrà avvenire in stretto collegamento con gli altri programmi regionali.

In quest’ottica, il trinomio “cultura-ambiente-turismo” rappresenta il perno di un approccio integrato per la valorizzazione del territorio, delle sue capacità e dei suoi “prodotti” in ambito internazionale. A tal fine, la Linea in questione mira a promuovere azioni capaci di realizzare, da un lato, un’effettiva “valorizzazione” delle risorse esistenti, dall’altro, un’integrazione effettiva di tali risorse all’interno del tessuto territoriale locale (fisico, sociale ed economico) ed una rete “diffusa” di relazioni e collegamenti, materiali ed immateriali, con l’estero. Ciò con l’obiettivo finale di disegnare una nuova programmazione strategica a livello internazionale, fondata su una nuova centralità di tali risorse, quali centri propulsori dello sviluppo endogeno del territorio fondato su attività economiche “intrinsecamente sostenibili”.

L’idea di fondo, come già sottolineato nella prima parte del PRINT, è che sempre di più in futuro la promozione dell’internazionalizzazione non privilegi esclusivamente le dinamiche legate alle “catene del valore” economico-produttive, ma l’insieme delle relazioni economiche e sociali che caratterizzano un determinato territorio/comunità, a loro volta funzione diretta del proprio patrimonio culturale ed ambientale. Ciò significherebbe implicitamente riconoscere il fatto che la valorizzazione dei collegamenti materiali ed immateriali con l’esterno, non sia esclusivamente di natura economica, ma anche e soprattutto un processo culturale. Ambiente e turismo, in quest’ottica, rappresentano due elementi chiave di tale processo culturale verso l’esterno.

2.2. Obiettivi della Linea L’Obiettivo generale della Linea è la valorizzazione in chiave internazionale del territorio pugliese, con le sue specificità culturali ed ambientali, favorendone lo sviluppo turistico “sostenibile”, al fine di realizzare percorsi innovativi di internazionalizzazione, centrati su tali specificità culturali, ambientali e turistiche, e capaci di generare vantaggi comparati basati su attività economiche “intrinsecamente sostenibili” e non altrove facilmente riproducibili.

In particolare, questa Linea intende fornire una visione unitaria degli interventi e programmi effettuati nei settori della cultura, ambiente e turismo, aventi ricadute sul territorio regionale, al fine di migliorarne gli effetti in termini di efficacia ed efficienza, attraverso la messa a sistema delle diverse iniziative progettuali che rientrano nella sfera di interesse della Regione Puglia. Esso mira, in secondo luogo, alla valorizzazione, in chiave internazionale, delle specificità culturali, ambientali e turistiche del territorio pugliese, attraverso sia l’attivazione di processi innovativi miranti alla riqualificazione e gestione delle risorse esistenti, sia alla riscoperta e valorizzazione dei legami immateriali e delle relazioni che il territorio è in grado di sviluppare attorno alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale, ambientale e turistico. In terzo luogo, si pone l’obiettivo di avviare percorsi innovativi di partenariato ed internazionalizzazione al fine di allontanarsi da una visione eccessivamente tradizionale e stereotipata del patrimonio culturale, ambientale e

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turistico locale, incentivando sia i soggetti pubblici che quelli privati ad una visione rinnovata ed evolutiva delle risorse e dei processi culturali tradizionali.

La Linea si pone, infine, il compito di promuovere una coerenza complessiva fra le azioni regionali sul tema, costituendo un’azione strategica di riferimento e di indirizzo per tutti gli interventi promossi in materia nei principali programmi regionali. In quest’ottica, si allinea alle direttrici programmatiche della Giunta Regionale che associano l’opportunità di una forte politica di rilancio del turismo in Puglia ai fattori quali “la tutela dell’ambiente, un nuovo assetto del territorio, la valorizzazione del patrimonio culturale e l’integrazione nell’area del Mediterraneo”, enfatizzando il carattere di trasversalità e di inter-connessione che contraddistingue gli aspetti “cultura, turismo ed ambiente”.

Inoltre, gli interventi previsti nell’ambito della Linea 2 si potranno integrare con le politiche di intervento annunciate dal DSRP, specie in relazione alle strategie tese a valorizzare i fattori di attrattività del contesto regionale e qualificare i sistemi produttivi, culturali e turistici locale nella “dimensione globale” del mercato.

Non da ultimo, la Linea recepisce gli orientamenti aggiornati in materia di politica turistica regionale che pone al centro dell’attenzione la necessità di mettere a punto gli strumenti normativi ed attuativi idonee ad individuare ed attivare i Sistemi Turistici Locali (STL), considerati il perno della riorganizzazione e della riqualificazione dell’offerta turistica regionale in quanto strumento di identificazione ed aggregazione di ambiti territoriali omogenei ed integrati, vocati al turismo sostenibile e caratterizzati da elementi di specializzazione dell’offerta turistica. Il rilancio del comparto turistico passerà quindi attraverso strategie di intervento intesi a promuovere gli STL a segmenti di domanda ben identificati, anche in ambito internazionale, puntando all’integrazione delle politiche regionali in materia di territorio e mobilità, città ed ambiente, infrastrutture, innovazione, risorse umane, sviluppo economico per intensificarne gli impatti verso il settore turistico.

Gli obiettivi specifici della Linea 2 sono:

- ricondurre ad unitarietà gli interventi e programmi effettuati nei settori della cultura, ambiente e turismo, aventi ricadute sul territorio regionale, al fine di migliorarne gli impatti, in termini di efficacia ed efficienza;

- disegnare nuove strategie di internazionalizzazione del territorio pugliese, fondate su una nuova centralità del proprio patrimonio culturale, ambientale e turistico, e svolgere una funzione di indirizzo delle attività esistenti;

- promuovere l’integrazione e l’armonizzazione dei vari programmi e progetti favorendo il coordinamento delle azioni regionali di internazionalizzazione economico-produttivo, territoriale e culturale, garantendo la compatibilità fra i princìpi di competitività, sostenibilità e governance, all’interno delle azioni strategiche e programmatiche di natura regionale;

- promuovere la tutela e la valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e turistiche presenti sul territorio in chiave internazionale, e favorire l’esternalità positive di tali risorse in termini di relazioni;

- favorire la messa in rete delle risorse culturali, ambientali e turistiche regionali e la

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messa a sistema delle proprie esternalità economiche e relazionali attraverso la definizione di ambiti culturali e distrettuali omogenei;

- proporre percorsi innovativi di internazionalizzazione territoriale fondati su vantaggi comparati “intrinsecamente sostenibili” e “non facilmente riproducibili” all’estero;

- favorire la partecipazione delle istituzioni pugliesi (Enti locali, ONG, Centri di ricerca, Associazioni di categoria, Enti privati , ecc.) a Programmi internazionali e lo sviluppo delle relazioni con altre istituzioni nazionali, sovranazionali ed internazionali;

- migliorare l’uso e la tutela delle risorse naturali e la valorizzazione e tutela del paesaggio naturale, ivi compresa il miglioramento ambientale delle aree urbane e dei siti storici ed archeologici, la difesa idrogeologica del territorio e la preservazione delle coste;

- elevare i livelli di sostenibilità dei processi ambientali, culturali e turistici, attraverso una più attenta pianificazione e gestione delle iniziative proposte e delle relative analisi di impatto;

- favorire la contaminazione con l’esterno ed una visione prospettica delle diversità e del futuro capace di attivare processi culturali, ambientali e turistici innovativi, capaci di valorizzare opportunamente le tradizioni esistenti, senza che esse svolgano una funzione di freno per la definizione del patrimonio culturale, ambientale e turistico futuro;

- accrescere la competitività della Pubblica Amministrazione Regionale, introducendo nuovi modelli di gestione integrata e concertata del territorio ed un maggiore collegamento istituzionale-amministravio con realtà omologhe all’estero.

2.3 Indirizzi strategici di intervento per l’internazionalizzazione del territorio Per la realizzazione di tali obiettivi sono state individuate le seguenti priorità di intervento:

- promozione della cultura pugliese in tutte le su forme, tangibili ed intangibili, a livello internazionale;

- valorizzazione del ruolo dei pugliesi nel mondo;

- valorizzazione dei vantaggi comparati specifici derivanti dalla dotazione di capitale culturale in Puglia;

- recupero e valorizzazione della cultura tangibile ed intangibile per la produzione del capitale culturale necessario a favorire l’upgrading dei livelli qualitativi delle produzioni del “Made in Italy” e, per tale via, la crescita dei sistemi locali di sviluppo nell’attuale contesto economico internazionale;

- posizionamento del territorio pugliese all’interno delle reti, materiali ed immateriali, a livello internazionale;

- innovazione dei processi culturali territoriali, attraverso la valorizzazione dell’arte contemporanea e più in generale della cultura contemporanea come elementi

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costruttivi di un processo di sviluppo locale in evoluzione ed in grado di elaborare una autonoma chiave di lettura dei contesti internazionali;

- sviluppo del turismo e connessa crescita dei flussi di presenza, attraverso la trasmissione di valori e di esperienze strettamente legate all’identità dei luoghi, del patrimonio e delle relazioni locali. In questo senso, ci si propone di garantire l’adeguamento del territorio e delle sue strutture agli standard del turismo internazionale, senza che ciò si traduca in uno stravolgimento dei connotati identitari e degli aspetti paesaggistici qualificanti del territorio stesso. L’obiettivo è quello di giungere alla destagionalizzazione dei flussi ed al posizionamento competitivo del territorio all’interno dei circuiti internazionali dei flussi turistici, attraverso l’adozione di politiche di promozione di medio-lungo periodo, intrinsecamente sostenibili.

Da queste priorità sono stati delineati i seguenti indirizzi strategici di intervento:

Linea 2.1 Promozione della cultura pugliese all’estero Obiettivi specifici

La Linea 2.1 si propone di promuovere la cultura pugliese a livello internazionale in tutte le su forme, tangibili ed intangibili, attraverso la valorizzazione dei vantaggi comparati specifici derivanti dalla dotazione relativa di capitale culturale. Ciò dovrà avvenire non solo attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale, architettonico, archeologico, storico-artistico, paesaggistico e urbano ma anche attraverso la valorizzazione ed il rafforzamento delle reti, materiali ed immateriali, a livello internazionale.

La Linea intende utilizzare la storia, l’identità ed i valori della Puglia come materia prima per costruire una “macchina attrattiva” che consenta al territorio pugliese di presentarsi in ambito internazionale come un “prodotto unico”. Per eccellere come territorio leader è, infatti, necessario “combinare” tutti gli elementi di attrazione (paesaggio, cultura, qualità della vita) con quelli di proposizione (prodotti, realtà economiche, infrastrutture, e così via). La Puglia può vantare un territorio ricco di valori paesaggistici e monumentali. Isole, spiagge, casali, dimore storiche, si integrano con grande armonia attorno ad un territorio con connotazioni specifiche. Le produzioni tipiche dell’agro-alimentare e dell’enogastronomia possono costituire elementi di grande attrazione per una clientela interessata alle tipicità del territorio, dai vini locali ai formaggi caratteristici.

La valorizzazione internazionale di questo patrimonio può realizzarsi attraverso la promozione turistica, la cooperazione con enti stranieri, gli scambi e i trasferimenti di esperienze.

Obiettivo della Linea è quello di costruire azioni di comunicazione e promozione per proporre il territorio pugliese ai mercati, agli investitori, ai consumatori internazionali.

Azioni di intervento

1. La predisposizione del “Piano di comunicazione” per la rappresentazione del territorio

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pugliese all’estero, in linea con gli indirizzi di comunicazione e promozione del “Sistema Puglia”. E’, infatti, evidente come la Puglia goda di scarsa visibilità e di una incompleta “proiezione all’estero”, con ricadute negative, oltre che da un punto di vista dell’attrazione economico-produttiva, anche per quanto concerne il mercato dei viaggi e del tempo libero. Tale Piano di comunicazione dovrebbe garantire una migliore e più completa diffusione dell’immagine della Puglia a livello internazionale, coerentemente con le nuove politiche di sviluppo e promozione del turismo in Puglia, nonché delineare le strategie per la diffusione della cultura pugliese nel mondo attraverso le arti, il cinema, la musica, ecc;

2. l’attuazione di “Convenzioni con gli Istituti di cultura all’estero”, per la diffusione della cultura pugliese, in tutte le sue forme. Ciò permetterebbe di valorizzare al meglio le azioni di comunicazione a valenza regionale rendendole complementari con le attività culturali realizzate a livello istituzionale dal sistema paese nel mondo, tramite il coordinamento sinergico con le attività portate avanti dalle nostre rappresentanze diplomatiche;

3. la valorizzazione della componente “culturale” e di “identità territoriale” nell’ambito dei “Progetti Paese” da attivarsi nei Paesi obiettivo considerati strategici per lo sviluppo delle opportunità di sviluppo e collaborazione per il “Sistema Puglia”. Come si è già accennato, il Progetto Paese rappresenta una modalità di internazionalizzazione innovativa che promuove il coinvolgimento nei processo di “avvicinamento”, collaborazione ed integrazione con i Paesi esteri degli operatori che rappresentano le diverse espressioni del territorio (oltre alle imprese, le pubbliche amministrazioni, università e centri di ricerca, organizzazioni che operano nel settore turistico, culturale ed ambientale, nonché associazioni di categoria ed ONG). In tale contesto, particolare attenzione verrà destinata alla valorizzazione dei legami culturali con la comunità di pugliesi nel mondo relativamente alle possibili opportunità di interazione e collaborazione per la realizzazione delle iniziative previste dai Progetti Paese

4. la messa in rete delle risorse culturali, ambientali e turistiche regionali e la messa a sistema delle proprie esternalità economiche e relazionali attraverso la definizione di “distretti” culturali e turistici omogenei.

Linea 2.2 Valorizzazione dei legami culturali con l’estero Obiettivi specifici

La Linea 2.2 si propone di rafforzare e valorizzare i legami culturali esistenti, sia con la comunità pugliese all’estero, sia con le comunità di immigrati presenti in Puglia, favorendo processi di interscambio a livello istituzionale e associazionistico.

Per far ciò si intende favorire la partecipazione delle istituzioni pugliesi (Enti locali, ONG, Centri di ricerca, Associazioni di categoria, Enti privati, ecc.) a Programmi internazionali e sviluppare relazioni con altre istituzioni nazionali, sovranazionali ed internazionali. Questo favorirebbe allo stesso tempo il rafforzamento della competitività della Pubblica Amministrazione Regionale, introducendo nuovi modelli di gestione integrata e concertata del territorio ed un maggiore collegamento istituzionale-amministravo con realtà omologhe all’estero.

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Azioni di intervento

1. la valorizzazione dei contenuti culturali legati al fenomeno dell’immigrazione tramite iniziative di interscambio culturale con l’estero (ad esempio, l’organizzazione di percorsi universitari per stranieri e di iniziative di promozione della conoscenza della cultura pugliese presso le comunità straniere in Puglia, oltre alla promozione di una maggiore partecipazione a percorsi di scambio culturale con l’estero da parte degli operatori locali);

2. la promozione e realizzazione di iniziative di collaborazione inter-istituzionale ai fini dello scambio interculturale e della diffusione della conoscenza reciproca con enti ed organismi presenti nei Paesi esteri maggiormente protagonisti dei flussi di immigrazione/emigrazione che interessano la Puglia.

Linea 2.3 - Valorizzazione del ruolo dei pugliesi nel mondo Obiettivi specifici

Con questa Linea, nell’ambito dei programmi regionali di internazionalizzazione, la Regione Puglia intende attribuire grande rilevanza al coinvolgimento dei “pugliesi all’estero”. La valorizzazione dei pugliesi emigrati è ritenuta fondamentale per le strategie di internazionalizzazione economica e culturale della Regione, in quanto la presenza pugliese all’estero opera come canale preferenziale con i paesi ospitanti. Le associazioni, in particolare, consentono alla Regione di potersi avvalere di una rete di operatori già presenti nei luoghi di maggiore attrazione per l’internazionalizzazione del territorio pugliese. In quest’ambito, opera la Legge Regionale n. 23/2000 a sostegno delle comunità pugliesi nel mondo.

Azioni di intervento

1. focalizzare l’azione regionale a favore della comunità dei pugliesi nel mondo, affiancando agli interventi di solidarietà la promozione di iniziative di scambio e cooperazione in campo culturale, sociale ed economico, soprattutto verso le personalità di successo in grado di assumere la funzione di “agenti di sviluppo” all’estero per i sistemi locali della Regione;

2. la messa a punto di meccanismi e strumenti di networking con le comunità pugliesi nel mondo al fine di rafforzare e valorizzare i relativi legami e contatti con il territorio di origine, oltre a sviluppare il relativo potenziale in termini di “canale di diffusione” della cultura pugliese e delle opportunità di collaborazione, anche in campo commerciale e produttivo, con la regione;

3. l’impulso all’attuazione della Legge Regionale n.23/2000 a sostegno delle comunità pugliesi nel mondo.

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Linea 2.4 Promozione di interventi strategici in campo culturale ed ambientale in linea con l’evoluzione del contesto culturale su scala internazionale Obiettivi specifici

La Linea si propone di promuovere l’innovazione dei processi culturali ed ambientali del territorio regionale attraverso forme nuove di valorizzazione. In particolare, la Linea intende:

- valorizzare l’arte contemporanea e più in generale la cultura contemporanea come elementi costruttivi di un processo di sviluppo locale in evoluzione ed in grado di elaborare una autonoma chiave di lettura dei contesti internazionali;

- promuovere la tutela e la valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e turistiche presenti sul territorio in chiave internazionale, e favorire l’esternalità positive di tali risorse in termini di relazioni;

- proporre percorsi innovativi di internazionalizzazione territoriale fondati su vantaggi comparati “intrinsecamente sostenibili” e “non facilmente riproducibili” all’estero.

Azioni di intervento

1. La valorizzazione e promozione della cultura pugliese contemporanea;

2. l’attuazione di convenzioni con i Ministeri competenti (ad esempio, per la gestione e selezione dei progetti in ambito culturale);

3. la realizzazione di azioni di Sistema e di sviluppo di reti fra i processi di sviluppo locale, gli elementi di capitale sociale culturale e il Patrimonio (es. Distretti culturali, Percorsi turistici, Sistemi museali, Reti di cultura immateriale…).

Linea 2.5 Valorizzazione del territorio pugliese all’interno dei circuiti nazionali ed internazionali del turismo “sostenibile” Obiettivi specifici

L’obiettivo della Linea è quello di favorire lo sviluppo del turismo e la connessa crescita dei flussi di presenza e della durata della permanenza attraverso la trasmissione di valori e di esperienze strettamente legate all’identità dei luoghi, del patrimonio e delle relazioni locali. Coerentemente con le attuali politiche di sviluppo del turismo in Puglia, tale obiettivo si percorre attraverso l’individuazione e la promozione dei Sistemi Turistici Locali (STL), vocati ad un turismo sostenibile, in grado di valorizzare le forti potenzialità, in termini di sviluppo economico e sociale dell’intero comparto e di garantire visibilità alle destinazioni turistiche nella regione su scala nazionale ed internazionale.

In questo senso, l’intervento regionale deve garantire l’adeguamento del territorio e delle sue strutture agli standard del turismo internazionale, senza che ciò si traduca in uno stravolgimento dei connotati identitari e degli aspetti paesaggistici qualificanti del territorio stesso. L’obiettivo è quello di giungere alla destagionalizzazione dei flussi ed

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al posizionamento competitivo del territorio all’interno dei circuiti internazionali dei flussi turistici, attraverso l’adozione di politiche di promozione di medio-lungo periodo, intrinsecamente sostenibili e l’implementazione di strutture e strumenti più adeguati di promozione e di gestione del turismo in Puglia (tra cui, l’attivazione dell’Agenzia Regionale del turismo, la creazione del portale per il Turismo, l’istituzione della rete locale per l’accoglienza e l’informazione per i turisti).

Azioni di intervento

1. L’attivazione dei Sistemi turistici locali (STL). La Regione Puglia ha indicato negli STL lo strumento prioritario per la valorizzazione e la promozione delle risorse turistiche di eccellenza sul territorio regionale. Confluiranno in tale strumento anche le esperienze positive attivate nell’ambito dei Progetti Integrati Settoriali (PIS) che hanno inteso sperimentare modelli di intervento nei settori del Turismo e dei Beni Culturali, strettamente coerenti e legati tra loro, che convergano verso un comune obiettivo di sviluppo del territorio e giustifichino un approccio attuativo unitario. In questo modo, gli STL rappresenteranno uno strumento d’attuazione di una logica di programmazione che tende a valorizzare e potenziare le sinergie e le interdipendenze tra risorse produttive e risorse immateriali, come ambiente, cultura, risorse umane ai fini dell’identificazione e promozione di percorsi e soluzioni turistiche sostenibili, di elevata qualità ed attrattività;

2. la messa a punto e la concertazione di piani di gestione integrati delle risorse culturali, ambientali e turistiche;

3. la predisposizione del piano di promozione turistica che, su base annuale, identifica le specifiche azioni e le iniziative promozionali da realizzarsi, anche in sinergia con i Progetti Paese/settore, per la valorizzazione dei sistemi turistici locali e l’incremento dei flussi turistici rispetto ai mercati esteri di interesse;

4. la predisposizione di strumenti e modalità di intervento in grado di valorizzare e promuovere, con il coinvolgimento degli operatori locali, soluzioni e pacchetti di turismo sostenibile in Puglia, funzionali a rafforzare i processi di destagionalizzazione ed internazionalizzazione dei flussi turistici;

5. la predisposizione di strumenti ed interventi per incrementare il livello qualitativo dell’offerta turistica regionale, anche attraverso l’individuazione e la promozione di standard omogenei di servizio (“carta dei servizi turistici”);

6. la messa a punto di strumenti ed interventi finalizzati a accrescere il livello qualitativo delle risorse umane impiegate nel settore turistico, garantendo la presenza sul mercato del lavoro di figure professionali specializzate, attraverso percorsi formativi idonei e mirati;

7. la pianificazione e l’attuazione di interventi di recupero turistico-ambientale quale “attrattori” turistici.

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Linea 2.6 Implementazione di Azioni di cooperazione internazionale in materia ambientale Obiettivi specifici

Potenziare il ruolo dell’ambiente come “attrattore” internazionale e valorizzare le partnership con l’estero per i programmi di gestione ambientale.

Azioni di intervento

1. Il rafforzamento Partnership con l’estero in materia ambientale;

2. la partecipazione a progetti internazionali legati alla fornitura di servizi di progettazione, assistenza tecnica e formazione;

3. l’attuazione di interventi a favore del miglioramento dell’uso e della tutela delle risorse naturali: acquisire nuove tecniche per la gestione e la soluzione di problematiche legate alla biodiversità, alla rinaturalizzazione delle aree degradate, alla valorizzazione e tutela del paesaggio naturale e alla difesa idrogeologica del territorio.

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LINEA 3 - COOPERAZIONE ISTITUZIONALE INTERNAZIONALE 3.1 Premessa: le motivazioni della Cooperazione Istituzionale Internazionale

La costruzione e l’articolazione della politica di prossimità collocano, in termini nuovi, l’azione di cooperazione internazionale dell’UE. Il tradizionale paradigma della cooperazione allo sviluppo, concepito come l’azione esterna che contribuisce alla riduzione della povertà e allo sviluppo endogeno dei paesi cooperanti, è ora parte integrante di una nuova strategia più generale tesa a costruire uno spazio comune - di sicurezza, di stabilità e di sviluppo sostenibile - fra paesi dell’UE e paesi partner, nel quale è sempre meno significativo operare una distinzione netta fra azione esterna e interna.

L’approccio vettoriale tipico della cooperazione allo sviluppo tradizionale viene così sostituito da un approccio circolare, fondato sull’intensità degli scambi materiali e immateriali, la reciprocità degli interessi e degli obiettivi e il co-sviluppo. Un mutamento di questa portata nell’azione di cooperazione dell’Unione europea richiede, così come è stato indicato dalla Commissione, una profonda revisione degli strumenti esterni e interni, e un livello molto più alto di armonizzazione e coordinamento fra di essi. E implica anche il concorso e la partecipazione attiva dei vari livelli istituzionali, in particolare dei governi sub-nazionali, e degli attori della società civile.

Due modalità della cooperazione europea manifestano una speciale vocazione per la politica di prossimità: la cooperazione decentrata e la cooperazione transfrontaliera. Ne discende però l’esigenza di unificare queste esperienze in un nuovo concetto, quello dei Partenariati territoriali, inteso come l’insieme dei rapporti fra comunità locali che costruiscono uno spazio comune, il cui perno di coordinamento sono i governi sub-nazionali.

Nell’ambito della Conferenza di Ancona (18 ottobre 2003) governi sub-nazionali, partenariati territoriali e politica di prossimità si sono confrontati. In particolare, è stato affrontato il tema dello sviluppo dei partenariati territoriali ed è stato sottolineato come essi non debbano essere intesi come una forma di cooperazione governo-governo ad un livello istituzionale più basso, mentre le autonomie locali non devono essere considerati alla stregua di “piccoli ministeri degli esteri,” ma piuttosto come una nuova modalità di cooperazione dal basso, più strutturata e sistemica. Tuttavia, i partenariati territoriali sono ancora in una fase di costruzione e richiedono di essere riempiti di contenuti e di strumenti operativi.

E’ dunque molto importante che la Commissione abbia delineato l’armonizzazione dei diversi strumenti della politica di prossimità. Ciò lascia intravedere una maggiore integrazione tra politica estera e interna dell’Unione e l’apertura ad un ruolo più attivo dei governi sub-nazionali e degli attori del territorio.

Per la stabilità e la crescita dell'Unione Europea, il sostegno allo sviluppo regionale è essenziale. In un paesaggio economico sempre più “globalizzato”, infatti, i vari “territori” si trovano a competere su una scala più ampia e non tutti presentano le medesime condizioni economiche, sociali e geografiche.

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La politica regionale comunitaria mira, dunque, a promuovere un grado elevato di competitività e di occupazione, aiutando le regioni meno prospere o con difficoltà strutturali a perseguire uno sviluppo sostenibile attraverso l'adeguamento alle nuove condizioni del mercato del lavoro e alla concorrenza mondiale. In questo senso, la politica di coesione è una politica di solidarietà stimolando interventi, a livello UE, che aiutano i territori in difficoltà a superare più facilmente i propri svantaggi strutturali.

Il panorama dei finanziamenti e gli strumenti per la cooperazione internazionale dell'Unione europea si trova attualmente in una fase di profondo mutamento. La Commissione si propone di avviare una nuova generazione di strumenti della cooperazione, attraverso i quali intende superare la logica degli aiuti allo sviluppo con la creazione di nuovi “partenariati”. La nozione di partenariato sviluppata nella nuova generazione di strumenti dell’Unione intende coinvolgere non solo gli Stati membri e le regioni ma anche le autorità locali e settore privato (sia a livello della programmazione che di attuazione).

In questo contesto la “cooperazione decentrata” trova ampio spazio, valorizzando il ruolo primario delle Regioni ma anche, più in generale, della società civile. I settori privilegiati di intervento dei nuovi strumenti della cooperazione saranno, in particolare, quelli del sociale, energetico, dell'ambiente e delle infrastrutture.

3.2. Obiettivi della Linea L’ obiettivo generale della Linea 3 è quello di dare concreta attuazione alla riforma al Titolo V della parte seconda della Costituzione che assegna nuove competenze alle Amministrazioni regionali nei rapporti con l’estero e con l’Unione Europea, ampliando il principio di sussidiarietà anche a queste materie.

In particolare con la Linea 3 si intende dare una visione unitaria su tutta una serie di interventi e di programmi riguardanti la cooperazione per aumentare l’efficacia e l’efficienza della nuova politica di internazionalizzazione della Regione Puglia che vede come obiettivo l’internazionalizzazione dell’intero “Sistema Puglia”.

La Linea pone a sistema le diverse iniziative progettuali che vedono la Regione Puglia protagonista di partenariati internazionali. Gli interventi riguardano, in particolare, la partecipazione attiva della Regione alle iniziative comunitarie in materia di cooperazione territoriale ed al programma di prossimità, ai processi della cooperazione decentrata allo sviluppo, al programma nazionale per la ricostruzione e pacificazione dei Balcani ed infine a tutti gli altri programmi della UE e di organismi internazionali.

La Linea 3, assumendo un carattere di integrazione rispetto all’attuazione delle singole politiche settoriali a cui queste fanno riferimento, porta a sviluppare una metodologia di approccio piuttosto che una singola strategia attuativa, coordinando le attività partenariali appartenenti a diversi settori della Regione, consolidando i partenariati esistenti e fornendo spunti ed indirizzi per l’azione di cooperazione istituzionale internazionale della Pubblica Amministrazione locale.

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Obiettivi specifici della Linea 3:

- sistematizzare le iniziative di cooperazione internazionale già attivate dalle strutture regionali;

- coordinare le modalità di attuazione e le procedure relative alla cooperazione decentrata, portando a sistema le attività svolte;

- promuovere la partecipazione delle istituzioni della Puglia (Regioni, Province, Comuni, Università ecc.) a Programmi internazionali, anche alla luce del nuovo Statuto Regionale;

- portare avanti la programmazione comunitaria e preparare il terreno per l’attuazione del nuovo Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato (ENPI) e dello Strumento di Pre-adesione (IPA);

- sviluppare relazioni stabili con istituzioni straniere (statali, regionali, sub-regionali) ed organismi internazionali (Commissione Europea, BEI, OCSE, Banca Mondiale, ecc.);

- valorizzare il processi di immigrazione in un ottica sociale di accoglienza e crescita ed istaurare rapporti con i paesi di provenienza dei flussi migratori per accrescere le potenzialità di contatti culturali, sociali ed economici con le realtà di provenienza;

- accrescere la competitività del sistema della Pubblica Amministrazione Regionale: trasferire ad enti stranieri le buone prassi nella gestione dei Fondi Strutturali per favorire lo sviluppo locale; introdurre nella PA Regionale nuovi modelli di gestione integrata e concertata del territorio; promuovere scambio di esperienze e di know-how istituzionale-amministrativo sulle strategie di concertazione delle politiche di sviluppo e di negoziazione delle situazioni di conflitto sociale in ambito ambientale nel quadro delle regole della democrazia;

- sostenere la cooperazione allo sviluppo: sostegno ai processi di pace e cooperazione tra i popoli, sviluppando maggiori interrelazioni tra le realtà regionali e le realtà locali dei Paesi in via di sviluppo, nell’interesse dei paesi interessati e della comunità regionale così da favorire relazioni dirette.

3.3 Indirizzi strategici di intervento per la cooperazione istituzionale internazionale - Sviluppo delle azioni di collaborazione istituzionale bilaterale: con tale linea si

intende dotare la Regione Puglia di una serie di Accordi di collaborazione bilaterale con i paesi esteri;

- Sviluppo di Politiche regionali per l’immigrazione: con tale linea incrementare il grado di integrazione delle comunità immigrate e sviluppare rapporti tra gli immigrati e le società ospiti, e tra gli immigrati e i paesi di provenienza;

- Sviluppo ed attuazione di attività di cooperazione attraverso le opportunità offerte dalla legislazione nazionale;

- Sviluppo della cooperazione internazionale nell’ambito della programmazione

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comunitaria finalizzato alla creazione di sinergie nell’ambito della gestione dei programmi comunitari in tema di cooperazione territoriale;

- Sviluppo della cooperazione internazionale nell’ambito del nuovo quadro di intervento comunitario;

- Sviluppo della cooperazione per la coesione economica e sociale con particolare riferimento alla messa a punto di strumenti ed azioni funzionali alla condivisione ed allo sviluppo di reti e partenariati.

Linea 3.1 - Sviluppo di azioni di collaborazione istituzionale bilaterale e multilaterale Obiettivi specifici

La Linea 3.1 intende dotare la Regione Puglia di una serie di Accordi di collaborazione istituzionale bilaterale o multilaterale con i Paesi esteri.

In conformità con la maggiore autonomia dettata dalla riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione Italiana, la Regione Puglia ha intrapreso un percorso di apertura ai processi di internazionalizzazione e cooperazione che, per la sua posizione geografica e soprattutto per la sua storia culturale, politica ed economica, identifica in prima istanza i Paesi che si affacciano sull’Adriatico e sul Mediterraneo, quali interlocutori privilegiati nei rapporti di partenariato.

In particolare la Regione intende approfondire le cooperazioni per giungere alla realizzazione del Corridoio Paneuropeo n. VIII che ha un assoluto valore strategico per lo sviluppo della cooperazione economica nell’area Balcanica. Inoltre, in tali aree la Regione Puglia intende avviare relazioni istituzionali con Paesi che potranno divenire non solo partner economici, ma anche interlocutori chiave per i processi di internazionalizzazione della cultura e della formazione professionale, della ricerca e dell’innovazione nel prossimo futuro.

In tale contesto, la Regione intende anche incrementare intese con gli operatori “non governativi” (Ong, Università, ecc.) sia regionali, nazionali ed esteri sulla scena internazionale.

La Regione, attraverso lo sviluppo di intese istituzionali, intende confermare la volontà di gettare le basi per un percorso più compiuto di internazionalizzazione del “Sistema Puglia”, teso alla strutturazione di una rete di relazioni e cooperazione istituzionale, capace di generare risultati vantaggiosi e duraturi, al di là del consueto orizzonte geografico.

Azioni di intervento

Il consolidamento ed il coordinamento delle strutture interne all’Amministrazione designate alle relazioni internazionali al fine di assicurare lo sviluppo ed il presidio di:

- relazioni stabili con le istituzioni straniere statali, regionali e sub regionali e attraverso Accordi di collaborazione, partenariati, intese istituzionali e così via, al fine di sostenere i più ampi processi di internazionalizzazione del “Sistema Puglia”;

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- relazioni stabili con organismi internazionali come l’Unione europea, l’OCSE, la Banca Mondiale, ecc.;

- accordi ed intese con partner “non governativi” a livello regionale, nazionale ed estero, in considerazione di vincoli geografici, tematici e delle procedure di concertazione degli interventi.

Linea 3.2 - Sviluppo di Politiche regionali per l’immigrazione Obiettivi specifici

Con tale Linea si intende incrementare il grado di integrazione delle comunità immigrate e sviluppare rapporti tra gli immigrati e le società ospiti, e tra gli immigrati e i paesi di provenienza.

Il quadro normativo entro cui si inseriscono le azioni concrete in tema di immigrazione è rappresentato dalla Legge regionale n. 26 del 15 dicembre 2000, “Conferimento di Funzioni e Compiti Amministrativi in materia di Immigrazione Extracomunitaria” che indica tra le finalità la volontà da parte della Regione di: “promuovere iniziative rivolte ad attribuire agli immigrati extracomunitari e alle loro famiglie condizioni di uguaglianza con i cittadini italiani nel godimento dei diritti civili e rimuovere le cause che ne ostacolano l’inserimento nell’organizzazione sociale, culturale,ed economica della Regione” (art.1.1). “Inoltre, La Regione Puglia concorre ad assicurare condizioni di vita dignitose agli immigrati ospiti temporaneamente nei centri di accoglienza con iniziative adeguate in raccordo coi Comuni” (art.1.2). La Legge sostiene azioni concrete ai bisogni ed alle necessità degli immigrati rilevate dagli enti locali e dalle associazioni di volontariato.

Azioni di intervento

1. Lo sviluppo di relazioni con le comunità di immigrati presenti nella regione;

2. la predisposizione di strumenti ed incentivi a favore dell’associazionismo tra i membri delle comunità di immigrati;

3. lo sviluppo dei rapporti tra gli immigrati e le società ospiti;

4. lo sviluppo dei rapporti tra gli immigrati e i paesi di provenienza.

Linea 3.3 - Sviluppo della Cooperazione Internazionale Obiettivi specifici

Con la presente Linea di intervento si intende rafforzare il ruolo proattivo dell’amministrazione regionale nella promozione e diffusione dei processi di cooperazione internazionale nelle sue diverse dimensioni – cooperazione territoriale, cooperazione allo sviluppo, cooperazione decentrata e così via -, anche attraverso una maggiore partecipazione ai programmi e strumenti attivi in ambito internazionale,

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comunitario, nazionale e regionale.

Azioni di intervento

1. La promozione e l’attuazione di iniziative di cooperazione internazionale attraverso le opportunità offerte dagli strumenti di intervento nazionali, con particolare riferimento a:

- la legge n. 84 del 21 marzo 2001, che disciplina le forme di partecipazione italiana al processo di stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo di Paesi dell’area balcanica, (Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Serbia e Montenegro, Romania);

- la legge n. 49 del 26 febbraio 1987 che disciplina gli strumenti e le modalità di cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo;

- la legge n. 212 del 26 febbraio 1992 che prevede il sostegno a programmi bilaterali o plurinazionali per la promozione della collaborazione dell’Italia con i Paesi, annualmente individuati dal CIPE, per favorire la loro transizione verso forme di economia di mercato e l’integrazione con l’Europa.

2. la partecipazione proattiva dell’amministrazione regionale alla definizione ed alla successiva promozione del nuovo quadro di intervento comunitario, con particolare riferimento alla politica europea di vicinato che tende ad intensificare la cooperazione ed accelerare i processi di integrazione tra i Paesi dell’Europa allargata ed i Paesi limitrofi del Bacino del Mediterraneo e dei NSI, e quindi ai nuovi programmi e strumenti di intervento a favore della cooperazione territoriale, a livello bilaterale e multilaterale;

3. la promozione di una maggiora partecipazione da parte di enti, istituzioni ed operatori regionali ai programmi comunitari di cooperazione con i Paesi terzi;

4. la messa a punto di strumenti di intervento regionali in grado di sostenere e rafforzare i processi di cooperazione e di integrazione transnazionale, transfrontaliera ed interregionale.

Linea 3.4 - Sviluppo della Cooperazione per la coesione economica e sociale Obiettivi specifici

La Linea intende creare, in linea con la nuova programmazione europea, una coesione economica e sociale basata sulla condivisione e lo sviluppo di reti e partenariati.

Il partenariato, nel quadro della nuova politica di coesione economica e sociale a livello comunitario, sarà rafforzato grazie ad una maggiore cooperazione tra gli Stati membri, le regioni e le autorità locali e settore privato (sia a livello della programmazione che di attuazione). In tale contesto si inserisce la proposta di regolamento comunitario per la creazione dei Gruppi europei di cooperazione transfrontaliera (GECT), organismi dotati di capacità giuridica che supervisioneranno l’attuazione dei programmi dell’obiettivo «Cooperazione» in base ad una convenzione tra amministrazioni nazionali, regionali e

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locali o enti pubblici di altra natura che costituiranno tali gruppi. Ciò al fine di ovviare alle difficoltà incontrate da Stati membri, regioni ed enti locali nella realizzazione di azioni di cooperazione transfrontaliera, transnazionale o interregionale dovute all’esistenza di molteplici normative e procedure nazionali.

L’obiettivo specifico della Linea è focalizzare l’azione regionale a favore della cooperazione per la coesione economica e sociale attraverso lo sviluppo di una “governance” che coinvolga i partner sociali ed i rappresentanti della società civile, tramite meccanismi adeguati, ad impegnarsi maggiormente nella concezione, l'attuazione ed il seguito degli interventi

Azioni di intervento

1. favorire la creazione di reti e partenariati tra istituzioni governative a livello nazionale regionale e locale e tutti gli attori locali pubblici e privati (enti locali, organizzazioni non governative, associazioni iscritte in albi regionali, istituzioni scolastiche e universitarie, enti pubblici e privati, organismi intergovernativi, soggetti della ricerca, associazioni e ordini professionali, associazioni di categoria, istituti di formazione, istituzioni del credito, organizzazioni sindacali, imprese e cooperative), anche per il tramite del ricorso ai nuovi strumenti e programmi di intervento comunitari.

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LINEA 4 - FORMAZIONE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

4.1 Premessa: la formazione come mezzo di sviluppo del capitale sociale della comunità locale La qualificazione delle risorse umane costituisce un elemento di estrema importanza per la promozione di un modello di sviluppo duraturo e sostenibile nel tempo. Il ruolo del territorio nei processi di internazionalizzazione ha reso, inoltre, sempre più evidente la necessità di creare, anche in ambito locale, figure professionali in grado di operare con strumenti e competenze adeguati alla maggiore interrelazione con l’esterno ed alla rapida evoluzione degli elementi giuridici, politici ed economici ad essa connessi. In questo quadro, il sistema formativo rappresenta un tassello fondamentale non solo per sviluppare la capacità innovativa locale, ma anche per far fronte ai cambiamenti derivanti dai processi di integrazione sovra-nazionale che, oggi più che mai, interessano le regioni meridionali del Paese.

La tematica della formazione, tuttavia, ha un’importanza che va oltre quella strettamente connessa all’accrescimento del patrimonio delle professionalità locali. Il territorio, infatti, è in questo documento visto non più solo come uno spazio su cui muoversi e collocarsi con un determinato bagaglio formativo, ma come un contesto fatto di relazioni sociali, di tradizioni storiche, di culture politiche, di tessuti associativi e di assetti istituzionali. E’ in questo luogo che si intrecciano relazioni di tipo socio-culturale che influenzano la qualità delle relazioni economiche ed è in questo contesto che la formazione riveste un ruolo di particolare importanza non solo come strumento di qualificazione professionale, ma come mezzo di sviluppo del capitale sociale della comunità locale. La formazione possiede, infatti, una natura trasversale rispetto a tutti gli argomenti finora trattati ed ha un potenziale per la crescita del territorio la cui valenza va considerata non solo in termini diretti, ma anche in connessione alla capacità di arricchire quella preziosa “rete immateriale” di relazioni che, all’interno dell’impianto concettuale qui utilizzato, rappresenta un fattore competitivo decisivo per il futuro della Puglia.

L’apertura del sistema locale verso realtà ed esperienze esterne costituisce, dunque, un elemento di importanza considerevole per il territorio che ne percepisce i risultati in termini, innanzitutto, culturali e relazionali e, conseguentemente, di ricchezza complessiva e di posizionamento competitivo. L’internazionalizzazione impone alle autorità locali non solo la necessità di aprire il sistema attraverso azioni di promozione del sistema economico, ma anche di sviluppare rapporti di collaborazione con realtà esterne che permettono di acquisire conoscenze sociali e culturali utili per favorire la proiezione internazionale del territorio. Nella promozione di tale obiettivo un ruolo essenziale va attribuito, innanzitutto, alla scuola e al sistema formativo più in generale che, più di altri, possono contribuire a creare un terreno favorevole allo sviluppo di professionalità competenti, culturalmente vivaci e capaci di adattarsi ad una società in rapida evoluzione. Tale finalità risulta importante anche allo scopo di realizzare una progressiva riduzione dell’emigrazione di risorse umane locali qualificate e di creare opportunità occupazionali per figure high-skilled che, all’interno del territorio pugliese, rappresenta un obiettivo particolarmente significativo.

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4.2. Obiettivi della Linea L’internazionalizzazione è, qui, concepita in senso ampio come il prodotto di un’attività di formazione continua che inizia all’interno delle scuole primarie, come azione di stimolo alla curiosità verso l’estero, e che continua all’interno degli istituti di istruzione di ogni ordine e grado, anche attraverso iniziative di interscambio internazionale, al fine di rafforzare l’acquisizione dell’attitudine e delle competenze necessarie a stabilire relazioni con l’estero. Naturalmente, quando si parla di formazione all’internazionalizzazione, un’attenzione particolare viene prestata alle iniziative di preparazione professionale rispetto a competenze specifiche, strumentali e tecniche, necessari per operare in questo settore.

Tuttavia, l’Obiettivo della Linea 4 è quello di concepire l’internazionalizzazione territoriale, economica e produttiva come il risultato finale di un percorso più ampio di internazionalizzazione socio-culturale della realtà locale che inizia fin dalla prima età scolare e che comprende tutti gli interventi che riguardano in senso lato la promozione di una “cultura dell’internazionalizzazione” e non solo, come già menzionato, la predisposizione di corsi di preparazione professionale specifica.

4.3 Indirizzi strategici di intervento per la formazione per l’internazionalizzazione

Linea 4.1 Promozione di percorsi di internazionalizzazione all’interno del sistema di formazione e di ricerca della Puglia Obiettivi specifici

L’integrazione dei curricoli formativi del sistema di formazione e di ricerca della Puglia con strumenti e percorsi funzionali alla diffusione di una cultura maggiormente aperta all’integrazione internazionale e, quindi, allo sviluppo di specifiche competenze tecniche nei settori dell’internazionalizzazione economica-produttiva e della cooperazione territoriale rappresenta il primo obiettivo individuato. Tali percorsi sono volti alla preparazione di figure professionali in grado di promuovere e gestire processi di rilievo internazionale sia all’interno delle diverse realtà territoriali e produttive presenti nel contesto territoriale pugliese, che in ambito istituzionale. Alla realizzazione di questo obiettivo concorrono azioni da realizzarsi a tutti i livelli dell’istruzione scolastica ed universitaria, a partire dal sistema di formazione primaria e secondaria nella misura in cui tali iniziative promuovano l’acquisizione di competenze sociali e culturali più generali capaci di rappresentare un vantaggio competitivo per il futuro della Regione Puglia. L’implementazione di percorsi formativi nel settore dell’internazionalizzazione non può, inoltre, prescindere da una maggiore capacità di allineamento dell’offerta di ricerca ed alta formazione alla relativa domanda e di integrazione nelle relative reti internazionali.

Gli obiettivi specifici da raggiungere in tale ambito sono:

- fornire le conoscenze e gli strumenti sociali e culturali necessari per sviluppare nelle giovani generazioni la cultura dell'internazionalizzazione;

- formare figure professionali in grado di promuovere e gestire fenomeni di sviluppo ed interazione nei settori produttivi, finanziari e commerciali in ambito

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internazionale attraverso l’approfondimento della conoscenza dei relativi contesti di riferimento e l’acquisizione di esperienze e di competenze specifiche;

- formare figure professionali in grado di sviluppare le tematiche della globalizzazione nei suoi diversi aspetti istituzionali, sia a livello internazionale che locale, e capaci di interagire con operatori ed istituzioni pubbliche e private dei Paesi esteri;

- promuovere e sviluppare una costante interazione tra Università, Centri di Ricerca e sistema delle imprese finalizzata a sviluppare percorsi di formazione e professionalizzazione innovativi, capaci di attivare nuove competenze e nuove imprenditorialità;

- promuovere una maggiore partecipazione agli scambi formativi e professionali internazionali ed inserimento nelle reti internazionali tra attori del sistema della ricerca, alta formazione ed imprenditoriale.

Azioni di intervento

1. Predisporre strumenti ed azioni di collaborazione con il sistema scolastico regionale finalizzati a promuovere e rafforzare l’inserimento nei curricoli scolastici di moduli didattici, strumentali e tecnici, al fine di sviluppare, nelle giovani generazioni, la cultura dell'internazionalizzazione;

2. Facilitare ed incrementare la partecipazione dei giovani ad iniziative e programmi di scambio in ambito internazionale, relativamente ai percorsi scolastici e di alta formazione, ai percorsi di specializzazione nel campo della ricerca, ai percorsi professionalizzanti nel mondo del lavoro e così via;

3. Promuovere e agevolare la realizzazione di corsi di alta formazione, fortemente integrati con esperienze pratiche nel mondo del lavoro, finalizzati a sviluppare profili professionali e competenze specialistiche maggiormente rispondenti alle esigenze delle imprese ed istituzioni locali in termini di sviluppo e gestione dei rapporti con l’estero (“Esperti in Processi di Internazionalizzazione”, “Agenti per lo sviluppo della Cooperazione Transnazionale”);

4. Mettere a punto strumenti ed iniziative, in collaborazione con il sistema universitario e della ricerca regionale, per attrarre ed incrementare i flussi di studenti stranieri rispetto all’offerta di percorsi di formazione, di professionalizzazione e di ricerca in Puglia.

Linea 4.2 Sostegno alla formazione all’internazionalizzazione all’interno dei sistemi produttivi locali Obiettivi specifici

La promozione di strumenti e percorsi di formazione professionalizzanti nel settore dell’internazionalizzazione rivolti a lavoratori già occupati e/o da ricollocare all’interno del contesto pugliese rappresenta un ulteriore importante obiettivo individuato al fine di garantire il rafforzamento delle strutture e competenze interne alle imprese, specie di dimensioni minori, necessarie per operare nel contesto

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competitivo del mercato globale.

Tali corsi si propongono di integrare il background tecnico del personale occupato all’interno dei sistemi produttivi locali creando e/o rinforzando le competenze necessarie per la promozione e la gestione di processi di sviluppo internazionale. Il fine è quello di rinsaldare le esperienze e competenze interne, a tutti i livelli manageriali ed operativi, richiesti per implementare una struttura operativa interna all’azienda in grado di supportare l’imprenditore nelle scelte strategiche di internazionalizzazione, gestire network produttivi o di vendita ed assistenza all’estero.

Gli obiettivi specifici da raggiungere in tale ambito sono:

- fornire agli occupati delle PMI una visione d’insieme dello scenario economico internazionale affinché siano in grado di comprendere e cogliere le sfide e le opportunità provenienti dal mercato globale;

- offrire un quadro dettagliato degli strumenti finanziari, commerciali e legali necessari per l’internazionalizzazione dell’impresa, sviluppando le competenze necessarie per attuare strategie di internazionalizzazione (attivazione di collaborazioni in ambito produttivo, creazione di joint-venture e di unità produttive all’estero, utilizzo di fondi europei per la ricerca e l’innovazione tecnologiche, ecc…);

- rendere i lavoratori occupati all’interno delle PMI capaci di interagire con operatori ed istituzioni pubbliche e private dei Paesi esteri di riferimento e di avviare relazioni d’affari con aree e settori geografici specifici, al fine di migliorare il posizionamento della propria impresa sul mercato globale.

Azioni di intervento

1. Attivare strumenti ed incentivi per la realizzazione di iniziative di formazione continua, di formazione manageriale, di aggiornamento professionale e/o di ricollocazione professionale relativamente alle esigenze specifiche delle imprese di rafforzare le proprie strutture interne con l’inserimento e/o il rafforzamento di profili professionali in grado di operare ed interagire con i mercati esteri;

2. Mettere a punto strumenti ed iniziative, in collaborazione con il sistema delle imprese, per la realizzazione di esperienze di scambio e/o di placement temporaneo di elevate figure professionali, da e verso la Puglia;

3. Realizzare strumenti ed iniziative, in collaborazione con i sistemi produttivi e territoriali locali, per la realizzazione di azioni di formazione manageriale e/o di study tour per operatori e professionisti stranieri interessati a sviluppare relazioni ed opportunità di collaborazione in Puglia.

Linea 4.3 Sviluppo di strumenti di formazione all’internazionalizzazione rivolti ad immigrati ed alle comunità di origine italiana residenti all’estero. Obiettivi specifici

La valorizzazione di risorse che rappresentano un naturale ponte verso realtà economiche e produttive, ma anche sociali e culturali di altri Paesi costituisce un ulteriore obiettivo individuato. Tali risorse sono composte sia dagli immigrati, che

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rappresentano un patrimonio potenziale di conoscenze presenti all’interno dello stesso territorio pugliese, che dalle comunità di origine italiana residenti all’estero, che costituiscono una naturale estensione della realtà regionale concentrata in diverse aree del mondo.

Gli obiettivi specifici da raggiungere in tale ambito sono:

- offrire un quadro dettagliato degli strumenti finanziari, commerciali e legali necessari per l’attivazione di scambi e collaborazioni in ambito produttivo, la creazione di joint-venture e l’utilizzo di fondi a disposizione;

- trasferire agli immigrati ed agli esponenti delle comunità di origine italiana all’estero strumenti e nozioni fondamentali per interagire con operatori ed istituzioni pubbliche e private dei Paesi di riferimento e di avviare relazioni d’affari con aree e settori geografici specifici;

- sviluppare nuove metodologie di lavoro in grado di trasformare i collegamenti esistenti con gli italiani residenti all’estero, in materia di formazione, in fattori che concorrono allo sviluppo del territorio.

Azioni di intervento

1. Partecipare attivamente a programmi e progetti a livello internazionale, nazionale e regionale, funzionali allo sviluppo di percorsi di formazione e di sviluppo delle conoscenze, competenze e professionalità delle comunità di immigrati presenti in Puglia e di pugliesi residenti all’estero (quali ad es. Programma di Partenariato Territoriale con gli Italiani all’Estero - PPTIE, oppure il Progetto ITENETs che propone la creazione di reti formative e di lavoro, a sostegno della programmazione regionale, attraverso le comunità italiane residenti all’estero);

2. Predisposizione di strumenti ed iniziative finalizzati alla realizzazione di corsi per le comunità di immigrati presenti nel territorio pugliese, specie in relazione alle opportunità di sviluppo di esperienze, scambi e collaborazioni nel campo imprenditoriale.

Linea 4.4 Accrescimento degli strumenti di formazione all’internazionalizzazione a disposizione all’interno della Pubblica Amministrazione Obiettivi specifici

L’obiettivo è quello di rafforzare le professionalità presenti all’interno della Pubblica Amministrazione nella gestione di percorsi di internazionalizzazione che valorizzino le attività delle istituzioni a livello locale (regioni, province e comuni) e le risorse presenti nel territorio (imprese, turismo, cultura, ambiente, ecc…) mediante l’attivazione di partenariati territoriali, collegamenti con interlocutori istituzionali esteri, progetti di cooperazione decentrata e lo sviluppo di programmi comunitari.

Gli obiettivi specifici sono:

- sviluppare competenze nella programmazione delle risorse finanziarie;

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- acquisire capacità per la definizione di accordi istituzionali a livello internazionale;

- acquisire le competenze necessarie per supportare la progettazione di interventi formativi rispondenti alle esigenze locali di sviluppo sul versante della internazionalizzazione.

Azioni di intervento

1. Realizzazione di percorsi di aggiornamento destinati ai funzionari della P.A. interessate, per lo sviluppo di metodologie di lavoro innovative in ambito multiculturale;

2. Realizzazione di percorsi di alta formazione per l’internazionalizzazione a beneficio dei dipendenti della Pubblica Amministrazione;

3. Intensificare la partecipazione degli enti regionali ai programmi ed iniziative comunitari ed internazionali, finalizzati allo scambio di esperienze ed al placement temporanee di professionalità nel settore della P.A..

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LINEA 5 - AZIONI DI GOVERNANCE DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE REGIONALE

5.1 Premessa: Il modello di Governance della politica regionale di Internazionalizzazione del territorio Gli attori locali, in primo luogo Regioni, Province e Comuni, sono i soggetti chiave dello sviluppo endogeno e dell’internazionalizzazione economica e culturale dei Paesi, in virtù del loro radicamento territoriale e della loro posizione privilegiata nel registrare le esigenze della società civile.

Questa evoluzione è, d’altronde, coerente con l’attuazione del principio di sussidiarietà e con uno dei princìpi cardine della Riforma dei Fondi Strutturali, l’ampliamento del partenariato, che prevede il maggiore coinvolgimento dei diversi livelli di governo locale, sia nella fase di programmazione degli interventi, sia in quelle di attuazione e controllo. Anche nell’ambito della politica di cooperazione e di prossimità con i partner del Mediterraneo e dei Balcani, l’UE punta ormai dichiaratamente sull’attivazione di partenariati territoriali. In tale ottica, l’integrazione delle azioni, la concentrazione delle risorse, la costituzione di partnership rappresentano principi essenziali.

Alle Regioni si richiede quindi oggi di definire un vero e proprio quadro integrato di interventi, finalizzato alla realizzazione di percorsi di internazionalizzazione basati sulle specificità regionali, al rafforzamento delle capacità di effettuare studi e ricerche sulla realtà socioeconomica di partenza, nonché alla conduzione del necessario continuo dialogo con gli attori del territorio, pubblici e privati.

La Regione Puglia per favorire il processo di internazionalizzazione e di sviluppo del suo territorio nelle definizione degli obiettivi e nelle finalità identificate nel Print, intende dotarsi di appositi strumenti e modelli organizzativi, che consentano di svolgere il suo ruolo di indirizzo, d’impulso e di coordinamento della politica regionale d’internazionalizzazione.

La definizione di un modello di Governance dei processi di internazionalizzazione territoriale si incentra su due esigenze fondamentali:

- la prima intende individuare un modello che sia in grado di coordinare la politica di internazionalizzazione della Regione in linea sia con l’evoluzione delle tendenze dei mercati globali, sia con la progressiva riforma della politica regionale di coesione comunitaria rispettando effettivamente i princìpi di base del metodo europeo, in particolare: semplificazione delle procedure, sussidiarietà e proporzionalità;

- la seconda presuppone la definizione di un modello che sviluppi il coinvolgimento del settore privato, la concentrazione territoriale e l’integrazione, il partenariato istituzionale ed economico-sociale.

Il modello di governance maggiormente in grado di soddisfare le esigenze di sviluppo dell’attuale sistema socioeconomico pugliese è basato sulla valorizzazione delle reti di conoscenza e di partecipazione tra tutti i soggetti presenti sul territorio, in cui la trasmissione delle informazioni avviene attraverso processi interattivi e relazionali e l’accumulazione di conoscenza appare il risultato di processi di apprendimento continui ed evolutivi.

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L’adozione di un approccio sistemico risulta essere un approccio strategico anche per essere in grado affrontare la gestione dei nuovi strumenti di intervento dell’Unione Europea. Infatti, la nuova politica europea di coesione economica e sociale risulta essere basata sulla condivisione e lo sviluppo di reti e partenariati, così come il nuovo quadro di programmi e strumenti per la cooperazione territoriale tenderà a sviluppare gli stessi orientamenti.

In tale contesto, il ruolo della Regione assume un rilievo determinante sia nell’indirizzo delle azioni di governance e quindi nel coordinamento con le istituzioni sovraordinate, sia per quanto attiene la capacità di interagire con i livelli territoriali (sussidiarietà), garantendo percorsi territoriali di sviluppo incentrati su specifiche specializzazioni e vocazioni socioeconomiche locali. Tale modello di interazione comprende l'insieme degli aspetti organizzativo gestionali, delle metodologie e degli strumenti con i quali diviene possibile governare le relazioni con le autonomie locali, in un’ottica di programmazione e gestione integrata e congiunta rivolte al raggiungimento di uno scopo comune.

Il perseguimento di nuove modalità di governo del territorio richiede il rafforzamento della capacità di attivare processi di partecipazione, concertazione e negoziazione a tutti e fra tutti i livelli, finalizzati alla individuazione di obiettivi e strategie unitarie e condivise.

Obiettivo è dunque costruire un coordinamento tra tutti gli organismi e le istituzioni che operano, a livello locale, nei processi di internazionalizzazione. Occorre coagulare un insieme eterogeneo di realtà: agenzie radicate sul territorio, associazioni, organismi legati al mondo camerale, istituti promossi da soggetti pubblici, società private, portali/siti dedicati al tema dell’internazionalizzazione.

Si può operare una classificazione degli stakeholder in macro-categorie:

- Enti Territoriali Governativi (La Regione, le Province ed i Comuni);

- L’associazionismo di categoria (espressione del mondo produttivo con un’articolazione capillare fortemente radicata sul territorio con sedi operative a livello locale, provinciale e regionale);

- Le Camere di Commercio (le Camere di Commercio e gli organismi ad esse collegate; si tratta anche in questo caso di realtà strettamente legate al territorio, con un raggio d’azione o provinciale o regionale, che si occupano, di altre attività, di internazionalizzazione);

- Università ed enti di ricerca;

- Enti pubblici economici;

- Agenzie di sviluppo (Agenzie che si propongono come soggetti propulsori per lo sviluppo e la promozione del territorio);

- Associazioni del terzo settore;

- Associazioni della società civile, ecc..

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Governance interna

Governance esterna Cooperazione inter-istituzionale

Enti Territoriali Governativi X X X

Associazioni di categoria X X X

Camere di Commercio X X X

Università ed enti di ricerca X X X

Agenzie di sviluppo X X

Associazioni del terzo settore X X

Associazioni della società civile X X

Il coordinamento delle attività permetterebbe la creazione di reti e partenariati integrati nel tessuto sociale e economico della regione e pronti per operare sulle nuove opportunità offerte dalla programmazione comunitaria

La Linea 5 intende porre a sistema le diverse iniziative progettuali che vedono la Regione Puglia protagonista di una governance interna, esterna ed inter-istituzionale per i processi di internazionalizzazione.

5.2. Obiettivi della Linea L’ obiettivo generale della Linea 5 è quello di creare un modello di Governance regionale per la Politica di Internazionalizzazione del territorio.

Gli obiettivi specifici della Linea 5 permettono di:

- rilevare le informazioni utili alla definizione del modello di governance per l’internazionalizzazione regionale;

- individuare ed adottare nelle singole aree di governance e nei meccanismi di integrazione tra le stesse, eventuali buone prassi;

- adottare i princìpi contenuti nel “libro bianco della Governance” pubblicato dalla Commissione europea e creare il “menù” regionale delle buone prassi;

- sistematizzare le iniziative di internazionalizzazione già attivate dalle strutture regionali;

- coordinare le procedure e modalità di attuazione degli interventi a favore della proiezione del “Sistema Puglia” a livello internazionale;

- coordinare gli strumenti di intervento a sostegno dei processi di internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali;

- coordinare le modalità di attuazione e le procedure relative alla cooperazione decentrata, portando a sistema le attività svolte.

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5.3 Indirizzi strategici di intervento per la governance dell’internazionalizzazione regionale - Sviluppo delle strutture interne e competenze necessarie per la governance dei

processi di internazionalizzazione della Regione Puglia;

- Sistematizzare le iniziative di internazionalizzazione e coordinare le modalità di attuazione e le procedure relative alla proiezione del “Sistema Puglia” in ambito internazionale ed alla cooperazione istituzionale internazionale;

- Promuovere la cultura della comunicazione istituzionale verso un modello di comunicazione integrata che contribuisca alla nuova governance dei processi di internazionalizzazione.

Linea 5.1 - Sviluppo delle strutture necessarie per la governance dei processi di internazionalizzazione della Regione Puglia Obiettivi specifici

Con tale Linea si intende attribuire grande rilevanza alla definizione di strutture stabili che siano di sostegno alle politiche di internazionalizzazione della Regione Puglia.

La Regione Puglia ha intrapreso un percorso di apertura ed integrazione internazionale e conferma la volontà di gettare le basi per un percorso più compiuto di sostegno ai processi di internazionalizzazione del “Sistema Puglia”, teso alla predisposizione ed attivazione di strutture, risorse e strumenti interni in grado di sviluppare e presidiare reti di relazioni internazionali, programmi ed interventi regionali nei diversi settori della promozione economica, dell’internazionalizzazione e della cooperazione istituzionale, capaci di generare risultati vantaggiosi e duraturi, al di là del consueto orizzonte geografico.

Per coordinare tali finalità la Regione Puglia, nel rispetto dei princìpi di governance europei, si sta dotando delle strutture necessarie per una governance interna, esterna e inter-istituzionale per i processi di internazionalizzazione.

Azioni di intervento

1. L’attivazione della Cabina di regia per l’internazionalizzazione con la funzione di programmazione strategica, raccordo e coordinamento di tutte le iniziative riguardanti l’internazionalizzazione economica, territoriale e culturale promosse dall’Amministrazione regionale, anche in collaborazione con gli altri enti ed organismi locali e nazionali preposti. La Cabina di regia prevede la partecipazione dei responsabili dei vari Assessorati e Settori Regionali interessate, direttamente o indirettamente, al tema dell’internazionalizzazione del territorio pugliese;

2. L’attivazione dell’Unità Tecnico-Operativa per l’Internazionalizzazione da istituire con l’obiettivo di garantire il necessario coordinamento e monitoraggio fra le diverse iniziative di internazionalizzazione gestite dalla Regione.;

3. Il potenziamento dello Sportello regionale l’internazionalizzazione delle imprese

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della Puglia (SPRINT Puglia), il quale garantisce la condivisione degli orientamenti e delle politiche di intervento fra l’attività internazionale della Regione, espressa dalla Cabina di Regia con il supporto tecnico-scientifico e di coordinamento dell’Unità Tecnico-Operativa, i Centri estero della CCIAA, l’ICE, il MAP e tutti gli altri soggetti coinvolti nelle attività dello Sportello. In quest’ottica, lo sportello assume la veste di Laboratorio di idee e di confronto sulle principali azioni di internazionalizzazione territoriale attuate dai diversi soggetti che lo compongono. Essa dovrebbe fungere anche da Antenna Informativa sull’internazionalizzazione occupandosi anche della gestione dell’osservatorio regionale per l’internazionalizzazione e della fornitura di analisi, statistiche ed ipotesi di scenario “mercato - paese”;

4. Lo sviluppo ed il consolidamento della Rete estera da realizzare affiancando agli Uffici di Cooperazione di Tirana e Mostar, altre strutture operative (“Desk Apulia”) di promozione dell’internazionalizzazione territoriale, eventualmente tramite apposite Convenzioni con le strutture più idonee già presenti in loco (ad es. i costituenti Sportelli unici per l’internazionalizzazione), disciplinate attraverso la definizione di una apposita “Carta dei servizi”. Tali strutture operative potranno agire come vero e proprio braccio operativo estero dello Sportello regionale per l’internazionalizzazione.

Linea 5.2 - Sistematizzare le iniziative di internazionalizzazione e coordinare le modalità di attuazione e le procedure relative alla cooperazione decentrata Obiettivi specifici

Con tale Linea si intende attribuire grande rilevanza alla definizione di interrelazioni tra i vari attori operanti nelle politiche di cooperazione internazionale della Regione Puglia. Per coordinare tali finalità la Regione Puglia, nel rispetto dei principi di governance europei, si sta dotando delle strutture necessarie per una governance interna ed esterna.

Azioni di intervento

- Interventi per l’incremento e la valorizzazione della Rete estera formata dalle strutture operanti per la valorizzazione dei pugliesi nel mondo:

o Consiglio generale dei pugliesi nel mondo, (in rappresentanza dei pugliesi in Europa, in America del Nord, in America del Sud, in Australia e in Africa) istituito con l’Art. 7 della Legge Regionale 11 dicembre 2000, n. 23 “Interventi a favore dei Pugliesi nel Mondo”;

o Associazioni e Federazioni di pugliesi nel mondo l’art.4 della Legge Regionale 11 dicembre 2000, n. 23 “Interventi a favore dei Pugliesi nel Mondo” favorisce l’Associazionismo dei pugliesi all’estero ( e sempre l'articolo 4 istituisce l'Albo delle Associazioni e Federazioni di pugliesi nel mondo regolarmente riconosciute).

- Valorizzare le comunità di pugliesi nel mondo ed incentivarne le strutture

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associative, sia sotto l’aspetto organizzativo, sia in modo funzionale con le strutture della governance regionale. Ciò permetterà di far assumere a tali comunità la funzione di veri e propri “agenti di sviluppo” all’estero per i sistemi locali della Regione Puglia;

- Interventi per l’incremento e la valorizzazione della Rete interna formata dalle strutture associative degli immigrati nel territorio Pugliese e nazionale:

o Associazioni degli immigrati extracomunitari; l’art.9 della Legge Regionale 26 del 15 dicembre 2000, “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi in materia di Immigrazione extracomunitaria” afferma la valenza dell'Albo delle Associazioni degli immigrati extracomunitari, istituito ai sensi della legge regionale 11 maggio 1990, n. 29.

- Incentivare le comunità di immigrati extracomunitari a costituire strutture associative permetterà di costituire una rete con tutte le strutture della governance regionale incrementando i rapporti sociali e funzionali tra gli immigrati e le società ospiti, e tra gli immigrati e i paesi di provenienza. Favorendo un ponte d’integrazione socio economica e di potenziale sviluppo con i paesi d’origine.

Linea 5.3 - Promuovere la cultura della comunicazione istituzionale verso un modello di comunicazione integrata che contribuisca alla nuova governance dei processi di internazionalizzazione Obiettivi specifici

Con tale Linea si intende realizzare una nuova comunicazione integrata sulla base delle nuove tecnologie per favorire l’integrazione tra le varie strutture amministrative territoriali e tutto il panorama degli attori interessati alla partecipazione alle politiche di internazionalizzazione del territorio.

In tale contesto, tramite lo sviluppo di processi di informatizzazione, si intende favorire sia la comunicazione istituzionale tra operatori ed istituzioni ma anche permetterà alla Regione Puglia di sviluppare una mappatura di tutti gli operatori istituzionali e non tale da poter sviluppare una governance del processo di internazionalizzazione in linea con i principi dettati dalla governance europea.

Azioni di intervento

1. Interventi per l’incremento della comunicazione istituzionale sul tema dell’internazionalizzazione attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie multimediali di telecomunicazione (ad es., l’integrazione del portale internet regionale con appositi spazi dedicati all’informazione e promozione delle iniziative di internazionalizzazione in corso a livello regionale e sviluppo di collegamenti con i portali di servizi per l’internazionalizzazione, come “Italia Internazionale”;

2. Interventi per favorire la comunicazione e la gestione informatica della rete estera formata dalle strutture operanti per la valorizzazione dei pugliesi nel mondo;

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3. Interventi per favorire la comunicazione e la gestione informatica di una Rete interna formata dalle strutture associative degli immigrati nel territorio Pugliese e nazionale;

4. Interventi per favorire la comunicazione e la gestione informatica di una Rete formata dagli operatori soggetti promotori di attività previste dalla legge regionale 25 agosto 2003, n. 20 "Partenariato per la cooperazione".