L’ASSERTIVITA’
L’assertività è un comportamento sociale che consente di raggiungere gli obiettivi
prefissati senza creare situazioni di conflittualità. Tale modalità di vita è caratterizzata da un atteggiamento
positivo verso se stessi e verso gli altri e consente, per la sua proprietà di inibire
l’ansia, un miglioreadattamento alle situazioni sociali.
In particolare, l’assertività consiste nella capacità di estrinsecare un
rapporto interpersonale diequilibrio, nel comunicare in modo
efficace e convincente, nel controllare l’ansia nelle situazionipubbliche e private, nell’essere
coerenti ed equilibrati.
L’assertività è considerata un modo di gestire i rapporti sociali, un modo estremamente
contagioso perché dà all’altro la possibilità di generare un comportamento analogo.
Visivamente l’assertività corrisponde al punto di mezzo di un segmento ideale ai cui estremi si pongono la passività e l’
aggressività. Mentre il passivo e l’aggressivo sono
caratterizzati da un atteggiamento individualistico
che li porta a considerare gli altri come estranei, l’assertivo sa che
essere una persona significa avere la coscienza di appartenere al genere umano.
E’ importante soffermarsi sull’ultimo punto: la capacità di decidere autonomamente. Il
vocabolo decisione racchiude in sé il duplice significato di acquisizione di qualcosa e di
perdita diqualcos’altro. In tale senso, ogni decisionerichiede responsabilità, ossia la presa di
coscienza di avere lapossibilità di gestire la propria vita, di essere gli
artefici del proprio destino. Responsabilità significa
passare all’azione, non tirarsi indietro di fronte alle piccole e grandi avversità di tutti i giorni,affrontandole invece con la consapevolezza
degli inevitabili limiti che ognuno di noi ha.
La persona passiva non esprime le sue opinioni ed i suoi stati d’animo, ma segue
gli altri senzaopporsi anche quando ciò comporta la rinuncia del raggiungimento dei propri
obiettivi: per taleragione essa si sente spesso depressa e
frustrata, perché percepisce la sua esistenza come se fosse in
completa balia delle decisioni prese dagli altri.
La persona aggressiva, a differenza di quella passiva, prende delle
decisioni, ossia sceglie: il problema è che sceglie anche per
chi le sta accanto e soltanto ciò che rientra nei suoi interessi!
Per la smania di far valere i propri diritti, essa calpesta quelli altrui,
senza cercare di mediare
La struttura dell’assertività è un insieme complesso di abilità ordinate funzionalmente su cinque livelli.
Ciascuno di tali livelli ne rappresenta sia un aspetto sia un obiettivo di crescita personale.
Queste caratteristiche dell’assertività sono: L’ autonomia emotiva, ovvero l’abilità di riconoscere le
proprie emozioni(ansia, paura, commozione, etc.), percependole come un
arricchimento della situazione; La libertà espressive, ossia la padronanza delle proprie
reazioni; Il rispetto di sé e degli altri, che si concretizza attraverso la
mediazione tra le esigenze personali e sociali; La stima di sé e degli altri;
L’ autoaffermazione, ossia la consapevolezza di poter decidere della propria vita.
Al primo livello si colloca l’abilità di riconoscere le emozioni proprie ed
altrui, arrivando in talmodo a percepire le emozioni come
un “di più”, senza un coinvolgimento negativo legato al
senso divergogna, imbarazzo e timore del
giudizio di chi ci circonda.
Al secondo livello si pone l’abilità di comunicare le emozioni e gli stati
d’animo mediante idiversi canali comunicativi (postura,
gestualità, etc.).
Al terzo livello vi è la consapevolezza dei diritti propri ed altrui, consapevolezza
fondamentalenella teorie sull’assertività, in quanto su di essa si fonda la differenza tra atteggiamento
aggressivo,passivo ed assertivo. Rispettare chi ci circonda significa porlo sul
nostro stesso piano, attraverso lacapacità di negoziare tra le nostre esigenze e
le sue, trasformando in tal modo “un braccio di ferro in una stretta di mano”
Il quarto livello è caratterizzato dalla capacità di porre attenzione
ad ogni aspetto positivo,considerandolo un punto di
partenza all’interno del processo di costruzione del proprio ed altrui
ruolosociale.
Il quinto livello, infine, è caratterizzato dall’abilità di autorealizzarsi, attraverso il
processodecisionale, che a sua volta si basa
sull’autostima e sulla consapevolezza di sé.
Qui di seguito
riportiamo uno schema riassuntivo dei cinque obiettivi
dell’assertività, del
percorso effettuato e
dei differenti
canali comunicativ
i utilizzati per
raggiungerli.
FORMAZIONE ED “ALLENAMENTO” ALL’ASSERTIVITA’
ASSERTIVI SI NASCE O SI DIVENTA?
LA RISPOSTA PIÙ OVVIA È: L’UNO E L’ALTRO.
Oltre all’ascolto attivo – di cui si è già parlato -, è importante:• fornire una descrizione non valutativa del comportamento di chi
ci sta di fronteal posto degli epiteti dovremmo fornire una
descrizione precisa del comportamento che si desidera comunicare, senza dare giudizi od
interpretazioni. Partendo da tali presupposti, se un insegnante dice ad un genitore: ”Non si rende
conto di offendermi?”, implicitamente lo etichetta come maleducato, mentre ciò non accade se gli
si pone con la frase: ”Il fatto che lei mi interrompa spesso quando parlo…”.
Allo stesso modo, se un alunno è distratto durante la spiegazione, avrà una grande
differenza dirgli: “Sei sempre il solito! Ma è mai possibile che tu stia sempre a pensare
alle tuecose?” oppure “Ho notato che alcune volte
non presti attenzione alle mie spiegazioni…”.
• L’accettazione ed espressione del sentimento. Vivere a contatto con gli altri ci espone a
molti sentimenti differenti, alcuni positivi e alcuni negativi. Mentre esprimere quelli positivi
rafforzala relazione, l’espressione dei negativi può risultare
più problematica. E’ comunque preferibile darvoce a ciò che si prova, per liberarsi catarticamente
di un sentimento negativo: evitiamo, però, dicolpevolizzare l’altro.
A volte l’interlocutore è insensibile ai sentimenti di chi gli sta di fronte solo
perché non li ha compresi: il fatto che questi gli vengano comunicati gli fornirà così informazioni
ulteriori, che gli potranno servire per accrescere la qualità della relazione. Tornando all’esempio di
prima, potremmo dire:” Il fatto che lei mi interrompa spesso quando sto parlando mi irrita,
perchè…”; “Ho notato che alcune volte non stai attento mentre parlo e ciò mi dispiace, perché…”.
• Indicazione degli effetti prodotti sul comportamento su cui si vuole intervenire.
Spesso
le persone agiscono in un modo che ci infastidisce solo perché non se ne rendono conto: è utile,
perciò, indicare le ragioni per cui proviamo certi sentimenti, descrivendo le conseguenze negative
prodotte su di noi da tali comportamenti.
Formulare ed accettare i complimenti.
La tendenza di formulare più spesso critiche e
commenti sgradevoli sul conto degli altri, piuttosto che evidenziare gli aspetti positivi.
Evitiamo i
complimenti finti e stucchevoli, esprimendo, invece, un genuino apprezzamento nei confronti
del
comportamento dell’interlocutore, attraverso parole precise e specifiche
Esprimere critiche e sapervi rispondere.
L’incapacità di formulare critiche in modo adeguato produce conseguenze spiacevoli, quali
risentimento, frustrazione ed abbassamento dell’autostima. Al contrario, le critiche formulate in
modo corretto tendono a motivare la persona, migliorando le sue prestazioni future ed il clima
relazionale in generale. La critica deve perciò essere costruttiva, ossia essere rivolta al
comportamento della persona, anziché alla persona stessa; essere precisa e non generica;
mantenere aperto il dialogo.
Da un punto di vista didattico si può inoltre segnalare come educare all’atteggiamento
assertivo significa anche aumentare le capacità di un soggetto ad ottenere efficacia attraverso
l’Iniziativa. Si è infatti visto uno stretto collegamento tra i concetti di motivazione,
assertività ed
iniziativa come si può notare dallo schema seguente.
MOTIVAZIONE ASSERTIVITA’ INIZIATIVA
In conclusione si può affermare che è possibile un’educazione all’atteggiamento assertivo, ciò
che restafondamentale è però un comportamento che si deve
mettere quotidianamente in pratica.Non si riuscirà probabilmente ad essere “sempre”
assertivi come e non esserlo mai mapossiamo accontentarci di esserlo in quelle situazioni delicate dove diventa fondamentale
mantenere un equilibrio interiore: ricordiamo che l’assertività non elimina le tensioni ma riesce a
non accrescerle evitando di peggiorare le situazioni ansiogene.
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