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Page 1: La Signora in Giallo Rosso Aprile 2007

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www.lasignoraingiallorosso.itAnno III • n. 4 • Aprile 2007 • Rivista mensile • Distribuito gratuitamente • Aut. Trib. di Roma n. 113/2005 del 24/03/05

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L’EditorialeLa Signora in Giallorosso - aprile 2007

Il resto conta poco o nulla!

di Massimo Ruggeri

altra sera, mentre ilManchester United sbertuc-ciava i poveri lupacchiotti no-stri, tra me e il televisore si è

materializzato Paulo Roberto. No, nonPaulo Roberto Falcao. Paulo RobertoCotechiño, dico, il centravanti di sfonda-mento brasiliano del Napoli interpretatoda Alvaro Vitali nel mitico film di NandoCicero (1983): una banda di sequestra-tori sardi lo rapisce alla vigilia della par-tita con l’Inter, e l’allenatore decide dimandare in campo un suo sosia. Chec’entra? C’entra, eccome. Perché, fattaeccezione forse per Totti e De Rossi, an-che all’Old Strafford non c’erano i no-stri, ma i loro (impresentabili) doppi: quelbiondone non era Mexes, quel tizio conla maschera somigliava appena a Chivu,quel piccoletto si atteggiava a Pizarro, mail Cile non lo aveva visto nemmeno incartolina…Così ragionavo mentre ilManchester United segnava, segnava, se-gnava. E mi chiedevo, visto che Totti e DeRossi si guardavano bene dal segnalareall’arbitro l’evidentissimo inghippo, qualeoscura trama ci fosse mai sotto, e qualeinaudita punizione Uefa attendesse laRoma per un simile misfatto. Io continua-vo a ragionare, quelli continuavano a se-gnare. Sarebbe andata avanti così a lun-go, se Paulo Roberto-Alvaro Vitali nonavesse provveduto a farmi tornare con ipiedi per terra.

Ricordandomi che, seppur di culo, nelgiustamente celebre film di Cicero ildoppio del centravanti di sfondamentobrasiliano di gol ne segnava, assicurandorocambolescamente la vittoria al Napoli,mentre i sosia giallorossi in campo inGran Bretagna non facevano che beccar-ne; e facendomi osservare garbatamen-te che la differenza, a prima vista secon-daria, era in realtà decisiva. Mi ha lascia-to senza parole, Paulo Roberto: solo, enudo, in faccia al disastro. In solitudinee in nudità, mentre gli inglesi, imperter-riti, continuavano a segnare, mi sono do-lorosamente reso conto che di sosia,all’Old Trafford, in realtà non ce n’era-no. Mexes era Mexes, Chivu Chivu,Pizarro Pizarro, e via rattristandoci.Erano venuti tutti a giocare, si fa per di-re, la loro partita. La Roma no. La Romaera rimasta a Trigoria, ad allenarsi sottol’occhio e l’orecchio vigili di RomaChannel, in vista dei prossimi importan-ti appuntamenti, iniziando da Milano conl’Inter. Così, finalmente, mi sono rassicu-rato. E ho mandato rassicuranti sms al-le ragazzette e ai ragazzetti nostri inquel di Manchester: tranquilli, non statevivendo in un incubo ma in un episodiodi “Ai confini della realtà”, la partita,quella vera, si giocherà chissà quando. Mihanno risposto che ero matto. Io gli horisposto: ora e sempre, Forza Roma.

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FACCIAMO DURARE POCOANCHE QUESTO RECORD

Aut. Trib. di Roma n. 113/2005 del 24/03/05Dir. Responsabile • Massimo Ruggeri

Finito di stampare 15 aprile 2007Prossima uscita 15 maggio 2007

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Grafica e Stampa: Pubbligrafica RomanaVia Graziano, 45 • Tel. 06 6620509

di Paolo Franchi

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ORA E SEMPRE,FORZA ROMAORA E SEMPRE,FORZA ROMA

FACCIAMO DURARE POCOANCHE QUESTO RECORD

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3La Signora in Giallorosso - aprile 2007

ammino tra le scheggedel sogno, che sono divetro e sono tante, e a

ogni passo sanguino. Destino diun tifoso che quella maledettasera di martedì 10 aprile ha ca-pito qualcosa che già sospettavada tempo: il Dio del calcio ciodia. Non è un piagnisteo, è am-missione della realtà. Altrimenti,non si spiegherebbero varie co-se. Non si spiegherebbe, adesempio, come mai l’anno suc-cessivo a quello in cui stabiliamoun epocale record di successi in-frangendo un precedente chereggeva da decenni, arriva l’Intere ce lo polverizza. Né si spieghe-rebbe come mai l’anno in cui ot-teniamo una vittoria di tale cla-more da attizzare un vespaio digrottesche polemiche, un risulta-to pressoché analogo ci viene in-flitto a livello planetario annichi-lendo una sequela di gioie ina-nellate una appresso all’altra perarrivare a cosa? A essere umilia-ti così. Come il Catania da noi.E neppure si spiegherebbe la de-menza fatale delle assenze che cihanno in gran parte condannato

a questa disfatta.Tonetto che sci-vola in allenamento, e arriveder-ci e grazie proprio nei dieci gi-roni cruciali della stagione…Perrotta, sotto diffida, che vieneammonito per una simulazioneevitabilissima, e Taddei che svani-sce dalla formazione titolare po-chi minuti prima del fischio diinizio! E allora, se è così che ci trattail Dio del calcio, non ne nego l’e-sistenza (tanta malignità non puòessere solo umana!), non mi fac-cio ateo né pagano, ma ereticosì, e decido di combatterlo!Sempre il Dio del calcio, s’inten-de. Perciò, che la cosa non suo-ni a offesa di chi è sincero e fer-vido credente. Io, lo ammetto,non lo sono e ne patisco.Vorreiavere la Fede piena, quella vera,ma la mia ragione me la nega espesso ne soffro. Perversamente,invece, credo in questa divinitànefasta. L’Eupalla di breriana me-moria. Per me, per noi, una per-

versa Kalì. E ciò a prescinderedalle mille cose che avrei da di-re ai miei giocatori, che, a ognimodo, le trame di quella divinitàsa dimidiare di valore con siste-matica e variegata fantasia. Maper quanto si dia da fare nel tra-mestare contro di noi, questonume pallonaro che ci avversaoltre ogni dire, nulla può dinan-zi alla bellezza della nostra cur-va, applaudita a Manchester an-che dal Capitano. Un applausomagnifico, il suo! Un applausoche merita un altro applauso. Ilresto, è silenzio.

di Giuseppe ManfridiL’Eco del Filosofo

dedicato a Massimo Billi

L’Eco del Filosofo

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L’EVOLUZIONE DEL...GAMBERO

L’EVOLUZIONE DEL...GAMBERO

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5La Signora in Giallorosso - aprile 2007

L’inchiestadi Piergiorgio Bruni

ezzo dopo pezzo, angolo dopo angolo,l’anima del calcio si sta pian piano dis-solvendo. Già, proprio quell’intima es-

senza di un gioco capace di regalare a milionidi persone gioie e sorrisi, sogni e spensieratez-ze. Un divertimento, un businnes, chiamatelocome volete, che per responsabilità nostre odi chi, più semplicemente, invece, governa ilmondo del pallone, sta scomparendo dal cuo-re di tanti, tantissimi amanti sedotti, traditi eabbandonati. I tifosi.Dal 30 marzo scorso, per portare uno striscio-ne all’interno di un impianto sportivo, sarà ne-cessario ottemperare ad alcune disposizioni dilegge. Per prima cosa sarà necessario fare unarichiesta ufficiale alla società ospitante almenosette giorni prima dello svolgimento della ga-ra. Successivamente bisognerà chiedere l’auto-rizzazione al G.O.S. (ossia il gruppo operativodi sicurezza) di cui fanno parte un funzionariodell’ordine pubblico, uno della sicurezza di en-trambe società interessate e uno dei vigili delfuoco. Oppure, nel caso d’impianto di gioco in-feriore ai diecimila posti, il placet invece arri-verebbe dal Questore, che avrebbe pieno po-

tere decisionale. Ma non finisce qui, poiché visarà una vera e propria regolamentazione sul-le dimensioni, che non dovranno superare ilmetro e mezzo, sul contenuto delle scritte esul materiale di realizzazione.Discorso a parte, ovviamente, per quei gruppi cheall’interno dovessero avere anche un solo ele-mento raggiunto dal DASPO, ovvero il divieto diaccesso allo stadio, in quel caso l’autorizzazionesarebbe automaticamente negata, a prescindereda tutti i precedenti parametri adempiuti.Fortunatamente, almeno per ciò che riguardainvece le bandiere e le sciarpe, l’OsservatorioNazionale sulle manifestazioni sportive, non haposto alcuna limitazione. Insomma un modo,a quanto si intuisce dal Viminale, ben precisoper rivedere la cosiddetta “responsabilità og-gettiva” che grava da tempo sulle società eche, spesso e volentieri, punisce soprattuttogli innamorati del pallone. Insomma, un segna-le forte e deciso ma che ancora una volta la-scia sulle labbra di tutti quanti gli innamoratidel pallone, il vero carburante di questo me-raviglioso ingranaggio ludico, un sorriso male-dettamente amaro.

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ROMA CAPUT MUNDI

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Tra storia“quinta puntata”

l fascino della millenaria storiadi Roma risiede anche nei re-pentini passaggi da periodi fa-stosi ad altri decisamente fo-

schi. Così, dopo le glorie della dinastiaFlavia, Roma ha dovuto affrontare unadelle fasi più oscure della sua esistenza: èla crisi del III secolo, caratterizzata dallareggenza di sovrani occasionali, inadegua-ti all’amministrazione del grande Impero.Gli eserciti approfittano del vuoto di po-tere conseguente alla morte di SeveroAlessandro, nominano e abbattono gli im-peratori a loro capriccio, rifiutando qual-siasi tipo di disciplina: la monarchia mili-tare instaurata per garantire l’ordine inseguito all’uccisione di Comodo, si tra-sformava paradossalmente in anarchia mi-litare. Prima dell’avvento di Diocleziano,gli imperatori di questo periodo rispec-chiano talvolta il temperamento rozza-mente militaresco dei soldati che hannocontribuito ad elevarli al potere.Tipico èil caso di Massimino il Trace: un ufficialedi basso grado, acclamato dalle truppedopo l’assassinio di Severo Alessandro, fa-moso solo per la forza fisica e le propor-zioni gigantesche. Negli scritti dei legio-nari, il personaggio è contornato dall’au-rea della leggenda: Massimino aveva pol-lici del diametro di un braccialetto, pote-va gareggiare nella corsa con un uomo acavallo, poteva lottare di seguito controsedici uomini dei più forti e sconfiggerliuno dopo l’altro. E per queste doti, chepotevano servire a tutto, salvo che a gui-dare uno stato, i soldati lo acclamaronoimperatore. Egli del resto interpretò ilproprio compito in modo elementare manon disonesto, impiegando la sua straor-dinaria forza fisica per difendere il confi-ne renano – danubiano. Fu ucciso nel 238dai suoi stessi soldati, mentre si dispone-va a lottare contro le truppe che la clas-se abbiente, stanca dei pesanti tributi, ave-va inviato contro di lui. Seguirono i bre-vissimi regni dei tre Gordiani (238-241),di Filippo l’Arabo (244-249), che celebrònelle peggiori condizioni il millenario del-la nascita di Roma, e di Decio (249-251),che sottopose i cristiani a una persecu-zione crudele. Poi, dopo un biennio di

caos assoluto, il potere fu preso daValeriano (253-260), che affidòl’Occidente al figlio Gallieno e si trasferìin Oriente per combattere i Persiani.Proprio in battaglia, fu catturato dai ne-mici e morì in prigionia. Per valutare lagravità di una tale umiliazione, si ricordiche Augusto nel 20 a.C. aveva preteso daiParti la restituzione delle insegne perdu-te da Crasso trent’anni prima. La vicen-da ebbe una forte risonanza in una Romasentita fino ad allora come eterna, quasiper volontà divina. In Occidente, Gallienolottò con le forze disponibili per restitui-re lustro al nome di Roma, ottenendoqualche successo contro i barbari; ma nonriuscì a riconquistare il cosiddetto impe-ro delle Gallie, esteso sino alla Britanniae alla Spagna, formatosi soprattutto per-ché le popolazioni locali sentivano il bi-sogno di provvedere autonomamente aquella difesa dai barbari che il governocentrale non era più in grado di assicu-rare in modo adeguato. Nel 268 Gallienocadde vittima di una congiura e, dopo lareggenza biennale di Claudio il Gotico,l’impero romano cominciò a rinasceredalle ceneri di una delle crisi più profon-de della sua storia, conquistando fatico-samente un periodo di benessere e di re-lativa tranquillità. L’inversione di tendenzasi ebbe con Domizio Aureliano (270 –275), che dovette sì abbandonare l’attua-le Romania, ormai indifendibile dall’ag-gressione dei Goti, ma nel complesso ot-tenne notevoli successi. Battè infatti iVandali in Pannonia e gli Alemanni, pene-trati in Italia. Guidò una spedizione vitto-riosa contro il regno di Palmiria e ricon-quistò il dominio sull’ impero delleGallie. Si accingeva infine a condurre unanuova spedizione contro i Persiani, quan-do cadde vittima della vendetta persona-le di un suo liberto. Con i suoi numero-si successi, Aureliano riuscì comunque arecuperare parte del prestigio di cui go-devano un tempo gli imperatori: un pre-stigio che egli volle consolidare preten-dendo d’essere divinizzato e associandola propria persona al dio solare Mithra,oggetto di particolare venerazione negliambienti militari.Al di là dei successi bel-

lici, Aureliano passò alla storia anche peruna grandiosa opera militare-architettoni-ca, le famose mura che da lui presero ilnome di “aureliane”. I lavori iniziarono nel217, e vennero portati avanti con una cer-ta celerità, suggerita dalla preoccupazioneper le minacce esterne. Le mura, costitui-te da mattoni, erano alte circa sei metrie ogni cento piedi fu costruita una torredi pianta quadrata, utile per la difesa.L’inserimento di edifici già esistenti nellemura, conferma la fretta che presiedettei lavori: i Castra Pretoria, Porta Maggiore,l’Anfiteatro Castrense, la Piramide Cestiae il Muro Torto ne sono la testimonian-za. La fortificazione fu oggetto di succes-sivi lavori nel corso dei secoli. In partico-lare con Belisario, nel corso del IV seco-lo, la cinta muraria divenne una fortezzainespugnabile. La ricognizione delle muraper larghi tratti è ancora in piedi. Essa ini-zia dalla Porta Flaminia, alla quale segueun tratto che, includendo con varie si-nuosità il Pincio, è noto con il nome diMuro Torto. La parte meglio conservatae che ancora oggi può essere ammiratain tutta la sua antica maestosità è quellache segue Porta Metronia e giunge finoalla Porta Appia, conosciuta anche comePorta S.Sebastiano, al quale il pubblicopuò arrivare seguendo l’antico cammina-mento che parte da Porta Latina. Chi de-cide di fare una passeggiata lungo la stra-da, può ammirare la testimonianza piùindicativa delle grave crisi economica epolitica che attanagliò Roma nel corso delIII secolo: le mura aureliane, costruite perdifendere il cuore dell’Impero Romano inuno dei periodi più oscuri della sua lu-cente storia.

Continua…

Massimiliano Rossi

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ROMA CAPUT MUNDI

Mura Aureliane

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7La Signora in Giallorosso - aprile 2007

Dopo aver concluso unodei migliori periodi dellasua storia con Liedholm,

Dino Viola affidò la panchina giallo-rossa ad un altro tecnico svedeseSven Göran Eriksson, osservato daqualche tempo e che rimase in sel-la dal 1984/’85 fino al campionato1986/’87. Dopo la prima deludentestagione, conclusasi con il settimoposto in classifica e con l’amaro ad-dio di Paulo Roberto Falcao, nel1986 la Roma sfiorò nuovamente iltricolore. Un cammino caratterizza-to da grandi imprese e fantozzianiscivoloni come quello che costò ilterzo scudetto alla compagine gial-lorossa: Roma-Lecce 2-3. Correva lapenultima giornata di campionato ela Roma doveva affrontare in casa ilLecce già retrocesso. Sembrava fat-ta, i giallorossi avevano recuperatoben nove punti alla Juventus capoli-sta, rimonta culminata con un so-noro 3-0 all’Olimpico, proprio aidanni dei bianconeri. L’imperativoera vincere e, per poter ricucirequel tanto amato scudetto sulle ma-glie capitoline, mancava questo ulti-mo tassello. Le reti messe a segnoda Pruzzo e Graziani non bastaro-no; il gol dell’ex Alberto Di Chiaraed una doppietta di Juan AlbertoBarbas spensero gli ardori gialloros-si, condannando la Roma ad un’a-mara sconfitta e firmarono una del-le pagine più amare della storia delclub. A fine anno il ruolino dellasquadra di Eriksson recitava: 19 vit-torie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte,troppe per realizzare i sogni di glo-ria con cui era iniziato il campiona-to. La conquista, nello stesso anno,della sesta Coppa Italia non riuscìugualmente ad addolcire una pillolatroppo amara. Nella successiva sta-

gione il presidente Viola chiese par-ticolare attenzione alla Coppa delleCoppe, per poter togliere la polve-re dalla bacheca, che oltre ai sei tro-fei nazionali esponeva solamenteuna Coppa delle Fiere conquistatanel 1961 ed un torneo Anglo-Italiano vinto nel 1972. In quel pe-riodo, tra le file giallorosse, si stavamettendo in mostra quello che di-ventò uno dei più grandi talentiprodotti dal vivaio: GiuseppeGiannini. Purtroppo però, con l’an-dare avanti della stagione, la Romavide svanire ogni speranza di vitto-ria. Uscì subito dalla Coppa delleCoppe contro il Real Saragozza(perdendo dopo i calci di rigore)non riuscendo così a soddisfare lerichieste del numero 1 romanista;venne eliminata dalla Coppa Italia,agli ottavi contro un Bologna che sibarcamenava nella serie cadetta; ar-rivò ottava in campionato decretan-do, così, la più deludente stagionedell’era Viola. Altra nota caratteriz-zante l’addio di Sven GoranEriksson alla 26^ giornata, sostitui-to da Sormani. Per cercare di rin-verdire gli antichi fasti, nella stagio-ne 1987/’88, venne richiamato coluiche rese felice il popolo giallorossoriportando lo scudetto all’ombradel Colosseo: Niels Liedholm.Oltreal ritorno del “Barone” venne fattauna campagna acquisti di livello, for-mata da giocatori di esperienza:Collovati insieme al ritorno diLionello Manfredonia, e da giovanidi buone speranze, come Desiderima, soprattutto Rudi Voeller, il“Tedesco volante”, proveniente dalWerder Brema. Il tecnico svedeseriuscì a dare una sferzata più o me-no positiva alla squadra. Infatti laRoma terminò il campionato al ter-

zo posto, dietro al Milan che dettòlegge dall’inizio alla fine e al Napolidi Maradona, qualificandosi, così, perla Coppa Uefa. Il 1988/’89 fu la sta-gione delle “bufale”; infatti venneroacquistati due brasiliani: un centra-vanti, Renato Portaluppi, ed un cen-trocampista, Andrade, portati aRoma come salvatori della patria, ri-velandosi, invece, due giocatori me-diocri e non in grado di far fare ilsalto di qualità alla squadra. Oltread una campagna acquisti mediocre,un altro fattore aggravò la situazio-ne della compagine giallorossa: lamagia tra la Roma e Liedholm erafinita. Infatti i capitolini terminaronoil campionato all’ottavo posto, usci-rono dalla Coppa Uefa agli ottavieliminati dalla Dinamo Dresda e sa-lutarono anche la Coppa Italia, ter-minando la corsa alla seconda fasedel girone eliminatorio.

Continua…

Gianmarco Fava

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e leggenda

La formazione della Roma 1985-1986

MAGICA A.S. ROMAMAGICAA.S. ROMA

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ffari tuoi, fiction e tantoteatro, com’è cambiata laSua vita in questi anni?

Ho iniziato 22 anni fa con il grande GigiProietti, che considero il mio maestro. Poi, do-po un pochino, è arrivato il primo spettacolocon i compagni di laboratorio, la prima rap-presentazione teatrale, la parte in un telefilm,le prime fiction, don Matteo a cui devo mol-to e infine, Affari tuoi. Devo dire che mi sonosempre divertito, mettendoci tanta passione.Non è stata una gavetta, obiettivamente lachiamerei una crescita, un cammino. Ho fattotanti sacrifici ma non mi sono pesati proprioperchè c’era la passione. I miei genitori inizial-mente erano restii, poi assorbito il colpo mihanno sempre assecondato ed appoggiato.

8 La Signora in Giallorosso - aprile 2007

di Piergiorgio Bruni

A lavio, che cosa permetteall’attore di godere del-l’immortalità del ricordo?

Non credo tanto all’immortalità del ricor-do, o meglio è solo per pochi, tipoGassman, Sordi oppure Mastroianni. Nonho questa presunzione, cerco di fare delmio meglio e spero di essere ricordato co-me una persona per bene e onesta.

F acciamoci un po’ di affa-ri suoi, come si è scoper-to tifoso romanista?

Mio padre mi portava ogni tanto allo stadio,ma visto che per lui era un posto con troppaconfusione, mi disse di trovare un accompagna-tore alternativo. Casualmente, il mio compagnodi banco alle elementari era romanista e da lìcominciai ad andare allo stadio con lui e il pa-pà, scegliendo la Roma nell’anno in cui la Laziovinse lo scudetto.Andavamo allo stadio in auto-bus, con il 90, poi facevamo l’ultimo tratto apiedi con sciarpe e panino. È meraviglioso sa-pere che la passione per la Roma fa da col-lante tra persone con vite completamente di-verse. Pensi che una volta ero in Tunisia per la-voro ed ho ascoltato il derby per telefono.

F

ndiamo indietro col tem-po, qual è il primo ricor-do romanista che Le vie-

ne alla mente?

Un derby che il mio papà mi portò a vede-re. In quell’occasione la Roma perse con ungol di Giordano. Una partita dominata dailupacchiotti, tant’è vero che il giorno dopo,Pulici (il portiere biancoceleste – ndr) avevatutti dieci in pagella. Proprio quella volta miinnamorai a pelle del giallo e del rosso.

A accontano che Lei dorma“protetto” da un posterdella Roma?

In camera ho un poster, un calendario del-la Roma, la sciarpa del Commando Ultradella stagione 1974/’75. Poi ho una partedell’armadio con i miei cimeli: la magliettacon lo sponsor “Barilla” e una t-shirt fattadal “magliettaro” con stampata la tesseradel 2001.

R nfonde più sicurezza l’amo-re per una donna o quelloper i colori giallorossi?

Sono due cose diverse. L’unica cosa cheLe posso dire è che se una donna miavesse tradito come a volte è successocon la Roma, mi sarei ucciso o sarei mor-to di infarto.

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FLAVIO INSINNA

Intervista a Flavio Insinna

Flavio Insinna è nato a Roma il 3 luglio del 1965 e successivamente ha conseguito il diploma di maturità classica nel 1984 presso il liceo Augustodi Roma. Nonostante fin da bambino volesse entrare a far parte dell’Arma dei carabinieri, Insinna dovette rinunciarvi causa il mancato supera-mento del test di ammissione, una coincidenza che lo ha portato ad intraprendere un’altra strada, quella dello spettacolo. Fin da quando aveva15 anni, dopo aver assistito allo spettacolo di Gigi Proietti “A me gli occhi”, Flavio rimase affascinato dal mestiere dell’attore. Dopo essere sta-to rifiutato dall’Accademia di arte drammatica a Roma, pensava che il suo “sogno” fosse finito; ma nel 1986 la sorella Valentina lo iscrisse allascuola di recitazione di Alessandro Fersen permettendogli di ricominciare a studiare. Nel 1988 poi, un chiaro segno del destino: nel palazzo ac-canto alla sua scuola, si insediò il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti. Proprio l’ultimo giorno in cui era possibile iscriversi alleaudizioni, Insinna presentò la sua domanda di ammissione. Dopo aver superato varie prove di selezione, si presentò al provino finale davanti aGigi Proietti con un monologo tratto da “Edmund Kean, genio e sregolatezza”, cavallo di battaglia di Vittorio Gassman. Superato l’ultimo scoglioe seguito l’iter formativo del corso, si diplomò nel 1990. La sua carriera di attore, o di “artigiano” come preferisce definirsi lui, si è alternata tracinema, teatro e televisione. Dopo un inizio difficile che ha messo a dura prova il suo amore per questo mestiere, Flavio, con molto impegno,tanto studio ed un incontro fortunato con il regista Enrico Oldoini, ha cominciato a farsi conoscere ed apprezzare dal pubblico. Nel gennaio del2001 ha ricevuto il premio speciale di “Prima guida italiana degli attori” per la sua interpretazione in “Guardami”. Nel 2004 ha vinto il premio “Telegrolle - scommessa vinta” e il premio perl’Europa per la sua interpretazione di “Don Bosco”. Sempre nel 2004 ha ricevuto anche il premio internazionale Sant’Antonio per la fiction “Don Matteo” in cui interpreta il ruolo del Capitanodei carabinieri Anceschi, il personaggio che gli ha dato la popolarità. Poi, è stato premiato nel novembre 2004 nella 57^ edizione del festival del cinema e della fiction di Salerno. Il 27 mag-gio 2006 ha ricevuto a Fabriano il “Premio Fabriano” per il ruolo del gladiatore Davide in “San Pietro”. Il 2 Luglio 2006 ha ricevuto a Pescara il “Premio Internazionale Flaiano” per la suainterpretazione di don Pietro Pappagallo in “La buona battaglia”. L’8 luglio 2006 a San Filippo del Mela durante la serata di Gala della 14^ Edizione della “Divertiamoci Correndo”, Flavio Insinnaha ricevuto il premio per il Cinema e Teatro “Apoxiomeno Filippese” ed anche la locale sezione Carabinieri in congedo ha omaggiato l’attore. Il 24 settembre 2006 ha debuttato come pre-sentatore, conducendo la nuova edizione del programma “Affari tuoi”. Il 28 settembre 2006 in Campidoglio a Roma è stato assegnato a Flavio Insinna il Premio di Cultura “Città di SantaMarinella”, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Regione Lazio e della Provincia di Roma, per la fiction “La Buona Battaglia”. Il 18 novembre 2006 aSaint Vincent per le Telegrolle 2006 Flavio ha ricevuto il premio come miglior attore di fiction per “La buona battaglia - don Pietro Pappagallo”. Sempre per la sua interpretazione di donPappagallo il 4 dicembre 2006 Flavio Insinna ha ricevuto il premio “Come Barbara” nella sala Consiliare del Comune di Rieti. Nel dicembre 2006 Flavio ha ricevuto anche il premio “Città diRoma”. Infine, il 25 gennaio 2007 ha ricevuto un Telegatto speciale come “conduttore rivelazione dell’anno 2006” per il successo ottenuto con il programma “Affari tuoi”.

La televisione b

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9La Signora in Giallorosso - aprile 2007

L’intervista

ediamo di fare gli indovi-ni. Che cosa c’è nel Suofuturo?

Vedo il lavoro, anche se a settembre faròuna vacanza dopo tanto tempo. Uno scrit-tore diceva che il futuro ha di bello cheviene un giorno alla volta. Comunque lacosa più importante è la salute e la feli-cità della mia famiglia, il resto conta re-lativamente.

V rmai maturo, chi conside-ra il suo modello artistico?

Il mio maestro, Gigi Proietti. Una persona,un attore e un insegnante straordinario. Mireputo molto fortunato ad avere avuto ilprivilegio di essere stato un suo allievo. Infinale, comunque, sono convinto che biso-gna imparare ogni giorno e rubare l’arteper poterla fare nostra anche da un ra-gazzo con meno esperienza ma che ma-gari ha l’intuizione giusta.

O tralci di passato. Qual èstato il momento più dif-ficile della Sua carriera?

Di preciso non lo so , forse gli anni ‘90 sonostati difficili, ma la cosa che sostengo da sem-pre è che in questo mestiere nulla è sicuro. Unmomento puoi stare sulla cresta dell’onda e l’at-timo dopo finisci in caduta libera; se accade que-sto l’importante è non farsi prendere dal pani-co, sfruttando il tempo in modo costruttivo, cer-cando di accrescere il proprio bagaglio artistico.

S

ipensandoci, Lei avrebbevoluto fare il carabiniere.Come sarebbe stato

Flavio Insinna nell’Arma?

Nel fare il carabiniere avrei messo la stessaapplicazione, dedizione e costanza che met-to nel fare l’attore. Credo molto nelle istitu-zioni ed amo il mio Paese, avrei fatto del miomeglio come in tutto ciò che faccio.

R nsinna, provi a fare l’in-dovino, come si conclude-rà questa stagione giallo-

rossa?

Sono troppo tifoso, non dico nulla per sca-ramanzia ma dentro di me è tutto chiaroe delineato.

Iorniamo con la mente aManchester – Roma, co-me ha vissuto la gara?

Non l’ho vista, ho voluto fare una sortadi fioretto laico. Poi, quando ho visto chenegli altri palazzi non accadeva nulla hoacceso il televideo (Flavio, è contro la tec-nologia, preferisce vedere la Roma al barpiuttosto che da solo su Sky – ndr) edho trovato un risultato che sembrava ilprimo set di Wimbledon, non ci credevo,ho pensato che l’apparecchio si fosserotto. Ho cambiato tv ma non si modifi-cava nulla, poi, al terzo televisore i golaumentavano ma dalla parte sbagliata ealla fine, sono dovuto uscire a prendereuna boccata d’aria.

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10 La Signora in Giallorosso - aprile 2007

CartolinaGiallorossa

BENTORNATA ALLA CONTINUITÀ

opo tre mesi e mezzo di digiuno laRoma è finalmente riuscita a vince-re fuori dalle mura amiche del-l’Olimpico, con un secco 2 a 0 al

Catania. Da sottolineare positivamente soprattut-to la buona prova dei “bomber di scorta”. CiccioTavano con il gran gol di sabato, i passaggi fil-tranti al bacio e il gioco in velocità ha dimostra-to ampiamente di poter dire la sua anche inuna grande squadra come la Roma. Questo è ilsuo secondo gol da romanista. Ma anche MirkoVucinic ha giocato molto bene schierato da cen-travanti puro. L’uomo di Certaldo ha sempre cre-duto in lui anche nei momenti più neri ed è sta-to ripagato con gol e grandi prestazioni dall’at-taccante montenegrino. Altra nota di merito peril giovanissimo Ricardo Faty. Aiutato da Pizarronon ha perso un pallone e ha lottato nella mi-schia fino alla conclusione dell’incontro. Curci hamantenuto inviolata la sua porta respingendo dacampione due tiri velenosi di Caserta e Spinesi.La Roma è riuscita a portare a casa i tre pun-ti senza faticare troppo e non sovraccaricandoi titolari. Nel primo tempo ha dominato ilCatania senza la fretta di cercare il gol. Il se-condo tempo è sembrato molto simile ad un al-lenamento. Se la squadra giallorossa continueràa giocare mantenendo l’aggressività e la concen-trazione mostrati contro gli etnei non potrà sfug-girle il secondo posto, che vorrà dire niente pre-liminari di Champions e soprattutto un discre-to introito economico. Insomma, un traguardofondamentale.

di Nicola Ceolin

LE PROSSIME AVVERSARIE

D

di Marco Madeddu

LUNA PARK GIALLOROSSO

LUCIANO SPALLETTI

Spirito trasteverino e accento toscano,Lucianone ha conquistato Roma. Dedicatoa chi al suo arrivo gli mandava sms con-sigliandogli di lasciar perdere

IL CALCIO ITALIANO

Continua il nuovo corso: dopo Matarrese pre-sidente di Lega ecco Abete presidente FIGC.Per citare Tomasi di Lampedusa: “Affinchéniente cambi tutto deve cambiare”

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ROMA NORD

Mercoledì 18 aprile si recupera la 22^ giornata di Serie A, rinviata do-po i tragici fatti di Catania. La Roma fa visita alla capolista Inter, conl’intenzione di rafforzare il secondo posto della graduatoria e di ri-tardare il più possibile la festa scudetto dei nerazzurri. L’impresa nonsarà delle più agevoli, dato che, nei 73 precedenti disputati all’ombra

della “madonnina”, i giallorossi vantano soltanto 11 successi contro i 41 dei rivali. L’anno scorsoa trionfare furono comunque gli uomini di Spalletti, capaci di imporsi per 3-2 grazie al gol diMontella e alla doppietta di capitan Totti.

Inter

Atalanta e Roma si affrontano per la 46^ volta in campiona-to all’Azzurri d’Italia. Il bilancio tra le due compagini vede pre-valere leggermente i padroni di casa, avanti 15-13 nel com-puto delle vittorie. All’andata i giallorossi riuscirono ad im-porsi per 2-1 grazie alla doppietta di Francesco Totti, grazie

alla quale i capitolini riuscirono a ribaltare lo svantaggio iniziale provocato dalla rete di Zampagna.Bottino pieno anche nell’ultima occasione in terra lombarda quando, il 22 maggio 2005, Cassanoeliminò alla Roma i rischi di una bruciante retrocessione.

Atalanta

La 34^ giornata di Serie A mette di fronte Roma e Lazio. Il derbynumero 126 della capitale vale probabilmente l’accesso diretto allaChampions League 2007/’08. Ai giallorossi il compito di rafforzare laseconda posizione in classifica e di “vendicare” l’onta del sorpren-dente 3-0 subito all’andata per mano di Ledesma, Oddo e Mutarelli.

La storia del confronto con la Roma squadra ospitante vede i giallorossi aventi per 21 successia 12, con 76 gol realizzati e 52 subiti.

Lazio

Per la 35^ giornata di campionato la Roma fa visita al Palermo.Dopo il rocambolesco 3-3 dell’anno scorso i capitolini cercheran-no di riequilibrare un bilancio fatto di 5 vittorie, 6 pareggi e 7 scon-fitte. Soltanto un successo per i padroni di casa, comunque, negliultimi 5 confronti casalinghi con i giallorossi, datato 4 maggio 1969.

Palermo

Per il terzultimo turno di Serie A la Roma ospita il Torino, con-tro il quale cercherà di ottenere il 40 successo di fronte al pub-blico amico. I granata, invece, in piena lotta per non retrocede-re, tenteranno di incrementare un bottino fatto di 12 vittorie e13 pareggi. All’andata i capitolini si imposero per 2-1, grazie alle

reti di Totti e Mancini; inutile, al 92’, il gol messo a segno da Rosina. Quattro successi per i gial-lorossi nelle ultime quattro occasioni, con un borsino di 6 gol fatti e 1 subito.

Torino

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11La Signora in Giallorosso - aprile 2007

Dietro le quintedi Caterina Di Lernia

uonasera e benvenuti a questapuntata de La Signora inGiallorosso”. Da anni Massimo

Ruggeri inizia le trasmissioni in questomodo, ma di sicuro sono state poche levolte in cui nel dirlo ha provato un’e-mozione forte come quella del 9 aprilescorso. La vigilia di Manchester – Romaha un’atmosfera particolare, te ne accor-gi già dal momento in cui entri negli stu-di televisivi e la frase più ricorrente è:“Non succede, ma se succede…”. C’èchi già sa che non riuscirà a dormire perla tensione e chi già dalla mattina ha ini-ziato a fare il conto alla rovescia: “Maquando arriva sta partita? Mamma miache ansia, chi ce la fa ad arrivare fino adomani?”. E quelle immagini che hai giàvisto e rivisto mille volte ti fanno veni-re la pelle d’oca come se i gol controlo Shacktar, la vittoria control’Olimpiakos o l’impresa di Lione li stes-si vivendo in quel momento per la pri-ma volta. Di trasmissioni il giorno di

Pasquetta ne abbiamo fatte tante, a vol-te anche un po’ controvoglia, invidiandochi era partito per la classica gita fuoriporta, ma in quella che ha preceduto lapartita dell’Old Trafford c’era tanta la vo-glia di trasmettere le nostre emozioni, alpunto di metterci tre ore per curare neiminimi dettagli un clip che non dovevae non poteva passare inosservata. Dopola conquista della Gallia avevamo pensa-to ad un servizio con la colonna sono-ra di Ligabue, perché quello era stato “Ilgiorno dei giorni”, quello in cui tuttal’Europa si era accorta che non erava-mo la Cenerentola della Champions. Ilcammino che ci ha portati ad arrivare inInghilterra e ad accarezzare un sogno haavuto come sottofondo “Meravigliosacreatura” di Gianna Nannini, con gli “oc-chi di sole” di Francesco Totti, Spallettiche “veglia” sui colori giallorossi e un as-solo in bianco e nero per le immaginidel gol di Rooney. Tutto è stato curatonei minimi dettagli e quando mancava

poco per finire il panico: il lazialissimoPietro chiama dal centralino e in salamontaggio va via la luce. Per fortuna laprevidente Alice (detta anche l’artista delRazor, perché fa dei montaggi immaginiche sono capolavori) aveva salvato tuttoun minuto prima, altrimenti ci sarebbe-ro state scene d’isteria collettiva. In viaprecauzionale abbiamo intimato a Pietrodi non chiamare più se ci teneva alla suaincolumità fisica. Dopo tanto lavoro lacosa più bella è stata vedere tutti quel-li che guardavano il servizio emozionar-si e alla tenerissima Francesca Borlenghistavano quasi per scendere le lacrime.Purtroppo non è andata come sperava-mo, ma quanto è stato bello sognare.

B

RispostepericoloseMassimo Ruggerisi è tagliato i capelli perché:

Si è visto allo specchio una dome-nica mattina e si è spaventato

Il barbiere ha fatto uno sconto co-mitiva a lui, Piero Torri e ZibìBoniek

Voleva assomigliare di più aGianfranco Giubilo

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embrava potesse esse-re un campionato tran-quillo, ricco di soddi-

sfazioni e gioie, invece si è ri-velato un vero e proprio cal-vario. L’ultimo atto della sfor-tunata regular season dellaRoma Primavera è andato inscena sabato 7 aprile controil Cesena, quando la formazio-ne di Alberto De rossi ha su-bito l’ennesima cocente scon-fitta stagionale, debacle che ècostata ai colori giallorossi lapossibilità di accedere ai play-off per giocarsi la vittoria tri-colore. Sicuramente gli infor-tuni, le convocazioni dei gio-catori più importanti in prima

squadra e una buona dose dimala sorte sono stati fattorideterminanti in una simile, de-ludente, avventura. Per le po-tenzialità di questa squadra irisultati non sono stati all’al-tezza: troppe sconfitte evitabi-li, compresa quella nel derbycontro la Lazio persa per 1 a0 con gol partita del nigeria-no Diakitè e, forse, l’eccessivasufficienza dei nostri “gioielli-ni” nell’affrontare alcuni, deli-cati match. Tutti possibili fat-tori che non hanno aiutatoper niente Okaka e soci a su-perare i momenti più difficili.Tornando indietro con lamente e si ripensa poi allaspedizione di Viareggio, i rim-pianti non possono far altroche aumentare; visto che la fi-nale persa con il Genoa per 2a 1 sembrava ampiamentemessa in cassaforte dopo larete del vantaggio giallorosso.Questa stagione “kafkiana”però ha confermato la grandequalità del vivaio romanistache continua a sfornare giova-ni davvero interessanti, condue nomi su tutti: il difensorePolverini e il centrocampistaGiacomini (ai quali auguriamovivamente di fare molta stra-da in questo club). E tutto ciògrazie al proficuo lavoro delmister, del responsabile del

settore giovanile, IvanoStefanelli e del presentissimoBruno Conti, vera anima del-la dirigenza.Ma, se la Primavera non habrillato di straordinaria lucepropria, gli Allievi della Roma,hanno superato loro stessi ag-giudicandosi con grande auto-revolezza il trofeo “DinoViola”. Una vittoria ottenutacon il sacrificio, l’impegno e ladedizione di tutto l’entouragegiallorosso, un trionfo che hainorgoglito tifosi e soprattut-to i parenti dei ragazzi stessi.La prima squadra è un obiet-tivo duro e difficile da rag-giungere, ma questi giovanistanno dimostrando che conil lavoro e l’impegno possonoessere raggiunti tutti i risul-tati che ci si è prefissati.Capitan Totti docet…

S

di Fabrizio Cavalieri e Mario Chiapperi

12 La Signora in Giallorosso - aprile 2007

MALEDETTAPRIMAVERAMALEDETTAPRIMAVERA

Quelli de...

Francesco Totti Stefano Okaka

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Roma, Capitale dello Sport

13La Signora in Giallorosso - aprile 2007

La rivincita dei “cosiddetti” sport minori nel panorama romano

Roma, Capitale dello Sportnon solo calcioa cura di Adriano Serafini

La M. Roma Volley, dopo le festività di Pasqua, si gode la vetta alta della classifica e attende intrepi-da che si parta per i playoff scudetto. Scongiurata l’ipotesi Trento, la formazione capitolina, nei quar-ti di finale, se la vedrà con la Prisma Taranto. Il coach dei nero – verdi, Serniotti, può contare sullabuona condizione fisica generale dell’intera rosa, ad eccezione di Osvaldo Hernandez alle prese conun leggero risentimento muscolare alla schiena accusato contro Vibo Valentia. Nei due giorni pasqua-li, l’atleta è stato sottoposto alle terapie necessarie per debellare la sua contrattura. Ad ogni buonconto il tecnico, i medici e lo stesso opposto, già prima dell’incontro con Vibo Valentia, avevano stabi-lito una ripresa agonistica soft e un oculato reintegro in squadra. Sono invece migliorate le condizio-ni di Molteni, Semenzato e Rosalba, tutti e tre a disposizione per le prossime, decisive, gare. Proprioquesti tre atleti, reduci da infortuni, contro i calabresi sono stati impiegati in maniera equilibrata, se-condo un programma che ha consigliato il graduale reinserimento e un giustificato turnover. Come an-ticipato in occasione della riapertura della campagna abbonamenti di gennaio, la M. Roma Volley pre-mierà tutti i suoi abbonati annuali, dando loro la possibilità di assistere gratuitamente a gara 1 deiquarti di finale scudetto. L’ennesima iniziativa del club di Massimo Mezzaroma nell’avvicinare questosport al sempre più entusiasta palcoscenico romano.

M.Roma Volley

Nuova vittoria per la squadra capitolina, che prolunga la serie positiva, ora arrivata ad8 vittorie di fila, 5 consecutive nei match casalinghi. I romani hanno eguagliato il record disquadra che apparteneva all’Adr Roma, nel campionato 2000/’01, maturato in una dellestagioni più esaltanti della storia del club. Roma, firma l’impresa dell’ultima fase di questocampionato di Serie A, espugnando il PalaVerde con estrema autorevolezza: la Benetton Trevisosoccombe per 61-73. Era da 11 anni, dai tempi di Hugo Sconochini e Steve Henson perintenderci, che Roma non vinceva in casa della formazione trevigiana, immobile al terzulti-mo posto, dopo la penalizzazione di 15 punti che potrebbe costargli un posto nei play-off.L’ultima vittima della striscia di vittorie è la Legea Scafati dominata da un inizio prepoten-te della Virtus che allunga immediatamente sui campani. I gialloblù non sono mai scesi sot-to i 20 punti di svantaggio, se non negli ultimi minuti. Il match è stata l’occasione per Repesaper far tirare il fiato a qualche titolare e far giocare tutti e 12 i giocatori portati in pan-china. Di questi, ben 10 sono andati a canestro. Roma continua a incrementare il vantag-gio sulle dirette inseguitrici e aggancia al secondo posto l’Armani Jeans Milano vittoriosacontro la Virtus Bologna.

Lottomatica Virtus Roma Basket

“Passione Capitolina” è il tema di questa stagione. “Coloriamo il Flaminio di blu, bianco e bordeaux”,l’invito diramato da parte della società a tutti coloro che sosterranno questi ragazzi vestendo i co-lori della propria squadra. Con il successo a Catania, l’AlmavivA Capitolina si aggiudica il primo de-gli scontri con le dirette avversarie per la permanenza in Super 10 e si allontana dalla zona caldadella classifica. Al S. Maria Goretti di Catania contro l’Amatori, arriva la prima vittoria dell’AlmavivaCapitolina nel girone di ritorno. Si tratta di una vittoria pesante, d’importanza quanto mai particola-re in termini di salvezza e che consente alla formazione capitolina di allungare il passo sulle diretteconcorrenti: 5 punti dal Femi CZ Rovigo, 7 dall’Infinito l’Aquila e 8 dall’Amatori. Una partita molto du-ra in cui le due formazioni non si sono affatto risparmiate, affrontandosi a viso aperto, con un piz-zico di supremazia da parte della squadra romana nel tenere sempre in pugno le redini del gioco.Nel primo tempo, conclusosi sul punteggio di 13 a 6 per gli ospiti, si è costruito il successo finale. Laprima frazione di gioco, infatti, è stata ben giocata e ben gestita dall’AlmavivA Capitolina, brava aprodurre un gioco semplice ma concreto ed efficace. La partita si è conclusa con una vittoria di mi-sura per 26 a 20. I ragazzi di Mascioletti portano a casa 4 punti di fondamentale importanza po-nendo il primo mattone di quella che sarà la stagione del futuro.

Almaviva Capitolina Rugby

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14 La Signora in Giallorosso - aprile 2007

Una riflessione

AV GALLERYcose d’arte e cose a regola d’arte

AV GALLERYcose d’arte e cose a regola d’arte

Prosegue con entusiasmo e vigore il programmadi eventi che, quasi con cadenza settimanale, sisvolge presso l’AV Gallery, la galleria d’arte di pro-prietà della Fondazione Antonio ValentinoOnlus sita in viale Angelico 2 a Roma e nata conl’intento di mettere a disposizione di artisti unospazio di idee da valorizzare, ma anche come con-cept store in cui poter trovare oggetti particolarispesso provenienti da fiere di oggettistica nazio-nali ed internazionali di alto livello, come il Macefdi Milano, Maison & Object di Parigi e Ambient diFrancoforte. Oggetti d’arte così particolari e spes-so unici ed una naturale suddivisione in piccoliambienti, la rendono comunque un luogo “fami-liare” ed intimo, frequentemente scelto anche perfeste private o in cui ambientare eventi dalle ca-ratteristiche più ludiche come quelli inseriti nelPercorso enogastronomico. I Percorsi di cui si par-la sono cinque (Artistico, Editoriale, Benessere,Musicale ed Enogastronomico) e sono stati idea-ti all’inizio della stagione 2006-2007 dall’equipe or-ganizzativa dell’AV Gallery, che fa capo alPresidente e fondatore della Fondazione AntonioValentino, l’avv. Pierluigi Valentino, supportato daLuciana Elefante, ResponsabileEventi&Comunicazione sia per l’AV Gallery che perla parte medico-scientifica relativa alla Fondazione,per creare un ideale tracciato entro cui poter svi-luppare idee diverse ma con un unico comunedenominatore, l’Arte, vista da ogni prospettiva erappresentata tenendo conto della molteplicitàdelle sue espressioni. Dopo il periodo particolar-mente intenso di eventi che ha preceduto le fe-stività natalizie, il 2007 si è riaperto all’insegna delSan Valentino, con un’anteprima svoltasi venerdì 2febbraio, interamente dedicata allo shopping, inuna galleria allestita per l’occasione con una net-ta prevalenza di oggettistica dedicata al cuore, se-guita poi dalla festa annuale della Fondazione chesin dalla sua inaugurazione coincide con il SanValentino, in virtù di un ribattezzato “cognomasti-co”. In occasione di questo evento, anticipato permotivi organizzativi al 13 febbraio, è stato presen-tato il libro “Come portarsi a letto una donna in 10mosse” che, nonostante il titolo particolare e pro-vocatorio, è stato in realtà scritto a quattro ma-ni da due donne, Laura Amisano e Cristina Origoneper Delos Book, che attraverso l’enumerazione diun decalogo delle 10 mosse più consuete che unuomo mette in pratica per “abbordare” una don-na, raccontano con spirito ed ironia questa fasedi caccia tra presunta preda e ancor più presun-to predatore vista dagli occhi delle donne. A farda cornice alla irriverente presentazione la mo-stra dell’artista maremmano Dedò, ancora visita-bile, che si è aperta la stessa sera con un vernis-sage di suoi dipinti ed oggetti d’arte ispirati allanew pop-art, dai toni brillanti, i colori caldi e leforme lineari. Spentisi gli echi del San Valentino, lagalleria ha riaperto i battenti al successivo even-to lunedì 26 febbraio alle ore 21.00 per ospitarela presentazione del romanzo “Amore a Cape

Town”, inserito nel Percorso editoriale, scritto daBianca Garavelli ed edito dalla Avagliano Editore.Alla serata hanno partecipato l’autrice, che haesposto i risvolti anche psicologici del suo roman-zo che racconta di un io narrante che va in SudAfrica per cercare il grande amore per poi capi-re che in realtà il grande amore non c’è da nes-suna parte, ed il Direttore editoriale dellaAvagliano Editore, Andrea Di Consoli, che ha pre-sentato alla platea il percorso seguito negli annidalla casa editrice salernitana per affermarsi algrande pubblico. Ed ora una carrellata sui prossi-mi eventi già in calendario, ai quali chiunque deilettori può partecipare qualora interessato. Sabato10 marzo dalle ore 20.30 è in programma l’inau-gurazione di una mostra fotografica avente ad og-getto le meraviglie del mondo marino viste dasubacquei professionisti ed organizzata da GianMaria Vecchierelli in collaborazione con Valturdiving.Lunedì 19 marzo alle ore 21.00 la galleria si tra-sformerà in un laboratorio culinario nel quale sisfideranno dai 6 ai 10 concorrenti per aggiudicar-si, a colpi di forchetta, i tre premi in palio per la2a Gara Culinaria avente come tema i primipiatti. Una giuria di 20 assaggiatori valuterà i piat-ti secondo tre gradi di giudizio - gusto, difficoltàdi esecuzione e presentazione – mentre un pre-mio speciale sarà assegnato per il miglior accop-piamento cibo-arte, intendendosi per questo unacertificata appartenenza del primo piatto al mon-do del cinema, dell’arte e/o della letteratura.Venerdì 23 o lunedì 26 marzo alle 21.00 ancorauna presentazione editoriale con il romanzo diMarco Ravaldi “Mambo. Perché tutto sembri vero”,una storia d’amore di inizio millennio, eccitante eirrazionale, che si dipana attraverso sms ed emailin una Roma assolutamente vera, frenetica, ine-briante e ruffiana, che fa prima da sfondo e poida trampolino di lancio verso nuove pulsazioni daricercare in altri luoghi, come New York ed Agadir.Una romanzo che attanaglia di curiosità, non fos-se altro perché scritto da un quarantenne bolo-gnese che oggi è Chief Financial Officer di unamultinazionale di servizi finanziari ed è lecito chie-dersi se esiste davvero una linea di demarcazio-ne tra aspetti così diversi della vita quotidiana.Adaprile, lunedì 2 alle 21.00, sempre inserito nel

Percorso editoriale, presentazione del libro“Beatles for sale. Il Romanzo”, scritto da MarcoBonfiglio per la Fermento Editore in cui l’auto-re narra la storia dei Beatles come nessuno l’hamai raccontata, cioè sotto forma di romanzo enon come saggio musicale o di costume. A par-larci è Doctor Robert (anche titolo di una famo-sa canzone dei Beatles), un’entità sprema nota co-me S.T.A.R.R. (Supervisore Tutelare per ArtistiRock’n’Roll e anche cognome del batterista deiBeatles), che si occupa di tutelare e indirizzare lacarriera della band. Una sorta di angelo custodeche li accompagna in ogni momento, che tuttovede e tutto sente, che racconta in prima perso-na perché è stato parte dell’avventura inizialmen-te in bianco e nero e poi in un crescendo di co-lori psichedelici fino al tramonto dei Beatles, perscoprire che in realtà quattro decenni non sonomai trascorsi e che la musica dei baronetti diLiverpool è ancora parte integrante della nostravita di tutti i giorni. Sempre ad aprile, nei primigiorni del mese, è prevista l’inaugurazione dell’AVGallery (summer), un altro spazio espositivo cheaccoglierà oggettistica ed eventi nella stagioneestiva nella maremma toscana, a Capalbio, cuoredell’Argentario e meta anche di molti romani nelperiodo estivo. La nuova sede, che affiancherà leattività di quella romana fino al 30 settembre, apri-rà i battenti in via Vittorio Emanuele 12. Ogni in-formazione più specifica sugli eventi e sugli oraridi apertura di entrambe le gallerie può essere ri-chiesta via email all’[email protected] oppure chiamando i nume-ri 06.8841189 e 06.37512216.

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