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Page 1: L’abbraccio della sua città

S ono tre le visite ufficiali di ChiaraLubich nella sua città natale. “Quisi impara a camminare sulla via diMaria”. Con voce che si fa via via più

sicura Chiara Lubich infiamma Cadine,sabato 24 maggio 1986, per l’inaugurazionedel Centro Mariapoli “Parola di Vita”. E’ lacasa, dice, di tutti i membri del Movimento.“Rispetti agli altri quaranta centri in tutto ilmondo – scrive Vita Trentina – quello diCadine avrà una particolare finalitàecumenica, sollecitata dalla vocazioneparticolare della città di Trento e delMovimento.Il primo gennaio 1991 Chiara resetestimonianza straordinaria di donna dipace in occasione della 28a mondiale sultema “Donna, educatrice alla pace”. Acinquant’anni esatti dalla fondazione delMovimento dei Focolari, la città le conferivai massimi riconoscimenti della Chiesa e delComune di Trento: la medaglia d’oro di SanVigilio e l’Aquila di San Venceslao, “perché ilMovimento dei Focolari ha portato unpezzetto di Trento nel mondo”, osservaval’allora sindaco Lorenzo Dellai. E’ il giorno

N el Duomo di TrentoChiara Lubich riceve il

primo gennaio 1995 la me-daglia d’oro di San Vigilio.“Perché nessuna donnatrentina ha operato come leia livello internazionale e incampo ecumenico per l’uni-tà della Chiesa e per la soli-darietaà fra i popoli”, osser-va l’Arcivescovo GiovanniMaria Sartori. “Lo ha fattopersonalmente e attraversoil suo movimento, diffuso intutto il mondo, presente evivo anche qui nel Trentino”.All’Auditorium, richiaman-do le parole del Papa Gio-

vanni Paolo II ricorda che la donna è inestimabile do-no per l’umanità. La questione femminile, dice, è unsegno dei tempi.

1995 LA VISITA DEL 1 GENNAIO

Artefice di pace

Dalle mani del vescovo Sartori, la medaglia di San Vigilio

BBRREEVVII

A lcune istantanee di Gianni Zottasulla visita di Chiara Lubich a

Trento nel giugno 2001. Accolta daun bagno di folla, Chiara ricevettedal sindaco Alberto Pacher il salutodella città, per poi essere premiata apalazzo Trentini quale “Trentinodell’anno” dalla rivista Uct. Nellalunga intervista al settimanalediocesano – colta fotograficamentein due momenti: la preparazione, conl’attenta piega del sobrio foulard, e il

dialogo con il direttore don IvanMaffeis -, Chiara disse cosa siaspettava da questa immersionenella sua città natale: “Unavvicinamento della mia città aldisegno che Dio ha su di essa”.

“P er noi resterà sempre la maestra Silvia”. Le testimonianzedi Nereo Maule, Bruno Frerotti e Benito Con (nell’ordine,nella foto con Chiara Lubich), raccolte da Diego

Andreatta, illuminano a margine della visita del 2001 aspetti ancorainediti di una vita di cui si credeva di aver detto tutto. Con loro, asostenere l’esame di ammissione all’avviamento commerciale daprivatisti c’erano anche il defunto Eugenio Milpacher, GermanoPante (vive in Brasile), padre Contardo Zeni (all’epoca Mario).“Non ci dimenticheremo mai quelle lezioni”, raccontava a VitaTrentina Benito Cont, scomparso nel ——-. “Una sera d’ottobre ciportò all’aperto – lei aveva un giaccone di lana – per studiare econtemplare insieme l’eclissi di luna. La ricordo anche mentreguidava il Rosario nella chiesa dell’Opera Serafica davanti a 90bambini. Le si spezzò la voce al suono della sirena che segnalava ibombardamenti su Trento”.

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LE TESTIMONIANZE DEGLI EX ALLIEVI, RACCOLTE NEL 2001

Per loro è rimasta la “maestra Silvia”

23 marzo 2008

vita trentinaXII NELLA SUA TRENTO

L’abbraccio della folla in piazzaDuomo a Trento nel giugno 2001. Sotto, il saluto del sindaco Dellaiall’Audiorium nel gennaio 1995

COSÌ TRENTO L’ACCOLSE CON AFFETTO: NEL 1986, NEL 1995 E NEL 2001

L’abbraccio della sua città

“L a spiritualità dell’Unità e il coraggio neldialogo hanno contribuito a rafforzare in Trento

quella vocazione di ‘città-ponte’, indicata qui ancheda Giovanni Paolo II, coetaneo e grande amico diChiara”. Vita Trentina riassume il senso dell’ultimavisita ufficiale a Trento (dove Chiara tornerà, ma informa privata, nel 2004, per i funerali del cognato, ilsen. Paolo Berlanda): “Rileggere nei prossimi giorniquesta vicenda straordinaria – da Trento al mondo edal mondo a Trento – può far crescere la nostracomunità”.

2001 RIEVOCA LA SCINTILLA

Trento città-ponte

1986 SI INAUGURA LA MARIAPOLI

“La Parola scatena una rivoluzione”

della riconoscenza. “La sua città e la sua Chiesale si stringono attorno per dirle grazie”, scriveVita Trentina. L’accompagna, sul palcodell’Auditorium, l’amica Eli Folonari. laintroduce il compianto don Valerio Piffer,responsabile della commissione diocesana“Giustizia e pace”, presentandola come“artefice di pace, educatrice alla pace”. Arrivala consegna dell’Aquila ardente di SanVenceslao: “Questo premio non è per me, ma

per i Focolari che sono un’opera di Dio”.Invitata dal Consiglio comunale che l’hacandidata al Nobel per la pace, dal 2 al 10giugno 2001 Chiara Lubich s’immerge nella“sua” Trento. Una rimpatriata “in cui chiararitroverà i familiari delle sue ‘pope’ eriabbraccerà gli ex alunni dell’Opera Serafica” eche dà modo di cogliere “altre sfumature deldisegno di Dio attraverso la fondatrice deiFocolari”.Torna a Trento sei anni dopo l’ultima visita. Nelfrattempo, è stata in Europa, in cinque nazioniasiatiche, in America del Sud (Argentina eBrasile) e in America del Nord, in Messico. Vi haportato l’aria nuova dei movimenti, questenuove realtà ecclesiali “chiamate – dice – aconciliare il proprio apostolato nelle diocesi colpiano pastorale”, pur mantenendo “la lorocaratteristica di servizio alle Chiesa universale”e le proprie opere.

S abato 24 maggio 1986 Chiara Lubich è a Cadine,sopra Trento, per l’inaugurazione del Centro Ma-

riapoli “Parola di Vita”. E’ da quella Parola viva che ilMovimento dei Focolari è sgorgato “come polla d’ac-qua viva”. “Questo Centro – dice Chiara – ci ricorderà larivoluzione evangelica che la Parola scatena ogniqual-volta la si mette in pratica con impegno; come per es-sa gente dispersa diventi popolo; come persone che traloro si ignorano diventino comunità; come per essamembri di Chiese diverse possano accelerare l’ora del-la piena comunione”.Ad accoglierla è l’Arcivescovo Alessandro Maria Got-tardi, che rivendicò il “diritto” di avere il Centro rispet-to ad altre città (mons. Bortolameotti lo aveva propo-sto quale dono al vescovo Carlo de Ferrari, che sosten-ne gli inizi del Movimento). “Tornerò – promette a se-ra – a patto che trovi una città infiammata dall’amoredi Dio. Vorrei trovare un incendio, che non si parli piùdi Trento come di una città che porta le tracce del Con-cilio”. Da città che divide, Trento diventa ponte.

L’ULTIMA VISITA NEL GIUGNO 2001

“Trento si avvicini al disegno di Dio su di essa”