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Q U E S T I O N I C H E C O N T A N O

DIOGENE

N. 28 Settembre 2012

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o Stato e la Chiesa cattolicasono, ciascuno nel proprio or-dine, “indipendenti e sovrani”,così nell’articolo 7 della Costi-tuzione italiana viene affermata

la laicità dello Stato, che dovrebbequindi operare in una sfera di completaautonomia, emancipato dall’autoritàdella Chiesa. Ancora oggi questa separazione è con-siderata dalla maggior parte dei Paesioccidentali un principio cardine sulquale ogni stato moderno si deve ba-sare; tale principio ha radici profonde,fu infatti teorizzato nella seconda metàdel XVII secolo dal filosofo ingleseJohn Locke. In una delle sue opere più importanti,l’Epistola sulla tolleranza, egli distinguechiaramente i campi di influenza delloStato e della Chiesa. In primo luogo de-finisce il concetto di Stato: “Lo Stato è,a mio modo di vedere, una societàumana costituita unicamente al finedella conservazione e promozione deibeni civili. Chiamo beni civili la vita, lalibertà, l’integrità fisica e l’assenza didolore e la proprietà di oggetti esternicome terre, denaro, mobili ecc”. LoStato, di conseguenza, ha come compitiprincipali l’amministrazione della giu-stizia e l’emanazione di leggi, la sua so-vranità, quindi, è legata esclusivamentealla dimensione terrena. È la Chiesa, invece, a doversi occuparedell’aspetto spirituale: “La Chiesa è unalibera società di uomini che si unisconovolontariamente per adorare pubblica-mente Dio nel modo che credono gra-dito alla divinità al fine della salvezzadelle anime”. Affermando questo,Locke ribadisce ancora una volta la to-tale estraneità della Chiesa alla materiacivile e, utilizzando il termine “volonta-riamente”, ha l’opportunità di trattareun altro punto fondamentale della suariflessione: la tolleranza. Sostiene, in-fatti, che ogni cittadino è libero di pro-fessare la fede in cui crede senza essere

discriminato o addirittura perseguitatoa causa di questa scelta personale; nes-suno ha il diritto di imporre il propriocredo religioso ad altri in quanto tutti iculti sono ritenuti leciti a meno che nonentrino in contrasto con le leggi, ossiacon lo Stato, minacciando la sicurezzae la pace di un Paese. Bisogna riconoscere che il filosofo in-glese, riprendendo e approfondendo ar-gomenti già trattati da Spinoza e Baylenello stesso periodo storico, ha dato unsolido fondamento etico e politico allaquestione, definendo con chiarezza lecarateristiche e i diversi campi di appli-cazione delle due istituzioni, lo Stato ela Chiesa. Ciò implica anche la distin-zione tra legge morale e legge civile, travalori etico-religiosi propri di certe con-fessioni (e validi solo per essi) e princìpistabiliti dalla legge dello Stato, che de-vono valere per tutti i cittadini. È cosìfondato anche il valore del pluralismo,che è alla base delle concezioni liberalie democratiche, che si sono progressi-vamente diffuse nell’età moderna econtemporanea.

La cattolica Italia

Dal punto di vista teorico, quindi, laquestione sembra risolta. Ma qual è larealtà effettiva dell’Italia di oggi? Dob-biamo purtoppo constatare che tutti icittadini italiani (che siano cattolici, fe-deli di altre religioni, agnostici o atei)devono necessariamente confrontarsicon la realtà di un Paese in cui le inter-ferenze della Chiesa cattolica si mani-festano in molteplici aspetti della vitaquotidiana. Uno dei motivi principali di questa co-stante influenza è la stretta vicinanzacon lo Stato del Vaticano (la Santa Sedeper eccellenza), enclave nel territoriodella Repubblica. Esso, infatti, costitui-sce parte del tessuto urbano della capi-tale, alla quale è profondamenteconnesso da un’identificazione lungasecoli tra Roma e la sede papale. Pro-

Libera Chiesa-libero StatoL’attualità della Lettera sulla tolleranza, scritta da John Locke nel 1690.

L

K Angela AttoliniK Nina Bianchini K Sofia DelpratoK Greta Manfredi

Classe IV M, Liceo Scientifico StataleGuglielmo Marconi, Parma.

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prio per quest’identificazione tradizioninazionali e cristiano-cattoliche si sonomischiate, arrivando spesso a confon-dersi e rendendo difficile la distinzionetra le due; festività religiose come il Na-tale o la Pasqua assumono, infatti, unvalore quasi maggiore rispetto a quelleche sono proprie dello Stato italiano. Un’ulteriore manifestazione di tale in-fluenza è data dall’esistenza in Parla-mento di coalizioni politiche cheracchiudono in sé partiti di ispirazionecattolica. Essi si fanno spesso, quindi,portavoce di una serie di princìpi cri-stiani che condizionano la politica,diventando un ostacolo alla suapiena indipendenza ed autono-mia. In particolare, il peso dei co-siddetti valori non negoziabiliin materia etico-sociale è laprova più evidente di que-sto condizionamento. Essicostituiscono un insieme diquestioni sulle quali laChiesa romana non è di-sposta a scendere a com-promessi, quali la difesadella vita dal concepimentoalla morte, la difesa del ma-trimonio monogamico trauomo e donna e la difesadella libertà di educazione. Acausa di questi princìpi il Par-lamento italiano tarda a pren-dere posizioni nette o acompiere scelte che riconoscanoalcuni diritti civili e sociali del cit-tadino in quanto tale. Ad un laico sembra evidente che i cat-tolici pretendono di trascrivere la loromorale nelle leggi dello Stato, di trasfe-rire il codice canonico nel codice civile. Ad esempio, per quanto riguarda i pro-blemi legati alla fine della vita biologica,nonostante sia un argomento partico-larmente scottante, non esiste ancorauna legislazione vera e propria sul te-stamento biologico, che riconosca il di-ritto ai cittadini di rifiutare ogniaccanimento terapeutico, di fatto aval-lato dalla morale cattolica, che si op-pone a quella che viene detta eutanasia. Anche i frequenti tentativi di rivederela legge 194 del 1978 sull’interruzionedi gravidanza che tutela la maternitàconsapevole derivano dalla volontà di

far valere il diritto alla vita del conce-pito, imponendo alle donne di portareavanti una gravidanza non desiderata. La stessa emanazione della legge 40sulla fecondazione assistita è statamolto travagliata ed è stata approvatacon moltissimi limiti, determinati pro-prio dalle forze cattoliche.

Ciò che ha impedito l’approvazione diuna legge veramente laica è stata l’ap-plicazione del principio, tipicamenteconfessionale, secondo cui il diritto allavita va esteso anche all’embrione. Taleprincipio è anche all’origine delle fortipressioni che vengono tuttora esercitateper limitare l’effettiva portata dellalegge sull’aborto. A dire il vero, la Chiesa cattolica è piut-tosto rigida anche sul tema del con-trollo delle nascite, considerando inqualche modo diritto alla vita del na-

scituro anche la pura possibilità di pro-creare una nuova vita da parte di unacoppia eterosessuale. Qui si entra, comunque, nelle com-plesse questioni bioetiche, su cui il di-battito è molto aperto, anche perché leposizioni di cattolici e laici sono decisa-mente distanti, per non dire opposte. Quanto alla tutela della famiglia, sem-bra possa essere intesa soltanto confe-rendole una posizione di privilegio enegando ogni diritto a qualsiasi altrotipo di unione che non sia la famiglianaturale costituita con il matrimonio.

Non sono, infatti, riconosciuti i ma-trimoni omosessuali, al contrario diquanto avviene in paesi come Ca-nada, Argentina, Sudafrica, Spa-gna, Portogallo, Belgio,Norvegia, Svezia, Islanda e inalcuni Stati degli USA. Perquanto riguarda le unioni ci-vili, l’Italia non compare nellalista dei paesi – una ventina –che conferiscono loro un va-lore giuridico. In tal modo, lecosiddette coppie di fattonon hanno alcuna tutela e iconviventi eterosessuali odomosessuali sono privati ditutti i diritti che sono ricono-sciuti ai congiunti in matrimo-

nio. Valutando gli esempi riportati,

si può comprendere quanto nu-merosi siano gli ambiti in cui

un’eccessiva ingerenza da partedella Chiesa Cattolica impedisce al-

l’Italia di stare “al passo coi tempi” inmaterie di fondamentale rilevanza algiorno d’oggi. Questo fenomeno è innetto contrasto non solo con il pensierodi Locke e con il suo principio di tolle-ranza - che risale circa a 350 anni fa -ma anche con quanto affermato dallaCostituzione, che ribadisce l’animalaica cui l’Italia anela. Lo Stato, quindi,dovrebbe operare autonomamente, ren-dersi indipendente dalla morale catto-lica, occupandosi in primo luogo delcittadino, che esso coincida o no con ilfedele. Soltanto così si attuerebbe quel-l’autentico pluralismo, in cui si esprimela molteplicità delle culture, dei valori edelle tradizioni e che è tipico delle veredemocrazie. �K

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